Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica. Disabilità nelle malattie dell invecchiamento (2)
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- Muzio Castellani
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1 Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica Disabilità nelle malattie dell invecchiamento Lezioni 1 & 2 Il corso di lezioni che ha inizio oggi ha come titolo Disabilità nelle malattie dell invecchiamento e fa parte del corso integrato di riabilitazione applicata all area della neurologia e geriatria. Gli altri insegnamenti di questo corso integrato sono riportati nella seguente diapositiva: Disabilità nelle malattie dell invecchiamento (2) Disabilità nelle malattie mentali infantili (2) Disabilità nelle malattie neurologiche (2) Infermieristica applicata alla riabilitazione psichiatrica (2) Quali sono le finalità del corso che stiamo per iniziare? Innanzitutto di darvi un idea del problema rappresentato dalla disabilità nel corso dell invecchiamento, di fornire le basi sui principali metodi per la valutazione di una condizione di disabilità della persona anziana e allo stesso tempo le basi teoriche sufficienti per capire come utilizzare al meglio i principali strumenti di valutazione di un eventuale stato di disabilità. Il corso sarà strutturato in lezioni teoriche e discussione di situazioni reali che vedono coinvolte persone anziane affette da patologie di varia natura e gravità. Se possibile faremo anche qualche esercitazione pratica intervistando persone anziane a domicilio, oppure ricoverate in ambiente ospedaliero, in modo da imparare da un punto di vista pratico come si somministra un questionario di valutazione e come si conduce una valutazione multidimensionale. Prima di iniziare la descrizione dei metodi per valutare la disabilità negli anziani vorrei dire qualche parola sulle caratteristiche generali del processo di invecchiamento, e soprattutto dare qualche indicazione di carattere demografico, biologico, e psicologico del fenomeno di cui ci dobbiamo interessare. Vediamo innanzitutto che in ambito geriatrico si distinguono vari modi di invecchiare e, semplificando alquanto, si riconosce un invecchiamento benriuscito in cui la disabilità appare contenuta entro certi limiti, da un invecchiamento con malattie in cui prevalgono le condizioni patologiche tipiche dell età e che, come vedremo meglio in seguito, caratterizzano quella condizione nota come fragilità. L invecchiamento benriuscito (successful aging) si rifà ad un modello teorico proposto da Baltes in un famoso articolo del 1991 e in italiano può essere tradotto
2 col concetto dell invecchiare bene, contrapposto all invecchiare con decadimento più o meno significativo della capacità funzionale. Tutti sappiamo che alcune persone invecchiano meglio di altre e quindi una parte della ricerca geriatrica attualmente cerca di scoprire i fattori che favoriscono il mantenimento di una buona efficienza e ritardano la comparsa delle malattie. Le malattie che caratterizzano la vecchiaia sono soprattutto quelle che un tempo si chiamavano cronicodegenerative, contrapposte alle malattie acute che in altri tempo rappresentavano la minaccia principale. Ad esse appartengono le cosiddette patologie neurodegenerative (vari tipi di demenze e malattia di Parkinson), i disturbi cardiocircolatori e respiratori, i disturbi dell equilibrio con conseguenti cadute e fratture ossee, e le patologie neoplastiche cioè i tumori. Quando queste malattie assumono caratteri di particolare gravità, possono compromettere l autonomia e l autosufficienza della persona anziana e possono mettere addirittura a repentaglio i rapporti tra l anziano e la famiglia di origine, con conseguenze sociali estremamente negative. Nel corso di queste lezioni avremo modo di chiarire alcuni concetti quali quelli di disabilità, comorbidità e fragilità, che assumono sempre più un importanza centrale nella valutazione del livello funzionale dell anziano. Tale valutazione funzionale, come vedremo, assume sempre più aspetti multidimensionali cioè abbraccia tutta una serie di sfere di azione della vita della persona anziana. Naturalmente nel far questo dovremo passare in rassegna vari strumenti di valutazione del grado di disabilità che vanno dai test psicometrici (MMSE, MODA) ai test di valutazione dello stato psicoaffettivo (scala di depressione geriatrica e scala dell ansia), ai test di performance fisica e a quelli per la valutazione della disabilità (BADL e IADL). Faremo anche cenno ai problemi di nutrizione nell anziano e ai metodi per l identificazione