La fondamentale importanza dell alto corso dell Adige e del guado di Castelfirmiano nella storia dell Alto Adige/"Südtirol"

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1 A cura di Carlo/Karl Berger La fondamentale importanza dell alto corso dell Adige e del guado di Castelfirmiano nella storia dell Alto Adige/"Südtirol" L Atax-gis sembra convincentemente corrispondere al corso medio e superiore dell Adige Scrive P. W. Haider ( Geschichte des Landes Tirol pp. 134 seg.) «dal geografo e storico greco Strabone, di Amasia Pontica (ca. 64 ante fino al 14 dopo C.), si apprende che da un lago nell Apenninon, la criniera centrale delle Alpi, sorge l Isara, che accoglie l Atax (o Atagis) e sfocia nell Adriatico. Dallo stesso lago montano avrebbe origine l A(tes)inos, affluente nell Ister.[ ] F. Vonficht ha ultimamente dimostrato metodicamente ed oggettivamente che il primo termine (Atax) è stato tramandato correttamente e non migliorato mediante uno spostamento del nome per adattarlo ad un opinione preconcetta. Egli, inoltre, ha finalmente chiarito che Isara era il nome indigeno del corso superiore dell Adige mentre l Atax/Atagis, rispett. Atacis) erano quelli dell Isarco. Quest ultimo, in alcuni documenti del XIII e XIV secolo d. C. si chiamava, infatti, Atexis, Atax risp. Atacis ed ancora oggi presso i Romani della Ladinia Adesch. [ ] Appare così accertato che la stirpe degli Isarci come la località di Isera (presso Rovereto) - così denominata dall Isara sono da localizzare nella valle dell Adige nell area territoriale fra Merano e la chiusa di Salorno. Solo dopo l occupazione romana il nome ATESIS, usato dai Celti, rispett. dai Veneti per la bassa atesina fu riversato anche al corso superiore dell Adige.[ ]» E HAIDER, W. P.:( Tirol unter Römischer Herrschaft in Geschichte del Landes Tirol Band 1 Von den Anfängen bis Athesia 1990, pp ) afferma: «A sud del Brennero, possono invece essere attestati nella media Valle dell Isarco i nomi celtici di fiumi Atax/Atacis e Isara, come pure diversi nomi locali in Val Pusteria ed anche p. es. a Bressanone.» Scrive in proposito Gioia Conta ( La conca di Bolzano in età romana in Bolzano, dalle origini Athesia 1191). Nella descrizione delle Alpi, considerate da Strabone come un unica catena dalla Liguria al monte Ocra verso l Adriatico e che descrivono la base dell Italia «curva e sinuosa con la concavità verso l Italia», si apre una digressione sulla spedizione di TIBERIO e DRUSO, variamente emendata e ancor più diversamente interpretata. Nel lato orientale, [ ] «sovrasta ai Carni il Monte Apenninus, dove è un lago che ha sfogo nel fiume Isara, e questo, dopo aver raccolto il fiume Atagis, sbocca nell Adriatico. Dal medesimo lago un altro fiume, l Atesinos, mette nell Ister». Il Monte Apenninon che sovrastai Carni, nominato solo da STRABONE è certamente il gruppo montuoso delle Alpi Retiche tra i passi di Resia e Brennero, forse identificabile, per la sua maggiore altezza, con il monte di quest ultimo. [ ] Ma quali sono i fiumi che si dipartirebbero da questo lago alpino? Se manteniamo la lezione Isara con affluente Atagis, il primo corrisponderebbe al fiume Isarco, il secondo al corso superiore del fiume Adige, che verrebbe ad essere il suo affluente. Per questo motivo, a parte la correzione con Isarcus, proposta dagli studiosi è stato supposto lo scambio dei due idronimi, per cui l Isarco diventerebbe correttamente l affluente dell Adige. In uno studio di dieci anni Fritz Vonficht accetta la lezione tradita identificando pero l Isara con l Adige e l Atagis con l Isarco. Isara sarebbe, infatti, l'idronimo con cui gli indigeni denominavano il corso superiore dell Adige e l Atagis o meglio Atax, l antico nome dell Isarco, che sarebbe testimoniato dall idronimo Adesh, giunto sino a noi, con il quale i Ladini chiamano l Isarco.[ ] Isarcus sarebbe una dotta introduzione dei notari brissinesi intorno al 1100, mentre Eisack nella forma tedesca Isac appare verso il 1075, legato ad Eis ghiaccio. Se Isarcus non esiste la popolazione degli Isarci, testimoniata nel Trophaeum Alpium e da Plinio non è più legata alla Valle dell Isarco, ed infatti viene situata dal Vonficht nella media Valle dell Adige, tra Merano e Salorno. Se le argomentazioni non sembrano così determinanti da spostare gli Isarici-Isarci e il fiume Isara dalla loro tradizionale sede nella Valle dell Isarco, l Atax-gis sembra altresì convincentemente corrispondere al corso medio e superiore dell Adige. Ancora nel 1237 a Trento è attestato un pons Atexis e del 1339 è la testimonianza ab Atace usque ad lacum de Garda. Solo dopo la romanizzazione il nome Atesis del basso corso dell Adige, ampiamente documentato nelle fonti deve aver compreso anche quello alto. È del resto abbastanza frequente nell antichità la doppia denominazione per un fiume dal lungo corso.[...] Così non è da escludere che a un epoca anteriore alla denominazione Isara il termine Atax-gis comprendesse anche la Valle dell Isarco, come potrebbe rivelare la successione, già formulata negli studi sull argomento, della stessa base idronimica di Atesis Atax-gis Atesinos (Sill), da Verona sino alla Valle dell Inn. L elemento di confusione originario nella denominazione dei

2 fiumi Adige ed Isarco si troverebbe rispecchiato proprio nell idronimia ladina, dove sì, come abbiamo visto, l Isarco è detto Adesh, ma con Ladesh viene definito l Adige.» Castelfirmiano/Siegmundskron e la vallata dell Adige (tratto da Menara H. Castelli del Sudtirolo Athesia 2003 Scrive Gian Maria Tabarelli ( Strade romane nel Trentino e nell Alto Adige Temi Editrice 1995 pp. 112/113) Aput flumen Athesis, sotto Castelfirmiano, in antico Formigario castello ricordato sin dal X secolo quando, difeso dall abate Abelardo in nome del vescovo di Trento, fu baluardo a Berengario II, aspirante re d Italia, che scendeva dalla Venosta. L episodio accadeva nel 945, un ottantina d anni prima che nascesse il Principato Vescovile di Trento. Per cui, anche per Castel Firmiano possono sicuramente valere le ipotesi di una sua ininterrotta efficienza per secoli. Nel suo intorno infatti si sono avuti reperti di abitabilità proto e preistorica. Un castelliere, insomma, o forse addirittura una serie di castellieri, sull ultimo bastione collinoso affacciato sulla piana triangolare formata dalla confluenza dell Adige, del Tàlvera e dell Isarco. Ritrovare sullo stesso punto una fortificazione, e