L uomo a immagine di Dio Mitezza e dominio di sé (Gen 1,1-2,4a)
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- Agostino Testa
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1 PRIMA LEZIONE L uomo a immagine di Dio Mitezza e dominio di sé (Gen 1,1-2,4a) La prima immagine dell uomo che viene offerta dalla Bibbia è nell ambito della creazione. L uomo è posto in relazione a Dio, del quale è l immagine in questo mondo. Tuttavia posizionando l essere umano al centro dell universo creato, e facendone il padrone della terra, questa lettura ha spesso incoraggiato un dominio a oltranza del mondo, di cui oggi conosciamo le conseguenze spesso nefaste, e ha offuscato il senso autentico dell identità dell uomo come immagine di Dio. Infatti, da una parte confessando Dio come creatore e signore dell universo, il racconto della Genesi «dissacra» il mondo, e gli elementi della natura non sono più divinizzati come accadeva nelle culture sacrali primitive, proprio perché si afferma che un Dio unico crea tutto. Dall altra parte, la Genesi pone il genere umano al centro dell universo e fa dell uomo creato a immagine di Dio il signore della terra intera. Questa doppia idea ha ampiamente aperto le porte al dominio tecnico-scientifico che considera la natura solo come un oggetto di sperimentazione e di trasformazione da parte dell uomo. Ripercorrendo la Bibbia dall inizio vediamo che i primi tre capitoli della Genesi giustappongono due distinti racconti mitici sulla creazione: il primo evoca la creazione del mondo e dell essere umano in sette giorni (Gen 1,1-2,4a); il secondo racconta l apparizione dell uomo e della donna come anche la colpa che sfocia nel loro allontanamento dal giardino dell Eden (Gen 2,4b-3,24). La pretesa di questi racconti non è affatto scientifica; si tratta di una riflessione fondamentale sull universo e sull umanità nelle loro mutue relazioni e nel loro rapporto con Dio. Il pensiero teologico che vi si esprime si nutre dell esperienza del popolo d Israele: esperienza dell uscita dall Egitto e del dono della terra, in cui Israele scopre il proprio Dio come un Dio di vita e di libertà, il quale desidera entrare in relazione in vista di una felicità condivisa. Ma allora in che cosa consiste l essere dell uomo a immagine di Dio? Nell essere forse il proprietario del mondo visto che Dio glielo ha donato? Oppure semplicemente nell avere il potere di dominio su ogni altra creatura del mondo vegetale, animale e minerale? E prima di tutto, qual è l immagine di Dio della quale l uomo dovrebbe essere lo specchio? Questa lezione affronterà lo studio del primo racconto di creazione, che ci permetterà di delineare la specifica immagine biblica di Dio in relazione con il creato e con l essere umano. Di conseguenza ci consentirà di cogliere meglio l identità biblica dell uomo «creato per essere immagine di Dio». 1
2 L immagine biblica di Dio nella prima pagina della Sacra Scrittura Prima di tutto dobbiamo studiare qual è l immagine di Dio secondo il libro della Genesi, al fine di comprendere se e come l uomo corrisponda a tale immagine. Infatti non siamo del tutto d accordo con autori anche molto autorevoli che hanno spesso sostenuto che: «nei racconti della creazione l interesse del discorso biblico non è tanto e principalmente per l azione di Dio che crea, per come ha creato il mondo, ma soprattutto per l esistenza dell uomo come creatura». 1 Certamente l interesse è verso l uomo, ma il modo di intendere l uomo nella Bibbia attraverso la prima pagina della stessa Scrittura passa attraverso ciò che viene raccontato dell agire di Dio. Chi è il Dio creatore secondo la Bibbia? Come fa a creare? Il libro della Genesi racconta che Dio crea attraverso la parola: In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informa e deserta e le tenebre ricoprivano l abisso e lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque. Dio disse: Sia la luce!. E la luce fu. Dio vide che era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. (Gen 1,1-5 e cf. ss.) In questo racconto della creazione dell universo, il mondo appare in un modo ben preciso. L inizio del testo precisa che quando Dio iniziò a creare il cielo e la terra, la terra era vaga e vuota, tenebra al di sopra dell abisso caotico. All inizio c è quindi l oscuro caos delle acque primordiali, degli elementi negativi in cui qualsiasi tipo di vita è impossibile. Ma Dio inizia con il dominare queste forze di morte imponendo loro un limite per creare le condizioni della vita. Perciò separa la luce dalle tenebre, poi divide il caos dalle acque e fa apparire la terraferma separandola dall elemento liquido, il mare. In questo modo gli elementi negativi non vengono aboliti, soppressi dall atto creatore, ma sono dominati attraverso la mite potenza della parola divina. Per la Genesi, l ordine armonioso dell universo è il segno del dominio di Dio sul caos e sulle forze di morte. L immagine di Dio che risalta da questo testo non ha niente a che vedere con la potenza assoluta. È invece la mitezza ad essere sottolineata. Dio domina, ma senza far violenza, tramite la parola. Dio domina gli elementi negativi per permettere la vita, poi si ritira per fare spazio! La prima pagina della Genesi è un capolavoro d equilibrio. Attraverso la sua parola, Dio domina le tenebre e il caos e ne fa sgorgare un mondo armonioso, insieme ordinato e brulicante di vita. Il ritmo calmo dei ritornelli del testo evoca 1 G. BARBAGLIO, L uomo nella Bibbia (1). Relazione, Verbania Pallanza, 14 aprile 1972, 1. 2
