Relazione Tecnica. Autorizzazione Integrata Ambientale. Motivazione della relazione tecnica. Nuovo impianto

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1 Relazione Tecnica Autorizzazione Integrata Ambientale Nome Ditta (impianto IPPC) Comune Cod. attività IPPC DELLAFERRERA GIUSEPPE BENE VAGIENNA 6.6 (a) Motivazione della relazione tecnica Nuovo impianto X Rinnovo Autorizzazione Integrata Ambientale Modifica sostanziale Modifica non sostanziale Data Il legale rappresentante Il tecnico abilitato 09/12/2014 DELLAFERRERA GIUSEPPE BALLATORE LUCA Pagina 1 di 32

2 Parte prima: Identificazione e localizzazione dell impianto 1 Inquadramento urbanistico e territoriale dell impianto Parte seconda: Caratteristiche tecniche, produttive e gestionali dell impianto 2 Descrizione dell impianto e del ciclo produttivo.. 3 Produzione e gestione effluenti zootecnici.. 4 Produzione ed utilizzo dell energia.... Parte terza: Emissioni e sistemi di contenimento/abbattimento 5 Emissioni in atmosfera. 6 Uso dell acqua e scarichi di acque reflue. 7 Emissioni sonore Produzione e gestione rifiuti.. 9 Prevenzione e gestione degli incidenti - protezione del suolo e delle acque sotterranee..... Parte quarta: Valutazione Integrata e monitoraggio 10 Valutazione integrata ambientale. 11 Piano di monitoraggio e controllo Pagina 2 di 32

3 Parte prima: Identificazione ed inquadramento dell impianto La ditta DELLEFERRERA GIUSEPPE svolge l attività di allevamento avicolo ed in particolare è dedito all accrescimento di polli da carne (broilers). L impianto è sito nel comune di Benevagienna, in Fraz. Santo Stefano, 32. Il sito consta di 3 fabbricati e sarà in grado di ospitare una quantità di animali superiore a avicoli e pertanto si richiede il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale. Le caratteristiche identificative dell impianto sono riassunte nella Scheda A. 1. INQUADRAMENTO URBANISTICO E TERRITORIALE DELL IMPIANTO 1.1. Strumenti urbanistici L insediamento produttivo è situato nel Comune di Benevagienna, in Fraz. Santo Stefano, 32, ed insiste sul Fg 45, particelle 367, 1195, (Allegato 1B). Il sito è geo referenziato con le coordinate UTM: N , E , 395 mt s.l.m. Urbanisticamente l area, in cui ricade l impianto, è classificata nel vigente PRG del Comune di Benevagienna come Area agricola. Pagina 3 di 32

4 1.2. Vicinanza di altre strutture Tipologia SI NO Insediamenti zootecnici X Attività produttive X Case di civile abitazione X Scuole, ospedali, etc. X Impianti sportivi e/o ricreativi X Infrastrutture di grande comunicazione X Opere di presa idrica destinate al consumo umano X Corsi d acqua, laghi, sorgenti, risorgive, canali irrigui, fossi X Riserve naturali, parchi, zone agricole X zone agricole Pubblica fognatura X Altro (specificare) X 1.3. Contesto fisico L attività dell azienda è operante in un comprensorio di pianura, caratterizzato da terreni relativamente fertili, capaci di buone produzioni di cereali e di foraggi da destinare agli allevamenti zootecnici presenti nei maggiori centri aziendali agricoli Impatto paesaggistico L impianto insiste su di una zona di aperta campagna, a più di m dal concentrico di Benevagienna. L impianto non è visibile da strade statali o provinciali. Non si avvertono condizioni critiche per cui risulti necessario adottare particolari precauzioni per ridurre l impatto paesaggistico. Pagina 4 di 32

5 1.5. Titoli abilitativi edilizi Il sito produttivo è costituito da 3 fabbricati dediti all allevamento avicolo. FABBRICATO CONCESSIONI EDILIZIE Capannone 1 Licenza di costruzione edile N. 18/1969 del 20/06/1969 Capannone 2 Permesso di costruire N. 24/12 del 27/04/2012 Capannone 2 Permesso di costruire N. 23/12 del 26/04/ INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E AUTORIZZATIVO Il quadro normativo a cui deve sottostare l impianto è rappresentato a livello urbanistico dal PRGC del Comune di Benevagienna che prevede per l area interessata una zona agricola. Relativamente all ambiente, l allevamento effettua lo spandimento dei reflui zootecnici ai sensi del Reg. 10/R del 29/10/07. L attività di che trattasi non ricade nel campo di applicazione della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale in quanto non viene superata la soglia di 40 quintali di carne per ettaro di terreno. Pagina 5 di 32

