La notifica a mani si perfeziona nei confronti del notificante al momento della mera consegna dell atto all ufficiale giudiziario.

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1 La notifica degli atti giudiziari dopo la sentenza della Corte Costituzionale 28/2004 ( Articolo di Carmelo Giurdanella e Annalisa Magro ) AFFERMATO IL PRINCIPIO GENERALE DELLA SCISSIONE SOGGETTIVA DEL MOMENTO DI PERFEZIONAMENTO DELLA NOTIFICAZIONE Commento a Corte costituzionale, sentenza n. 28 del 23 gennaio 2004 (Pres. Zagrebelsky, Red. Bile) Carmelo Giurdanella e Annalisa Magro (Avvocati Studio Legale Giurdanella & associati) La notifica a mani si perfeziona nei confronti del notificante al momento della mera consegna dell atto all ufficiale giudiziario. a) Gli articoli 139 e 148 del codice di procedura civile e i dubbi di legittimità costituzionale La Corte Costituzionale è stata nuovamente investita della questione di legittimità costituzionale della disciplina relativa al momento di perfezionamento della notificazioni degli atti giudiziari in materia civile ed amministrativa. I dubbi di legittimità costituzionale hanno questa volta coinvolto il combinato disposto degli articoli 139 e 148 del codice di procedura civile. L'articolo 139 cpc dispone che, se la notifica non può avvenire in mani proprie secondo quanto disposto dall'articolo 138 cpc, l'ufficiale giudiziario deve cercare il destinatario nei luoghi indicati dalla norma e se, in uno di questi luoghi, il destinatario non viene trovato, la notificazione avviene mediante consegna della copia dell'atto ad altre persone specificamente indicate dalla norma stessa. Tale norma, per effetto del combinato disposto con il successivo articolo 148 cpc, è stata costantemente interpretata nel senso che le notificazioni si perfezionano, sia per il notificante che per il destinatario, solo con il compimento di tutte le formalità in cui si articola il procedimento di notifica, e cioè, con la consegna di copia dell'atto al destinatario e con la redazione da parte dell'ufficiale giudiziario della relazione di notifica. Siffatta disciplina, secondo il giudice a quo, facendo decorrere la notifica dell'atto dalla data del perfezionamento delle formalità di notifica poste in essere dall'ufficiale giudiziario, anziché dalla data di consegna dell'atto all'ufficiale

2 giudiziario, si pone in contrasto con gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 24 (diritto di difesa) della Costituzione. Sarebbe, infatti, irragionevole e lesivo del diritto di difesa del notificante addebitare allo stesso l'esito intempestivo di un procedimento notificatorio in parte sottratto ai suoi poteri di impulso e di controllo. Questi, infatti, pur avendo tempestivamente rimesso l'atto agli organi preposti al compimento della notificazione, rimarrebbe soggetto al rischio di vedere vanificato il proprio impegno e sacrificato il proprio diritto a causa del ritardo o dell'omissione degli uffici giudiziari. b) La decisione dei giudici della Consulta La Corte Costituzionale, con la sentenza 28/04, ha dichiarato non fondata la questione sottoposta alla sua attenzione, ritenendo possibile una diversa interpretazione della norma censurata, tale da rendere la stessa compatibile con i menzionati principi costituzionali. Secondo la Corte infatti, le norme censurate vanno interpretate nel senso che la notificazione si perfeziona nei confronti del notificante al momento della consegna dell atto all ufficiale giudiziario, risultando ormai presente nell'ordinamento processuale civile, fra le norme generali sulle notificazioni degli atti, il principio secondo il quale il momento in cui la notifica si deve considerare perfezionata per il notificante deve distinguersi da quello in cui essa si perfeziona per il destinatario. L'atto, quindi, si riterrà notificato per il notificante (ad ogni effetto di legge) al momento della consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario, mentre, per il destinatario della notifica, resta fermo il principio del perfezionamento della notificazione solo al ricevimento dell'atto e la conseguente decorrenza da quella data di qualsiasi termine. La parte onerata della esecuzione della notificazione viene così affrancata dalle possibili conseguenze negative derivanti da ritardo o omissione degli uffici giudiziari. Il principio della possibile scissione soggettiva del momento della perfezione del procedimento notificatorio, a seconda che lo stesso riguardi il notificante o il destinatario dell'atto, secondo la Corte, ha acquisito valenza generale per effetto di tre precedenti sentenze della stessa Corte. c) Le precedenti pronunce della Corte Costituzionale sul momento perfezionativo della notificazione