non di poco conto se capace di fermare l esercito di un aspirante re, induce a molti sospetti: per la già ricordata «legge» della continuità delle funzioni, la riproposta cioè in epoche diverse e spesso senza soluzioni di continuità dello stesso posto come zona fortificata, l intervallo dal castelliere al primo medioevo è colmabile, camminando a ritroso nel tempo, come punto forte dapprima longobardo che proprio qui come già visto avevano il confine con i Baiuvari e prima ancora di chi li precedette. Alla fine della catena si trovano i romani. Scrive Mario Ferrandi: ("L'Alto Adige nella storia Manfrini - Calliano op. cit. pp. 110/111) Ugo di Provenza, che surrogò Berengario nel potere, riconquistò la marca di Bolzano e confidò pieni poteri politici e amministrativi a Manasse, arcivescovo di Arles, marchese di Trento, Mantova e Verona. Manasse affidò la fortificazione più notevole della conca di Bolzano ad un suo fedele e in altre parole al chierico Adelardo. Questi due nomi hanno notevole importanza nella storia della nostra regione in quanto, allorché verso la metà dello X secolo ( ) il nipote di re Berengario col nome di Berengario II, marchese d Ivrea, fatto forte degli appoggi d Ottone re di Germania, assoldò un esercito per scalzarvi Ugo di Provenza, trovò a Castel Formigario (Castelfirmiano) una insuperabile resistenza. Non poteva passare oltre nella tema di vedersi tagliate le vie di rifornimento e d altro canto ogni giornata perduta assecondava la preparazione militare dei suoi nemici. Ricorse allora alle sottili arti diplomatiche per superare ostacoli di fronte ai quali la forza delle armi era inetta. La sua spedizione in Italia era

3 stata preparata da un gentiluomo, Amedeo, che travestito da mendicante aveva percorso tutte le contrade, orecchiando a tutte le corti e distendendo una sottile trame di amicizie e di tradimenti che non avevano lasciata immune nemmeno la corte provenzale di Ugo. Amedeo secondo una versione, riuscì a convincere sia il chierico Adelardo che l'arcivescovo Manasse a disertare le fortune di Ugo. A Manasse Berengario promise solennemente l Arcivescovado di Milano, ad Adelardo il vescovato di Como. Il ponte levatoio di Castel Formigario fu così calato e Manasse aprì a Berengario le porte di Trento. Questi eventi favorirono talmente le sorti di Berengario da rovesciare radicalmente la situazione politicomilitare. Ugo di Provenza abbandonato dai suoi sostenitori perdette il regno e Berengario II poté senza difficoltà. Scrive P. J. Ladurner: (KLAMMER, B.: P.J. Ladurner's Chronik... pp. 159/160) I dintorni di Bolzano devono aver notevolmente sofferto per questa spedizione militare di Berengario. L'assedio di Formigar (l'attuale Castelfirmiano) non ci offre anche una chiave di lettura dei rapporti allora esistenti fra i territori italiani e quelli tedeschi in Alto Adige? Bolzano, in territorio tedesco, non viene, infatti, attaccata da Berengario, bensì invece il confinante Castel Formigar nel quale il Vescovo Manasse, luogotenente del re d'italia in Trento, ha posto un suo capitano di castello; se ne deve dedurre che a quei tempi il territorio del Regno italico si estendeva di là dall Adige fino ad Appiano o forse 'anche fino a Lana. Scrive Giuseppe Albertoni ( Le terre del Vescovo p. 132) Ma ai nostri fini il vero protagonista dell'episodio non è né Manasse, né Ugo o Berengario: è la strada dell'adige, una strada protetta da fortificazioni poste in luoghi strategici, una strada il cui controllo poteva essere determinante non solo per l' acquisizione della corona regia, ma anche per quella imperiale. gar: la fortificazione più notevole della conca di Bolzano (Foto G. Giunti: Alto Adige 2004) ormi F Quest'antico castello sorgeva sul luogo stesso sul quale nel sec. XV Sigismondo il Danaroso costrusse il castello di Sigmundskron, alla confluenza dell Adige e dell Eisack. È detto altrove Firmian, Furmiaum, Formeianum. Che questi nomi designino un solo luogo, chiaro risulta dai documenti 24 settembre 1197 (cfr. Kink, op. cit. n. 60 ) e 1 Luglio 1204 nel quale ultimo figura un Balduino de Formiano che è una sola persona Bibl.: DOMINEZ, Guido: Regesto cronologico dei documenti...del Principato vescovile di Trento , pp..7/8 nota 2 Scrive Martin Bitschnau ( Burg und Adel i n Tirol zwischen 1050 und op. cit. pp. 213/21

4 Firmian: (Formar, Formeianum, Formianum, Formicaria, Formigar, Furmian, Furmigarium[ ] Prima menzione: castra secus munitionem vocabulo Formicaria cca. 945.) Roccaforte principale dell'episcopato di Trento nell'area bolzanina. I gastaldi ed i conti castellani di essa infeudati sono menzionati dal 1141 e provengono da diversi lignaggi di ministeriali genealogicamente non chiaramente inquadrabili. Lo Jordani de Formar attestato nel 1144 potrebbe identificarsi con Jordane de Ralle della Val di Non mentre la famiglia di ministeriali attestata sin dal 1184/88 con il nome prevalente di During [Turengus, Turingus] discenderebbe dai ministeriali trentini d Appiano (TUB I/1, Reg. sub voce; cfr. Cat. n. 121c). Probabilmente apparentati con la famiglia During sono i fratelli Ottone e Federico attestati dal 1212 (TUB I/2, n. 632, la discendenza dei quali fornì per l'intero secolo XIII la maggior parte del contingente principale dei Capitani castellani. Singoli appartenenti a questo lignaggio sono attestati dall'inizio del XIII secolo con diversi appellativi; così 1207 e 1211 Oto Gallo, dal 1258 Concio e Federico Estrich (Görz. Reg. I, n. 653), dal 1259 Werner Ripp (Görz. Reg. I, n. 666), dal 1265 Corrado e Dieto Zungel (Görz. Reg. I, n. 807), dal 1290 Enrico Kastraun (Zanolini, Documenti n. 42; TLAI, Nachl. Ladurner, Schuber 29, Trostburg n. 251) e dal 1293 Guglielmo Haring (Görz. Reg. II/I, n. 807; TLAI, Nachl. Ladurner aao, n. 251). Per quanto concerne la stirpe ministeriale attestata dal 1220/28 circa su Castel Firmiano con l'appellativo Phaffus vedi Cat. n. 55); Per Conzius de Mose, fratello di Alberto di Firmiano. I diversi lignaggi appartenevano quasi esclusivamente alla ministerialità dell'episcopato di Trento. Solo Utilino e Ildebrando, come anche un Alberto di Firmiano, sono attestati sporadicamente dal 1211 anche in documenti del Conte Alberto III di Tirolo; Nel 1280 Rodolfo di Firmiano, nato dal matrimonio del ministeriale trentino Raimberto di Firmiano con la ministeriale tirolese Irmengarda di Raseb, chiede al Vescovo Enrico di Trento di poter essere