REGIONE LIGURIA. Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese

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1 REGIONE LIGURIA Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese

2 Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese Progetto coordinato da: Antonio MANTI Responsabile della S.C. Igiene e Sanità Pubblica a cura di: Maura FERRARI BRAVO *, Gaddo FLEGO #, Antonio MANTI * Marco PICASSO *, Rosanna CARNIGLIA DE CARLI, Tullio TORREGGIANI * * S.C. Igiene e Sanità Pubblica ASL4 Chiavarese # Direzione Medica di Presidio Ospedaliero ASL4 Chiavarese Dipartimento Farmaceutico ASL4 Chiavarese Consulenza e supervisione statistico-epidemiologica di: Carlo DI PIETRANTONJ, Roberto RASO, Vittorio DE MICHELI Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della ASL20 di Alessandria I dati di base della ricerca sono stati cortesemente forniti dalle seguenti istituzioni: Struttura Analisi Statistiche, Studi e Ricerche della Regione Liguria (Guido AUDASSO, Angelo MAGLIANI) Comuni afferenti al territorio della ASL4 Si ringrazia per la collaborazione: Il Dipartimento Informativo e Tecnologico della ASL4 ed in particolare Franco GRECO, Marco FANTINI e Adriana VARDANEGA per l informatizzazione dei flussi dei dati di mortalità, SDO, invalidità e vaccinazioni. Donatella LANDO per la registrazione e codifica dei dati di mortalità, coadiuvata da Esmeralda ARAYA BRAVO e Maria PIERLUCA. Gianmarco COSTANZO per l elaborazione dei dati riguardanti gli stati invalidanti. Alessandro CASTELLI e Annamaria BOTTINO per l elaborazione dei dati riguardanti le SDO. Paolo SOLARI responsabile della S.C. Nefrologia e Dialisi della ASL4 per i dati sulla patologia renale. 2

3 Due sono le condizioni alla base della realizzazione del presente lavoro. La diffusione e l uso di strumenti informatici nella nostra ASL, oltre a permettere di gestire con efficienza i servizi erogati, pongono a disposizione con regolarità e tempestività dati sanitari correnti, la cui elaborazione statistico-epidemiologica consente di conoscere l evoluzione dello stato di salute dei nostri concittadini e di rilevare i bisogni sanitari emergenti. Altro elemento rilevante è nella nostra ASL la capacità di dialogo e di collaborazione dei diversi servizi e presidi aziendali, che ha permesso di riportare e di confrontare in questo volume le informazioni provenienti dal registro di mortalità, dalle schede di dimissione ospedaliera, dalle registrazione delle vaccinazioni e delle malattie infettive, dagli archivi delle Commissioni per l accertamento degli stati invalidanti e da quelli del Servizio farmaceutico. L integrazione di queste fonti permette di confermare o di correggere le cognizioni dell andamento dei fenomeni sanitari e di pervenire ad una conoscenza più vicina al reale degli stessi. Si ricorda, a titolo esemplificativo, che la già nota rilevanza dei bisogni di salute degli anziani nella nostra ASL viene precisata, nelle dimensioni, nelle specifiche localizzazioni e nei suoi aspetti qualitativi, dai dati riportati nelle sezioni demografia, mortalità, stati invalidanti, consumo di farmaci. L impegno degli autori e dei molti altri operatori, che hanno a vario titolo collaborato, ha fatto il resto. Mettiamo quindi a disposizione dei Soggetti istituzionali e sociali interessati e dell opinione pubblica questo quadro dello stato di salute della nostra popolazione, perchè l apporto di ognuno, basato sulla consapevolezza, è importante per salvaguardare la salute pubblica. Infatti è ormai acquisizione comune che la tutela del bene salute è affidata solo in parte alle strutture sanitarie, ma dipende anche dalle scelte politiche, economiche, sociali ed ambientali, nonché dagli stili di vita dei singoli. Per quanto ci riguarda questo strumento ci aiuta nel proseguire il processo di identificazione delle necessità di salute e di definizione delle priorità, al fine di gestire e pianificare l organizzazione dei servizi sanitari, in maniera sempre più aderente ai bisogni dei cittadini. Giorgio MARTINY Direttore generale ASL 4 Chiavarese 3

4 Prefazione L a predisposizione di relazioni sullo stato di salute della popolazione risale nel nostro Paese agli albori della Sanità pubblica. Fin dal 1901 il Regolamento generale sanitario e più tardi il Testo unico delle leggi sanitarie prevedevano che, periodicamente, si relazionasse sull andamento dei servizi sanitari e sullo stato di salute della popolazione, sia a livello centrale (Ministero degli Interni) che periferico (Medico provinciale ed Ufficiale sanitario). Tuttavia, progressivamente, questa incombenza venne considerata un impegno di carattere esclusivamente burocratico e, a poco a poco, fu abbandonata. Negli anni recenti, in relazione sia ad una accresciuta sensibilità ai bisogni di promozione e di tutela della salute che alla necessità di destinare razionalmente le risorse, è riemersa la consapevolezza dell opportunità di avere disponibili dati e informazioni sullo stato di salute della popolazione. Contemporaneamente è migliorata la qualità e l affidabilità dei sistemi informativi sanitari e si è venuto affinando il sistema degli indicatori in grado di descrivere con sensibilità e confrontabilità lo stato di salute della popolazione, tanto che il D.M Sistema di garanzie per il monitoraggio dell assistenza sanitaria ha proposto una serie di indicatori di risultato dell assistenza sanitaria, nonché di indicatori dello stato di salute. Si sono pertanto moltiplicati, a livello nazionale e locale, studi in tal senso. A cura del Ministero della Salute hanno visto la luce la Relazione sullo stato sanitario del Paese nell anno 1999, nel 2000 e nel biennio Coordinata dall Università Tor Vergata di Roma, nel 2001 è stata pubblicata la terza edizione dell Atlante della Sanità italiana nell ambito del progetto Prometeo. A livello locale molteplici sono le iniziative in tal senso, di solito a livello regionale o di singola ASL. In generale gli scopi di queste iniziative sono costituiti dalla necessità di individuare e valutare le criticità sanitarie e i bisogni di salute, al fine di pianificare gli interventi più appropriati di prevenzione e di programmazione sanitaria. Talvolta sono presenti -o prevalgono- intenti di tenere sotto controllo la spesa sanitaria. Il decentramento del livello decisionale rende maggiormente sentite queste finalità. In questo contesto si pone il nostro rapporto sullo Stato di salute della popolazione della ASL 4. Pur rendendoci conto dell ambizione che traspare dal titolo (il nostro lavoro è solo un primo passo per una conoscenza più articolata della salute dei nostri concittadini), abbiamo ritenuto importante cominciare a rendere disponibili le informazioni riguardanti la mortalità, i ricoveri ospedalieri, le malattie infettive, gli stati invalidanti, la copertura vaccinale, il consumo di farmaci della popolazione della ASL 4 Chiavarese. Oltretutto si tratta di dati aggiornati in quanto la nostra Azienda sanitaria ha una buona struttura informativa automatizzata e quindi dispone di 4

