GRUPPO ORNITOLOGICO BERGAMASCO

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2 GRUPPO ORNITOLOGICO BERGAMASCO

3 GRUPPO ORNITOLOGICO BERGAMASCO

4 TRA RICERCA E DIVULGAZIONE ATLANTE DEGLI UCCELLI DI BERGAMO a cura di Enrico Cairo e Roberto Facoetti Specie nidificanti e specie svernanti ( ) disegni di Simone Ciocca Mario Guerra edizioni junior

5 E NON SOLO Fotografie: M. Chemollo, C. Christille, G. Moroni, A. Zambelli Disegni: Simone Ciocca

6 UN ANTICA VOCAZIONE PER L AVIFAUNA Ricette Bergamasche Polenta e osèi Da preparare in 1 ora per 6 persone Ingredienti: 400 gr di farina gialla a grana grossa, 12 tordi, 200 gr di salsiccia, 50 gr di pancetta a fette, 150 gr di burro, vino bianco, salvia, olio, sale e pepe.

7 UN DEGNO RISCATTO

8 IL TERRITORIO AMBIENTI MONTANI (forestali, aperti e semiaperti) AMBIENTI URBANIZZATI (in particolare Bergamo e hinterland) AMBIENTI AGRICOLI (coltivi della pianura)

9 L IMPORTANZA DEGLI UCCELLI Valore estetico, scientifico-naturalistico, simbolico, ma soprattutto ECOLOGICO Gli uccelli sono unanimemente ritenuti INDICATORI AMBIENTALI molto affidabili La ricchezza di avifauna è direttamente correlata alla BIODIVERSITA, e quindi allo stato di salute del territorio dal punto di vista ambientale

10 PERCHE GLI UCCELLI? Sono parte integrante di tutti i principali ecosistemi Frequentano una gamma di ambienti molto ampia Occupano diversi livelli delle piramidi ecologiche Abitudini e comportamento li rendono soggetti relativamente agevoli da contattare, osservare e studiare

11 OMBRELLI E BANDIERE Specie-ombrello : specie con elevate esigenze ecologiche, la cui conservazione richiede la protezione di ampi territori e implica automaticamente anche quella di molte altre specie che frequentano l area Specie-bandiera : specie che, in virtù dell impatto emotivo che esercitano sull opinione pubblica, simboleggiano una problematica ambientale e consentono di mobilitare risorse ed energie per programmi di conservazione generale

12 L AVIFAUNA DELLA BERGAMASCA Da quante specie è composta? ACCIDEN TALI NIDIFICANTI SEDENTARIE SOLO MIGRATRICI / SVERNANTI NIDIFICANTI MIGRATRICI La nidificazione implica un vincolo ecologico molto saldo con la componente ambientale del territorio prescelto per compiere il delicato ciclo riproduttivo (collocazione del nido, incubazione delle uova, svezzamento dei nidiacei fino alla loro indipendenza)

13 FONTI PREZIOSE DAGLI ARCHIVI

14 UNO SGUARDO AL PASSATO Totale specie Nidificanti Caffi, 1950 Cairo et al., 2003 Nidificanti storiche : Gallo cedrone (fino a metà dell 800), Occhione, Starna, Gracchio corallino, Passera lagia Inizio 900: ultima documentazione della presenza di avvoltoi (Avvoltoio monaco e Gipeto) 22 specie, soprattutto accidentali, non più osservate dopo il 1950 (ma molte altre osservate solo in tempi più recenti)

15 AMBIENTI URBANIZZATI

16 ESTENSIONE DELLE AREE EDIFICATE da Quaderni CST,

17 L ISOLA CHE C ERA da Quaderni CST,

18 IL FENOMENO DI INURBAMENTO presenza di numerose cavità idonee alla nidificazione (vecchi edifici nei centri storici, grandi alberi nei parchi urbani) maggiore disponibilità di fonti alimentari maggiore protezione da predatori e cacciatori microclima invernale meno rigido di quello di zone circostanti I VICINI DI CASA MERLO Turdus merula PASSERA D ITALIA Passer italiae

