LA POLITICA A ROMA. Cursus honorum Principali magistrature romane. Lessico latino
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- Ladislao Casati
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1 LA POLITICA A ROMA Cursus honorum Principali magistrature romane Lessico latino Caratteristiche delle cariche in età repubblicana Tribunato della plebe La temporaneità Questura Le magistrature ed il senato L elettività Edilità Le elezioni La collegialità Censura La gratuità Il senato La responsabilità Pretura Consolato
2 CURSUS HONORUM Il cursus honorum è la carriera di un magistrato romano fino al conseguimento del consolato, la suprema carica dello stato in età repubblicana. Fu più volte oggetto di revisioni e riforme sulle modalità d elezione, i limiti di età per l accesso alle diverse cariche e l intervallo di tempo incorrente fra due nomine (di solito due anni). Secondo la costituzione romana solo i cittadini liberi e con cittadinanza romana godevano di tutti i diritti civili: essi chiamati cives optimo iure, potevano accedere alle cariche pubbliche (honoris o magistratus). I cives minuto, invece, ossia i plebei in età arcaica, i Latini dei municipa e delle coloniae, i liberti ( gli ex schiavi) e i peregrini, ovvero gli straneri residenti a Roma ne erano esclusi. I seguenti passaggi del cursus honorum erano realizzati tramite elezioni dirette che si svolgevano annualmente. Il primo passo era quello di Questore (quaestor). I candidati dovevano avere almeno 30 anni. Tuttavia i patrizi potevano anticipare la loro candidatura di due anni, sia per questa, sia per la altre cariche. Da otto a dodici questori servivano nella amministrazione finanziaria a Roma o come secondi dei governatori. L'elezione a questore portava con sé, a partire dalla tarda repubblica, l'automatica ammissione tra i membri del Senato. A 36 anni, gli ex questori si potevano candidare per l'elezione ad una delle quattro cariche di Edile (aedilis). Gli edili avevano responsabilità amministrative a Roma, principalmente di carattere infrastrutturale, e spesso organizzavano giochi alla fine della carica. Gli edili erano solitamente due patrizi e due plebei. Questo passaggio era facoltativo. Sei Pretori (Praetor) erano eletti tra uomini di almeno 39 anni. Principalmente avevano responsabilità giudiziarie a Roma. Tuttavia potevano anche comandare una legione e avere l'incarico di governare, alla fine del loro mandato, province non assegnate ai consoli. La carica di Console (consul) era la più prestigiosa di tutti ed rappresentava il vertice di una carriera riuscita. L'età minima era 42 anni (con la riforma di Augusto fu ridotta a 33 anni). I nomi dei due consoli eletti identificavano l'anno. I consoli erano responsabili dell'agenda politica della città, comandavano eserciti di grandi dimensioni e governavano, alla fine del loro mandato, province importanti. Un secondo mandato come console poteva essere tentato solo dopo un intervallo di 10 anni.
3 L'ufficio di Censore (censor) era l'unico con una durata di 18 mesi anziché i 12 usuali. I censori venivano eletti ogni cinque anni ed anche se la carica non aveva l'imperium militare, era considerata un grande onore. I censori erano responsabili dello stato morale della città, avviavano grandi lavori pubblici e, ultimo ma non meno importante, selezionavano i membri del Senato e potevano decretarne l'espulsione, la causa più frequente era l'indebitamento eccessivo di un membro del Senato. La carica di Tribuno della plebe era un passo importante nella carriera politica di un plebeo anche se non faceva parte del cursus honorum. La sua rilevanza era dovuta all'assoluta inviolabilità della sua persona (tale norma sacra fu violata solo in occasione dell'assassinio di uno dei Gracchi) ed è questo il motivo per il quale, in epoca imperiale, l' imperator faceva in modo di farsi attribuire senza soluzione di continuità la tribunicia potestas, oltre al ruolo ufficiale di difensore della componente più debole della società libera romana.