di una eventuale malnutrizione. Prima di descrivere gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari per la valutazione del grado di disabilità della persona anziana dobbiamo fare un cenno agli aspetti epidemiologici del problema, in modo da inquadrare in modo più preciso l entità del fenomeno a livello socio-economico. Come è noto nei paesi occidentali, tra cui l Italia, si assiste ad una crescita progressiva dell età media della popolazione. Se diamo uno sguardo alle curve di sopravvivenza della popolazione italiana possiamo notare che l 80% degli uomini e il 90% delle donne superano l età di 65 (v. diapositiva). Nella società attuale l invecchiamento è caratterizzato dall aumento prevalente degli ultraottantenni (quelli che nei paesi di lingua inglese si chiamano oldest olds ). In questo gruppo di soggetti è estremamente frequente la cosiddetta sindrome clinica da fragilità. Oltre alle due modalità di invecchiamento benriuscito o con successo oppure di invecchiamento gravato da malattia un fenomeno piuttosto importante è la presenza contemporanea di più patologie (comorbidità). Secondo i dati ISTAT infatti in Italia il 52% degli uomini e il 66% delle donne al di sopra di 65 sono affetti da almeno due malattie croniche. Il 44% e il 51% rispettivamente ne dichiarano almeno tre. Il fatto che la persona anziana soffra di più malattie contemporaneamente fa aumentare il rischio
3 di compromissione dell autosufficienza. E chiaro che questa presenza di più malattie croniche nell anziano deve essere tenuta presente nella programmazione degli interventi assistenziali, terapeutici e riabilitativi in modo da ridurre il rischio di ricadute e ritardare la comparsa della disabilità e della perdita dell autonomia. Lo stesso vale per la programmazione degli interventi terapeutici e in particolare delle prestazioni farmacologiche che devono essere mirate al mantenimento delle funzioni con l obiettivo di mantenere il più a lungo possibile una buona qualità della vita. Come si può vedere nella diapositiva seguente l ISTAT stima che mediamente in Italia quasi un anziano su cinque (20%) soffra di una qualche forma di disabilità. 60 Anziani disabilità oltre 80 La percentuale di anziani non autosufficienti è del 20%. Questa percentuale aumenta notevolmente per gli over 80 raggiungendo anche il 45%. Roma Milano Torino Genova Napoli Bologna Firenze Palermo Venezia Trieste Bari Perugia Reggio Calabria Cagliari Ancona Trento
4 Il numero di anziani non autosufficienti varia a seconda della regione e nella tabella vedete alcuni dati ISTAT al 1 gennaio In media in Italia abbiamo 13 milioni di ricoveri l anno e si nota che gli ultrasessantacinquenni restano di più in ospedale, con una degenza media che supera gli otto giorni. I dati confermano una prevalenza delle patologie cronico-degenerative, risultato sia del progressivo invecchiamento della popolazione sia del ruolo ancora centrale dell assistenza ospedaliera nella diagnosi e nella cura. Si ricorre di più all ospedale perché suscita un maggior senso di sicurezza, soprattutto nel Nord-Italia, meno al Sud e nelle isole, e perché vi è una scarsa presenza di servizi territoriali, di servizi di assistenza domiciliare integrata e di riabilitazione. Ciò incrementa il fenomeno dei cosiddetti ricoveri impropri, attribuibili a valutazioni soggettive da parte degli anziani e delle loro famiglie. Secondo i dati del Censis il 30% dei ricoveri in ospedale degli anziani ha carattere di non-proprietà. Se rivolgiamo lo sguardo alla situazione della popolazione anziana nella nostra regione (Sardegna), vediamo innanzitutto alcuni dati statistici, che ci dicono che la prevalenza degli ultra-65enni è decisamente inferiore alla media nazionale, anche se si tratta di una fascia di età in rapida crescita regione = 16,41 Percentuale Cagliari Olbia-Tempio Carbonia-Iglesias Cagliari Nuoro Medio-Campidano Oristano Ogliastra Media nazionale: 19,0 Cagliari è la provincia meno anziana mentre l Ogliastra è la provincia con la maggiore percentuale di ultra-65enni. In sostanza la Sardegna, complessivamente, non ha una popolazione particolarmente anziana ma esistono alcune aree specifiche dove gli anziani, e soprattutto i grandi anziani, sono più concentrati che altrove. Un indicatore demografico frequentemente usato per stimare l entità del fenomeno dell invecchiamento, e indirettamente delle patologie ad esse correlate, oltre alla incidenza della popolazione infantile e di quella anziana, è l indice di vecchiaia il quale mette in rapporto la popolazione anziana con quella infantile da zero a 14.