5 informazioni provenienti con regolarità dai diversi servizi. Questo sistema permette di elaborare i dati e di rappresentare i fenomeni sanitari con tempestività: in tutte le sezioni di questo studio le informazioni più recenti sono riferite all anno 2003; la demografia è aggiornata al giugno Il nostro lavoro si augura inoltre di dare un modesto contributo a ridefinire i compiti della moderna Sanità pubblica. La nostra disciplina vive da anni una crisi di identità : il dibattito scientifico sulla Prevenzione basata sulle prove di efficacia ne è lo specchio. In questo processo sono state identificate le attività di Prevenzione di dubbia o nulla efficacia, anche se è ancora lungo il percorso per tradurre nella pratica tali acquisizioni teoriche. Più accidentata è la strada per riconoscere le attività di prevenzione utili e che attualmente sono carenti. Noi riteniamo che rappresentare lo stato di salute rientri pienamente in questi ambiti. La funzione epidemiologica, troppo a lungo trascurata, dovrebbe diventare un asse portante della nuova Sanità pubblica. In Liguria ritroviamo questo indirizzo nel Piano socio sanitario regionale , che afferma: è essenziale che il Dipartimento di Prevenzione assicuri l attività epidemiologica non solo per le finalità strettamente igienico sanitarie, ma più compiutamente quale strumento di supporto alle complessive attività dell azienda sanitaria per l esercizio delle funzioni di governo del sistema. Per realizzare questi obiettivi, oltre alla destinazione delle risorse necessarie, è indispensabile superare quelle condizioni che avevano inaridito le vecchie esperienze di relazioni sullo stato di salute. A nostro avviso è necessario che le attività epidemiologiche a livello locale siano condotte con rigore metodologico, ma soprattutto è necessario che esse siano in grado di cogliere, fin dal loro manifestarsi, le reali trasformazioni dello stato di salute e i loro determinanti. Non devono ridiventare un mero adempimento burocratico, ma devono percepire gli elementi che ancora mancano al completo realizzarsi di quello stato di benessere fisico, psichico e sociale che costituisce la salute secondo la definizione dell Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre è richiesta la valorizzazione dei risultati del lavoro epidemiologico, che dovrebbe essere posto a fondamento della pianificazione sia delle attività di prevenzione che dei servizi sanitari diagnostico terapeutici. Auspichiamo che il nostro lavoro sia coerente con gli obiettivi posti e possa costituire un contributo a migliorare il lavoro dei Servizi di Prevenzione nella nostra realtà. Antonio MANTI 5

6 Sommario Demografia Dall analisi delle dinamiche evolutive della popolazione residente emerge un quadro del territorio dell ASL 4 fortemente influenzato dalla quota di popolazione anziana. Il 27% della popolazione residente è ultra sessantaquattrenne, con quasi tre nonni per ogni ragazzo sotto i 15 anni. Nel confronto con le altre regioni, la Liguria ha l indice di invecchiamento più alto e la ASL4 è la più vecchia tra le ASL della regione. Il fenomeno risulta più accentuato nell entroterra, dove la popolazione anziana costituisce il 30% del tessuto sociale. Nel nostro territorio, il fenomeno della bassa natalità (la più bassa in Italia) è costante dal 1990, nascono infatti 6.8 bambini ogni 1000 abitanti (la media nazionale è di 9.4/1000 ) con un carico di figli in età prescolare per donna feconda pari a 19 bambini ogni 100 donne fertili, contro una media nazionale pari al 22%. L Indice di ricambio sottolinea che le cinque annate che stanno per lasciare il mondo del lavoro sono il doppio delle cinque che stanno per entrare in attività. Le previsioni demografiche al 2011 e al 2021 confermano una popolazione quantitativamente stabile con una maggiore componente della frazione anziana (32% di ultrasessantaquattrenni nel 2021). Mortalità Il confronto con le altre regioni d Italia pone l ASL4 tra le zone con il tasso grezzo di mortalità più elevato; tale fenomeno è legato alla struttura per età della popolazione. L eliminazione dell effetto confondente dell età fa emergere un territorio con una media di decessi l anno (7.8/1000 ) in linea con il dato nazionale e regionale. L andamento riscontrato però non è omogeneo su tutto il territorio, infatti nell entroterra si assiste ad un costante eccesso di mortalità per l intero periodo osservato. La classifica delle cause di morte pone al primo posto le malattie dell apparato circolatorio (14653 decessi in 16 anni), seguite dalla patologia tumorale (9235 decessi) e dalle malattie dell apparato respiratorio (2170 decessi): si segnala un aumento dell età media di decesso in entrambi i sessi e quindi un allungamento complessivo della vita. Per le malattie infettive si nota un significativo aumento della frequenza dei decessi, da ricondurre alla patologia tubercolare che rappresenta il 30% dei decessi per patologia infettiva. Questo dato è supportato da un alto tasso di notifica di nuovi casi di malattia tubercolare. Il calo dei decessi riconducibili all abitudine al fumo di sigaretta negli uomini costituisce un segno del cambiamento nello stile di vita nel sesso maschile, non emulato dalle donne. Per le patologie alcool correlate l entroterra sembra avere un ruolo disincentivante nei confronti del sesso femminile e favorente per gli uomini. Nei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni le cause accidentali costituiscono la causa principale di decesso. 6

