La filiera agrumicola

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1 La filiera agrumicola 1

2 1. La situazione produttiva in Italia Superficie totale In Italia la superficie investita ad agrumi nel quadriennio ammonta a ettari, dei quali ,8 ad arancio, a limone a clementine, ,8 a mandarino e 1.840,5 ad altri agrumi (Tab.1). Nel periodo considerato la superficie agrumicola si è ridotta del 4,5% ma, analizzando i dati per singola specie, si rileva che, sono soprattutto gli investimenti a limone (-14,7%) e a mandarino (-12,9%) a registrare le più significative contrazioni, mentre la tendenza flessiva a carico delle arance e degli agrumi minori (bergamotto, cedro, chinotto e pompelmo) è meno marcata (-3,3% e -1,4% rispettivamente). Le superfici investite a clementine invece rilevano una significativa tendenza espansiva (+11,6%). Tab. 1 - Superficie totale ad agrumi - Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Arancio , , ,8-3,3 Mandarino , , ,8-12,9 Clementine , , ,0 11,6 Limone , , ,0-14,7 Altri agrumi 1.867, , ,5-1,4 Agrumi , , ,0-4,5 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. La generale contrazione delle superfici agrumicole italiane è da ricondurre alla crescente concorrenza di alcuni Paesi produttori - esportatori (Spagna, Argentina, Israele, Marocco ed altri rivieraschi del Bacino del Mediterraneo). Questi, ampliando le quantità di agrumi disponibili per il consumo fresco nelle piazze europee, hanno determinato un abbassamento dei prezzi in termini reali. Gli effetti si risentono, peraltro, anche sul mercato interno che tende a saturarsi per via dell afflusso di crescenti quote di prodotto non più assorbite dall esportazione (La Via, Pecorino, 1996). Ad aggravare la situazione contribuisce la globalizzazione dei mercati e la politica comunitaria che tende progressivamente alla riduzione dell intervento a sostegno dei mercati e dei prezzi, all introduzione delle quantità massime garantite, alle graduali riduzioni dei prezzi di ritiro per il prodotto fresco e del prezzo minimo per il prodotto avviato alla trasformazione industriale. In tali condizioni, gli imprenditori agricoli, hanno ridotto la realizzazione di nuovi investimenti e 2

3 abbandonato gli agrumeti situati in aree marginali o che, comunque, comportano costi di produzione elevati rispetto ai ricavi (Bellia, 1999). Sono in particolare le coltivazioni a limoni e a mandarini ad accusare le più marcate riduzioni di reddito anche a causa dello scadimento qualitativo delle produzioni per effetto delle ridotte pratiche colturali. La superficie agrumicola è concentrata nell Italia meridionale (99,3% del totale nazionale) ed in modo preminente in Sicilia (58% del totale nazionale) ed in Calabria (24%) (Tab.2). In tali regioni si realizza una differente dinamica degli investimenti, mentre in Sicilia si riducono del 9,3% in Calabria sono aumentati del 4%. Tab. 2 - Evoluzione della superficie agrumicola per regioni - Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania 4.992, , ,5-19,7 Puglia , , ,3 7,8 Basilicata 7.309, , ,8 10,9 Calabria , , ,0 4,0 Sicilia , , ,5-9,3 Sardegna 7.003, , ,3 1,6 Altre* 1.453, , ,8-19,6 Italia , , ,0-4,5 *Comprendono: Liguria, Lazio e Toscana e Abruzzo dal 2003 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. La distribuzione delle singole specie è caratterizzata da una specifica distribuzione territoriale, così: la coltivazione dell arancio è praticata in prevalenza in Sicilia (58,6% della superficie arancicola nazionale) ed in Calabria (23,3%) (Tab. 3); la limonicoltura quasi esclusivamente in Sicilia (88,5% della superficie limonicola nazionale) (Tab. 4), le clementine in Calabria (dove si concentra il 48,1% della superficie nazionale) e Puglia (20,1%) ma registrano un significativo aumento in diverse regioni produttrici ad esclusione della Sicilia ove si è verificato nel decennio considerato una marcata riduzione degli investimenti (-17,9%) (Tab. 5); i mandarini si concentrano prevalentemente in Sicilia (58,8% della superficie mandarinicola nazionale) e Calabria (26,5%) (Tab. 6). Fra gli agrumi minori, il bergamotto caratterizzato da investimenti stabili nel periodo esaminato (1.459,3 ettari), mentre il cedro ha registrato una significativa contrazione (-14%). Tali coltivazioni vengono realizzate esclusivamente in Calabria. Il pompelmo realizza incrementi 3

4 marcati delle superfici investite; tale coltura nel corso degli anni 90 è stata abbandonata in tutte le regioni ed oggi è coltivata soltanto in Sicilia (Tab.7). Tab.3 - Superficie totale ad arancio - Italia (ettari) Variazione % 1993/ / / / /96 Campania 2.105, , ,5-25,1 Puglia 5.935, , ,3 1,0 Basilicata 4.883, , ,8 18,2 Calabria , , ,0-3,3 Sicilia , , ,8-4,5 Sardegna 4.985, , ,3 1,4 Altre* 1.302, ,3 983,3-24,5 Italia , , ,8-3,3 *Comprendono: Liguria, Lazio, Toscana e Abruzzo dal Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab. 4 -Superficie totale a limoni - Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania 1.626, , ,0-16,8 Puglia 316,5 306,8 280,3-11,5 Basilicata 202,5 36,0 55,3-72,7 Calabria 1.371, , ,3 9,6 Sicilia , , ,0-15,5 Sardegna 500,5 482,5 473,0-5,5 Altre* 56,0 58,8 62,3 11,2 Italia , , ,0-14,7 *Comprendono: Liguria, Lazio e Toscana. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 4

5 Tab. 5 - Superficie totale a clementine - Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania 380,5 397,0 402,5 5,8 Puglia 3.771, , ,5 26,8 Basilicata 2.133, , ,3 6,8 Calabria 9.386, , ,5 21,6 Sicilia 4.706, , ,5-17,9 Sardegna 836,0 915,3 921,0 10,2 Altre* 53,0 61,0 74,8 41,0 Italia , , ,0 11,6 *Comprende il Lazio Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab. 6 - Superficie totale a mandarino - Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania 880,0 824,8 676,5-23,1 Puglia 368,5 246,3 152,3-58,7 Basilicata 85,8 10,0 2,5-97,1 Calabria 2.196, , ,5 26,5 Sicilia 7.799, , ,5-20,9 Sardegna 682,0 670,3 671,0-1,6 Altre* 39,3 32,5 47,5 21,0 Italia , , ,8-12,9 Comprendono: Liguria e Lazio Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 5

