Il mistero di un Dio con mani e cuore d uomo

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1 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n Copia 1,00 Copia arretrata 2,00 L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt y(7ha3j1*qsskkm( +@!"!=!#!" Anno CLIII n. 7 (46.251) Città del Vaticano giovedì 10 gennaio Il Figlio di Dio «ha lavorato con mani d uomo, ha pensato con mente d uomo, ha agito con volontà d uomo, ha amato con cuore d uomo». Richiamando le parole della costituzione conciliare Gaudium et spes il Papa ha sottolineato «la grande e meravigliosa ricchezza del mistero dell Incarnazione»: mistero di un DA M A S C O, 9. Un milione di persone in Siria non riceve aiuti alimentari: il Programma alimentare mondiale (Pam) riesce a stento ad aiutare circa 1,5 milioni di persone ogni mese. Ma il numero di coloro che hanno bisogno di assistenza alimentare stando alle cifre della Mezzaluna rossa sarebbe molto più alto: circa 2,5 milioni. «I bisogni umanitari, soprattutto per il cibo, aumentano in Siria» riferisce il Pam. «Ma per il ciclo del mese di novembre abbiamo potuto raggiungere solo 1,5 milioni di persone, in meno del previsto a causa della situazione di insicurezza» ha detto a Ginevra la portavoce del Pam, Elisabeth Byrs. Purtroppo ha aggiunto «non siamo in grado di passare da 1,5 milioni a 2,5 milioni per mancanza di partner nel Paese per la distribuzione di aiuti». Le attività di dicembre sono ancora in corso e per gennaio «speriamo di poter nuovamente raggiungere 1,5 milioni di persone» ha detto Byrs. «Il nostro partner principale, la Mezzaluna rossa, opera già al massimo e non ha capacità di espandersi ulteriormente». L 85 per cento dei beneficiari degli aiuti del Pam sono sfollati interni che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa del conflitto nel Paese. Ma non è solo la crisi alimentare a colpire le popolazioni in Siria. Come rende noto l Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), è salito a quasi il numero di sfollati fuggiti dal conflitto in Siria e registrati dall Onu nei Paesi vicini e del Nord Africa. Secondo le ultime stime, il loro numero potrebbe continuare a salire rapidamente e raggiungere gli 1,1 milioni nel giugno Al 6 gennaio i profughi registrati o assistiti dall Alto commissariato in Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Turchia e nel Nord Come il Vaticano II è presente oggi ed è aperto al domani Un iniezione nelle vene dell umanità JUSTO MULLOR GARCÍA A PA G I N A 4 Dedicata all Incarnazione l udienza generale di Benedetto XVI nell Aula Paolo VI Il mistero di un Dio con mani e cuore d uomo Dio ha spiegato durante l udienza generale di mercoledì 9 gennaio «che è sceso dal suo Cielo per entrare nella nostra carne» e aprirci così «la strada verso il suo Cielo, verso la piena comunione con Lui». Si tratta di una verità ha detto il Pontefice parlando ai fedeli riuniti nell Aula Paolo VI «a cui siamo Il Pam chiede risorse per affrontare l e m e rg e n z a Alla fame un milione di rifugiati siriani Africa erano di , si legge nell ultimo bollettino dell ente sulla situazione umanitaria in Siria. Di questi oltre in Libano, più di in Giordania e circa in Turchia. A metà dicembre, il numero di siriani registrati come rifugiati o assistiti nei Paesi confinanti ammontava a , secondo i dati dell Unhcr. Poco più di sei mesi fa era di settantamila. Il mese scorso l Unhcr ha lanciato un appello chiedendo fondi per un miliardo di dollari da destinare alle operazioni umanitarie in favore delle persone in fuga dalla Siria. L app ello stimava che durante la prima metà del 2013 i rifugiati siriani che avranno bisogno di assistenza raggiungeranno quota un milione. Intanto, sul terreno la situazione non migliora. Le forze del Governo di Assad hanno respinto un attacco degli oppositori contro un area adibita a base militare nella provincia settentrionale di Idlib. Lo riferisce l emittente «Al Jazeera», che spiega così abituati che quasi non ci colpisce più la grandezza dell evento che essa esprime», presi come siamo soprattutto dagli «aspetti esteriori» delle feste natalizie. Occorre perciò «recuperare lo stupore di fronte a questo mistero», lasciandosi «avvolgere dalla grandezza di questo evento: Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell uomo». Al centro dell Incarnazione c è la logica della «gratuità dell a m o re» : Dio ha ricordato Benedetto XVI «ha fatto del suo Figlio unico un dono per noi, ha assunto la nostra umanità per donarci la sua divinità». Del resto, «anche nel nostro donare non è importante che un regalo sia costoso o meno; chi non riesce a donare un po di se stesso, dona sempre troppo poco». Nel mistero del Dio fattosi uomo ha fatto notare il Pontefice è racchiuso tutto «l inaudito realismo dell amore divino». Cristo infatti si incarna in un tempo e in un luogo determinati, cresce in una famiglia, frequenta degli amici, opera con un gruppo di discepoli. Per il Papa questa modo di agire rappresenta «un forte stimolo a interrogarci sul realismo della nostra fede, che non deve essere limitata alla sfera del sentimento, delle emozioni, ma deve entrare nel concreto della nostra esistenza, deve toccare cioè la nostra vita di ogni giorno e orientarla anche in modo pratico». È anche in questo modo che l Incarnazione dà vita a «una nuova creazione», perché «solo in Gesù si manifesta compiutamente il progetto di Dio sull essere umano: Egli è l uomo definitivo secondo Dio». PAGINA 8 come gli oppositori abbiano tentato di prendere il controllo di una zona nei pressi del villaggio di Tell Mastuma. Fonti degli attivisti segnalano oggi un raid aereo dell esercito su Homs, nel quale sarebbero stati uccise almeno dieci persone, tra i quali anche quattro bambini. Fonti di stampa parlano inoltre di combattimenti a Damasco, Homa, Aleppo e nella provincia di Idlib, uno degli epicentri dei disordini e delle manifestazioni contro il Governo di Assad. Ma c è ancora stallo nei negoziati con il Governo di Kinshasa Cessate il fuoco dei ribelli congolesi L India convoca l ambasciatore pakistano dopo la morte di due soldati nel Kashmir Si riaccende la tensione tra New Delhi e Islamabad NEW DELHI, 9. Il Governo dell India ha convocato oggi l ambasciatore pakistano a Nuova Delhi per protestare contro l attacco di ieri che avrebbe provocato la morte di due soldati indiani nella regione settentrionale contesa del Kashmir. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri di New Delhi, Syed Akbaruddin, all agenzia Afp. Secondo le ultime informazioni, truppe regolari pakistane avrebbero oltrepassato la Linea di controllo (Loc, frontiera provvisoria fra i due Paesi) nel settore di Mendhar, attaccando i militari indiani che pattugliavano la zona. Due soldati indiani sarebbero stati uccisi. L india ha auspicato che Islamabad svolga immediatamente una inchiesta sull accaduto, che è si legge in una nota ufficiale in contravvenzione di tutte le norme stabilite a livello internazionale per simili situazioni. Il sottosegretario agli Esteri indiano, Ranjan Mathai, ha poi ricordato che gli esperti dei due Paesi di sono incontrati a New Delhi il 27 dicembre scorso con l obiettivo di discutere le misure per rafforzare la fiducia reciproca, mantenendo l inviolabilità della Loc, uno dei risultati più importanti del delicato dialogo indo-pakistano. La replica del Governo di Islamabad non si è fatta attendere. Il Pakistan, ha infatti spiegato una fonte militare all Afp, ha respinto tutte le accuse di New Delhi, negando qualsiasi coinvolgimento nell uccisione dei due soldati indiani nel Kashmir. La stessa fonte rileva l Ansa ha invece accusato il Governo indiano di fare propaganda per distogliere l attenzione da un raid aereo condotto domenica scorsa dopo aver violato la Linea di controllo, che avrebbe provocato la morte di un militare pakistano. Un abitazione colpita da una bomba nel Kashmir indiano (LaPresse/Ap) Le relazioni fra i due Paesi, tradizionalmente nemici ed entrambi in possesso di armi nucleari, sono lentamente migliorate negli ultimi anni, dopo la completa rottura del dialogo avvenuta in seguito agli attentati di Mumbai nel 2008, per i quali l India accusò dei miliziani che avevano base in Pakistan. Ma il riaccendersi della tensione potrebbe vanificare il recente clima di apertura da parte dei due Governi. Il Kashmir è una regione dell Himalaya a maggioranza musulmana rivendicata da entrambi i Paesi. Per il controllo della regione India e Pakistan hanno combattuto due guerre. Solo nel 2012, nel Kashmir ci sono stati 71 incidenti tra militari pakistani e indiani. Il leader dell M23 Sultani Makenga (Reuters) KA M PA L A, 9. I ribelli congolesi del movimento 23 Marzo (M23) hanno dichiarato un cessate il fuoco unilaterale in vista della seconda tornata dei negoziati con il Governo di Kinshasa, organizzati nella capitale ugandese Kampala dalla Conferenza internazionale della regione dei Grandi Laghi (Cirgl). Un portavoce del movimento ribelle guidato da Sultani Makenga, nel darne l annuncio, ha aggiunto che al Governo del presidente Joseph Kabila è chiesto di fare altrettanto, ma ha assicurato che l M23 continuerà a negoziare anche se Kinshasa manterrà la decisione di non impegnarsi al cessate il fuoco. A Kampala, comunque, la situazione appare in stallo. I colloqui diretti tra le due parti avrebbero dovuto riprendere già dal 4 gennaio, dopo un interruzione di due settimane per le festività di fine anno. Nel fine settimana scorso, il ministro della Difesa ugandese, Crispus Kiyonga, che guida la mediazione della Cirgl, ha incontrato separatamente i responsabili delle due delegazioni, ma da allora non si hanno notizie in merito al prossimo avvio dei colloqui tesi a trovare una soluzione alla crisi riesplosa nel Nord Kivu, la mai davvero pacificata regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. Sull offensiva che a novembre ha portato i ribelli a prendere il controllo di Goma, il capoluogo del Nord Kivu, prima che la Cirgl imponesse loro di ritirarsi, è tornato ieri governatore della regione, Julien Paluku. La Misna, l agenzia internazionale delle congregazioni missionarie, riporta dichiarazioni rilasciate al sito Kongo Times Info da Paluku, secondo il quale in undici giorni di occupazione (dal 20 novembre al primo dicembre) i ribelli avrebbero causato danni stimati in più di 150 milioni di dollari statunitensi. «Ci vorranno almeno cinque anni per recuperare questo ritardo provocato inutilmente da uomini che si presentano come difensori dei valori sacri dei diritti umani, del buon governo e della promozione dei beni pubblici» ha dichiarato Paluku, denunciando inoltre stupri, omicidi, saccheggi e atti di vandalismo che hanno seminato desolazione e terrore tra la gente. Oltre alle distruzioni ai danni di infrastrutture pubbliche, amministrazioni locali e proprietà private, il governatore ha anche riferito che non meno di 27 civili sono stati uccisi e altri sessanta feriti gravemente. Paluku ha poi sottolineato il dramma «vissuto da un milione di sfollati interni e più di centomila congolesi costretti ad attraversare il confine» e ha invitato le forze sociali, economiche e politiche a unirsi per essere più forti. Sul conflitto nell est congolese è intervenuto il commissario dell Unione africana per la pace e la sicurezza, Ramtane Lamamra, al termine di una visita che lo ha portato a Kinshasa, nella capitale rwandese Kigali, nel capoluogo del Nord Kivu, Goma, e in altre località al confine congolese con Rwanda e Burundi. «La crisi necessita di seria attenzione e l Unione africana è desiderosa di trovare una soluzione durevole alle cause profonde» ha detto il commissario, annunciando che lo scenario congolese sarà al primo posto nell agenda del prossimo vertice continentale che si aprirà a Addis Abeba il 27 gennaio. «Dobbiamo essere sensibili alle aspettative e alle speranze della gente e aiutare con ogni mezzo i Governi della regione a dissipare i malintesi», ha aggiunto Lamamra. Anche il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso, si è espresso sulla situazione nel Paese confinante, nel discorso al corpo diplomatico a Brazzaville. «La Cirgl è un punto d appoggio nella ricerca di una soluzione che preservi la pace e la sicurezza nell intera regione, ma anche la sovranità e l integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo. Tra i desideri comuni c è quello di vedere definitivamente risolte situazioni e prove inaccettabili», ha detto Sassou Nguesso, che nei prossimi mesi dovrebbe subentrare al presidente ugandese Yoweri Museveni alla guida dell o rg a n i s m o regionale dei Grandi Laghi.