4 TRIBUNATO DELLA PLEBE INDICE La magistratura romana di tribuno della plebe (in latino tribunus plebis) fu la prima magistratura plebea a Roma. Fu creata nel 494 a.c., all'incirca 15 anni dopo la fondazione della Repubblica Romana nel 509 a.c.. I plebei di Roma avevano effettuato una secessione, cioè avevano abbandonato in massa la città, spostandosi sul colle aventino e accettando di rientrare solo quando i patrizi ebbero dato il loro consenso alla creazione di una carica pubblica che avesse il carattere di assoluta inviolabilità e sacralità (caratteristiche sintetizzate dal termine latino sacrosanctitas). Questo significava che lo Stato si accollava il dovere di difendere i tribuni da qualsiasi tipo di minaccia fisica, ed inoltre garantiva ai tribuni stessi il diritto di difendere un cittadino plebeo messo sotto accusa da un magistrato patrizio (ius auxiliandi). Secondo la tradizione i primi tribuni della plebe si chiamavano Lucio Albinio e Caio Licinio. Dal 449 a.c. acquisirono un potere ancora più formidabile, lo Ius intercessionis, ovvero il diritto di veto sospensivo contro provvedimenti che danneggiassero i diritti della plebe emessi da un qualsiasi magistrato, compresi altri tribuni della plebe. I tribuni avevano inoltre il potere di comminare la pena capitale a chiunque ostacolasse o interferisse con lo svolgimento delle loro mansioni. Colle Aventino A partire dal 450 a.c. il numero dei tribuni fu elevato a dieci. Fino al 421 a.c. il tribunato fu l'unica magistratura a cui i plebei potevano accedere, e che, naturalmente, era ad essi riservata. Per contro negli ultimi periodi della repubblica questa carica aveva assunto un'importanza ed un potere talmente grandi che alcuni patrizi ricorsero ad espedienti per riuscire a conseguirla. Un altro espediente usato dai patrizi per aggirare il divieto di diventare tribuni fu quello di farsi investire del potere di tribuno (tribunicia potestas) anziché essere eletto direttamente, come avvenne nel caso del primo imperatore romano Augusto.
5 INDICE QUESTURA La questura era il primo grado del cursus honorum e poteva essere ottenuta a 28 anni. i quaestores ( questori ) venivano eletti annualmente dai comizi tributi (inizialmente erano due, poi 40 al tempo di Cesare, per scendere a 20 sotto Augusto). Nell'antica Roma i questori erano magistrati minori dello Stato, all'inizio possedevano giurisdizione criminale (quaestores parricidii), in seguito amministrativa, supervisionando e gestendo il tesoro e le finanze. Età repubblicana Prima venivano eletti dai re, poi dai consoli. Privi di imperium, vennero eletti (dal 447 a.c.) dal popolo, nei Comizi Tributi in numero di due; dal 421 a.c. poterono accedervi anche i plebei e così divennero quattro, dei quali due rimanevano a Roma (quaestores urbani) ad amministrare l'erario (quaestores aerarii) e gli altri due, invece, rimanevano al fianco dei consoli. Circa dopo il 420 a.c. esistevano a Roma quattro questori, eletti annualmente; dopo il 267 a.c. il numero fu elevato a otto. Alcuni venivano assegnati a compiere il loro servizio all'interno della capitale, mentre altri entrano distaccati assieme a governatori delle province o generali dell'esercito; altri ancora erano assegnati alla supervisione delle finanze militari. Dopo le riforme di Silla del 81 a.c., l'età per candidarsi alla questura fu elevata a 28 anni per i patrizi e 30 per i plebei: l'elezione a questore attribuiva automaticamente lo status di senatore; contestualmente il numero dei questori fu elevato a 20. Questi seguivano i consoli e i pretori, i proconsoli e i propretori nelle spedizioni e nelle province, per curarne l'amministrazione (quaestores militares, provinciales). I quaestores urbani risiedevano in sedi differenti; quello che stava ad Ostia (quaestor Ostiensis) sorvegliava le importazioni, in particolare quelle di grano. Età imperiale A partire dall'epoca di Augusto l'età per accedere a questa magistratura era ridotta a 25 anni. I quaestores Caesaris rappresentavano l'imperatore in senato. Svolgevano normalmente anche incarichi di riscossione dei tributi allo Stato e venivano nominati a capo delle commissioni per il censimento degli abitanti nelle province romane. Successivamente al periodo costantiniano, il quaestor sacri palatii, ministro della giustizia, dirigeva il governo imperiale.