6 Tab. 7 - Superficie totale ad altri agrumi in Italia (ettari) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Cedro Calabria 82,0 63,7 70,5-14,0 Italia 82,0 63,7 70,5-14,0 Pompelmo Puglia 5,0 Basilicata 4,0 Calabria 120,3 Sicilia 70,0 233,3 309,8 342,5 Italia 199,3 233,3 309,8 52,9 Bergamotto Calabria 1.461, , ,3-0,2 Italia 1.461, , ,3-0,2 Chinotto Liguria 2,7 1,0 1,0-62,5 Calabria 122,0 0,0 0,0 Italia 124,7 1,0 1,0-99,2 Totale altri agrumi 1.867, , ,5-1,4 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 6

7 1.2 - Produzione raccolta La produzione agrumicola nazionale nell ultimo decennio si è mantenuta stabile intorno ai 29 milioni di quintali (Tab.8). Tale risultato è riconducibile alla contrazione degli investimenti, soprattutto a carico di alcune colture agrumicole (limoni e mandarini), per le variazioni climatiche stagionali che influenzano le produzioni e per la flessione delle rese produttive unitarie in seguito alla riduzione delle pratiche colturali per talune specie. In particolare si è avuta una riduzione delle rese unitarie medie per l arancio e il limone, in crescita quelle delle clementine, stabili quelle dei mandarini. Fra le colture che hanno accusato nel periodo considerato le maggiori flessioni di produzione i limoni e i mandarini (-12,3% e 5,2% rispettivamente), mentre le clementine e gli agrumi minori appaiono in forte crescita (+31,1% e +31,5%), le arance mantengono pressoché stabile l andamento delle produzioni conseguite. Tab. 8 - Evoluzione della produzione agrumicola in Italia per coltura (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Arancio , , ,3-0,3 Mandarino , , ,0-5,2 Clementine , , ,0 31,1 Limoni , , ,0-12,3 Altri agrumi , , ,0 31,5 Agrumi , , ,3 0,4 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Come per la superficie, anche per la produzione la Sicilia è la regione più importante, accentrando in media il 53,9% della produzione agrumicola nazionale, seguita dalla Calabria con il 32,2% (Tab.9). In Sicilia nel periodo esaminato si è verificato congiuntamente alla contrazione degli investimenti la riduzione della produzione (-6,1%), mentre in Calabria i volumi prodotti nello stesso periodo sono aumentati di circa il 13%. Le arance con 18,2 milioni di quintali, rappresentano il 61,8% della produzione agrumicola nazionale; tale produzione è concentrata prevalentemente in Sicilia (53,3%) ed in Calabria (32,4%), le altre regioni detengono la rimanente quota (pari al 14,3%) (Tab.10). La produzione limonicola italiana media si è attestata sui 5,4 milioni di quintali (18,2% della produzione agrumicola nazionale) ed è concentrata essenzialmente in Sicilia (88,7%) (Tab.11). I mandarini hanno perso negli ultimi anni, molta della loro importanza, ed oggi la produzione media, pari a 1,6 milioni di quintali, contribuisce marginalmente alla produzione agrumicola nazionale (5,4%). La produzione mandarinicola è concentrata in Sicilia (55,1%) e Calabria (31,5%) (Tab.12). Le clementine negli anni si sono affermate a discapito de mandarini ed oggi, con una 7

8 produzione media di circa 4 milioni di quintali, determinano il 13,6% della produzione agrumicola nazionale. La produzione di clementine è in generale espansione in tutta l Italia e in particolare nelle regioni meridionali; la Sicilia accusa una evoluzione in controtendenza e registra una forte flessione delle produzioni (-25,8%). Le regioni maggiormente produttrici sono la Calabria (64,3% della produzione nazionale), la Puglia (14%) e la Sicilia (12%) (Tab.13). La produzione raccolta degli agrumi minori nell ultimo quadriennio (2001/04) è stata in media di quintali (1% della produzione agrumicola nazionale). Come per le superfici anche le produzioni sono in forte espansione (+31,5%) rispetto agli inizi degli anni 90. La produzione dei bergamotti è stata di quintali realizzati esclusivamente in Calabria, il pompelmo prodotto in Sicilia ha raggiunto quintali, le produzioni medie di cedro e chinotto rispettivamente di e 80 quintali mostrano una marcata contrazione (-22,9% e -72,1%) (Tab.14). Tab. 9 - Evoluzione della produzione di agrumi in Italia e per regione (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania , , ,3-6,3 Puglia , , ,8 45,3 Basilicata , , ,5-35,6 Calabria , , ,8 12,9 Sicilia , , ,8-6,1 Sardegna , , ,8 14,9 Altre* , , ,5 11,0 Italia , , ,3 0,4 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab. 10 Evoluzione della produzione di arance in Italia (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania , , ,0-13,8 Puglia , , ,0 65,7 Basilicata , , ,5-40,1 Calabria , , ,0-0,9 Sicilia , , ,5 0,1 Sardegna , , ,0 13,6 Altre* , , ,3 5,7 Italia , , ,3-0,3 *Comprendono: Lazio, Liguria e Toscana. Dal 2003 Abruzzo Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 8

9 Tab. 11 Evoluzione della produzione di limoni in Italia (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania , , ,5-0,2 Puglia , , ,8-6,3 Basilicata 7.228, , ,3-44,0 Calabria , , ,8 10,5 Sicilia , , ,8-14,0 Sardegna , , ,0 5,2 Altre* 4.703, , ,0 50,3 Italia , , ,0-12,3 *Comprendono: Lazio, Liguria e Toscana. Fonte:elaborazioni su dati ISTAT Tab. 12 Evoluzione della produzione di mandarino in Italia (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania , , ,0-13,4 Puglia , , ,3-63,4 Basilicata , ,8 702,0-93,5 Calabria , , ,3 26,8 Sicilia , , ,5-14,3 Sardegna , , ,8 24,1 Altre* 2.744, , ,3 45,6 Italia , , ,0-5,2 *Comprendono: Lazio e Liguria. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Tab. 13 Evoluzione della produzione delle clementine in Italia (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Campania , , ,8 31,5 Puglia , , ,8 34,7 Basilicata , , ,8-14,6 Calabria , , ,8 60,5 Sicilia , , ,0-25,8 Sardegna , , ,0 22,2 Altre* 5.268, , ,0 102,2 Italia , , ,0 31,1 * Comprende il Lazio Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 9