19 PRINCIPALI CAUSE DEL DECLINO Carenza di cibo (piccoli invertebrati, semi) per diminuzione zone verdi con erbe spontanee ed incolti Competizione alimentare (piccioni domestici) Limitata disponibilità di siti di nidificazione (edilizia moderna, ristrutturazioni di vecchi edifici) e competizione con altre specie (storno) Predazione (gatti, cornacchie, ecc.) Inquinamento (accumulo di sostanze tossiche, in particolare nei nidiacei) Mortalità stradale (investimenti, collisioni contro vetrate)

20 UN INDAGINE LUNGA 50 ANNI ATLANTE DEGLI UCCELLI DI BERGAMO a cura di Enrico Cairo e Roberto Facoetti Specie nidificanti e specie svernanti ( ) disegni di Simone Ciocca Mario Guerra edizioni junior Bergamo Alta e Colli

21 ATLANTE ORNITOLOGICO DELLA CITTA DI BERGAMO CATEGORIA NIDIFICAZIONE POSSIBILE NIDIFICAZIONE PROBABILE Coppia nell habitat idoneo Parata di distrazione CRITERIO Specie osservata nella stagione e nell habitat riproduttivo idonei Maschio in canto nella stagione riproduttiva Territorio permanente (comportamento indicativo di occupazione del sito in osservazioni ripetute a distanza di almeno una settimana) Corteggiamento o parate nuziali Ricerca di un potenziale sito per il nido Comportamento agitato o ansioso degli adulti Placca incubatrice su adulto esaminato in mano Costruzione del nido o scavo di cavità Nido vuoto usato o ritrovamento di uova Osservazione di giovani recentemente involati CODICE X1 X2 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 C1 C2 C3 ò NIDIFICAZIONE CERTA Osservazione di adulti che entrano o escono da un sito per nido (cavità, tunnel) in circostanze che indicano nidificazione in atto; adulti in cova Trasporto di sacche fecali o di imbeccate Nido con uova Nido con piccoli visti o uditi C4 C5 C6 C7 Mappe di distribuzione di 76 specie nidificanti presenti nel territorio comunale

22 C ERANO UNA VOLTA SPECIE ULTIMA NIDIFICAZIONE LOCALITA AMBIENTE Quaglia 1978 Valverde Zone aperte Barbagianni 1977 Mura + Rocca Zone aperte Upupa 1959 Parco della Rocca Zone aperte Tottavilla 1965 Valverde Zone aperte Allodola 1978 Esterno delle Mura Zone aperte Succiacapre 1960 Valverde Zone aperte Sterpazzola 1978 Esterno delle Mura Zone aperte Averla cenerina 1978 S. Vigilio Zone aperte Zigolo giallo 1978 Esterno delle Mura Zone aperte Ortolano 1978 Esterno delle Mura Zone aperte Assiolo anni 2000 Viale delle Mura Boschetti Civetta capogrosso 1963 M. Bastia Boschi montani Usignolo 1978 Città Alta Boschi collinari Picchio muratore 1978 S. Vigilio Boschi collinari Rigogolo 1957 Fara - Rocca Boschetti Ciuffolotto 1963 sopra Colle Aperto Boschi montani Gheppio ante-1950 Torre di Gombito Zone edificate Rondone maggiore 1962 Torre del Campanone Zone edificate

23 ALCUNI RICORDI Guerra, 1979 «una colonia di rondini di circa 30 coppie si stabilì all interno del complesso di S.Agostino Quindi la colonia venne dispersa per l inizio dei lavori edili di restauro» «Passera mattugia: nel solo Parco della Rocca nidificano una cinquantina di coppie» «Averla piccola: nidificante e frequente» MA ANCHE Cornacchia grigia: osservata in zona solo a partire da metà degli anni 70 Picchio rosso maggiore: accidentale Picchio verde: accidentale

