L EVOLUZIONE DELLA LINGUA IN ITALIA. DI Laura Losio

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1 L EVOLUZIONE DELLA LINGUA IN ITALIA DI Laura Losio

2 Varietà linguistiche sul territorio italiano tra i secoli XI e XIV Soltanto verso la fine del X secolo emerge la coscienza di una distinzione tra il latino e i volgari. In Sicilia, nell età di Federico II, venne elaborata la prima lingua letteraria: una lingua per fare versi, tale da superare i limiti dei dialetti, assumendo a modello la tradizione franco normanna e provenzale, con le liriche dei trovatori e le canzoni di gesta. Le vicende che seguirono alla morte di Federico II interruppero però l evoluzione della lingua dei poeti siciliani. Soltanto verso la fine del X secolo emerse la coscienza di una distinzione tra il latino e i volgari. La lingua letteraria per eccezione fu successivamente il tipo linguistico della Toscana, per motivi che verranno elencati.

3 L egemonia del Toscano IL TOSCANO ASSOMIGLIAVA AL LATINO PIU DEGLI ALTRI VOLGARI PARLATI, ERA ACCETTATO DALLE PERSONE COLTE, ACCOGLIEVA VOCABOLI DEL LESSICO LATINO; TRA LA FINE DEL DUECENTO E LA META DEL TRECENTO GLI SCRITTORI GUIDA: DANTE, PETRARCA, BOCCACCIO DECRETARONO LA SUPERIORITA DEL TOSCANO; L EGEMONIA DEL TOSCANO FU SOSTENUTA DAL PRIMATO ECONOMICO CONQUISTATO DA FIRENZE TRA I COMUNI ITALIANI E DALLA STESSA CENTRALITA DEL TERRITORIO DELLA REGIONE TOSCANA IN ITALIA.

4 non più un dialetto tra i tanti Nell Italia del Trecento, la complessa vivacità della vita civile e dei gruppi intellettuali fece emergere l esigenza di un volgare unitario: il toscano si consolidò come lingua letteraria, ma la cultura scritta restava destinata ad una minoranza socialmente ristretta, le culture regionali dialettali, difficili da documentare, continuarono però ad esistere, soprattutto nell oralità.

5 E IL LATINO? Il latino, comunque, fino al Quattrocento, rimase la lingua delle scuole ecclesiastiche, della cultura universitaria e di ogni forma di insegnamento superiore; in latino venivano trattate la filosofia, le scienze, il diritto, la medicina Fino a Dante, i volgari italiani furono usati per generi minori: la poesia d amore, la narrativa, la divulgazione religiosa e morale.

6 Gli intellettuali e il bilinguismo Gli intellettuali parlano e adoperano sia il volgare sia il latino, anzi spesso conoscono gli idiomi francesi d oc e d oil. In confronto alla frammentarietà e instabilità dei volgari parlati in Italia, le lingue d oc e d oil rappresentavano uno stadio di elaborzione più avanzata e garantivano la circolazione delle opere in un pubblico determinabile con precisione: una fascia socio culturale superiore, accomunata dalle tematiche e dai contenuti morali connessi a quelle lingue (ad esempio la piccola nobiltà che aspirava a crescere il proprio prestigio, ricordando con le chansons de gestes le imprese dei vassalli).

7 QUALE LINGUA SCEGLIERE? In questo periodo si può scegliere di scrivere versi di genere cortese in provenzale, imitando i trovatori, come: Bertran De Born, trovatore provenzale in lingua d oc, signore feudale, poi monaco presso un abbazia cistercense. Dante lo elogiò nel Convivio per la sua liberalità, lo ricordò nel De vulgari eloquentia come cantore delle armi, ma nella sua Divina Commedia fu posto nell Inferno come fomentatore di dicordie. Petrarca imitò la sua canzone di discolpa amorosa. (La canzone di primavara, è la lirica che leggeremo);altri trovatori da ricordare furono: Bernart de Ventadorn, Arnaut Daniel. Oppure imitando i poeti della Scuola Sciliana, con in testa Jacopo da Lentini, il Notaro di cui si hanno circa una trentina di componimenti, e viene ricordato anche perché ideatore della struttura del sonetto. Altri autori della scuola siciliana furono: Guido delle Colonne, Rinaldo d Aquino, Giacomino Pugliese, Pier delle Vigne (nella Commedia, Stefano Protonotaro e Cielo d Alcamo. Oppure ancora avvicinandosi agli autori tosco emiliani e poi stilnovisti: Guido Cavalcanti, Guido Guinizzelli, Brunetto Latini Comunque, con circa un secolo di ritardo rispetto alla Francia, anche l Italia comincia l elaborazione di una letteratura in volgare, che possa infine coinvolgere anche un altro tipo di pubblico.