3 la quiete di un universo pacificato nel quale ogni cosa ha il proprio posto. Pronunciando dieci parole, Dio realizza otto opere in sei giorni: organizza il tempo e lo spazio terrestre, poi adorna la terra e il cielo dove abbondano i viventi di ogni specie. E ogni sera si meraviglia: com è bene! com è bello! Questo sguardo meravigliato fa esistere il creato nella sua differenza, nella sua alterità, poiché Dio si rallegra di ciò che non è lui. L umanità a immagine di Dio: padrona della terra? Rileggiamo ora il seguito del primo racconto di creazione per vedere se esso vuole parlare veramente, come spesso si pensa in modo troppo semplicistico, di un dominio assoluto dell essere umano sul proprio universo. Nel capitolo 1 della Genesi il racconto culmina nella creazione dell umanità ( adam) a cui il Creatore affida una missione di dominio: E Dio disse: Facciamo l uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l essere umano a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: Fruttificate e moltiplicate e riempite la terra e sottomettetela; e dominate i pesci del mare e gli uccelli del cielo e tutti i viventi che si muovono sulla terra. (Gen 1,26-28) Partendo da testi come questo, si è affermato spesso in modo assoluto che l uomo è a immagine di Dio proprio in virtù del suo dominio sull universo. In questo senso leggiamo autorevoli autori che interpretano l immagine di Dio esclusivamente in relazione alla capacità dell uomo di dominare ogni creatura, come ad es. H. W. Wolff: «In che senso l uomo è immagine di Dio? è come dominatore e come signore che l uomo è immagine di Dio. L erezione di una statua del re nell antico Oriente ha lo scopo di annunciare la di lui signoria nell ambito in cui la statua è stata posta. Così, corrispondentemente, l uomo viene posto come immagine e come statua di Dio nell ambito della creazione. Egli sta a documentare che Dio è il padrone della creazione, ma anche che egli fa le veci di Dio come suo amministratore. Egli deve comprendere il suo compito nell ambito della creazione non come un assoluta autonomia, ma come una responsabile rappresentanza di Dio. Il suo diritto di padronanza e il suo dovere di sottomettere non sono quindi autonomi, ma dipendenti». 2 2 H. W. WOLFF, Antropologie des Alten Testament, Monaco di Baviera 1973, ed. it.: Antropologia dell Antico Testamento, Queriniana, Brescia 1975, ,
4 Effettivamente, se Dio ha dato la terra all umanità il suo dono è definitivo. L umanità ne ha quindi davvero il dominio. Eppure questa tradizionale interpretazione è deficitaria e non esprime appieno il concetto biblico, perché si tratta però di comprendere in cosa consista questo dominio. Colui che fa un regalo per amore spera che il suo regalo non finirà nella pattumiera. Ogni dono autentico costituisce anche, per colui che lo riceve, un invito a prolungare il gesto del dono, condividendolo. Vediamo: che immagine ci dà Genesi di Dio? L immagine di colui che dona la terra. Perciò possiamo affermare che la speranza di Dio e la sua felicità consistono nel fatto che la terra donata venga rispettata, per poter essere condivisa tra tutte le genti, per un benessere comune. E soprattutto, se Dio è colui che dona la terra all uomo, è proprio nell atto di donazione della terra che si manifesta la sua immagine. L uomo è a immagine di Dio se effettivamente rappresenta l immagine divina, la quale è espressa nel libro della Genesi da Colui che dona per la felicità altrui. L identità dell uomo agli inizi della Bibbia è dunque tratteggiata come la corrispondenza a saper donare, a condividere il creato, rispecchiando l immagine di Dio offerta nella prima pagina della Bibbia. Nulla a che vedere dunque con l atteggiamento di spadroneggiare: questo non corrisponde all immagine di Dio. Più di una descrizione dell essere umano queste parole sono l indicazione della sua missione. Questa, del resto, viene precisata immediatamente: che domini i pesci, gli uccelli, il bestiame e gli altri animali. E la benedizione, la parola di vita che Dio rivolge all umanità, è un ordine che le assegna un compito: sottomettere la terra dominando gli animali. In questo modo l essere umano si realizzerà come immagine di Dio: diventando creatore del proprio mondo tramite l esercizio del suo dominio (v. 28). Si tratta di un dover-essere. Ma quest ordine di Dio è seguito da un altra parola: E Dio disse: Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo (Gen 1,29) Siccome questa parola costituisce il decimo e ultimo ordine divino, deve avere un importanza particolare. Dio dà all umanità il cibo ma stranamente, questo cibo è unicamente vegetale: si tratta dei cereali e degli alberi da frutto. Si tratta di un poter-essere: Dio dà all uomo un menù vegetariano subito dopo avergli comandato di dominare gli animali, e questo suggerisce che per l uomo è possibile dominare l animale senza ucciderlo sistematicamente, senza fargli violenza. Da tutto ciò emerge l immagine di un essere umano che domina la propria forza e che sa imporle un limite. Tale dominio è mitezza e lascia 4