3 Nel dichiarare infondata la questione di legittimità costituzionale sottoposta al suo vaglio la Corte Costituzionale si rifà ai principi dalla medesima già in passato affermati con le sentenze 69/94, 358/96 e 477/02. - Con la sentenza 69/94, la Corte Costituzionale, chiamata a valutare la legittimità costituzionale delle norme relative alla notificazione all estero, aveva ritenuto irrazionale e lesivo del diritto di difesa il meccanismo procedurale (predisposto dagli articoli 142, terzo comma, 143, terzo comma e 680, primo comma cpc), in virtù del quale la notificazione all'estero si perfezionava soltanto con l'arrivo dell'atto nella sfera di conoscibilità del destinatario. Gli articoli 3 e 24 della Costituzione, infatti, impongono che le garanzie di conoscibilità dell atto, da parte del destinatario della notificazione, si coordinino con l interesse del notificante a non vedersi addebitato l esito intempestivo di un procedimento notificatorio parzialmente sottratto ai suoi poteri d impulso. Allora la soluzione costituzionalmente obbligata è stata individuata nel ricollegare gli effetti della notificazione per quanto riguarda il notificante al solo compimento delle formalità a lui direttamente imposte dalla legge, ossia alla consegna dell'atto da notificare all'ufficiale giudiziario, essendo la successiva attività di quest'ultimo e dei suoi ausiliari completamente sottratta al controllo e alla sfera di disponibilità del notificante medesimo. Nonostante la limitata portata della questione (relativa alla sola legittimità costituzionale degli articoli 142 e 143 in relazione all articolo 680 cpc), dalla motivazione della sentenza era già possibile ricavare un importante principio di carattere generale, valido per tutte le ipotesi in cui la notificazione all estero debba essere compiuta entro rigidi termini di decadenza. - La successiva sentenza della Corte Costituzionale 358/96, muovendo dalla premessa dell'avvenuto ripristino, a seguito della sentenza 69/94, dell'operatività del principio della sempre possibile scissione soggettiva fra il momento perfezionativo per la parte istante e quello di efficacia per il destinatario della notificazione di atti al di fuori del territorio della Repubblica, ha affermato che il meccanismo della notifica all'estero, sotto il suo aspetto funzionale, è stato definitivamente modificato appunto da tale declaratoria di incostituzionalità, la quale, per la sua valenza generale, trascende la specifica fattispecie oggetto di quel giudizio e coinvolge il complessivo sistema notificatorio degli atti processuali risultante dagli articoli 142 e 143 del codice di procedura civile. Alla luce di tali considerazioni, la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale sottoposta alla Sua attenzione e concernente l art.669-octies cpc, a proposito della notificazione all estero dell atto introduttivo del procedimento cautelare uniforme, introdotto dalla novella del 1990.

4 - I principi posti a base delle precedenti decisioni sono stati considerati come di portata generale, e perciò applicabili ad ogni tipo di notificazione, dalla sentenza 477/02. La Corte, chiamata a pronunciarsi sul combinato disposto dell'articolo 149 cpc e dell'articolo 4, terzo comma, della legge 890/82 (Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazioni di atti giudiziari), ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale nella parte in cui prevede che la notificazione si perfeziona per il notificante, alla data di ricezione dell'atto da parte del destinatario anziché a quella, antecedente, di consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario. Secondo la Consulta, infatti, sarebbe palesemente irragionevole, oltre che lesivo del diritto di difesa del notificante, che un effetto di decadenza possa discendere dal ritardo nel compimento di attività riferibili non al notificante, ma a soggetti diversi, quali l ufficiale giudiziario o l agente postale suo ausiliario. Tali attività, infatti, sono sottratte alla disponibilità del notificante ed al suo controllo. In altri termini, il rispetto dei termini e gli effetti della notificazione a mezzo posta, almeno per quanto riguarda il notificante, sono da collegare alla semplice consegna dell'atto da notificare all'ufficiale giudiziario. A questo punto ogni formalità deve essere considerata osservata, dal momento che un eventuale ritardo o comunque una disfunzione successiva deve essere imputata all'ufficiale stesso o all agente postale e non al notificante che non ha più alcun potere di incidere sull'attività successiva alla consegna. La sentenza della Corte Costituzionale viene incontro alle esigenze del notificante senza però sacrificare i diritti del destinatario. Infatti, la Corte Costituzionale precisa che, per il destinatario, resta fermo il principio del perfezionamento della notificazione solo alla data di ricezione dell'atto, attestata dall'avviso di ricevimento, con la conseguenza della decorrenza da quella stessa data di qualsiasi termine imposto al destinatario stesso. E stata così ribadita la possibilità di una scissione soggettiva del momento di perfezionamento della notificazione, a seconda che si abbia riguardo al notificante o al destinatario. d) L orientamento della Corte di Cassazione La teoria della scissione degli effetti della notificazione e della sua perfezione in momenti diversi, a seconda che si abbia riguardo al destinatario o al richiedente, era stata già fatta propria anche dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 1729/96.