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 10 gennaio 2013 Attesa a Wall Street per i bilanci trimestrali delle grandi aziende statunitensi Rallenta la produzione industriale della Germania Aig pronta alla causa contro il Tesoro statunitense NEW YORK, 9. Il colosso delle assicurazioni e dei servizi finanziari American International Group (Aig, la sesta più grande compagnia del mondo con sede a New York) è pronta a un azione legale contro l Amministrazione statunitense, che nel 2008 ne evitò la bancarotta con un maxi piano di salvataggio da 180 miliardi di dollari. Lo rivela il quotidiano «The New York Times», secondo il quale il consiglio di amministrazione di Aig valuterà se partecipare o meno alla causa da 25 miliardi di dollari che dal 2011 l ex amministratore delegato di American International Group, Maurice Greenberg, ha intentato contro il Tesoro americano, sostenendo che i piani di salvataggio della Federal reserve di New York hanno sfavorito gli azionisti delle banche. Nell azione legale non si afferma che il salvataggio non era necessario, ma si mette in evidenza che l o n e ro - sa natura del salvataggio ha privato gli azionisti di decine di milioni di dollari e violato il quinto emendamento, che vieta di prendere una proprietà privata per uso pubblico senza un compenso. La scelta non è semplice per il consiglio di amministrazione, che ha l obbligo afferma «The New York Times» di esaminarla nell ambito delle sue responsabilità nei confronti degli azionisti. Per gli osservatori, nel caso in cui Greenberg ottenesse un patteggiamento con Washington, Aig si troverebbe a far fronte a nuove azioni legali da parte degli azionisti. La Casa Bianca ha preferito declinare ogni commento sulla possibilità che Aig possa intentare causa contro l Amministrazione statunitense. «Non voglio commentare una denuncia che deve essere ancora valutata», ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. «L Amministrazione americana ha aggiunto ha agito in modo bipartisan per evitare un fallimento disordinato di Aig, dopo aver stabilito che un simile fallimento avrebbe causato danni catastrofici al sistema finanziario». Il presidente americano, Barack Obama, ha voluto la riforma di Wall Street ha proseguito il portavoce della Casa Bianca, per evitare proprio nuovi casi Aig, salvata grazie all azione dell Amministrazione e dei contribuenti. BE R L I N O, 9. A novembre numeri deludenti dalla produzione industriale in Germania salita, su base mensile, dello 0,2 per cento, livello inferiore alle previsioni. Gli economisti prevedevano un rialzo dello 0,9 per cento. È stato invece rivisto al rialzo il dato di ottobre che sale dal meno 2,6 al meno 2,0 per cento. Lo ha comunicato oggi l istituto nazionale di statistica. Il Tesoro tedesco ha nel frattempo venduto titoli di Stato a cinque anni con tassi in rialzo ai massimi da ottobre scorso. Il rendimento medio dei titoli è salito allo 0,53 dallo 0,41 per cento del collocamento del 28 novembre scorso. La domanda ha raggiunto i 7,4 miliardi di euro contro un target massimo di offerta di cinque miliardi e al mercato sono stati assegnati 4,09 miliardi di euro. Come di consueto, la Bundesbank ha trattenuto una quota e oggi la percentuale è salita al 18 dal 16 per cento dell asta di novembre. Un altro dato che ha inciso sui mercati riguarda la Gran Bretagna, il cui deficit commerciale è sceso in novembre a 9,2 miliardi di sterline dai 9,5 miliardi di ottobre. Lo ha reso noto l Ufficio nazionale di statistica (Ons). Gli esperti avevano stimato in precedenza una riduzione di circa nove miliardi. L export britannico è aumentato del 2,9 per cento mentre l import è cresciuto dell 1,1. Decisamente più forte la crescita delle esportazioni verso l Europa (più 8,9), mentre le importazioni da questi Paesi sono aumentate del 4,3. Intanto, Wall Street ha inaugurato ieri la stagione dei bilanci trimestrali con un ribasso degli indici. Alcoa, il colosso dell alluminio, ha riportato profitti nel quarto trimestre del 2012 che hanno rispettato le attese degli analisti, sostenuti da riduzioni dei costi che sono riuscite a tenere testa a flessioni nei prezzi del materiale. La Borsa di Francoforte (Reuters) ATENE, 9. Il premier greco, Antonis Samaras, ha affermato che il Paese «sta facendo grandi sforzi collegati con grandi sacrifici» che però «stanno dando risultati e l Europa ci sta aiutando». È un messaggio ottimista, quello che Samaras ha portato a Berlino, in occasione della partecipazione a un incontro a porte chiuse al quale è intervenuto anche il cancelliere Angela Merkel che si è detto «interessato ai progressi Parigi chiede a Pechino maggiori investimenti PE C H I N O, 9. Investire di più in Francia. Questo l appello del ministro dell Economia francese, Pierre Moscovici, agli imprenditori cinesi. «Il 2013 sarà un anno difficile, ma abbiate fede nell eurozona» ha detto Moscovici nel corso di un intervento all Università del popolo di Pechino. «Rispetto agli investimenti di Parigi in Cina ha aggiunto il ministro dell economia quelli di Pechino in Francia sono scarsi». Collaborare con i Paesi in via di sviluppo, secondo Moscovici, servirà all eurozona per contrastare la recessione. In particolare, Moscovici ritiene che esistano grandi spazi di investimento in Francia della Cina e che la cooperazione bilaterale sarà di mutuo vantaggio. Il ministro ha concluso affermando di non sostenere il protezionismo e che la cooperazione economica tra Parigi e Pechino non presenta ostacoli di natura politica. D altra parte entro il 2019 e cioè entro sei anni, l economia cinese supererà quella statunitense. Lo rivela il rapporto sulla «salute nazionale» dell Accademia cinese delle Scienze, citato dal «Global Times», che non fornisce ulteriori dettagli sul clamoroso sorpasso. Secondo l istituto delle Scienze entro il 2049 la Cina supererà gli Stati Uniti come status internazionale cioè diventando la prima potenza economica mondiale. Così negli scambi after hours il titolo è salito anche dell 1,6 per cento. Una risposta che, secondo alcuni investitori, potrebbe moderare il nervosismo anche nell insieme del mercato all appuntamento con l ap ertura odierna, quando non sono attesi nuovi bilanci significativi. Il Dow Jones ha ceduto ieri lo 0,41 per cento, lo Standard&Poor s 500 lo 0,32 e il Nasdaq lo 0,23: la seduta è stata dominata come riporta «Il Sole 24 Ore» dalla paura per una stagione deludente dei bilanci aziendali. Gli utili in generale dovrebbero crescere leggermente, grazie alla tenuta delle società finanziarie. Possibili cali nell hi-tech e nel settore industriale. Gli osservatori hanno cominciato a ridimensionare anche le previsioni di profitti per i prossimi due trimestri. Alcoa ha riportato utili di 242 milioni rispetto a una perdita di 191 milioni nello stesso periodo dell anno scorso. Il fatturato è stato pari a 5,89 miliardi, meglio dalle attese anche se in calo dell 1,5 per cento sul Escludendo voci straordinarie, Alcoa ha evidenziato utili per 64 milioni e un fatturato pari a 5,6 miliardi. L azienda ha anche migliorato l outlook: per il 2013 è attesa una modesta accelerazione del consumo di alluminio, con una crescita del sette per cento rispetto al sei dell anno scorso. La domanda dovrebbe poi raddoppiare tra il 2010 e il Il bilancio di Alcoa è considerato rilevante come spiega «Il Sole 24 Ore» perché, oltre a essere tradizionalmente la prima trimestrale di una grande azienda, può rivelarsi un indicatore per l andamento di altri settori che impiegano l alluminio quali l aerospaziale, l auto e le costruzioni. Il prossimo bilancio influente per il mercato sarà quello di Wells Fargo, previsto in agenda per v e n e rd ì. Samaras ottimista dopo l incontro a Berlino con Angela Merkel Progressi sulle riforme in Grecia con gli aiuti dell E u ro p a nell implementazione delle riforme greche». Samaras ha aggiunto di vedere «il bicchiere mezzo pieno», mentre il suo Paese «cerca di riconquistare credibilità». Samaras, in una dichiarazione rilasciata al fianco di Angela Merkel prima dell incontro informale a Berlino, ha sottolineato che la Grecia è «flagellata dalla disoccupazione, in particolare dalla disoccupazione giovanile». Il premier ha ancora una volta sottolineato i sacrifici cui è sottoposto il popolo greco, ricordando che gli investimenti nel Paese sono un elemento «importante e necessario» per la ripresa. Secondo l ufficio europeo di statistica la disoccupazione nell eurozona ha toccato il record di 11,8 per cento, ma tra i dati peggiori c è quello della Grecia con oltre il 26 per cento. Resta ancor più preoccupante il livello di giovani senza lavoro con un tasso del 24,4 per cento. Anche in questo settore i dati più drammatici arrivano da Atene dove il tasso ha raggiunto il 57,6 per cento. In questa difficile situazione, la Germania deve fare la sua parte per sostenere la Grecia nel contrasto della disoccupazione: lo ha detto Angela Merkel. «Anche noi dobbiamo fare di tutto per garantire crescita economica e sicurezza dei posti di lavoro», ha detto il cancelliere che è stata informata da Samaras sul prosieguo delle riforme di Atene e sulle aspettative economiche. Il cancelliere tedesco con il premier greco (Afp) Buona domanda e tassi negativi Debutto positivo in Borsa per il fondo europeo di stabilità BRUXELLES, 9. Il fondo salva-stati permanente, lo European Stability Mechanism, debutta positivamente sui mercati: la prima asta del nuovo strumento di salvataggio, che sostituirà il vecchio Efsf, ha registrato ieri buoni risultati, mostrando quanto sia migliorata la percezione delle Borse sulla tenuta dell e u ro z o n a. L Esm, che ha offerto agli investitori un massimo di due miliardi di euro, ha collocato bond trimestrali per 1,927 miliardi in un asta corroborata dall impegno del Giappone a continuare a comprare i titoli del salvataggio europeo, usando le proprie riserve valutarie. La domanda è stata sostenuta, pari a 6,24 miliardi, e a pagare un interesse sul prestito non sarà l E u ro p a ma gli investitori: il tasso di collocamento è risultato infatti negativo, come da mesi accade per i bund tedeschi, attestandosi al meno 0,034 per cento: ciò vuol dire che chi ha sottoscritto i titoli, prestando soldi al fondo che li può utilizzare per sostenere il debito greco o, in futuro, spagnolo, anziché chiedere un interesse è disposto a pagarlo, pur di p a rc h e g g i a re i propri soldi in un salvadanaio sicuro. «Il successo di questa prima asta a tre mesi mostra che gli investitori sono perfettamente a proprio agio Depositata in Albania la richiesta per il referendum sull unione con il Kosovo TIRANA, 9. È stata depositata ieri presso la Commissione centrale elettorale albanese la richiesta del referendum per l unione dell Albania con il Kosovo. L iniziativa su richiesta del partito nazionalista Alleanza rossonera era stata annunciata lo scorso 28 novembre, nel centesimo anniversario della proclamazione dell indipendenza dell Albania a Morini, località alla frontiera con il Kosovo, in una cerimonia in cui, simbolicamente, erano state rimosse le barriere di confine. Il leader della Alleanza rossonera, Kreshnik Spahiu, ex vicepresidente dell Alto consiglio di giustizia, riferendosi alle dichiarazione dell ambasciatore dell Unione europea a Tirana, Ettore Sequi, che aveva ribadito il parere contrario a qualsiasi cambiamento di confini, ha dichiarato che gli Stati albanesi devono entrare nell Ue come una «federazione albanese, che abbatte i confini, ma non li cambia». Per il leader del partito Alleanza rossonera (il cui nome richiama i colori della bandiera dell Albania e che ha come suo obiettivo l unificazione di tutti i territori dei Balcani abitati da albanesi), il referendum è un atto storico, mentre l unione dei due Stati che hanno diviso una Nazione a metà non trova ostacoli né in fattori esterni né interni. Un invito a non prestare attenzione alla Alleanza rossonera informa l agenzia Ansa è subito arrivata dall ambasciatore greco, Léonidas Rokanas, che parlando ad Argirocastro ha sottolineato come l e s t re m i - smo nazionalista non serva al futuro europeo. Secondo l a m b a s c i a t o re greco, l Alleanza rossonera in Albania, così come Alba dorata in Grecia, non rappresentano la realtà nelle relazioni vere che esistono tra i due Stati, perché il loro peso nella società e nella politica è molto piccolo. con il passaggio dall Efsf all Esm» ha dichiarato Christophe Frankel, direttore finanziario del nuovo fondo. L Esm procederà nel 2013 inizialmente con aste di titoli a tre e sei mesi, per poi allungare le scadenze che andranno progressivamente a rifinanziare i titoli in scadenza dell Efsf. I soldi, per il momento, servono soprattutto a sostenere il debito dell Irlanda. Dietro al ritrovato ottimismo, già evidente dall esito positivo delle aste del vecchio Efsf di fine 2012, c è la Banca centrale europea che, dichiarandosi «pronta a tutto il necessario», ha abbassato gli spread e allontanato il rischio di nuovi attacchi speculativi contro la moneta unica. Le carceri italiane criticate dall E u ro p a ROMA, 9. La Corte europea dei diritti umani ha condannato l Italia per il sovraffollamento delle carceri, parlando di condizioni inumane e chiedendo di porre rimedio alla situazione entro un anno. L Italia stando alla sentenza della Corte, emessa ieri viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle nelle quali hanno a disposizione meno di tre metri quadrati. In particolare Strasburgo punta il dito contro il trattamento inumano e degradante subito da sette persone detenute nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. Questi sette carcerati dovranno essere risarciti di centomila euro per danni morali. «La sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo rappresenta un nuovo grave richiamo per l Italia» ha dichiarato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il provvedimento, secondo il capo dello Stato, è «una mortificante conferma dell incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena». Secondo il ministro della Giustizia, Paola Severino, per le carceri sono necessarie «misure strutturali». Migliorano i conti pubblici grazie all Imu ROMA, 9. Nei primi nove mesi del 2012, le entrate totali del fisco in Italia sono aumentate in termini tendenziali del 2,7 per cento, con un incidenza sul prodotto interno lordo del 44,8 per cento. È quanto rileva l Istat. Al miglioramento dei saldi di finanza pubblica nei primi nove mesi del 2012 ha contribuito soprattutto l andamento positivo delle entrate tributarie, trainato dall Imposta municipale unica (Imu). Su questa era intervenuta ieri anche l Unione europea, attraverso il rapporto 2012 su occupazione e sviluppi sociali. Secondo lo studio, l imposta potrebbe avere un impatto più progressivo sulla distribuzione del reddito se la base per il calcolo «fosse stata spostata dai valori catastali a quelli di mercato». Il Governo italiano ha rilevato in una nota la Commissione europea, che ha stilato il rapporto «ha proposto una revisione in questo senso ma non è stata accettata dal Parlamento italiano». La Commissione ha anche precisato che, sulla base dei dati del 2006, un «leggero aumento della povertà in Italia» è stato causato non dall Imu, introdotta l anno scorso, ma dalla vecchia Ici. L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a h t t p : / / w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt GI O VA N N I MARIA VIAN direttore responsabile Carlo Di Cicco v i c e d i re t t o re Piero Di Domenicantonio cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione TIPO GRAFIA VAT I C A N A EDITRICE L OS S E R VAT O R E ROMANO don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Segreteria di redazione telefono , fax s e g re t e r i o s s ro m.v a Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono , fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Ufficio diffusione: telefono , fax , ufficio diffusione@ossrom.va Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono , fax , info@ossrom.va Necrologie: telefono , fax Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A System Comunicazione Pubblicitaria Alfonso Dell Erario, direttore generale Romano Ruosi, vicedirettore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, Milano telefono /3003, fax s e g re t e r i a d i re z i o n e s y s t e i l s o l e 24 o re. c o m Aziende promotrici della diffusione de «L Osservatore Romano» Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Banca Carige Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese

