L impollinazione dell actinidia
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- Leona Landi
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1 L impollinazione dell actinidia L actinidia è una specie dioica e di conseguenza l impollinazione incrociata è indispensabile per ottenere frutti di buona pezzatura e qualità. Gli accorgimenti che debbono essere presi per garantire un adeguata impollinazione e quindi conseguire un buon livello qualitativo della produzione sono: 3 Inserire nell impianto un numero adeguato di piante impollinatrici, distribuite in modo da coprire nella maniera più opportuna le piante femminili. Normalmente il rapporto fra piante maschili e femminili è di 1 a 4 disposte su ogni fila e non di rado la presenza dei soggetti staminiferi viene potenziata con l inserimento intermedio di innesti su quelle femminili. Risulta invece controproducente l inserimento delle piante maschili in sovrannumero, in quanto la loro vigoria ben presto sovrasterebbe quelle vicine. 3 Scelta dei migliori impollinatori per contemporaneità di fioritura con la pianta pistillifera, dotati di buona produzione di polline. 3 Effettuare la potatura delle piante maschili in modo da avere fioritura su legno di diversa età e quindi in modo scalare. Potare correttamente le piante femminili asportando i ricacci (succhioni) e favorendo una buona circolazione dell aria e quindi del polline. 3 Utilizzare i pronubi, ricordando che, per ottenere una risposta soddisfacente con l ausilio delle api è necessario disporre di famiglie ben preparate e di un numero di arnie sufficienti (si veda il capitolo dedicato all argomento). Poiché, in certe annate particolari, ciò non sempre avviene, si tende sempre più ad effettuare interventi integrativi volti ad incrementare l impollinazione. Si tratta di una pratica colturale che, mediante mezzi naturali compatibili con l immagine salutistica della coltura, consente di migliorare la qualità delle produzioni incrementando la pezzatura dei frutti. Allo stato attuale è una operazione tecnicamente realizzabile ed economicamente conveniente se effettuata nel rispetto delle modalità applicative indicate. Tale intervento viene alternativamente denominato impollinazione artificiale, di supporto, meccanica, ecc. e consiste fondamentalmente nell apportare polline esterno all impianto e garantirne una distribuzione con metodi manuali o grazie all uso di macchine distributrici. Occorre tuttavia sottolineare che questa operazione non può porre rimedio a deficienze strutturali degli impianti o surrogare carenze nella effettuazione di tecniche colturali quali la potatura, il diradamento dei fiori e dei frutticini, ecc. L attività sperimentale ha, infatti, evidenziato come i risultati economicamente più vantaggiosi sono ottenuti in impianti con forme di allevamento razionali, condotti con tecniche colturali corrette. Le prove hanno altresì evidenziato che, indipendentemente dalla strumentazione impiegata, l intervento di impollinazione integrativa fornisce risultati più marcati con fioriture superiori alla norma. Infatti, produzioni scarse legate a fioriture insufficienti non sono risultate in grado di compensare i costi dell impollinazione integrativa. La pratica più semplice è certo quella della distribuzione manuale fiore a fiore del polline appena raccolto che tuttavia non è praticabile su ampie superfici. Per velocizzare l operazione si possono impiegare macchine a spalla o, spingendosi ad una meccanizzazione più completa, sono disponibili macchine portate dalla trattrice in grado di incrementare decisamente la resa operativa. 247