7 Ricoveri ospedalieri L analisi descrittiva dei ricoveri negli anni dal 2001 al 2003 ha permesso di evidenziare i cambiamenti in merito alla richiesta assistenziale espressa. In particolare si segnala il basso numero di donazioni d organo (due trapianti all anno), che condiziona pesantemente la qualità della vita dei nuovi pazienti che ogni anno iniziano la terapia dialitica nel nostro territorio. La domanda di ricovero per la patologia neoplastica, nel suo dato complessivo e per alcune sedi specifiche (mammella, prostata, colon-retto) è in aumento negli ultimi tre anni in linea con l incremento riportato in letteratura della patologia in Italia ed in Liguria. I ricoveri per le patologie del sistema nervoso sono in aumento: il fenomeno è più evidente nelle donne ed interessa prevalentemente le fasce anziane. I ricoveri dovuti alle cause accidentali sottolineano un bisogno assistenziale diverso nei due sessi: per le donne sono più frequenti episodi senili legati a fratture spontanee o a cadute accidentali, mentre nell uomo il fenomeno si presenta maggiormente nelle fasce giovanili (incidenti e traumi). Vaccinazioni Si riportano i dati delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate nell infanzia (percentuali di soggetti vaccinati rispetto alla popolazione). Si evidenziano gli ottimi livelli di copertura vaccinale della nostra ASL, in linea e quasi sempre migliori rispetto al resto della Liguria e all Italia. Stati invalidanti I riconoscimenti di invalidità civile sono sottostimati, in quanto si riportano i dati dal 1995 al 2003 (i soli disponibili su base informatica). Da diversi anni assistiamo ad una continua crescita delle domande di invalidità, a cui segue un andamento analogo dei riconoscimenti. Oltre l 8% della popolazione dell ASL 4 risulta invalido ( soggetti). Tale percentuale supera il 20%, se si considerano solo gli ultrasessantaquattrenni. La percentuale delle donne invalide è superiore a quella degli uomini. L Entroterra presenta percentuali di invalidi superiori alla Costa. Il 3,5% della popolazione (5219 soggetti) risulta colpito dalle disabilità più gravi, che necessitano di assistenza continuativa (indennità di accompagnamento). Prevalgono, naturalmente, gli anziani e, anche in questo caso, le donne. La gravissima disabilità di natura psico-organica è tre volte più numerosa della gravissima disabilità motoria. Consumo di farmaci Si analizza il consumo di farmaci dispensati Servizio sanitario nazionale nell anno 2003 (esclusi i farmaci somministrati in ospedale), rapportando i dati della nostra ASL con quelli della Liguria e dell Italia. Nella nostra ASL il consumo di farmaci è in costante aumento; naturalmente gli anziani ne sono i maggiori consumatori. Le donne assumono più farmaci degli uomini. I farmaci cardiovascolari sono al primo posto per numero di confezioni consumate; seguono quelli per l apparato gastrointestinale e gli antibiotici. Gli antibiotici sono invece la categoria di farmaci, a cui ricorre il maggior numero di cittadini. Spicca la disparità territoriale: fa uso di antibiotici il 59% di cittadini dell Entroterra contro il 38% di quelli della Costa. 7

8 Indice Demografia Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI Cause di morte e di ricovero ospedaliero Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI Coperture vaccinali Marco PICASSO Stati invalidanti Marco PICASSO, Antonio MANTI Consumo di farmaci Rosanna CARNIGLIA DE CARLI 8

9 Demografia Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI 1 Rappresentazione dei dati 1.1 Piramide dell età 1.2 Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio 2.1 Indice di invecchiamento 2.2 Indice di vecchiaia 2.3 Indice di dipendenza 2.4 Indice di struttura della popolazione attiva 2.5 Indice di ricambio 2.6 Indice di carico di figli per donna feconda 2.7 Tasso di natalità 2.8 Rapporto di mascolinità 3 Bibliografia 9

10 P er poter ottenere un disegno rappresentativo dello stato di salute della popolazione dell ASL 4, è stato adottato il metodo descrittivo, in grado di raffigurare l andamento spazio-temporale, sia dei fenomeni demografici, sia degli eventi sanitari legati alla mortalità e alla disabilità. L analisi dei fenomeni demografici e delle dinamiche evolutive della popolazione residente è stata effettuata facendo particolare riferimento a caratteristiche quali: la numerosità, la densità abitativa, la distribuzione in età e sesso. Avendo a disposizione i dati della popolazione riferita agli anni 1991, 1995 e 2000, è stato valutato un eventuale cambiamento nella distribuzione per fasce di età ed un eventuale inversione dei flussi migratori fra la fascia costiera e l entroterra. 10 Residenti femmine Tabella 1 Popolazione ASL4 Chiavarese 2004 Residenti maschi Residenti totali Indice di invecchiamento Grandi vecchi (% di > 85 aa) Superficie (Kmq) Densità Res/Kmq Residenti (2000) Saldo % BORZONASCA CARASCO CARRO CASARZA LIGURE CASTIGLIONE CHIAVARESE CHIAVARI CICAGNA COGORNO COREGLIA LIGURE FAVALE DI MALVARO LAVAGNA LEIVI LORSICA MAISSANA MEZZANEGO MOCONESI MONEGLIA NE NEIRONE ORERO PORTOFINO RAPALLO REZZOAGLIO S. COLOMBANO CERTENOLI SANTA MARGHERITA L SANTO STEFANO D'AVETO SESTRI LEVANTE TRIBOGNA VARESE LIGURE ZOAGLI TOTALE I trenta Comuni afferenti all ASL 4 organizzati in tre ambiti distrettuali possono essere aggregati in 2 fasce omogenee per distribuzione territoriale: una fascia costiera ed un entroterra, che differiscono non soltanto per la presenza o meno del mare, ma anche per la densità abitativa, per l accessibilità ai servizi e per le abitudini di vita.