3 giovedì 10 gennaio 2013 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 Pronti a partire i negoziati nella capitale del Gabon Crisi centroafricana affidata al dialogo LIBREVILLE, 9. Si conferma, nonostante le perplessità della vigilia, la scelta di affidare al dialogo la soluzione della crisi centroafricana. Riesplosa da un mese con l i n s u r re - zione armata della coalizione Seleka (alleanza, in lingua locale sango) contro il Governo del presidente François Bozizé, la crisi aveva registrato l occupazione da parte dei ribelli di vaste zone del Paese. Le milizie si erano anche mostrate in grado di minacciare la capitale Liberi i tre marinai italiani sequestrati in Nigeria ABUJA, 9. Sono stati liberati i tre italiani sequestrati lo scorso 23 dicembre al largo delle coste della Nigeria, mentre il rimorchiatore Asso21, dell armatore Augusta Offshore, con sede a Napoli, su cui erano imbarcati si dirigeva a Port Harcourt, nella regione petrolifera del Delta del Niger. Lo ha annunciato questa mattina il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, specificando che i tre marinai, il comandante Emiliano Astarita, il primo ufficiale Salvatore Mastellone e il secondo ufficiale motorista Giuseppe D Alessio, sono già in volo per l Italia dove arriveranno nelle prossime ore. Terzi ha parlato di «successo degli uomini e delle donne della Farnesina e di tutti i funzionari delle strutture dello Stato coinvolte, che con la loro tenacia e professionalità hanno reso possibile l esito positivo di questa difficile vicenda». Secondo il ministro italiano, tale successo è l esito di una strategia basata sul negoziato e la via diplomatica. «Siamo riusciti a mettere a punto un sistema di coordinamento che ci ha portato ad agire con tempestività ed efficacia e sempre con la finalità di assicurare la vita e l incolumità degli ostaggi. Questo è un punto essenziale», ha detto Terzi, ringraziando anche il Governo nigeriano. Preo ccupazione di Ban Ki-moon per le condanne nel Bahrein NEW YORK, 9. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, si è detto «molto preoccupato» per la decisione dell Alta Corte del Bahrein che ha confermato le condanne a carico degli attivisti che hanno guidato le rivolte del 2011 nel Paese. Come ha riferito il suo portavoce, Martin Nesirky, Ban ha espresso la sua «ferma convinzione che l unico modo per promuovere la pace e la stabilità, la giustizia e la prosperità sia un dialogo nazionale che tenga conto delle aspirazioni legittime del popolo del Bahrein». Nesirky ha spiegato che il segretario generale dell Onu ha chiesto al Governo del Bahrein di rispettare l impegno a riformare il sistema giudiziario e avviare un dialogo politico con tutte le componenti della società. Anche l alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha espresso la sua preoccupazione. «Queste persone sono attivisti politici e per i diritti umani ha affermato Cecile Pouilly, portavoce della Pillay e siamo preoccupati che possano essere stati condannati per attività legittime. Siamo anche preoccupati per la durezza di alcune delle sentenze, tra le quali figurano alcune condanne all e rg a s t o l o». L Alta Corte del Bahrein ha confermato lunedì le sentenze di condanna a carico di 13 leader della rivolta antigovernativa del 2011, esplosa sulla scia della cosiddetta primavera araba. I 13 erano stati condannati nel 2011 da un tribunale militare e la sentenza era stata confermata lo scorso settembre da un tribunale civile di primo grado. Le condanne la sentenza ora è inappellabile vanno da 5 anni di carcere all e rg a s t o l o. Bangui. Già ieri si sarebbe dovuto aprire il negoziato organizzato a Libreville, capitale del Gabon, dalla Comunità economica degli Stati dell Africa centrale (Ceeac), ma alla vigilia il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso, che guida la mediazione, aveva annunciato un rinvio per asseriti motivi tecnici. Ieri, comunque, a Libreville sono arrivate tanto la delegazione governativa di Bangui quanto quella di Seleka e, quindi, l avvio del negoziato è dato per imminente. Una novità è rappresentata dal fatto che Bozizé, pur essendo presente a Libreville, dove ha già incontrato Sassou Nguesso, non parteciperà agli incontri ufficiali. La delegazione governativa, comunque, ha già comunicato che respingerà sistematicamente ogni richiesta di dimissioni del presidente. Bozizé, al potere dal 2003 quando con un colpo di Stato rovesciò il presidente Ange-Felix Patassé, fu poi eletto presidente nel 2005 e riconfermato nel 2011, in una elezione accompagnata da accuse di brogli da parte dell opposizione. I ribelli chiedono la destituzione di Bozizé accusandolo di non aver rispettato gli accordi di pace siglati nel 2007 e di voler cambiare la Costituzione per potersi ricandidare nel Quest ultima ipotesi è stata smentita più volte da Bozizé, che ha dichiarato di voler ultimare il suo mandato, ma ha escluso una propria ricandidatura. La delegazione governativa è pronta a mettere sul tavolo delle trattative il varo di un Esecutivo di unità nazionale, ma anche riforme nel settore delle armi, piani di rilancio economico e lo sviluppo di un nuovo sistema elettorale. I ribelli inizialmente avevano chiesto il rispetto degli accordi di pace siglati nel 2007 e nel 2011, che prevedevano il disarmo e l inserimento nell esercito centroafricano di tutti gli ex combattenti. Man mano che venivano conquistate diverse città nel nord del Paese, Seleka ha però alzato la posta chiedendo la destituzione di Bozizé. Ma ora la loro posizione sul piano militare si è fatta più difficile. L invio di truppe straniere, soprattutto ciadiane, nell ambito della Forza multinazionale dell Africa centrale ha di fatto bloccato la loro avanzata. Altre migliaia di sudsudanesi in arrivo nel campo di Kakuma nella regione del Turkana Emergenza profughi in Kenya E nel sud est riesplodono cruenti scontri per il controllo dei pascoli e dell acqua Un profugo ferito in un campo in territorio kenyano (Afp) I gruppi jihadisti tentano di allargare e consolidare le posizioni Il conflitto nel nord del Mali minaccia di riesplodere Sanguinosi combattimenti tra esercito turco e ribelli curdi AN KA R A, 9. È di almeno 13 morti il bilancio di una battaglia divampata la notte scorsa al confine tra Turchia e Iraq, dove un commando di guerriglieri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha attaccato l avamposto militare turco di Karatas, situato nella provincia di Hakkari, all estremità sudorientale dell Anatolia. Negli scontri sono morti dodici ribelli curdi. Ucciso anche un soldato turco. Per sorprendere gli avversari, i miliziani p ro v e n i e n t i dal nord iracheno contavano sulla fitta nebbia che insisteva sulla zona e su una nevicata in corso, ma sono stati colpiti dal fuoco dei mortai dei militari governativi turchi. L episodio rileva l agenzia Ansa è coinciso con i colloqui avviati di recente dalle autorità di Ankara grazie alla mediazione dell ex leader del Pkk, Ab dullah Ocalan, per porre fine a quasi tre decenni di conflitto nel Kurdistan turco, costati oltre morti. Ocalan sta scontando l e rg a s t o l o sull isola-prigione di Imrali, nel Mar di Marmara, dove è l unico detenuto. L intesa, secondo quanto riporta un giornale turco, prevede Alla vigilia dell incontro a Washington tra Karzai e Obama Si discute il ritiro delle truppe americane da Kabul Il generale Stanley McCristal comandante dell Isaf (Reuters) BA M A KO, 9. La crisi nel nord del Mali fa registrare in queste ore la minaccia di combattimenti su vasta scala. Secondo fonti concordi, i miliziani dei movimenti jihadisti che controllano le regioni settentrionali si starebbero spostando per creare delle teste di ponte nel sud, dove a sostegno dell esercito governativo non sono ancora dispiegate le previste forze della Comunità economica degli Stati dell Africa occidentale (Ecowas) e di altri Paesi africani. La stampa maliana riferisce che alcune unità dell esercito hanno aperto il fuoco ieri contro miliziani jihadisti sorpresi nel villaggio di Gnimignama, a circa trenta chilometri dagli avamposti dei militari di Bamako. Si tratta del primo scontro armato tra le due parti e potrebbe segnare l inizio di una nuova fase del conflitto. Sembrano cioè prendere corpo i timori delle autorità di transizione di Bamako che spingono affinché il disarmo dei ribelli in cambio del riconoscimento di alcuni diritti della minoranza da parte del Governo centrale di Ankara. Alcuni giornali informano che un ufficiale dei servizi segreti ha già avuto incontri con il leader del Pkk nell isola-prigione. Negoziati segreti fra l Esecutivo di Ankara e la minoranza curda, svolti in passato, avevano dato esito negativo; ma secondo quanto riporta la stampa i recenti contatti sembrerebbero dare un filo di speranza per porre fine al sanguinoso conflitto. WASHINGTON, 9. Alla vigilia dell incontro tra Barack Obama e il presidente afghano, Hamid Karzai, in programma venerdì a Washington, la Casa Bianca lascia filtrare l ipotesi che dopo il ritiro del contingente statunitense alla fine del 2014, non resti neanche un soldato americano nel Paese. «Questa sarà un opzione che prenderemo in considerazione», ha dichiarato ieri il numero due del Consiglio nazionale per la sicurezza, Ben Rhodes. Ufficiosamente diverse fonti hanno invece anticipato tre diversi scenari dopo che il grosso delle truppe statunitensi, militari, lascerà il Paese: un contingente di 3.000, uomini, in diverse forme di sostegno alle forze di Kabul. Rhodes ha comunque sottolineato che anche la z e ro option (applicata in Iraq dopo che il Governo di Baghdad non ha voluto più garantire l immunità ai l intervento armato internazionale a fianco dell esercito maliano si faccia prima possibile, per impedire che i gruppi jihadisti approfittino del tempo loro concesso per rafforzare le loro posizioni e allargare il perimetro delle aree controllate. Il presidente ad interim del Mali, Dioncounda Traoré, da settimane sta insistendo su questo punto. Tutti gli osservatori concordano però nel ritenere che la prevista forza africana non potrà essere operativa che tra diversi mesi, al punto che proprio per accelerarne il dispiegamento, il presidente di turno dell Unione africana, il capo di Stato beninese Thomas Boni Yayi, ha sollecitato proprio ieri, in colloqui con il premier canadese Stephen Harpe, una partecipazione della Nato alla missione. Né al momento si annunciano risultati concreti della mediazione portata avanti per conto dell Ecowas dal presidente del Burkina Faso, Blaise Compaorè. Tra l altro, i tuareg islamisti di Ansar Eddine una settimana fa hanno ritirato l impegno ad astenersi dai combattimenti e loro miliziani sarebbero tra quelli coinvolti nella battaglia a Gnimignama. Ciò smentirebbe la loro asserita rinuncia all alleanza con altri gruppi presenti nel nord del Mali, in maggioranza di provenienza straniera, considerati parte del terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica. soldati americani), ossia portare a casa fino all ultimo militare, non è stata ancora decisa e ci vorranno mesi affinché venga stabilita al riguardo una decisione finale. Karzai, intanto, ha fatto visita in un ospedale di Washington al capo della Direzione nazionale afghana per la sicurezza (Nds, i servizi segreti), Asadullah Khalid, rimasto ferito a inizio dicembre in un attacco dei talebani a Kabul. Nelle ultime ore Karzai ha incontrato anche alcuni soldati americani ricoverati in ospedale per le ferite riportate in operazioni in Afghanistan. Per domani il presidente afghano ha in agenda un colloquio con il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, mentre venerdì incontrerà Obama per colloqui incentrati sull accordo bilaterale di cooperazione strategica per il dopo 2014, con particolare attenzione per il nodo della sicurezza. NAIROBI, 9. Il Governo kenyano ha rafforzato le misure di sicurezza nella regione nordorientale del Turkana, dove migliaia di rifugiati dal Sud Sudan si stanno spostando verso il campo profughi di Kakuma. «Più di tremila rifugiati sono arrivati nel campo negli ultimi due mesi, provocando la reazione dei residenti della zona», ha detto al quotidiano «Daily Nation» il capo della polizia regionale, Patrick Muriira. Secondo fonti locali, il timore delle autorità è che esplodano scontri tra i profughi e le comunità locali per il controllo delle scarse risorse naturali. Muriira ha assicurato che «centinaia di agenti di sicurezza sono stati dispiegati lungo i confini del campo» per evitare problemi con le comunità della zona che accusano i rifugiati sudsudanesi di aver distrutto centinaia di alberi per approvvigionarsi di legna da ardere. «La congestione del campo ha costretto molti rifugiati a invadere i villaggi vicini», ha confermato l ufficiale di polizia. Quello di Kakuma è il secondo campo profughi più grande del Paese dopo il complesso di Daadab, dove si trovano oltre mezzo milione di rifugiati somali, la più alta concentrazione di profughi al mondo. Nell area di Kakuma i rifugiati sono circa centomila, provenienti, oltre che dal Sud Sudan, dalla stessa Somalia, dall Etiopia, dal Rwanda e dal Burundi. Sempre dal Kenya, intanto, giunge notizia di nuovi e sanguinosi scontri tra comunità locali, in questo caso nel sud est, da tempo in conflitto per il controllo dei pascoli e delle risorse idriche. Non meno di otto persone sono state uccise nel villaggio di Nduru, nella contea di Tana River, dove gli abitanti di etnia orma sono stati attaccati da elementi armati della comunità rivale pokomo. Secondo quanto riferito dall edizione online del quotidiano «The Nation», l assalto è avvenuto all alba di questa mattina. «Ci sentiamo impotenti davanti a questa spirale di violenze che non sembra voler finire e sulla quale i rinforzi della polizia inviati da Nairobi non sembrano riuscire a intervenire, arrivando sul posto quando la tragedia si è già consumata. Gli chiediamo di intervenire per prevenire gli attacchi e non di giungere quando la gente ha già perso la vita», ha dichiarato al quotidiano il responsabile dell amministrazione della contea, Gure Golo. A dicembre un attacco simile, tra le comunità agricole che si contendono pascoli e fonti idriche, aveva causato 45 vittime e ancora prima, tra agosto e settembre, oltre un centinaio di persone erano state uccise in una serie di attacchi e rappresaglie in diversi villaggi della zona. Rinviato l insediamento di Hugo Chávez alla presidenza CARACAS, 9. Il Parlamento venezuelano ha concesso al presidente Hugo Chávez, ricoverato a Cuba per cure mediche, «tutto il tempo di cui avrà bisogno per guarire dalla sua malattia e rientrare in Venezuela». La notizia arriva dopo che il Governo, con un messaggio al Parlamento del vice presidente Nicolas Maduro, aveva confermato l impossibilità per il capo dello Stato di presentarsi domani a Caracas per la cerimonia di insediamento del suo nuovo mandato. Chávez assumerà dunque l incarico successivamente, davanti alla Corte suprema, secondo quanto riferito dal presidente del Parlamento, Diosdado Cabello, che ha fatto riferimento all articolo 231 della Costituzione. La questione dell assenza di Chávez alla cerimonia, che avrebbe dovuto svolgersi proprio in Parlamento, è da tempo al centro di uno scontro tra la sua maggioranza e l opposizione. Questa sostiene che la presenza del capo dello Stato nel giorno e nel luogo fissato sia essenziale per la validità del mandato. Il leader dell opposizione, Henrique Capriles, sconfitto da Chávez nelle ultime elezioni, ancora ieri aveva chiesto un pronunciamento in merito della Corte suprema di giustizia e anche un intervento dell O rganizzazione degli Stati americani.