2 Allo scopo di verificare la reale efficacia di questa tecnica il CReSO, a partire dal 2003, ha avviato una sperimentazione con l impiego delle diverse attrezzature, della quale vengono di seguito riportati sinteticamente i risultati. In breve comunque i risultati più costanti si ottengono con l impollinazione meccanica a secco, tecnica di agevole applicazione sotto l aspetto operativo e probabilmente più definita rispetto all impollinazione in acqua. Infatti, quest ultima tecnica, se pur interessante per il maggior periodo d impiego nell arco della giornata, all evidenza dei fatti presenta risultati meno costanti e con variabili al momento ancora da indagare e definire. Di seguito vengono fornite le indicazioni pratiche per avvicinare queste tecniche. Dal momento che il polline rappresenta la voce di costo maggiore per l intera operazione di impollinazione di supporto è importante sottolineare che l approvvigionamento di polline dai maschi aziendali, anziché attraverso i canali commerciali, costituisce in molti casi l unico motivo di convenienza economica dell operazione. La raccolta del polline risulta conveniente e agevole grazie all evoluzione tecnologica raggiunta dalle macchine. Il materiale ricavato dagli impianti aziendali risulta di qualità adeguata alle operazioni di impollinazione. Le diverse prove sulla germinabilità del polline raccolto con macchine differenti, con le modalità e tempistiche indicate hanno, infatti, evidenziato una vitalità e germinabilità del polline del tutto paragonabile al materiale di qualità certificata reperibile sul mercato. Con l estrazione e l impiego del polline raccolto dagli impianti aziendali è quindi possibile abbattere in modo rilevante i costi della impollinazione meccanica di supporto. Vengono qui di seguito fornite indicazioni pratiche per la raccolta e giusta manipolazione del polline al fine di non pregiudicarne la germinabilità. Impollinazione di supporto Trascurando i sistemi d applicazione che prevedono l impiego di attrezzature manuali (le cosiddette palline che vengono ricoperte di polline e anche le pompe a spalla che consentono una distribuzione mirata) di sicura efficacia ma con limitate potenzialità di lavoro, in questa sede si prendono in considerazione le macchine portate dalla trattrice di più ampia autonomia e che possono venire distinte a seconda che il polline venga distribuito a secco od in acqua (soluzione acquosa). Impollinazione a secco Sono state eseguite prove di impollinazione a secco con le impollinatici Dall Agata (Dall Agata s.r.l. modello Spider, Faenza, Fig. 1), dotata di umidificatore, e Bovo (Az. Agr. F.lli Bovo, Verona, Fig. 2), senza umidificatore, utilizzando la miscela di polline (45%) e licopodio (55%) e con una velocità di avanzamento di 3-4 Km/h. La dose Fig. 1 Impollinatrice a secco con pre-umidificatore (modello Spider, Dall Agata) 248
3 ideale è risultata essere di circa 600 g/ettaro. Si evidenzia che l efficacia dell impollinazione integrata dipende da una serie di condizioni. Innanzitutto l entità della fioritura è fondamentale: quando la fioritura è superiore alla norma il risultato economico è estremamente positivo soprattutto con la modalità di distribuzione con umidificazione. Nelle condizioni di fioritura normale od inferiore alla norma non compaiono invece grosse differenze Fig. 2 Impollinatrice a secco (Bovo) né in relazione al tipo di distribuzione adottato (con o senza umidificazione) né in relazione all esecuzione o meno del diradamento dei frutti. L intensità di fioritura è quindi una variabile agronomica che da sola può giustificare la convenienza economica ad effettuare o meno l impollinazione di supporto. Inoltre fondamentale risulta essere il momento dell esecuzione dell impollinazione di supporto. I migliori risultati si ottengono con interventi eseguiti allo stadio fenologico (95% dei fiori femminili aperti). Eventuali ritardi nell esecuzione anche 1-2 giorni (48 h) possono compromettere i risultati. Gli svantaggi della distribuzione meccanica a secco del polline sono definibili nello stretto margine di tempo all interno del quale è possibile effettuare l intervento (prime ore del giorno). Per ovviare a ciò ormai molti frutticoltori operano nelle ore notturne in modo da veder garantite le migliori condizioni, in termini di umidità relativa dell ambiente e di recettività dello stigma dei fiori femminili. Impollinazione in acqua La possibilità di distribuire il polline in acqua consentirebbe di incrementare