11 Distretto 1 (Sestri Levante) Distretto 2 (Tigullio orientale) Distretto 3 (Tigullio occidentale) Tabella 2 Ambiti distrettuali Sestri Levante, Carro, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Maissana, Moneglia, Varese Ligure Chiavari, Borzonasca, Carasco, Cicagna, Cogorno, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro, Lavagna, Leivi, Lorsica, Mezzanego, Moconesi, Né, Neirone, Orero, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano D'Aveto, Tribogna Rapallo, Portofino, Santa Margherita Ligure, Zoagli Tabella 3 Popolazione ASL4 Chiavarese (ambiti distrettuali) 2004 Residenti femmine Residenti maschi Residenti totali Indice di invecchiamento Grandi vecchi (% di > 85 aa) Superficie (Kmq) Densità Res/Kmq Residenti (2000) Saldo % DIST DIST DIST Figura 1 - ASL4 Chiavarese (ambiti distrettuali) Tabella 4 - ASL4 Chiavarese (ambiti distrettuali riepilogo indicatori demografici anno 2000) Indice demografico di dipendenza Indice di struttura della popolazione attiva Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda Indice di vecchiaia Rapporto di mascolinità Tasso di natalità x 1000 ASL4 253,7% 58,7% 115,5% 206,2% 89,6% 19,1% 6,8 DIST ,6% 59,5% 115,2% 211,7% 91,2% 18,6% 6,8 DIST ,2% 58,5% 114,7% 197,6% 90,5% 19,3% 6,7 DIST ,3% 58,4% 116,9% 217,0% 86,9% 19,2% 7,0 11

12 Residenti femmine Tabella 5 Popolazione ASL4 Chiavarese (fasce territoriali) 2004 Residenti maschi Residenti totali Indice di invecchiamento Grandi vecchi (% di > 85 aa) Superficie (Kmq) Densità Res/Kmq Residenti (2000) Saldo % Fascia costiera Entroterra Figura 2 - ASL4 Chiavarese (fasce territoriali) Tabella 6 - ASL4 Chiavarese (fasce territoriali riepilogo indicatori demografici anno 2000) Indice demografico di dipendenza Indice di struttura della popolazione attiva Indice di ricambio della popolazione attiva Indice di carico di figli per donna feconda Indice di vecchiaia Rapporto di mascolinità Tasso di natalità x 1000 ASL4 253,7% 58,7% 115,5% 206,2% 89,6% 19,1% 6,8 Fascia costiera 245,1% 57,5% 115,0% 202,3% 87,9% 19,0% 7,0 Entroterra 300,6% 65,0% 117,9% 228,2% 98,5% 19,5% 5,8 12

13 1 Rappresentazione dei dati 1.1 Piramide dell età La struttura per età di una popolazione, ovvero la sua rappresentazione grafica in forma di istogramma a barre suddivisa per sesso e fasce di età, costituisce uno degli aspetti centrali della demografia (1). In essa l immagine della popolazione, composta da giovani, adulti (forza lavoro) ed anziani, risulta di impatto immediato. In base ai dati disponibili è stato possibile riprodurre l andamento della popolazione del 1995 e del 2000, nonché con una proiezione della popolazione residente nel 2011 e 2021 (2). Figura 3 Piramide dell età residenti ASL 4 anno 1995 Figura 4 Piramide dell età residenti ASL 4 anno

14 La struttura per età della popolazione dell ASL 4, in particolar modo quella del 1995, porta i segni legati al calo ed alla ripresa delle nascite dovuto agli eventi bellici del e del , al boom del dopoguerra che ha raggiunto il massimo nel 1964 ed infine al declino delle nascite iniziato a partire dagli anni Le piramidi mostrano specialmente nella proiezione al 2021 un consistente aumento della fascia anziana, con un basso ricambio generazionale. L immagine che ne deriva è quella di una piramide che nel periodo di transizione sembra avere l aspetto capovolto con la promessa di diventare un rettangolo piuttosto omogeneo. Figura 5 - Piramide dell età residenti ASL 4 previsioni anno 2011 Figura 6 - Piramide dell età residenti ASL 4 previsioni anno

15 1.2 Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al 2021 Le previsioni della popolazione dell ASL 4 sono state calcolate suddividendo le attuali popolazioni (regionali e locali) in fasce di età omogenee, e su di esse è stata calcolata la proporzione. Tale differenza è stata poi riportata sulla proiezione demografica effettuata dall ISTAT per la regione Liguria. I presupposti per effettuare tale calcolo si basano sul fatto che le due popolazioni vengono considerate omogenee, sia per l elemento dinamico, che per quello ambientale e di costume. Partendo dalla stima effettuata dall ISTAT su base regionale, è stata confrontata la popolazione ASL anno 2001 con quella regionale nei suoi aspetti dinamici (2,3) legati a: Tasso di natalità (nati vivi anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di mortalità (morti anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di immigrazione (iscritti anagrafe anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di emigrazione (cancellati anagrafe anno/ popolazione residente * 1000) La variabilità dei tassi ottenuti dai dati ASL per l anno 2001 (4), è stata analizzata attraverso il calcolo dell errore standard: p ( 1 p) N L'errore standard descrive l'incertezza nella stima di una media (o di una proporzione) e tanto più piccolo è l'errore standard, tanto minore è la variabilità della misura e quindi tanto più attendibile è la stima. L'errore standard sarà impiegato per il calcolo dei limiti fiduciali o intervalli di confidenza al 95%. Figura 7 Confronto Regione ASL4 (errore standard) 15

16 I risultati sopra riportati mostrano differenze significative con scarti che risultano supportati da piccoli numeri. La natalità nell ASL 4 risulta inferiore a quella regionale di un bambino ogni 2000 abitanti, mentre la mortalità risulta quasi un decesso in più ogni 1000 abitanti. I fenomeni migratori all interno dell ASL 4 cambiano più nell aspetto qualitativo che quantitativo, privilegiando una immigrazione trans regionale nelle fasce anziane. Per meglio capire ed eventualmente correggere la proiezione demografica, sono state calcolate le differenze in percentuale legate alle singole fasce di età (anno 2000). Figura 8 Confronto Regione ASL4 (fasce popolazione) Tabella 7 - Confronto Regione ASL4 (composizione percentuale fasce popolazione) >69 Regione Liguria 3.45% 7.03% 37.13% 27.41% 6.74% 18.24% ASL % 7.07% 36.02% 27.00% 7.04% 19.49% Gli avanzi qui di seguito riportati andranno poi considerati nella proiezione demografica, che comunque è stata calcolata fedelmente. Tra 0 e 4 anni nella ASL risulta un bambino in meno ogni 1000, mentre per l intervallo tra i 45 ed i 54 anni appaiono 4 adulti in meno ogni Il gruppo degli anziani è ampio, anche se di poco, con 10 anziani in più ogni Lo scenario centrale delle ultime previsioni della popolazione per le regioni, rielaborato dall ISTAT, utilizza come base la popolazione regionale stimata al Le previsioni riguardano la popolazione residente e comprendono, per i primi dieci anni, anche una stima della quota di stranieri regolarmente residenti in Italia. 16