6 Parte seconda: Caratteristiche tecniche, produttive e gestionali dell impianto 2. DESCRIZIONE DELL IMPIANTO E DEL CICLO PRODUTTIVO Il lay-out dell allevamento è riportato sull Allegato 2A (Planimetria generale dello stabilimento). Dal medesimo allegato si evince che i fabbricati vengono identificati con i numeri progressivi 1, 2 e 3. Gli Allegati 2B (Disegni strutture di allevamento) comprendono planimetrie, prospetti e sezioni quotate per ogni struttura di allevamento Tipologia di allevamento e fasi produttive Dall allegato 2C Schema a blocchi - emerge che gli elementi in entrata sono rappresentati, da quanto indicato anche nella Scheda C, da mangimi (conferiti da automezzi idonei al trasporto ogni due/tre giorni), acqua, energia elettrica, carburante, pulcini (portati in automezzi idoneo al trasporto animale), mentre i prodotti in uscita sono rappresentati da polli da carne, lettiera esausta, emissioni in atmosfera, carcasse di animali morti e rifiuti. Tutti gli elementi in entrata ed uscita verranno ampiamente discussi nei paragrafi successivi. Il ciclo ha inizio con l approvvigionamento delle materie prime: il mangime, proveniente dalla ditta mangimistica e trasportato tramite autocisterne due volte/settimana, viene sistemato in appositi silos di stoccaggio, dai quali viene prelevato e distribuito automaticamente. Nei capannoni vengono allestite le lettiere di stabulazione e avviene la posa di mangiatoie ed abbeveratoi. A questo punto i pulcini introdotti in azienda vengono sistemati all interno dei capannoni. Nel sito in questione saranno allevati polli da carne sia di sesso femminile che maschile. Per ogni ciclo produttivo verranno introdotti una parte di maschi che completeranno il loro accrescimento dopo 56 giorni ad un peso di 3,5 Kg, una parte di femmine che saranno vendute a 1,6 Kg dopo 35 giorni e la rimanente parte di femmine vendute a 2,4 Kg dopo 45 giorni. I due gruppi, all interno di ogni capannone, saranno divisi attraverso idonee barriere che verranno rimosse dopo la vendita delle femmine. Pagina 6 di 32

7 La percentuale di femmine inserite è pari a circa il 55% del totale degli animali accasati. L allevamento sarà articolato su 5 cicli/anno, dal momento che il ciclo di allevamento dei maschi pesanti si protrae per 56 giorni, intervallati mediamente da 17 giorni di vuoto sanitario. A fine ciclo, gli animali vengono caricati direttamente sui camion ed inviati al macello. All interno dei capannoni vengono rimossi abbeveratoi, mangiatoie e lettiere esauste. Si procede quindi al lavaggio ed alla rimozione della lettiera esausta e disinfezione dei locali. La ditta utilizza, per le operazioni di disinfezione, il prodotto Halamid di cui si allega scheda di sicurezza Consistenza e strutture di allevamento Come già accennato il sito è composto da 3 fabbricati. In tutti i capannoni è presente una pavimentazione piena cementata, sulla quale, all inizio di ciascun ciclo, viene distribuita la lettiera (lolla di riso, circa tot. 400 quintali per ciclo). CAPANNONE 1 Si tratta di un fabbricato ospitante in origine bovini da ingrasso ora adattato all allevamento avicolo: la superficie di allevamento è pari a 387,39 m 2 (34,90 m di lunghezza e 11,10 m di larghezza). CAPANNONE 2 e 3 Si tratta di 2 capannoni identici, di recentissima costruzione, i quali hanno ognuno superficie di allevamento pari a 2.660,87 m 2 (164,15 m di lunghezza e 16,21 m di larghezza) senza considerare il locale di servizio di 39 m 2. Pagina 7 di 32

8 La superficie totale di allevamento è dunque pari a 5.709,10 m 2. All interno del capannone 1 è possibile allevare una densità massima di polli pari a 33 Kg/m 2, mentre all interno dei capannoni 2 e 3, vista l elevata capacità tecnologica ed innovativa dei sistemi installati, ed in accordo con il Servizio Veterinario locale, si è proceduto a richiedere contemporaneamente a tale istanza, una richiesta di deroga per allevare una densità massima di 42 Kg/m 2. Per tale argomentazione la potenzialità dell allevamento sarà pari a polli. CAPANNONE SUPERFICIE m 2 DENSITA Kg/m 2 KG P.V. allevabile FEMMINE 1,6 Kg p.v. FEMMINE 2,4 Kg p.v. MASCHI 3,5 Kg p.v. TOTALE N. MAX CAPI 1 387, , , , , , TOTALE 5709, , Al raggiungimento del 35 giorno di allevamento, gli animali peseranno 1,6 Kg peso vivo e, in relazione alla densità ed alla superficie di stabulazione, possono essere allevati polli di 1,6 Kg peso vivo. Pagina 8 di 32

9 La ditta precisa comunque che richiede una consistenza effettiva inferiore al potenziale, ed in particolare: CAPANNONE SUPERFICIE m 2 DENSITA Kg/m 2 KG P.V. allevabile TOTALE N. MAX CAPI TOTALE N. CAPI ALLEVATI 1 387, , , , , , TOTALE 5709, , Sostituzione di specie L azienda intenderebbe inoltre essere autorizzata all allevamento di altre specie avicole qualora le esigenze di mercato portassero a non ritenere più conveniente l allevamento di broiler. Nel caso si intenderebbe praticare l allevamento di una delle seguenti specie: Allevamento di faraone con produzione di animali di 1,8 kg/capo venduti dopo 90 giorni di accrescimento (32 Kg p.v./m 2 ). Allevamento di pollastre con produzione di animali di 1,5 kg/capo venduti dopo 130 giorni di accrescimento (32 Kg p.v./m 2 ). Allevamento di galletti con produzione di animali di 2,2 kg/capo venduti dopo 120 giorni di accrescimento (32 Kg p.v./m 2 ). Specie Faraone Pollastre Galletti n capi totali/ciclo Durata ciclo (gg) Peso medio (kg/capo) 0,8 0,8 0,8 Pagina 9 di 32

