Circuito RC. Corso di Elettronica di Potenza (12 CFU) Componenti 1/66

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Circuito RC. Corso di Elettronica di Potenza (12 CFU) Componenti 1/66"

Transcript

1 Circuito RC Il dimensionamento del circuito RC deve tenere conto di: ampiezza della sovratensione; durata della sovratensione; impedenza tra sorgente della sovratensione ed il componente. 1/66

2 Circuito RC Se per un intervallo di tempo di durata pari a T s, si ha una sovratensione che porta la tensione v i di ingresso da V 0 a V 0 +V s, in assenza del circuito RC tale sovratensione si ripercuoterebbe tutta ai capi del Diodo. condizioni iniziali 2/66

3 Circuito RC Derivando la seconda e sostituendo in essa il valore di di/dt fornito dalla prima, si ricava: Sostituendo alla variabile i con i = Cdv c /dt si ha: i cui autovalori sono: 3/66

4 Circuito RC Scegliendo il valore di R leggermente minore del valore critico R c =2 L/C in modo che il comportamento del circuito LRC risulti di tipo oscillatorio fortemente smorzato, si ha che l andamento della tensione v c nell intervallo (0, T s ) risulta: I valori dei coefficienti A 1 e B 1 possono essere ricavati imponendo le condizioni iniziali: v c (0) = V 0, i(0) = 0; si ha dunque: A 1 = -V s e B 1 = αv s /ω 4/66

5 Circuito RC Sostituendo i valori di A 1 e B 1 l espressione: la tensione inversa applicata al Diodo assume La massima sovratensione applicata al Diodo è di poco superiore a V d1 -V 0 cioè a Tale sovratensione è alquanto minore di V s e tanto più piccola quanto minore è il rapporto T s /T. Tensione inversa del diodo durante un transitorio 5/66

6 Circuito con soppressori (Varistor) La protezione contro sovratensioni può essere effettuata anche impiegando dei Varistor collegati in parallelo al componente. Sono realizzati con semiconduttori ossido metallico. Il comportamento di un Varistor corrisponde a quello di due Diodi Zener posti in serie con polarità opposta; la tensione di soglia è più elevata di quella di un Diodo Zener (varie centinaia di V). Per proteggere il componente si deve avere V s <V RRM 6/66

7 Le caratteristiche reali dei componenti non sono uguali. Le correnti che attraversano due Diodi in parallelo possono essere molto diverse tra loro. Per ridurre tale differenza di correnti ad un valore accettabile, è necessario montare, in serie ad ogni Diodo, una resistenza di valore tale che la caduta di tensione sulla resistenza sia un pò maggiore della possibile differenza tra le cadute ai capi dei due Diodi. 7/66

8 Quando due o più Diodi vengono montati in serie, la ripartizione delle tensioni inverse può risultare alquanto diversa su ciascun Diodo, a causa della diversità delle caratteristiche inverse. Per migliorare la ripartizione delle tensioni occorre montare in parallelo a ciascun Diodo una resistenza di valore adeguato in modo che in ciascuna di esse fluisca una corrente un pò maggiore della possibile differenza tra le correnti inverse che, a parità di tensione, fluiscono nei due Diodi. L accorgimento descritto assicura una migliore ripartizione delle tensioni inverse a regime permanente; per avere una buona ripartizione anche durante i transitori occorre aggiungere, in parallelo a ciascun Diodo, una capacità che, nel caso di due Diodi, deve essere di valore maggiore della possibile differenza tra le capacità inverse dei singoli Diodi. 8/66

9 Nei convertitori alimentati con tensioni di ampiezza modesta, i fenomeni connessi alle capacità presenti nelle due giunzioni del Transistor sono in genere trascurabili. Nei convertitori, con elevate tensioni di alimentazione, la capacità presente sulla giunzione base-collettore può produrre correnti di collettore con andamento impulsivo che raggiungere intensità non trascurabili. Tale fenomeno può essere descritto sostituendo alla capacità distribuita nella giunzione una capacità concentrata (C bc = K/ V cb ) connessa tra la base e il collettore del Transistor. In presenza di un elevato dv ce /dt il condensatore C bc è percorso da una corrente pari a C bc di/dt che viene iniettata in base e, quindi amplificata producendo una i c elevata. 9/66

10 Per ridurre l entità della corrente iniettata in base si inserisce una resistenza R be tra la base e l emettitore. Un ulteriore miglioramento può essere ottenuto polarizzando negativamente la base del transistor con una tensione dell ordine di qualche volt. La presenza di C bc presenta anche l inconveniente di ridurre la velocità di discesa della tensione v ce quando inizia il pilotaggio del Transistor, in quanto sottrae corrente al pilotaggio. Tale inconveniente può venire ridotto applicando, durante la commutazione, una corrente di pilotaggio maggiore di quella necessaria a regime permanente. 10/66

11 Andamento tipico della SOAR (log-log) Nel funzionamento a regime permanente la zona di impiego di un Transistor è definita come area di sicurezza (Safe Operating ARea, SOAR). Definisce la zona dove il BJT può lavorare in maniera continuativa. In un diagramma I c -V ce tale area è limitata da quattro curve: massima corrente continuativa sopportabile (I cm ); massima tensione V ce sopportabile; massima potenza dissipabile I c =P d /V ce ; breakdown secondario. 11/66

12 La massima corrente continuativa sopportabile è un valore indipendente dalla tensione Vce. Essa è definita sulla base della massima densità di corrente continuativa sopportabile dagli elementi che compongono l assemblaggio del Transistor. La massima tensione collettore-emettitore sopportabile dipende dalle modalità di pilotaggio; nel definire la SOAR normalmente si fa riferimento alla Vceo cioè alla massima tensione sopportabile con il circuito di base aperto (i b =0). La curva di massima potenza dissipabile dipende dal dimensionamento del circuito di raffreddamento e ha un andamento lineare. Per temperature del contenitore più elevate la potenza dissipabile diminuisce in maniera lineare fino ad annullarsi in corrispondenza alla massima temperatura ammissibile per la giunzione (θ max ). Il breakdown secondario è un fenomeno di degrado termico che si verifica a causa del gradiente di tensione lungo la base, in cui alcuni punti della giunzione collettore-base raggiungono un valore termico instabile (aumenta T e con essa la corrente di collettore e la potenza dissipata, forte diminuzione di V ce ). 12/66

13 Funzionamento impulsivo Più importante visto che i semiconduttori vengono utilizzati in regime di commutazione. La corrente massima in regime impulsivo è maggiore di quella continuativa. Le limitazioni dovute alla potenza massima dissipabile e al breakdown secondario diventano tanto meno restrittive quanto minore è la durata dell impulso fino scomparire per impulsi molto brevi. Confronto tra SOAR in regime continuativo (linea continua) ed in regime impulsivo (linee tratteggiate). 13/66

14 Durante la fase di apertura per ridurre i tempi di commutazione la base del Transistor viene spesso polarizzata inversamente. In tale condizione operativa, occorre fare riferimento alla SOAR inversa o RBSOAR. L area di sicurezza inversa si riduce all aumentare della corrente inversa applicata alla base del Transistor. 14/66

15 Nelle applicazioni che richiedono elevate correnti di collettore, per ridurre la corrente di pilotaggio, si ricorre all impiego di più Transistor in configurazione Darlington. Le resistenze tra base ed emettitore servono per ridurre gli effetti dovuti alla corrente di dispersione dei due Transistor. La tensione di saturazione di T 2 è V ce2 = V be2 + V ce1 In fase di apertura il tempo complessivo di accumulo risulta pari alla somma dei tempi dei due Transistor. Per ridurre i tempi di apertura si inserisce un diodo tra la base di T 2 e quella di T 1. Sono in genere integrati in un unica pasticca di silicio. 15/66

16 Il circuito di pilotaggio di un Transistor di potenza deve provvedere a: 1. fornire una corrente di pilotaggio sufficiente a mantenere il transistor in saturazione, quando questo deve essere chiuso; 2. assicurare una buona commutazione del transistor. Per soddisfare 1. il dispositivo di pilotaggio deve fornire una corrente leggermente superiore a quella di saturazione del Transistor. Per soddisfare 2. si deve imporre che il tempo di salita della corrente di pilotaggio sia inferiore al tempo di ritardo del Transistor. Per ridurre l influenza della capacità C bc la corrente di pilotaggio durante la commutazione deve essere più elevata di quella a regime permanente. Per una buona apertura del Transistor si applica una lieve f.e.m. inversa con una bassa impedenza serie. 16/66

17 Quando si desidera che il Transistor di potenza (TP) entri in conduzione, il segnale v i di ingresso viene portato alto in modo tale da portare in conduzione i Transistor T 4, T 3 e T 1 ed in interdizione il Transistor T 2. Il ramo, composto da R 2 e C 2 serve per fornire una sovracorrente di pilotaggio durante la chiusura di TP. Se si desidera che il transistor di potenza venga spento, il segnale di ingresso viene portato basso, in modo tale da portare in conduzione il Transistor T 2 ed in interdizione i Transistor T 1,T 3 et 4. 17/66

