Servizio circolari per la clientela Circolare Lavoro n. 3 del 18 dicembre 2012 INDICE 1 PAGAMENTO COMPENSI AMMINISTRATORI

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1 Servizio circolari per la clientela Circolare Lavoro n. 3 del 18 dicembre 2012 INDICE 1 PAGAMENTO COMPENSI AMMINISTRATORI 2 FORMAZIONE OBBLIGATORIA DIPENDENTI IN MATERIA DI SICUREZZA 2.1 Obbligo formazione obbligatoria dipendenti ex accordo Stato regione 2.1 Possibilità formazione finanziata con iscrizione f.do impresa (gratuita) entro Convenzione con primaria impresa del settore sicurezza per sviluppo corsi obbligatori per legge. 3 RINNOVO CONTRATTI A TERMINE: NOVITA RIFORMA LAVORO Si allega: 1) Accordo Stato formazione obbligatoria in materia di sicurezza

2 1 ADEMPIMENTI DI FINE ANNO PER I COMPENSI AGLI AMMINISTRATORI Ricordiamo a tutte le società che hanno assegnato compensi al proprio organo amministrativo che la normativa fiscale subordina la deducibilità degli stessi compensi alla effettiva erogazione (c.d. criterio di cassa). Pertanto, in tutte le ipotesi in cui l assemblea avesse già deliberato di assegnare un compenso per l anno 2012 agli amministratori, ovviamente imputato a Conto economico, andrà verificato che tale importo sia corrisposto, al più tardi, entro la data del 14 gennaio 2013 (il 12 cade di sabato), termine ultimo per consentirne la deducibilità in capo alla società nel periodo d imposta Diversamente, il costo dovrà restare imputato a bilancio ma non potrà essere dedotto dalla base imponibile (si dovrà, cioè operare una variazione in aumento nella dichiarazione dei redditi), con conseguente incremento del carico fiscale del periodo e peggioramento del risultato di esercizio. Nel caso in cui l amministratore fosse un professionista e, pertanto, fatturasse il proprio compenso alla società, non vale la regola di cui sopra, bensì quella canonica della deduzione del compenso solo se materialmente pagato entro la data del 31/12/12. Compensi anno 2012 Imputazione a bilancio Pagamento Reddito per amministratore Deducibilità per la società Amministratore senza partita Iva (cedolino) 2012 Entro il 31/12/12 Anno 2012 Anno 2012 Entro il 14/01/13 Anno 2012 Anno 2012 Dal 15/01/13 Anno 2013 Anno 2013 È bene assicurarsi di avere la riprova dell effettiva movimentazione finanziaria. In relazione al pagamento delle ritenute d acconto e dei contributi Inps, ricordiamo infine che va comunque verificata l effettiva data di pagamento. Pertanto: nel caso di erogazione entro il 31/12/12 nel caso di erogazione entro il 14/01/13 il connesso modello F24 dovrà essere versato il connesso modello F24 dovrà essere versato entro il giorno 16/02/13 (in caso di opzione entro il giorno 16/01/13; versamento differito). 2 OBBLIGO FORMAZIONE LAVORATORI SICUREZZA 2.1 Obbligo formazione lavoratori dipendenti in materia di sicurezza Con le nuove disposizioni dell Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 (si veda allegato) la formazione dei lavoratori in materia di sicurezza, GIA OBBLIGATORIA PER LEGGE, viene definita nelle modalità di seguito elencate e viene articolata in due momenti distinti: 1) formazione generale (con programmi e durata comuni per i diversi settori di attività); 2) formazione specifica, in relazione al rischio effettivo in azienda (rilevato in funzione del settore ATECO di appartenenza dell azienda).

