IL RAPPORTO CARITAS 2015 SULLE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA
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1 CRISTIANO GORI Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano IL RAPPORTO CARITAS 2015 SULLE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA DOPO LA CRISI, COSTRUIRE IL WELFARE Roma, 15 settembre 2015
2 CONTENUTI DELLA PRESENTAZIONE 1. LA SOCIETA ITALIANA: «LA NORMALITA» DELLA POVERTA 2. L EREDITA DEL PASSATO: L ANOMALIA DEL WELFARE ITALIANO 3. LE RECENTI POLITICHE: LA CONTINUITA DEL GOVERNO RENZI 4. IL RECENTE DIBATTITO: UN ATTENZIONE CHE CRESCE 5. IL FUTURO: LE OPZIONI SUL TAPPETO
3 GLI AUTORI Elisa Agolini, Massimo Baldini, Davide Caselli, Marco Damilano, Nunzia De Capite, Angela Frigo, Cristiano Gori, Matteo Jessoula, Lorenzo Lusignoli, Ilaria Madama, Francesco Marsico, Don Francesco Soddu
4 1. LA «NORMALITA» DELLA POVERTA DOPO LA CRISI, COSTRUIRE IL WELFARE Roma, 15 settembre 2015
5 LA DIFFUSIONE DELLA POVERTA PERSONE IN POVERTA ASSOLUTA IN ITALIA, PERCENTUALE, ISTAT ANNO % , , ,8
6 LA TRASVERSALITA DELLA POVERTA COME CAMBIA IL PROFILO DELLA POVERTA IN ITALIA PRIMA DELLA CRISI Questione meridionale OGGI E DOMANI Questione meridionale + questione settentrionale Un problema perlopiù degli anziani Riguarda chi ha almeno 3 figli minori Non tocca chi ha un lavoro Un problema dei giovani e degli anziani Riguarda chi ha almeno 1 figlio minore Tocca anche chi ha un lavoro
7 I PROSSIMI ANNI La presenza della povertà potrà ridursi ma rimarrà, comunque, assai superiore rispetto alle percentuali pre-crisi La povertà manterrà la sua natura trasversale, che l ha portata a diffondersi in ogni parte della società La ripresa economica e quella occupazionale non risolveranno il problema della povertà E un problema sociale realisticamente affrontabile con adeguate politiche pubbliche
8 2. L ANOMALIA DEL WELFARE ITALIANO DOPO LA CRISI, COSTRUIRE IL WELFARE Roma, 15 settembre 2015
9 IL WELFARE ITALIANO PRIMA DELLA CRISI (2007) L INTRODUZIONE DI UNA MISURA NAZIONALE CONTRO LA POVERTA ASSOLUTA NEI PAESI EU 15 PAESE ANNO D INTRODUZIONE Austria Tra il 1970 e il 1975 Belgio 1973 Danimarca 1974 Finlandia 1971 Francia 1988 Germania 1961 Grecia - Irlanda 1975 Italia - Lussemburgo 1986 Paesi Bassi 1963 Portogallo 1996 Regno Unito 1948 Spagna Tra il 1995 e il 2000 Svezia 1956
10 IL WELFARE ITALIANO DURANTE LA CRISI ( ) Il welfare italiano si è presentato all'inizio della crisi fortemente carente nella lotta alla povertà Durante la crisi, non sono state introdotte novità di rilievo L unico cambiamento significativo è un leggero peggioramento rispetto al 2007, dovuto ai tagli che hanno spinto i Comuni a ridurre la proprio spesa sociale Nel 2007, però, i poveri erano meno della metà di oggi
11 3. IL GOVERNO RENZI NEL SEGNO DELLA CONTINUITA DOPO LA CRISI, COSTRUIRE IL WELFARE Roma, 15 settembre 2015
12 INTERVENTI DI SOSTEGNO AL REDDITO REALIZZATI Sono stati realizzati cospicui interventi di sostegno al reddito (80 euro, bonus bebè, Asdi, Bonus famiglie numerose) L impatto sulla povertà è marginale per: Famiglie povere raggiunte: 22,3% Incremento medio del loro reddito: 5,7% Quota risorse totali destinata ai poveri: 5,9% Natura interventi: frammentati e sovente temporanei
13 INTERVENTI DI RIDUZIONE DELLE IMPOSTE ANNUNCIATE Sono stati annunciati numerosi interventi di riduzione delle imposte: abolizione Tasi prima casa, riduzione Ires e Irap, riduzione Irpef In base alle informazioni disponibili ad oggi, l impatto sui poveri sarà estremamente ridotto (ad es. va ai poveri il 2,8% della spesa per abolizione Tasi)
14 IL SOSTEGNO AL REDDITO DELLE FAMIGLIE Il Governo Renzi colloca il sostegno al reddito delle famiglie tra le proprie priorità. Vi investe e intende ancora investirvi un ampia mole di risorse Quali famiglie? Le famiglie povere non sono state, sinora, un target di questa strategia Un aspetto sottovalutato: sostenere le famiglie povere serve non solo a giustizia sociale ma anche a sviluppo economico
15 LA POLITICA SOCIALE Non sono stati realizzati interventi di politica sociale rivolti alle famiglie in povertà Sinora, sono tutte le politiche sociali a non essere comparse tra gli obiettivi del Governo Renzi Ciò riguarda, dunque, l insieme delle categorie fragili coinvolte, quindi poveri, persone con disabilità, anziani non autosufficienti e altri
16 LA CONTINUITA DEL GOVERNO RENZI Nel complesso, il Governo Renzi sta compiendo un azione riformatrice più incisiva di molti suoi predecessori Questa discontinuità si misura nell ampiezza delle riforme in atto e nella numerosità delle parti della società coinvolte Tra le parti della società alle quali l Esecutivo si rivolge non figurano, ad oggi, i più deboli I dati, infatti, indicano che la lotta alla povertà non è sinora comparsa tra gli obiettivi del Governo. In questo settore si registra una sostanziale in continuità con i suoi predecessori