18 In molti convertitori gli emettitori dei diversi Transistor di potenza non si trovano tutti allo stesso potenziale. E necessario disaccoppiare galvanicamente i circuiti di pilotaggio di almeno una parte dei Transistor dal circuito di controllo dell intero convertitore. Il disaccoppiamento può essere ottenuto impiegando un trasformatore o un accoppiatore ottico. Quando si impiega un trasformatore, questo può essere utilizzato per trasferire tutta la potenza necessaria per il pilotaggio del Transistor oppure solo a livello di segnale. Quando, invece, si impiega un accoppiatore ottico, questo può, ovviamente, essere utilizzato solo a livello di segnale. Occorre inserire un circuito di alimentazione per fornire le tensioni di alimentazione dei circuiti di pilotaggio disaccoppiate tra loro. 18/66

19 Lo stadio in ingresso al driver è costituito da un diodo LED (V d = 1.5V@10mA). Il pilotaggio dell accoppiatore non può essere effettuato direttamente dal microcontrollore, che non può fornire una corrente sufficiente, ma da uno stadio amplificatore. Lo stadio finale del driver è realizzato in configurazione push-pull capace di sopportare una tensione di alimentazione V cc -V ee compresa tra 15V e 30V e una corrente massima pari a 2A. Particolare attenzione va rivolta al max dv/dt sopportabile, che nel dispositivo considerato è pari a 30kV/ s, pena la perdita dell isolamento. 19/66

20 Protezioni contro sovracorrenti Per rilevare la necessità di intervento della protezione contro le sovracorrenti si possono impiegare varie tecniche. Quella più diretta è basata sulla misura della corrente di collettore o di emettitore del Transistor. Un altra tecnica, notevolmente semplice, è di tipo indiretto e si basa sulla determinazione dell uscita dei dispositivi dalla saturazione: tale determinazione viene effettuata mediante il confronto tra la tensione V ce ed una tensione leggermente superiore a quella di saturazione. Entrambe le tecniche descritte sono in grado di assicurare una efficace protezione del transistor quando le induttanze presenti nel circuito sono tali da garantire che la corrente di collettore non possa variare in maniera troppo rapida. 20/66

21 Protezioni contro sovracorrenti 21/66

22 Protezioni contro sovracorrenti Esempio di circuito di protezione locale dalle sovracorrenti basato sulla uscita dalla saturazione 22/66

23 M2 è pilotato in saturazione, la tensione V DS carica C7 tramite R17 in modo da generare un ritardo che permette a M2 di portarsi in saturazione A) V DS <V th =1.4V Q5 e Q7 rimangono off e M2 in conduzione. B) V DS >V th =1.4V, Q5 e Q7 entrano in conduzione interdicendo M2 (protezione). Una volta interdetto la tensione V DS cresce velocemente mantenendo attiva la protezione fino al successivo comando di off di M2. C) M 2 è comandato nello stato di interdizione. In questa situazione il diodo D 5 entra in conduzione portando la tensione di base su Q 5 al valore di 0.7V (reset della protezione) 23/66

24 Protezioni contro sovratensioni Per proteggere un Transistor contro le sovratensioni si inserisce un circuito costituito da un Diodo, un condensatore ed una resistenza, atto ad evitare l insorgere di una elevata corrente durante la fase di chiusura del Transistor. Lo stesso circuito consente anche di ridurre le perdite localizzate nel Transistor durante la fase di apertura. Un altro accorgimento, necessario in presenza di carichi induttivi, consiste nell inserzione di un Diodo di libera circolazione tra emettitore e collettore, atto a creare una via di passaggio della corrente quando il Transistor viene interdetto. 24/66

25 IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor ) Componenti che sfruttino i vantaggi delle tecnologie bipolare e ad effetto di campo integrando BJT e MOSFET. Tale architettura conferisce al dispositivo la caratteristica di alta impedenza di ingresso, tipica del MOSFET, e una capacità di conduzione della corrente simile a quella di un BJT. 25/66

26 IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor ) Il funzionamento di un IGBT può essere spiegato sulla base di un circuito equivalente: applicando al gate una tensione positiva rispetto all emettitore, il MOSFET di ingresso entra in conduzione, polarizzando direttamente la giunzione base-emettitore del BJT Q 1. La sua accensione provoca la modulazione della conducibilità della regione n -,ilcuiè effetto è stato schematizzato con la resistenza R drift. La riduzione a zero della tensione v ge determina lo spegnimento del componente. 26/66

27 IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor ) Il BJT parassita Q 2 forma con Q 1 una struttura a controreazione, che potrebbe causare una conduzione non controllata dell IGBT. Ciò viene evitatato riducendo la resistività, mediante un forte drogaggio della zona di strato p al di sotto. In fase di spegnimento del dispositivo, a causa della elevata C gc ed in corrispondenza a consistenti valori di dv ce /dt, si potrebbero verificare fenomeni di riaccensione. Per evitare tale inconveniente, lo spegnimento del componente deve avvenire applicando una tensione v ge negativa. 27/66

28 Spegnimento 28/66

29 Vantaggi Le principali caratteristiche che rendono vantaggioso l impiego degli IGBT sono le seguenti: pilotaggio simile a quello di un MOSFET (con assorbimento di corrente solo durante le commutazioni); tempi di commutazione molto contenuti rispetto a quelli di un BJT di uguale portata (in genere inferiori al ms); tensioni massime sopportabili molto maggiori di quelle applicabili ad un MOSFET, senza pesante degrado delle prestazioni; minori problemi, rispetto ad un BJT, per soddisfare i requisiti connessi alla SOAR inversa. 29/66

30 Caratteristiche IGBT Gli andamenti delle caratteristiche di uscita di un IGBT sono molto simili a quelle di un Transistor bipolare, pur presentando una uscita dalla saturazione molto più marcata. 30/66

31 Comportamento ideale Gli SCR (Silicon Controlled Rectifier) o Tiristori rappresentano il componente fondamentale per i convertitori di più alta potenza e per molti dei convertitori alimentati in corrente alternata. Idealmente possono essere considerati come degli interruttori che possono condurre in un unica direzione e di cui è possibile comandare solo la chiusura. L apertura è invece determinata solo dal circuito di potenza al quale è connesso. 31/66

32 Caratteristiche statiche I h V d V ak = tensione applicata fra anodo e catodo V d = tensione di picco diretta I a = corrente che fluisce nel componente I g = corrente applicata all elettrodo di controllo I h = corrente di tenuta (hold) 32/66

33 Meccanismi di innesco I c1 = h fe1 I b1 + I ceo1 dove I ceo1 = (1 + h fe1 ) I cbo1 I c2 = h fe2 I b2 + I ceo2 dove I ceo2 = (1 + h fe2 ) I cbo2 Tenendo conto che I b1 = I c2 I b2 = I c1 + I g I a = I c1 +I c2 33/66

34 Meccanismi di innesco I c1 Anello a reazione positiva con guadagno h fe1 h fe2 34/66

35 Meccanismi di innesco h fe varia con la corrente di emettitore, quindi se I g = 0 e la tensione V ak < V d, la condizione di guadagno d anello minore dell unità è verificata e pertanto la corrente anodica I a è molto piccola. I a = [(1 + h fe2 ) I ceo1 + (1 + h fe1 ) (I ceo2 + h fe2 I g )]/(1- h fe1 h fe2 ) 35/66

36 Meccanismi di innesco Se, con V ak < V d, si applica una I g >0 le correnti di emettitore, e di conseguenza anche il guadagno di anello aumentano. Se la corrente di pilotaggio raggiunge un valore tale per cui h fe1 h fe2 >1,il funzionamento del Tiristore diventa instabile ed I a dipende solo dal circuito esterno. Una volta terminato l innesco, se la corrente anodica rimane maggiore di I h, il valore del guadagno d anello si mantiene maggiore dell unità. 36/66

37 Meccanismi di innesco Il meccanismo di innesco descritto giustifica anche l innesco dovuto ad una tensione anodica maggiore della massima tensione di picco diretta V d : all aumentare della tensione aumentano le correnti di dispersione, quindi i valori dei guadagni in corrente. 37/66

38 Meccanismi di innesco L innesco può avvenire anche se, senza raggiungere il valore V d,latensione anodica sale con un dv/dt elevato. Il rapido incremento della tensione produce, a causa delle capacità presenti tra i vari strati del semiconduttore, delle correnti transitorie nei due Transistor che possono portare il prodotto h fe1 h fe2 ad un valore maggiore dell unità. 38/66

39 Caratteristica dell elettrodo di controllo L area di possibile accensione presenta punti molto prossimi alla curva di massima potenza dissipabile in regime continuativo. Risulta quindi difficile, se si desidera mantenere applicato il pilotaggio per lunghi intervalli di tempo, scegliere la caratteristica del circuito di pilotaggio in modo tale da garantire l accensione del Tiristore in qualunque condizione operativa evitando di superare la massima potenza continuativa dissipabile. In molte applicazioni è conveniente, per migliorare la commutazione, che la corrente di pilotaggio sia alquanto maggiore di quella di sicura accensione. 39/66