in modo significativo le superfici trattate in quanto diventa possibile in teoria l indipendenza dalle condizioni ambientali con particolare riferimento all umidità relativa. Questa operazione però ha dei rischi che risiedono nella possibilità di perdita di vitalità del polline (sospeso in acqua per più di 2-3 ore perde vitalità) e dalle difficoltà di ottenere una sospensione omogenea adatta alla distribuzione meccanica. A motivo di ciò si consiglia di effettuare gli interventi con un quantitativi d acqua di 50 l per consentire l applicazione della miscela entro le 2 ore dalla preparazione su una superficie di 1 ha. La distribuzione si effettua alla velocità di circa 2 Km/h alla pressione di 1bar sia per l acqua che per l aria. La miscela nella quale è stemperato il polline, le cui dosi sono di seguito indicate, è costituita da acqua con 15 ml/l di attivatore e 5 ml/l di marcante biologico. Essa deve essere preventivamente preparata mediante apposito miscelatore. Il momento di intervento ottimale è, come per la distribuzione a secco, quando si raggiunge il 95% di fioritura. Il modello di impollinatrice meccanica impiegato (Fig. 3, Gerbaudo, Villafalletto, CN), ha mostrato una buona funzionalità sia per la movimentazione lungo i filari sia per 249
4 la distribuzione omogenea del polline sui fiori portati sotto la volta della pergoletta doppia. Per quanto attiene le dosi di polline distribuito, le verifiche sino al 2006 avevano individuato nella dose di 600 g/ha la dose ottimale (con un incremento nella PLV di /ha con fioritura intensa, e di 542 con fioritura nella norma). Occorre sottolineare che il dosaggio di polline impiegato per unità di superficie è più elevato a quello della distribuzione a secco. L insuccesso del 2007 con questa dose ci ha però indotti a ipotizzare, nell anno successivo (2008) un dosaggio di 1200 g/ha, ma anche in questo caso il mancato miglioramento produttivo ci ha fatto ritenere che in certe situazioni sfavorevoli non è il dosaggio il punto critico di questo tipo di applicazione bensì altri fattori ancora meglio da chiarire. Allo stato attuale non è possibile interpretare correttamente questa mancata costanza nei risultati. Si sottolinea solamente il fatto che questa metodologia, se pur molto promettente, presenta al momento ancora degli interrogativi e dei forti rischi di insuccesso. Raccolta e gestione del polline Fig. 3 Impollinatrice per la distribuzione del polline in acqua (Gerbaudo) L acquisto del polline rappresenta la voce che più incide sul costo complessivo della tecnica di impollinazione (mediamente l 80%). Di conseguenza, con l obiettivo di ridurre i costi ed aumentare i margini di convenienza economica, alcuni operatori che eseguono da anni l impollinazione di supporto hanno per primi sviluppato tecnologie artigianali per estrarre il polline dai soggetti maschili presenti negli impianti aziendali. L operazione ha un evidente convenienza sia per la distribuzione a secco che per la distribuzione in acqua. A partire dal 2004 imprese professionali, con esperienza nel settore, hanno iniziato a mettere a punto aspiratori meccanici che hanno reso fattibile e molto conveniente l operazione di raccolta. Le macchine raccoglitrici I primi tentativi di estrazione del polline dagli impianti aziendali sono stati condotti da intraprendenti agricoltori che hanno utilizzato aspiratori elettrici di uso domestico adattati estemporaneamente. Trascurate queste apparecchiature per i limiti imposti dal tipo di alimentazione e per le insufficienti condizioni di sicurezza garantite, nel corso delle sperimentazioni è stata valutata la funzionalità di 3 aspiratori professionali che nel tempo si sono resi disponibili in Piemonte a partire dal 2004 e in grado di raccogliere polline di elevata qualità oltre che con tecnologie sicure per gli operatori. Queste sono una macchina allestita con l adattamento di aspiratori elettrici per uso industriale (ditta Rattalino, con 2 postazioni di raccolta) e tre estrattori a turbina (ditta Dall Agata, Fig. 4 e Rattalino, Fig. 5, con 4 postazioni di raccolta ciascuna e dal 2008, non ancora oggetto di prova, il modello della ditta Romani). La prima fra queste, 250