10 2.3. Biosicurezza e benessere animale - L illuminazione verrà garantita per almeno 24 ore al giorno all arrivo dei pulcini: in seguito viene progressivamente ridotta. Attorno al quindicesimo giorno di età le ore di luce vengono ridotte passando da 20 ore, sino a 17 ore di luce al giorno dopo il venticinquesimo giorno di età. Per l illuminazione artificiale sono utilizzate lampade a LED a basso impatto energetico. - Verrà garantita una densità di allevamento inferiore/uguale a 33 Kg/m 2 per il capannone 1 ed inferiore/uguale a 42 Kg/m 2 per i capannoni 2 e 3. - L acqua fresca e pulita è sempre a disposizione e tutti i capannoni sono dotati di idonei sistemi di abbeveraggio degli animali con tazzetta antispreco. - Giornalmente gli addetti eseguono ricognizioni per allontanare gli animali morti. - La capacità della cella frigorifera è sufficiente a consentire lo stoccaggio delle spoglie animali per un periodo di tempo tale da permetterne il ritiro da ditta specializzata. - L accesso al sito è regolamentato da cancello di entrata. - Il perimetro dell allevamento è adeguatamente recintato. Pagina 10 di 32

11 2.4. Tecniche di alimentazione I capi sono alimentati esclusivamente con mangime finito e si effettua l alimentazione ad libitum per fasi in funzione dell età dei polli. L alimento viene stoccato in silos adiacenti i ricoveri e da lì viene distribuito automaticamente nelle mangiatoie attraverso un idoneo impianto di distribuzione. Lo stoccaggio dei mangimi utilizzati presso l impianto avviene all interno di silos in vetroresina (capannone 1) o in ferro (capannoni 2 e 3). Essi sono dotati di un coperchio nella parte superiore il quale viene aperto solamente in occasione del carico e la tubazione afferente il mangime viene introdotta all interno dell apertura in modo tale da evitare sversamenti laterali. Il mangime in uscita dal silos è poi scaricato per mezzo di coclee che sono racchiuse all interno di capsule dalle quali non si possono verificare emissioni di alcun genere. Questa tipologia di silos non presenta sfiati. La somministrazione del mangime riveste grandissima importanza ai fini dell ottimizzazione delle produzioni animali. Essa deve soddisfare alcune esigenze basilari: consentire a tutti gli animali di avere la loro razione, impedire demiscelazioni ed inquinamenti, evitare sprechi. Le mangiatoie sono completamente automatizzate. Sono presenti alimentatori circolari: hanno forma cilindrica e sono costruiti in materiale plastico. Il mangime affluisce dall alto e si deposita sul piatto a bordi rilevati posti sotto la mangiatoia. Le mangiatoie circolari sono sospese al soffitto del capannone mediante funi. La loro altezza dal suolo varia in funzione del peso del pollo. Questa tipologia di alimentatori è stata scelta per la facilità di regolazione del flusso di mangime e dell altezza del suolo, l assenza di demiscelazione degli sfarinati, la rapidità della distribuzione della razione, la facilità di spostamento per permettere la rimozione della lettiera o per il carico animale. Il sistema di distribuzione dell acqua è costituito da linee sospese di abbeveratoi a goccia con tazzette antispreco, la cui altezza viene regolata in funzione del peso del pollo. Il sistema di distribuzione è stato progettato in modo da minimizzare gli sprechi di acqua; inoltre l acqua viene fornita a bassa pressione. Pagina 11 di 32

12 2.5. Spoglie di animali In azienda si presume di riscontrare un tasso di mortalità media del 3-4%; gli addetti dell azienda effettueranno giornalmente due ricognizioni per l allontanamento degli animali deceduti. Le carcasse sono definite Materiale di scarto a rischio e ad alto rischio e possiedono una gestione separata da altri rifiuti (Reg. CE 1069/2009 e s.m.i.). Lo stoccaggio avverrà all interno di cassoni ermetici conservati in apposita cella frigorifera, i quali saranno periodicamente svuotati da una ditta specializzata. Nel caso in cui si verifichino situazioni di morie eccezionali, a causa di malattie epidemiologiche, sarà cura del gestore allontanare, il più velocemente possibile dal sito in oggetto, le carcasse mediante autorizzata ditta di smaltimento Certificazioni volontarie L azienda non dispone di certificazioni volontarie Gestione dell impianto Il personale presterà particolare attenzione all utilizzo degli impianti in modo tale che non si verifichino effetti indesiderati sull ambiente e nel rispetto dei consumi derivanti da materie prime utilizzate (combustibili, energia elettrica, acqua, ). Giornalmente verranno ispezionati tubi e raccordi destinati alla distribuzione dell acqua, al fine di evidenziare se presenti perdite nel sistema, la pressione erogata dagli abbeveratoi, la corretta funzione degli impianti dediti alla somministrazione degli alimenti per gli animali, il corretto funzionamento del sistema di ventilazione. Pagina 12 di 32