3 Durata minima complessiva dei corsi di formazione per i lavoratori, in base alla classificazione dei settori di rischio: a) 4 ore di Formazione Generale + 4 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio basso: TOTALE 8 ore b) 4 ore di Formazione Generale + 8 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio medio: TOTALE 12 ore c) 4 ore di Formazione Generale + 12 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio alto: TOTALE 16 ore Uno schema riepilogativo è riportato qui di seguito: 2.2 Possibilità formazione finanziata tramite adesione fondo impresa. Si fa presente che f.do impresa mette a disposizione delle imprese che aderiscono a detto sistema (adesione completamete gratuita da effettuarsi mediante semplice compilazione di un rigo specifico nel modello F24 con cui si pagano i contributi dei dipendenti), entro , la somma di Euro 3.000,00 da utilizzare in pacchetti formativi, tra cui ovviamente quelli in materia di sicurezza. Invitiamo pertanto i sig.ri clienti a valutare attentamente questa opportunità anche in vista degli obblighi formativi di cui al punto precedente, e a contattare lo Studio per eventuali adesioni a tale sistema. 2.3 Convenzione con Possibilità formazione finanziata tramite adesione fondo impresa. Nell ambito della collaborazione già iniziata dallo Studio con una società altamente specializzata nel settore della sicurezza aziendale, FACCIAMO PRESENTE AI NOSTRI CLIENTI CHE TRAMITE QUESTA SOCIETA E POSSIBILE FAR SVOLGERE AI PROPRI DIPENDENTI I CORSI OBBLIGATORI PER LEGGE,FACENDOSELI FINANZIARE AL 100% ATTRAVERSO L ADESIONE A FONDIMPRESA. NEL PROGETTO DI FINANZIAMENTO POTREBBERO ALTRESI essere inserite tutte le attività formative necessarie ad adeguare i sistemi di sicurezza sui luoghi di lavori previsti dalla legge. Ricordiamo inoltre che tale società si è resa disponibile ad un check gratuito presso le aziende nostre clienti, proprio volto a verificare gli adeguamenti da porre in essere ed un loro impatto economico.

4 Invitiamo quindi le aziende, qualora interessate a questo tipo di verifica, e a ottemperare all obbligo di formazione obbligatoria in materia di sicurezza, a mettersi in contatto con lo Studio per accordarsi in merito. 3 RINNOVO CONTRATTI A TERMINE NOVITA RIFORMA DEL LAVORO. Uno dei nodi critici della normativa in materia di lavoro subordinato a tempo determinato è rappresentato dai periodi di latenza che, in caso di riassunzione a termine del medesimo lavoratore, devono obbligatoriamente trascorrere tra un contratto e il successivo, pena la conversione in contratto a tempo indeterminato (art. 5, commi 3 e 4, del DLgs. 368/2001). È evidente, infatti, come sulla questione si scontrino interessi contrapposti: da un lato, l interesse ad impedire l utilizzo reiterato del lavoro a termine con finalità elusive, ossia per far fronte ad esigenze cui dovrebbe rispondere il contratto a tempo indeterminato; dall altro, le esigenze di flessibilità delle imprese e quelle di continuità nell impiego dei lavoratori. Da qui i ripensamenti del Legislatore e gli interventi interpretativi del Ministero del Lavoro. Cerchiamo, quindi, di fare il punto della situazione. La legge consente la stipulazione di successivi contratti a tempo determinato tra le stesse parti, a condizione, però, di rispettare, oltre al limite di durata massima complessiva di un rapporto a termine (pari, salvo deroghe, a 36 mesi), anche un intervallo temporale minimo tra il contratto scaduto e il suo eventuale rinnovo. La L. 92/2012 di riforma del mercato del lavoro animata dalla volontà di valorizzare il lavoro a tempo indeterminato e da un atteggiamento di sospetto verso la reiterazione dei rapporti temporanei ha ampliato la pausa obbligatoria, rispetto al passato, da 10 a 60 giorni, in caso di contratto precedente di durata fino a 6 mesi, e da 20 a 90 giorni, negli altri casi. Immediata è stata la reazione nei confronti di tale misura, tacciata di intervenire indiscriminatamente anche sulla flessibilità buona caratteristica di alcuni settori, con conseguenze negative per gli stessi prestatori di lavoro. Durante l iter parlamentare della L. 92/2012, si è, quindi, previsto che tali intervalli possano essere ridotti rispettivamente, fino a 20 o a 30 giorni dalla contrattazione collettiva nazionale (interconfederale o di categoria) o, in via delegata, da quella decentrata, per assunzioni nell ambito di processi organizzativi determinati da alcune ragioni specificamente individuate (avvio di una nuova attività, lancio di un nuovo prodotto o servizio innovativo, ecc.) ovvero alle condizioni individuate dal Ministero del Lavoro, in caso di inerzia delle parti sociali. Il DL 83/2012 convertito ha poi esteso l applicabilità dei suddetti termini ridotti anche alle attività stagionali (definite per legge o individuate da avvisi comuni), nonché ad ogni altra ipotesi prevista dai contratti collettivi di qualsiasi livello. Di recente, peraltro, il Ministero ha fornito chiarimenti sui casi di non applicazione dello stop and go. Innanzitutto, è stato confermato che la necessità di rispettare gli intervalli in discorso, al fine di evitare la conversione a tempo indeterminato, sussiste solo per riassumere a termine un lavoratore per le medesime mansioni, e non nei casi in cui i contratti, pur stipulati tra gli stessi soggetti, abbiano causa e oggetto diversi. Non vi è identità di contratto, ad esempio, quando si debbano sostituire diversi lavoratori la cui assenza sia riconducibile ad una delle cause previste dalla legge: è, dunque, possibile assumere senza soluzione di continuità un lavoratore, con due contratti a termine, per sostituire, in periodi successivi, due diversi dipendenti assenti per ferie o malattia. Così come non è tenuto ad osservare periodi di interruzione il datore di lavoro che intenda concludere due contratti a termine successivi con lo stesso lavoratore per sostituire due diverse lavoratrici in maternità (risposte del 5 novembre 2012 e del 4 ottobre 2012). L esclusione dell obbligo di rispettare stacchi temporali è stata, poi, affermata con riguardo: alla successione tra un contratto a tempo determinato con un lavoratore in mobilità e un altro contratto, sempre a termine, con lo stesso lavoratore non più iscritto nelle relative liste; in caso di impiego con contratto di somministrazione dello stesso dipendente in precedenza assunto con contratto a termine (risposte del 5 e del 17 ottobre 2012); in caso di lavoro intermittente (a tempo determinato) e successivo contratto a termine (interpello n. 72/2009). È stata, invece, espressamente prevista dal DL n. 179/2012 la deroga alla disciplina in esame a favore delle nuove imprese start up innovative, legittimate, entro i limiti di durata massima del rapporto, a stipulare più contratti a tempo determinato, con lo stesso lavoratore e per le medesime attività (connesse alla realizzazione dell oggetto sociale), anche senza soluzione di continuità. Dopo la circ. n. 27/2012, con la risposta ad interpello n. 37 di ieri, 22 novembre 2012, il Ministero del Lavoro ha fornito un nuovo chiarimento in ordine alla possibilità di ridurre gli intervalli minimi, che, ai sensi dell art. 5,