24 IL VECCHIO PAESAGGIO

25 MA A VOLTE RITORNANO.. «Un tempo abbastanza diffuso in tutta la Città Alta e nidificante sulla Torre di Gombito, è da pochi anni scomparso. Se ne possono ancora vedere alcuni individui volare nelle prime ore del mattino, provenienti dai colli circostanti. Oltre che sulla Torre di Gombito, nidificava anche sulle prigioni di S. Agata» (Guerra, 1962) 2008 GHEPPIO Falco tinnunculus

26 MA A VOLTE RITORNANO.. dal 2005 «Nel 1960 alcune coppie nidificarono nei buchi della torre comunale di Piazza Vecchia» (Guerra, 1962) «Non nidificò più in Città Alta» (Guerra, 1979) RONDONE MAGGIORE Apus melba

27 UNA PRIMA ASSOLUTA NEL 2010 PELLEGRINO Falco peregrinus

28 I NUOVI ARRIVI SPECIE Zigolo nero Occhiocotto Picchio rosso maggiore Cincia bigia Tortora dal collare Rondone pallido Rondine montana Passero solitario Codirosso spazzacamino Taccola PRIMA NIDIFICAZIONE anni anni inizio anni AMBIENTE Zone collinari aperte Zone collinari aperte Boschi collinari Boschi collinari Zone edificate Zone edificate Zone edificate Zone edificate Zone edificate Zone edificate IN CONSISTENTE AUMENTO Picchio verde Colombaccio Cornacchia grigia Fiorrancino Codibugnolo Verzellino

29 L INSUBRIA: IL MEDITERRANEO DIETRO CASA OCCHIOCOTTO Sylvia melanocephala ZIGOLO NERO Emberiza cirlus

30 DAL LONTANO ORIENTE Mappa di distribuzione nel Comune di Bergamo (2004) TORTORA DAL COLLARE Streptopelia decaocto

31 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

32 DALLE RUPI ALLA CITTA RONDINE MONTANA Ptyonoprogne rupestris CODIROSSO SPAZZACAMINO Phoenicurus ochruros PASSERO SOLITARIO Monticola solitarius Specie mai osservate a Bergamo da Guerra tra il 1956 e il 1979

33 CRONISTORIA DI UN SUCCESSO Fine anni 80 Centri abitati Ponti e viadotti Ambienti seminaturali (pareti di cave, gallerie dismesse) Anni 70 Siti rupestri naturali

34 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

35 UN ALTRA RONDINE ALLA CONQUISTA DI PAESI E CITTA i centri abitati offrono a questa specie un valido complemento ecologico degli originari habitat rupestri la specie sembra aver avviato un processo di inurbamento analogo a quello intrapreso in passato da altri irundinidi che hanno colonizzato con successo gli ambienti antropizzati

36 UNA RONDINE PER TUTTE LE STAGIONI ATLANTE DEGLI UCCELLI DI BERGAMO a cura di Enrico Cairo e Roberto Facoetti ò ò ò ò ò Specie nidificanti e specie svernanti ( ) disegni di Simone Ciocca Mario Guerra edizioni junior

37 LA CRISI DEGLI ALLOGGI Demolizione e ristrutturazione di edifici Riqualificazione di aree dismesse Potature drastiche ELIMINAZIONE DI POTENZIALI SITI DI NIDIFICAZIONE

38 UN NIDO BEN PROTETTO alle cavità dei manufatti alle cavità naturali... alle chiome dal suolo

39 UN PREZIOSO AIUTO NIDI ARTIFICIALI sopperiscono alla carenza di cavità naturali e alla scarsa disponibilità di cavità idonee in manufatti di recente edificazione misura semplice per la conservazione, con valore aggiunto anche di carattere didattico e ricreativo