contemporaneamente anche ministeriale del Conte Mainardo II di Gorizia-Tirolo. Prima del 1237 al feudo di Formigar erano legate le potestà giudiziare in Bolzano sia dell'episcopatus Tridentinus sia del Conte Tirolese; dopo il 1237 circa tale pertinenza si limitò solo ancora all'ufficio del giudice del Vescovo. (TUB I/2, n. 574; Görz. Reg. II/I, 807; Stolz, PHLB-Südtirol, pp. 246, 267; AT2, S.CCVf; per quanto concerne il potere giudiziario in Val di Fiemme vedi Voltelini Immunität pp. 353, 359). Diritti d avvocazia dei Signori di Formigar su Bolzano e sull ischia meridionale (Unterau), derivanti dal lascito ereditario di Ottone e Kaloch di Weineck sono menzionati nel 1242 e nel 277 (AT 4, n. 183a; cfr. ibidem, n. 125; Görz. Reg. II/I, n 202). (TUB I/2, n. 574; Görz. Reg. II/I, 807; Stolz, PHLB-Südtirol, pp. 246, 267; AT2, S.CCVf; per quanto concerne il potere giudiziario in Val di Fiemme vedi Voltelini Immunität pp. 353, 359). Diritti d avvocazia dei Signori di Formigar su Bolzano e sull ischia meridionale (Unterau), derivanti dal lascito ereditario di Ottone e Kaloch di Weineck sono menzionati nel 1242 e nel 277 (AT 4, n. 183a; cfr. ibidem, n. 125; Görz. Reg. II/I, n 202). Scrive Mario Ferrandi (op. cit. p. 105) Esercitavano il loro potere giudiziario all aperto, in apposita località detta comunemente placito. Uno dei punti ove veniva maggiormente adempiuto alle mansioni giudiziarie era Castel Formigario (o CasteIfirmiano. In antichi documenti sì parla anche di un prato presso il ponte di Laces e dì uno spiazzo dominato da una vecchia Da WIDMOSER, Eduard: Südtirol A-Z Südtiroler-Verlag 1995 Castelfirmiano: è il più grande e più vasto castello del Tirolo. Qui si sono fatti dei ritrovamenti della prima Età della Pietra. La fortezza Longobarda Formicaria fu assediata nel 590 dai Franchi. Nel 956 fu conquistata da Berengario d Ivrea. Nel tardo XII secolo Formigar (Formian, Firmian) fu potenziato: da quell'epoca hanno origine le rovine della roccaforte. Il castello era ogni tanto adibito a residenza dei Vescovi di Trento, che [il 31 luglio 1182, apud flumen Athesis subtus Forminarium ubi dicitur ad vacum de Cuvalo] presso il Ponte del Castello fecero svolgere un assemblea feudale e giudiziaria e delegarono un Gastaldo ad amministrare la rocca con i beni e gli uomini ad essa appartenenti in Val di Fiemme, Appiano, Bolzano, Renón Nel XIII sec. la rocca era in possesso, quale feudo trentino, di diversi rami dei Signori Firmian. Nel 1473 l'arciduca Sigismondo acquistò il castello e lo ristrutturò fra il 1474 ed il 1484 secondo i canoni della moderna arte delle fortificazioni. Nel 1538 fu infeudata ai Signori von Völs, nel 1649 ai Conti di Wolkenstein-Trostburg. Nel 1805 era in possesso di Anna Menz, la futura Contessa di Sarentino dalla quale passò per via ereditaria ai Conti di Toggenburg. Da: Alto Adige paesaggio fortificato - Giunti- Prov- Auit. Bolzano, 2004 O la piu grossa fortificazione dell Alto Adige, formata da due nuclei distinti. Il primo occupa il cocuzzolo della propaggine settentrionale del Monte di Mezzo, che separa l Oltradige dalla valle atesina. Qui esisteva già un castelliere retico, poi probabilmente sostituito da una fortificazione romana, da cui derivò quel castrum Formicarium che nel 945 sbarrò la strada a Berengario d Ivrea, aspirante al trono d Italia, e non cadde se non per tradimento del castellano cui era affidato. All epoca il castello apparteneva già ai vescovi di Trento, che vi costruirono una residenza che doveva essere di grandi dimensioni se poterono radunarvi più volte a consiglio, nel XII secolo, i propri sottoposti e furono in grado di metterla a disposizione delle delegazioni che, nel Duecento, negoziarono la fine della

5 trentennale lotta tra i conti di Appiano e quelli di Tirolo. Era affidato a una famiglia di fiduciari dei vescovi (i ministeriali ) che dall incarico trasse il nome di Formigar, poi corrotto in Formian e infine in Firmian. Il secondo nucleo, ben più vasto, è costituito dall ampia cinta rafforzata da torrioni circolari o semicircolari che si snoda a quota più bassa intorno al colle e che fu voluta dall arciduca d Austria Sigismondo il Ricco che, nel 1473, rilevò dai Firmian la proprietà del luogo. Era allora in corso una guerra fredda, che ogni tanto degenerava in calda, tra gli Asburgo e la Repubblica di Venezia, che guardava con interesse alle terre trentine e tirolesi. Venezia aveva appena rafforzato secondo i recenti dettami militari la rocca di Rovereto: e Sigismondo temeva che da lì potesse partire un attacco al cuore delle terre atesine. Si diede perciò a costruire, secondo i nuovi criteri bellici, un ampia fortezza che potesse servire da sbarramento per l accesso alla conca di Bolzano e da perno di un contrattacco, come quello che proprio Sigismondo portò nel 1487 e condusse alla resa di Rovereto. Della nuova rocca nome che le si addice meglio che quello di castello abbiamo la descrizione del frate domenicano Fèlix Faber, che la visitò nel 1483 o Il castello è ora proprietà di Sigismondo, duca d Austria, il quale lo ricostruì dalle fondamenta e lo ampliò, circondandolo con mura assai spesse e alte, grosse torri. Lo spessore della muraglia raggiunge i venti piedi. Nei quattro angoli vi sono quattro grandi residenze fortificate divise tra loro da torri e mura. Ciascuna abitazione ha il proprio cortile e la sua stalla per i cavalli, cosicché quattro principi possono essere contemporaneamente ospitati. Io stesso fui in questo castello e ho osservato tutto personalmente. Il frate, nonostante la tonaca, probabilmente mentiva, spacciando per realizzazioni viste di persona idee che erano allo stato di progetto: delle residenze non è stata trovata traccia, e del resto è difficile pensare a che cosa potessero servire in una struttura eretta per puri scopi bellici. L'opera era imponente, e il duca le dette il nome di Sigmundskron", "corona di Sigismondo Scrive Antonio Zieger: ( Un antico urbario p. 138) Un fatto non comune e, come pare, abbastanza frequente nella gastaldia di Firmiano, fu che l'autorità non venne affidata a una sola persona, ma fu divisa fra due o più persone, come si può ricavare dai documenti conservatici sugli ultimi anni di essa. Di nomi di gastaldi di Firmiano d sono conservati soltanto i seguenti: Federico de Ugna 1192 (Montebello A. G. Notizie storiche, topogr. e religiose della Valsugana e di Primiero -: Rovereto, 1793 doc. N. 8 ) Hermanus de Formiano 1195 (Bonelli. o.c., pag. 340) Ernestus 1237(Voltelini) Corrado di Greiffenstein Ulricus de Aselbergo 1238 Ciò si può spiegare benissimo data l ampiezza del territorio della gastaldia e i molteplici incarichi che si sarebbero riversati su una unica persona rendendole impossibile corrispondere con esauriente esattezza ai suoi doveri non soltanto di riscossione delle rendite, ma di difensore dei diritti del vescovo, diritti che qualche volta, per incuria, andavano perduti. Scrive P. J. Ladurner:.