40 Caratteristica dell elettrodo di controllo La minima V g di sicura accensione risulta praticamente indipendente dal valore della temperatura di giunzione. La minima I g di sicura accensione presenta una cospicua dipendenza dal valore della temperatura. Il valore della max V g che garantisce la non accensione del Tiristore è molto piccolo, quindi il circuito di pilotaggio deve essere progettato con particolare cura al fine di evitare l insorgere di disturbi che potrebbero portare ad accensioni indesiderate del Tiristore. 40/66

41 Caratteristica dell elettrodo di controllo Nei circuiti in cui si è sicuri che, nell istante in cui si inizia il pilotaggio, la V ak sia positiva e che, in tutto l intervallo di tempo durante il quale si desidera che il Tiristore sia chiuso, la I a > I h, è sufficiente impiegare, per il pilotaggio, un impulso di corrente di durata pari a 6-8 s. In questo caso, quindi, la potenza di pilotaggio che occorre prendere in considerazione è quella di picco sopportabile dalla giunzione. Altrimenti si deve ricorrere ad un treno di impulsi con = /66

42 Caratteristica dell elettrodo di controllo Noto il rapporto γ, è possibile fissare i valori di e g ed R g in modo tale che la caratteristica del circuito di pilotaggio non superi la curva della massima potenza dissipabile e sia abbastanza lontana dall area di possibile accensione. Nel caso di Tiristori di grossa taglia la corrente che deve essere applicata all elettrodo di controllo può risultare elevata. Si adotta una configurazione in cui la corrente di pilotaggio del Tiristore RC 1 è fornita da un altro Tiristore, RC 2 di taglia ridotta e che richiede una piccola corrente di pilotaggio (Amplifying Gate). 42/66

43 Comportamento transitorio Durante la fase di innesco, l intensità di corrente presenta un ritardo iniziale di durata pari a t d (tempo di ritardo), simile a quello di un transistor e dipendente dalle caratteristiche dell impulso di accensione. Durante la fase di salita della corrente, la tensione anodica diminuisce lentamente. Pertanto, durante la commutazione si verifica una dissipazione di energia che risulta tanto maggiore quanto più elevato è il di/dt. 43/66

44 Comportamento transitorio Il passaggio dallo stato di conduzione a quello di interdizione (spegnimento) non può essere controllato agendo sull elettrodo di controllo ma dipende solo dal circuito anodico e richiede un tempo t s di spegnimento. I Tiristori possono essere suddivisi in due distinte famiglie: Tiristori lenti (o per commutazione da rete) che presentano un tempo di spegnimento compreso tra alcune decine di s (per i Tiristori di piccolissima potenza) a svariate centinaia di s; Tiristori veloci (o per commutazione forzata) che presentano tempi di spegnimento ridotti. Il tempo di spegnimento aumenta all aumentare della temperatura e della corrente anodica mentre diminuisce all aumentare della velocità di discesa della corrente, della tensione inversa applicata tra anodo e catodo e della polarizzazione inversa dell elettrodo di controllo. 44/66

45 Comportamento transitorio A seconda della velocità di discesa della corrente anodica e del valore della tensione inversa applicata al Tiristore si possono individuare tre diverse modalità di spegnimento: statico; quasi statico; forzato. 45/66

46 Spegnimento statico Lo spegnimento statico è lo spegnimento tipico dei circuiti in cui la corrente presenta un andamento decrescente in maniera esponenziale ed è caratterizzato da una lenta discesa della corrente al di sotto della corrente di tenuta, senza che il Tiristore risulti mai contropolarizzato. Tra i vari tipi di spegnimento, questo è quello che presenta il tempo di spegnimento più lungo. Per contro, le perdite di commutazione dovute allo spegnimento sono del tutto trascurabili. 46/66

47 Spegnimento quasi statico Lo spegnimento quasi statico è caratterizzato da una diminuzione non eccessivamente veloce della corrente anodica e/o da una controtensione modesta o comunque con un dv/dt limitato. La maggiore velocità di discesa della corrente e l eventuale applicazione di una controtensione riducono in maniera consistente la durata del tempo di spegnimento, rispetto a quella della modalità precedente. Anche in questo tipo di spegnimento, l assenza di una contropolarizzazione riduce a valori praticamente trascurabili le perdite localizzate nel semiconduttore durante lo spegnimento. 47/66

48 Spegnimento forzato Lo spegnimento forzato è caratterizzato dalla applicazione di una controtensione con un dv/dt elevato che viene normalmente ottenuta chiudendo in parallelo al Tiristore un generatore con una bassa impedenza interna. Questo tipo di spegnimento permette di minimizzare la durata del tempo di spegnimento, ma presenta l inconveniente di provocare delle perdite consistenti nel semiconduttore. t rr =t 2 +t 3 48/66

49 Comportamento statico Massimo picco ripetitivo di tensione inversa sopportabile (V RRM ); massimo picco non ripetitivo di tensione inversa (V RSM ); massimo valore di tensione diretta (V DRM ) per il quale, in assenza di pilotaggio, è garantita la non accensione del Tiristore; il valore di corrente continuativa sopportabile (I AV ); il valore efficace di corrente sopportabile in varie situazioni operative (I RMS ); il valore di picco non ripetitivo (I FSM ); la potenza dissipata in varie situazioni operative; la caduta diretta V ak in funzione della corrente anodica; la corrente inversa corrispondente alla massima tensione inversa applicabile; le caratteristiche dell elettrodo di controllo (area in cui è compresa la caratteristica, area di possibile accensione); la massima temperatura a cui il semiconduttore può lavorare; la resistenza termica tra semiconduttore e contenitore (R θjc ). 49/66

50 Comportamento transitorio i valori dei tempi relativi alla accensione; il valore del massimo di/dt sopportabile durante l accensione; il valore del massimo dv/dt, per il quale è garantita la non accensione; il valore del tempo di spegnimento (t s ), con una o più modalità di spegnimento; l andamento della capacità tra anodo e catodo, al variare della tensione applicata; il valore del tempo di recupero o quello della carica inversa; la resistenza termica transitoria tra giunzione e contenitore r θ (t); l area quadratica (i 2 t) di corrente sopportabile in caso di sovraccarico; 50/66

51 Le specifiche variano a seconda del di/dt all accensione. In caso di basso di/dt, nessun accorgimento particolare va considerato. Quando il di/dt raggiunge valori elevati è conveniente che l ampiezza dell impulso di corrente di pilotaggio sia la più elevata possibile. È necessario che il t r della corrente abbia una durata inferiore al t d del Tiristore. Quando è necessario disaccoppiare galvanicamente il circuito di controllo da quello di potenza si inserisce un trasformatore che trasferisce tutta la potenza necessaria per il pilotaggio. 51/66

52 Protezioni contro eccessivi di/dt All atto dell accensione la I a applicata al Tiristore deve salire con un di/dt minore del di/dt max. sopportabile dal componente; risulta, pertanto, necessario aggiungere induttanze addizionali, tali da portare il di/dt avalori accettabili. L inserimento di una induttanza produce una dissipazione di energia all atto della apertura del Tiristore stesso e richiede un accurato esame delle sovratensioni che possono verificarsi in questa situazione operativa. In molti convertitori, per limitare la quantità di energia magnetica immagazzinata dall induttanza, si fa ricorso ad induttanze saturabili, che limitano il valore del di/dt solo per un breve intervallo di tempo, sufficiente al diffondersi dell innesco su tutto il Tiristore. 52/66

53 Protezioni contro eccessivi dv/dt Se il valore del dv/dt (che può portare in conduzione il Tiristore, anche in assenza di impulso di pilotaggio) applicato ad un Tiristore può risultare maggiore di quello sopportabile, diventa necessario impiegare un opportuno circuito atto a ridurre la pendenza della tensione anodica. Il circuito impiegato è analogo a quello già illustrato per proteggere i Diodi da sovratensioni. 53/66

54 Protezioni contro eccessivi dv/dt Per ricavare il valore della max. tensione di picco V ap e del max. dv/dt si può ricorrere ad andamenti grafici anziché espressioni analitiche. V ap dipende solo da,mentreildv/dt è proporzionale a E g ed n. Si sceglie in base a V ap e poi il valore di n dv/dt. che soddisfa il 54/66

55 Protezioni contro eccessivi dv/dt In molte applicazioni, il valore della resistenza R risulta molto piccolo e tale da produrre, durante la successiva accensione del Tiristore, una corrente troppo elevata. Si ricorrere ad un circuito in cui sono stati introdotti un Diodo ed una ulteriore resistenza. In questo modo la resistenza posta in serie al condensatore durante la fase di salita della tensione è pari al parallelo tra R 1 e R 2, mentre risulta pari ad R 2 quando il Tiristore viene chiuso. 55/66