40 E FUORI CITTA? dati dati

41 ATLANTE ORNITOLOGICO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

42 GRIGLIA DI RILEVAMENTO La base cartografica utilizzata è la Carta Tecnica Regionale (CTR) Unità-base di rilevamento: quadrati con lato di 5 km Raccolta dati avviata dal 2007 L AREA DI STUDIO RISULTA RIPARTITA IN CIRCA 130 UNITA -BASE DI RILEVAMENTO

43 LA SCHEDA DI RILEVAMENTO Rilevatore Roberto Facoetti data rilevamento 14/05/2006 Inizio rilevamento Osserv. Occasionale Località Val Fiumenero 6.00 fine rilevamento UNITA' DI RILEVAMENTO 6B Specie Nid Amb Esp Alt Volo alto NOTE Merlo acquaiolo X1 F4.01 S ALT06 Ballerina bianca P1 F4.01 S ALT06 Pettirosso P1 C1.06 SE ALT06 Scricciolo X2 C9.01 NW ALT06 Culbianco C5 D4.01 SE ALT06 Bigiarella X2 C8.04 SE ALT06 Spioncello X2 C4.02 S ALT06 Aquila reale X Pernice bianca X1 D4.01 S ALT12 P.so Scaletta Il periodo di rilevamento si protrae indicativamente da marzo (specie stanziali) fino a luglio-agosto.

44 STATO DI AVANZAMENTO 2010 n. dati: > n. rilevatori: > 40 n. specie: > 150 Quadrato Rombo Triangolo Cerchio > 50 specie specie specie 0 15 specie

45 AMBIENTI AGRICOLI

46 NELLA VECCHIA FATTORIA RONDINE Hirundo rustica Urbanizzazione (sottrazione di habitat) Agricoltura intensiva (banalizzazione dell ambiente, uso di pesticidi) Evoluzione della zootecnia (conduzione degli allevamenti, tipologia delle stalle) Problematiche nelle aree di svernamento nell Africa meridionale (desertificazione, modifiche ambientali) Bonifica delle zone umide del Nordafrica utilizzate come aree di sosta durante le migrazioni

47 da Bani et al., 2009 LE STIME A LIVELLO REGIONALE

48 NELLE AMPIE DISTESE ALLODOLA Alauda arvensis Frammentazione dell habitat (nuovi insediamenti residenziali e commerciali, nuove infrastrutture viarie) Prevalenza della monocoltura Riduzione di zone incolte e di prati stabili Impiego di agrofarmaci

49 da Bani et al., 2009 LE STIME A LIVELLO REGIONALE

50 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

51 AVERLA PICCOLA Lanius collurio LA CAMPAGNA CHE FU

52 IL DELINQUENTE ALATO

53 da Bani et al., 2009 LE STIME A LIVELLO REGIONALE

54 PRINCIPALI CAUSE DEL DECLINO Urbanizzazione: sottrazione di habitat Agricoltura intensiva: rimozione di siepi e filari, utilizzo di erbicidi e pesticidi Abbandono di prati e pascoli montani: processo di rimboschimento naturale Modifiche climatiche: maggiore piovosità nelle zone di riproduzione, siccità e desertificazione nelle zone di svernamento

55 RICERCA E INTERVENTI Principali aree di distribuzione

56 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

57 UNA CRISI A LIVELLO CONTINENTALE

58 UNA CAMPAGNA ANCHE PER LORO UPUPA Upupa epops QUAGLIA Coturnix coturnix SALTIMPALO Saxicola torquata BARBAGIANNI Tyto alba

59 SIEPI NATURALI, FILARI, ZONE ARBUSTIVE E TERRENI INCOLTI MICROHABITAT BISTRATTATI CHE CONTRIBUISCONO IN MODO SOSTANZIALE ALL INCREMENTO DELLA BIODIVERSITA