5 spazio alla vita dell altro, proprio «a immagine di Dio». Quel che si staglia dietro questo segno è la speranza di un mondo pacificato, di un vivere insieme nella mitezza; è l affermazione che l uomo può lasciar spazio a ciò che non è lui, all alterità, alla differenza, e che può rinunciare alle illusioni di onnipotenza per entrare in alleanza con gli altri, con la natura e con Dio, se lo vuole. Questa è l umanità che realizza in verità l immagine di Dio. Riportiamo le parole di Papa Francesco nell enciclica Laudato si, 67: «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data. Ciò consente di rispondere a un accusa lanciata contro il pensiero ebraico-cristiano: è stato detto che, a partire dal racconto della Genesi che invita a soggiogare la terra (cf. Gen 1,28), verrebbe favorito lo sfruttamento selvaggio della natura presentando un immagine dell essere umano come dominatore e distruttore. Questo non è una corretta interpretazione della Bibbia come la intende la Chiesa. Anche se è vero che qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature. È importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a coltivare e custodire il giardino del mondo». Per concludere: mitezza e dominio di sé Va notato che proprio il riposo del settimo giorno termina la creazione, segno del dominio che Dio esercita sulla propria forza, per aprire alle creature, e in particolare all uomo, uno spazio di autonomia e di libertà: Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio nel settimo giorno porto a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. (Gen 2,1-4a) Il racconto della creazione dell universo è importante perché svela la prima immagine biblica di Dio. Immagine di potenza creatrice e di onnipotenza come si sente dire spesso. Eppure Dio compie la sua opera il settimo giorno, nel momento in cui pone un limite alla propria potenza creatrice e si riposa. Così 5
6 egli si mostra potremmo dire «più forte della sua stessa forza, il che sarebbe la definizione della mitezza di Dio. È una legge di mitezza che corregge le proiezioni di un Dio superpotente, confuso con il nostro sogno di superpotenza, cioè un Dio a nostra immagine». 3 La creazione culmina quindi in un immagine di mitezza già presente durante i primi sei giorni, dato che è attraverso la parola che Dio esercita il proprio dominio sul creato, e sottolineato dal suo stupore per ciò che è altro da lui. Illuminanti sono le parole di A. Wénin: «L insistenza sul settimo giorno è forte Il testo ebraico dice chiaramente che Dio compie la creazione in quel giorno (Gen 2,2) Cosa vuol significare l ebraico con questa espressione paradossale? Che cosa fa il Creatore il settimo giorno per rifinire la propria opera? In altre parole, in cosa il settimo giorno è compimento? In quanto in quel giorno, Dio smette di operare in ebraico, è il verbo shabat (da cui il sabato). Senza questa sosta, la creazione non sarebbe compiuta Si noterà che, in questo testo, il settimo giorno riguarda unicamente l agire di Dio. Da nessuna parte, infatti, è scritto esplicitamente che questo ritmo viene imposto, in un modo o nell altro, alle creature. Tuttavia, nella misura in cui gli esseri umani sono creati a immagine di Dio e con la vocazione di compiersi a sua somiglianza, si può pensare che difficilmente potranno realizzare questo programma senza accettare di entrare nella logica instaurata dal Creatore il settimo giorno». 4 La prima pagina di Genesi, quindi, dà di Dio un immagine notevolmente più sfumata di quella tradizionale del creatore onnipotente. Non dice che l essere umano deve dipendere sempre da Dio. La vocazione dell uomo nella prima pagina della Bibbia è questa: nello spazio di autonomia che Dio gli apre tirandosi indietro, l uomo deve assumere la propria responsabilità di fronte al creato ed essere egli stesso creatore di un mondo veramente umano tramite la mite potenza della sua parola. È in questo modo che l essere umano diventa ciò che è: l immagine di Dio. 3 P. BEAUCHAMP, Au commencement Dieu parle, ou les sept jours de la création, Études 365 (luglioagosto 1986), , qui A. WÉNIN, Le Sabbat dans la Bible, ed. it.: Il Sabato nella Bibbia, EDB, Bologna 2006,
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