56 Sovracorrenti e sovratensioni I problemi connessi alla protezione locale dei Tiristori contro sovracorrenti sono del tutto analoghi a quelli dei Diodi. Molto spesso, specialmente nei convertitori alimentati in corrente continua, i Tiristori sono impiegati come interruttori statici con un apposito circuito che provvede al loro spegnimento. In questo caso è, quindi, possibile impiegare anche protezioni locali di tipo attivo. Occorre rilevare che le protezioni attive dei Tiristori hanno un tempo di intervento più lungo rispetto a quelle dei Transistor. Anche per le sovratensioni le protezioni locali sono realizzate con circuiti RC o con soppressori di sovratensione. Molto spesso il circuito RC impiegato per limitare il dv/dt è sufficiente anche per proteggere il Tiristore da sovratensioni. 56/66

57 Montaggi in serie e in parallelo Occorre considerare differenze tra le caratteristiche statiche dei vari componenti differenze tra le caratteristiche dinamiche (t ON, t rr e I rm ). Nel caso di montaggio in parallelo, la differenza tra i tempi di accensione può produrre un incremento del valore del di/dt di uno dei componenti, mentre può provocare valori transitori della tensione diretta più elevati di quello massimo sopportabile dal componente, nel caso di montaggio in serie. Le differenze tra i tempi di recupero richiedono particolari accorgimenti quando lo spegnimento viene effettuato in maniera forzata. Attualmente, piuttosto che utilizzare montaggi in serie o in parallelo si preferisce ricorrere ad apposite strutture di conversione, ad esempio convertitori con struttura a più livelli. 57/66

58 Componenti derivati dai tiristori Lo spegnimento dei Tiristori rappresenta il principale problema connesso al loro impiego. L ampia diffusione dei Tiristori ha portato a cercare di superare tale problema mediante lo sviluppo di componenti che possono essere spenti agendo opportunamente sull elettrodo di controllo. I primi componenti con tale caratteristica sono stati i GTO (Gate Turn-Off Thyristors) che hanno ottenuto un successo industriale inferiore alle attese per il contemporaneo incremento delle portate dei BJT e, successivamente degli IGBT. L interesse per i Tiristori e per i componenti da essi derivati si è spostato per tensioni e potenze sempre più elevate. Attualmente l intersse è rivolto solo a GTO, GCT (Gate Controlled turn-off Thyristors) ed i Tiristori con gate isolato. 58/66

59 Struttura dei GTO La struttura di un GTO può essere approssimata come costituita da un elevato numero di Tiristori elementari posti in parallelo tra loro. Il circuito equivalente è simile a quello di un Tiristore con in più una resistenza (R s ) tra l emettitore e la base del Transistor PNP. A differenza dei Tiristori, nei GTO i due Transistor NPN e PNP presentano dei guadagni in corrente (h fe ) molto piccoli. 59/66

60 Accensione L accensione di un GTO richiede un impulso di corrente di ampiezza e durata maggiori di quelli relativi ad un Tiristore a causa del minore guadagno dei due Transistor e della presenza della resistenza R s. Se alla fine dell impulso di accensione la corrente anodica ha superato di poco il valore della corrente di tenuta (I h ) può succedere che una rapida discesa della corrente di pilotaggio provochi lo spegnimento del GTO. Per evitare tale inconveniente spesso il pilotaggio del GTO viene mantenuto, con un livello di corrente leggermente maggiore di quello di sicura accensione; ciò consente anche una apprezzabile riduzione della caduta diretta che è sensibilmente maggiore di quella di un equivalente Tiristore. 60/66

61 Spegnimento Lo spegnimento può essere effettuato facendo fluire nel gate una corrente inversa di ampiezza sufficientemente elevata o applicando all elettrodo di controllo una controtensione (di ampiezza 5-10V), eventualmente con una piccola resistenza in serie. I tempi di spegnimento t s e t f diminuiscono al crescere della controtensione o della controcorrente applicata. Il transitorio di discesa della corrente è composto da due fasi: 1. fase di discesa (fall) dove si verifica un rapido decremento della corrente anodica fino al valore I 1 che dipende da I a,i g,e g ; 2. fase di coda (tail) dove il decremento della corrente risulta alquanto più lento che nella prima. Il valore di I 1 ( 0.1 I a ) diminuisce all aumentare di ts; per ridurre le perdite è conveniente effettuare uno spegnimento lento. Per valori più bassi di I 1 si effettua uno spegnimento rapido. 61/66

62 Massimo dv/dt Andamento della SOAR di un GTO La massima pendenza con la quale può essere riapplicata al GTO una tensione diretta durante la fase di spegnimento è notevolmente dipendente dal valore della corrente da spegnere. Se la corrente da spegnere è minore della corrente continuativa, il dv/dt applicabile è paragonabile a quello di un equivalente Tiristore veloce. Se la corrente da spegnere è prossima alla massima corrente commutabile, il valore del dv/dt si riduce in maniera consistente. 62/66

63 Massimo dv/dt Massima corrente commutabile al variare del dv/dt Massima corrente commutabile al variare della capacità del circuito di protezione 63/66

64 Caratteristiche dei GCT Lo spegnimento dei GTO presenta alcuni inconvenienti quali: un elevato tempo di storage; il fenomeno della coda della corrente anodica; il limitato valore del dv/dt con il quale può venire riapplicata la tensione anodica dopo lo spegnimento. L ultimo inconveniente è il più gravoso in quanto costringe all impiego di circuiti di snubber, con un valore di capacità elevato. Nelle applicazioni di elevata potenza, i componenti che consentono di ridurre tutti o parte degli inconvenienti precedentemente evidenziati sono i GCT e i Tiristori con gate isolato. 64/66

65 Caratteristiche dei GCT I GCT hanno una struttura analoga a quella di un GTO, ma presentano una induttanza del circuito dell elettrodo di controllo inferiore. Vantaggi rispetto ai GTO: pilotaggio dell elettrodo di controllo con un di/dt molto più elevato; caduta diretta inferiore; ridotto tempo di storage, (frequenza di commutazione maggiore). 65/66

66 Tiristori con Gate isolato La prima realizzazione di un componente di questo tipo è stata ottenuta introducendo un MOS, preposto allo spegnimento del Tiristore. Per tale motivo il componente è stato denominato MOS Turn-Off thyristor (MTO). Una ulteriore evoluzione ha condotto allo sviluppo dei MOS- Controlled Thyristors (MCT) che impiegano,due dispositivi MOS, uno dedicato all accensione e l altro allo spegnimento del Tiristore. MTO MCT 66/66

Corsodi Elettronica di Potenza (9 CFU) ed Elettronica Industriale (6 CFU) Componenti 1/62

Corsodi Elettronica di Potenza (9 CFU) ed Elettronica Industriale (6 CFU) Componenti 1/62 I primi convertitori in grado di controllare il flusso di energia elettrica sono stati realizzati impiegando macchine elettriche rotanti. Tali convertitori (convertitori rotanti), il più noto dei quali

Dettagli

a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti

a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti email: bifaretti@ing.uniroma2.it I primi convertitori in grado di controllare il flusso di energia elettrica sono stati realizzati impiegando macchine elettriche

Dettagli

Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente

Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente ricorrere all impiego di Tiristori. A differenza dei Transitor

Dettagli

COMPONENTI ELETTRONICI DI POTENZA

COMPONENTI ELETTRONICI DI POTENZA COMPONENTI ELETTRONICI DI POTENZA 1. Classificazione 2. Diodo 3. Tiristore 4. GTO 5. BJT 6. MOSFET 7. IGBT 8. MCT Angelo Tani Azionamenti Elettrici 1 Componenti elettronici di potenza: classificazione

Dettagli

Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: Pilotaggio low-side con MOS. Pilotaggio low-side con BJT

Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: Pilotaggio low-side con MOS. Pilotaggio low-side con BJT Interruttori allo stato solido 1 Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: con MOS con BJT Velocità di commutazione MOS Velocità di commutazione BJT 2 2003 Politecnico

Dettagli

I convertitori c.a.-c.a. possono essere suddivisi in tre categorie: convertitori a controllo di fase, cicloconvertitori, convertitori a matrice.

I convertitori c.a.-c.a. possono essere suddivisi in tre categorie: convertitori a controllo di fase, cicloconvertitori, convertitori a matrice. Tra i vari tipi di convertitori monostadio, i convertitori c.a.-c.a. sono quelli che presentano il minore interesse applicativo, a causa delle notevoli limitazioni per quanto concerne sia la qualità della

Dettagli

RELAZIONE DI TELECOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor

RELAZIONE DI TELECOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor RLAZION DI TLCOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor Nome: Samuele Sandrini 4AT 05/10/14 Un transistor a giunzione bipolare (BJT Bipolar Junction Transistor) è formato da tre zone di semiconduttore

Dettagli

Pilotaggio high-side

Pilotaggio high-side Interruttori allo stato solido Introduzione Il pilotaggio high-side è più difficile da realizzare del low-side in quanto nel secondo un capo dell interruttore è a massa Non sempre è possibile il pilotaggio

Dettagli

Corso di Elettronica di Potenza (9 CFU) ed Elettronica Industriale (6CFU) Convertitori c.a.-c.a. 2/24

Corso di Elettronica di Potenza (9 CFU) ed Elettronica Industriale (6CFU) Convertitori c.a.-c.a. 2/24 Tra i vari tipi di convertitori monostadio, i convertitori c.a.-c.a. sono quelli che presentano il minore interesse applicativo, a causa delle notevoli limitazioni per quanto concerne sia la qualità della

Dettagli

I convertitori statici di energia sono dispositivi elettronici. controllato di energia elettrica da una sorgente ad un carico.