4 pagina 4 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 10 gennaio 2013 C o n f e re n z a all Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede Anticipiamo ampi stralci della conferenza che l arcivescovo titolare di Bolsena, nunzio apostolico e presidente emerito della Pontificia Accademia Ecclesiastica, tiene nel pomeriggio di mercoledì 9 gennaio all Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede. n a re quale possa essere il futuro di certi settori ecclesiali. Dalle parole di Giovanni XXIII risulta particolarmente chiaro che quello che il sinodo universale da lui proposto voleva offrire al mondo era una luce per uscire dalla confusione e dall angoscia che si vivevano allora e che in buona parte si vivono ancora oggi. Pensiamo a quanto i giornali annunciano quotidianamente: tanti Paesi in guerra e una produzione parallela di armamenti che non smette di crescere e d invitare a nuovi scontri, politiche umane che fomentano più l egoismo della fraternità, campagne attentamente orchestrate per la creazione di famiglie artificiali, offerte ai giovani di nuove droghe e di nuovi piaceri che li allontanano da una ricca e feconda creatività. Realtà queste lontane dalle realtà spirituali indicate da Giovanni XXIII. Il concilio costituì per me, come per tanti altri, una grazia molto particolare e tangibile. Dopo aver concluso gli studi alla Gregoriana e alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, il mio primo incarico al servizio della Santa Sede fu quello di lavorare nella sezione di lingua spagnola della Segreteria di Stato alle dipendenze di due prelati eccezionali: monsignor Angelo Dell Acqua e monsignor Antonio Samoré. Il primo era stato segretario di monsignor Angelo Giuseppe Roncalli quando questi era nunzio in Turchia. Il secondo ex nunzio in Colombia e sottosegretario di Stato per le Questioni internazionali mi aveva ordinato sacerdote cinque anni prima che il concilio fosse convocato. Fortunatamente, in entrambi i prelati trovai un eco viva di quanto avevo imparato da altri maestri nella mia vita universitaria: a metà degli anni Cinquanta erano molti i laici e gli ecclesiastici che, sia in Spagna sia a Roma, senza parlare proprio di un concilio, si aspettavano dalla Chiesa gesti apertamente riformatori e più vicini al Vangelo di certe vecchie tradizioni storiche e sociali. L auspicio del nuovo e quasi inatteso successore di san Pietro eravamo nel settembre 1958 per me era proprio ciò che avevo trovato nei miei vecchi maestri e nei miei primi superiori nella Segreteria di Stato: il desiderio di una Chiesa purificata da tradizioni e da poteri marcatamente temporali. Il potere mondano è stato sempre una seria tentazione per quanti sono chiamati a preoccuparsi prioritariamente dello spirito. Non è la carne la tentazione più grande. La tentazione più grande è sempre l orgoglio: «Sarete come dei», disse l astuto serpente ai nostri progenitori. Per questo provai immensa gioia quando monsignor Dell Acqua, dopo aver appreso la grande novità dell annuncio del concilio, e vedendomi molto interessato a quell inatteso e grande evento, giunto il momento, mi autorizzò a spostarmi nella sala conciliare, a condizione che concludessi i lavori quotidiani nel mio ufficio. «Lì, caro don Justo, imparerai molte cose, sempre interessanti per oggi e anche per domani». Nell ambito conciliare potei constatare che non sempre era del tutto Come il Vaticano II è presente oggi ed è aperto al domani Un iniezione nelle vene dell umanità di I JUSTO MULLOR GARCÍA l Vaticano II non è una realtà passata. Non ho mai capito come alcuni abbiano osato suggerire un Vaticano III p er completarlo. Il Vaticano II, quando sarà passato il tempo delle ip otesi alcune delle quali insolite non sarà un concilio di ieri, ma un concilio ancora presente e aperto a un domani che non è possibile predire con esattezza. Basterebbe tener presente la crisi vocazionale che l ha seguito in determinate diocesi e congregazioni religiose per immagiesatto dividere i Padri in conservatori e liberali. Il nuovo Papa, nel convocare un concilio ecumenico in pieno XX secolo aveva utilizzato queste parole: «la Chiesa vede la comunità umana gravemente turbata aspirare ad un totale rinnovamento. E mentre l umanità si avvia verso un nuovo ordine di cose, compiti vastissimi sovrastano la Chiesa, come sappiamo avvenuto in ogni più tragica situazione. Questo si richiede ora alla Chiesa: di immettere l energia perenne, vivificante, divina del Vangelo nelle vene di quella che è oggi la comunità umana». E aggiungeva in concreto la ragione del concilio nella seconda parte degli anni Sessanta: «la comunità umana (...) si esalta delle sue conquiste nel campo della tecnica e delle scienze, ma subisce le conseguenze di un ordine temporale che taluni hanno tentato di riorganizzare prescindendo da Dio. Per cui constatiamo che gli uomini del nostro tempo non sono progrediti nei beni dell animo di pari passo come nei beni materiali» (Humanae salutis re p a ra t o r, n. 2). Giovanni XXIII non era solo il Papa buono, era anche un Papa sagace e un osservatore at- tento che conosceva profondamente il mondo in cui viveva. Le sue magistrali parole coincisero per me con altre parole, non meno magistrali e lungimiranti, dell allora arcivescovo di Milano, il cardinale Montini. Le parole di Montini furono, secondo il suo stile, profonde e abilissime, e mostrarono orizzonti molto ampi ancor prima che il concilio fosse immaginato da Papa Roncalli. L allora arcivescovo di Milano giunse addirittura a chiedersi in pubblico se la diplomazia pontificia alla quale mi preparavo a quel tempo non fosse altro che una reliquia del passato. Si chiese persino se, con la caduta effettiva del potere temporale dei Papi, essa non fosse caduta in disuso. La risposta del futuro Paolo VI a questa infondata ipotesi fu realmente geniale e illuminata come il gesto di Giovanni XXIII nel proporre il concilio: «la Chiesa deve estrarre da se stessa le forze per vivere, deve trovare vie nuove diverse da quelle percorse in dati e superati momenti storici». La diplomazia ecclesiastica, lungi dal costituire un freno alla sua libertà, era in grado di aprire sempre le porte al dialogo con tutte le società civili rispettose dei diritti umani. di LORENZO NIGRO «La Chiesa odierna non deve mutuare dal favore dei poteri statali la sua forza e la sua prosperità, ma dalla parola e dalla virtù che porta, per divina istituzione (...) non dall esterno, ma dall interno deve derivare la sua fortuna (...) Perché ha questo di caratteristico la diplomazia della Santa Sede: manda i suoi Rappresentanti, i suoi Nunzi nei vari Paesi non solo a difendere, è ovvio, i diritti della Santa Sede, della Chiesa, ma li manda altresì a difendere i diritti, a servire i bisogni del popolo» (Discorso nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, 1951). Occasionalmente incontrai Hans Küng nell università Gregoriana (e spesso anche nei cineforum tenuti da Gianluigi Rondi nel Palazzo Altemps) e altre persone che in seguito avrebbero dato sul concilio commenti molto personali. La mia bussola, come quella di tanti altri, fu invece sempre orientata dalle parole di Giovanni XXIII: il Vaticano II doveva essere un iniezione nelle vene dell umanità che aveva in buona parte perso di vista la meta della predicazione evangelica. Molti commentatori hanno dimenticato che le due costituzioni dogmatiche del Vaticano II hanno proiettato una luce chiarificatrice sugli altri testi ufficiali. Il concilio del XX secolo non è stato solo pastorale, come alcuni hanno creduto, fraintendendo alcune parole di Giovanni XXIII, il quale aveva voluto solo dire che il Vaticano II non avrebbe pronunciato condanne, come era accaduto spesso nel concilio di Trento. La santità per tutti era un orizzonte Scoperto a Gerusalemme un edificio di culto di tremila anni fa Il ritorno dei filistei Sinora il piccolo sito di Tel Motza, scoperto accidentalmente durante la costruzione di un tratto autostradale a ovest di Gerusalemme, era balzato all onore delle cronache per il ritrovamento di due straordinarie statuette in calcare alabastrino risalenti al periodo neolitico preceramico (B, circa prima dell era cristiana). L Israel Antiquities Authority, l istituzione preposta alla tutela del patrimonio archeologico in Israele, aveva, infatti, annunciato la scorsa estate il ritrovamento di un contesto di anni or sono. Il periodo cui appartengono le due statuette, il neolitico preceramico, segna una tappa fondamentale nella storia del Vicino Oriente, ampiamente illustrata dai ritrovamenti archeologici nella Mezzaluna fertile, in siti come Gerico in Palestina, Yiftahel in Israele, Beidha e Ain Ghazal in Giordania, Mureybet in Siria, Giarmo nel Kurdistan, un epoca durante la quale le prime comunità umane organizzate si sedentarizzarono e addomesticarono piante ed animali. Le statuette da Motza rappresentano, in uno stile astratto molto elegante, un montone e un toro, due animali assai significativi per una comunità che sta compiendo il grande Giovanni XXIII voleva offrire al mondo una luce per uscire dalla confusione e dall angoscia che si vivevano allora E che in buona parte si vivono ancora che non bisognava nascondere a nessun battezzato. E il concilio aveva riaperto questo orizzonte nascosto per lungo tempo, in particolare negli ultimi secoli. Questo luminoso orizzonte lo dischiuse con forza e in modo inequivocabile la Lumen gentium. Nel concludere queste considera- passo dell addomesticamento degli ovini e dei bovini. La nascita dell agricoltura e dell allevamento, il passaggio a una vita sedentaria vanno di pari passo con lo sviluppo di una religiosità più complessa che prende spunto dai legami familiari, con il culto degli antenati, testimoniato dai noti teschi modellati e decorati deposti sotto i pavimenti delle abitazioni. Dopo alcuni mesi, una nuova scoperta è stata effettuata nello stesso sito di Motza, negli strati molto più recenti datati alla seconda Età del ferro, tra X e IX secolo prima dell era cristiana. Qui gli archeologi israeliani hanno scoperto un edificio di culto, con un ingresso monumentale e una corte anteriore nella quale era un altare quadrato. Nei pressi di questa installazione è stata ritrovato un deposito di vasi e terrecotte votive: calici e piedistalli decorati e figurine fittili non comuni: teste di personaggi maschili con copricapo schiacciato e riccioli (e barbe), ma soprattutto cavalli bardati, che riportano a tipiche tradizioni cipriote e filistee. I ritrovamenti suscitano il più grande interesse perché il sito si trova nel pieno territorio di Gerusalemme, dove il culto era accentrato nel tempio eretto da Salomone ed era, principalmente, rivolto a Yahweh. In realtà, la presenza di elementi vimenti. La seconda ha contribuito ad aumentare il numero dei rappresentanti diplomatici presso la Santa Sede e dei nunzi apostolici in molti Pa e s i. Parliamo prima della reazione ecclesiale, che interessa le nuove realtà pastorali e alcuni movimenti che dovremmo chiamare con maggior precisione movimenti ecclesiali. Penso, per esempio, alla prelatura personale dell Opus Dei e ai movimenti ecclesiali dei Focolari, di Comunione e Liberazione o del Cammino Neocatecumenale. Tutti nacquero o furono concepiti prima del concilio. Sono queste realtà ad aver dimostrato di vedere e di comprendere il messaggio globale del Vaticano II al di fuori degli schemi conservatori e progressisti, più adatti a politiche contingenti che a realtà vincolate alla vita religiosa. Tali schemi nacquero in ambiti dell opinione pubblica e furono applicati alla Chiesa in modo troppo precipitoso, acritico e a volte intenzionalmente. I trattatisti e gli storici più seri vedranno un giorno, o vedono già oggi, queste nuove realtà pastorali per ciò che realmente sono: il frutto di molte ore di preghiera, di molto tempo dedicato all attenta lettura dei Vangeli e d intensa vita ascetica e a volte di evidenti esperienze mistiche. La Chiesa è grazie a Dio viva: lo sappiamo bene noi che abbiamo servito in Paesi di tre continenti e in ambiti internazionali, compresi le Nazioni Unite e il Consiglio d E u ro p a. Come nel caso delle nuove realtà pastorali da me portate in Estonia, anche il Vaticano II ha avuto un eco positiva nelle relazioni diplomatiche della Santa Sede. Gli Stati si sono mostrati a loro volta attenti alla vita interna della Chiesa, alla sua presenza e al suo significato nel mondo. Credo sinceramente che le cancellerie dei di- zioni personali sul Vaticano II non posso non ricordare due evidenti reazioni nei suoi confronti: una profondamente ecclesiale e un altra profondamente laica e corretta dal punto di vista storico. La prima ha riunito molte delle nuove realtà pastorali presenti oggi nella Chiesa, non sempre correttamente chiamate mo- versi Stati, di tradizione cristiana e non cristiana, abbiano letto con attenzione la costituzione con cui Giovanni XXIII convocò il concilio. Come non ricordare oggi in questa ambasciata colui che ne fu il titolare per la maggior parte degli anni del concilio, l indimenticabile e sempre dinamico don Antonio Garrigues y Diaz-Cañabate? Forse è stato uno degli ambasciatori più attenti a quanto accadeva in quella sala conciliare in cui era stata trasformata San Pietro. Don Antonio era discreto, ma era anche un cristiano saldo e addirittura entusiasta dinanzi alle realtà reali che il Vaticano II annunciava, come quella di ricollegarsi filistei è del tutto normale, visto che nella Palestina del primo millennio convivevano numerosi gruppi etnici, con caratteri e peculiarità anche molto differenti. Inoltre, gli scavi a Motza proseguono e sono ancora in gran Figurina fittile maschile dal santuario di Tel Motza parte inediti: solo con il procedere delle ricerche si potrà chiarire meglio la natura del santuario del Ferro II di Tel Motza. In questa epoca, la Bibbia cita, nel territorio di Beniamino, un villaggio dal nome Mozah (Giosuè, 18, 26). Graziano Pompili, «Il dono dello Spirito» (2011) alle comunità cristiane dei primordi. Un concilio ecumenico era, per lui, un appuntamento della Chiesa cattolica con la realtà del presente e dell immediato futuro. Amante della storia, sapeva che il 20 settembre 1870 non costituiva la fine del potere temporale dei Papi: era solo la purificazione di quel potere dalle sue aderenze estranee e pertanto accessorie. Sapeva che la diplomazia pontificia continuava a essere una delle prime diplomazie del mondo. Non era una diplomazia di potere, ma di servizio al mondo intero e agli esseri che lo abitano. Una diplomazia molto diversa da quella immaginata da Machiavelli, ma l unica valida per quanti vogliono rispettare pienamente l uomo, vale a dire (almeno in teoria) quasi tutti i Paesi rappresentati nelle Nazioni Unite. L allora ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede conosceva bene le statistiche: dai Patti Lateranensi del 1929 la diplomazia pontificia non aveva mai smesso di crescere. Il Vaticano aveva perso, e dico sempre grazie a Dio, un esteso territorio nella regione centrale della penisola italiana. Ma non aveva perso i diritti internazionali propri della sua natura e della sua storia. Grande giurista, l ambasciatore Garrigues sapeva bene che, quando le truppe di Garibaldi entrarono a Roma, le ambasciate presso la Santa Sede erano sedici e che, quando furono firmati i Patti Lateranensi erano solo ventinove. Don Antonio sosteneva che, dinanzi allo spettacolo del concilio, le ambasciate erano aumentate vertiginosamente. Abituato all alta politica, il suo parere non era distante da quello citato alcune settimane fa dall esperto cardinale Tauran sulle pagine dell «Osservatore Romano» (12 dicembre 2012), ossia il parere del generale de Gaulle, il quale riteneva il Vaticano II un evento storico importante non solo per la Chiesa, ma anche per il mondo per il coraggioso esame di coscienza che si proponeva di fare sulla libertà, la giustizia e la pace. Prova di questa profezia laica del grande statista francese, indubbiamente in sintonia con le speranze del nostro allora ambasciatore di Spagna, sono i seguenti dati. Durante i pontificati di Paolo VI (che lui conobbe bene) e del beato Giovanni Paolo II, sono 178 (compresa l Unione Europea) i Paesi che hanno intrattenuto relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Da parte della Santa Sede, alle nunziature effettive o condivise tra diversi Paesi, bisogna aggiungere 18 missioni pontificie presso le Nazioni Unite a New York e a Ginevra e le loro rispettive agenzie, come pure presso il Consiglio d Europa. Queste, unite ad altre delegazioni internazionali e governative, ammontano oggi a circa 40. Il Vaticano II, nonostante il lungo mezzo secolo trascorso dalla sua conclusione, ha fatto sì che la Santa Sede venisse inclusa tra le prime diplomazie mondiali. Si tratta di una grande realtà per la Chiesa stessa e per tutti gli abitanti del mondo. Ma ha ottenuto qualcosa di ancora più importante: che la vita religiosa e pastorale si apra alla chiamata di tutti i battezzati alla vocazione universale e alla santità e di conseguenza a una purificazione della Chiesa stessa e forse anche di altre Chiese cristiane da eventi passati e aderenze temporali. Nel concludere questa conferenza, risulta evidente che la mia testimonianza sul Vaticano II non si limita alla celebrazione del più importante evento ecclesiale del XX secolo. È stato anche un evento dalla portata mondiale, come osservò il sopracitato presidente francese. Nessuno può mettere in dubbio che il concilio ha rappresentato per l intera Chiesa e anche per altre Chiese cristiane un impulso a vivere i valori fondamentali proposti dal Vangelo e dalla teologia sottostante a ogni magistero ecclesiale del XX secolo. Poco fa ho fatto riferimento al dinamismo delle nuove realtà pastorali esistenti nella Chiesa attuale e che, con ogni evidenza, sono fondate sul concilio. Ma è anche Con il concilio si desiderava una Chiesa purificata da tradizioni e poteri marcatamente temporali Perché la tentazione più grande è sempre stata quella dell o rg o g l i o ovvio che sono accaduti fatti non sempre comprensibili per quanti osservano la Chiesa dal di dentro e dal di fuori: diocesi che hanno visto una percentuale elevata di loro sacerdoti tornare allo stato laicale e diminuire il numero dei candidati al sacerdozio; istituti religiosi che hanno visto i loro noviziati privi, o quasi privi, di nuove vocazioni; la crescente insensibilità religiosa di una parte della gioventù battezzata nei Paesi di tradizione cristiana. La dinamica del Vaticano II non si è interrotta a causa di questi eventi negativi. Continua a essere segno di novità positive in altre latitudini: il cardinale Rouco Varela lo ha affermato nella centesima riunione della Conferenza episcopale spagnola a metà del scorso mese di novembre. Molte realtà negative che ho appena menzionato appartengono a ciò che oserei chiamare il mistero di queste e di altre storie ecclesiali. E che non è altro, mi sembra, che la risposta limitata di noi credenti alla grazia di Dio e all eccezionale kayròs offerto dal nostro Dio Trinitario alla Chiesa cattolica nella seconda metà del XX secolo. La crisi post-conciliare è stata senza dubbio causata da forti influenze esterne provenienti da determinati circoli sociali, che si aspettavano dalla Chiesa cattolica cambiamenti più profondi e più favorevoli ai loro interessi e da settori della stessa Chiesa dubbiosi dinanzi ai grandi cambiamenti proposti dal concilio. I più importanti sono contenuti, a mio parere, nella Lumen gentium e nella sua chiara duplice apertura: quella di tutti i battezzati alla santità personale e quella del dialogo con tutti i credenti nell Antico e nel Nuovo Testamento.