8 LE DIREZIONI DEL VOLGARE In Umbria nasce la poesia religiosa ( Il Cantico di Frate Sole), In Sicilia nasce la lirica d arte (Scuola Siciliana), La lirica siciliana giunge a Firenze con la mediazione di Guittone d Arezzo, Bonagiunta Orbicciani, Monte Andrea e Chiaro Davanzati (Scuola siculo toscana, che alle tematiche amorose aggiunge quelle morali), Poesia comico realistica (Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano), Poesia giullaresca (Ruggieri Apugliese, Castra Fiorentino) A Bologna e nel Veneto si diffonde anche una sorta di prosa didattico moraleggiante, sia sacra sia profana: Giacomino da Verona, Bonvesin de la Riva, Ovunque fiorisce trattatistica filosofica, morale e scientifica (Brunetto Latini, Guido Faba, Guidotto da Bologna).

9 LA LIRICA SICILIANA LA PRIMA ESPERIENZE DI POESIA D ARTE IN VOLGARE SI DEVE ALL INIZIATIVA DI FEDERICO II. GLI UOMINI CHEAFFLUISCONO PRESSO LA SUA CORTE NON RECEPISCONO PASSIVAMENTE LE ESPERIENZE CHE STANNO MATURANDO OLTRALPE, MA LE RIELABORANO IN MODO ORIGINALE. SUL PIANO TEMATICO, TRATTANO L AMORE E ISTANZE MORALI, MA NON TEMI POLITICI PERCHE CREDONO NELLA LETTERATURA COME MOMENTO DI EVASIONE E DILETTO; IL REPERTORIO E QUELLO ORMAI CONVENZIONALE DELL AMOR CORTESE, MA LA DONNA E ECCESSIVAMENTE IDEALIZZATA E STILIZZATA E PERDE CONSISTENZA FISICA. AMORE E UNA FORZA PERSONIFICATA E SI STUDIANO GLI EFFETTI CHE ESSO PRODUCE SUL CUORE DELL AMANTE. SUL PIANO FORMALE, LA LIRICA D ARTE NON E DESTINATA ALLA RECITAZIONE MA ALLA LETTURA, PERCIO E MOLTO IMPORTANTE LA RICERCA LINGUISTICA CHE APPRODA ALLA RIELABORAZIONE DI UN SICILIANO ILLUSTRE, DEPURATO DALLA COMPONENTE PURAMENTE DIALETTALE E NOBILITATO DALLA PRESENZA DI LATINISMI E PROVENZALISMI. I GENERI DELLA LIRICA PROVENZALE SONO SOTTOPOSTI A UNA SELEZIONE, SI PRIVILEGIANO I SONETTI, LE CANZONI E LE BALLATE, IN PARTICOLARE: CANZONE: USATA PER LE LIRICHE D AMORE E IL GENERE PIU ALTO BALLATA: USATA PER UN GENERE MEDIO SONETTO: USATA PER ILGENERE DOTTRINALE ED E UNA CREAZIONE ORIGINALE DEI SICILIANI

10 LA LIRICA SICULO - TOSCANA DOPO LA MORTE DI FEDERICO II E LA SCONFITTA DI MANFREDI AD OPERA DI CARLO D ANGIO, I MEMBRI DELLA SCUOLA SICILIANA SI DIVIDONO E SI SPOSTANO NEL RESTO D ITALIA. FIORISCE COSI UN GENERE DI PASSAGGIO, CHE VA SOTTO IL NOME DI LETTERATURA SICULO TOSCANA ACCANTO AI TRADIZIONALI TEMI DELL AMOR CORTESE, VIENE PROPOSTA UNA TEMATICA CIVILE E MORALE CHE CORRISPONDE ALLA MUTATA REALTA SOCIALE: SI INTERPRETA L ESIGENZA DEL CETO URBANO DI TROVARE UNA PROPRIA COLLOCAZIONE. L ESPERIENZA AMOROSA CESSA DI ESSERE IL LUOGOESCLUSIVO ATTRAVERSO CUI FILTRARE IL PROPRIO RAPPORTO CON LA REALTA. DA CIO, L ELABORAZIONE DI UNA LINGUA CHE MEGLIO RISPONDA ALLE ESIGENZE TEMATICHE, MODELLATA PUR SEMPRE SUL SICILIANO ILLUSTRE.

11 IL GRUPPO DELLO STIL NOVO GLI STILNOVISTI TENTAVANO UNA SISTEMAZIONE DELLE TEORIE SULL AMORE, SULLA BASE DI UNA CONCEZIONE RELIGIOSA, FILOSOFICA E SCIENTIFICA. GLI AUTORI CITATI, DI CUI SI LEGGERANNO VARIE LIRICHE, TROVERANNO IL LORO EREDE IN FRANCESCO PETRARCA, CHE CON IL CANZONIERE FISSERA UN IMPORTANTE MODELLO PER L EPOCA SUCCESSIVA.