I convertitori statici di energia sono dispositivi elettronici. controllato di energia elettrica da una sorgente ad un carico. I convertitori statici di energia sono dispositivi elettronici che permettono il trasferimento controllato di energia elettrica da una sorgente ad un carico. Esempi di impiego alimentatori in c.c. o in

Dettagli

Componenti a Semiconduttore

Componenti a Semiconduttore Componenti a Semiconduttore I principali componenti elettronici si basano su semiconduttori (silicio o germani) che hanno subito il trattamento del drogaggio. In tal caso si parla di semiconduttori di

Dettagli

di ELETTRONICA di POTENZA Componenti Tratto da N. Mohan, T.M. Undeland, W.P. Robbins Elettronica di potenza HOEPLI

di ELETTRONICA di POTENZA Componenti Tratto da N. Mohan, T.M. Undeland, W.P. Robbins Elettronica di potenza HOEPLI ELEMENTI di ELETTRONICA di POTENZA Componenti Panoramica sui dispositivi semiconduttori di potenza 1. Introduzione 2. Diodi 3. Tiristori 4. Caratteristiche desiderabili negli switch controllati 5. Transistor

Dettagli

a.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti

a.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti a.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti email: bifaretti@ing.uniroma2.it Gli schemi circuitali impiegati per la realizzazione dei convertitori statici sono molteplici. Infatti, la struttura del convertitore

Dettagli

SCR - TIRISTORE. Per capire il funzionamento dell SCR, possiamo pensare lo stesso come la connessione di due transistor complementari, PNP e NPN.

SCR - TIRISTORE. Per capire il funzionamento dell SCR, possiamo pensare lo stesso come la connessione di due transistor complementari, PNP e NPN. SCR - TIRISTORE L SCR (Silicon Controller Rectifier) o tiristore, il cui simbolo grafico è rappresentato in figura, è un componente elettronico basato su semiconduttori che ha un comportamento simile al

Dettagli

Transistore bipolare a giunzione (BJT)

Transistore bipolare a giunzione (BJT) ransistore bipolare a giunzione (J) Parte 1 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 22-5-2012) ransistore bipolare a giunzione (J) l transistore bipolare a giunzione è un dispositivo

Dettagli

Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo

Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo Ottobre 00 Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo amplificatore in classe A di Fig. presenta lo svantaggio che il carico è percorso sia dalla componente di segnale, variabile nel tempo,

Dettagli

Sistemi elettronici di conversione

Sistemi elettronici di conversione Sistemi elettronici di conversione (conversione ac-dc, ac-ac, dc-dc, dc-ac) C. Petrarca Cenni su alcuni componenti elementari Diodo, tiristore, contattore statico, transistore Interruttore ideale interruttore

Dettagli

Laboratorio misure elettroniche ed elettriche: regolatori di tensione a tiristori

Laboratorio misure elettroniche ed elettriche: regolatori di tensione a tiristori Laboratorio misure elettroniche ed elettriche: regolatori di tensione a tiristori Circuiti di accensione per tiristori (Tavole E.1.1 - E.1.2) Considerazioni teoriche Per le debite considerazioni si fa

Dettagli

Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione

Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione D Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione Un transistore bipolare è un dispositivo non lineare che può essere modellato facendo ricorso alle caratteristiche non lineari dei diodi. Il

Dettagli

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori LDO. Schema elettrico. Stabilità LDO Politecnico di Torino 1

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori LDO. Schema elettrico. Stabilità LDO Politecnico di Torino 1 Regolatori di tensione dissipativi 1 Schema elettrico Stabilità LDO 2 2003 Politecnico di Torino 1 Schema elettrico 3 Efficienza La tensione di headroom crea dei problemi: Alta potenza dissipata (necessita

Dettagli

4.4 Il regolatore di tensione a diodo zener.

4.4 Il regolatore di tensione a diodo zener. 4.4 l regolatore di tensione a diodo zener. n molte applicazioni il valore del fattore di ripple ottenibile con un alimentatore a raddrizzatore e filtro capacitivo non è sufficientemente basso. Per renderlo

Dettagli

I convertitori c.a.-c.c. sono stati i primi convertitori di potenza ad essere realizzati in maniera statica. Tranne che in particolari applicazioni,

I convertitori c.a.-c.c. sono stati i primi convertitori di potenza ad essere realizzati in maniera statica. Tranne che in particolari applicazioni, I convertitori c.a.-c.c. sono stati i primi convertitori di potenza ad essere realizzati in maniera statica. Tranne che in particolari applicazioni, nelle quali sia essenziale assorbire energia dalla rete

Dettagli

a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti

a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti a.a. 2015/2016 Docente: Stefano Bifaretti email: bifaretti@ing.uniroma2.it Controllo ad anello aperto Il filtro LC è necessario per ridurre le ondulazioni di corrente e di tensione ed è dimensionato in

Dettagli

Capitolo 10 (Ultimo aggiornamento ) 10.1 Componenti di potenza a semiconduttore

Capitolo 10 (Ultimo aggiornamento ) 10.1 Componenti di potenza a semiconduttore Capitolo 10 (Ultimo aggiornamento 12.07.04) 10.1 Componenti di potenza a semiconduttore Sono componenti di potenza a semiconduttore: - i diodi - i transistori - i tiristori Questi tre componenti hanno

Dettagli

In conduzione continua si ottiene una tensione sul carico v c proporzionale al valore desiderato v i.

In conduzione continua si ottiene una tensione sul carico v c proporzionale al valore desiderato v i. Controllo ad anello aperto Il filtro LC è necessario per ridurre le ondulazioni di corrente e di tensione ed è dimensionato in modo da mantenere v c circa costante. R rappresenta le perdite sugli avvolgimenti

Dettagli

Interruttori elettronici di potenza

Interruttori elettronici di potenza nterruttori elettronici di potenza 1 1 nterruttori elettronici di potenza Caratteristiche statiche Conduzione: S on 1 2 nterruttori elettronici di potenza Caratteristiche statiche Conduzione: S on + u

Dettagli

Il motore in corrente continua è utilizzato nei più svariati tipi di azionamenti, con potenze che variano da qualche decina di W ad alcuni MW.

Il motore in corrente continua è utilizzato nei più svariati tipi di azionamenti, con potenze che variano da qualche decina di W ad alcuni MW. Il motore in corrente continua è utilizzato nei più svariati tipi di azionamenti, con potenze che variano da qualche decina di W ad alcuni MW. Nel campo delle medie e alte potenze si impiegano sempre motori

Dettagli

P4 OSCILLATORI SINUSOIDALI

P4 OSCILLATORI SINUSOIDALI P4 OSILLATOI SINUSOIDALI P4. Dimensionare un oscillatore a ponte di Wien con amplificatore operazionale, per una frequenza f 6 khz, utilizzando un termistore NT per il controllo automatico di guadagno.

Dettagli

DISPOSITIVI A SEMICONDUTTORE

DISPOSITIVI A SEMICONDUTTORE DISPOSITIVI A SEMICDUTTORE Generalità. I convertitori statici hanno l obiettivo di controllare i flussi di potenza tra ingresso ed uscita modificando opportunamente alcune grandezze elettriche per mezzo

Dettagli

Il comportamento di un amplificatore ideale, ad esempio di tensione, è descritto dalla relazione lineare V out = A V in (3.1)

Il comportamento di un amplificatore ideale, ad esempio di tensione, è descritto dalla relazione lineare V out = A V in (3.1) Capitolo 3 Amplificazione 3.1 Circuiti attivi Gli elementi circuitali considerati sino ad ora, sia lineari (resistenze, capacità, induttanze e generatori indipendenti), sia non lineari (diodi), sono detti

Dettagli

MOSFET o semplicemente MOS

MOSFET o semplicemente MOS MOSFET o semplicemente MOS Sono dei transistor e come tali si possono usare come dispositivi amplificatori e come interruttori (switch), proprio come i BJT. Rispetto ai BJT hanno però i seguenti vantaggi:

Dettagli

4.13 Il circuito comparatore

4.13 Il circuito comparatore 4.13 Il circuito comparatore Il circuito comparatore è utile in tutti quei casi in cui si debba eseguire un controllo d ampiezza di tensioni continue; il dispositivo si realizza, generalmente, con un microamplificatore

Dettagli

TRANSISTOR DI POTENZA

TRANSISTOR DI POTENZA TRANSISTOR DI POTENZA I transistor di potenza sono principalmente utilizzati nel controllo dei motori, in campo automobilistico, negli alimentatori, negli stadi finali degli amplificatori (audio, RF, ).