13 2.8. Stato di fatto ed applicazione delle MTD MTD per le stabulazioni (dal D.M. 29/01/2007) Situazione aziendale Sono da considerare MTD le seguenti tecniche: ricoveri con ventilazione naturale e con pavimenti interamente ricoperti da lettiera e abbeveratoi antispreco per ridurre i consumi eccessivi di acqua, causa di bagnamenti della lettiera stessa in tutta l area adiacente e di conseguenti fermentazioni putride, fonte a loro volta di incremento delle emissioni; ricoveri con ottimizzazione dell isolamento termico e della ventilazione (anche artificiale), con lettiera integrale sui pavimenti e abbeveratoi antispreco come descritti sopra. Il sistema di stabulazione è del tipo a lettiera integrale su tutta la superficie dei capannoni. I ricoveri sono dotati di isolamento termico e dotati di sistema di ventilazione artificiale. L acqua è fornita a bassa pressione con presenza di tazzette antispreco. Le tecniche sono annoverate fra le M.T.D. Pagina 13 di 32

14 3. PRODUZIONE E GESTIONE EFFLUENTI ZOOTECNICI La ditta ha provveduto alla presentazione della comunicazione, ai sensi del D.P.G.R. 29 ottobre 2007, n. 10/R e s.m.i., identificata da protocollo del 22/07/ Effluenti zootecnici prodotti L azienda gestirà gli effluenti zootecnici sottoforma di pollina, costituita essenzialmente da lolla, feci e residui organici dei polli; essa verrà asportata dai capannoni alla fine di ogni ciclo, ossia 5 volte all anno. I polli effettivamente allevati produrranno: polli x 280 giorni di allevamento/anno x 1 Kg p.v. = 92,438 t p.v. 92,438 t p.v. x 13,5 m 3 di pollina/t p.v./anno = m 3 di pollina/anno e 92,438 t p.v. x 250 Kg N/ t p.v./anno = Kg di azoto/anno 3.2. Modalità di gestione degli effluenti zootecnici L azienda non pratica lo stoccaggio della pollina all esterno delle strutture di allevamento poiché la stessa sarà immediatamente allontanata a fine ciclo. Tutta la pollina verrà utilizzata a fini agronomici sui terreni indicati all interno della Comunicazione 10/R. Ricettività azoto: Kg > Kg N prodotti Pagina 14 di 32

15 Non si presume la produzione di acque di lavaggio in quanto esse, prodotte in ridotte quantità, verranno assorbite o disperse per evaporazione. La lettiera esausta verrà distribuita in campo tramite carro spandiletame e, laddove la coltura presente lo permetta, avverrà l interramento entro le 24 ore. In caso di emergenza sanitaria la pollina verrà stoccata tutta all interno di un capannone, prima di essere correttamente smaltita, per procedere ad un risanamento chimico per evitare problemi con le emissioni odorigene e l autocombustione. Sostituzione di specie Qualora l azienda intraprendesse l allevamento di altre specie avicole per le esigenze precedentemente esposte, non vi sarebbero variazioni nel tipo di stabulazione e gestione degli effluenti. Varierebbe pertanto soltanto la quantità di lettiera esausta ed il contenuto di azoto, di cui peraltro risultano essere valori inferiori rispetto al ciclo di allevamento di broiler preso in considerazione precedentemente. Specie Faraone Pollastre Galletti n capi totali/ciclo Durata ciclo (gg) Peso medio (kg/capo) 0,8 0,8 0,8 Peso medio allevato/anno (ton) 69,04 79,78 54,57 Cicli/anno 3,5 2,5 2,5 Pollina totale (m 3 /anno) Azoto (kg/anno) Dalla tabella precedente si deduce che il ciclo produttivo maggiormente impattante, in termini di azoto prodotto, risulta essere comunque quello rappresentato dall allevamento di Pagina 15 di 32

16 broiler e pertanto tutti i calcoli relativi alle produzioni e consumi saranno basati su tale quantità e tipologia di animali Stato di fatto ed applicazione delle MTD MTD (dal D.M. 29/01/2007) MTD per la riduzione delle emissioni dagli stoccaggi MTD per la riduzione delle emissioni dallo spandimento agronomico degli effluenti palabili: non è la scelta della tecnica di spandimento il fattore guida, ma il tempo che intercorre tra lo spandimento e l incorporazione. È considerato MTD quando l interramento dell effluente avviene entro le 24 ore. Situazione aziendale L azienda non pratica lo stoccaggio della pollina all esterno delle strutture di allevamento; la stessa viene immediatamente allontanata a fine ciclo e distribuita sui terreni o ceduta a terzi. Lo spandimento della frazione palabile avviene nei metodi e tempi autorizzati nel rispetto delle MTD. Pagina 16 di 32

17 4. PRODUZIONE ED UTILIZZO DELL ENERGIA 4.1. Produzione di energia L azienda non produce energia elettrica, salvo casi di improvvise interruzioni della fornitura in cui si attiva automaticamente il dispositivo di produzione costituito da un gruppo elettrogeno alimentato da motore diesel della potenza di 165 KWh o attraverso l installazione di pannelli fotovoltaici. Settimanalmente è avviato il generatore di corrente per verificarne il corretto funzionamento. In caso di mancanza di fornitura elettrica si attiveranno i segnalatori acustici, collegati anche con apparecchi di telefonia mobile. Il consumo di energia elettrica è prevalentemente connesso alle attività di distribuzione delle razioni, all illuminazione dei locali ed al sistema di ventilazione artificiale. Per la produzione di energia termica l azienda utilizza due differenti tipologie di riscaldamento: Per il capannone 1 non sono presenti caldaie ma esclusivamente cappe a combustione diretta. Il riscaldamento dei ricoveri viene effettuato nei primi giorni di ciclo di ingrasso in un area ristretta del ricovero. Le cappe sono mobili, regolabili in altezza, alimentate a G.P.L., e vengono regolate in funzione delle esigenze termiche decrescenti dei pulcini sino al ventesimo giorno d età in cui vengono rimosse. In allevamento sono presenti 6 cappe radianti. La potenzialità di targa delle cappe presenti per il riscaldamento dei capannoni è compresa nel range di 1,36 KW e 4,40 KW per un totale massimo di 26,40 KW. Per i capannoni 2 e 3 sono presenti 6 generatori di calore per fabbricato alimentati a G.P.L. della potenza termica di ognuno di 74 KW per un totale massimo di 888 KW. Pagina 17 di 32