10 Tab. 14 Evoluzione della produzione di altri agrumi in Italia (quintali) 1993/ / /04 Variazione % 2001/ /96 Cedro Calabria , , ,0-22,9 Italia , , ,0-22,9 Pompelmo Puglia 900,0 Basilicata 266,3 Calabria ,7 Sicilia , , ,0 254,8 Italia , , ,0 47,1 Bergamotto Calabria , , ,0 Italia , , ,0 Chinotto Liguria 286,7 83,3 80,0-72,1 Calabria ,3 0,0 0,0-100,0 Italia ,0 83,3 80,0-99,6 Totale altri agrumi , , ,0 31,5 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 10

11 2. L agrumicoltura nel sistema agricolo regionale Superficie totale In Sicilia la superficie agrumicola media è passata da ,8 ettari del quadriennio 1993/96 a ,5 ettari del quadriennio 2001/04 segnando una riduzione del 9,3%. In particolare, ,8 ettari sono ad arancio, a limone, 6.167,5 a mandarini, 3.862,5 a clementine e 309,8 a pompelmi (Tab.15). Tutte le colture subiscono una flessione degli investimenti, quelle più marcate riguardano i mandarini (-20,9%) le clementine (-17,9%) ed i limoni (-15,5%); più modeste a carico delle arance (-4,5%), mentre i pompelmi mostrano una dinamica favorevole degli investimenti. Tab Dinamica della superficie agrumicola in Sicilia per coltura (ettari) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Arancio , , ,8-4,5 Mandarino 7.799, , ,5-20,9 Clementine 4.706, , ,5-17,9 Limoni , , ,0-15,5 Pompelmi 70,0 233,3 309,8 342,5 Agrumi , , ,5-9,3 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. L agrumicoltura siciliana si concentra principalmente nella Sicilia orientale, nelle province di Catania (36,8% della superficie agrumicola regionale), Siracusa (23,3%) e Messina (11,9%). (Tab.16). La coltivazione delle arance è il segmento produttivo più importante; pur interessando tutte le nove province siciliane, si concentra maggiormente in quelle di Catania (42,7% della superficie arancicola regionale), Siracusa (27,4%), Enna (9,9%) ed Agrigento (6,7%) (Tab.17). Nella Sicilia centro-orientale dominano le varietà a polpa pigmentata tra le quali spicca il Tarocco che in questo areale trova le condizioni pedoclimatiche più favorevoli. Nella provincia di Agrigento prevalgono gli aranceti a polpa bionda, con le varietà del gruppo Navel ; fra queste spicca la cultivar Washington Navel. La coltivazione del limone in Sicilia è diffusa nelle province di Messina (28,3% della superficie limonicola regionale), Catania (24,2%) e Palermo (23,7%), segue per importanza la provincia di Siracusa (18,3%); la provincia di Enna, il cui territorio e tutto nell area interna 11

12 dell Isola, è la sola che non registra significative estensioni limonicole (Tab.18), infatti la coltura predilige gli areali costieri caratterizzati dal clima più mite. Le aree maggiormente vocate alla coltivazione delle clementine ricadono lungo la costa orientale, in provincia di Catania (dove si concentra il 45,2% della superficie regionale) e meridionale, nelle province di Ragusa (25,9%) e Siracusa (18,2%) (Tab.19). La mandarinicoltura è concentrata nelle province di Palermo (37,1% della superficie mandarinicola regionale) e Catania (31,8%), segue per importanza la provincia di Messina (13%) e quella di Ragusa (9,7%) (Tab.20). La coltivazione del pompelmo in Sicilia è modesta rappresenta appena lo 0,3% della superficie agrumicola regionale. Gli investimenti dagli inizi degli anni 90 ad oggi, si sono concentrati nel polo produttivo della provincia di Siracusa (Tab.21). Tab Dinamica della superficie agrumicola in Sicilia per province (ettari) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento 4.209, , ,8 7,6 Caltanissetta 642,0 659,0 640,0-0,3 Catania , , ,5-7,4 Enna 6.447, , ,0-2,4 Messina , , ,8-7,6 Palermo , , ,0-27,9 Ragusa 6.001, , ,0-12,9 Siracusa , , ,5-7,4 Trapani 2.118, , ,0-5,8 Sicilia , , ,5-9,3 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab Dinamica della superficie coltivata ad arancio in Sicilia (ettari) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento 3.881, , ,5 8,7 Caltanissetta 545,8 563,0 544,0-0,3 Catania , , ,0-2,6 Enna 6.384, , ,0-2,6 Messina 3.370, , ,3-7,8 Palermo 1.211, ,5 700,0-42,2 Ragusa 2.957, , ,0 1,4 Siracusa , , ,0-8,4 Trapani 1.021, ,5 950,0-7,0 Sicilia , , ,8-4,5 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 12

13 Tab Dinamica della superficie coltivata a limone in Sicilia (ettari) Var. % 1993/ / / / /96 Agrigento 91,0 90,5 90,0-1,1 Caltanissetta 40,8 40,0 40,0-1,8 Catania 8.332, , ,0-17,0 Enna Messina 8.325, , ,0-2,7 Palermo 9.808, , ,0-30,7 Ragusa 794,3 700,0 625,0-21,3 Siracusa 5.632, , ,0-7,1 Trapani 860,3 853,5 825,0-4,1 Sicilia , , ,0-15,5 Fonte:elaborazioni su dati ISTAT. Tab Dinamica della superficie coltivata a clementine in Sicilia (ettari) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento 159,0 158,0 161,5 1,6 Caltanissetta 12,0 12,0 12,0 0,0 Catania 2.094, , ,5-16,6 Enna 43,0 46,0 50,0 16,3 Messina 96,0 78,0 60,0-37,5 Palermo 36,0 47,8 52,5 45,8 Ragusa 1.357, , ,0-26,3 Siracusa 823,0 745,0 702,5-14,6 Trapani 86,5 81,8 77,5-10,4 Sicilia 4.706, , ,5-17,9 Fonte: elaborazione su dati ISTAT 13