Dettagli

Amplificatori a Transistori con controreazione

Amplificatori a Transistori con controreazione Amplificatori a Transistori con controreazione Esempi di amplificatori inertenti (CS e CE) con controreazione. G. Martines 1 G. Martines 2 Modello equialente a piccolo segnale e guadagno di tensione be

Dettagli

Convertitori e regolatori a tiristori

Convertitori e regolatori a tiristori Convertitori e regolatori a tiristori Raddrizzatori controllati e non Convertitori a tiristori Ponti di Graetz controllati/non controllati, monofase e trifase Regolatori ca/ca a Triac Importanza del carico:

Dettagli

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE "G. MARCONI" Via Milano n PONTEDERA (PI) ANNO SCOLASTICO 2005/2006 CORSO SPERIMENTALE LICEO TECNICO

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE G. MARCONI Via Milano n PONTEDERA (PI) ANNO SCOLASTICO 2005/2006 CORSO SPERIMENTALE LICEO TECNICO ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE "G. MARCONI" Via Milano n. 2-56025 PONTEDERA (PI) 0587 53566/55390 - Fax: 0587 57411 - : iti@marconipontedera.it - Sito WEB: www.marconipontedera.it ANNO SCOLASTICO

Dettagli

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia Il TRANSISTOR Il primo transistor della storia Inventori del Transistor Il Transistor Bipolare a Giunzione (BJT) è stato inventato nei laboratori BELL nel 1948, da tre fisici: John Bardeen Walter Brattain,

Dettagli

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA ANNO SCOLASTICO 2016/2017

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE L. EINAUDI ALBA ANNO SCOLASTICO 2016/2017 ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA ANNO SCOLASTICO 2016/2017 CLASSE 4 I Disciplina: Elettrotecnica ed Elettronica PROGETTAZIONE DIDATTICA ANNUALE Elaborata dai docenti: Linguanti Vincenzo,

Dettagli

Il blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una

Il blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una l blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una sorgente. Nel caso, come riportato in figura, il segnale

Dettagli

2 Alimentazione. +Vdc. Alimentazione 1 IGBT1 GND1. Alimentazione 2 IGBT2 GND2. -Vdc. Fig.1 - Alimentazione corretta degli switchs di uno stesso ramo

2 Alimentazione. +Vdc. Alimentazione 1 IGBT1 GND1. Alimentazione 2 IGBT2 GND2. -Vdc. Fig.1 - Alimentazione corretta degli switchs di uno stesso ramo 2 Alimentazione In un convertitore di potenza l alimentazione rappresenta un elemento fondamentale di tutto il progetto. L alimentatore deve essere in grado di fornire il livello di tensione e la corrente

Dettagli

Gli alimentatori stabilizzati

Gli alimentatori stabilizzati Gli alimentatori stabilizzati Scopo di un alimentatore stabilizzato è di fornire una tensione di alimentazione continua ( cioè costante nel tempo), necessaria per poter alimentare un dispositivo elettronico

Dettagli

CLASSIFICAZIONI E SCELTA DEI TRANSISTOR

CLASSIFICAZIONI E SCELTA DEI TRANSISTOR CLASSIFICAZIONI E SCELTA DEI TRANSISTOR La grande varietà dei campi applicativi, la continua evoluzione tecnologica e la concorenza commerciale hanno portato ad un numero impressionante di tipi di diodi

Dettagli

Misure voltamperometriche su dispositivi ohmici e non ohmici

Misure voltamperometriche su dispositivi ohmici e non ohmici Misure voltamperometriche su dispositivi ohmici e non ohmici Laboratorio di Fisica - Liceo Scientifico G.D. Cassini Sanremo 7 ottobre 28 E.Smerieri & L.Faè Progetto Lauree Scientifiche 6-9 Ottobre 28 -

Dettagli

Manuale per la progettazione dei circuiti elettronici analogici di bassa frequenza

Manuale per la progettazione dei circuiti elettronici analogici di bassa frequenza Manuale per la progettazione dei circuiti elettronici analogici di bassa frequenza C. Del Turco 2007 Indice : Cap. 1 I componenti di base (12) 1.1 Quali sono i componenti di base (12) 1.2 I resistori (12)

Dettagli

3- CENNI SUI PRINCIPALI DISPOSITIVI BASATI SULLE GIUNZIONI p-n

3- CENNI SUI PRINCIPALI DISPOSITIVI BASATI SULLE GIUNZIONI p-n 1 3- CENNI SUI PRINCIPALI DISPOSITIVI BASATI SULLE GIUNZIONI p-n Il diodo come raddrizzatore Un semiconduttore contenente una giunzione p-n, come elemento di un circuito elettronico si chiama diodo e viene

Dettagli

IL TRANSISTOR. Le 3 zone di funzionamento del transistor

IL TRANSISTOR. Le 3 zone di funzionamento del transistor Nome: Fabio Castellini Quarta esperienza IL TRANSISTOR Data: 03/02/2015 Il transistor è un componente a semiconduttore molto sfruttato, grazie alle sue proprietà, nell elettronica digitale ed analogica.

Dettagli

ELETTRONICA CdS Ingegneria Biomedica

ELETTRONICA CdS Ingegneria Biomedica ELEONICA CdS Ingegneria Biomedica LEZIONE A.03 Circuiti a diodi: configurazioni, analisi, dimensionamento addrizzatori a semplice e doppia semionda addrizzatori a filtro (L, C e LC) Moltiplicatori di tensione

Dettagli

Figura 1 Sovratensione prodotta da fulminazione diretta sul conduttore in caso di superamento della tensione di tenuta

Figura 1 Sovratensione prodotta da fulminazione diretta sul conduttore in caso di superamento della tensione di tenuta 1.1. Modello della scarica atmosferica La sorgente delle sovratensioni, cioè la scarica atmosferica, è modellata con un generatore di corrente avente un tempo di picco di 1.2 µs e un tempo all emi-valore

Dettagli

Se la Vi è applicata all ingresso invertente si avrà un comparatore invertente con la seguente caratteristica:

Se la Vi è applicata all ingresso invertente si avrà un comparatore invertente con la seguente caratteristica: I comparatori sono dispositivi che consentono di comparare (cioè di confrontare ) due segnali. Di norma uno dei due è una tensione costante di riferimento Vr. Il dispositivo attivo utilizzato per realizzare

Dettagli

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO Multivibratori astabili ---- Materia: Elettronica. prof. Ing. Zumpano Luigi. Catalano, Iacoi e Serafini

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO Multivibratori astabili ---- Materia: Elettronica. prof. Ing. Zumpano Luigi. Catalano, Iacoi e Serafini I.P.S.I.A. Di BOHIGLIERO a.s. 2010/2011 classe III Materia: Elettronica Multivibratori astabili alunni atalano, Iacoi e Serafini prof. Ing. Zumpano Luigi Generalità Si definiscono multivibratori quei dispositivi

Dettagli

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO Caratteristiche Statiche a emettitore comune ---- Materia: Tecnica professionale. Flotta Saverio - Pugliesi Bruno

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO Caratteristiche Statiche a emettitore comune ---- Materia: Tecnica professionale. Flotta Saverio - Pugliesi Bruno I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO a.s. 21/211 -classe II- Materia: Tecnica professionale ---- Caratteristiche Statiche a emettitore comune ---- alunni Flotta Saverio - Pugliesi Bruno prof. Ing. Zumpano Luigi

Dettagli

Dispositivi unipolari Il contatto metallo-semiconduttore Il transistor JFET Il transistor MESFET Il diodo MOS Il transistor MOSFET

Dispositivi unipolari Il contatto metallo-semiconduttore Il transistor JFET Il transistor MESFET Il diodo MOS Il transistor MOSFET Dispositivi unipolari Il contatto metallo-semiconduttore Il transistor JFET Il transistor MESFET Il diodo MOS Il transistor MOSFET 1 Contatti metallo semiconduttore (1) La deposizione di uno strato metallico

Dettagli

CENNI SU ALCUNI DISPOSITIVI ELETTRONICI A STATO SOLIDO

CENNI SU ALCUNI DISPOSITIVI ELETTRONICI A STATO SOLIDO 1 CENNI SU ALCUNI DISPOSITIVI ELETTRONICI A STATO SOLIDO Il diodo come raddrizzatore Un semiconduttore contenente una giunzione p-n, come elemento di un circuito elettronico si chiama diodo e viene indicato

Dettagli

DIODO. La freccia del simbolo indica il verso della corrente.

