I VANTAGGI PER UN IMPRENDITORE AGRICOLO CHE APPLICA IL REGIME SPECIALE E FORFETTARIO:

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1 I VANTAGGI PER UN IMPRENDITORE AGRICOLO CHE APPLICA IL REGIME SPECIALE E FORFETTARIO: Ai fini Iva per l attività agricola può applicarsi il regime speciale che consente di compensare interamente l Iva sulle vendite (tranne per alcuni specifici prodotti). Mentre per l attività agrituristica l Iva sulle vendite è calcolata forfettariamente nella misura del 50% dell Iva dovuta, a prescindere dagli acquisti. Ai fini Imposte Dirette, l azienda agricola andrebbe a dichiarare i soli redditi catastali prescindendo da quelli effettivi. Per l attività agrituristica, invece, il Reddito viene calcolato nella misura del 25% dei ricavi derivanti dall attività prescindendo da qualunque ammontare di costi di gestione. Ai fini Irap, per l attività agricola si applica l aliquota ridotta per l Agricoltura, mentre per l attività agrituristica il calcolo avviene allo stesso modo dei soggetti che esercitano in modo continuativo attività commerciali, professionali o artistiche. Da un punto di vista contabile, l imprenditore agricolo che esercita attività agrituristica, avvalendosi del regime forfettario, ha il vantaggio di semplificare la tenuta della contabilità in quanto sarebbe obbligato a tenere i soli registri Iva: registro dei corrispettivi e registro degli acquisti. In quest ultimo registro devono essere registrati anche i passaggi interni di beni dalla attività agricola a quella agrituristica anche con fatture interne. L attività agricola deve essere separata dall attività agrituristica e deve costituire attività prevalente. CHE COSA SI INTENDE PER ATTIVITA PREVALENTE? L attività agrituristica trova la propria disciplina generale nella legge 96/2006, che ha interamente abrogato la precedente normativa (legge 730/1985). La legge 96/2006 si configura come legge quadro sulla base del dettato dell art. 117 Cost., che attribuisce alla competenza regionale le materie dell agricoltura e del turismo. Significativo rispetto alla precedente disciplina della legge 730/85 è il mancato riferimento alla stagionalità dell attività agrituristica, dal momento che può essere svolta tutto l anno, oppure secondo periodi stabiliti dall imprenditore agricolo. Altrettanto significativo è il rapporto delle attività agrituristiche con le attività agricole di coltivazione del fondo o allevamento. Nell articolo 2 il rapporto è di connessione, mentre viene meno il riferimento alla complementarietà contenuto nella precedente disciplina della L. 730/85. Questo significa che l agriturismo può qualificarsi come tale solo in presenza di precise condizioni di natura soggettiva ed oggettiva.

2 Requisiti soggettivi: Perché si possa parlare di agriturismo, le attività di ricezione ed ospitalità devono essere esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all art C.C., singolarmente, associati tra loro o in forma di società di capitali o di persone attraverso l utilizzazione della propria azienda. E imprenditore agricolo chi esercita coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento del bestiame e attività connesse (cioè attività esercitate dall imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prevalentemente prodotti ottenuti dalla coltivazione del fondo o del bosco, o dall allevamento di animali ). Ai sensi del comma 2 dell art. 2 della legge 96/2006 il personale addetto allo svolgimento dell attività agrituristica può essere il seguente: l imprenditore agricolo e i suoi familiari che risultano collaboratori dell impresa familiare ai sensi dell art. 230 bis C.C. (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo); I lavoratori dipendenti dell imprenditore agricolo a tempo determinato, indeterminato e parziale. Tali soggetti sono considerati lavoratori agricoli ai fini della vigente disciplina previdenziale, assicurativa e fiscale. Può esercitare l attività agrituristica anche l Imprenditore Agricolo Professionale (IAP, figura introdotta dal D.lgs. n.99 del 2004), che gode di vantaggi fiscali e contributivi al pari delle persone fisiche qualificate come coltivatori diretti. La qualifica di IAP sussiste in presenza del possesso di conoscenze e competenze professionali adeguate (art.5 Reg. CEE n.1257/1999), dell esercizio delle attività proprie dell imprenditore agricolo - definite dall art del C.C. direttamente o come socio di società per almeno il 50% del proprio tempo complessivo, il reddito globale di lavoro deve provenire per almeno il 50% dalle attività agricole, escludendo da tale calcolo i redditi assimilati a lavoro dipendente. Anche gli enti di tipo associativo possono essere considerati Imprenditore agricolo professionale se il loro statuto prevede quale oggetto sociale l esercizio delle attività prestate dall imprenditore agricolo in modo esclusivo. Tali enti devono, inoltre, essere in possesso dei seguenti requisiti: società di persone: almeno un socio persona fisica (o i soci accomandatari, in caso di società in accomandita semplice) deve essere qualificato IAP; società cooperative: almeno un quinto dei soci deve possedere la qualifica di IAP; società di capitali: almeno un amministratore deve possedere la qualifica di IAP; Sono, invece, esclusi dall esercizio dell attività agrituristica, a meno che non siano stati riabilitati: coloro che hanno riportato nell ultimo triennio, con sentenza passata in giudicato, condanna per uno dei delitti previsti dagli artt. 442, 444, 513, 515 e 516 del codice penale, o per uno dei delitti in materia di igiene e di sanità o di frode nella preparazione