17 Nel breve-medio periodo, le elaborazioni esposte rappresentano lo sviluppo della popolazione ritenuto più probabile (concetto di "futuro probabile"), sulla base dell andamento recente delle principali componenti demografiche. L ammontare complessivo della popolazione è destinato ad aumentare leggermente per almeno il primo decennio degli anni 2000: nel 2010, il numero di residenti è di poco superiore all attuale. Questo risultato è il frutto di due dinamiche demografiche contrastanti. In primo luogo la dinamica naturale, che si ottiene dal saldo tra nati e morti, che si conferma negativa, con una crescente prevalenza dei secondi sui primi. Le determinanti di questo andamento sono da ricercarsi nel progressivo invecchiamento della popolazione, da una parte, e nella bassa propensione alla fecondità espressa dalle donne e dalle coppie, dall altra. Figura 9 Proiezione demografica popolazione ASL4 Al contrario, la dinamica migratoria, ottenuta dal saldo tra immigrati ed emigrati, si configura come fenomeno positivo con un incremento di popolazione intorno all 1,9 per mille. Tale fenomeno sarebbe generato dall ingresso di forza lavoro proveniente dall estero e dei relativi familiari, anche in base alla prosecuzione di politiche migratorie analoghe a quelle della seconda metà degli anni Novanta. 17

18 2 Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio (3) 2.1 Indice di invecchiamento (pop>64/pop tot* 100) Rappresenta la proporzione della popolazione ultra sessantaquattrenne sul totale della popolazione. Qui di seguito viene riportato l andamento nel tempo dell indicatore partendo dalla base dati della popolazione residente. Non sono considerati i domiciliati non residenti. L espressione grafica dell indice di invecchiamento sottolinea l aumento della frazione degli anziani rispetto alla popolazione totale e permette di effettuare alcune riflessioni sulla necessità di invecchiare in buona salute. I dati italiani forniti dall Istat affermano che l aspettativa di vita senza disabilità a 65 anni è di 3.6 anni per i maschi e di 3.2 per le femmine. Occorre quindi investire sulla popolazione matura di oggi, ed in particolar modo sulla capacità individuale e collettiva di mantenersi in buona salute attraverso un corretto stile di vita, e i buoni propositi come quello di smettere di fumare ( Ho smesso di fumare. Vivro' una settimana in piu' e in quella settimana pioverà a dirotto - Woody Allen). Figura 10 - Indice di invecchiamento (rappresentazione grafica) 18 Tabella 8 Indice di invecchiamento (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL4 23.5% 25.0% 26.5% 29.2% 31.7% Fascia costiera 22,9% 24,4% 25,9% - - Entroterra 26,5% 27,9% 29,6% - - Distretto 1 23,4% 25,5% 27,4% - - Distretto 2 23,5% 24,8% 26,2% - - Distretto 3 23,7% 25,0% 26,3% - -

19 2.2 Indice di vecchiaia (pop>64/pop<15 * 100) L indice di vecchiaia rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di invecchiamento di una popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento grossolano poiché nell invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero di anziani e contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani cosicché il numeratore e il denominatore variano in senso opposto, esaltandone l effetto. L andamento dell indicatore nel tempo mostra un leggero calo della quota dei bambini adolescenti con un aumento degli ultra sessantaquattrenni tale da portare l indicatore da 2.2 nel 1990 a 3.4 nonni per ogni under 14 nel Figura 11 - Indice di vecchiaia (rappresentazione grafica) Tabella 9 - Indice di vecchiaia (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL % 244.9% 253.7% 272.2% 337.1% Fascia costiera 214,7% 237,0% 245,1% - - Entroterra 262,1% 286,2% 300,6% - - Distretto 1 221,6% 260,4% 275,6% - - Distretto 2 220,5% 238,2% 246,2% - - Distretto 3 226,8% 244,8% 250,3% - - Grazie ai dati forniti dall Atlante della Sanità Italiana/2000 Prometeo, è stato possibile confrontare il dato ASL con l andamento nazionale. Per un miglior impatto visivo l indicatore è stato associato ad una gradazione di colore, pertanto ad un colore più tenue corrisponde un indicatore più basso (Prometeo riporta i dati della popolazione riferiti al 1997). 19

20 Figura 12- Indice di vecchiaia (confronto geografico nazionale) Il quadro che emerge (anche per gli altri indicatori che saranno trattati) è quello di un Italia caratterizzata da un importante invecchiamento della popolazione (con la ASL 4 ultima in classifica per rango), sostanzialmente divisa tra una zona centro nord, con bassa natalità ed insufficiente ricambio generazionale, ed una zona centro sud dove il processo di invecchiamento è più limitato. Eccezione a tale fenomeno è la provincia autonoma di Trento e Bolzano che mostra una struttura simile al sud, effetto però, a nostro avviso, di condizioni socio-economiche diverse. All interno dell ASL 4 il fenomeno demografico sottolinea un progressivo maggiore invecchiamento delle aree dell entroterra. Figura 13 - Indice di vecchiaia (confronto geografico ASL4) Campania 64.0 Puglia 79.4 Sicilia 81.6 Calabria 83.3 p.a. Bolzano 88.4 Sardegna 92.3 Basilicata 96.0 Lazio Italia p.a. Trento Abruzzo Molise Lombardia Veneto Valle d'aosta Marche Piemonte Umbria Toscana Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Liguria ASL