17 4. IL DIBATTITO: UN ATTENZIONE CHE CRESCE
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19 UN ATTENZIONE CHE CRESCE L interesse del mondo politico è aumentato, principalmente grazie al Movimento Cinque Stelle L Alleanza contro la povertà in Italia ha intensificato la propria azione di sensibilizzazione e pressione Diversi esponenti del Governo hanno annunciato che Esecutivo sta considerando di intervenire in questo settore Il Presidente del Consiglio non si è ancora espresso
20 UN INCERTA ATTESA Si diffonde l impressione tra gli osservatori che il Governo interverrà in materia con la legge di stabilità In che modo? Il punto fermo: «qualcosa non è meglio di niente»
21 5. IL FUTURO: LE OPZIONI SUL TAPPETO
22 NUOVI INTERVENTI TEMPORANEI (I) E la strada privilegiata in passato dai Governi nazionali. Interventi che rimangono in vigore solo per un certo periodo e rivolti di solito a gruppi circoscritti di poveri Qualora anche il Governo Renzi scelga questa via le principali opzioni sono: a) un bonus monetario una tantum (ad es. un contributo, erogato per un solo anno, alle famiglie povere con figli minori) b) trasferimenti ai Comuni per proseguire nella sperimentazione, già in corso in alcuni, della Nuova Social Card
23 NUOVI INTERVENTI TEMPORANEI (II) Non creano miglioramenti duraturi e producono varie conseguenze negative Hanno una precisa funzione politica Servono per trasmettere all opinione pubblica l impressione che si stia agendo contro l indigenza offuscando così la vera scelta, cioè quella di non occuparsene realmente
24 REDDITO DI INCLUSIONE SOCIALE (REIS) E la proposta presentata dall Alleanza contro la povertà in Italia circa un anno fa Ha ottenuto ampi riscontri positivi nel dibattito politico e in quello tecnico Perché? Principalmente per tre sue parole d ordine: «Tutti i poveri» «Il Piano nazionale » «L Infrastruttura nazionale per il welfare locale»
25 TUTTI I POVERI (I) Reddito Minimo anni (INPS) Le persone in povertà nella fascia di età tra 55 e 65 anni REIS (ALLEANZA CONTRO LA POVERTA ) Chiunque viva la povertà assoluta (6,8% delle persone in Italia) Reddito di Cittadinanza (M55) Le persone in povertà assoluta e quelle a rischio di povertà (14,9% degli individui in Italia) ALCUNI POVERI TUTTI I POVERI TUTTI I POVERI + QUELLI CHE SI STANNO IMPOVERENDO
26 TUTTI I POVERI (II) Gli utenti ricevono un contributo economico, e compiono quando necessario - percorsi di inserimento sociale e/o di inserimento occupazionale La regia della misura nei territori è dei Comuni, enti titolari del Reis, che coinvolgono Terzo settore, Centri per l impiego e altri soggetti del welfare locale
27 IL PIANO NAZIONALE (I) Il Reis viene introdotto gradualmente, con un Piano Nazionale in quattro annualità, da iniziare nel 2016 All avvio, il legislatore indica l ampliamento dell utenza previsto in ogni annualità e impegna i relativi finanziamenti Nel primo anno il Reis è destinato a 1,4 milioni di indigenti che versano in condizioni economiche più critiche, cioè i più poveri tra i poveri, poi l utenza viene progressivamente allargata La spesa cresce progressivamente. Il primo anno costa 1,8 miliardi di Euro. A regime, dal 4 anno, la spesa è di 7,1 miliardi A partire dal 2019 il Reis è rivolto stabilmente a chiunque sia in povertà assoluta
28 IL PIANO NAZIONALE (II) SPESA PUBBLICA REIS RDC Primo anno 1,8 Miliardi 16,9 Miliardi A regime 7,1 Miliardi (dopo 4 anni) 16,9 Miliardi
29 INFRASTRUTTURA NAZIONALE PER IL WELFARE LOCALE Il ruolo dello Stato consiste nel: definire il diritto al Reis per chiunque sia in povertà assoluta e assicurarne il relativo finanziamento indicare ai soggetti del welfare locale le regole di funzionamento del Reis, poche e fondamentali fornire, in collaborazione con le Regioni, ai territori strumenti a sostegno del percorso attuativo (formazione, manuali applicativi, linee guida, scambi di esperienze tra operatori ecc.) verificarne la realizzazione, attraverso il sistema di monitoraggio sostenere le realtà locali in difficoltà, con specifici percorsi di affiancamento intervenire direttamente, in caso di inadempienze gravi, con i poteri sostitutivi
30 INFRASTRUTTURA NAZIONALE PER IL WELFARE LOCALE Il sostegno al percorso attuativo fa la differenza Un maggior ruolo dello Stato serve alla valorizzazione dei soggetti impegnati nei territori
31 IN SINTESI DOPO LA CRISI, COSTRUIRE IL WELFARE
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