RELAZIONE ANTINCENDIO

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1 RELAZIONE ANTINCENDIO 1. PREMESSA La presente relazione disamina le tematiche relative all impianto antincendio da realizzarsi nell edificio esistente adibito a centro residenziale di cure palliative Hospice in Spicchio. Per il dimensionamento della rete antincendio sono state prese in esame le norme cogenti di settore di carattere nazionale, nonché le direttive regionali e locali per la tipologia di struttura in oggetto. Il centro sarà allocato in una struttura già esistente che è stata oggetto di una profonda ristrutturazione che ha interessato sia gli aspetti di carattere architettonico e strutturale ma anche gli aspetti di tipo impiantistico. Il fabbricato, come accennato in precedenza, è da destinarsi a centro per cure palliative, e da previsioni progettuali dovrà accogliere un massimo di 25 degenti. 2. SISTEMAZIONE ESTERNA Per quanto riguarda gli aspetti legati alla prevenzione incendi si, è in primo luogo, progettata la viabilità interna al lotto per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco, così come previsto dal D.M. 18/09/2002 Titolo II punto 2.3, in relazione: alla larghezza della carreggiata, all altezza libera di passaggio, al raggio di svolta ed alla pendenza massima; si è anche garantito quanto richiesto nel punto 2.4 del predetto D.M. in relazione alla possibilità di accostamento delle autoscale ai prospetti. La pavimentazione esterna, inoltre, garantisce di poter sopportare il carico trasmesso dai mezzi di soccorso. 3. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE I locali del fabbricato in oggetto sono progettati ad uso esclusivamente della struttura sanitaria evitando in tal modo l uso promiscuo. La costruzione è circondata da un ampio spazio di pertinenza di cui una parte risulta pavimentata ed adibita a parcheggio, la restante superficie è

2 sistemata a verde. La struttura è realizzata in muratura portante tamponamenti in laterizi forati o in mattoni pressati; l intonaco interno è di tipo civile, mentre esternamente il prospetto è realizzato con intonaco civile e in parte con muratura a vista; i solai d interpiano, originariamente in legno, sono stati sostituiti con travi in ferro e soletta collaborante in c.a. La copertura risulta costituita da architravi in legno, tavolato e coppi di tipo tradizionale. Gli elementi lignei di copertura sono trattati con impregnante di classe COMPORTAMENTO AL FUOCO 5. RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE Le strutture portanti e separanti hanno resistenza al fuoco rispettivamente R90 e REI 90. La gabbia ascensore ha resistenza al fuoco REI 90 per i piani fuori terra, mentre per il primo e secondo sottostrada la resistenza al fuoco è REI 120 e presenta un apertura di aerazione diretta esterna. 6. REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali si fa riferimento al D.M. 26/06/1984 ed ai successivi decreti e circolari sostitutivi e precisamente: -DECRETO 14 gennaio 1985 Attribuzione ad alcuni materiale della classe di reazione al fuoco 0 (zero) prevista dall'allegato A1.1 al decreto ministeriale 26 giugno 1984: "Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi"; -CIRCOLARE 27 MI (SA) del 21/09/1985 Caratteristiche non essenziali di omologazione nel campo della reazione al fuoco. Estensione delle omologazioni; -CIRCOLARE N. 17 MI (SA) del 16 Aprile 1987 Omologazioni ed estensioni delle omologazioni per i materiali omogenei prodotti in spessori e colori variabili; -NOTA MINISTERIALE N /4190 SOTT.3 del 30/12/93 Omologazione di serie di mobili imbottiti; -Circolare n. 3 MI.SA. (95) 3 del 28/02/1995 D.M Omologazione nella reazione al fuoco di materiali di rivestimento e di materiali isolanti in vista posti non in aderenza agli elementi costruttivi; -NOTA prot. NS 2809/4190sott. 3 del 05/07/1995 Omologazioni di serie di materassi, guanciali e supporti imbottiti per materassi sommier); -NOTA MINISTERIALE Prot. NS 2580/4190 sott. 3 del 08/05/1996 Omologazione di serie di materassi e guanciali; -NOTA MINISTERIALE Prot. N. NS 6859/4190 SOTT.3 del 22/11/1996 Procedure per la richiesta di omologazione dei materiali ai sensi del D.M. 26 giugno 1984; -DECRETO 3 settembre 2001 Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi;