5 Le Sezioni Unite era state chiamate a comporre un contrasto giurisprudenziale sorto intorno al problema dell identificazione del momento perfezionativo della notifica effettuata tramite il servizio postale nella ipotesi di mancata consegna al destinatario del piego contenente l'atto notificato prevista dall art.8, comma 2 e seguenti, della legge 890/82. Un primo gruppo di sentenze aveva escluso ogni possibilità di operare una scissione degli effetti della notificazione nei riguardi del notificante e del destinatario, per entrambi la notificazione dovendosi intendere perfezionata, in caso di deposito del piego presso l'ufficio postale, con il ritiro del medesimo durante la giacenza o con il compimento del tempo previsto per quest'ultima (v. le sentenze della Cassazione 12782/93, 1662/91, 7962/90). Altre pronunce avevano, invece, riconosciuto tale scissione ritenendo che nei confronti della parte che l ha richiesta, la notificazione si perfeziona e produce i suoi effetti, compresi quelli impeditivi della decadenza, nel momento del deposito del piego non consegnato presso l ufficio postale (v. le sentenze della Cassazione 4015/94, 4008/92, 12542/91). La Sezioni Unite hanno risolto il contrasto giurisprudenziale accogliendo l orientamento che distingue il perfezionarsi della notificazione nei riguardi del notificante e del destinatario. Per il primo, la notificazione si perfeziona nel momento in cui il piego, non potuto consegnare, è depositato presso l'ufficio postale. Per il secondo, il perfezionamento della notifica si concretizza o nel momento in cui il piego è da lui ritirato durante la giacenza ovvero nel momento in cui si compie il tempo previsto per quest'ultima. Secondo le Sezioni Unite, infatti, allorquando la notificazione viene in rilievo come compimento di attività da parte del notificante alla quale si collega il rispetto di un termine posto dalla legge a suo carico appare razionale che la tempestività dell atto si consideri verificata con il compimento, appunto, di quella attività, senza che il successivo iter incida sul rispetto del termine. L orientamento della Cassazione è stato poi confermato da diverse ulteriori pronunce delle Sezioni semplici nonché dalla decisione delle Sezioni Unite 321/99, con la quale è stato definitivamente affermato il principio della scindibilità degli effetti della notifica. e) Gli effetti della sentenza Risulta innegabile la portata innovativa dell'ultimo intervento della Consulta. E ciò non tanto perché individua il momento di perfezionamento della notifica, per la parte richiedente, al momento della consegna dell atto all ufficiale giudiziario. Tale soluzione è ormai pacifica, oltreché confortata da precedenti pronunce della Corte Costituzionale.

6 Ciò che risulta veramente rivoluzionario è l'affermazione che il principio della scissione soggettiva del momento perfezionativo del procedimento di notificazione, essendo un principio generale del nostro ordinamento, deve guidare l'interprete nell'interpretazione di tutte quelle norme del codice di procedura civile che, in materia di notificazioni, non enunciano espressamente una regola contraria a siffatto principio. Ne consegue che non sarà necessario adire la Corte Costituzionale per giudicare della legittimità costituzionale di ogni norma che disciplini modalità di notifica in cui non sia espressamente prevista la scissione degli effetti della notifica fra notificante e destinatario. A tale risultato potrà pervenire lo stesso giudice ordinario o amministrativo, attraverso la semplice attività interpretativa. L'intervento dei giudici della Consulta sarà necessario solo ove la norma censurata, per il suo tenore letterale, non consenta una interpretazione adeguatrice che la renda conforme al suddetto principio. Ciò spiega la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 4, terzo comma della legge 890/82, richiamato implicitamente dall'articolo 149 cpc, avutasi con la sentenza della Corte Costituzionale 477/02. La norma censurata, infatti, nel disporre che l'avviso di ricevimento costituisce prova della eseguita notificazione, non lasciava altri spazi interpretativi e non consentiva quindi soluzioni diverse da quella secondo la quale gli effetti della notificazione a mezzo posta si producono, anche per il notificante, solo con la consegna del plico al destinatario da parte dell'agente postale. ( da )