5 Indice di vecchiaia, valori assoluti, 2003 Rapporto: pop=65 / pop. (0-14) Sardegna: 1,21 Italia: 1,34 Questo indicatore demografico è in grado di fornire preziosi elementi per quanto riguarda i bisogni delle diverse fasce di età. In Sardegna ci sono 1,2 anziani per ogni bambino di età 0-14, un valore quindi inferiore a quello dell Italia (dove sono presenti 1,3 anziani per ogni bambino), segno di una popolazione meno anziana. Tuttavia se andiamo a vedere in dettaglio le singole province vediamo che l Ogliastra e Oristano presentano il più alto indice di vecchiaia, mentre le province di Olbia e Cagliari registrano i valori più bassi. Olbia-Tempio Cagliari Nuoro Sassari Carbonia-Iglesias Medio-Campidano Oristano Ogliastra Il secondo indicatore demografico, altrettanto importante, è l indice di dipendenza globale il quale mette in rapporto le classi di età più bisognose di cura (0-14 e ultra75enni) con la popolazione in età adulta (30-59 ), normalmente chiamata a farsene carico. Indice di dipendenza globale, valori assoluti, 2003 Rapporto: [pop. (0-14) + pop. (>75)] x 100 / pop. (30-59) Sardegna: 47 Italia: 53
6 Tuttavia questo indice non riflette completamente la dipendenza delle varia classi in quanto non tiene conto che, oggi, la dipendenza dei figli dai genitori va ben oltre i 14. Come si vede in Sardegna il valore è inferiore alla media nazionale. Anche in questo caso, la provincia di Ogliastra presenta il più elevato carico di cura, soprattutto per effetto della maggiore prevalenza degli anziani ultra-75-enni. A Sassari invece l indice è molto vicino alla media regionale e Cagliari presenta il più basso indice di dipendenza (per la concentrazione dell attività lavorativa è maggiormente rappresentata la popolazione di età adulta). Riassumendo, la Sardegna è caratterizzata da un basso livello di natalità e da un rilevante carico di cura sulla popolazione attiva. Anche se, mediamente, il rapporto fra persone bisognose di cura (bambini e grandi vecchi) e adulti in grado di farsene carico (30-59 ) è inferiore alla media nazionale esso è tuttavia vicino a 0,5, quindi ogni coppia adulta sopporta il carico assistenziale di almeno una (altra) persona bisognosa di sostegno. Si tratta di una situazione piuttosto difficile, rispetto alla quale le politiche sociali dovranno dare una risposta mediante opportuni provvedimenti. Esistono notevoli differenze all interno del territorio regionale: la prevalenza della popolazione anziana, e quindi il maggior carico assistenziale, si riscontra nella provincia di Ogliastra, per la forte presenza sia di grandi vecchi sia di bambini, seguita dalla provincia di Nuoro (ove prevale il carico connesso alla popolazione infantile) e dalla provincia di Oristano (per effetto di una significativa presenza di persone anziane). Al contrario Cagliari è la provincia con il minor carico di cura, soprattutto grazie alla minore incidenza di popolazione anziana. Nelle altre province la situazione è a livelli intermedi.
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