( KLAMMER, P. Bruno : P. J. Ladurner s Chronik....pp ) Quanto frequentata fosse all epoca la strada presso l'attuale Castelfirmiano/Sigmundskron, utilizzata probabilmente come principale via di comunicazione, lo si evince chiaramente da un documento d'investitura, secondo il quale il 12 febbraio del 1269, nel Palazzo vescovile di Bolzano, il Vescovo Egnone di Trento per 80 libbre veronesi affidava in gestione per un anno al Signor Hildebrand di Formigar/Firmian, la sua quota dei proventi daziari riscossi sul Ponte di Formigar/Castelfirmiano. I Firmian

6 Castel Firmian: ritratto di Carlo Firmian custodito nel Salone del Settecento Scrive A. Gorfer: I Castelli del Trentino Vol. 3 pp I FIRMIAN devono il nome al castello omonimo sulla rupe di porfido lambita dall'adige, presso Bolzano, che per alcuni secoli governarono in quanto ministeriali del principe vescovo di Trento. Capostipite conosciuto sarebbe un certo cavalier Leopoldo. Costui, secondo l'iscrizione elogiativa settecentesca del suo ritratto esposto nel salone del castello, fu mandato l'anno 933 con 400 uomini a cavallo contro i pagani dell'imperatore Henrico I. I genealogisti accennano a personaggi Firmian fioriti verso la fine del secolo X. Un Corrado de Formigaro presenziò, assieme ad Ermanno de Furmiano e ad altri importanti ministeriali tridentini incastellati, ad un'assemblea feudale, presieduta dal vescovo di Trento ALBERTO DA CAMPO, svoltasi nell'agosto 1185, ad vadum Cuitali Bauzanum versus, non molto lontani, cioè, almeno così di sospetta, da Castel Firmiano. Corrado risulta politicamente attivo per tutto lo scorcio del secolo. Accanto a lui, e dopo di lui, appaiono attori in documenti principeschi del Codex Wangianus, Egnone e Zuco class=section2> ( ), Ermanno (1185), Turingio ( ), Ottone ( ), Balduino ( ) e le figlie Berta e Cunegonda che, durante una riunione tenutasi in palatio castri Formigari, furono designate dal vescovo di

7 Trento Corrado da Beseno a succedere, assieme ai loro fratelli, negli allori del padre (1197), Giacobino ( ), Cristiano (1230), Iltiprando ( ), Dieto ( ) ecc. Signori, oltre che di Mezzocorona, di Mèchel, di Enklar, Leopodlskron (Salisburgo), Mittelsbach e Pampeago in Val di Fiemme, i Firmian furono creati cavalieri nel 1472 con Nicolò I. Il quale dodici anni dopo conservava il titolo di signore di Castel Firmiano (de castro Firmiano) accanto a quel do castellano di Castel Corona di Mezzo Nuovo (de Castro de Metio novo), baroni nel 1526 con Giorgio I, conti del Sacro Romano Impero di Germania nel 1749 con Francesco Alfonso. Essi esercitarono il diritto giurisdizionale tramite un giudice patrimoniale e un capitano dinastiale fino al 1824 allorché i fratelli Ernesto e Leopoldo vi rinunciarono e dal Governo di Vienna fu aggregato al giudizio di Mezzolombardo. Mantennero, tuttavia, i diritti feudali acquisiti durante i secoli e loro restituiti con la Restaurazione (il Governo Italico di Napoleone I aveva unito la giudicatura di Mezzocorona a Lavis). Oltre a quelli tirolesi e a quelli del soppresso Principato tridentino, possedevano beni fondiari e immobiliari, masi, decime, diritti di caccia e pesca nel territorio di Mezzocorona. In particolare, tra l'altro: il maso Stadio (Stadlhof) ai piedi del Monte di Mezzo (Mittelberg), decime di vino a Mezzolombardo, decime a Mèchel, parte delle decime di Castello, Termenàgo, Pellizzano in Val di Sole, di Cagnò, Revò e Romallo in Val di Non, di Moena di Val di Fiemme, i laghi del Logorài e il lago di T\vel. Carta de iure comitis de Tirol apud Bolzanum» Scrive P. J. Ladurner:.( KLAMMER, P. Bruno : P.J. Ladurner s Chronik... pp ) Su iniziativa del Conte Alberto di Tirolo il 7 febbraio 1208 a Bolzano si riunirono in pubblico placito molti stimati signori del clero e tanti membri dell'aristocrazia laica; (...) questi, alla presenza del Vescovo e del Conte e «Chi è Gastaldo (rappresentante e giudice) del Vescovo in Formiano (Castelfirmiano) deve essere anche sultaiz (justitiarius) del Conte di Tirolo in Bolzano, e quando il gastaldo di Formiano ed amministratore giudiziario del Conte tirolese convocherà un pubblico placito (ciò che i Teutonici chiamano elaeichting), in Bolzano o nella sua Contea, tutto ciò che nei 15 giorni antecedenti e nei 15 susseguenti fosse stato introitato dovrà essere ripartito in due parti uguali fra il Vescovo ed il Conte, e tutte le pene pecuniarie riscosse dal Gastaldo di Castelfirmiano o dal suo Scario (funzionario vescovile) spetteranno per due parti al Conte di Tirolo e per la terza al Vescovo di Trento. Il Conte assegnerà poi il suo secondo terzo al sultais di Formiano. Le reti sequestrate e tutto quanto con esse contemporaneamente confiscato, dovranno essere consegnate al Conte di Tirolo oppure al sultais di Formianum, e questi sono tenuti a giudicare sull'operato. Sarà il Conte a stabilire tutte le unità di misura, sia dentro che fuori le mura della città, ed a chiederne il rendiconto. Tutte le carrade di vino prodotte sul luogo appartengono al Conte, eccetto tre, che egli destinerà a beneficio del ponte di Bolzano (Ponte sull'isarco ), e con quelle carrade di vino il Conte di Tirolo o il suo sultais, non proprio per legge, ma in virtù della loro precisa volontà e delle buone usanze, ospiterà in occasione delle sopraddette tornate giudiziarie i Ministeriali della Casa Dei presso il Tribunale, affinché ivi possano rendersi utili. Chi è Gastaldo a Castelfirmiano dovrà essere contemporaneamente anche amministratore della giustizia (sultaiz) entro e fuori le mura di Bolzano, come già avveniva sotto i Vescovi Adelpreto II, Salomone, Alberto e Corrado II. Il Gastaldo di Formiano dovrà esercitare la giustizia in nome del Vescovo e del Conte sotto all'albero di pioppo presso la Parrocchiale di Bolzano e solo nell'ambito delle competenze proprie di un Gastaldo di Formiano (Castelfirmiano) e sultaiz del CONTE DI TIROLO.