21 2.3 Indice di dipendenza (pop<15+pop>64/15<pop<65 * 100) L indice di dipendenza viene considerato un indicatore di rilevanza economica e sociale. Il numeratore è composto dalla popolazione che, a causa dell età, si ritiene essere non autonoma - cioè dipendente - e il denominatore dalla fascia di popolazione che, essendo in attività, dovrebbe provvedere al sostentamento. E un indicatore che risente della struttura economica della popolazione: ad esempio, in società con una importante componente agricola i soggetti molto giovani o anziani non possono essere considerati economicamente o socialmente dipendenti dagli adulti; al contrario, nelle strutture più avanzate, una parte degli individui considerati nell indice al denominatore sono in realtà dipendenti in quanto studenti o disoccupati. L indicatore nei paesi in via di sviluppo assume valori maggiori rispetto alle popolazioni più avanzate economicamente; ciò è in gran parte dovuto alla maggiore presenza di individui giovani a causa della loro più elevata fecondità. In una realtà come quella dell ASL 4 dove la scolarizzazione non termina con la scuola dell obbligo, l indicatore andrebbe rimodellato allargando la fascia degli 0-14 a 0-19 con conseguente appesantimento del valore atteso per il 2021 che prevede quasi una persona a carico (0.7) per ogni lavoratore. Figura 14 - Indice di dipendenza (rappresentazione grafica) 21 Tabella 10 - Indice di dipendenza (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL4 51.8% 54.4% 58.7% 66.4% 69.8% Fascia costiera 50,6% 53,2% 57,5% - - Entroterra 57,7% 60,4% 65,0% - - Distretto 1 51,5% 54,6% 59,5% - - Distretto 2 51,9% 54,3% 58,5% - - Distretto 3 51,9% 54,2% 58,4% - -

22 Nell ambito nazionale la ASL 4 si pone nella classifica per rango, tra le zone a più alto indice di dipendenza. Poiché l Atlante di Prometeo non riporta il dato ASL all anno 1997, questo è stato calcolato facendo la media dei dati in nostro possesso (popolazione 1995 e 2000). Figura 15 - Indice di dipendenza (confronto geografico nazionale) Lombardia 42.1 Sardegna 42.6 Veneto 43.6 Lazio 43.9 Valle d'aosta 44.0 Piemonte 45.9 Friuli Venezia Giulia 46.7 Italia 46.8 p.a. Bolzano 46.9 p.a. Trento 47.5 Puglia 47.7 Emilia Romagna 48.1 Campania 48.9 Toscana 48.9 Marche 50.7 Sicilia 51.2 Calabria 51.2 Basilicata 51.2 Abruzzo 51.2 Umbria 51.3 Liguria 51.7 Molise 53.8 ASL 4 56,8* L indice di dipendenza consente di collegare situazione demografica ed aspetti economici, fornendo una misura del carico (teorico) sopportato da ogni cittadino attivo in termini di anziani e bambini con nuovi spunti sulle peculiarità regionali. Le regioni in cui si registra un maggior onere sugli attivi sono Molise, Liguria, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia dove l indice ha superato il 50%, mentre la Lombardia, Sardegna, Veneto, Lazio, Valle d Aosta riscontrano un indicatore compreso tra il 42 e 45%. 22

23 2.4 Indice di struttura della popolazione attiva (40<pop<65/15<pop<40 * 100) L indice di struttura della popolazione attiva stima il grado di invecchiamento di questa fascia di popolazione; il denominatore di questo indicatore è rappresentato dalle 25 generazioni in attività più giovani che sono destinate a sostituire le 25 generazioni più anziane, anch esse in attività al momento della stima dell indicatore. Un indicatore inferiore al 100% indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane; ciò è un vantaggio in termini di dinamismo e capacità di adattamento e sviluppo della popolazione ma può essere anche considerato in modo negativo per la mancanza di esperienza lavorativa e per il pericolo rappresentato dalla ridotta disponibilità di posti di lavoro lasciati liberi dagli anziani che divengono pensionati. La popolazione lavorativa attualmente in discreto equilibrio tra fascia dinamica ed inesperta e fascia con maggiore esperienza, subirà nel breve medio termine un invecchiamento della forza lavoro che nel 2021 avrà quasi un rapporto di 2 ultra quarantenni verso 1. Figura 16 Indice di struttura della popolazione attiva (rappresentazione grafica) Tabella 11 - Indice di struttura della popolazione attiva (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL % 115.5% 153.3% 170.2% Fascia costiera 108,4% 115,0% - - Entroterra 112,0% 117,9% - - Distretto 1 109,6% 115,2% - - Distretto 2 109,5% 114,7% - - Distretto 3 107,6% 116,9%

24 2.5 Indice di ricambio (60<pop<65/15<pop<20 * 100) L indice di ricambio stima il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell età, il mondo del lavoro e coloro che vi stanno per entrare. Anche questo indice risente del problema della struttura economica della popolazione in cui viene stimato. E da sottolineare che è un indice piuttosto instabile, soprattutto quando stimato in piccoli comuni, poiché considera solo cinque generazioni al numeratore e cinque al denominatore. All interno della ASL4 l andamento nel tempo risulta stabile, con un insufficiente quota di giovani pronti al subentro agli anziani che rendono liberi i posti di lavoro entrando nell età pensionabile. Figura 17 - Indice di ricambio (rappresentazione grafica) Tabella 12 - Indice ricambio (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL % 206.2% 196.7% 182.3% Fascia costiera 162,4% 202,3% - - Entroterra 199,6% 228,2% - - Distretto 1 159,5% 211,7% - - Distretto 2 172,7% 197,6% - - Distretto 3 167,9% 217,0%

25 2.6 Indice di carico di figli per donna feconda (pop<5/15<pop f <45 * 100) Questo indicatore, di tipo sociodemografico, stima il rapporto tra il numero di bambini di età inferiore a 5 anni ed il numero di donne in età feconda. Il significato sociodemografico deriva dal fatto che tale indicatore stima il carico di figli in età prescolare per donna in età fertile, cioè in un età in cui - soprattutto nei paesi economicamente sviluppati - più elevata è la frequenza di donne lavoratrici totale. Figura 18 - Indice di carico di figli per donna feconda (rappresentazione grafica) La scelta di scindere nei sui componenti essenziali questo indicatore, è stata dettata dal suo andamento paradosso nel tempo che lo vede in aumento contro un tasso di natalità (che verrà qui di seguito esposto) che invece è stabile con un trend in leggero ribasso. La causa di tale fenomeno è riconducibile al calo del numero delle donne in età fertile ed al boom delle donne nate nel post dopoguerra che ora stanno passando nell età della menopausa, lasciando il posto a quelle nate nel periodo degli anni 70, dove si è verificato un grosso calo delle nascite Tabella 13 - Indice di carico di figli per donna feconda (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL4 17.5% 18.4% 19.1% 20.7% 19.6% Fascia costiera 17.2% 18.3% 19.0% - - Entroterra 18.6% 19.0% 19.5% - - Distretto % 17.1% 18.6% - - Distretto % 18.9% 19.3% - - Distretto % 18.7% 19.2%