6 EDILITA INDICE Gli edili (in latino aediles) erano magistrati di antiche città sabine e latine, tra cui Roma. Oltre a Roma si trova traccia di un collegio di tre edili a Tusculum e in altre città volsche in seguito latinizzate (Arpino, Fondi, Formia), e di coppie di edili nel governo ottumviro di altre città prevalentemente sabine (Amiterno, Nursia, Trebula Mutuesca, Interamnia Praetuttianorum, Plestia); mentre per le prime è accertata l'originalità dell'istituto, per le seconde è possibile un'importazione romana (nella stessa Roma l'edilità non è originaria in quanto in un primo tempo è costituita da funzionari plebei e non da magistrati civici). Essi vennero successivamente esportati anche nelle province romane. A partire dal 367 a.c. vennero istituiti altri due edili, detti edili curuli (aediles curules). Potevano essere solo patrizi e sono a rigore i soli edili con caratteristiche di magistrati civici, come testimonia l'aggettivo curulis (da currus, il carro su cui era originariamente issata la sella curule, il seggio che occupavano nell'esercizio delle loro funzioni). In epoca più tarda (44 a.c.) Cesare creò altri due edili plebei, detti edili ceriali (aediles ceriales), specificamente addetti a sorveglianti dell'annona responsabili, anche dell'approvvigionamento del grano della città di Roma. L'edilità decadde progressivamente in epoca imperiale a partire da Augusto, con l'assegnazione dei vari compiti ad altre magistrature anche di nuova istituzione, per poi scomparire con Diocleziano. Le differenze tra la varie componenti della magistratura edile si affievolirono via via, sia pure mantenendo alcune competenze specifiche. I loro compiti comprendevano principalmente tre aree di competenza: la prima era la cura urbis: la gestione delle strade cittadine, dei bagni pubblici; la seconda era cura annonae: la gestione dei mercati, compresi i prezzi e quindi il vettovagliamento cittadino; e infine la terza non era altro che cura ludorum: la gestione dei giochi pubblici. Essi avevano inoltre dei compiti meno definiti relativi all'archivio di stato, all'ambito giudiziario (nella giurisdizione tribunizia) e alla capacità di elevare multe.