18 4.2. Consumi energetici Si presume che i consumi energetici annuali, relativi al processo produttivo, siano pari a: - Energia elettrica 200 MWh - G.P.L Lt, da cui 576 MWh di energia termica. - Gasolio per autotrazione litri 4.3. Stato di fatto ed applicazione delle MTD MTD in relazione all energia (dal D.M. 29/01/2007) Negli allevamenti di avicoli da carne i principali consumi energetici si riferiscono a: riscaldamento ambientale nella fase iniziale del ciclo, effettuato con le madri artificiali, che comportano consumi variabili in funzione del tipo di impianto e di fonte di calore utilizzata, di Wh/capo per giorno; preparazione e distribuzione degli alimenti + ventilazione dei ricoveri che varia fra il periodo invernale e quello estivo e comporta consumi dell ordine di 5-9 Wh/capo per ciclo Situazione aziendale Il consumo di energia termica per unità di prodotto vendibile risulta essere pari a 576 MWh/ capi/ 280 giorni = 17 Wh/capo per giorno. Il consumo di energia elettrica per unità di prodotto vendibile risulta essere pari a 200 MWh/ capi/ 280 giorni = 6 Wh/capo per giorno Bilancio energetico Non si individuano punti critici su cui intervenire al fine di ottenere un sostanziale risparmio energetico dal momento che i consumi risultano in linea con quanto indicato all interno delle MTD. Pagina 18 di 32

19 Parte terza: Emissioni e sistemi di contenimento/abbattimento 5. EMISSIONI IN ATMOSFERA Dall impianto IPPC si originano: unicamente emissioni CONVOGLIATE unicamente emissioni DIFFUSE sia emissioni CONVOGLIATE che DIFFUSE 5.1. Caratteristiche delle emissioni Per il calcolo delle emissioni è stato utilizzato il metodo CRPA Net-IPPC. Emissioni provenienti dall allevamento di broiler. Inquinante Peso vivo medio annuo (t) Emissioni in fase di STABULAZI ONE Emissioni in fase di STOCCAGGI O Emissioni in fase di TRATTAME NTO Emission i in fase di SPANDI MENTO Emission i TOTALI Ammoniaca 92,438 7,1 3,8-5,0 15,9 Metano 92, ,7-0 2,7 Polveri Emissioni provenienti dall allevamento di faraone. Inquinante Peso vivo medio annuo (t) Emissioni in fase di STABULAZI ONE Emissioni in fase di STOCCAGGI O Emissioni in fase di TRATTAME NTO Emission i in fase di SPANDI MENTO Emission i TOTALI Ammoniaca 70,92 5,5 3,3-4,0 12,4 Metano 70,92 0 2,1-0 2,1 Polveri Pagina 19 di 32

20 Emissioni provenienti dall allevamento di pollastre. Inquinante Peso vivo medio annuo (t) Emissioni in fase di STABULAZI ONE Emissioni in fase di STOCCAGGI O Emissioni in fase di TRATTAME NTO Emission i in fase di SPANDI MENTO Emission i TOTALI Ammoniaca 55,26 6,2 3,3-4,4 14,0 Metano 55,26 0 3,3-0 3,3 Polveri Non viene riportato il calcolo delle emissioni relativo all allevamento di galletti in quanto non preso in considerazione dal sistema NET-IPPC del C.R.P.A. Come visibile dalle tabelle precedenti anche i valori relativi alle emissioni da allevamento di pollastre e farone risultano essere inferiori rispetto all allevamento di broiler Emissioni convogliate _ 5.3. Emissioni diffuse Gli inquinanti principalmente generati dall attività di allevamento sono ammoniaca e metano derivanti dalla fase di stabulazione degli animali su lettiera, stoccaggio e distribuzione degli effluenti. Pagina 20 di 32

21 5.4. Sistemi di ventilazione In tutti i capannoni è presente un sistema di ventilazione artificiale: l aria entra dalle finestre laterali ed esce estratta per depressione dalle ventole. Capannone 1: Le finestre laterali vengono manualmente aperte o chiuse a seconda dell esigenza. 5 ventole poste sul colmo del tetto estraggono l aria, m 3 /h, per depressione dall interno del capannone. Capannoni 2 e 3: Le finestre laterali sono di tipo wasistas regolate da centraline automatizzate. Un avvisatore acustico rileva il verificarsi di eventuali anomalie legate alla temperatura interna ai capannoni. 14 ventole poste sulla testata di ogni capannone estraggono l aria, m 3 /h, per depressione dall interno del capannone. I fabbricati 2 e 3 sono dotati di sistema computerizzato in grado di, in caso di rilevazione di concentrazioni anomale di ammoniaca (prelevate tramite sonde poste all altezza della testa degli animali), attivare sistemi di ventilazione artificiale di emergenza ai fini di una repentina evacuazione dell inquinante presente all interno del capannone e ristabilirne l ideale habitat. I capannoni saranno dotati di isolamento termico ad alto rendimento: Capannone 1: Dotato di isolamento dato da lana di roccia interposto tra le pareti in muratura e strato di poliuretano presente sul soffitto in muratura Capannoni 2 e 3: Dotati di pareti laterali costituite da pannello sandwich di cm 8 e controsoffitto di pannelli sandwich di cm 5 + camera d aria. I fabbricati 2 e 3 sono inoltre dotati di cooling per il raffrescamento estivo. Pagina 21 di 32