14 Tab. 20 Dinamica della superficie coltivata a mandarino in Sicilia (ettari) Var. % 1993/ / / / /96 Agrigento 77,8 59,5 59,8-23,2 Caltanissetta 43,5 44,0 44,0 1,1 Catania 2.467, , ,0-20,6 Enna 19,5 17,8 20,0 2,6 Messina 1.269, ,5 802,5-36,8 Palermo 2.595, , ,5-11,8 Ragusa 892,5 712,5 600,0-32,8 Siracusa 285,3 262,5 251,3-11,9 Trapani 150,0 145,8 142,5-5,0 Sicilia 7.799, , ,5-20,9 Fonte:elaborazioni su dati ISTAT. Tab.21 - Dinamica della superficie investita a pompelmo in Sicilia (ettari) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Catania 0,0 0,0 5,0 Siracusa ,3 304,8 335,4 Sicilia 70,0 233,3 309,8 342,5 Fonte:elaborazioni su dati ISTAT. 14

15 2.2 - Produzione ai prezzi di base Il valore della produzione ai prezzi di base dell agrumicoltura siciliana nella media ammonta a 593,1 milioni di euro correnti, concorrendo con il 16,3% alla formazione della produzione agricola regionale ai prezzi di base (Tab. 22). Alla costituzione del valore della produzione agrumicola siciliana concorrono prevalentemente le arance ed i limoni rispettivamente con il 52,8% ed il 37,2% del valore, mentre le clementine, i mandarini e gli altri agrumi concorrono per il restante 10%. Il valore della produzione ai prezzi di base dell agrumicoltura siciliana nel periodo esaminato è cresciuto del 5,2% a fronte dell incremento del valore della produzione agricola regionale dell 11,3%. Dal raffronto delle due medie risalta in particolare la forte riduzione del valore delle clementine pari al 12,1% e dei limoni pari al 7,9%. La contrazione del valore delle clementine in Sicilia in controtendenza rispetto al dato nazionale (+52,1%) è da ricondurre alla realizzazione di impianti in aree non vocate, ma anche all impiego di cultivar apirene che non trovano facile collocazione nel mercato sia per la pezzatura, che per il prezzo di vendita superiore a quello dei Paesi del bacino del Mediterraneo; conseguentemente gli impianti vengono abbandonati, spiantati oppure riconvertiti. Sebbene il contributo del comparto agrumicolo nell economia agricola regionale si sia progressivamente ridimensionato, l agrumicoltura continua ad avere un ruolo importante in termini socio-economici come fonte occupazionale e di reddito. Il valore della produzione agricola siciliana rappresenta nel complesso l 8,1% del valore della produzione agricola nazionale. La forte concentrazione fa si che più incisivo l apporto fornito dalle produzioni agrumicole siciliane costituisca oltre la metà del valore complessivo nazionale (54,5%); inoltre, la Sicilia accentra la quasi totalità del valore della produzione limonicola nazionale (88,7%), e grandi frazioni delle produzioni arancicola e mandarinicola nazionale (53,4% e 46,5% rispettivamente) mentre contribuisce meno alla formazione del valore della produzione delle clementine (12,2%). Il contributo alla formazione del valore della produzione agrumicola appare in sostanziale correlazione con la ripartizione delle estensioni occupate dalle differenti colture in Sicilia, rivelando una capacità di reddito che si discosta piuttosto poco da coltura a coltura. 15

16 Tab Produzione ai prezzi di base della Sicilia e dell'italia (migliaia di euro correnti) 1993/ / /04 Var.% 2001/ /96 Valori % Valori % Valori % Sicilia Arance ,7 46, ,6 47, ,6 52,8 18,4 Mandarini ,2 6, ,0 6, ,9 6,1 1,0 Limoni ,8 42, ,2 41, ,3 37,2-7,9 Clementine ,2 4, ,3 3, ,9 3,4-12,1 Altri agrumi 731,2 0, ,1 0, ,6 0,5 298,9 Agrumi ,9 100, ,2 100, ,2 100,0 5,2 Agricoltura , , ,4 11,3 Agrumi/Agricoltura 17,3 14,4 16,3 Italia Arance ,1 53, ,1 52, ,5 53,8 17,0 Mandarini ,9 6, ,4 6, ,9 7,1 31,5 Limoni ,7 28, ,8 25, ,1 22,9-6,1 Clementine ,8 11, ,4 15, ,6 15,3 52,1 Altri agrumi 5.053,0 0, ,8 0, ,5 0,9 88,5 Agrumi ,6 100, ,6 100, ,7 100,0 15,9 Agricoltura , , ,1 13,1 Agrumi/Agricoltura 2,4 2,2 2,4 Incidenza della produzione ai prezzi di base della Sicilia sulla Produzione ai prezzi di base dell'italia (%) Arance 52,8 49,5 53,4 Mandarini 60,6 57,9 46,5 Limoni 90,4 87,8 88,7 Clementine 21,1 13,6 12,2 Altri agrumi 14,5 25,1 30,6 Agrumi 60,0 54,4 54,5 Agricoltura 8,3 8,4 8,1 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 16

17 2.2 - Distribuzione territoriale degli agrumi Le zone agrumicole siciliane a maggiore vocazione produttiva sono difformi sia negli aspetti ambientali e pedoclimatici che nelle specie e varietà coltivate. La coltivazione delle arance pur interessando tutte le province siciliane si concentra maggiormente in quelle di Catania, Siracusa, Enna ed Agrigento. Il patrimonio varietale è rappresentato per circa il 70% dalle cultivar pigmentate e per il restante 30% dalle cultivar a polpa bionda. La coltivazione delle arance pigmentate è localizzata nella Sicilia orientale in quanto le esigenze climatiche non le permettono di avere un ampia plasticità di adattamento agli ambienti siciliani e nel contempo gli permettono di avere una buona dotazione di antociane. L ampia diffusione della cultivar Tarocco, ha permesso di individuare numerosi cloni, fra quelle più importanti, diffuse ricorrendo prevalentemente al reinnesto di piante adulte si ricordano: Tarocco Scirè, Tarocco Gallo, Tarocco Nucellare 57 1E-1, Tarocco rosso, Tarocco Galici e Tarocco Catania. Altre cultivar a maturazione tardiva come Messina, Misterbianco e Meli, si avvantaggiano della frigoconservazione che consente di aumentare ulteriormente i livelli di pigmentazione e i contenuto di antociane. La zona arancicola maggiormente estesa è la Piana di Catania e l interno catanese con la cultivar Tarocco, che ha sostituito gradualmente la cv. Moro e cv. Sanguinello in quanto assicura più elevati redditi. La provincia di Catania può considerarsi all avanguardia rispetto alle altre zone, registrando i livelli produttivi più alti. Nella zona del Sudovest etneo oltre alla cultivar Tarocco, è presente il Sanguinello in superfici ridotte, consociato con Sanguigno, Doppio Sanguigno e Biondo ed i livelli produttivi appaiono discreti. Simile è l arancicoltura nel Sudest etneo ma con produzioni qualitativamente mediocri. Altra zona importante è quella intorno a Palagonia - Scordia caratterizzata dal Sanguinello. Altre zone di diffusione sono: la Piana di Mineo, simile alla Piana di Catania, ed alcune aree nei comuni di Grammichele e Caltagirone. A Siracusa, nella fascia interna al confine con la provincia di Catania, l arancicoltura si localizza principalmente nei territori di Carlentini, Lentini e Francofonte con impianti pianeggianti o terrazzati in cui si rinvengono le cultivar Tarocco, Moro e Sanguinello. Nella parte sud orientale della provincia di Enna, nella zona di Centuripe, si distinguono due aree, una limitrofa a quella di Adrano, dove sono prevalenti le cultivar Sanguinello comune e Biondo comune, e un altra sui terreni acclivi terrazzati nei quali si coltiva principalmente il Tarocco. 17