3 -LETTERA CIRCOLARE Prot. N. 7590/4190 Sott. 3 del 15 Novembre 2001 Attuazione del D.M. 3 Settembre 2001 recante "Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di Reazione al Fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi"; -Circolare n. 13 del 16/10/2002 DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/ Omologazione di divani-letto e poltrone-letto ai fini della reazione al fuoco; Circolare n. 22 del 24 Novembre 2003 DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/ Omologazione di copriletti e coperte ai fini della reazione al fuoco; -CIRCOLARE n. 7 del 18 Giugno 2004 DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/ Omologazione di mobili fissati, e non, agli elementi strutturali, realizzati con più materiali omogenei; -Decreto Ministeriale 5 agosto 1991 Commercializzazione e impiego in Italia dei materiali destinati all'edilizia legalmente riconosciuti in uno dei Paesi CEE sulla base delle norme di reazione al fuoco; -CIRCOLARE n. 18 del 03/08/98 Reazione al fuoco dei materiali - Decreto del Ministero dell'interno del 5 agosto Procedura per il rilascio dell'omologazione da parte del Ministero dell'interno per prodotti già omologati in un paese dell'unione Europea; -DECRETO 10 marzo 2005 Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali e' prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio. Allegato A Allegato B Allegato C ; -DECRETO MINISTERIALE 15 marzo 2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo; -CIRCOLARE n. 10 del 21 aprile 2005 Decreto del Ministero dell'interno 10 marzo 2005 concernente "Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della "sicurezza in caso d'incendio". Chiarimenti e primi indirizzi applicativi; -DECRETO 25 OTTOBRE 2007 Modifiche al D.M. 10 marzo 2005, concernente classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio; -DECRETO 16 FEBBRAIO 2007 classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione; -DECRETO 9 MARZO 2007 prestazione di resistenza al fuoco degli edifici; -CIRCOLARE 28 MARZO 2007 chiarimenti del decreto 9/03/2007; -DECRETO 16 FEBBRAIO 2009 Modifiche ed integrazioni al decreto del 15 marzo 2005 recante i requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione. L'edificio in questione ha una altezza antincendio inferiore a 24 mt.(circa 11,00mt.).In tutti gli ambienti le pavimentazione compresi i relativi rivestimenti sono di classe 1 e gli altri materiali di rivestimento sono di classe 0 o 1 nella misura minima rispettivamente del 50%. Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l utilizzo dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale. Per le restanti parti sono impiegati materiali di classe 0. I materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, ecc.) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore ad SEZIONAMENTI La struttura rientra, secondo la classificazione presente nel D.M. 18/09/2002 titolo II, nella categoria tipo D, e pertanto si prevedono compartimenti inferiori a 1000m 2 per ogni piano in