8 Castelfirmiano in una cartolina dell inizio del XX secolo Tratto da: Alto Adige: il paesaggio fortificato Giunti - Prov. Aut. Alto-Adige 2004 Artalonga Scrive I. Rogger ( Vita, morte e miracoli del Beato Adelpreto STSS ann. LVI 1977, fasc. IV Il 16 agosto di un anno che con ogni probabilità è il 1170 Adelpreto s incontrò col conte Enrico e con Udalrico figlio di Federico d Appiano nella località detta Artalonga e si fece consegnare mediante il simbolo di un aspersorio il castello di Greifenstein, con quaranta poderi ad esso appartenenti. Nel contempo fece anche restituire al conte di Tirolo Bertoldo quendam comitatum, de quo inter eos lis agitabatur. Poco più tardi, presso il guado dell Adige sotto Castel Firmiano lo stesso conte Federico d Appiano riconfermava, mediante la consegna d un ramo di pero nelle mani del vescovo, l atto compiuto dal figlio e dal fratello, sigillando in tal modo la pace. Le due località sono individuabili: Artalonga era un ischia privata, appartenente al vescovo sulla sinistra dell Adige fra Merano e Bolzano, sotto il castello di Greifenstein; il guado di Castel Firmiano, più esattamente l angolo posto alla confluenza fra l Adige e l Isarco e anch esso coltivato a prato, era stato usato dallo stesso vescovo Adelpreto per un placito nel 1163 e si ritroverà ancora adibito ad un incontro fra il vescovo (Salomone) ed i conti di Appiano nel Gli Appiano abbandonano Bolzano Scrive Bruno Mahlknecht (op. cit. pp ss.) Il 16 agosto 1170, una domenica, ad Artalonga, un ischia fra Castelfirmiano, Riva di sotto/unterrain e Gries-Terlano/Terlan s incontrarono il Vescovo e diversi signori, e qui il Conte Enrico rinunciò per sè stesso e per suo nipote Ulrico/Federico al Castello di Greifenstein, con 40 masi ad esso appartenenti. In quell occasione essi riconsegnarono al Conte Bertoldo [di Tirolo] la contea per la quale era nata la lite fra di loro. Il conte Federico non prese parte alla riunione - probabilmente egli non si sentiva di riconoscere la sua sconfitta - ma poco tempo dopo, allorché il Vescovo sedette sotto l albero sulla riva dell Adige sotto a Castelfirmiano (e amministrò la giustizia), comparve anch egli e confermò la rinuncia, espressa da suo fratello e da suo figlio, al Castello di Greifenstein, con accessori, ed alla Contea di Bolzano (solo di questo comitato, infatti, lasciato in eredità dal Conte Arnoldo può trattarsi). Scrive Mario Ferrandi (L Alto Adige nella storia Manfrini Calliano 1989, p. 131) Con l'acutizzarsi dei rapporti fra Guelfi e Ghibellini venne a maturazione in Alto Adige il contrasto che si andava sempre più delineando fra i Conti di Tirolo e i Conti di Appiano. Inutilmente il Vescovo Hartmann nel

9 1153 tentò una mediazione: la guerra che era nell'aria da parecchi anni scoppiò e durò esattamente ventotto anni (1181). Da un lato i fratelli Bertoldo e Alberto di Tirolo, alleati di Trento, dall'altro Federico ed Enrico di Appiano di parte guelfa. I Conti di Appiano avevano dalla loro la Città di Bolzano. I conti di Tirolo contavano sulla fedeltà di Merano. Le famiglie nobiliari erano divise per cui la guerra si diluì in cento differenti focolai, quante erano le rocche coinvolte nell'incendio, e i borghi che vi avevano assunto una qualunque posizione. Sin dagli inizi la lotta volse a favore dei conti di Tirolo che riuscirono a costringere gli Eppan ad abbandonare Bolzano, il cui territorio fu dopo d allora diviso fra i conti stessi e il vescovo di Trento Maggio 31, apud flumen Athesis subtus Formigarium ubi dicitur ad vadum de Cuvalo. Federico ed Enrico, Conti d'eppan, rinunziano a favore del VE Salomone, il primo ai suoi diritti su Campo d'egna, il secondo a' suoi diritti sue due corti in quel di Termeno, ed in comune ai loro diritti sul castello di Greifenstein e sue dipendenze, sul bosco di Ritten, sulle corti di Vadena, di Magré, di Mezzocorona, e su di una vena d'oro in quel di Tassullo. Alberti, Ann. cit. p. 28; Bonelli, Op. cit. vol. II, n. XLVI. Bibl.: DOMINEZ, Guido: Regesto cronologico dei documenti.. Tip. F. Strazzolini, Cividale, 1897: Scrive P. J. LADURNER: (KLAMMER, B.: P.J. Ladurner's Chronik... p. 181) Già da anni i Conti d Appiano vivevano in continua lite con i Vescovi di Trento a causa dell'eredità del loro cugino Arnoldo di Greifenstein, ma specialmente a causa dei suoi feudi. Finalmente le due parti contendenti s'incontrarono il 31 maggio 1181 nella piana del fiume Adige davanti a Castelfirmiano per derimere le loro questioni. La concordia con il Vescovo Salomone fu ristabilita: molti Cavalieri e Nobili, Canonici del Duomo e uomini della Casa di Dio ed altre onorate persone furono testimoni del solenne accordo. I Conti ENRICO E FEDERICO D APPIANO rinunciarono in proprio e per i loro eredi a favore dell Episcopio oltre che a vari feudi e mansi villicariae (masi dei villici), a foreste e pascoli facenti parte dei beni del compendio ereditario di Arnoldo [III] (ivi compresi quelli del Renòn ), anche alla rocca di Greifenstein (Castel Grifo). «iuxta consuetudinem iuris in partibus Athesis» Prosegue Otto Stolz ( Begriff op. cit. pp Con documento del 6 marzo 1297 il Duca Ottone conferma un acquisto concluso da Ruperto di Mals/Malles ed Alto di Schenna/Schenna per una decima in villa Stilves in valle Venusta e promette di proteggerli iuxta consuetudinem iuris in partibus Athesis. ( ossia del diritto consuetudinario vigente nel territorio lungo l Adige = Brandstätter) Ci si può ora chiedere: l autore di questo documento intendeva con dalle parti dell Adige solo la Val Venosta, inclusa Merano dove, in effetti, per i collegamenti con la Rezia curiense vigeva un diritto speciale molto accentuato, oppure la Contea del Tirolo come allora in vasto senso intesa? La risposta dovrà essere ricercata con riferimento