12 CENTRI CULTURALI E SCUOLE LETTERARIE NEI SECOLI XIII E XIV Già dagli ultimi decenni del XII secolo i trovatori provenzali trasferirono in Italia tematiche cortesi e la loro lingua. I signori italiani che li accolsero nelle loro corti furono: i marchesi del Monferrato, i conti di Savoia, i del Carretto, i Malaspina, gli Estensi e i da Romano. Il maggior esponente di una letteratura didattico - moraleggiante nell area lombarda fu Bonvesin de la Riva (dopo il 1213). A Bologna, con l università, fiorirono gli studi giuridici e si ebbe una prima elaborazione di retorica in volgare ad opera di Guido Faba. In area umbra, Francesco d Assisi scrisse in volgare dialettale Il Cantico di Frate Sole o delle Creature, dando via alla letteratura religiosa, che verrà poi ritrovata in Jacopone da Todi. In area meridionale si è già parlato della Scuola Siciliana e dei suoi massimi esponenti. Di tutti i poeti siciliani si hanno generalmente notizie biografiche scarse. La loro opera ci è stata trasmessa attraverso i canzonieri (raccolte di poesie) che comparvero dalla fine del Duecento in codici toscani, quindi con una toscanizzazione della lingua.

13 Ancora in area lombarda, si sviluppò una letteratura didattica: con Giacomino da Verona e il suo De Babilonia civitate infernali si registra una ripresa del latino e, forse, il precursore della Divina Commedia. In area Veneta si colloca l esperienza de Il Milione di Marco Polo le cui memorie di viaggio furono scritte in lingua d oil da Rustichello da Pisa. In area Tosco Emiliana abbiamo già sottolineato la presenza degli eredi della scuola siciliana, quindi sia rimatori di stampo cortese, sia esperimenti di prosa in volgare di argomento scientifico. A Firenze si sviluppa: traduzioni di manuali di retorica (Brunetto Latini), le prime cronache, le prime prose narrative ( Il Novellino ), la letteratura didattica e moraleggiante, lo stile comico (Cecco Angiolieri a Siena, Rustico Filippi, ed altri, fino al Trecento con Meo Tolomei, Folgore da San Gimignano, Cenne della Chitarra). Dopo il 1280 emerge la poesia stilnovista: Guido cavalcanti, Dante Alighieri, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Cino da Pistoia. Bologna diverrà sede dei primi esperimenti letterari del Petrarca (1320), Firenze vedrà invece crescere l interesse per i classici con autori nuovi, come ad esempio Boccaccio ch, tra il 1321 e il 1340, visse a Napoli dove compose le sue prime opere. A Napoli, il re Roberto D Angiò venne scelto da Petrarca come esaminatore nella cerimonia della sua incoronazione (1341). Egli fu il primo poeta laureato, nel senso di incoronato d alloro.

14 TRA LE PIU IMPORTANTI CORTI DEL NORD TROVIAMO: VISCONTI A MILANO ESTENSI A FERRARA DA CARRARA A PADOVA TRA MILANO, PADOVA E VENEZIA TRASCORRERA GLI ULTIMI ANNI DELLA SUA VITA PETRARCA ( ), INCLINE A PREFERIRE I SIGNORI ALLE REPUBBLICHE. LA SUA PRESENZA CONTRIBUI A MANTENERE VIVO L INTERESSE PER I CLASSICI NEI CENTRI SETTENTRIONALI. A FERRARA, SEDE DELL UNIVERSITA, CONTINUO LA TRADIZIONE DEI ROMANZI DI MATERIA CAVALLERESCA. TORNATO DA NAPOLI, BOCCACCIO SCRISSE A FIRENZE IL SUO DECAMERON, MENTRE NELLA CITTA SI DIFFONDEVA IL GENERE DIVULGATIVO ED EDIFICANTE DEI CANTARI E DELLE LAUDI, LE VOLGARIZZAZIONI DI VITE DEI SANTI E I FIORETTI. VERSO LA FINE DEL SECOLO SU ESEMPIO DI BOCCACCIO SI SCRIVERANNO NOVELLE (Giovanni Sercambi, Sacchetti)

15 I POETI STILNOVISTI Gli stilnovisti parlando dell amore e della donna trattavano in realtà il tema della nobiltà, identificata con la gentilezza. Tuttavia tra Cavalcanti e Dante si manifestò una differenza: Dante prefigurò nell amore per Beatrice la dolcezza della beatitudine celeste, Cavalcanti esprimeva invece senso di morte e disfacimento.