4 ottemperanza a quanto previsto nel medesimo D.M. al punto 3.3. i compartimenti sono separati da elementi R/REI 90 per i piani in elevazione, mentre per i piani interrati R/REI 120; per maggiori chiarimenti si rimanda alle planimetrie allegate. 8. SCALE La struttura presenta un solo vano scala che interconnette verticalmente i vari compartimenti, tale vano è di tipo protetto e presenta un apertura in sommità comandata automaticamente dall impianto rilevazione fumi. Ogni rampa ha una larghezza maggiore o pari a 1.20 m.le rampe non sono rettilinee e intervallate da un pianerottolo di riposo. I gradini, per ogni rampa, sono minori di quindici ed hanno alzate e pedate costanti di 30cm e 17cm.. 9. ASCENSORI E MONTACARICHI E presente un ascensore all interno del fabbricato i cui vani hanno caratteristiche di resistenza al fuoco di almeno R90 (strutture portanti) e REI 90 (strutture separanti). L ascensore essendo di nuova installazione rispetta le norme previste nel D.M. 18/09/2002 titolo II al punto 3.6 e alle norme antincendio previste dal D.M. del 15 Settembre 2005 (Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi). 10. AFFOLLAMENTO La struttura in oggetto ospiterà a pieno regime solamente n 20 pazienti divisi tra piano terra e primo e piani sotto strada, e circa n 20 unità per il personale di assistenza (medici, infermieri, volontari ecc..) pertanto il grado di affollamento massimo è comunque di gran lunga inferiore ai limiti di affollamento e di deflusso riportati al punto 4.1 e 4.2 del D.M. 18/09/2002. Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in: -pazienti = 20; -medici, infermieri ed assistenti = 20 -amministrativi e segreteria = 5 L affollamento massimo risulta pertanto: = 45 persone

5 Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 45 persone così suddivise: 22 al piano terra, 18 al piano primo e secondo sottostrada e 5 al piano primo. L edificio è dotato da un sistema di vie d uscita evidenziato nella pianta allegata. Tutte le vie d uscita hanno larghezza utile pari o superiore a 120 cm così come le porte delle stanze di degenza. La larghezza totale delle vie d uscita in ogni piano è determinata dal rapporto tra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso; pertanto si avranno: -PIANO TERRA, si prevede 1 uscita da tre moduli per il quale si ha un affollamento massimo pari a 22 persone; piano terra (capacità di deflusso 50): 22/50 = 0.44 < (moduli presenti 3); -PIANO PRIMO, si prevede 1 uscita da due moduli per il quale si ha un affollamento massimo pari a 5 persone; piano primo (capacità di deflusso 37,5): 5/37,5 = 0.13 < (moduli presenti 2); -PIANO PRIMO SOTTOSTRADA, si prevede 1 uscita da tre moduli per il quale si ha un affollamento massimo pari a 10 persone; piano primo sottostrada (capacità di deflusso 37,5): 10/37,5 = 0.26 < (moduli presenti 3); -PIANO SECONDO SOTTOSTRADA, si prevede 1 uscita da due moduli per il quale si ha un affollamento massimo pari a 8 persone; piano secondo sottostrada (capacità di deflusso 50): 8/50 = 0.16 < (moduli presenti 2); Tutte le porte che si aprono verso i corridoi interni di deflusso sono realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi. Si precisa che il primo e secondo piano sotto strada non sono interrati, infatti le vie d esodo verso luogo sicuro portano verso l esterno, così come meglio evidenziato nella planimetria allegata al progetto. 11. MISURE PER L EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA Per quanto concerne le uscite di sicurezza, l aperture delle porte avviene verso la direzione dell esodo, mentre non risulta necessario per le stanze di degenza. Le porte d uscita verso gli spazi sicuri all esterno della struttura sono dotate di apertura a spinta fornita da un maniglione antipanico. La lunghezza delle vie di esodo è, in ogni caso, inferiore a 30m. per raggiungere un'uscita su luogo protetto e inferiore a 40m. per raggiungere un luogo sicuro esterno.