22 5.5. Combustibili Come già descritto nel paragrafo 4.2 in azienda si utilizzerà quale combustibile il G.P.L. per il funzionamento delle cappe riscaldanti e dei generatori di calore utilizzati nei primi giorni di ciclo di ingrasso. Il G.P.L. è stoccato all interno di due serbatoi da litri posti all interno dell impianto. E stata presentata richiesta di C.P.I. e si è in attesa di rilascio del provvedimento. All interno del sito vi è altresì stoccaggio di gasolio agricolo conservato all interno di 2 cisterne esterne in ferro della capacità di ognuna litri, dotate di copertura e bacino di contenimento pari ad almeno 2/3 del volume interno. Pagina 22 di 32

23 5.6. Stato di fatto ed applicazione delle MTD MTD (dal D.M. 29/01/2007) Situazione aziendale Sono da considerare MTD le seguenti tecniche: ricoveri con ventilazione naturale e con pavimenti interamente ricoperti da lettiera e abbeveratoi antispreco per ridurre i consumi eccessivi di acqua, causa di bagnamenti della lettiera stessa in tutta l area adiacente e di conseguenti fermentazioni putride, fonte a loro volta di incremento delle emissioni; ricoveri con ottimizzazione dell isolamento termico e della ventilazione (anche artificiale), con lettiera integrale sui pavimenti e abbeveratoi antispreco come descritti sopra. Il sistema di stabulazione è del tipo a lettiera integrale su tutta la superficie dei capannoni. I ricoveri sono dotati di isolamento termico e dotati di sistema di ventilazione artificiale. L acqua è fornita tramite abbeveratoi e tazzette antispreco. Le tecniche sono annoverate fra le M.T.D. MTD per la riduzione delle emissioni dagli stoccaggi MTD per la riduzione delle emissioni dallo spandimento agronomico degli effluenti palabili: non è la scelta della tecnica di spandimento il fattore guida, ma il tempo che intercorre tra lo spandimento e l incorporazione. È considerato MTD quando l interramento dell effluente avviene entro le 24 ore. L azienda non pratica lo stoccaggio della pollina all esterno delle strutture di allevamento; la stessa viene immediatamente allontanata a fine ciclo e distribuita sui terreni o ceduta a terzi. Lo spandimento della frazione palabile avviene nei metodi e tempi autorizzati nel rispetto delle MTD. Pagina 23 di 32

24 emissioni complessive annuali di ammoniaca e metano, per la potenzialità massima di allevamento, nella configurazione corrispondente ai sistemi di riferimento Inquinante Peso vivo medio annuo (t) Emissioni in fase di STABULAZI ONE Emissioni in fase di STOCCAGGI O Emissioni in fase di TRATTAME NTO Emission i in fase di SPANDI MENTO Emission i TOTALI Ammoniaca 92,438 13,7 5,5-7,3 26,5 Metano 92, ,7-0 3,7 Polveri emissioni complessive annuali di ammoniaca e metano, per la consistenza oggetto d istanza di autorizzazione, in relazione alle tecniche effettivamente utilizzate Inquinante Peso vivo medio annuo (t) Emissio ni in fase di STABUL AZIONE Emissioni in fase di STOCCAG GIO Emissioni in fase di TRATTAM ENTO Emission i in fase di SPANDI MENTO Emissio ni TOTALI Riduzio ne % Ammoniaca 92,438 7,1 3,8-5,0 15,9 40 Metano 92, ,7-0 2,7 27 Polveri Non risulta possibile abbattere ulteriormente le emissioni di ammoniaca dal momento che le tecniche utilizzate in allevamento risultano essere BAT. Il gestore sarà comunque attento ad evitare o, ove non possibile, a ridurre l emanazione di odori sgradevoli, a gestire gli impianti evitando per quanto possibile che si generino emissioni diffuse dalle lavorazioni e a mantenere le botole dei silos di stoccaggio mangime sempre chiuse se non durante la fase di carico del mangime stesso. Pagina 24 di 32

25 Con riferimento alle emissioni di odori e alle emissioni acustiche l azienda fa riferimento allo studio compartimentale, come da accordi con Provincia di Cuneo e Arpa. 6. USO DELL ACQUA E SCARICHI DI ACQUE REFLUE 6.1. Approvvigionamento idrico Le acque utilizzate vengono prelevate dalla locale rete acquedottistica. In Allegato 3B viene riportata la planimetria dello stabilimento rete idrica. Il fabbisogno idrico è prevalentemente determinato dall utilizzo di acqua per l abbeveraggio degli animali ed in parte minore per le operazioni di pulizia e per uso idrosanitari Scarichi di acque reflue È presente uno scarico di acque reflue domestiche provenienti dai servizi igienici a disposizione degli addetti all allevamento, sottoposte a trattamento in fossa Imhoff e scaricate negli strati superficiali del sottosuolo mediante una trincea di subirrigazione. In attuazione al D.P.G.R. 20 febbraio 2006, n. 1/R, Regolamento regionale recante Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di lavaggio di aree esterne (Legge Regionale 29 dicembre 2000, n. 61), e s.m.i. la ditta presenta planimetria e relazione tecnica: PLANIMETRIA: La planimetria relativa alla gestione delle acque meteoriche è disponibile in allegato 4. Essa riporta l indicazione di: Aree scoperte impermeabilizzate e non Aree di carico/scarico animali Area stoccaggio rifiuti Pagina 25 di 32