ad altre uguali o simili attestazioni d epoche successive. Attorno a quell epoca l ubicazione dei beni o delle residenze di persone è indicata anche con l espressione circa o apud Athasim. Nota Stolz p. 479 n. 2) Così in un documento del 1269 febbr. (Staatsarchiv Innsbruck Urk. Nr. 9522) il Conte Mainardo di Tirolo acquista beni dal Conte di Eschenlohe e gli concede l esenzione doganale per il vino prodotto nei suoi allodi circa Atthasim ; del lascito testamentario di Hilpold von Schwangau per l abbazia di Stams (Hormayr, Chronik v. Hohenschwangau Urk. Nr. 12); del 1282 Certamente qui con il fiume s intendeva la valle, la terra all Adige, ma è quasi impossibile stabilire se, allora, s intendeva in tal modo designare un concetto generalmente paesaggistico o, invece, uno relativo ad una ben determinata politica ambientale; e in quest ultimo caso se con l espressione terra lungo l Adige / das Land an der Etsch s intendeva tutta la Contea del Tirolo o solo una parte di essa, forse nel significato di uno dei distretti territoriali che già allora rivestivano un certa importanza politica.[ ] 1312 dicembre 19: imposizione di un imposta generale in toto comitatu Tyrolis in valle Wiptal, Intal et aput Athesim Nota Stolz p. 479 n. 8 loc. cit. 279 Re Rodolfo d Austria Scrive P. J. Ladurner ( KLAMMER, P.Bruno: P. J. Ladurner s Chronik von Bozen Athesia pp ) Già il 24 maggio 1282 il Re Rodolfo, su richiesta di Mainardo II, aveva stabilito con la sua sentenza di Ulma, che al Conte ora spettava facoltà di fornire, mediante il parere di due principi o aristocratici laici della terra fra i monti, la prova del suo paese d appartenenza, o dell'ordinamento giuridico di cui egli potesse godere, e che la testimonianza dei due principi o nobili dovesse ritenersi valida e sufficiente all uopo. In seguito a tale decisione dal 24 maggio 1282 (1283) molti membri dell aristocrazia di Bolzano e dintorni si riunirono davanti al nuovo Ospedale di

10 Santo Spirito, dove si tenne l assemblea giudiziaria sotto la presidenza di Geroldo, giudice comitale di Gries, che sedeva in giudizio in nome di Mainardo, per esaminare le più importanti questioni concernenti la città di Bolzano. Con lodo arbitrale degli interpellati aristocratici Alberto di Firmiano e Federico di Trauenstein - ai quali si accordarono anche gli altri testimoni presenti fu accertato, secondo gli antichi usi e costumi, che: il Conte, come i suoi antenati avevano, ha piena potestà di indire in Bolzano due volte l anno, in prima persona o mediante un suo rappresentante, un giudizio generale e legale (judicium generale seu legale), e questo precisamente nel mese di maggio ed in autunno, fra la festa di San Martino ed il Natale. Esso deve essere annunciato pubblicamente nella Chiesa della Nostra Signora in Bolzano (e quindi l attuale nostro Duomo era già stato costruito), e subito tutti gli esponenti dell'aristocrazia laica, i magnati ed i ministeriali residenti in Bolzano ed in Gries, come pure i signori di Wanga e di Castelfirmiano, benché non residenti in Bolzano o in Gries, dovevano, in base al diritto ed alle vecchie consuetudini, intervenire anche senza particolare preavviso, il primo giorno della tornata giudiziaria ed ottemperare a tutte le esigenze della giustizia; altrettanto devono fare anche tutti i cittadini, coloni e quant altri che fossero residenti in Bolzano o in Gries. Rodolfo IV d'austria 18 genn. 1363: Il duca Rodolfo IV d'austria che l'11 gennaio era ancora in Stiria, arriva nelle vicinanze di Bressanone Nota Kögl p. 96 n. 28) Princeps Rudolphus nec hienmis inclementia quae tunc (plus) solito alguerat nec montium asperitate fatigatus cum paucis per alpium crepitudinem reptando manibus, ut plurimum rusticorum arte, venit ad Athesim (Huber 84. Nota 4). La gegent an der Etsch nel testamento di Margareta Maultasch Scrive P. J. Ladurner (KLAMMER: P.J. Ladurner's Chronik von Bozen pp.. 254/55 Del tutto inaspettatamente, però, il 2 settembre 1359, quindi lo stesso giorno nel quale i due coniugi furono sciolti dalla scomunica, Margareta, la reggente della Contea tirolese, per l eventualità che suo marito e suo figlio Mainardo dovessero morire senza eredi, decise di destinare in eredità ai suoi cugini i Duchi d Austria la Contea del Tirolo che nel testamento del 1359 di Margherita (Maultasch) troviamo così definita unser Fürstentum, die land und grafschafte ze Tirol und ze Görz und auch die gegent an der Etsch Scrive Klaus Brandstätter ( Tirol-Trentino: semantica di un concetto - Storia e regione 2000 Margarethe Maultasch è citata come domina Actasis in una cronaca bavarese risalente alla metà del 300 [ ] Anche nel tardo medioevo la regione atesina era spesso definita come circa Athesim, in partibus Athesis, terra Athesos, per der Ets, land an der Etsch ecc., sebbene si rilevi, a partire dal XV secolo, una parziale limitazione del termine a indicare quella zona lungo l Adige che coincideva pressappoco con la porzione tedesca della diocesi di Trento. [ ] È interessante notare come, per indicare la zona di provenienza degli studenti tirolesi iscritto alla varie università solitamente ci si accontentava di un identificazione che distingueva solo tra le due categorie della valle dell Inn (de valle Eni) o della valle dell Adige (de Athesi/Athasi); inutile, invece, cercare complementi di specificazione quali dal Tirolo, che cominciarono a prendere piede solo nella prima età moderna. Il fatto che Inntal e Etschland compaiano, a partire dal XIV secolo, anche come complemento di specificazione accanto alla denominazione Grafschaft Tirol, dimostra quanto profondamente i due termini fossero radicati nelle coscienze. il nostro principato, le terre e contee di Tirolo e di Gorizia ed anche la regione all Adige Prosegue Otto Stolz (Begriff op. cit pp. 484/485) Il Duca Rodolfo usa una simile versione nel suo privilegio per la città di Hall. Nella sua lettera al Doge di Venezia egli si limita ad un comitatus et terra Athesis per tutto il territorio. Anche l imperatore Carlo IV ed il Vescovo Matteo di Bressanone enunciano Grafschaft zu Tirol, Land an der Etsch und im Inn tal / Contea del Tirolo, la terra lungo l Adige e nella valle dell Inn Già nel periodo più tardo di Ludovico [di Brandeburgo] e particolarmente in quello di suo figlio Mainardo III il luogotenente del Principe territoriale si chiama "Hauptmann im Gebirg"/ Capitano fra i monti, o "im Gebirg und an der Etsch"/ fra i monti e lungo l Adige ; ai tempi di Rodolfo addirittura "Hauptmann der Graf schaft zu Tirol, des Landes an der Etsch, in dem Gepirg und im Inntal" Proprio l irruzione dell espressione im Gebirg"/ fra i monti va forse ricondotta alla concezione bavarese che, naturalmente, era fortemente diffusa ai tempi di Ludovico. Scrive Carlo Romeo (Tirol-Trentino semantica di un concetto):

11 Il richiamo all Alto Adige (in partibus Athesis, terra Athesis etc.) definiva comunque il territorio a sud dello spartiacque alpino ad esclusione dei possedimenti dei principati di Bressanone di Trento. A sottolineare anche da un punto di vista militare-amministrativo la distinzione di questo territorio vi era la figura di un capitaneus ad Athesim (Hauptmann an der Etsch, capitano del Lungadige), cui tra l altro ne era affidata la difesa. Scrive P. J. Ladurner: Da Bolzano in data 1. febbraio 1363 il Duca Rodolfo d Austria comunicò al Doge di Venezia Lorenzo Censi di aver preso possesso del Tirolo virtute paternae consanguinitatis...haereditatem omnis contradictionis semoto scrupulo sumus tam pacefice assecuti limitandosi alla semplice indicazione comitatus et terra Athesis ( Contea e terra dell Adige ) per l intero territorio. Con l esortazione ad un rigido controllo sulla sicurezza delle vie di comunicazione al fine del migliore e più importante transito tirolese. Scrive P. J. Ladurner Subito dopo il decesso di Ludovico I ceti sociali bavaresi elessero a loro Re, ARNOLFO II, FIGLIO DI LUITPOLDO, già luogotenente della Baviera, e questi nominò suo fratello BERTOLDO Margravio all'adige Prosegue Otto Stolz (STOLZ, Otto: Begriff op. cit pp. 484/485) Johann von Viktring, il più esperto ed attendibile storiografo della Germania orientale nel XIV secolo cita spesso nella sua opera, scritta attorno al 1340, il "comitatus", il "dìstrictus", la "terra", il "dominium Tyrolis". Egli però, per designare il territorio del Tirolo, usa anche la versione de partibus Athasis e definisce addirittura il Duca Ottone di Carinzia-Tirolo, dux de Athesis. Il cronista tirolese dell epoca, Goswin di Monte Maria che scriveva attorno al 1270, ed usava a volte terra Athesis nel significato di Contea del Tirolo nel suo complesso, contrappone questa terra alla Baviera ed alla Svevia. Un altra volta egli considera questa solo come una parte della Contea del Tirolo (comitatus de Tirol cum tota terra Athasi ac omnibus appendiciis") Tale uso del toponimo Etschland / terra dell Adige, che incontriamo anche in altri documenti, costituisce probabilmente anche una testimonianza di quanto l impareggiabile peculiarità di questo lembo di terra abbia influito sulla popolazione autoctona e sugli stranieri. La valle dell Adige rappresentava probabilmente la parte più importante e più ricca di tutta la Contea, il suo nucleo ed il suo cuore, ed era quindi spesso utilizzata per raffigurare l intera regione. }Das Etschland mochte als das wichtigste und reichste Teil der ganzen Grafschaft, als ihr Kern und Herz, gelten und daher gerne in diesem Sinne für das Ganze kurzer Hand eingesetzt werden.~ Scrivono nel 1903 Atz e Schatz ("Der deutsche Anteil des Bistums Trient" I Band - Bozen 1903, pp. 196 sgg.) GRIES: in passato Zell, Kierle, o Keller. Parrocchia in onore di Maria, oggi dedicata a S. Agostino. 4. QUIRAIN (SAN QUIRINO), di provenienza più recente, nacque nel XVIII secolo; è composto di una parte di Severs, dal quartiere di Hof, e dalla quota parte delle campagne a suo tempo appartenenti a Bolzano, al convento di Augia ed alla giurisdizione di Formigar (Castelfirmiano = Sigmunskron). Dopo San Maurizio si tratta della frazione più estesa. di Gries. Scrive Klaus Brandstätter (in Tirol-Trentino. semantica di un concetto. FOLIO. Wien/Bozen 2000, pp. 37/38) :. In un documento principesco redatto nel 1297 si parla della consuetudo iuris in partibus Athesis, ossia del diritto consuetudinario vigente nel territorio lungo l'adige. Benché non ci sia dato chiarire se con tale espressione s'intendesse proprio il diritto territoriale vigente in Tirolo, numerose altre fonti confermano la sinonimia di Etschland e Tirol. Scrive Hans Heiss La distinzione tra un nord e un sud del territorio tirolese è già inscritta in un documento storico d'importanza fondamentale: la duchessa Margareta, l'ultima della stirpe mainardina, nominò il 26 gennaio 1363 il duca Rodolfo IV d'asburgo erede dei vorgenanten çnsrew fçrstentçm land und herschefte, daz ist ze wizzen die wîrdigen und edlen grafschefte ze Tyrol und ze GÉrz, die land und gegende an der Etsch und daz Intal mit der burge ze Tyrol (nostri principati, terre e signorie anzidette, vale a dire le contee rispettabili e nobili dei Tirolo e di Gorizia, la terra lungo l'adige e la valle dell'inn con il castello di Tirolo) insieme ad ogni altro diritto che vi pertengono. Il linguaggio burocratico di allora operava dunque già una distinzione tra la terra lungo l'adige - nel sud della regione - e la valle dell'inn, a nord. Ciò rispecchiava il complesso processo che portò un insieme di terre e signorie inizialmente eterogenei a costituire un unico territorio.