3 degli alimenti previsti da leggi speciali; chi è sottoposto a misure di prevenzione ai sensi della L.27 dicembre 1956, n.1423, e successive modificazioni, o è stato dichiarato delinquente abituale. Requisiti oggettivi: La legge n. 96/2006 ha demandato l individuazione di criteri, limiti e obblighi amministrativi per lo svolgimento dell attività agrituristica alle amministrazioni regionali. Esse stabiliscono i criteri per la valutazione del rapporto di connessione delle attività agrituristiche rispetto alle attività agricole, che devono però rimanere prevalenti, con particolare riferimento al tempo di lavoro necessario all esercizio delle stesse attività. In sostanza anche agli effetti della nuova legge quadro sull agriturismo possono essere ritenute ancora valide le argomentazioni enunciate dal ministero dell agricoltura e foreste con circolare n.10 del 27 giugno 1986, sotto il vigore della previgente normativa (L. n.730/85), secondo la quale l attività agrituristica deve comunque avere un preciso ruolo di connessione con un azienda agricola in esercizio, che consenta la traduzione pratica del principio di complementarietà rispetto all attività agricola tradizionale, la quale deve restare comunque prioritaria. Il rapporto di connessione e di prevalenza acquisisce caratteristiche diverse a seconda del tipo di attività svolta dall azienda agrituristica. Ad esempio, in materia di somministrazione di pasti e bevande è necessaria la prevalenza dei prodotti propri e di prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi i prodotti a carattere alcoolico e superalcoolico, con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o compresi nell elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali ( secondo le modalità indicate nell art. 4, comma 4: quota significativa di prodotto proprio e quota di aziende agricole della zona, cioè collocate in ambito regionale o in zone omogenee contigue di regione limitrofe, che devono essere prevalenti la parte rimanente deve prevalentemente provenire da artigiani alimentari della zona e comunque riferirsi a produzioni agricole regionali o di zone omogenee contigue di regioni limitrofe. In caso di obiettiva indisponibilità di alcuni prodotti in ambito regionale o in zona limitrofa omogenea e di loro effettiva necessità ai fini del completamento dell offerta enogastronomica, è definita una quota limitata di prodotti di altra provenienza, in grado di soddisfare le caratteristiche di qualità e tipicità. Qualora per cause di forza maggiore, non sia possibile rispettare tali limiti deve essere data comunicazione al comune in cui ha sede l impresa, e il comune, verificando il fatto, autorizza temporaneamente l esercizio dell attività. Poiché l art. 4, c.4 della legge 96/2006 è stato considerato costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale con sentenza n. 339 del 2007, al momento restano applicabili le norme della Legge regionale n. 30 del 23 giugno 2003 per la Regione Toscana, la quale all'art.3 comma 3 si riporta:

4 La principalità dell attività agricola (rispetto a quella agrituristica) si realizza quando, a scelta dell imprenditore, sussista una delle seguenti condizioni: - il tempo impiegato per lo svolgimento dell attività agrituristica nel corso dell anno solare è inferiore al tempo utilizzato nell attività agricola, di cui all articolo 2135 del codice civile, tenuto conto della diversità delle tipologie di lavorazione; - il valore della produzione lorda vendibile (PLV) agricola annua, compresi gli aiuti di mercato e di integrazione al reddito, è maggiore rispetto alle entrate dell attività agrituristica, al netto dell eventuale intermediazione dell agenzia. Il regolamento di attuazione indica, tenendo conto della localizzazione delle aziende agricole e in particolare di quelle ubicate nei territori montani, tra l altro: - le ore lavorative standard occorrenti per le singole attività agricole e per le singole attività agrituristiche; - i valori del tempo lavoro relativi al rispetto delle regole di condizionalità di cui agli articoli 4 e 5 del regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, del 29 settembre 2003 (Regolamento del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori e che modifica i regolamenti (CEE) n. 2019/93, (CE) n. 1452/2001, (CE) n. 1453/2001, (CE) n. 1454/2001, (CE) n. 1868/94, (CE) n. 1251/1999, (CE) n. 1254/1999, (CE) n. 1673/2000, (CEE) n. 2358/71 e (CE) n. 2529/2001); - i valori della PLV convenzionali attribuibili alle singole culture e allevamenti. Per quanto concerne le attività ricreative o culturali, di cui all art.2, c.3, lett.d), la legge dispone che possano svolgersi autonomamente rispetto all ospitalità e alla somministrazione di pasti e bevande, solo in quanto realizzino obiettivamente la connessione con le attività e le risorse agricole aziendali, nonché con le altre attività volte alla conoscenza del patrimonio storico, ambientale e culturale. Per completezza si precisa che già nella legislazione previgente, l art. 3 D.lgs. 18/05/2001 n.228, aveva aggiunto l organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippoturismo, finalizzate ad una migliore fruizione e conoscenza del territorio, nonché la degustazione dei prodotti dell azienda agricola, ivi compresa la mescita del vino, ancorchè svolte all esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell impresa. Le attività ricreative e culturali per le quali tale connessione non si realizza possono svolgersi esclusivamente come servizi integrativi e accessori riservati agli ospiti che soggiornano nell azienda agricola, e la partecipazione, anche facoltativa a tale attività non può pertanto dare luogo ad autonomo corrispettivo. L attività agricola deve rimanere prevalente, con particolare riferimento al tempo di lavoro necessario e non deve mai venire meno il rapporto di complementarietà rispetto all attività agricola tradizionale. Va tenuto presente che nel rapporto di connessione permane la prevalenza dell attività agricola

5 valutata rispetto al tempo di lavoro necessario all'esercizio delle stesse attività. Il rapporto di connessione può obiettivamente rintracciarsi nella somministrazione di pasti e bevande costituiti da prodotti in prevalenza propri, ossia prodotti e lavorati all interno dell azienda, oppure di altre aziende della zona o di prodotti tipici e caratterizzati dai marchi. Un secondo elemento di connessione diretta può essere ravvisato nell uso dell abitazione dell imprenditore agricolo, nonché degli altri edifici già esistenti, purché ubicati sul fondo. Solo se il fondo sia privo di fabbricati, e dopo che la regione abbia individuato i comuni nei quali ciò sia possibile, è consentito l utilizzo dell abitazione dell imprenditore situata in un centro abitato. La legge 96/2006 è una legge quadro che interviene in una materia già oggetto di potestà legislativa concorrente da parte delle regioni. In tal senso, la legge prevede che le regioni si uniformino ai principi fondamentali contenuti in essa in materia di normativa sull'agriturismo. Per non incorrere in delle interpretazioni non condivisibili sul concetto di attività prevalente, che potrebbero essere fatali per un imprenditore agricolo che svolge attività di agriturismo, si riporta la seguente interpretazione. Per attività prevalente s intende: Che l imprenditore agricolo deve dedicare alle attività agricole, direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo ( 25% nelle zone di montagna e svantaggiate); Che deve ricavare almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro dell attività agricola ( 25% nelle zone montane e svantaggiate). Ai sensi dell'art.4, comma 3, La legge 96/2006 l'attività agricola è prevalente quando le attività di ricezione e di somministrazione di pasti e bevande interessano un numero non superiore a dieci ospiti. In altre parole non potrà essere considerata agrituristica un attività di ricezione e di ospitalità svolta da un imprenditore che possa qualificarsi agricolo ovvero che non sia più nel rapporto di connessione con l attività agricola o comunque, che releghi quest ultima in posizione del tutto secondaria per consistenza del reddito, per numero di lavoratori impiegati rispetto a quella agrituristica, dell impiego temporale per l esercizio di attività di ristorazione notevolmente superiore a quello necessario per l espletamento di attività agricola; dall utilizzo di prodotti provenienti dall attività agricola, in misura inferiore rispetto a quelli acquistati sul mercato. Questi principi sono stati ripresi dall art.5 L.R. 17/10/1994 n.76 (Disciplina delle attività agrituristiche Regione Toscana) che al comma 2 si stabilisce il carattere di principalità delle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura e allevamento del bestiame rispetto all attività agrituristica che si intende realizzato quando il valore delle entrate di quest ultima, al netto della eventuale intermediazione della agenzia, sia inferiore a quello della produzione lorda vendibile agricola ed il tempo-lavoro impiegato nell attività agricola sia superiore a quello

6 impiegato nell attività agrituristica. Studio Sclafani Dottore Commercialista - Revisore Legale Calogero Sclafani Via Giovanni Meli n. 19/B - SCIACCA (AG) Tel/Fax: Cell: calogerosclafani@interfree.it

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