5 giovedì 10 gennaio 2013 L OSSERVATORE ROMANO pagina 5 Non solo un indagine sulle sette nel film «The Master» di Paul Thomas Anderson Nel lato oscuro del sogno americano c è la solitudine di T EMILIO RA N Z AT O ornato con i nervi a pezzi dalla seconda guerra mondiale, Freddie Sutton (Joaquin Phoenix) fatica a reintegrarsi nella società. Non riesce a tenersi un lavoro, rischia di venire accusato di omicidio colposo, perde i contatti con un amore di gioventù, unico elemento di purezza in un esistenza ormai marcia. L occasione di un riscatto sembra arrivare attraverso l i n c o n t ro con Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), capitano di nave ma soprattutto guru di un rivoluzionario culto cui gli appassionati adepti si riferiscono sempre come «la causa». Sottoposto a estenuanti pratiche psicofisiche che dovrebbero elevare il suo spirito, Freddie rischia invece di perdere definitivamente la consapevolezza di se stesso. Ma forse troverà la forza di allontanarsi dal maestro e dalla sua asfissiante comunità neofeudale. di GA E TA N O VALLINI Nonostante un esperto di nuove religioni possa effettivamente divertirsi a scovare fra le maglie della fitta sceneggiatura riferimenti a pratiche, dogmi, slogan di culti o pseudo tali di moda oggi oltreoceano, The Mast e r, il nuovo film di Paul Thomas In un cinema fatto di gnomi in superdefinizione il regista ci regala un attimo di respiro Con un opera finalmente adulta e densa di significati Ma che anche stilisticamente contravviene del tutto alle mode imperanti Anderson, non è un film che parla di spiritualità organizzata, se non in maniera accessoria. Come nel precedente, splendido e sottovalutato Il petroliere (There will be blood, 2007), ad Anderson interessa piuttosto delineare una parabola dell individualista americano. E lo fa di nuovo con una profondità e una lucidità antropologica che finiscono per affiancarlo ulteriormente a quel censore dell homo Americanus che fu John Huston, già in passato intravisto come suo nume tutelare dalla critica più attenta. E questo tipo di personaggio ci viene presentato ancora una volta nel suo lato patologico ma allo stesso tempo eroico. Ossia come un f re a k che viene rifiutato dalla storia ma che proprio per questo dalla storia e dalle sue deterministiche giunture ha la capacità di emanciparsi. Freddie (un impressionante, e già oggi favorito per l Oscar, Phoenix) esce distrutto da una guerra di cui non si sottolinea nemmeno per un attimo l aspetto di impresa da celebrare, ma solo quello dell evento traumatico da cui emerge una generazione lasciata allo sbando, all in- terno di una mobilità sociale che non è fonte di opportunità, ma palude di occupazioni transitorie e alienanti. In questo contesto, l arrivo di Lancaster Dodd, istrione profittatore delle anime candide che discende direttamente dal Burt Lancaster forse una citazione nel nome Il cinema raccontato dai grandi fotografi Quando un immagine riaccende l emozione di un film Parlare del cinema attraverso la fotografia, soprattutto al tempo del 3D, può sembrare un operazione un po retrò. Il cinema è racconto in movimento, la fotografia narrazione di un attimo bloccato. Eppure il legame tra queste due arti resta forte e, anzi, con il passare degli anni, diventa persino più affascinante. Un fascino essenzialmente evocativo: una semplice immagine richiama una battuta o una scena, una scena un film, un film una canzone o una colonna sonora, in un fluire di ricordi che suscitano altrettante Il cast de «Gli spostati» di John Huston. Dall alto: Arthur Miller, il produttore Frank E. Taylor, Eli Wallach, John Huston, Montgomery Clift, Marilyn Monroe e Clark Gable (1960, foto di Elliott Erwitt) cation», «La preparazione», «Azione!», «Il gioco dei ruoli», «Il corpo», «La vita privata», «In pubblico», «L artificio», «Il mito». Dieci capitoli che, come tessere di un puzzle, si ricompongono offrendo un originale visione trasversado di aprire la propria mente a esperienze fino a quel momento negate (ma probabilmente molto desiderate): la possibilità di iniziare un viaggio che ci porti dove non siamo mai stati, che ci faccia provare sensazioni che non abbiamo mai potuto sperimentare, che ci guidi lungo percorsi fino a ieri sconosciuti o nascosti». Il viaggio proposto dal volume con le sue 440 fotografie a colori e in bianco e nero corredate da interessanti brevi saggi tra storia e aneddotica riporta alla memoria personaggi, luoghi e storie che hanno saputo emozionare il grande pubblico presentandoli attraverso dieci sezioni: «In primo piano», «Lo- emozioni. Quelle emozioni che solo il grande schermo sa regalare. È ciò che accade sfogliando Movie: box, quarto titolo della collana dei b ox edita da Contrasto (Roma, 2012, pagine 480, euro 28), che racconta il grande cinema e i suoi segreti attraverso le immagini di maestri della fotografia. Richard Avedon, Michel Comte, Eve Arnod, Philippe Halsman, Herb Ritts, Martin Schoeller, Phil Stern, Gorge Hurrell, Ernst Haas, Dennis Stock, Clarence Sinclair Bull, Eugene Smith con loro fotografie ci portano nei luoghi che i film hanno reso popolari e talvolta familiari, ci svelano l intensità dei volti delle star di ieri e di oggi colte sui vari set o nella normalità del quotidiano. È un viaggio affascinante quello in cui ci guida il critico cinematografico Paolo Mereghetti, che parte proprio dalla forza evocativa delle immagini per descrivere le suggestioni che attendono il lettore. «È uno strano meccanismo scrive infatti nella prefazione quello che si mette in moto sfogliando questo libro. Vedo una foto di Marilyn Monroe e penso a quando suona l ukelele con le altre dame del ritmo o si fa sollevare la gonna da uno sbuffo d aria della metropolitana o ancora si ripara dagli spruzzi delle cascate del Niagara sotto una cerata gialla. Guardo un ritratto di Clarke Gable e torna in mente lo schiaffo a Rossella O Hara, o il tentativo di fare l autostop insieme a Claudette Colbert o la caccia ai cavalli selvaggi nei deserti del Nevada (...) Mi capita sotto le mani una immagine di Anna Magnani e la sento gridare dietro una camionetta della Gestapo che le porta via il mari- to o la rivedo mentre accompagna la figlioletta a un provino che dovrebbe cambiarle la vita o quando accoglie nel proprio negozio un vagabondo con una giacca di pelle di serp ente». I ricordi hanno bisogno di essere accesi, e quelli legati al cinema non fanno eccezione. Sfogliando le pagine di Movie: box immagini e ricordi si intrecciano in una serie di rimandi che, secondo Mereghetti, alla fine sembrano dare una risposta alla domanda: che cos è il cinema? «Forse è la risposta del critico solo un attitudine mentale, un percorso sospeso tra il sogno e la realtà, un mole della fabbrica dei sogni. Raccontando piccole, grandi storie. Il rapporto tra cinema e fotografia ha conosciuto momenti di particolare intensità. Come quando la Magnum Photos riuscì ad accaparrarsi l esclusiva del set del film Gli spostati (1960). Si trattava di un lavoro eccezionale per la caratura dei personaggi impegnati: John Huston alla regia, Arthur Miller alla sceneggiatura, Marilyn Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift interpreti principali. Senza dimenticare la suggestione della location, il deserto intorno a Reno, con la sua luce intensa e abbagliante, la stessa che il regista prediligeva per i suoi celebri western. Non meno eccezionale il cast chiamato a documentare fotograficamente il lavoro sul set: Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwit, Eve Arnold, Cornell Capa, Bruce Davidson, Erich Hartmann, Ernst Haas, Inge Morath e Dennis Stock. Con i loro magistrali scatti raccontarono non solo il divenire di un film di successo, ma anche, come si legge nel volume, «l intreccio di destini privati e personaggi pubblici mentre il cinema raccontava il suo stesso rapido e ineluttabile cambiamento». Gli spostati sarà infatti l ultima pellicola girata da Marilyn Monroe (morirà due anni dopo) e da Clark Gable, stroncato da un infarto appena due settimane dopo la fine delle riprese. Ma sarà anche la linea di demarcazione tra cinema classico e moderno. A un giovane William Klein, fotografo, artista eclettico, Federico Fellini concesse di divenire suo assistente sul set di Le notti di Cabiria. Il film venne però posticipato. Ma Roma era troppo invitante e al regista non dispiacque portarsi in giro per la città quel fotografo americano. Che così immortalò la dolce vita, ma anche la quotidianità romana, le domeniche a Ostia, i vizi e le virtù della città eterna, sfruttando eccezionali guide, quali Flaiano e Pasolini. E divenendo testimone di incontri avvero particolari, come racconterà egli stesso: «Dopo pranzo Federico dice: Andiamo a vedere De Sica che sta girando Il Generale della Rovere qui accanto. Troviamo anche Rossellini. Dove altro potresti trovare tre tra i più grandi registi, non necessariamente amiconi tra loro, abbracciati tra loro su un set all aria aperta vicino a una trattoria?». Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Federico Fellini a Piazza di Spagna (1956, foto di William Klein) de Il figlio di Giuda (Elmer Gentry, Richard Brooks, 1960), rappresenta per il protagonista l incontro-scontro con un faro che finalmente indichi una direzione. Ma anche con il dogma, inteso non positivamente come verità, bensì come preconcetto che limita la libertà. Come dire lo Stato. La tirannia delle ideologie. Le dinamiche clientelari. E tutto ciò da cui l uomo americano ha cercato nei secoli di affrancarsi. Ma che, più sottilmente, rappresenta anche il lato oscuro dello stesso sogno americano, miraggio che gratifica i più forti ma inevitabilmente schiaccia i più deboli. Non a caso, Dodd e i suoi adepti si spostano su una nave come i padri pellegrini sulla «Mayflower». E la bibbia del pensiero del guru si trova sepolta sotto terra nel deserto dei pionieri. Alla fine ritroveremo lo stesso Dodd al centro di una scenografia dal gigantismo wellesiano, come il più tipico dei tycoons, a capo di un impero del pensiero. Charlie Chaplin sul set di «Luci della ribalta» (1952, foto di William Eugene Smith) Ma ci sono circostanze in cui promettenti incroci non hanno prodotto altrettanta documentazione. È il caso dell arrivo di Eugene Smith sul set di Luci della ribalta (1952) di Charlie Chaplin. Ebbene non rimane grande traccia negli annali della fotografia dell incontro tra «il più romantico, estremo, geniale fotografo di documentazione» come viene definito nel libro e l altrettanto geniale attore e regista. Tranne una sola, bellissima foto: Chaplin seduto davanti alla macchina da presa che fischia per attirare l attenzione della troupe. «Un uomo che con il suo lavoro inseguiva, avrebbe forse detto Smith, la verità a ogni costo». Anche il più celebre fotografo di guerra, Robert Capa, si è imbattuto talvolta nel cinema. Tra un conflitto e l altro, il fotoreporter si prendeva qualche pausa e non disdegnava lavori più leggeri, meglio se da svolgere in vacanza in compagnia di amici. Tra questi Ernst Hemingway. Nell ottobre del 1941 il grande scrittore era a Sun Valley, nell Idaho, dove stava lavorando all adattamento cinematografico di Per chi suona la campana. Lì, nella natura rigogliosa e tranquilla, Capa immortalò Gray Cooper che, armato di canna da pesca, supera con abilità un ruscello: niente di più distante da una pericolosa prima linea. Molte altre sono le storie, così come le brevi biografie, raccontate in Movie: box. Ma a catturare l attenzione sono ovviamente le fotografie: i colori della Monument Valley che richiamano il crepitare di winchester e grida di indiani, le scene futuribili di 2001: Odissea nello spazio e suoi nuovi mondi, quelle fantasy e magicamente epiche de Il signore degli anelli, i volti ammiccanti, spavaldi, fintamente ingenui, comunque fascinosi dei divi di oggi e di ieri. Immagini che ci riportano avanti e indietro nel tempo e in quei luoghi in cui sogno e realtà si sono incontrati per regalarci indimenticabili emozioni: «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...». All inizio, dunque, Freddie è l uomo allo stato brado che nell accostarsi al nuovo verbo sembra aver trovato la via all evoluzione. Ben presto, invece, la sua diventerà una lotta per la sopravvivenza contro un drago che lo opprime. Lotta attraverso cui imparerà l auto determinazione. Pur rimanendo e qui sta l ossequio e forse l indulgenza dell autore nei confronti dell Am e r i c a n way un outsider semianimalesco. Insomma, quando ormai ci eravamo rassegnati a un cinema fatto di gnomi in superdefinizione, Anderson ci regala un attimo di respiro con un opera finalmente adulta, densa di significati, ma che anche stilisticamente contravviene del tutto alle mode imperanti. Con un montaggio ridotto all osso, obiettivi sempre molto stretti, cinepresa ad altezza di sguardo, inquadrature ormai obsolete come il piano americano, il regista recupera un espressività da primo cinema classico, anni Trenta, squarciata soltanto da piani sequenza allucinati con cui sottolinea la soggettività febbrile del protagonista. È un taglio che non ha nulla di citazionista, ma rappresenta semplicemente il mezzo con cui assicurarsi quel giusto grado di astrattezza che permetta di elevare la vicenda sul piano appunto del simbolico. A non molti anni da un prodotto come Magnolia (1999), il film che lo impose all attenzione del grande pubblico, tecnicamente ineccepibile ma piuttosto vacuo nei contenuti e velleitario nei mezzi espressivi, questo autore ancora giovane arriva dunque quasi al suo opposto. Dimostrando di saper percorrere in prima persona le parabole spericolate delle sue creature. Premio alla carriera per Carlo Pedretti Il 10 gennaio a Roma, presso il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, la Commissione assembleare di Roma Capitale assegna un riconoscimento alla carriera a Carlo Pedretti, direttore dell Armand Hammer Center for Leonardo Studies dell Università della California a Los Angeles e unanimemente considerato il maggiore studioso di Leonardo da Vinci. La proposta di questo attestato in onore alla prestigiosa carriera di Pedretti, al contributo da lui dato alla conoscenza a trecentosessanta gradi del genio vinciano, è giunta dall Accademia del Rinascimento e dal Museo delle antiche genti di Lucania che proprio in questi giorni a Vaglio, in Basilicata, stanno curando un esposizione dedicata alla ritrattistica leonardesca e, in particolare, al cosiddetto Au t o r i t ra t t o lucano di Leonardo. Nato a Bologna nel 1928, Pedretti ha una lunga consuetudine con gli Stati Uniti, dove si trasferisce nel 1959 come docente di Storia dell arte presso l Università della California a Los Angeles, prima ancora di conseguire la laurea americana dalla Claremont Graduate School, che arrivò nel La sua conoscenza dei manoscritti e dei disegni di Leonardo si basa sull esame diretto degli originali. Questo gli consente di affrontare il difficile compito di riordinare le carte di Leonardo nel modo in cui l autore le aveva lasciate. Un suo saggio pioneristico in materia fu pubblicato a Londra nel 1957: frammenti di disegni di Leonardo a Windsor venivano identificati come estratti da fogli del Codice Atlantico a Milano. Uno dei maggiori risultati di tale rigore nel lavoro è l edizione monumentale delle carte di Leonardo che dal 1980 è in pubblicazione tra Londra e New York.