18 Le varietà a polpa bionda ( Biondo, W. Navel, Navelina, Valencia e Ovale ) sono diffuse uniformemente sul territorio, anche se presenti su estensione complessivamente inferiore rispetto alle varietà a polpa pigmentata. Nella provincia di Agrigento si sviluppa la maggiore area investita ad arance bionde, in particolare nel comune di Ribera e nei territori di Calamonaci, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Burgio, Sciacca e Caltabellotta, con la cultivar Washington Navel, che ha trovato in questi ambienti il clima ideale. Nel territorio di Ribera è presente su un estensione di una decina di ettari il vaniglia poco apprezzato dai consumatori per il gusto dolce, la presenza di semi, le pareti degli spicchi spesse. Nel corso degli ultimi anni si è diffusa il Vaniglia apireno che producono frutti con caratteristiche migliori: assenza di semi, pareti sottili degli spicchi. Tali arance alimentano un modesto mercato nella Sicilia occidentale dove sono apprezzate per il gusto e per le diete alimentari a carico dell apparato digerente. Le zone ove la limonicoltura è maggiormente diffusa sono rappresentate dalle fasce litoranee comprese fra Siracusa e Messina, sul versante ionico e fra quest ultima e Palermo, sul versante tirrenico. Le cultivar Femminello comune o Siracusano, Interdonato, Monachello e Lunario sono diffuse principalmente nelle province di Siracusa, Palermo, Catania, Messina e Trapani. La limonicoltura versa in condizioni di forte declino; la competizione esercitata dalle produzioni estere (Argentina e Paesi del bacino del Mediterraneo), ampliando l offerta, determina un basso livello dei prezzi che assieme agli elevati costi di produzione interni, rende la coltura poco redditizia. Tra le cause del declino si può annoverare anche la forte incidenza della patologia del malsecco causata dalla diffusione di una crittogama vascolare che causa il deperimento e talora il disseccamento delle piante; nell ambito delle diverse cultivar sono stati, quindi, selezionati dei cloni che meglio si adattano ai diversi ambienti siciliani e che esprimono una maggiore resistenza al patogeno. La crisi si è risentita soprattutto nelle province di Palermo, Messina e Catania ove la contrazione dei redditi ha comportato la riduzione delle cure colturali per l elevato costo delle stesse (in taluni casi l abbandono dell agrumeto) e conseguentemente anche la qualità delle produzioni ne ha risentito. Soltanto nella provincia di Siracusa con la cultivar Femminello siracusano si realizzano produzioni apprezzate dal mercato. L attività di miglioramento genetico è stata finalizzata alla individuazione di nuove cultivar tolleranti il malsecco e con migliori caratteristiche qualitative (apirenia). Fra le cultivar si segnalano Adamo, Akagras, Cerza, Erice, Kamarina, Scandurra, Segesta e Selinunte. La coltivazione del mandarino in Sicilia è localizzata in provincia di Palermo, nei comuni di Villabate e Misilmeri dove la cultivar prevalente è il Tardivo di Ciaculli, ed in provincia di Catania, nella Piana di Catania ed in parte nella collina litoranea del catanese, dove la cultivar 18

19 prevalente è la Avana. Tale cultivar ha ridotto sensibilmente la propria quota di mercato e di superficie investita, le cause sono da ricercare nell elevato numero di semi nella polpa, nell alto contenuto in olii essenziali nella buccia, nell epoca di maturazione che coincide con il periodo di massima raccolta delle clementine e nella pezzatura dei frutti disomogenea, infatti trovano collocazione nel mercato solo i frutti più grossi mentre quelli medi e piccoli rimangono invenduti. Anche l Avana apireno non ha avuto successo commerciale per la pezzatura dei frutti più ridotta rispetto l Avana. Il Tardivo di Ciaculli invece mantiene stabile il livello di superficie investita, grazie alle sue caratteristiche qualitative (forte aroma, elevato contenuto zuccherino, numero di semi nei frutti inferiore all Avana e buona resistenza al trasporto), al periodo di maturazione tardivo che gli consente di non entrare in competizione con le clementine. La coltivazione delle clementine (ibrido fra il mandarino Avana e l arancio amaro) è localizzata lungo la costa orientale (Catania) e meridionale (Ragusa e Siracusa), la cultivar maggiormente diffusa è la Monreal seguito dalla Oroval e dalla Comune Produzione raccolta La produzione agrumicola siciliana negli anni si è andata riducendo in conseguenza del calo delle superfici agrumicole, per la riduzione media delle rese in seguito ai limitati interventi colturali e per l andamento del mercato; l andamento climatico ed in particolare la siccità prolungata di questi ultimi anni, ha ulteriormente accentuato la contrazione produttiva. Le produzioni agrumicole siciliane sono passate da 16,9 milioni di quintali del quadriennio 1993/96 a 15,8 milioni del quadriennio 2001/04, con una contrazione del 6,1% (Tab.23). L andamento della produzione ha riguardato tutte le specie, tuttavia ad accusare la perdita più significativa sono state le clementine (-25,8%), i limoni (-14%) ed i mandarini (-14,3%), le arance mantengono invariato nelle medie considerate il livello delle produzioni conseguite, mentre il pompelmo registra forti incrementi di produzione. Le arance, con il 61,1%, rappresentano il segmento più importante della produzione agrumicola regionale, a queste segue per importanza la produzione limonicola (30%) mentre il contributo dei mandarini (5,5%), delle clementine (3%) e dei pompelmi è marginale (0,3%). 19