6 12. LOCALI A RISCHIO SPECIFICO Gli spazi a rischio specifico sono semplicemente dati dai locali ad uso deposito sporco e pulito; essi risultano posizionati primo piano sotto strada le pareti sono REI 60 e REI 30. Tali depositi, non avendo un carico d incendio superiore a 30 kg/mq, non necessitano di impianto a funzionamento automatico, verranno comunque corredati di estintore, di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, 89B, C; inoltre si precisa che è garantita l areazione dei locali con delle griglie opportunamente dimensionate. 13. SEGNALETICA DI SICUREZZA L attività è dotata da segnaletica di sicurezza conforme al DPR n 524 del 08/06/1982. Tutte le vie di esodo, le uscite, ecc. sono evidenziate con segnaletica di tipo luminoso permanentemente accesa anche in mancanza di energia elettrica; gli estintori, gli idranti, i pulsanti di allarme, gli interruttori generali, ecc. sono segnalati con cartelli di tipo omologato. 14. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA E stata prevista la luce di emergenza/sicurezza nelle vie di esodo e nei locali uffici, camere da letto, WC e WC disabili, locali tecnici. In tal modo risulta assicurato un minimo d illuminazione in caso di evacuazione dallo stabile, solo seguendo il percorso di esodo realizzato con lampade autonome di emergenza del tipo SA con pittogrammi annessi ( USCITA, omino SX o DX o basso, ecc.ecc. ). L impianto di illuminazione di emergenza e quello previsto nella pianta impianto di illuminazione normale e di emergenza del seguente progetto; in pratica nelle vie di esodo abbiamo previsto lampade di emergenza del tipo SA con pittogramma ( uscita DX o SX o similare) mentre per i restanti locali, lampade di emergenza tipo SE o il kit elettroinverter da installare all interno degli stessi corpi illuminanti. Con l illuminazione di emergenza prevista saranno garantiti almeno 10lux nelle vie di esodo e 5 lux in tutti gli ambienti. Le caratteristiche dei corpi illuminanti di emergenza sono: - lampade di emergenza autonome, tipo SA, con annesso pittogramma USCITA o freccia DX o SX o BS o similare, per vie di esodo (corridoi, porte ingresso / uscita), della potenza di

7 11W, autonomia 3 ore, bifacciali, da installare a bandiera o a parete con ausilio di accessori idonei di installazione (in pianta sono indicati con il simbolo tradizionale del corpo autonomo di emergenza e la freccia); - lampade di emergenza autonome, tipo SE, anche senza pittogrammi, per stanze o uffici o altri locali (vedi ultimo piano) ove non sono installati plafoniere al neon, della potenza di 11W/18W, autonomia 2 ore, anche monofacciali, da installare a parete (in pianta sono indicati con il simbolo tradizionale del corpo autonomo di emergenza senza la freccia); - kit elettroinverter della potenza di 18/58W autonomia 3 ore, da cablare all interno di plafoni a tubi fluorescenti lineari a servizio dell impianto di illuminazione normale (in pianta sono indicati con una E vicino il plafone dedicato all illuminazione normale). 15. RILEVAZIONE INCENDI La struttura del centro di cura, è già dotato di centrale rilevazione incendi, installata nei lavori del 1 lotto. I lavori prevedono l espansione dell attuale (quindi unica centrale) per l alimentazione degli apparati di rilevazione incendi che saranno installati nelle nuove strutture. La stessa sarà quindi a capo (cosi come anche il combinatore telefonico) farà capo a tutti i rilevatori ottici di fumo installati in tutti gli ambienti e principali vie di esodo. L impianto sarà anche dotato di campane antincendio di piano, pulsanti di allarme INCENDIO a rottura di vetro, sirena esterna ed interna. La distribuzione dell impianto di rilevazione incendi, sarà con posa ad incasso, per come descritto nella planimetria allegata. Comunque, le derivazioni saranno incassate a muro (con ausilio ti tubo corrugato pesante (diam.16/20/25mm) sino all apparecchio (rilevatore o altro). I segnalatori di allarme incendio a pulsante sono ubicati in prossimità delle uscite e nei luoghi di presidio come previsto al punto 8 del DM 18/9/ DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI IDRANTI La progettazione dell impianto in oggetto viene condotta secondo la norma UNI Impianti di estinzione incendi Reti di idranti Progettazione installazione ed esercizio. L impianto di estinzione è costituito da un sistema di tubazioni fisse permanentemente in pressione per l alimentazione idrica, sulle quali vengono derivati 5 idranti. Vi è una sola colonna montante