DIODO. La freccia del simbolo indica il verso della corrente. DIODO Si dice diodo un componente a due morsetti al cui interno vi è una giunzione P-N. Il terminale del diodo collegato alla zona P si dice anodo; il terminale collegato alla zona N si dice catodo. Il

Dettagli

Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento. caratteristiche e tipologie di moduli. Circuiti con operazionali reazionati

Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento. caratteristiche e tipologie di moduli. Circuiti con operazionali reazionati Elettronica per telecomunicazioni 1 Contenuto dell unità A Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento caratteristiche e tipologie di moduli Circuiti con operazionali reazionati

Dettagli

Misure su linee di trasmissione

Misure su linee di trasmissione Appendice A A-1 A-2 APPENDICE A. Misure su linee di trasmissione 1) Misurare, in trasmissione o in riflessione, la lunghezza elettrica TL della linea. 2) Dal valore di TL e dalla lunghezza geometrica calcolare

Dettagli

Piano di lavoro preventivo

Piano di lavoro preventivo I S T I T U T O T E C N I C O I N D U S T R I A L E S T A T A L E G u g l i e l m o M a r c o n i V e r o n a Piano di lavoro preventivo Anno Scolastico 2015/16 1 Materia Classe Docenti Materiali didattici

Dettagli

A.S. 2014/15 CLASSE 4 BEE MATERIA: ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA

A.S. 2014/15 CLASSE 4 BEE MATERIA: ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA A.S. 2014/15 CLASSE 4 BEE MATERIA: ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA UNITA DI APPRENDIMENTO 1: RETI ELETTRICHE IN DC E AC Essere capace di applicare i metodi di analisi e di risoluzione riferiti alle grandezze

Dettagli

Esperienza n 7: CARATTERISTICHE del TRANSISTOR BJT

Esperienza n 7: CARATTERISTICHE del TRANSISTOR BJT Laboratorio IV sperienza n 7: CARATTRISTICH del TRANSISTOR BJT 1 sperienza n 7: CARATTRISTICH del TRANSISTOR BJT Caratteristica del transistor bipolare Il transistor bipolare è uno dei principali dispositivi

Dettagli

Curva caratteristica del transistor

Curva caratteristica del transistor Curva caratteristica del transistor 1 AMPLIFICATORI Si dice amplificatore un circuito in grado di aumentare l'ampiezza del segnale di ingresso. Un buon amplificatore deve essere lineare, nel senso che

Dettagli

I.I.S.S. G. CIGNA MONDOVI

I.I.S.S. G. CIGNA MONDOVI I.I.S.S. G. CIGNA MONDOVI PROGRAMMAZIONE INDIVIDUALE ANNO SCOLASTICO 2016-2017 CLASSE QUARTA A TRIENNIO TECNICO-ELETTRICO MATERIA ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA DOCENTE BONGIOVANNI DARIO MATTEO LIBRI DI

Dettagli

Amplificatori operazionali

Amplificatori operazionali Amplificatori operazionali Parte 3 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 6--) Integratore Dato che l ingresso invertente è virtualmente a massa si ha vi ( t) ir ( t) R Inoltre i

Dettagli

Elettronica generale - Santolo Daliento, Andrea Irace Copyright The McGraw-Hill srl

Elettronica generale - Santolo Daliento, Andrea Irace Copyright The McGraw-Hill srl 1 1. Per il circuito raddrizzatore a doppia semionda di Fig. 3.21 si valuti la massima tensione inversa che può esser presente su ogni diodo e si disegni l uscita del raddrizzatore nel caso in cui il valore

Dettagli

Le tensioni di alimentazione +Va e Va devono essere applicate rispetto alla zona di massa.

Le tensioni di alimentazione +Va e Va devono essere applicate rispetto alla zona di massa. 4.2 Sul calcolo del guadagno di un microamplificatore Uno schema elettrico che mostra il più semplice impiego di un circuito integrato è tracciato in figura 4.4, in essa è riportato un microamplificatore

Dettagli

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO TRANSISTOR BJT 1 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO 2 SIMBOLI CIRCUITALI 5 TRANSISTOR BJT Un transistor BJT (Bipolar Junction Transistor) è concettualmente costituito da una barretta di silicio suddivisa in tre

Dettagli

I TRANSISTOR I TRANSISTORI

I TRANSISTOR I TRANSISTORI I TRANSISTORI Il transistor è un componente fondamentale dell elettronica (più del diodo, in quanto è un componente attivo cioè un amplificatore di corrente). Anche se non è più molto usato come componente

Dettagli

Transistor a giunzione bipolare

Transistor a giunzione bipolare Transistor In elettronica, il transistor a collettore comune è una configurazione del transistor a giunzione bipolare usata comunemente come buffer di tensione. In tale dispositivo il nodo di collettore

Dettagli

Le misure di tempo e frequenza

Le misure di tempo e frequenza Le misure di tempo e frequenza Le misure di tempo e frequenza costituiscono un importante branca delle misure elettriche ed elettroniche ed in generale delle misure di grandezze fisiche. E possibile raggiungere

Dettagli

La struttura circuitale del multivibratore monostabile deriva da quella dell astabile modificata nel seguente modo:

La struttura circuitale del multivibratore monostabile deriva da quella dell astabile modificata nel seguente modo: Generalità Il multivibratore monostabile è un circuito retroazionato positivamente, che presenta una tensione di uscita V out stabile che può essere modificata solo a seguito di un impulso esterno di comando

Dettagli

3.1 Verifica qualitativa del funzionamento di un FET

3.1 Verifica qualitativa del funzionamento di un FET Esercitazione n. 3 Circuiti con Transistori Rilevamento delle curve caratteristiche Questa esercitazione prevede il rilevamento di caratteristiche V(I) o V2(V1). In entrambi i casi conviene eseguire la

Dettagli

CONVERTITORI DC/DC STEP UP

CONVERTITORI DC/DC STEP UP CONVERTITORI DC/DC STEP UP GENERALITÀ I convertitori step up in custodia sono assemblati in contenitore con grado di protezione IP 21 adatto all installazione all interno dei quadri elettrici. Con i due

Dettagli

Operazioni di misura(1) A. Misura di tensione DC e AC (vedi figura 3)

Operazioni di misura(1) A. Misura di tensione DC e AC (vedi figura 3) Operazioni di misura(1) A. Misura di tensione DC e AC (vedi figura 3) Al fine di evitare lesioni personali dovute a scosse elettriche o danni allo strumento, anche se si possono ottenere delle letture,

Dettagli

CONVERTITORI DC/DC STEP DOWN

CONVERTITORI DC/DC STEP DOWN CONVERTITORI DC/DC STEP DOWN GENERALITÀ I convertitori step down in custodia sono assemblati in contenitore con grado di protezione IP 21 adatto all installazione all interno dei quadri elettrici. Con

Dettagli

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori serie. Schema elettrico. Controllo della tensione d uscita Politecnico di Torino 1

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori serie. Schema elettrico. Controllo della tensione d uscita Politecnico di Torino 1 Regolatori di tensione dissipativi 1 Schema elettrico Controllo della tensione d uscita 2 2003 Politecnico di Torino 1 Schema elettrico 3 Schema di principio I regolatori serie sono composti da un elemento

Dettagli

Stadi Amplificatori di Base

Stadi Amplificatori di Base Stadi Amplificatori di Base Biagio Provinzano Marzo 2005 Ipotesi di lavoro: i) Transistor npn acceso ed in zona attiva v BE 1 0.7V e v C >v B ii) Consideriamo un classico schema di polarizzazione con quattro

Dettagli

Generatore. Generatore. Un sistema a raggi-x consiste di: Tubo a raggi-x. Sistema di rilevazione

Generatore. Generatore. Un sistema a raggi-x consiste di: Tubo a raggi-x. Sistema di rilevazione Generatore Un sistema a raggi-x consiste di: Tubo a raggi-x Sistema di rilevazione Generatore Il generatore trasferisce la potenza elettrica P (KW) al tubo a raggi-x I parametri U (KV) e I (ma) vengono

Dettagli

Indice. Cap. 1 Il progetto dei sistemi elettronici pag. 1

Indice. Cap. 1 Il progetto dei sistemi elettronici pag. 1 Indice Cap. 1 Il progetto dei sistemi elettronici pag. 1 1.1 Oggetto dello studio 1 1.2 Concezione, progetto e produzione del sistema elettronico 5 1.3 Il circuito di interfaccia di ingresso 13 1.4 Il

Dettagli

Capitolo Descrizione tecnica del sensore MAF a filo caldo

Capitolo Descrizione tecnica del sensore MAF a filo caldo Capitolo 2 2.1 Descrizione tecnica del sensore MAF a filo caldo Come anticipato nel paragrafo 1.3.3, verrà ora analizzato in maniera più approfondita il principio di funzionamento del sensore MAF, con

Dettagli

Regolatori di Tensione

Regolatori di Tensione egolatori di Tensione I circuiti regolatori di tensione sono presenti in qualunque circuito elettronico con lo scopo di fornire le precise tensioni di alimentazione necessarie per il funzionamento dei

Dettagli

Semiconduttori, Diodi Transistori (parte II)

Semiconduttori, Diodi Transistori (parte II) NTODZE... NTEFCC TNSSTO NPN - ELÈ... NTEFCC TNSSTO NPN - DODO LED...3 Dimensionamento del circuito:...3 NTEFCC TNSSTO NPN - DODO LED...4 NTEFCC 3 TNSSTO NPN - DODO LED...4 POT O DOD...4 POT ND DOD...5