20 Tab Evoluzione della produzione agrumicola in Sicilia per coltura (quintali) Var. % 1993/ / / / /96 Arancio , , ,5 0,1 Mandarino , , ,5-14,3 Clementine , , ,0-25,8 Limoni , , ,8-14,0 Pompelmi , , ,0 254,8 Agrumi , , ,8-6,1 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Le produzioni agrumicole regionali così come le superfici, sono concentrate principalmente nella provincia di Catania (37,9%), Siracusa (22,2%), Palermo (11,3%) e Messina (10,7%) (Tab.24). La produzione arancicola conseguita nel triennio 2001/04 è stata di 9,7 milioni di quintali; questa è concentrata nella Sicilia orientale, nelle province di Catania (45,4% della produzione arancicola regionale) e Siracusa (25,7%) (Tab.25). La produzione limonicola, pari a 4,7 milioni di quintali, è ripartita omogeneamente fra le province di Palermo (26,8% della produzione limonicola regionale), Messina (25,8%) e Catania (23,6%) (Tab.26). La produzione regionale delle clementine è concentrata prevalentemente in provincia di Catania (46,5% della produzione totale ), seguono le province di Ragusa (21,8%) e Siracusa (18,9%) (Tab.27). La produzione dei mandarini avviene principalmente in provincia di Palermo (45,4% della produzione mandarinicola regionale), segue per importanza la provincia di Catania (29,3%) (Tab.28). Tab Evoluzione della produzione agrumicola in Sicilia per provincia (quintali) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento , , ,5 30,9 Caltanissetta , , ,0 27,7 Catania , , ,5-0,2 Enna , , ,0-16,7 Messina , , ,0 4,8 Palermo , , ,0-16,3 Ragusa , , ,0-15,5 Siracusa , , ,8-14,0 Trapani , , ,0-23,4 Sicilia , , ,8-6,1 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 20

21 Tab Evoluzione della produzione di arancio in Sicilia (quintali) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento , , ,0 32,9 Caltanissetta , , ,0 27,6 Catania , , ,0 11,0 Enna , , ,0-16,9 Messina , , ,5 5,2 Palermo , , ,0-35,2 Ragusa , , ,0-1,6 Siracusa , , ,0-13,2 Trapani , , ,0-28,9 Sicilia , , ,5 0,1 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab Evoluzione della produzione di limone in Sicilia (quintali) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento , , ,8 7,6 Caltanissetta 1.854, , ,0 27,9 Catania , , ,0-21,7 Enna Messina , , ,0 7,1 Palermo , , ,0-19,4 Ragusa , , ,0-8,6 Siracusa , , ,0-18,7 Trapani , , ,0-17,6 Sicilia , , ,8-14,0 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 21

22 Tab Evoluzione della produzione di clementine in Sicilia (quintali) Var. % 1993/ / / / /96 Agrigento , , ,0 9,2 Caltanissetta 401,0 519,0 571,5 42,5 Catania , , ,5-22,8 Enna 4.197, , ,0 30,1 Messina 8.185, , ,5-18,5 Palermo 5.333, , ,0 62,2 Ragusa , , ,0-41,5 Siracusa , , ,5-24,1 Trapani , , ,0-19,6 Sicilia , , ,0-25,8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab Produzione raccolta a mandarino in Sicilia (quintali) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Agrigento , , ,8-6,7 Caltanissetta 1.774, , ,5 24,8 Catania , , ,0-22,5 Enna 2.354, , ,0-10,8 Messina , , ,0-19,2 Palermo , , ,0 4,6 Ragusa , , ,0-43,8 Siracusa , , ,3-23,4 Trapani , , ,0-24,4 Sicilia , , ,5-14,3 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Tab Evoluzione della produzione di pompelmo in Sicilia (quintali) 1993/ / /04 Var. % 2001/ /96 Catania 0,0 0, ,0 - Siracusa , , ,0 248,4 Sicilia , , ,0 254,8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. 22

23 2.4 - Le strutture produttive Sulla base dei dati forniti dal V Censimento Generale dell Agricoltura è possibile evidenziare il numero di aziende e le relative superfici interessate alle principali colture agrumicole. I dati relativi ad alcune specie possono non coincidere con quelli esposti nei paragrafi precedenti per le diverse modalità di rilevazione adottate dall Istat nel caso di statistiche correnti ed in occasione dei censimenti Le aziende agrumicole siciliane L agrumicoltura siciliana si realizza in aziende specializzate o in aziende ove la coltura è prevalente. L analisi dei dati strutturali riferiti all ultimo Censimento dell Agricoltura del 2000, indica che le aziende agrumicole siciliane sono ed investono una superficie di ettari, rappresentano il 47,8% del numero ed il 54,7% (58% in base al IV Censimento generale dell Agricoltura del 1990) della superficie investita a livello nazionale (Tab.30). Il numero delle aziende agrumicole siciliane per orientamento produttivo, conferma l importanza della produzione arancicola e limonicola; infatti, risultano, rispettivamente e unità produttive ed intercettano il 67,8% e il 22,3% della superficie agrumicola regionale. Più ridotto il numero delle unità produttive dei mandarini (13.625) e soprattutto delle clementine (5.016) che intercettano rispettivamente il 5,1% ed il 3% della superficie totale investita. Tab Aziende e superficie investita per coltura Sicilia - Italia 2000 (superficie in ettari) Sicilia Italia % Sicilia/Italia Aziende Sup. Aziende Sup. N ha N ha Aziende Sup. Agrumi ,8 54,7 Arancio ,4 59,0 Mandarino ,7 35,0 Clementine e suoi ibridi ,7 13,9 Limoni ,3 84,8 Altri agrumi ,5 32,5 Fonte: Istat N.B: la stessa azienda può essere conteggiata più volte. Con riferimento alle coltivazioni, ad esempio, un azienda che pratica la coltivazione della vite e dell olivo, risulterà sia tra quelle che coltivano la vite che tra quelle che coltivano l olivo. L analisi della distribuzione delle aziende agrumicole per coltura e provincia, mostra che la maggiore concentrazione di unità produttive si riscontra in provincia di Messina ( pari al 28% del totale delle unità produttive) ma che, tuttavia, a causa delle più ridotte dimensioni 23