6 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 10 gennaio 2013 di RICCARD O BURIGANA Convegno ecumenico a Mbarara in Uganda per curare le ferite del passato Una storia condivisa per un futuro di pace «Si tratta davvero di un avvenimento storico per il dialogo ecumenico in Africa: con questo convegno si apre un nuovo capitolo della testimonianza ecumenica a favore della riconciliazione della storia per un futuro di pace»: con queste parole Kate Davson, presidente della International Ecumenical Fellowship (Ief) ha voluto presentare il convegno ecumenico «Healing Wounded History» che si svolge a Mbarara, in Uganda, il 10 e l 11 gennaio prossimi. Si tratta di un passaggio particolarmente significativo nel rinnovato impegno della Ief per una presenza sempre più attiva nel dialogo ecumenico, non solo in Europa, per favorire il superamento degli ostacoli che impediscono la testimonianza ecumenica nell annuncio evangelico. Il convegno di Mbarara è una tappa verso la creazione di un gruppo della Ief in Africa, dopo che da anni si sta parlando di questa possibilità. Per Davson si può far risalire quest idea alla stessa nascita della Ief, nel 1967, anche se solo nel 2005 si è cominciato a fare qualcosa di concreto per istituire un gruppo in Africa che tenesse conto della peculiarità del dialogo ecumenico nel continente e del suo ruolo nella società. L incontro di Mbarara è quindi un passaggio particolarmente significativo in questo percorso verso il rafforzamento del dialogo ecumenico in Africa, anche tenendo conto del tema scelto dalla Ief. Da alcuni anni il tema della riconciliazione delle memorie costituisce uno degli aspetti centrali del dialogo ecumenico, soprattutto grazie al contributo della Chiesa cattolica che ne ha fatto uno degli impegni prioritari della celebrazione del Grande Giubileo dell Anno In questi anni si sono sviluppate numerose iniziative ecumeniche per favorire una riconciliazione delle memorie in modo da superare pregiudizi e ostilità che hanno impedito l approfondimento del dialogo ecumenico. Il convegno di Mbarara vuole essere un occasione particolarmente importante nel cammino di riconciliazione delle memorie, in un Paese che ha vissuto per anni conflitti e violenze, anche per motivi religiosi. Per questo il convegno, che si svolge presso la Bishop Stuart University, sarà aperto da una serie di interventi tra i quali quello di Joshua Kitakule, segretario generale del Consiglio interreligioso dell Uganda, per introdurre i partecipanti al clima di riconciliazione con il quale i cristiani vogliono contribuire alla costruzione del futuro del Paese africano, anche insieme alle comunità delle altre religioni. Nel primo giorno ampio spazio verrà dedicato alla condivisione delle esperienze di riconciliazione in Uganda, dove le Chiese e le comunità ecclesiali hanno svolto un ruolo che è stato definito, da più parti, p ro f e t i c o proprio per la capacità che i cristiani hanno dimostrato di leggere la realtà in una prospettiva di superamento della conflittualità esistente per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace. Si parleanglicano dell Uganda, del metropolita Jonah Lwanga, della Chiesa ortodossa dell Uganda e del pastore John Kakembo, presidente dell Unione delle Chiese avventiste in Uganda, proprio per testimoniare la comune volontà ecumenica di proseguire sulla strada della riconciliazione delle memorie, come parte fondamentale di un cammino ecumenico con il quale giungere al superamento della stagione della violenza nel Paese. La seconda giornata sarà dedicata a un confronto sugli strumenti da mettere in campo per l identificazione e per la rimozione delle radici dei conflitti in Uganda; infatti si prenderanno in esame i progetti, promossi dai cristiani, per la definizione di percorsi educativi che aiutino a conoscere la storia del Paese africano così da rimuovere quelle presentazioni ideologiche che hanno alimentato ulteriori conflitti. I percorsi, che sono stati iniziati in questi anni, hanno messo in evidenza quanto questi dipendano dalla situazione culturale, interreligiosa ed economica dell Uganda e proprio a questi aspetti saranno dedicate relazioni specifiche così da approfondire il rapporto tra la costruzione della pace, le dinamiche economiche e il ruolo dei nuovi mezzi di informazione. Il convegno si concluderà con una sessione, la cui presidenza è stata affidata a Paul Kagame, presidente della Repubblica del Rwanda, nella quale sono previsti gli interventi dei rappresentanti delle Chiese e comunità ecclesiali per riaffermare quanto i cristiani considerino centrale promuovere la pace, anche attraverso la rimozione degli ostacoli che ne hanno impedito un profondo radicamento in Uganda, mentre in molte realtà africane siamo ancora lontani dall inizio di un dialogo per la riconciliazione della memoria. Proprio per favorire la crescita di questi percorsi di riconciliazione, nel corso dei lavori congressuali, sono previsti momenti di preghiera per ricordare a tutti quanto il dialogo ecumenico dipenda dalla preghiera. Come ha anticipato Reuss Parker, da anni impegnato in prima persona, anche con pubblicazioni scientifiche, nella promozione di processi per la riconciliazione delle memorie, si tratta di rafforzare un cammino nel quale si possa fare l esp erienza di una nuova vita insieme. Secondo Reuss Parker, al quale è stata affidata una delle relazioni centrali del convegno, questa nuova vita aiuta a scoprire quanto si possa e si debba fare per rendere solido quanto si è cominciato a costruire in uno spirito di condivisione e di riconciliazione che conduce all unità. Si tratta, sempre secondo Parker, «di un lavoro, che mette a dura prova la pazienza delle comunità e dei singoli. Si deve però continuare ha sottolineato sulla strada che conduce a cambiare le nostre reazioni a quanto finora ha condizionato la nostra vita nei rapporti con gli altri». Attraverso questo processo, che coinvolge tanti cristiani e cristiane nel mondo, si può favorire la purificazione della memoria, contribuendo in questo modo a rafforzare il cammino verso la piena e visibile unità della Chiesa. L arcivescovo anglicano Sentamu al lancio di un progetto per i senza fissa dimora a York Più equità per una maggiore felicità LONDRA, 9. «Potete giudicare quanto una società sia sana, nel modo in cui tratta le persone più vulnerabili»: è l indicazione scaturita in un intervento che l arcivescovo anglicano di York, John Sentamu, ha svolto in occasione del lancio di un iniziativa di solidarietà. Si tratta della «No Second Night Out», il titolo dato alla campagna di aiuto per le persone senza fissa dimora, promosso a York in collaborazione con le autorità civili. Negli ultimi anni la quota degli homeless sull intera popolazione nel Regno Unito è cresciuta drammaticamente. Secondo una stima ufficiale del Dipartimento delle comunità e dei governi locali, in tutto il 2011 e, tenendo in considerazione la sola Inghilterra, il numero delle famiglie che versano in una difficile situazione economica e senza un abitazione è aumentato del rà anche dei passi compiuti in Sud Africa, dove si è avuto il passaggio da un Paese dove convivevano cittadini e schiavi a uno nel quale tutti sono diventati cittadini, anche se questo passaggio non ha significato la rimozione degli elementi, come la discriminazione tra uomo e donna, che impediscono la creazione di una società nella quale tutti abbiano gli stessi diritti, così come i cristiani hanno chiesto e continuano a chiedere. Sempre in questa prima giornata, alla presenza di Yoweri Kaguta Museveni, presidente dell Uganda, ci sarà la presentazione del progetto per la creazione di un gruppo Ief in Africa con il quale si vuole promuovere un maggior coordinamento delle tante iniziative che a livello locale sono già in atto per favorire il dialogo ecumenico. Alla presentazione del progetto seguiranno brevi interventi di monsignor Cyprian Kizito Lwanga, arcivescovo di Kampala, del reverendo Stanley Ntagali, arcivescovo 14 per cento. «Le persone senza una casa ha osservato l arcivescovo di York che dormono all addiaccio nelle nostre strade sono tra le persone più vulnerabili e questa dovrebbe essere vista come una situazione accettabile da nessuno». Una società, ha aggiunto il presule anglicano, «che si propone come più equa, risulta essere anche più felice e se vogliamo vedere York prosperare e fiorire dobbiamo cercare di ridurre il divario sociale che esiste attualmente: questo è il nostro dovere e la nostra responsabilità». Nel novembre del 2011, in un articolo pubblicato dal quotidiano «Yorkshire Post», l arcivescovo aveva posto in evidenza la necessità di promuovere urgenti riforme volte all affermazione di una società più giusta. «C è un compito urgente per tutti: quello di cambiare per ristabilire una società giusta», aveva osservato il presule, rifacendosi in particolare alla questione degli eccessi della finanza e del crescente divario sociale che si è creato tra i ricchi sempre più ricchi, i poveri e coloro che rischiano di cadere anch essi nell indigenza. Quotidianamente, aveva aggiunto, «ci dobbiamo confrontare con nuove evidenze degli estremi del benessere e della povertà, che dimostrano quanto scandalosamente ingiusta sia la nostra società». La «No Second Night Out campaign» è un iniziativa delle autorità statali lanciata già a partire dal 2011 nella capitale londinese e che poi si è estesa in altre città, con la collaborazione di varie organizzazioni caritative laiche e religiose. La campagna si propone di offrire sostegno sia materiale che psicologico. Domenica prossima a Parigi la manifestazione contro il disegno di legge sulle unioni omosessuali Cresce in Francia la mobilitazione per la famiglia PARIGI, 9. Crescono di ora in ora le adesioni (a oggi cinquecentomila) alla manifestazione che si terrà la prossima domenica a Parigi per protestare contro la legge che vorrebbe equiparare al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso e riconoscere alle coppie omosessuali il diritto di adottare bambini. L iniziativa popolare è sostenuta da soggetti diversi. Contro la decisione del Governo del presidente François Hollande che ha approvato un decreto legislativo (conosciuto come Matrimonio per tutti ) che appunto permette alle coppie omosessuali di sposarsi e di adottare figli e che dovrà ottenere il placet del Parlamento sono scese in campo, oltre alle organizzazioni cattoliche, anche quelle ortodosse, protestanti, musulmane, ebraiche e movimenti pro vita con l iniziativa «La manif pour tous» (La manifestazione per tutti), evidente parafrasi del nome del disegno di legge contestato. Siamo tutti nati sottolineano i promotori dell iniziativa «da un uomo e da una donna, questa cosa ci riguarda tutti! Il popolo di Francia deve sollevarsi per i suoi figli, per il suo avvenire e per la nostra umanità». Il Governo, ha scritto di recente il quotidiano «Le Monde», «ha sottovalutato l ostilità di una parte dell opinione pubblica al suo progetto di legge e il premier, Jean- Marc Ayrault, è costretto a fare marcia indietro e indire nell assemblea nazionale una tornata di consultazioni fra i parlamentari. Ma la retromarcia del Governo ha puntualizzato il giornale non è bastata per tranquillizzare gran parte dell opinione pubblica francese e una grande manifestazione unitaria è stata annunciata per domenica 13 gennaio, alla vigilia della discussione in aula prevista il 29 gennaio». Lunedì scorso una cinquantina di attivisti musulmani hanno scritto una lettera aperta, esortando tutti i fedeli all islam ad aderire al grande raduno nazionale. La lettera, firmata da intellettuali, imprenditori e leader religiosi, fa seguito all app ello di sabato scorso dell Union des Organisations Islamique de France (Uoif) nella quale viene sottolineato il profondo dissenso dell o rg a n i z z a - zione al provvedimento presentato dal Governo francese. «Se dovesse essere approvato questo disegno di legge precisa una nota dell Uoif Il vescovo Kyrillos delegato per l Europa della Chiesa ortodossa copta MI L A N O, 9. Il vescovo copto ortodosso di Milano Kyrillos è stato nominato da Tawadros II suo delegato per l Europa. È la prima volta che il patriarca copto ortodosso decide di nominare un suo vicario per l E u ro - pa. Si tratta evidentemente di un fatto legato alla crescita della diaspora dei cristiani egiziani: attualmente, infatti, sono una decina i vescovi copti in Europa, alcuni dei quali titolari di vere e proprie sedi episcopali, altri inviati già da vescovi per seguire alcune nuove comunità. Di qui la scelta di Papa Tawadros di identificare una figura di riferimento che aiuti a promuovere l unità tra le comunità anche fuori dall Egitto. Al vescovo Kyrillos il patriarca ha chiesto di affiancarlo nella responsabilità per l istituzione di nuove chiese e nuove diocesi copte, nella preparazione dei sacerdoti e dei monaci e in un progetto completamente nuovo: l organizzazione di un segretariato multilinguistico con sede al Cairo, con l obiettivo di rendere più facile la comunicazione spirituale e pastorale tra la Chiesa madre e le comunità copte dell E u ro p a. A Milano i copti sono presenti fin dagli anni Settanta; in Italia si stima siano circa Kyrillos vive in Italia dal 1990 nel monastero copto di Lacchiarella, alla periferia di Milano, che è una delle due sedi episcopali dei copti ortodossi in Italia (l altra si trova a Roma). È stato ordinato vescovo proprio a Milano nel 1996 e guida una comunità che conta attualmente una ventina di parro cchie. inevitabilmente e pericolosamente saranno sconvolte le strutture familiari, sociali e anche il codice civile francese. Esortiamo tutti a promuovere un dibattito e un referendum su questa questione. Inoltre, invitiamo i cittadini a difendere l istituzione del matrimonio e la coesione sociale». «La nostra non è una manifestazione religiosa ha spiegato Joël Mergui, presidente del Consistoire central israélite de France ma una manifestazione della società francese». Anche il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, ha sottolineato che «per i matrimoni gay la posta in gioco non è qui l omosessualità, ma il rischio irreversibile di una confusione delle genealogie, sostituendo la parentalità alla paternità e alla maternità. Ma anche di una confusione dello status del bambino, che passa da quello di soggetto a quello di oggetto al quale ognuno avrebbe diritto. L esigenza di legittimazione generale ha aggiunto il rabbino sembra tradursi a maggior ragione in una permissività generale, quindi con la rimozione di qualsiasi giudizio». Vita quotidiana nella terra culla del cristianesimo Testimonianze di dialogo da Antiochia di EGIDIO PICUCCI «Ho partecipato alla santa messa nella chiesa cattolica di Antiochia e stare lì, in mezzo a quella piccola e fervente comunità, è stato davvero commovente. Ho conservato un bellissimo ricordo di quei giorni». È una delle tante testimonianze giunte a padre Domenico Bertogli, parroco del pusillus grex cattolico di Antiochia, per la Pasqua del Tornando dalla chiesa ortodossa, dov era andato per l Annunzio della Pasqua, padre Domenico trovò nella viuzza che immette nella chiesa anche uno striscione con gli auguri del sindaco e ricevette la visita del presidente regionale del partito dell unità religiosa, che gli donò un mazzo di rose e una bella edizione del Corano, che egli ricambiò con una copia del Va n g e l o. Ad Antiochia può succedere questo e altro, come si legge nella cronaca che da sedici anni il religioso prepara con coscienza storica. La cronaca, che rivela l anima di uno che vive più per gli altri che con gli altri, ignora le pietre morte e parla di quelle vive che formano la nuova Antiochia. Ad esempio, i diciannove teologi di Aquisgrana in cerca delle radici del cristianesimo ; la scuola coranica di Istanbul, che coinvolge il parroco con interminabili interrogativi sulle icone e sul loro significato; il gruppo di musulmani che, durante il mese di maggio, recita il rosario insieme ai cattolici. Ed ancora, i quindici pellegrini americani metodisti che partecipano alla messa e stupiscono la guida musulmana che vede nella cristianità di Antiochia una grande famiglia ; un americano (sposato con una donna turca) che chiede di rinnovare le promesse matrimoniali nelle Grotte di San Pietro; il ministro dell Istruzione che, per la prima volta nella storia turca, ha chiesto la collaborazione delle confessioni cristiane per i testi scolastici che trattano della loro religione. Pare che tutti abbiano qui un appuntamento, un rapporto con il cielo: il cielo della fede, inteso come la casa di Dio e dei suoi primi discepoli, che furono gente di qui, di questa seconda terra santa, benedetta dalle parole di Pietro, di Paolo, di Barnaba, di Luca, di Giovanni Crisostomo, di Ignazio, i capi spirituali della città, che hanno fatto cadere le barriere tra cielo e terra. Qui nessuno vuol rinunciare alla parte che è sua: quella preghiera, quella visita, quell i n c o n t ro. Gli parrebbe di aver dimenticato qualche cosa; qualche cosa che gli rimorderebbe tutta la vita. Poesia? No, cronaca, confermata da notizie strettamente t e r re s t r i, come la richiesta al parroco di poter suonare il tamburo in chiesa con tanto di videocamera, fatta da un musicista di Antalya in cerca di pubblicità; il pagamento dell energia elettrica della chiesa, adempiuto con gentilezza dal mufti locale; la consegna di un b onus per i poveri che intendono fare acquisti al supermercato; la richiesta di giornalisti in cerca di scoop sulla situazione politica della vicina Siria. E gli esempi proseguono: le visite del sito ufficiale della missione con la lettura di pagine; il servizio di sostegno per i giovani e i disabili offerto da volontari italiani, tra i quali erano presenti due insegnanti, due avvocati, un macchinista delle ferrovie, due suore e alcune casalinghe: spiriti generosi che hanno avvolto i malati in quel buon di più che viene dal caldo della carità evangelica. Nelle tradizionali parentesi aperte sulla vita nazionale, ignorata dalle grande stampa, si parla poi del giudizio della Commissione americana sulla libertà religiosa in Turchia; del coro Città di Antiochia ; della discutibile installazione di mastodontiche turbine eoliche a ridosso del monastero di San Simeone Stilita il giovane; del parziale sbarramento del fiume Oronte; dell analfabetismo e di decine di altri particolari che completano la conoscenza di un Paese che ha tenuto a battesimo il cristianesimo e che nessun fanatismo potrà mai sconsacrare.