7 INDICE PRETURA Il Pretore, in latino praetor, era un magistrato romano dotato di imperium e iurisdictio. L'attività del Praetor si concretizzava nella concessione dell'actio, cioè lo strumento con cui si permetteva ad un cittadino romano che chiedeva tutela, nel caso in cui non ci fosse una lex che prevedesse la tutela, di agire in giudizio, e portare quindi la situazione dinnanzi al magistrato (per approfondire Prontuario di diritto romano. Secondo Cicerone, "Pretore" era anche un titolo che designava i consoli come capi dell'esercito dello stato; ed egli riteneva che il termine contenesse le stesse componenti elementari del verbo praeire (andare avanti a tutti, precedere, guidare). Il periodo e l'incarico di comando dei consoli può essere appropriatamente chiamato Pretorio. Pretore era anche il titolo di un incarico presso i Latini, ed è anche il nome che Livio dà allo stratego degli Achei. In origine chiamato semplicemente praetor, assunse il nome di "praetor urbanus" quando, con l'aumentare dei territori controllati da Roma si rese necessaria la creazione del Praetor peregrinus che si occupasse di amministrare la giustizia nelle campagne. Il primo pretore, inteso quale magistrato romano, venne creato nel 367 a.c. e si stabilì che rimanesse in carica per un anno. A tale onore potevano ambire solo i patrizi, che crearono questo nuovo ruolo come una specie di risarcimento per il fatto di essere stati costretti a condividere il consolato con i plebei. Nessun pretore plebeo venne nominato fino al 337 a.c.. Il pretore veniva chiamato "collega consulibus", e veniva eletto con gli stessi auspici nei Comitia Centuriata. I consoli venivano eletti per primi, e dopo toccava ai pretori. Grazie al potere di imperium e al potere di iurisdictio di cui era parimenti dotato, riuscì a svolgere una funzione propulsiva dell'ordinamento giuridico, correggendo e colmando le lacune dello ius civile. Il pretorato era in origine una specie di consolato, e le funzioni dei pretori erano una parte di quelle dei consoli che, secondo Cicerone, venivano chiamati anche judices a judicando. I pretori a volte comandavano l'esercito dello stato; e mentre i consoli erano assenti con le loro armate, esercitavano le funzioni di questi ultimi all'interno della città. Era anche un Magistratus Curulis e possedeva l'imperium, e di conseguenza era uno dei Magistrati Maiores: ma doveva rispetto e obbedienza ai consoli. Le insegne del suo ufficio erano sei littori. In un periodo successivo il pretore, a Roma, aveva solo due littori. Il pretorato venne inizialmente dato al console dell'anno precedente, come risulta da Livio. L. Papirio fu pretore dopo essere stato console. Nell'anno 246 a.c., venne nominato un altro pretore il cui incarico era di amministrare la giustizia, in materia di dispute tra peregrini e cittadini Romani. Si ebbero così due pretori: Il praetor peregrinus avente giurisdizione sulle controversie tra cives e peregrini e tra peregrini. Il Praetor Urbanus "qui ius inter cives dicit", e talvolta semplicemente Praetor Urbanus e Praetor Urbis
8 CENSURA INDICE Il censore era, nell'antica Roma, un membro della Censura, la magistratura istituita nel 443 a.c. e operante fino al 350 d.c.. Tale carica poteva essere ricoperta solo dai patrizi, anche se dal 339 a.c. vennero ammessi anche i plebei. A contraddistinguere l'atto della loro elezione era la cosiddetta cerimonia della lustratio, la purificazione della città (il termine lustrum, da allora, designa un periodo di cinque anni, ovvero il lasso di tempo che intercorreva da una elezione e la successiva). I censori erano una delle supreme magistrature della Roma antica assieme ai questori, agli edili, ai tribuni della plebe. Erano sempre in numero di due ma, pur avendo funzioni importanti, erano privi di imperium (questo è un dato incerto; alcune fonti sostengono che fossero dotati di imperium); venivano eletti direttamente dai comizi centuriati; all'inizio la durata in carica era di cinque anni, ma già dal 433 a.c. il periodo fu ristretto in modo da non superare i 18 mesi. Si occupavano principalmente del censimento della popolazione, della cura morum (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della lectio senatus. Una volta entrati in carica, i censori emanavano un editto in cui si stabilivano in quali giorni i cittadini dovevano recarsi nel Campo Marzio per dichiarare il proprio reddito. Le funzioni del censore, con il declino e la caduta della Repubblica Romana vennero poi assunte direttamente dagli imperatori, spesso in chiave anti-senatoria