24 aziendali, queste ragguagliano appena il 10,5% della SAU regionale (Tab.31). Per contro, nelle province di Catania e Siracusa, in cui sono presenti rispettivamente il 25,2% ed il 15,5% del totale delle aziende, ricade rispettivamente il 39,7% ed il 26,8% della superficie agrumicola regionale. Tab Aziende agrumicole e superficie investita per coltura e provincia Sicilia 2000 (superficie in ettari) Aziende Arance Mandarini Clementine e suoi ibridi Limoni Altri agrumi Agrumi Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Agrigento , ,6 92 1, , , ,8 Caltanissetta 912 1, ,9 28 0, , , ,5 Catania , , , , , ,2 Enna , , , , ,4 Messina , , , , , ,0 Palermo , ,3 87 1, , , ,7 Ragusa , , , , , ,6 Siracusa , , , , , ,5 Trapani , ,9 67 1, , , ,2 Sicilia Superficie investita Ha % Ha % Ha % Ha % Ha % Ha % Agrigento ,8 88 2,4 7 0, ,9 57 4, ,7 Caltanissetta 363 0,7 46 1,2 3 0,2 38 0,2 23 1, ,7 Catania , , , , ,7 Enna ,2 64 1,7 24 1,1 27 0,2 44 3, ,1 Messina , , , , , ,5 Palermo 669 1, ,8 23 1, , , Ragusa , , , ,1 77 6, ,1 Siracusa , , , , , ,8 Trapani ,9 19 0, , ,5 Sicilia Fonte: Istat La distribuzione delle aziende agrumicole per classi di SAU, mostra la notevole frammentazione produttiva del comparto agrumicolo siciliano; il 59,1% delle aziende, ovvero unità produttive, ricade nella classe di dimensione inferiore all ettaro e coltiva il 16,1% della superficie agrumicola regionale (Tab.32). Le aziende di dimensione compresa fra 1 e 5 ettari (22.918), rappresentano il 31% del totale delle aziende ed utilizzano il 34,7% della superficie agrumetata regionale. Alle classi medio grandi (da 5 a 50 ettari) sono da attribuire aziende che coltivano il 40,2% della superficie investita. Infine, 362 aziende (0,5%) ricadenti nelle due classi maggiori (oltre 50 ettari), detengono il 9% delle superfici. La destinazione produttiva delle aziende agrumicole mostra una distribuzione per classi di SAU in linea con quanto emerso per l intero comparto. Nel dettaglio, il 55,3% delle aziende arancicole sono 24

25 distribuite nella classe di SAU inferiore all ettaro ed utilizzano solo il 13,8% della superficie arancicola investita. Nelle classi di dimensione compresa fra 1 e 5 ettari, rientrano aziende, che rappresentano il 33% del totale delle aziende arancicole ed utilizzano il 33,8% della superficie arancicola totale. Anche per l arancio le grandi aziende sono numericamente poco rappresentate; infatti, le unità produttive ricadenti nelle classi di superficie oltre 50 ettari sono 319 (0,6% delle aziende arancicole) e coltivano 4.899,5 ettari (10% della superficie arancicola regionale). Anche le coltivazioni a mandarini e a clementine presentano una distribuzione simile a quella dell arancio. Nella classe di SAU inferiore all ettaro è concentrato il maggior numero delle aziende per i mandarini (8.333) e per la coltivazione delle clementine (2.835); rispettivamente il 61,2% e 56,5% delle aziende mandarinicole ed a clementine, che intercettano rispettivamente il 20,9% e 15,4% delle superfici. Nella classe di dimensione compresa fra 1 e 5 ettari rientrano aziende mandarinicole e aziende produttrici di clementine (28,7% e 31,9% del totale delle unità produttive di mandarini e clementine), che rivestono rispettivamente il 33,2% e il 36% delle superfici. Infine nelle classi di SAU oltre 50 ettari, il numero delle aziende che coltivano mandarini e clementine è modesto ed intercetta rispettivamente 314 ettari e 175 ettari (8,4% e 8% delle superfici coltivate a mandarini e a clementine). La distribuzione per classi di ampiezza delle aziende limonicole siciliane si presenta polverizzata in misura superiore anche rispetto alle altre colture agrumicole. Infatti, su aziende limonicole, il 92,5% rientra nelle classi di SAU fino a 5 ettari e, in queste, la superficie investita risulta pari al 58,9% della superficie limonicola regionale. In particolare il 64,8% degli insediamenti produttivi ed il 21,7% della superficie investita ricade nella classe di SAU con meno di un ettaro; inoltre il 27,7% delle aziende ed il 37,2% della superficie investita rientra nella classe compresa fra 1 e 5 ettari. Da questa analisi appare evidente la forte polverizzazione degli investimenti produttivi: una frazione importante degli investimenti produttivi ad agrumi ricade all interno di aziende di piccola e piccolissima dimensione; allo stesso tempo, solo un numero esiguo di aziende specializzate, che controlla una quota minoritaria delle superfici, si basa su investimenti produttivi di media e grande ampiezza, idonei a consentire il raggiungimento di livelli congrui di redditività. 25

26 Tab. 32 Aziende agrumicole per classi di SAU e superficie investita al Sicilia Meno di oltre 100 Totale Numero di aziende per classi di superficie agricola utilizzata Agrumi Arancio Mandarino Clementine e suoi ibridi Limone Altri Agrumi Superficie investita (ettari) Agrumi Arancio Mandarino Clementine e suoi ibridi Limone Altri Agrumi Fonte: Istat 26