7 giovedì 10 gennaio 2013 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 Messaggio dei vescovi in Ecuador in vista delle elezioni presidenziali del 17 febbraio Rispetto della vita e difesa della libertà religiosa QU I T O, 9. Valutare le proposte elettorali alla luce del Vangelo e votare i candidati che si impegnano a difendere i principi irrinunciabili come il rispetto della vita, dal concepimento fino alla morte naturale, e della libertà religiosa. Questi, in sintesi, i punti cardine del messaggio rivolto a tutti i credenti cattolici dalla Conferenza episcopale dell Ecuador (Cee), in occasione delle elezioni presidenziali che si svolgeranno nel Paese sudamericano il prossimo 17 febbraio. A oggi i candidati al seggio presidenziale dovrebbero essere cinque, dopo la revisione delle firme raccolte dai vari partiti e movimenti che li sostengono effettuata dal Consiglio nazionale elettorale (Cne). Si tratta dell attuale presidente Rafael Correa, dell ex presidente Lucio Gutiérrez del partito Società patriottica, di Álvaro Noboa del partito rinnovatore istituzionale azione nazionale (Prian), di Alberto Acosta, principale rappresentante del coordinamento plurinazionale delle sinistre, e di Guillermo Lasso del partito Creando opportunità (Creo). «I laici cattolici, appartenenti o meno a vari partiti e movimenti politici si legge nel messaggio della Conferenza episcopale hanno l obbligo morale di capire se il pensiero che li ispira e le loro proposte sono compatibili con la fede e la morale della vita cristiana. Per questo motivo, devono valutare se le loro proposte sono coerenti o meno con i principi morali radicati nella natura umana stessa e presenti in tutte le loro dimensioni personali e so ciali». Nel messaggio, i vescovi hanno ricordato che i candidati hanno il diritto e il dovere di illuminare le realtà del Paese a partire dal Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa, proclamando i valori del Regno di Dio: la vita, la libertà, la giustizia, Intervento del vicario apostolico di El Beni in Bolivia Nel Tipnis la Chiesa è presente LA PAZ, 9. «La Chiesa cattolica mantiene una presenza spirituale nel Tipnis e gli attuali figli di sant Ignazio di Loyola, assieme alle religiose orsoline, alle Figlie della Carità (vincenziane), alle religiose di Gesù- Maria e dell Istituto Cuore di Gesù, compiono nella provincia di Moxos, con fedeltà, generosità e sacrificio, la missione propria della Chiesa: l evangelizzazione»: il vescovo Julio María Elías Montoya, vicario apostolico di El Beni, risponde così a chi sulle pagine del quotidiano «La palabra del Beni» ha accusato la Chiesa boliviana di scarsa presenza nel Territorio indígena y Parque nacional Isiboro-Secure, meglio conosciuto come Tipnis, area della Bolivia compresa fra i dipartimenti del Beni (provincia di Moxos) e di Cochabamba (provincia del Chapare) divenuta protetta dopo una lunga battaglia di rivendicazioni portata avanti dai popoli indigeni della re g i o n e. Alle dure critiche, in particolare rivolte ai gesuiti (accusati di occuparsi «più di politica che di inculcare ai popoli indigeni i valori sociali, Lutto nell episcopato Monsignor Joseph-Aurèle Plourde, arcivescovo emerito di Ottawa, in Canada, è morto nel pomeriggio di sabato 5 gennaio. Era stato padre conciliare e tra pochi giorni avrebbe compiuto 98 anni. Il compianto presule era infatti nato il 12 gennaio 1915 a Saint- François-de-Madawaska, in diocesi di Edmundston, nel New Brunswick, ed era stato ordinato sacerdote il 7 maggio Il 30 luglio 1964 era stato eletto alla sede titolare di Lapda e nominato vescovo ausiliare di Alexandria. Il successivo 26 agosto aveva ricevuto l ordinazione episcopale. Dopo aver partecipato alla quarta sessione del concilio Vaticano II era stato promosso arcivescovo di Ottawa il 2 gennaio Aveva rinunciato al governo pastorale il 27 settembre Le esequie saranno celebrate venerdì 11 gennaio nella cattedrale di Ottawa. la solidarietà e la pace. «Riconosciamo e rispettiamo la legittima autonomia dell ordine politico. Non morali e della tradizione»), monsignor Elías Montoya replica elencando una serie di fatti che testimoniano come la Chiesa cattolica abbia una concreta presenza spirituale e sociale in quel territorio, soprattutto attraverso il vicariato apostolico di El Beni all interno del quale, nel 1973, è stato creato il Gruppo di pastorale rurale, composto da animatori religiosi che in breve tempo hanno esteso a tutte le comunità la loro opera evangelizzatrice. Nel 2003 è stato inaugurato il centro di formazione intitolato a «Kateri Tekakwitha», la prima nativa americana ad essere stata dichiarata santa (il 21 ottobre 2012); nella struttura trovano posto un collegio secondario e un istituto tecnico agricolo. Dal 2003 a oggi si sono diplomati qui centosettantuno giovani. Nel Tipnis risiedono in modo permanente quattro religiose: due appartenenti alle Figlie della Carità e due alle Missionarie di Gesù Verbo e Vittima. Un altro gruppo si occupa dell ambito religioso e sanitario nella zona compresa fra San Lorenzo de Moxos e l Alto Sécure. Alcune religiose sono poi incaricate di raggiungere con visite mensili o bimensili le popolazioni che vivono accanto al fiume Sécure, la zona dell Isiboro, del fiume Ichoa e del fiume Imose. «Per l opera di evangelizzazione integrale che comprende l assistenza religiosa e l azione sociale, specialmente nel campo della salute, il vicariato può contare sottolinea il vescovo su imbarcazioni attrezzate a bordo delle quali c è sempre un infermiera e, periodicamente, squadre di dentisti e medici che offrono il loro servizio gratuitamente». Dal punto di vista spirituale, dal sito online della Conferenza episcopale boliviana si ricorda la preparazione delle comunità del Tipnis al Natale, durante il periodo dell Avvento, e alla Pasqua in tempo di Quaresima. Il Gruppo di pastorale rurale, accompagnato da un vescovo, si reca appositamente ogni anno per dieci giorni nelle varie zone, assieme anche ad alcuni sacerdoti quando c è da amministrare i sacramenti presso le comunità più grandi. Chiesa molto attiva anche nell ambito della promozione sociale e in campo educativo. Sono stati spetta a noi esprimere preferenze politiche, ma vogliamo valutare i programmi politici per le loro implicazioni etiche e religiose». Inoltre, la Conferenza episcopale ha sottolineato quanto sia importante la separazione dei poteri in una società democratica. «La democrazia prosegue il messaggio richiede un quadro giuridico, la netta separazione e l indipendenza dei tre rami del potere, vale a dire esecutivo, legislativo e giudiziario. Sono funzioni che devono essere esercitate con una propria autonomia e nel rispetto reciproco». I vescovi, inoltre, hanno anche esortato i candidati a non screditare gli avversari e a concentrarsi sui programmi elettorali, perché «non si tratta di entrare in una stanza chiusa e combattere l uno contro l a l t ro, ma si tratta di presentare ai cittadini le opzioni strategiche e i programmi di governo in modo che essi possano scegliere liberamente. L e s e rc i z i o del voto è uno strumento importante per garantire una vera democrazia. Il cittadino, per esercitare questo diritto-dovere, è chiamato a non favorire scelte politiche e legislative in contrasto con i valori fondamentali e i principi etici. Non dimentichiamo che il voto deve essere responsabile, universale, diretto e vincolante». Infine, i vescovi ecuadoregni esortano i cittadini e i candidati alle presidenziali a sostenere la patria, a salvare la democrazia e l istituzionalità dello Stato e ribadiscono ancora una volta che è giunto il momento di dimostrare che «amiamo la patria, che tutti siamo e ci sentiamo fratelli». studiati appositi progetti per la coltivazione della canna da zucchero e del riso lungo due fiumi e costruiti pozzi d acqua per le popolazioni lontane dalle sorgenti. Due i convitti, a Gundonovia e a Kateri, a disposizione dei fanciulli residenti nel Tipnis: il primo è per gli allievi dal primo al sesto corso, i quali possono alloggiare nella struttura anche per l intero anno scolastico; il secondo è per i ragazzi più grandi interessati allo sviluppo di progetti agroforestali e all allevamento di animali. Il cardinale Poupard inviato speciale del Papa alle celebrazioni in onore della serva di Dio Fede creativa di Pauline Jaricot Una giovane laica francese che prese sul serio l invito di Cristo a estendere il suo Regno sulla terra, riuscendo a coinvolgere, in un crescendo, migliaia di fedeli. Lo fece attraverso quella che a poco a poco divenne l attuale Pontificia Opera della Propagazione della Fede. È per questa sua intuizione profetica a sostegno dell evangelizzazione che la venerabile Pauline Jaricot è conosciuta in tutta il mondo. Nel 150 della morte e nel 50 della promulgazione del decreto che ne riconosce l eroicità delle virtù, la sua città natale, Lione, le ha tributato un anno giubilare. Le celebrazioni conclusive si sono svolte mercoledì 9 gennaio, in due momenti: nella cattedrale primaziale di San Giovanni e nella sede del Municipio. Sono state entrambe presiedute dal cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, inviato speciale del Pontefice per la duplice ricorrenza. Nel corso della messa in cattedrale, il porporato ha invitato i presenti a riflettere sulle due caratteristiche principali della spiritualità di Pauline Jaricot, che Paolo VI aveva indicato nel 150 anniversario della fondazione della Pontificia Opera della Propagazione della Fede: l amore di Dio, sorgente e motore d iniziative straordinarie, e la fede incrollabile in mezzo a prove sconcertanti. Ella si definiva «il primo fiammifero per accendere il fuoco». Il suo zelo missionario, infatti, secondo le parole di Papa Montini, si alimentava con una vita interiore profonda che si metteva a completa disposizione dell amore di Dio, con uno spirito d infanzia che prefigurava quello di santa Teresa di Lisieux. Ripercorrendo la tappe principali della vita della venerabile, il cardinale Poupard ha ricordato che ancor prima di fondare l Opera nel 1822, ella all età di diciotto anni aveva dato vita a un associazione di giovani operaie del suo quartiere, le riparatrici, che si gettarono con lei nell avventura di «una vita intensa di preghiera e di apostolato». Poi a ventisette anni, «per fare entrare le sue contemporanee in una vita di preghiera, creò il Rosario vivente». L attualità del suo messaggio è sorprendente, perché già agli inizi del XIX secolo aveva compreso la necessità di impegnarsi per l evangelizzazione, coinvolgendo tutti, a cominciare dai laici. Ella ha sottolineato il porporato p ro m o s s e «iniziative volte a sostenere le missioni e ad aiutare i poveri, nonostante le prove sconcertanti che scossero la sua esistenza». Riprendendo le parole del cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, il quale ha affermato che il segreto della fiamma interiore che bruciava in Pauline era «il fuoco della carità e dell amore di Dio, così intenso che non può che riversarsi in amore degli uomini particolarmente dei più poveri», l inviato speciale del Papa ha evidenziato come in questo Anno della fede, Pauline Jaricot aiuti a condividere «la forza e la bellezza della fede professata, celebrata, vissuta e pregata» nell impegno ecclesiale a favore della nuova evangelizzazione. Precedentemente, nella sede del comune di Lione, il cardinale Poupard aveva tenuto un discorso mettendo in luce, tra l altro, come la vita di Pauline Jaricot sia trascorsa ai piedi dell immagine mariana di Notre Dame de Fourvière, venerata nel santuario lionese, che ella ha fatto conoscere nel mondo intero, grazie «alla creazione geniale e originale della sua opera». Dopo aver fondato l asso ciazione delle giovani operaie, a trent anni, nel momento in cui «l industria iniziò il suo sviluppo folgorante, ella ha spiegato il cardinale Poupard comprese l afflizione del mondo operaio e impegnò tutta la sua fortuna, che era grande, per mettere in piedi uno stabilimento modello». Purtroppo, rimase vittima di uomini d affari disonesti, e morì calunniata e rovinata, tanto che i suoi funerali furono quelli di una povera indigente, alla quale osarono fare corteo solo i proletari delle seterie lionesi. Infine, l inviato speciale di Benedetto XVI ha concluso definendo la serva di Dio «una lionese dal gran cuore, dall intelligenza viva della fede, dalla sensibilità sociale inventiva, dall immaginazione creativa, dalla volontà indomabile». Conferenza dell arcivescovo Fisichella a Lione Il vocabolario della nuova evangelizzazione La nuova evangelizzazione diventa «una positiva provocazione a ogni credente per rinnovare la sua vita e dare spazio alla fede». Lo ha detto a Lione l arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, durante la conferenza tenuta mercoledì pomeriggio, 9 gennaio, in occasione della conclusione dell anno giubilare in onore di Pauline Jaricot. Ricordando la fondatrice della Gruppi di fedeli all udienza generale Al l udienza generale di mercoledì 9 gennaio, nell Aula Paolo VI, erano presenti i seguenti gruppi. Dall Italia: Sacerdoti della Diocesi di Andria; Fedeli della Parrocchia San Paolo, in Pagliare del Tronto. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Romania, C ro a z i a. I polacchi: Pielgrzymi indywidualni. De France: Communauté des Béatitudes, de Casteil; Collège Saint-Joseph, de Paimpol; Institut Sainte-Catherine de Sienne, de Nantes. From Nigeria: Pilgrims from the Diocese of Aba, Abia State. From Taiwan: Pilgrims from Chao-Tien Temple. From Brazil: Pilgrims from St Andrew Kim De Geun Korean C h u rc h. From the United States of America: Pilgrims from the following parishes: St Edward the Confessor, Minneota, Minnesota; St Eloi, Ghent, Minnesota; Cathedral Church of the Sacred Heart, San Angelo, Texas; St Joseph s University Chapel Choir, Philadelphia, Pennsylvania; Members of the Conference of Roman Catholic Cathedral Musicians; a group of Transitional Deacons from St Meinrad Seminary, Indiana; Students from the following: University of Delaware, Newark, Delaware; Stony Brook University, New York; St John s University, Queens, New York, Rome Campus; St Olaf s College, Northfield, Minnesota. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppe aus der Pfarrgemeinde St. Sebastian, Boppard (Buchholz). De España: Colegio Santa María, de Elche (Alicante); Colegio Cardenal Spínola, de Barcelona. De México: Centro Estudiantil de México. Pontificia Opera della Propagazione della Fede, il presule ha sottolineato che «il suo scopo era far conoscere il Vangelo a tutti, consapevole che solo in quella Parola di vita poteva trovare riscontro la vera dignità della persona; alla stessa stregua, la fede in Gesù non doveva conoscere nessun confine geografico». Attualizzandone il messaggio, l arcivescovo ha sottolineato che la nuova evangelizzazione, prima ancora di occuparsi del destinatario lontano dalla fede, è un autentica opportunità per i credenti «per compiere un serio esame di coscienza. Presto o tardi ha precisato dovremo prendere coscienza che in questo tipo di società a noi credenti rimarrà solo la forza della profezia. Dovremo far leva sulla testimonianza di una vita vissuta con coerenza, senza cedere alle lusinghe di modelli di vita personale e sociale contrasto con la nostra fede». Infatti, il problema non è «essere moderni e al passo con i tempi. Il problema è se i modelli di vita che la cultura di oggi impone, e che stridono con la fede e la tradizione culturale che da essa ne è derivata, possiedono la verità sull esistenza personale e sulla responsabilità sociale». In proposito, è determinante che «prima di pensare a come rivolgerci agli altri, riflettiamo su come viviamo la nostra fede». Del resto, certi segnali di crisi della fede invitano a riflettere e a considerare i segni «di una cultura che vive della frammentarietà, dove tutto cambia velocemente e dove i messaggi sono ridotti al minimo di intelligenza». Tutto ciò crea problemi all annuncio del Vangelo che «propone un impegno di vita tale da coinvolgere tutta la persona in una scelta di amore pieno e duraturo. Un compito simile nella cultura di oggi che, purtroppo, ha perso il senso religioso della vita, appare uno sforzo sovrumano». Tuttavia non serve, ha commentato monsignor Fisichella, lasciarsi prendere dalla nostalgia e «abbandonare il posto in cui Dio ci ha collocati». I cristiani sono «portatori di un messaggio che tocca l uomo nell intimo e che sa rispondere in maniera definitiva alla domanda di senso che alberga nel cuore di ognuno». Perciò, «privare il nostro contemporaneo di questa presenza e di questo contributo sarebbe ignavia e a noi non è concesso. Essere sale della terra, luce del mondo o una città posta in cima alla montagna, non ci rende migliori degli altri, ma impone certamente maggior responsabilità e senso di servizio». L arcivescovo ha poi indicato l opportunità di riscoprire un nuovo vocabolario di termini che appartengono alla fede. A cominciare dalla prima parola: conversione. «L esigenza di cambiare vita ha detto è legata all annuncio del Vangelo». Gli altri termini sono: salvezza, parola che sembra scomparsa dal nostro vocabolario, «perché indica il riconoscimento di uno stato di bisogno da parte dell uomo»; e gioia, per riscoprire «il senso dell esistenza liberata». Quarta parola è comunione, che ha un peso ponderante nella ecclesiologia del Vaticano II. Ultimo termine è grazia, in quanto «L opera di evangelizzazione non è primariamente opera dei credenti, piuttosto frutto dello Spirito».