5 comma 3, del DLgs. 368/2001, devono trascorrere tra due contratti a tempo determinato stipulati con il medesimo lavoratore, pena la conversione a tempo indeterminato. Questa volta la precisione concerne le attività stagionali e, nella specie, l applicabilità della suddetta riduzione anche a quelle attività individuate dalle parti sociali (con avvisi comuni o CCNL) prima della data di entrata in vigore della L. 92/2012 di riforma del mercato del lavoro (18 luglio 2012) e delle modifiche apportate a quest ultima dalla L. 134/2012 di conversione del DL 83/2012 (12 agosto 2012). Ecco, quindi, che, secondo il Ministero del Lavoro, il suddetto richiamo normativo fa sì che ogni eventuale disciplina adottata in sede collettiva anche anteriormente all entrata in vigore delle L. 92/2012 e 134/2012 ai fini dell individuazione delle attività stagionali, ulteriori rispetto a quelle definite dalla legge, escluse dal limite dei 36 mesi ai sensi dell art. 5, comma 4-ter, possa ritenersi pienamente efficace anche ai fini dell individuazione delle ipotesi di riduzione (a 20 o a 30 giorni) degli intervalli tra due contratti a tempo determinato. Rimanendo a disposizione per ogni ulteriore ragguaglio nell eventualità che le aziende nostre assistite volessero accedere alla formazione agevolata con Fondimpresa, cogliamo l occasione per porgere cordiali saluti. STUDIO COMMERCIALISTI ASSOCIATI Dott. MASSIMO ZANOCCO Dott. MARCO DEPPIERI Dott.ssa LINDA VEDOVATO