5 pur rappresentando un buon punto di partenza con rese di g/h/ha, non raggiunge la funzionalità dei modelli successivi anche per la qualità del polline valutata in termini di germinabilità (inferiore al 70-75%). I primi due modelli a turbina raggiungono buone rese di raccolta (70-80 g/ora per operatore) con operazioni affidabili sotto l aspetto della sicurezza, manualmente poco faticose ed in grado di non danneggiare irreparabilmente gli organi fiorali alla prima raccolta. Tutti i modelli (quindi anche il modello Romani) mantengono una germinabilità del polline media dell 80% e comunque mai inferiore al 75% e, significativo, quindi confrontabile con il polline di origine neozelandese reperibile sul mercato (germinabilità dell 80-90%). Tenuto conto del rapporto tra costi e prestazioni si può ipotizzare l impiego degli aspiratori a turbina per aziende singole od associate con superfici significative dedicate alla impollinazione di supporto. I tradizionali aspiratori elettrici, resi sicuri nelle più recenti rielaborazioni, possono essere convenientemente utilizzati dalle aziende che effettuano la impollinazione di supporto su superfici limitate. Fig. 4 Aspiratore a turbina (Dall Agata). Fig. 5 Aspiratore a turbina (Rattalino). La tecnica di raccolta Le indagini in campo hanno evidenziato come la raccolta del polline possa essere effettuata a partire dal 50% di fiori aperti sino a completa caduta petali senza che si evidenzino significative differenze nella qualità del materiale raccolto valutata in termini di capacità germinativa dei granuli pollinici. Si consigliano passaggi successivi di raccolta distanziati di almeno 24h al fine di consentire la maturazione dei granuli pollinici tra una raccolta e la successiva. Si ricorda che, onde evitare l incidenza di possibili variabili legate alle condizioni ambientali (temperatura ed umidità relativa), le verifiche sperimentali sono sempre state effettuate nelle ore del mattino comprese tra le 9:00 e le 11:00. Si segnala come particolarmente vantaggioso l allestimento di impianti di sole piante maschili, come già sperimentato con successo da alcuni operatori, per ottimizzare le operazioni di raccolta. 251
6 La manipolazione del polline Le modalità di gestione del polline durante e dopo la raccolta risultano essenziali per garantire la vitalità del polline. Sono state condotte verifiche per definire le modalità di conservazione del materiale tal quale a breve e a lungo periodo a partire dalla raccolta. Innanzitutto durante le operazioni di raccolta con aspiratori a turbina, e quindi a temperatura ambiente, la vitalità del polline tende a diminuire in modo statisticamente significativo dopo 2 ore dall inizio di attività (germinabilità 87,5% ad un ora dalla raccolta, 88,4% dopo 2 ore, 75,3% dopo 3 ore e 68,7% dopo 4 ore). Sempre con riferimento alla germinabilità, la conservazione in frigorifero (+4 C circa) sino a 15 ore dalla raccolta non pregiudica la vitalità del polline (86,8% alla raccolta, 87,2% dopo 5 ore, 85,3% dopo 10 ore, 82,6% dopo 15 ore in frigorifero). Allo stesso modo, con procedure corrette di stivaggio e conservazione, la vitalità del polline può essere conservata sino a 12 mesi dalla raccolta se il materiale viene conservato in comuni freezer a -20 C. Il polline raccolto a giugno 2004 con una germinabilità dell 89,5%, a giugno 2005 dimostrava di mantenere la percentuale di 85,2%. È quindi possibile, qualora le condizioni ambientali dell annata o lo stato vegetativo della coltura non ne richiedano l immediato utilizzo, conservare integro il materiale per l anno successivo. I tempi di sospensione del polline in acqua sono stati correlati con i presumibili tempi d impiego in campo sino a 4 ore, limite considerato accettabile nelle esperienze operative effettuate. I test sono stati effettuati inserendo la sospensione nella pompa mod. Hozelock, utilizzata per le prove di applicazione manuale in