26 Non sono presenti presso l impianto opere di stoccaggio o di trattamento per le acque di prima pioggia. Non sono altresì presenti punti di immissione delle acque meteoriche in corpi idrici recettori. RELAZIONE TECNICA: Le attività svolte presso l insediamento e le eventuali normative settoriali concorrenti nelle finalità del presente regolamento sono state precedentemente argomentate. Le diverse tipologie di superfici individuate presso l impianto sono così caratterizzate: Aree scoperte impermeabilizzate e non Costituite dai tetti dei ricoveri. Su di esse non sussiste il rischio di inquinamento delle acque meteoriche. Le acque piovane ricadenti si disperdono nell area non impermeabilizzata fra i ricoveri o attorno ai fabbricati di servizio. Su tali superfici non vengono effettuate operazioni di lavaggio. Sono inoltre costituite dalla porzione cementata del piazzale aziendale antistante i ricoveri: su di esse non sussiste il rischio di inquinamento delle acque meteoriche in quanto non avviene stoccaggio di materiali potenzialmente inquinanti tali aree. Su tali aree avviene la movimentazione degli automezzi. Sul piazzale non viene effettuato lo stoccaggio di materiali. Aree carico/scarico animali Superfici impermeabilizzate scoperte poste nell area antistante i ricoveri (cfr planimetria). In occasione dello scarico dei pulcini o del carico degli animali destinati alla macellazione (mediamente 5 carichi/anno) si verifica un imbrattamento di tali aree con residui di lettiera mista a pollina trascinati dalle ruote del muletto che effettua il carico/scarico delle gabbie. Un simile imbrattamento si verifica inoltre in occasione dell allontanamento della pollina dai ricoveri. Tali aree vengono allora accuratamente spazzate immediatamente al termine delle operazioni di carico/scarico di animali. I residui raccolti vengono riportati all interno dei ricoveri. Allo stesso modo, al termine dell allontanamento della pollina, le aree vengono spazzate ed i residui sono allontanati insieme alla pollina stessa. Tali superfici non sono soggette a lavaggio. Pagina 26 di 32

27 Le acque piovane ricadenti su tali aree vengono recapitate poi sul suolo circostante. Area stoccaggio rifiuti Ogni tipologia di rifiuto è stoccata in adeguati cassonetti. I cassonetti sono posti in luogo riparato da intemperie, per evitare che, soprattutto l acqua piovana, possa intaccare la loro idoneità o alterare la composizione del rifiuto stesso. DISCIPLINARE : Frequenza e modalità delle operazioni di pulizia e lavaggio Nessuna area esterna viene lavata In merito alla pulizia, sono previste le seguenti operazioni: Aree impermeabilizzate scoperte: il piazzale viene spazzato mensilmente; Aree di carico/scarico animali: tali aree vengono accuratamente spazzate immediatamente al termine delle operazioni di carico/scarico di animali. I residui raccolti vengono riportati all interno dei ricoveri. Allo stesso modo, al termine dell allontanamento della pollina, le aree vengono spazzate ed i residui sono allontanati insieme alla pollina stessa. Procedure di intervento e di eventuale trattamento in caso di sversamenti accidentali In caso di sversamenti accidentali l azienda interviene sulle superfici tamponando ed assorbendo i materiali inquinanti tramite l utilizzo di idonei materiali inerti assorbenti in relazione alla tipologia di materiali sversati. Al momento del possibile inquinamento si cosparge la superficie di materiale assorbente e contemporaneamente si contatta una ditta specializzata ed autorizzata al ritiro dei rifiuti prodotti in azienda che prontamente si occupa dello smaltimento del materiale contaminato tramite i seguenti codici CER: : assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelle di cui alla voce Pagina 27 di 32

28 6.3. Bilancio idrico Si presume un consumo annuale di acqua pari a m 3 /anno Acqua prelevata Acqua per uso potabile e servizi igienici m 3 /anno 10 Acqua per uso produttivo Altro (specificare) Acqua Totale Prelevata Stato di fatto ed applicazione delle MTD MTD (dal D.M. 29/01/2007) Pulizia degli ambienti e delle attrezzature con acqua ad alta pressione o con idropulitrici quando si è alla fine del ciclo e gli animali sono stati rimossi. E importante trovare un giusto equilibrio tra l esigenza di mantenimento di adeguate condizioni igieniche attraverso la pulizia e la necessità di non aumentare eccessivamente il volume di liquami da stoccare ed avviare successivamente allo spandimento agronomico. Installazione e mantenimento in efficienza dei contatori idrici in modo da avere una registrazione affidabile dei consumi che dovranno essere annotati almeno mensilmente per monitorare i consumi ed identificare le perdite. Esecuzione periodica dei controlli sulla pressione di erogazione agli abbeveratoi Controllo frequente ed interventi di riparazione nel caso di perdite da raccordi, rubinetti ed abbeveratoi. Situazione aziendale Le operazioni di pulizia vengono effettuate a secco, con successiva nebulizzazione del disinfettante durante i periodi di vuoto sanitario. L allevamento risulta allacciato alla locale rete acquedottistica. È, inoltre, presente un sistema computerizzato in grado di monitorare i consumi idrici ed individuare eventuali perdite, consentendo una tempestiva riparazione 7. EMISSIONI SONORE Relativamente alle emissioni sonore l azienda fa riferimento allo studio compartimentale come da accordi con Provincia di Cuneo e Arpa. Pagina 28 di 32