Dettagli

RISONANZA. Fig.1 Circuito RLC serie

RISONANZA. Fig.1 Circuito RLC serie RISONANZA Risonanza serie Sia dato il circuito di fig. costituito da tre bipoli R, L, C collegati in serie, alimentati da un generatore sinusoidale a frequenza variabile. Fig. Circuito RLC serie L impedenza

Dettagli

ing. Patrizia Ferrara I Condensatori

ing. Patrizia Ferrara I Condensatori I Condensatori Definizione Il condensatore è un componente elettrico caratterizzato da un ben determinato valore di capacità Struttura I condensatori sono in genere strutturati da 2 superfici parallele

Dettagli

Amplificatori a FET. Amplificatore a source comune (C.S.) Vdd. Rd R1. C2 out C Rg in. out

Amplificatori a FET. Amplificatore a source comune (C.S.) Vdd. Rd R1. C2 out C Rg in. out Amplificatori a FET Per realizzare un amplificatore a FET, il dispositivo va polarizzato regione attiva (cioè nella regione a corrente costante, detta anche zona di saturazione della corrente). Le reti

Dettagli

Politecnico di Torino DU Ingegneria Elettronica - AA Elettronica Applicata II - Workbook / Note per appunti - Gruppo argomenti 1

Politecnico di Torino DU Ingegneria Elettronica - AA Elettronica Applicata II - Workbook / Note per appunti - Gruppo argomenti 1 E2.1. ALIMENTATORI Tutti i circuiti e sistemi elettronici richiedono energia per funzionare; tale energia viene fornita tramite una o più alimentazioni, generalmente in forma di tensione continua di valore

Dettagli

ITIS H. HERTZ A.S. 2009/2010 Classe IV Corso Serale - Progetto Sirio Programmazione preventiva del Corso di ELETTRONICA

ITIS H. HERTZ A.S. 2009/2010 Classe IV Corso Serale - Progetto Sirio Programmazione preventiva del Corso di ELETTRONICA ITIS H. HERTZ A.S. 2009/2010 Classe IV Corso Serale - Progetto Sirio Programmazione preventiva del Corso di ELETTRONICA OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI DELLA DISCIPLINA L allievo deve essere in grado di:

Dettagli

Elettronica per l'informatica 21/10/03

Elettronica per l'informatica 21/10/03 Unità D: Gestione della potenza D.1 D.2 D.3 Alimentatori a commutazione D.4 Pilotaggio di carichi D.5 Gestione della potenza 1 2 componentistica e tecnologie riferimenti di tensione, regolatori e filtri

Dettagli

LABORATORIO DI ELETTRONICA OGGETTO: RILIEVO DELLE CURVE CARATTERISTICHE DI USCITA DI UN TRANSISTOR JFET A CANALE N SCHEMA

LABORATORIO DI ELETTRONICA OGGETTO: RILIEVO DELLE CURVE CARATTERISTICHE DI USCITA DI UN TRANSISTOR JFET A CANALE N SCHEMA ALUNNO: Fratto Claudio CLASSE: IV B Informatico ESERCITAZIONE N : 6 LABORATORIO DI ELETTRONICA OGGETTO: RILIEVO DELLE CURVE CARATTERISTICHE DI USCITA DI UN TRANSISTOR JFET A CANALE N SCHEMA 1 STRUMENTI

Dettagli

Vogliamo progettare un alimentatore con tensione di uscita fissa pari a 5 volt e

Vogliamo progettare un alimentatore con tensione di uscita fissa pari a 5 volt e Alimentatore da ampere rev. del 6/0/009 pagina / Alimentatore da ampere Vogliamo progettare un alimentatore con tensione di uscita fissa pari a 5 volt e corrente massima di ampere. Il circuito è alla figura

Dettagli

PDSS Rev0 - Thermidor Technologies - Pagina 1. La dissipazione di un amplificatore

PDSS Rev0 - Thermidor Technologies - Pagina 1. La dissipazione di un amplificatore PDSS Rev0 - Thermidor Technologies - Pagina 1 La dissipazione di un amplificatore PDSS Rev0 - Thermidor Technologies - Pagina 1 INDICE INDICE... 1 1. INTRODUZIONE... 2 2. LA STADIO FINALE... 2 3. Potenza

Dettagli

Indice. VERIFICA Test Problemi svolti Problemi da svolgere 48. non solo teoria

Indice. VERIFICA Test Problemi svolti Problemi da svolgere 48. non solo teoria 0040.indice.fm Page 9 Monday, January 16, 2012 2:38 PM unità di apprendimento 11 I diodi e le loro applicazioni Sezione 11A Diodi e loro applicazioni 1 Premessa 20 2 Il diodo raddrizzatore 20 Diodo ideale

Dettagli

Misure Elettriche ed Elettroniche Esercitazioni Lab - Circuiti con diodi e condensatori 1. Circuiti con diodi e condensatori

Misure Elettriche ed Elettroniche Esercitazioni Lab - Circuiti con diodi e condensatori 1. Circuiti con diodi e condensatori Esercitazioni Lab - Circuiti con diodi e condensatori 1 Circuiti con diodi e condensatori Esercitazioni Lab - Circuiti con diodi e condensatori 2 Circuito con diodo e condensatore Consideriamo un circuito

Dettagli

v DS v GS 0 BV DSS 0 V GS(th) Fig.1 a) Caratteristica i D -v DS ; b)caratteristica i D -v GS

v DS v GS 0 BV DSS 0 V GS(th) Fig.1 a) Caratteristica i D -v DS ; b)caratteristica i D -v GS 1.1 Caratteristica Tensione-Corrente di un MOSFET Il Mosfet è un dispositivo a tre terminali dove il terminale di ingresso (la gate) controlla il flusso di corrente tra i due terminali di uscita (Drain,

Dettagli

FILTRI DI USCITA REO Filtri elettrici di potenza per l automazione industriale

FILTRI DI USCITA REO Filtri elettrici di potenza per l automazione industriale INDUCTIVE COMPONENTS Tensione motore dv/dt < 1 kv/µs Corrente di carica I max = 15 A Tensione motore dv/dt < 200 V/µs Corrente di carica I max = 2 A FILTRI DI USCITA REO Filtri elettrici di potenza per

Dettagli

Corso di ELETTRONICA INDUSTRIALE INVERTITORI MONOFASE A TENSIONE IMPRESSA

Corso di ELETTRONICA INDUSTRIALE INVERTITORI MONOFASE A TENSIONE IMPRESSA 1 Corso di LTTRONICA INDUSTRIAL INVRTITORI MONOFAS A TNSION IMPRSSA 0. 2 Principi di funzionamento di invertitori monofase a tensione impressa 0. 3 Principi di funzionamento di invertitori monofase a tensione

Dettagli

AMPLIFICATORI DI ISOLAMENTO (ISOLATION AMPLIFIER

AMPLIFICATORI DI ISOLAMENTO (ISOLATION AMPLIFIER AMPLIFICATORI DI ISOLAMENTO (ISOLATION AMPLIFIER Caratteristiche Sono amplificatori di elevata precisione che offrono una elevatissimo isolamento galvanico fra i circuiti di ingresso e quelli di uscita

Dettagli

Il condensatore. 14/10/2002 Isidoro Ferrante A.A. 2002/2003 1

Il condensatore. 14/10/2002 Isidoro Ferrante A.A. 2002/2003 1 Il condensatore Un condensatore è costituito in linea di principio da due conduttori isolati e posti a distanza finita, detti armature. aricando i due conduttori con carica opposta, si forma tra di essi

Dettagli

Laboratorio II, modulo

Laboratorio II, modulo Laboratorio II, modulo 2 2015-2016 Transistor (cfr. http://studenti.fisica.unifi.it/~carla/appunti/2008-9/cap.4.pdf http://ume.gatech.edu/mechatronics_course/transistor_f04.ppt) Storia del Transistor Inventati

Dettagli

Nella seguente foto, possiamo vedere l'esterno di alcuni transistor:

Nella seguente foto, possiamo vedere l'esterno di alcuni transistor: IL BJT Il transistor BJT è un componente che viene utilizzato come amplificatore. Si dice amplificatore di tensione un circuito che dà in uscita una tensione più grande di quella di ingresso. Si dice amplificatore

Dettagli

ELETTRONICA II. Caratteristiche I C,V CE. Transistori in commutazione - 2 I C. Prof. Dante Del Corso - Politecnico di Torino

ELETTRONICA II. Caratteristiche I C,V CE. Transistori in commutazione - 2 I C. Prof. Dante Del Corso - Politecnico di Torino ELETTRONICA II Caratteristiche I C,V CE Prof. Dante Del Corso - Politecnico di Torino I C zona attiva Parte A: Transistori in commutazione Lezione n. 2 - A - 2: Transistori BJT in commutazione zona di

Dettagli

Componenti in corrente continua

Componenti in corrente continua Ogni componente reale utilizzato in un circuito è la realizzazione approssimata di un elemento circuitale ideale. Nello studio dei sistemi in cc gli elementi più importanti sono : esistore Generatori campione

Dettagli