campo, e raccogliendo il materiale da sottoporre al test all uscita della canna di distribuzione. Le prove svolte hanno evidenziato una perdita di vitalità del 18% tra le 2 e le 4 ore di sospensione in acqua. Risulta pertanto consigliabile effettuarne la distribuzione entro 2-3 ore dalla preparazione. Per definire l eventuale influenza del tipo di acqua utilizzato per la sospensione, sono stati messi a confronto diversi tipi di acqua valutabili per la loro attitudine a favorire la germinazione del polline in vitro. L acqua con caratteristiche da favorire l osmosi (ph 5,7, conducibilità elettrica 9,8, durezza 0, cloruri 0) è risultata essere significativamente meno adeguata mentre l acqua demineralizzata (ph 7,8, conducibilità elettrica 6,7, durezza 0, cloruri 0) e l acqua potabile (ph 7,8 e altri parametri a norma di legge) hanno fornito una germinabilità soddisfacente. Impollinazione con pronubi Indicazioni per l impollinazione con api Nell effettuare l impollinazione del kiwi attraverso l impiego delle api è opportuno rispettare alcuni criteri affinché tal pratica possa risultare ottimale e contribuire, di conseguenza, in modo significativo a migliorare sia l aspetto qualitativo che quantitativo del prodotto. 3 In primo luogo va ricordato che il numero degli alveari da porre in campo durante la fioritura è di 10 ogni ettaro coltivato. Tale numero è calcolato in base alla capacità pollinifera e nettarifera delle diverse colture e dunque all appetibilità che queste suscitano nelle api. 3 Di grande importanza è la scelta del momento in cui gli alveari verranno posti nel frutteto. Nel caso specifico questo dovrà avvenire quando la fioritura sarà circa al 30% dei fiori femminili aperti. A questo punto le api possono esercitare il loro 252
7 ruolo di insetti pronubi, trasportando i granelli di polline di fiore in fiore grazie alla folta peluria di cui sono ricoperte. Si ricorda che il fiore impollinato tende a sfiorire più rapidamente, mentre il fiore non impollinato dura più a lungo. 3 Le famiglie di api che sono più idonee e produttive per la raccolta di polline sono quelle che giungono in campo dopo aver prodotto miele di acacia, hanno i nidi con molto miele Fig. 6 Ape su fiore di actinidia e poco polline, quando la regina riprende la deposizione e di conseguenza il fabbisogno di polline è più elevato. Per ottenere una maggior resa e per controllare il reale raccolto da parte delle api si possono munire gli alveari con trappole per la raccolta di polline. Mediamente comunque si ottengono 1-3 kg di polline per famiglia. Indicazioni per la tutela delle api Gli interventi chimici non sono consentiti durante la fioritura delle colture salvo espressa autorizzazione da parte del Settore Fitosanitario Regionale sulla base di comprovata necessità e limitatamente all impiego di fungicidi anti-ticchiolatura su melo e antimonilia su albicocco. Dal momento che l actinidia fiorisce in tempi successivi rispetto alle specie che normalmente sono a fianco del actinidieti (meleti, pescheti, ) si potrebbe pensare che le api poste nell actinidia non visitino le colture vicine e quindi non si possano verificare fenomeni di avvelenamento. Negli anni, invece, si è osservato che durante la fioritura del kiwi le api visitano attivamente i pescheti per la raccolta di nettare sui nettarii extrafiorali. Si raccomanda pertanto di evitare durante il servizio di impollinazione in particolare tutti i trattamenti insetticidi su pesco prevedendoli pertanto prima dell introduzione degli alveari od aspettando la loro rimozione. Nel caso siano veramente necessari degli interventi negli impianti limitrofi gli actinidieti, e non è possibile anticiparli o posticiparli rispetto alla fioritura del kiwi, è oltremodo utile attenersi alle seguenti indicazioni al fine di evitare avvelenamenti: 3 Effettuare lo sfalcio negli interfilari degli impianti confinanti dove si prevede di effettuare un intervento per evitare che ci siano api che bottinano sulla flora spontanea; 3 Effettuare tali interventi di preferenza alla sera