9 IL CONSOLATO INDICE Il Consolato era la più importante tra le magistrature maggiori della Repubblica Romana. Era rivestita da due Consules, magistrati eponimi, che esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare e venivano eletti ogni anno. Al tempo dell'impero, la carica sopravvisse, ma divenne di nomina imperiale. Consolato in età repubblicana Durante la Repubblica l'età minima per l'elezione a Console era di 40 anni per i patrizi e di 42 per i plebei. Tutti i poteri politici, ad appannaggio nel Senato, erano in mano ai due consoli. Ognuno dei due consoli era titolare del potere nella sua interezza e poteva esercitarlo in via del tutto autonoma, salva la facoltà del collega di porre il veto (intercessio). Per evitare possibili inconvenienti, si escogitarono diversi sistemi, grazie ai quali - in forza di un accordo politico tra i due - certi periodi o in determinati settori di attività un solo console esercitava effettivamente il potere, senza che l'altro ponesse il veto. Il più noto è quello dei turni, in base al quale i due consoli dividevano l'anno in periodi - in genere mensili - in cui si alternavano nel disbrigo degli affari civili (nell'esercizio del comando militare, nel caso in cui entrambi i consoli fossero alla guida dell'esercito, i turni erano giornalieri). Un altro sistema era quello che si basava sulla ripartizione delle competenze tra i consoli eletti, in base al quale ciascuno dei due esercitava in maniera esclusiva alcuni poteri. In latino, "consules" significa "coloro che camminano assieme". Se un console moriva durante il suo mandato (fatto non raro quando i consoli erano in battaglia alla testa dell'esercito), un altro veniva eletto, e veniva detto Consul Suffectus. L'ufficio di console era ritenuto come risalente alla data tradizionale della fondazione della Repubblica, nel 509 a.c., anche se la storia remota è in parte leggendaria e la successione di consoli non è continua nel V secolo a.c.. I consoli erano incaricati sia dei doveri religiosi che di quelli militari; la lettura degli auspici era un passo essenziale prima di condurre l'esercito in battaglia. Inizialmente solo i patrizi potevano divenire consoli. Con le c.d. Leges Liciniae Sextiae (367 a.c.), i plebei ottennero il diritto ad eleggerne uno; il primo console plebeo fu Lucio Sestio, nel 366 a.c.. Con il passare del tempo, il consolato divenne il normale punto d'arrivo del cursus honorum, la sequenza di incarichi perseguiti dai Romani ambiziosi. In via eccezionali i consoli potevano ricevere dal senato i pieni poteri, ciò avveniva in caso di attacco improvviso o di rivolte interne o guerre civili. I casi più importanti sono due: in occasione della marcia su Roma di Lepido nel 77 a.c., della congiura di Catilina nel 63, quando Cesare attraversò il Rubicone nel 49 a.c..
10 Cesare Ottaviano Augusto Consolato in età imperiale Quando Augusto fondò l'impero, cambiò la natura dell'incarico, spogliandolo di gran parte, se non di tutti i poteri. Quindi molti consoli si facevano eleggere il 1 Gennaio solo per poter dare il proprio nome all anno corrente, in effetti poco dopo si ritiravano costringendo l elezione di un suffectus. Come risultato, circa la metà di coloro che avevano il grado di pretore potevano raggiungere anche quello di console ora non più a 40 anni, ma a 33. Questa pratica raggiunse il suo estremo sotto Commodo, quando nel 190, venticinque persone furono nominate a console. Un altro cambiamento durante l'impero fu che gli Imperatori spesso nominavano loro stessi, dei protetti o dei parenti, senza guardare all'età minima. Reggere il consolato era apparentemente un tale onore che il secessionista Impero delle Gallie, ebbe la sua coppia di consoli durante la sua esistenza ( ). Giulio Cesare L antica magistratura romana sopravvisse fino a tarda epoca, anche se come semplice dignità priva di potere reale. Una delle riforme di Costantino I fu quella di assegnare uno dei consoli alla città di Roma e l'altro alla città di Costantinopoli. Quindi, quando l'impero Romano venne diviso in due, alla morte di Teodosio I, l'imperatore di ognuna delle due metà acquisì il diritto di nominare uno dei consoli - anche se un imperatore permise al suo collega di nominarli entrambi per vari motivi. Come risultato, dopo la fine formale dell'impero Romano d'occidente, molti anni vennero denominati da un singolo console. Sebbene avesse perduto di fatto ogni potere politico, il console ordinario godeva di un grande prestigio e il consolato era ancora considerato come il massimo onore che l imperatore potesse concedere a un suddito. Questa carica decadde durante il regno di Giustiniano: prima con il console di Roma Decio Teodoro Paolino nominato nel 534 dalla regina Amalasunta alle soglie della guerra gotica, e quindi con il console di Costantinopoli, Anicio Fausto Albino Basilio, nel 541. In seguito il consolato venne assunto dall'imperatore come parte della propria carica, e nessun altro poteva assumerlo, tanto che, quando il generale bizantino Eraclio coniò monete assumendo il titolo di console, in effetti si proclamò anche imperatore, in opposizione all'imperatore allora in carica Foca.