8 collocata nel vano scala; la rete risulta costituita da un anello chiuso così come previsto dalle norme in modo da garantire l alimentazione di tutti i punti della rete da due direzioni. La distribuzione degli idranti è la seguente: n 5 idranti naspi DN 25 n 2 piano primo sotto strada, n 2 al piano terra e n 1 al piano primo. Esternamente verrà posizionato un attacco per autopompe VV.FF. UNI 70 così come meglio evidenziato dalla planimetria allegata. La rete di idranti è dimensionata per garantire una portata minima di 60 l/min ad una pressione residua non minore di 0.2 MPa (2 bar) ed una autonomia pari almeno a 60 min. Tutti i componenti degli impianti installati hanno una pressione nominale non minore di 1.2 MPa (12 bar). Le tubazioni fuori terra sono in acciaio senza saldature con giunzioni in acciaio, mentre quelle interrate hanno la protezione contro la corrosione. Le tubazioni sono installate quasi completamente a vista, fatta eccezione per gli attraversamenti murari, ed ancorate alle strutture a mezzo di adeguati sostegni. Le perdite di carico distribuite, dovute all attrito, sono calcolate in base alla formula di Hazen Williams: dove: p = perdita di carico unitaria [mm/metro di tubazione] Q = portata [litri/minuto] C = costante = 120 per tubi in acciaio d = diametro interno tubazione [mm]. Le perdite di carico localizzate sono ricavate dalla tabella UNI per il DN utilizzato. La riserva idrica viene dimensionata in modo da garantire l alimentazione di n 4 idranti eroganti ciascuno 60 l/min per almeno 60 V = 4 x 60 x 60 = l = 14.4 mc. Nella seguente tabella si riportano le perdite di carico nei vari tratti della condotta: Tratto lunghezze Portata Diametro C Perdite distribuite Perdite localizzate Lunghezze tot. perdite di carico m l/min mm cost mm m m mm , ,5 33,5 2147,07 2-A ,0917 6,3 20,3 1301,06 A ,4149 6,3 26,3 1115, , , ,2637 1,5 27,5 89,751 1 Compreso tratto di aspirazione totale mm 4761,09 totale m 4,761

9 Altezza geometrica idrante più sfavorito = 9.5 m Perdite di carico complessive = = 14.3 m 17.POTENZA DA INSTALLARE La prevalenza totale H, cioè l incremento di energia per unità di peso del fluido fra l entrata e l uscita della pompa, è data dalla somma delle perdite di carico, continue e localizzate, nelle tubazioni di aspirazione e di mandata e della pressione di prelievo disponibile all idrante più sfavorito posto al piano primo: H = = m Ipotizzando un rendimento del gruppo di sollevamento h=0.7, la potenza da installare risulta: P = (gqh)/h = (1000x0.002x18.66)/0.7 = 0.60 KW Per l impianto in oggetto verrà installato un gruppo di pompaggio con 2 elettropompe di alimentazione principale + una pompa di compensazione. Tale apparto è dimensionato e rispondente alle norme UNI 11292/2008 sui locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio, e secondo la norma UNI per la rete idranti; inoltre lo stesso locale risulterà isolato con accessibilità tramite porta in ferro delle dimensioni 0,80 x 2,00 m lo stesso locale avrà un altezza di 2,40 m, la superficie di aereazione, calcolata secondo quanto previsto dalla stessa norma UNI 11292/08 in funzione della potenza installata, sarà: Superficie minima di areazione S=0.002 P = 0,0044 m 2 = 44 cm 2 Si riportano in seguito le caratteristiche del sistema: Sistema principale Potenza installata (Kw) 2,2 G/min 2900 Litri/minuto - Prevalenza

10 , DN A DN AP DN CM 50 1" 80 2" DN CP Pompa di compensazione KW L/MIN , Il Tecinco Arch. Calogero Baldo

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