dopo il tramonto: in quel momento le api si ritirano negli alveari; 3 Impiegare i principi attivi meno tossici, indicati nella tabella riportata di seguito. Si sottolinea tuttavia che l esperienza maturata in campo dagli apicoltori locali ha evidenziato come l unico principio attivo veramente innocuo sulle api sia il Fluvalinate (Mavrik ecc.). Nella seguente tabella, messa a nostra disposizione dal dott. F. Sgolastra dell Università di Bologna, è riportata la tossicità per ingestione e per contatto riscontrata in laboratorio di 49 prodotti commerciali (39 sostanze attive singole o in miscela). Questi dati rappresentano tuttavia solo un indicazione di massima e poco è noto sulla reale tossicità in campo dei diversi principi attivi, soprattutto a lungo termine. 253
8 Dati relativi al prodotto Prove di laboratorio Nome commerciale Dose di campo Sostanza attiva % s.a. Ingestione Contatto indiretto ACTARA 25 WG 30 g/hl THIAMETHOXAM Altamente Altamente AFIDINA ml/hl FENITROTHION Altamente Altamente ALSYSTIN SC 25 ml/hl TRIFLUMURON Non Non APPLAUD 40SC 80 ml/hl BUPROFEZIN Non BASUDIN 200 ml/hl DIAZINON Altamente Altamente BIOROTEN 300 g/hl ROTENONE 4.00 Non CALYPSO 25 ml/hl THIACLOPRID Non CASCADE 50DL 150 ml/hl FLUFENOXURON 4.70 Non Non CONFIDOR 50 ml/hl IMIDACLOPRID Altamente (1) CONTEST 35 g/hl ALPHA-CYPERMETHRIN Altamente DECIS JET 120 ml/hl DELTAMETHRIN 1.63 Notevolmente (1) Non DIPEL HPWP 1000 g/ha BACILLUS THURINGIENSIS 6.40 Non Non DITHANE M45WP 200 g/hl MANCOZEB DURSBAN 75WG 70 g/hl CHLORPYRIFOS-ETHYL Altamente Altamente EPIK 25 g/hl ACETAMIPRID Non ETILFAST 200 ml/hl CHLORPYRIFOS-ETHYL (12a ora) (2) [Altamente (36a ora)] Altamente EUPAREN MULTI 150 g/hl TOLYLFLUANID Non FENITROCAP 300 ml/hl FENITROTHION (12a ora) (2) [Altamente (36a ora)] Altamente FENITROFAST 300 ml/hl FENITROTHION Altamente Altamente GREEN GUARD 330 ml/hl METARHIZIUM ANISOPLIAE Non 254
9 Dati relativi al prodotto Prove di laboratorio Nome commerciale Dose di campo Sostanza attiva % s.a. Ingestione Contatto indiretto IMIDAN 250 g/hl PHOSMET Altamente Altamente KARATE XPRESS 140 ml/hl LAMBDA-CYHALOTHRIN 2.50 (12a ora) Notevolmente KNOX OUT ml/hl DIAZINON Altamente Altamente LASER 30 ml/hl SPINOSAD Altamente Altamente MATACAR FL 20 ml/hl HEXYTHIAZOX MAVRIK 30 g/hl TAU-FLUVALINATE Non Non METOSIP L 250 ml/hl METHOMYL Altamente Altamente MIMIC 80 ml/hl TEBUFENOZIDE Non NOMOLT 50 ml/hl TEFLUBENZURON Non PENNPHOS ml/hl CHLORPYRIFOS-ETHYL Altamente PERFEKTHION 150 ml/hl DIMETHOATE Altamente Altamente PLENUM 40 g/hl PYMETROZINE Non POLISENIO 1,5 kg/hl POLISOLFURO DI CA Non Non POLYRAM DF 200 g/hl METIRAM Non PRODIGY 40 ml/hl METHOXYFENOZIDE Non Non PYRINEX ME 210 ml/hl CHLORPYRIFOS-ETHYL (12a ora) (2) [Notevolmente (36a ora)] Altamente RELDAN ml/hl CHLORPYRIFOS-METHYL Altamente Altamente RIPHOS 300 ml/hl CHLORPYRIFOS-ETHYL Altamente Altamente RUFAST E FLO 100 ml/hl ACRINATHRIN 7.01 SHOW 700 ml/hl ROTENONE e PIRETRO 2,00 e 0,50 Altamente SMART EW 360 ml/hl MALATHION Altamente Non Notevolmente 255
10 Dati relativi al prodotto Prove di laboratorio Nome commerciale Dose di campo Sostanza attiva % s.a. Ingestione STEWARD 16,5 g/hl INDOXACARB Contatto indiretto SUMIT WG 200 g/hl FENITROTHION Altamente Altamente TEPPEKI 14 g/hl FLONICAMID Non TREBON 120 ml/hl ETOFENPROX Altamente Altamente TREBON STAR 100 ml/hl ETOFENPROX Altamente TRIGARD 75 WP 40 g/hl CYROMAZINE Non Non TURBOFEN 35 CS VERTIMEC 1.9 EC 200 ml/hl FENITROTHION Altamente Altamente 75 ml/hl ABAMECTIN 1.84 Altamente Legenda note: (1) Nonostante l alta tossicità rilevata in laboratorio, il prodotto in campo, se utilizzato seguendo le norme tecniche di impiego indicate in etichetta (in particolare l intervento chimico da effettuarsi a non meno di 10 giorni dall inizio dell antesi e in assenza di altre fioriture nelle vicinanze). (2) Il prodotto, essendo un micro-incapsulato, espleta la propria azione più lentamente rispetto ad una normale formulazione. Sarebbe opportuno considerare la mortalità alla 36a ora. 256
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