29 8. PRODUZIONE E GESTIONE RIFIUTI 8.1. Rifiuti prodotti Le tipologie di rifiuto prodotte in azienda sono: - Rifiuti pericolosi che devono essere raccolti e smaltiti applicando particolari precauzioni per evitare infezioni: cod CER ; kg 10/anno. - Rifiuti pericolosi: imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze: cod CER ; kg 10/anno - Rifiuti pericolosi: Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati: cod CER ; kg 50 kg/anno - Rifiuti pericolosi: accumulatori esausti: cod CER ; kg 50/anno - Rifiuti pericolosi: filtri esausti: cod CER ; kg 10/anno Tutte le tipologie di rifiuti prodotte dall Azienda sono raccolte e smaltite dalla ditta autorizzata Cascina Pulita, che rilascia formulari indispensabili per la compilazione del registro di carico e scarico rifiuti (Mod. A) e per la presentazione annuale del MUD. Ogni tipologia di rifiuto è stoccata in adeguati cassonetti. I cassonetti sono posti in luogo riparato da intemperie, per evitare che, soprattutto l acqua piovana, possa intaccare la loro idoneità o alterare la composizione del rifiuto stesso. I cassonetti poggiano su superficie cementata. 9. PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI - PROTEZIONE DEL SUOLO E DELLE ACQUE SOTTERRANEE Si prega di fare riferimento al paragrafo 6.2 Pagina 29 di 32

30 Parte quarta: Valutazione integrata e monitoraggio 10. VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE SISTEMI DI STABULAZIONE: I sistemi di stabulazione risultano essere in linea con le Migliori Tecniche Disponibili. TECNICHE DI ALIMENTAZIONE: Le tecniche di alimentazione ed abbeveraggio degli animali sono annoverate fra le MTD. PRODUZIONE ED UTILIZZO DELLE ENERGIE: Non si ritengono necessari interventi di miglioramento dell efficienza energetica. UTILIZZO DELL ACQUA: Non si ritengono necessari interventi di miglioramento dell efficienza idrica. EMISSIONI SONORE: Non si ritengono necessari interventi di adeguamento. PRODUZIONE E GESTIONE RIFIUTI: La produzione e gestione dei rifiuti avviene secondo le prescrizioni specifiche. GESTIONE REFLUI: La gestione dei reflui avviene attuando le MTD. Pagina 30 di 32

31 11. PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO Impianto e ciclo produttivo PARAMETRO Numero di capi prodotti (numero di capi che hanno terminato il ciclo di allevamento nell anno considerato) TIPO DI DETERMINAZIONE Calcolo sulla base del registro di stalla e/o dei documenti di vendita U.M. METODICA unità - - Presenza media di capi Misura diretta unità - - Numero di capi morti o tasso di mortalità Calcolo sulla base del registro di stalla e/o dei documenti di smaltimento carcasse unità o % PUNTO DI MONITORAGGIO FREQUENZA - - Riepilogo annuale Riepilogo annuale Riepilogo annuale MODALITÀ DI REGISTRAZIONE/ TRASMISSIONE DATI Dati da conservare per almeno 5 anni. Invio riepilogo annuale agli enti competenti Consumi energetici PARAMETRO Consumo di energia elettrica (da rete) Consumo di GPL Consumo di energia termica Consumi specifici di energia TIPO DI DETERMINAZIONE Misura diretta continua Misura diretta discontinua Calcolo sulla base dei consumi di GPL Calcoli sulla base dei consumi e della produzione U.M. MWh METODICA Lettura contatore PUNTO DI MONITORAGGIO Punto di consegna energia elettrica da rete fissa m MWh - - KWh / ton di peso vivo - - FREQUENZA Riepilogo consumi: annuale MODALITÀ DI REGISTRAZIONE/ TRASMISSIONE DATI Dati da conservare per almeno 5 anni. Invio riepilogo annuale agli enti competenti Pagina 31 di 32

32 Uso dell acqua PARAMETRO Uso dell acqua Consumo specifico di acqua TIPO DI DETERMINAZIONE Misura diretta continua Controllo condizioni operative del sistema di distribuzione dell acqua Calcoli sulla base dei consumi e della produzione U.M. m 3 - litri / capo per ciclo METODICA Lettura misuratore di portata Controllo visivo Controllo pressione di erogazione PUNTO DI MONITORAGGIO Allacciamento acquedotto Sistemi di distribuzione dell acqua Abbeveratoi FREQUENZA Riepilogo consumi: mensile Giornaliera Mensile - - Annuale MODALITÀ DI REGISTRAZIONE/ TRASMISSIONE DATI Invio riepilogo annuale agli enti competenti - Invio riepilogo annuale agli enti competenti Pagina 32 di 32

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