60 SIEPI, FILARI, ZONE ARBUSTIVE E TERRENI INCOLTI rappresentano corridoi ecologici di importanza vitale per assicurare la comunicazione e lo scambio tra popolazioni di ecosistemi contigui (es. città-campagna, città-boschi collinari) assicurano protezione nella fase riproduttiva (collocazione del nido, svezzamento della prole) garantiscono fondamentali risorse alimentari in ogni stagione (insetti, piccoli vertebrati, semi, bacche, ecc.) agiscono come provvidenziali rifugi in caso di disturbo e di pericolo e come ripari in occasione di maltempo

61 USIGNOLO Luscinia megarhyncos PASSERA SCOPAIOLA Prunella modularis SOLO LUNGO LA FERROVIA

62 Espansione delle aree edificate PIANURA Rimozione di siepi e filari, eliminazione di terreni incolti FRAMMENTAZIONE DEGLI HABITAT BANALIZZAZIONE DELLE ZONE AGRICOLE

63 GLI INGREDIENTI DI UN SUCCESSO CORNACCHIA GRIGIA Corvus cornix Dieta praticamente onnivora (granivora, insettivora, frugivora, carnivora, necrofaga) Opportunismo e intelligenza (capacità di apprendimento, di memorizzazione e di trasmissione delle informazioni) Fattori propizi legati alle colture intensive, in particolare mais (alimentazione invernale nelle stoppie) e pioppeti industriali (siti di nidificazione)

64 MA QUANTE SONO? F. BREMBO Prov. LC D1 D4 Bordo prealpino BERGAMO D2 F. SERIO D5 Prov. MI D3 F. ADDA Treviglio D6 Prov. BS F. OGLIO Prov. CR D7 D8 Stimata la presenza nell area di studio di individui Spostamenti quotidiani fino a 10 km tra le zone di alimentazione e il roost

65 L INUTILE STRAGE

66 UN FORTE INCREMENTO DEMOGRAFICO AIRONE CENERINO Ardea cinerea

67 GRAZIE A TRE FATTORI Innalzamento delle temperature invernali medie Istituzione di zone protette da parte delle regioni a tutela delle garzaie (metà degli anni 80) Diminuzione degli abbattimenti (caccia, bracconaggio)

68 DALLE RISAIE FINO AI TORRENTI MONTANI

69 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA

70 AMBIENTI MONTANI

71 LA GRANDE AVANZATA DEL BOSCO da Quaderni CST,

72 PAESAGGI A CONFRONTO Zona M. Sparavera anni

73 UN TRONCO PER AMICO PICCHIO ROSSO MAGGIORE Picoides major PICCHIO VERDE Picus viridis PICCHIO NERO Dryocopus martius

74 da Bani et al., 2009 LE STIME A LIVELLO REGIONALE

75 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

76 MONTAGNA Abbandono degli alpeggi Chiusura di radure e spazi aperti Rimboschimento naturale dei versanti RIDUZIONE DELLA BIODIVERSITA

77 LE VOCI DELL ALPEGGIO La sopravvivenza delle attività montane tradizionali, oltre a rappresentare un elemento di sicuro valore culturale, risulta fondamentale anche per la salvaguardia di piccoli ecosistemi cresciuti in piena sintonia con l opera secolare dell uomo Le pratiche legate all alpeggio (pascolo, sfalcio, fienagione, concimazione) offrono condizioni ambientali idonee a molte specie di uccelli che frequentano gli spazi aperti, oggi in consistente diminuzione ZIGOLO GIALLO Emberiza citrinella STIACCINO Saxicola rubetra

78 UN INSIEME DI FATTORI SFAVOREVOLI COTURNICE Alectoris graeca Alterazione e frammentazione dell habitat: abbandono di pascoli e alpeggi, rimboschimento naturale, costruzione di strade agro-silvopastorali Disturbo antropico crescente: strade montane, infrastrutture Gestione venatoria: prelievo eccessivo, immissione di forme ibride con inquinamento del patrimonio genetico delle popolazioni autoctone Isolamento genetico delle singole popolazioni Situazioni climatiche sfavorevoli: maggiore piovosità primaverile in concomitanza dello svezzamento dei piccoli