26 Il diverso equilibrio generazionale in Italia appare confermato anche dal numero di bambini per 100 donne in età feconda, inferiore al 20% nelle regioni con minore ricambio e superiore a 22 nelle regioni più giovani del sud con l eccezione della Sardegna e della provincia autonoma di Trento e Bolzano. La Regione Campania mostra una punta di 28.1 bimbi per 100 donne. Figura 19 - Indice di carico di figli per donna feconda (confronto geografico nazionale) Liguria 17.9 Friuli Venezia Giulia 17.9 Emilia Romagna 18.2 Toscana 18.4 ASL Piemonte 19.0 Sardegna 19.2 Umbria 19.6 Valle d'aosta 19.9 Lombardia 20.0 Marche 20.2 Veneto 20.2 Lazio 21.0 Italia 22.0 Abruzzo 22.2 Molise 22.3 p.a. Trento 23.6 Basilicata 23.9 Puglia 24.8 Calabria 25.0 p.a. Bolzano 26.4 Sicilia 27.0 Campania

27 2.7 Tasso di natalità (nati vivi/pop * 1000) Tramite l Ufficio Statistica della Regione Liguria è stato possibile ottenere il numero dei nati vivi dei Comuni dell ASL4, a partire dall anno 1990 sino all anno Per calcolare il tasso è stata utilizzata la popolazione del 1990 (per i nati dal 1990 al 1992), del 1995 (per i nati dal 1993 al 1996) e del 2000 (per i nati dal 1997 fino al 2000). Per l anno 2002 il tasso di natalità è stato calcolato con i dati forniti dal sito nazionale ISTAT, mentre per l anno 2003 l anagrafe dei singoli Comuni ha fornito la popolazione residente comunale a metà anno ed il numero dei nati vivi. Figura 20 Tasso di natalità (rappresentazione grafica) Tabella 14 - Tasso di natalità (evoluzione temporale)

28 In Italia l andamento del tasso di natalità ricalca quello dell indice di fecondità, con un livello tendente al basso, con una punta negativa rappresentata dalla regione Liguria con 6,7 nati vivi per 1000 abitanti. Figura 21 - Tasso di natalità (confronto geografico nazionale) Liguria 6.7 ASL Friuli Venezia Giulia 7.5 Emilia Romagna 7.6 Toscana 7.6 Umbria 7.7 Piemonte 8.1 Sardegna 8.3 Marche 8.3 Valle d'aosta 8.5 Molise 8.7 Abruzzo 8.9 Lombardia 9.0 Lazio 9.0 Veneto 9.2 Italia 9.4 Basilicata 10.0 p.a. Trento 10.3 Calabria 10.4 Puglia 10.9 Sicilia 11.3 p.a. Bolzano 12.3 Campania 12.4 All interno dell ASL 4 l indicatore, calcolato effettuando la media a partire dal 1990 per evitare le oscillazioni dovute ai piccoli numeri, evidenzia una zona intermedia con un tasso di natalità compreso tra il 7,10 e l 11,7 per 1000, compatibile con la situazione socio economica della zona che permette un buon accesso ai servizi (inclusi quelli scolastici), al mercato lavorativo ed alla prima casa. Figura 22 - Tasso di natalità (confronto geografico ASL4) 28

29 2.8 Rapporto maschi/femmine (pop m /pop f ) Rappresenta il rapporto di coesistenza tra il totale della popolazione maschile ed il totale della popolazione femminile. Figura 23 Rapporto maschi/femmine (1995- rappresentazione grafica) Figura 24 - Rapporto maschi/femmine (2021- rappresentazione grafica) Tabella 15 - Rapporto maschi/femmine (evoluzione temporale) Proiezione 2011 Proiezione 2021 ASL4 89,2% 89.2% 89.6% 90.3% 90.9% Fascia costiera 87,8% 87,8% 87,9% - - Entroterra 96,1% 96,5% 98,5% - - Distretto 1 90,7% 90,7% 91,2% - - Distretto 2 90,6% 90,3% 90,5% Distretto 3 85,7% 86,2% 86,9% - -

30 Il rapporto maschi/femmine, che nel suo valore globale privilegia la popolazione femminile rispetto a quella maschile, mostra un andamento nelle varie fasce di età diverso. Infatti il rapporto dei sessi alla nascita registra un maggior numero di maschi rispetto alle femmine. Tale fenomeno, considerato una costante di natura biologica (1), rimane costante sino alle fasce di età anni (nel 1995) e si spinge ai nella proiezione al Tale punto di inversione si sta procrastinando nel tempo, frutto molto probabilmente del calo delle morti evitabili nel sesso maschile. 3 Bibliografia 1) Massimo Livi Bacci Introduzione alla demografia Ed. Loescher Università 25,70-85, ) previsioni della popolazione: anni per età sesso regione. 3) Franco Cavallo, Elementi per la lettura degli indicatori, Dipartimento di Igiene e Medicina di Comunità, Facoltà di Medicina dell Università di Torino 4) ISTAT: Indicatori socio sanitari nelle regioni italiane Roma

31 Cause di morte e di ricovero ospedaliero Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI 1 Mortalità 1.1 Materiali e metodi 1.2 Indicatori Tasso grezzo di Mortalità Rapporti standardizzati di mortalità (SMR) Età media di decesso Regressione Lineare e Correlazione 2 Attività di ricovero ospedaliero 2.1 Materiali e metodi 3 Risultati 3.1 La qualità della compilazione della scheda ISTAT 3.2 Malattie del sistema circolatorio Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.3 Patologia tumorale Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.4 Malattie dell apparato respiratorio Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.5 Malattie dell apparato digerente Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.6 Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 31