27 2.6 - Canali di distribuzione degli agrumi La realtà distributiva del comparto agrumicolo è tuttora caratterizzata dall esistenza di un elevato numero di figure commerciali intermedie; le cause principali sono da ricercare nell esasperata frammentazione aziendale e nello scarso sviluppo dell associazionismo. La produzione agrumicola viene assorbita attraverso tre principali destinazioni commerciali: il consumo interno allo stato fresco, la trasformazione industriale, l esportazione del prodotto fresco. Sul mercato alla produzione operano 5 figure di operatori: 1. organismi associativi (cooperative e organizzazioni di produttori); 2. mediatori; 3. raccoglitori; 4. commercianti grossisti e/o esportatori; 5. produttori commercianti. Fra gli organismi associativi, le organizzazioni di produttori gestiscono il 37,5% della produzione agrumicola raccolta in Sicilia (campagna 2003/04), nel corso della campagna 2000/01 l incidenza era stata del 45%. Tali OP hanno inviato alle industrie di trasformazione il 68,8% (campagna 2003/04) della produzione agrumicola (73,3% campagna 2000/01) mentre il 31,2% viene commercializzato nei mercati all ingrosso, nella distribuzione organizzata, al dettaglio ed in parte viene esportata. Le cooperative agrumicole sono 63 1 e la maggior parte delle volte sono associate alle organizzazioni di produttori; in questi casi, la commercializzazione degli agrumi, può avvenire sia direttamente che tramite le OP. I grossisti e gli esportatori trattano il 27% della produzione, posseggono magazzini ed impianti di lavorazione di varia dimensione ed acquistano direttamente dai produttori secondo le modalità a peso o a strasatto. Con la compravendita a peso il prodotto viene venduto attraverso l accordo fra le parti su di un prezzo predeterminato. Con questa forma di negoziazione i rischi tecnici sono a carico del produttore fino alla consegna del prodotto; il produttore però ha la certezza della quantità di prodotto venduto. La compravendita a strasatto (detta anche a corpo ) è la vendita del prodotto sull albero. Le quantità e le caratteristiche della produzione vengono stimate a vista. In questa forma di compravendita i costi per la raccolta ed i relativi rischi sono a carico dell acquirente. La destinazione del prodotto è costituita per il 16% dai mercati all ingrosso del Centro-Nord Italia, per il 6% dall esportazione e per il restante 5% dalla grande distribuzione al dettaglio. 1 Altre forme associative sono i consorzi (n.4) e le associazioni (n.14) agrumicole 27

28 I mediatori esplicano la funzione di negoziatori agevolando la compravendita dei prodotti agrumicoli. Sono conoscitori nella zona in cui operano e sono in grado di valutare la quantità e la qualità delle produzioni oggetto di contrattazione. Le quantità di agrumi che essi trattano per conto dei raccoglitori e dei grossisti ed esportatori ragguagliano circa il 16% della produzione. Il 17% della produzione agrumicola è trattata da diverse centinaia di raccoglitori, commercianti di piccole o medie dimensioni economiche che acquistano il prodotto sulla pianta, provvedono alla raccolta e, dopo averlo sottoposto ad una grossolana lavorazione, lo rivendono a grossisti o direttamente sul mercato al dettaglio. I produttori commercianti intercettano all incirca il 5% della produzione; sono operatori che curano la lavorazione del proprio prodotto ed eventualmente quello acquistato da altri produttori ed immettono il prodotto sul mercato dopo la lavorazione ed il confezionamento. Nei 154 mercati ortofrutticoli all ingrosso italiani passa circa il 34% della produzione agrumicola nazionale; questa si concentra nel periodo settembre-aprile nel quale si svolge la campagna di produzione. In inverno i mercati all ingrosso sono alimentati prevalentemente dagli agrumi siciliani, soprattutto con le arance di varietà pigmentate, concentrati nei mesi fra dicembre e marzo. Della produzione agrumicola nazionale, solo il 55% passa attraverso il mercato al dettaglio e la quota che arriva alla grande distribuzione costituisce il 13% (fig. 1). 28

29 Fig.1 Canali di distribuzione degli agrumi 16 PRODUZIONE MEDIATORI 16 RACCOGLITORI ORGANISMI ASSOCIATIVI DETTAGLIO GROSSISTI ED ESPORTATORI MERCATI ALL INGROSSO TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE 37 MERCATI ESTERI 8 CONSUMO NAZIONALE 55 29

30 3. La Politica di filiera Organizzazione comune di mercato degli agrumi freschi La riforma dell organizzazione comune di mercato (OCM) degli ortofrutticoli è disciplinata dai regolamenti (CE) 2200/96, regolamento (CE) 2201/96 e dal regolamento (CE) 2202/96, rispettivamente per gli ortofrutticoli freschi, trasformati e per gli agrumi avviati alla trasformazione industriale. Le organizzazioni di produttori (OP) sono il punto di riferimento dell OCM ortofrutta. Attraverso la regolamentazione dell attività delle OP come prevista e sostenuta della OCM si persegue lo scopo di programmare la produzione, qualificare l offerta per adeguarla alla domanda, concentrare l offerta dei produttori aderenti alle OP in modo di aumentarne il potere contrattuale nei confronti della grande distribuzione, ridurre i costi di produzione e regolarizzare i prezzi alla produzione, promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione e di gestione dei rifiuti rispettose dell ambiente. La normativa comunitaria introduce il principio della corresponsabilità finanziaria delle OP nella gestione del mercato, mediante la costituzione di un fondo d esercizio che per il 50% è sovvenzionato dagli aderenti all OP (calcolato sulla base del valore degli ortofrutticoli commercializzati sul mercato) per l altra parte dall UE. Il regolamento (CE) 2699/2000 fissa l aiuto finanziario comunitario al 4,1% del valore della produzione commercializzata. 2 Il fondo d esercizio è destinato a finanziare le azioni previste nel programma operativo (PO) Gli obiettivi del programma operativo sono molteplici e riguardano il miglioramento qualitativo delle produzioni, la valorizzazione commerciale dei prodotti, la promozione della produzione presso i consumatori, la realizzazione di tecniche di produzione rispettose dell ambiente con particolare riferimento alla produzione integrata e biologica e regolare i ritiri degli agrumi dalla commercializzazione 3. Il PO per essere finanziato dall UE, deve essere preventivamente controllato e approvato dall amministrazione competente (per la Sicilia, dall Assessorato Agricoltura e Foreste) che assume il ruolo di interlocutore nella gestione dell OCM. Il PO ha durata pluriennale, minima di 3 anni e massima di 5 anni, alla fine della quale, l OP può presentarne uno nuovo. La normativa comunitaria (regolamento (CE) n.2200/96), prevede che le OP possono ritirare dal mercato i prodotti ortofrutticoli, ma soltanto se tale tipologia di intervento è previsto nel PO, nel quale deve essere specificata l entità dei volumi da ritirare dal mercato. Per tale azione, le OP 2 Precedentemente il regolamento (CE) n.2200/96 fissava l aiuto comunitario al 4,0% del valore della produzione di ciascuna OP a condizione che l importo totale degli aiuti erogati fosse inferiore al 2,0% del totale del fatturato di tutte le OP. 3 In questo caso è l OP stessa che si occuperà di donare la produzione, per scopi alimentari e non, ad enti caritatevoli. 30

La filiera agrumicola

La filiera agrumicola La filiera agrumicola 1 1. La situazione produttiva in Italia 1.1 - Superficie totale In Italia la superficie investita ad agrumi ammonta a 173.709 ettari, dei quali 104.633 ad arancio, 34.404 a limone,

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