79 UN PESANTE TRIBUTO Val Taleggio, anni 50 «Per rendere un idea della sua abbondanza, posso ricordare che il Sig. Pianeti, di Camerata Cornello, il più famoso ed infallibile cacciatore, ne uccide ogni anno da 100 a 130 in due mesi di caccia. Gli esemplari valgono, al mercato, da diciotto pences a due scellini ciascuno, a seconda del loro peso; quelli molto vecchi pesano circa due libbre e sono molto ricercati per la loro carne di ottima qualità»(e. Arrigoni degli Oddi, 1901)

80 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

81 LA NEW-ENTRY DEL NUOVO MILLENNIO RE DI QUAGLIE Crex crex

82 RICERCHE NELLA BERGAMASCA R. Rota, 2002 M. Chemollo, 2006

83 MONTAGNA Costruzione di strade Turismo di massa agro-silvo-pastorali (escursionismo, sport invernali) IMPATTO SUGLI AMBIENTI + DISTURBO DIRETTO

84 A TUTTO SCI

85 I TETRAONIDI UN PATRIMONIO INESTIMABILE «c erano i galli forcelli che frullavano dalla folta vegetazione di mirtilli, le coturnici sui pascoli che i montanari chiamano magri, e le pernici bianche annidate tra i sassi, che d inverno sono tanto selvatiche da non calarsi mai dai loro misteriosi rifugi» (Franco Rho, 1988) DAI TRAVAGLI DEL PASSATO ALLE INCOGNITE DEL FUTURO

86 FAGIANO DI MONTE Tetrao tetrix GALLI NELL ARENA

87 IL SOVRANO DEPOSTO GALLO CEDRONE Tetrao urogallus «specie da circa mezzo secolo scomparsa dal Bergamasco» (Caffi, 1950)

88 TIMIDE RIAPPARIZIONI

89 UN ABITO PER OGNI STAGIONE PERNICE BIANCA Lagopus muta

90 SEMPRE MENO, SEMPRE PIU IN ALTO da Bionda, 2009

91 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA metà anni

92 I RELITTI GLACIALI ALPINI

93 UNA PREZIOSA EREDITA

94 IMPRIGIONATI SULLE ALPI I NEVAI SULLE NOSTRE MONTAGNE SI SONO RIDOTTI DEL 40 IN 150 ANNI Il Wwf: Alpi e Appennini senza ghiaccio e gli animali rischiano l'estinzione Pernici bianche, stambecchi ed ermellini sono rimasti senza il loro habitat naturale

95 NON C E TREGUA SUL FRONTE ALPINO Mutamenti climatici Degrado ambientale Impianti sciistici Disturbo antropico Rimboschimento naturale Abbandono degli alpeggi Strade forestali Bracconaggio Interventi selvicolturali Prelievo venatorio Sci-alpinismo e fuoripista NOSTALGIA DEL GRANDE NORD?

96 IL RITORNO DEI RAPACI

97 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA SPARVIERE Accipiter nisus metà anni

98 DISTRIBUZIONE IN PROVINCIA LODOLAIO Falco subbuteo metà anni

99 AQUILA REALE Aquila chrysaetos L AQUILA REALE

100 TRA LUCI ED OMBRE Segnali positivi negli ambienti urbani (Bergamo), con insediamento di nuove specie e ritorno di altre scomparse da tempo Confortante ripresa di alcune specie di rapaci diurni di grande valore ecologico Status favorevole per molte specie proprie degli ambienti forestali, in particolare per i piciformi Situazione molto deficitaria nelle zone agricole della pianura, con scomparsa o forte decremento di tutte le specie tipiche della campagna tradizionale Preoccupante declino dei galliformi alpini, specie di grande fascino e di elevato pregio naturalistico Situazione molto precaria per le specie proprie degli ambienti aperti e semiaperti nei settori montani e collinari

101 GRAZIE!!!!!!!!

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