32 3.7 Malattie del sistema nervoso Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.8 Malattie del sistema genitourinario Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati derivanti dall attività ambulatoriale (U.O. Nefrologia e Dialisi) Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.9 Disturbi psichici Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero Cause accidentali Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero Patologie alcool correlate Analisi dei dati di mortalità 3.12 Patologie fumo correlate Analisi dei dati di mortalità 3.13 Malattie infettive Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 4 Bibliografia 32

33 S i potrebbe affermare che la mortalità rappresenta una misura rozza e poco sensibile della salute e del benessere e della qualità di vita. Nonostante ciò una morte prematura è correlata al concetto di malattia e di scadenti condizioni di vita. Rimane valido e riproponiamo l interrogativo: chi non desidera vivere di più anziché meno? (1). Per quanto riguarda lo studio sulle principali cause di morte nell ambito dell ASL4, l informatizzazione delle schede ISTAT riferite all anno 2003 e la codifica della causa di morte hanno consentito di monitorare i fenomeni legati allo stato di salute della popolazione in tempi adeguati per la verifica di eventuali bisogni sanitari emergenti. 1 Mortalità 1.1 Materiali e metodi I dati di mortalità dell ASL4 di fonte ISTAT forniti dall Ufficio Statistica della Regione Liguria sono disponibili su base comunale a partire dal 1986, data in cui è considerata affidabile l informazione sul Comune di nascita. L ultimo anno reso pubblico è il Partendo da questa banca dati, saranno effettuate aggregazione per quinquenni ed in particolare: anni ; ; Tale raggruppamento consentirà di ridurre al minimo le influenze annuali legate al caso e di dare corposità a quelle patologie rare sia a causa del campione piccolo (dati ASL) sia a causa della bassa frequenza della patologia. Per la codifica delle cause di morte dell anno 2003, non essendo possibile servirsi del certificato così com è, si è reso necessario un ulteriore passaggio, cioè la codifica, che consiste nello scegliere fra le patologie indicate dal medico certificatore quella che viene definita come causa iniziale e nel trasformare questa patologia in un codice. Questo è stato realizzato applicando delle regole in maniera standardizzata, al fine di ottenere un risultato riproducibile. Per raggiungere questo risultato ci si è avvalsi dei seguenti strumenti: la scheda (o le schede) per la certificazione delle cause di morte (modelli ISTAT D/4, D/5, D/4 bis, D/5 bis); la Classificazione internazionale delle malattie, traumatismi e cause di morte IX Revisione (I e II volume). È un utilissimo ausilio per la codifica anche la lista delle voci mancanti all elenco alfabetico del 2 volume dell ICD-IX, preparata dal Dott. Feola e collaboratori dell ISTAT (2, 3); il manuale ACME (4). Partendo dai data base disponibili, sono state effettuate le aggregazioni riportate in tabella denominata tabella aggregazioni di cause di morte (5), tenendo conto delle informazioni necessarie alla valutazione dello stato di malattia della popolazione, e delle esigenze informatiche. Per i casi dovuti ad incidenti stradali, suicidi ed omicidi, solo per l anno 2003, è stata effettuata un ulteriore analisi della documentazione cartacea relativa all accertamento di decesso effettuato dalla nostra Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica, codificando manualmente i casi ancora in corso di indagine da parte dell Autorità Giudiziaria. 33

34 1.2 Indicatori Tasso grezzo di Mortalità Si definisce tasso grezzo di mortalità, per una data patologia causa di morte, il numero di decessi ad essa attribuiti, verificatisi in una certa popolazione nel corso del periodo di osservazione; in genere i tassi sono annuali e riferiti a persone Rapporti standardizzati di mortalità (SMR) L SMR è il rapporto tra il numero di decessi osservati nella popolazione in studio e quelli attesi, ossia quelli che si sarebbero verificati se la popolazione in studio avesse la stessa mortalità di quella di riferimento (nel nostro caso la mortalità standard è quella della Regione Liguria nell anno 2000), tenuto conto delle eventuali differenze nella loro composizione per età. L SMR sarà utilizzato per la verifica dei dati di mortalità dell anno 2003, e per i quinquenni sopra menzionati. Per valutare la significatività statistica della stima dell SMR sono stati calcolati gli intervalli di confidenza al 95% (IC 95%) utilizzando l approssimazione di Byar (6). Una corretta interpretazione dei risultati consiste nel considerare non significativo un SMR il cui intervallo di confidenza includa il valore Età media di decesso Per ogni Causa di Morte, è stata calcolata per ogni quinquennio l età media di decesso.ed il corrispettivo coefficiente di variazione, definito a partire dalla media e dalla deviazione standard: σ v = χ più è piccolo il coefficiente di variazione meno sono variabili i valori intorno alla media. Tale dato, inoltre, è stato calcolato anche per ogni singolo anno di decesso e per i principali gruppi di cause e con relativa rappresentazione descrittiva nel tempo Regressione Lineare e Correlazione Lo scopo dell analisi di regressione lineare è quello di determinare le caratteristiche della relazione fra due variabili, secondo un modello causa-effetto. L equazione y = β x + c esprime la relazione fra i valori assunti dalla variabile x detta indipendente e i valori della variabile y detta dipendente. I parametri ( β ) e ( c ) esprimono rispettivamente la pendenza e l intercetta dell equazione, vengono determinati in modo da rendere minima la distanza fra i valori assunti dalla variabile y e i valori predetti dalla retta di regressione. La pendenza ( β ) esprime la variazione predetta dalla retta di regressione per ogni incremento unitario della variabile x. Mentre l intercetta ( c ) esprime il valore predetto dalla regressione quando x=0. La capacità della retta di regressione di predire i valori osservati della variabile y, noti i valori di x, viene detta bontà di adattamento ed è espressa dal valore di R detto coefficiente di determinazione. Il coefficiente di determinazione R 2 esprime la quota di variabilità della variabile y predetta dalla retta di regressione, quindi tanto più R 2 è vicino al valore 1 tanto migliore è la variabilità di y predetta dalla regressione e quindi tanto migliore è la bontà di adattamento della retta ai dati osservati, viceversa tanto più R 2 è vicino al valore 0 tanto peggiore è la capacità della retta di regressione di rappresentare i dati osservati. 34

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