11 INDICE IL SENATO Il Senato romano era la più autorevole assemblea dello stato nell'antica Roma, un'istituzione rimasta invariata nel corso delle trasformazioni politiche della storia dell'impero romano. Secondo la tradizione, il senato fu riunito per la prima volta da Romolo, il mitico fondatore di Roma. Romolo decise che il senato (Curia) fosse composto da 100 patres (poi ampliato a 200) nominati dal rex, i capofamiglia delle cento gentes originarie ricordate da Tito Livio, tutte di rango patrizio, per assistere il re nelle sue decisioni. Il termine senato deriva da senex, che segnifica vecchio, perché i membri del senato erano solitamente anziani. Il senato romano riuscì a essere veramente importante solo con l'instaurazione della Repubblica nel 509 a.c.. Gli venne conferito formalmente il solo potere consultivo, ovvero il diritto di essere consultato prima di far passare una legge. Ma in pratica, siccome i senatori erano l'unica carica che durava a vita, avevano molto più potere poiché potevano esprimersi su tutti i provvedimenti dello Stato ed avevano maggiori possibilità di difendersi delle altre istituzioni, che duravano invece un anno. Con Costantino I la capitale dell'impero venne spostata a Costantinopoli e venne trasferito anche il Senato. Si creò quindi un organismo speculare a quello dell'urbe, detto Synkletos. Luogo dove si riuniva il Senato Romano Il Senato romano, ormai trascurato, pur perdendo via via importanza sopravvisse fino al VI secolo. Durante i regni di Odoacre e Teodorico esso acquisì comunque un certo ruolo, cosa che attesta la collaborazione fra la tradizionale aristocrazia e i re barbarici. Le ultime attestazioni della sua esistenza furono nel 578 e 580 l'invio di due ambasciatori alla Corte Imperiale di Tiberio II Costantino a Costantinopoli. Papa Gregorio Magno in un'omelia, una decina di anni più tardi, lamentava la scomparsa della prestigiosa Istituzione, la cui fine poté dirsi definitivamente attestata nella prima metà del VII secolo con la trasformazione ad opera di Papa Onorio I della curia, l'edificio in cui il Senato si riuniva, in una chiesa: (Sant'Adriano al Foro).
12 INDICE MAGISTRATURE ED IL SENATO LESSICO LATINO aedilis, -is m. edile aedilitas, -atis f. edilità carica dell edile censor, -is m. censore censura, -ae f. censura carica del censore comitium,.ii n. comizio, assembela del popolo consul, -i m. console consulatus, -us m. consolato, carica del console cursus, -us honorum m. carriera politica dictator, -oris m. dittatore imperium, -ii n. potere, autorità pubblica legatus,-i m. legato, ambasciatore magistratus, -us m. carica, magistratura, chi ricopre una carica pubblica patres, -um m. pl. Senatori potestas, -atis f. carica, mandato politico praetor, -oris m. pretore proconsul, -is m. proconsole senator, -oris m. senatore
13 Sitografia
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