12 Le partes Athesis furono sin dal pieno medioevo uno dei domini centrali prima dei vescovi di Trento e dei conti di Appiano e Ultimo, poi dei conti di Tirolo. Il raccordo climatico e politico tra Merano e Trento, sulla direttrice della Via Claudia Augusta, indicava il principale nucleo territoriale delle Alpi centrali, più importante sia del nord sia dell'est del territorio, tanto che l'etschland fu spesso usato come vera e propria denominazione geografica, e ciò soprattutto nel XIV secolo, allorché il processo di costituzione territoriale del Tirolo promosso da Mainardo II ( ) apparve ripetutamente minacciato. Immagine da: Caminiti Marcello: Castelli dell Alto Adige Ricorda ancora Brandstätter (cit.): Nel tardo XIX secolo si attestò tra la popolazione italiana la denominazione di Alto Adige per l odierna provincia di Bolzano, denominazione che si rifaceva a quel Dipartimento dell Alto Adige che nei primi anni dell 800 venne aggregato al Regno d Italia durante il dominio di Napoleone Scrive Aldo Gorfer: ( I Castelli del Trentino Vol. 3, p. 558.) Evoluzione di un castelliere preistorico, sembra che il luogo sia stato fortificato al tempo delle invasioni degli Ungari. Gli storici sono propensi ad identificarlo con quel castrum formigarium che nel 945 investe da re Berengario d'ivrea, durante la sua marcia dalla Venosta (Vinschgau) alla Padania. Il castello è certamente uno dei più eloquenti esempi alpini della genesi e dell'evoluzione di un castello medioevale e del suo incastellamento. Fu sede di un importante gastaldia vescovile tridentina che aveva competenza sulla val di Fiemme (Gastaldia de Formiano et Flemmi, XIII sec.). Nel Codex Wangianus è menzionata la prima volta nel 1163 non longe a castro quo dicitur Formigar). Nel 1188 sono precisate la Weite Formiani, nel 1195 la camera del signore vescovo de palacio castri de Formigaro e altrettanto avvenne nel 1201 in camera Domini Episcopi in castro Forminiani. Nel 1208 è nominato il gastaldus Tridentini in Formiano; nel 1241 Odolricus cappellanus de Formigari e il dominus Ottone phafelinuo de Furmiano. Il castello fu governato dai FIRMIAN che da esso presero il nome, in quanto ministeriali del vescovo principe di Trento dal secolo XII al 1473 allorché, con l'avallo del principe, lo cedettero all'arciduca SIGISMONDO. Costui lo adeguò, ampliandolo, alle nuove tecniche belliche introdotte dalla diffusione delle armi da fuoco e lo intitolò a suo nome. Il progetto di SIGISMONDO non fu portato a termine nella sua perfezione. Il castello rimane tuttavia, nonostante la rovina indotta dal tempo e dagli insulti degli uomini, uno dei

13 sistemi fortificati tardiomedioevali più significativi della regione, tanto che nello scorso secolo fu ritenuto adatto a deposito militare d armi ed esplosivi. Dopo SIGISMONDO (H1496), la fortezza passò in mano, in quanto feudo pignoratizio, a varie famiglie nobili quali i BRANDIS e i VÖLS ( sec. XIX), i VON MENZ (sec. XX), i conti di Sarentino e i TOGGENBURG. Quest'antico castello sorgeva sul luogo stesso sul quale nel sec. XV Sigismondo il Danaroso costrusse il castello di Sigmundskron, alla confluenza dell Adige e dell Eisack. È detto altrove Firmian, Furmiaum, Formeianum. Che questi nomi designino un solo luogo, chiaro risulta dai documenti 24 settembre 1197 (cfr. Kink, op. cit. n. 60 ) e 1 Luglio 1204 nel quale ultimo figura un Balduino de Formiano che è una sola persona con Balduino de Formigaro nominato dal primo. Bibl.: DOMINEZ, Guido: Regesto cronologico dei documenti...del Principato vescovile di Trento , pp..7/8 nota 2 Scrive ancora A. Gorfer L ultimo capitolo storico che vide il castello teatro di scena è diretta mente connesso all aspirazione sudtirolese all autonomia. Il 5 maggio 1946, vale a dire un anno dopo la fine della seconda guerra mondiale che confermòl annessione della regione all Italia, circa sudtirolesi vi si radunarono per reclamare l «autodeterminazione». Il 22 novembre 1957 vi si svolse una seconda manifestazione di massa si calcola oltre persone che fu il prodromo dell iter diplomatico per l ottenimento dell autonomia speciale per la Provincia di Bolzano con ancoraggio internazionale in base all Accordo di Parigi del Castel Firmiano è entrato perciò vivamente nella simbologia storico paesaggistica del Sudtirolo affiancandosi con modulazione popolare al significato culturale di Castel Tirolo (Schloss Tirol). Scrive Alfons Gruber (Storia del Sudtirolo Athesia 2001 «Il popolo del Sudtirolo ha parlato chiaro» La manifestazione di «Sigmundskron» del 17 novembre 1957 Sudtirolo! Lo splendore scintillante di questa parola si è rispecchiato su migliaia di volti in un giorno indimenticabile, nel giorno di Sigmundskron». Con questa frase roboante iniziava la particolareggiata relazione del quotidiano «Dolomiten» del 18 novembre 1957 sulla più grande manifestazione avvenuta nella storia del Sudtirolo. Rispondendo all appello lanciato dalla «Südtiroler Volkspartei», il 17 novembre 1957 si erano radunate a Schloss Sigmundskron (presso Bolzano) persone di tutti i ceti della popolazione per manifestare di fronte all opinione pubblica mondiale il loro sdegno e la loro protesta contro la politica adottata dall Italia per il Sudtirolo. Silvius Magnago, neo eletto presidente della SVP, aveva superato la prima grande prova del fuoco nella sua lunga carriera politica ricca di successi. a cura (e traduzione) di Karl/Carlo Berger Un "Südtiroler Alto-Atesino ca.berger@libero.it

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