8 pagina 8 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 10 gennaio 2013 Il grande mistero di Dio che è «sceso dal suo Cielo per entrare nella nostra carne» è stato proposto dal Papa questa mattina, mercoledì 9 gennaio, ai fedeli che hanno partecipato all udienza generale nell Aula Paolo VI. Sull Incarnazione il Pontefice ha proposto quattro elementi di riflessione: la grandezza dell evento, l espressione della gratuità del dono fatto all umanità, l inaudito realismo dell amore divino e la nuova creazione che inizia con il Figlio di Dio fattosi uomo. Cari fratelli e sorelle, Il grazie dell O sce per l op era delle nunziature «L opera delle nunziature apostoliche è preziosissima soprattutto per le questioni legate ai diritti delle persone e alla libertà religiosa». Il riconoscimento del «servizio universale e aperto a tutti svolto dalla Santa Sede» viene dal presidente dell assemblea parlamentare dell O rganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), Riccardo Migliori. Primo italiano a ricoprire questo ruolo, ha partecipato all udienza generale di mercoledì 9 gennaio proprio per ringraziare il Pontefice «per quanto le nunziature apostoliche stanno facendo in tanti luoghi strategici del mondo». Un grazie che, nei giorni scorsi, ha espresso anche al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. «Penso all opera delle nunziature in Asia centrale afferma Migliori soprattutto in tema di libertà religiosa, una questione che per l Osce è centrale anche come cartina di tornasole per verificare il rispetto della pluralità dei diritti umani». L assemblea dell Osce, il cui segretariato internazionale ha sede a Copenaghen, rappresenta la dimensione parlamentare dell Organizzazione ed è stata istituita nel vertice di Parigi del 1990 per promuovere un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali. Significativa anche la testimonianza presentata al Papa, al termine dell udienza, da due famiglie di Lascari, nella diocesi siciliana di Cefalù. Hanno accettato la disabilità dei loro figli «trasformandola in un cammino di fede spiega il parroco, monsignor Rosario Dispenza che si sta rivelando importante sia per loro sia per l intera comunità cristiana». La famiglia Occhiogrosso vive l esperienza di Gianvito, dodici anni, affetto da una forma di autismo che non gli ha impedito di «stabilire un legame di affetto con il Papa». È un «sentimento filiale e spontaneo per Benedetto XVI» che condivide con Daniele De Luca, sette anni, capace di superare una grave emorragia cerebrale alla nascita. Dedicata all Incarnazione l udienza generale di Benedetto XVI nell Aula Paolo VI Il mistero di un Dio con mani e cuore d uomo in questo tempo natalizio ci soffermiamo ancora una volta sul grande mistero di Dio che è sceso dal suo Cielo per entrare nella nostra carne. In Gesù, Dio si è incarnato, è diventato uomo come noi, e così ci ha aperto la strada verso il suo Cielo, verso la comunione piena con Lui. In questi giorni, nelle nostre chiese è risuonato più volte il termine Incarnazione di Dio, per esprimere la realtà che celebriamo nel Santo Natale: il Figlio di Dio si è fatto uomo, come recitiamo nel C re d o. Ma che cosa significa questa parola centrale per la fede cristiana? Incarnazione deriva dal latino incarnatio. Sant Ignazio di Antiochia fine del primo secolo e, soprattutto, sant Ireneo hanno usato questo termine riflettendo sul Prologo del Vangelo di san Giovanni, in particolare sull espressione: «Il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). Qui la parola carne, secondo l uso ebraico, indica l uomo nella sua integralità, tutto l uomo, ma proprio sotto l asp etto della sua caducità e temporalità, della sua povertà e contingenza. Questo per dirci che la salvezza portata dal Dio fattosi carne in Gesù di Nazaret tocca l uomo nella sua realtà concreta e in qualunque situazione si trovi. Dio ha assunto la condizione umana per sanarla da tutto ciò che la separa da Lui, per permetterci di chiamarlo, nel suo Figlio Unigenito, con il nome di «Abbà, Padre» ed essere veramente figli di Dio. Sant I re - neo afferma: «Questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell uomo: perché l uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio» (Adversus haereses, 3, 19, 1: PG 7, 939; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 460). «Il Verbo si fece carne» è una di quelle verità a cui ci siamo così abituati che quasi non ci colpisce più la grandezza dell evento che essa esprime. Ed effettivamente in questo periodo natalizio, in cui tale espressione ritorna spesso nella liturgia, a volte si è più attenti agli aspetti esteriori, ai «colori» della festa, che al cuore della grande novità cristiana che celebriamo: qualcosa di assolutamente impensabile, che solo Dio poteva operare e in cui possiamo entrare solamente con la fede. Il Logos, che è presso Dio, il Logos che è Dio, il Creatore del mondo, (cfr. Gv 1, 1), per il quale furono create tutte le cose (cfr. 1, 3), che ha accompagnato e accompagna gli uomini nella storia con la sua luce (cfr. 1, 4-5; 1, 9), diventa uno tra gli altri, prende dimora in mezzo a noi, diventa uno di noi (cfr. 1, 14). Il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma: «Il Figlio di Dio... ha lavorato con mani d uomo, ha pensato con mente d uomo, ha agito con volontà d uomo, ha amato con cuore d uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Cost. Gaudium et spes, 22). È importante allora recuperare lo stupore di fronte a questo mistero, lasciarci avvolgere dalla grandezza di questo evento: L invito a vivere con gioia e generosità l Anno della fede è stato rivolto dal Papa ai fedeli italiani presenti all udienza generale. Dopo la catechesi dedicata al mistero dell Incarnazione, Benedetto XVI ha indirizzato particolari espressioni di saluto in diverse lingue ai gruppi presenti nell Aula Paolo VI. Je salue avec joie les pèlerins francophones, particulièrement les élèves qui ont fait le voyage à Rome pour me rencontrer! L Incarnation de Jésus est centrale dans notre foi. Laissez-vous toucher par la grandeur de cet événement, plutôt que par les aspects extérieurs de la fête. Bon pèlerinage! Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell uomo, per comunicarci la sua stessa vita (cfr. 1 Gv 1, 1-4). E lo ha fatto non con lo splendore di un sovrano, che assoggetta con il suo potere il mondo, ma con l umiltà di un bambino. Vorrei sottolineare un secondo elemento. Nel Santo Natale di solito si scambia qualche dono con le persone più vicine. Talvolta può essere un gesto fatto per convenzione, ma generalmente esprime affetto, è un segno di amore e di stima. Nella preghiera sulle offerte della Messa della notte della Solennità di Natale la Seguendo l esempio di Cristo, impariamo a donare totalmente noi stessi. Chi non riesce a donare se stesso, dona sempre troppo poco (@Pontifex_it) Chiesa prega così: «Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l uomo accanto a te nella gloria». Il pensiero della donazione, quindi, è al centro della liturgia e richiama alla nostra coscienza l originario dono del Natale: in quella notte santa Dio, facendosi carne, ha voluto farsi dono per gli uomini, ha dato se stesso per noi; Dio ha fatto del suo Figlio unico un dono per noi, ha assunto la nostra umanità per donarci la sua divinità. Questo è il grande dono. Anche nel nostro donare non è importante che un regalo sia costoso o meno; chi non riesce a donare un po di se stesso, dona sempre troppo poco; anzi, a volte si cerca proprio di sostituire il cuore e l impegno di donazione di sé con il denaro, con cose materiali. Il mistero dell Incarnazione sta ad indicare che Dio non ha fatto così: non ha donato qualcosa, ma ha donato se stesso nel suo Figlio Unigenito. Troviamo qui il modello del nostro donare, perché le nostre relazioni, special- mente quelle più importanti, siano guidate dalla gratuità dell a m o re. Vorrei offrire una terza riflessione: il fatto dell Incarnazione, di Dio che si fa uomo come noi, ci mostra l inaudito realismo dell amore divino. L agire di Dio, infatti, non si limita alle parole, anzi potremmo dire che Egli non si accontenta di parlare, ma si immerge nella nostra storia e assume su di sé la fatica e il peso della vita umana. Il Figlio di Dio si è fatto veramente uomo, è nato dalla Vergine Maria, in un tempo e in un luogo determinati, a Betlemme durante il regno dell imperatore Augusto, sotto il governatore Quirino (cfr. Lc 2, 1-2); è cresciuto in una famiglia, ha avuto degli amici, ha formato un gruppo di discepoli, ha istruito gli Apostoli per continuare la sua missione, ha terminato il corso della sua vita terrena sulla croce. Questo modo di agire di Dio è un forte stimolo ad interrogarci sul realismo della nostra fede, che non deve essere limitata alla sfera del sentimento, delle emozioni, ma deve entrare nel concreto della nostra esistenza, deve toccare cioè la nostra vita di ogni giorno e orientarla anche in modo pratico. Dio non si è fermato alle parole, ma ci ha indicato come vivere, condividendo la nostra stessa esperienza, fuorché nel peccato. Il Catechismo di san Pio X, che alcuni di noi hanno studiato da ragazzi, con la sua essenzialità, alla domanda: «Per vivere secondo Dio, che cosa dobbiamo fare?», dà questa risposta: «Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui e osservare i suoi comandamenti con l aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l orazione». La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita. Un ultimo elemento propongo alla vostra riflessione. San Giovanni afferma che il Verbo, il Logos era fin dal principio presso Dio, e che tutto è stato fatto per mezzo del Verbo e nulla di ciò che esiste è stato fatto senza di Lui (cfr. Gv 1, 1-3). L Evangelista allude chiaramente al racconto della creazione che si trova nei primi capitoli del Libro della Genesi, e lo rilegge alla luce di Cristo. Questo è un criterio fondamentale nella lettura cristiana della Bibbia: l Antico e il Nuovo Testamento vanno sempre letti insieme e a partire dal Nuovo si dischiude il senso più profondo anche dell Antico. Quello stesso Verbo, che esiste da sempre presso Dio, che è Dio Egli stesso e per mezzo del quale e in vista del quale tutto è stato creato (cfr. Col 1, 16-17), si è fatto uomo: il Dio eterno e infinito si è immerso nella finitezza umana, nella sua creatura, per ricondurre l uomo e l intera creazione a Lui. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: «La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima» (n. 349). I Padri della Chiesa hanno accostato Gesù ad Adamo, tanto da definirlo «secondo Adamo» o l Adamo definitivo, l immagine perfetta di Dio. Con l Incarnazione del Figlio di Dio avviene una nuova creazione, che dona la risposta completa alla domanda «Chi è l uomo?». Solo in Gesù si manifesta I saluti ai gruppi di fedeli nell Aula Paolo VI Per vivere con gioia l Anno della fede I greet all the English-speaking visitors present, including the pilgrimage groups from Nigeria, Taiwan and Brazil. My cordial greeting goes to the Conference of Roman Catholic Cathedral Musicians from the United States. I also thank the choirs, including those from Saint Joseph University and from the Archdiocese of Los Angeles, for their praise of God in song. Upon all of you I invoke the Lord s blessings of joy and peace! Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Im göttlichen Kind, das uns Maria, die Jungfrau, geboren hat, können wir erkennen, was der Mensch wahrhaft ist und sein soll. Öffnen wir ihm also unser Herz, dann kann der Plan der göttlichen Liebe in uns wirklich und die Welt wahrhaft gut werden. D anke. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Exhorto a todos a meditar el misterio de la encarnación para que el Señor os ilumine y os transforme cada vez más en imagen de su Hijo hecho hombre por nosotros. Que Dios os bendiga. Uma cordial saudação a todos os peregrinos de língua portuguesa, a quem agradeço a presença e desejo a riqueza imensa e inesgotável que é Cristo, o Deus feito homem. Revesti-vos de Cristo! E, com Ele, o vosso Ano Novo não poderá deixar de ser feliz. Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção. [Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.] Witam serdecznie przybyłych na audiencję Polaków. Boże Narodzenie i Objawienie Pańskie pomagają nam zrozumieć tajemnicę Boga, który «dla nas ludzi i dla naszego zbawienia zstąpił z nieba». W Słowie, które stało się człowiekiem, w narodzonym Dzieciątku Jezus, Bóg objawił nam swoją dobroć i miłość. Odpowiedzmy na nie głęboką wiarą, naszą miłością, oddaniem się Bogu i p ełnieniem na co dzień Jego woli. Z serca wam błogosławię. [Saluto cordialmente i Polacchi venuti a quest Udienza. Il Santo Natale e l Epifania del Signore ci aiutano a comprendere il mistero di Dio che «per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo». Nel Verbo che si è fatto uomo, nel Bambino Gesù che compiutamente il progetto di Dio sull essere umano: Egli è l uomo definitivo secondo Dio. Il Concilio Vaticano II lo ribadisce con forza: «In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell uomo... Cristo, nuovo Adamo, manifesta pienamente l uomo all uomo e gli svela la sua altissima vocazione» (Cost. Gaudium et spes, 22; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 359). In quel bambino, il Figlio di Dio contemplato nel Natale, possiamo riconoscere il vero volto, non solo di Dio, ma il vero volto dell essere umano; e solo aprendoci all azione della sua grazia e cercando ogni giorno di seguirlo, noi realizziamo il progetto di Dio su di noi, su ciascuno di noi. Cari amici, in questo periodo meditiamo la grande e meravigliosa ricchezza del Mistero dell Incarnazione, per lasciare che il Signore ci illumini e ci trasformi sempre più a immagine del suo Figlio fatto uomo per noi. è nato, Dio ci ha rivelato la sua bontà e il suo amore. Rispondiamo ad esse con la nostra profonda fede, con il nostro amore, con la dedizione a Dio, compiendo ogni giorno la sua volontà.] Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, osobito učenice ženske klasične gimnazije svetoga Vinka u Zagrebu. Slijedeći primjer velikih svjedoka vjere vašega naroda, budite vjerni svojim krsnim obećanjima. Hvaljen Isus i Marija! [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini croati, specialmente alle alunne del liceo classico femminile delle Suore di San Vincenzo di Zagabria. Seguendo l esempio dei grandi testimoni della fede del vostro popolo, siate fedeli alle vostre promesse battesimali. Siano lodati Gesù e Maria!] Porgo un caloroso benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il gruppo della Parrocchia San Paolo in Pagliare del Tronto e i sacerdoti e religiosi della Diocesi di Andria. Tutti esorto a vivere con generosità il proprio impegno ecclesiale stimolati anche dall Anno della fede, perché il Signore riempia i cuori della gioia che solo Lui può d o n a re. Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica prossima celebreremo la Festa del Battesimo del Signore, occasione propizia per ripensare la propria appartenenza a Cristo nella fede della Chiesa. Cari giovani, riscoprite quotidianamente la grazia che proviene dal Sacramento ricevuto. Voi, cari ammalati, attingete dal Battesimo la forza per affrontare momenti di dolore e di sconforto. E voi, cari sposi novelli, sappiate tradurre gli impegni del Battesimo nel vostro cammino di vita familiare. Il Signore vi benedica tutti.

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