2. Premessa giuridica.
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- Gioacchino Silvestri
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1 III Individuazione dei valichi montani di cui all art. 43, c. 3, L.R. 26/1993 in coerenza alla nuova riperimetrazione della Zona faunistica delle Alpi. 1. Individuazione dei flussi di migrazione. Nell'area alpina, la migrazione degli uccelli è condizionata dalla morfologia del territorio. I contingenti di migratori che decidono di attraversare le Alpi, anziché aggirarli, utilizzano quali linee di penetrazione i grandi solchi vallivi e si concentrano nelle strozzature costituite dai valichi alpini. Il quadro complessivo delle ricatture di uccelli provenienti dall'estero mette in luce un a concentrazione di dati nell'area orobica in particolare lungo le direttrici vallive. In linea generale, si possono individuare due vie di penetrazione principali, una orientale attraverso alcuni valichi rivolti verso il Trentino, e una linea nord-occidentale dalla Svizzera e dalla Valtellina. La seconda, appare più importante per i fringillidi, migratori diurni maggiormente condizionati dall'orografia del territorio. I dati relativi ai piccoli insettivori come pettirosso, capinera, beccafico, balia nera, e turdidi non consentono di individuare una linea di flusso preferenziale, anche in ragione del fatto che queste specie compiono una migrazione notturna a quote più elevate. I flussi migratori si incrociano in corrispondenza del versante meridionale delle Orobie, quelle bergamasche dove il numero di inanellamenti raggiunge i suoi valori massimi. Valicate le Orobie alcune specie ornitiche danno luogo a generalizzati movimenti tangenziali al trasversali alle valli bergamasche anche con fenomeni di pendolarismo. 2. Premessa giuridica. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, Brescia, con sentenza n del , ha chiarito che: la Provincia dovrà prima circoscrivere la zona alpina rendendo esplicita la metodologia seguita e successivamente compiere in coerenza le proprie scelte in ordine ai valichi. Per quanto attiene la metodologia seguita per l individuazione e circoscrizione della Zona faunistica delle Alpi si rimanda all apposito precedente capitolo, mentre per l individuazione dei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell avifauna sui quali l esercizio venatorio è vietato per una distanza di mille metri dagli stessi si precisa quanto segue. 173
2 In coerenza con la sentenza del TAR Lombardia, Brescia, n. 1573/2011 vengono confermati i 5 valichi già individuati nel PFV 2002 e riconfermati nelle successive pianificazioni del 2006 e del 2007; ed istituiti due ulteriori nuovi valichi montani: Valico del Giogo della Presolana e Valico del Passo del Vivione. 3. Individuazione dei valichi montani interessati da rotte di migrazione ai sensi dell art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993 in coerenza con il nuovo confine della Zona faunistica delle Alpi. L art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993 dispone che: la caccia è vietata sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell avifauna per una distanza di mille metri dagli stessi; i valichi sono individuati dal Consiglio regionale su proposta delle Province, sentito l INFS, esclusivamente nel comparto di maggior tutela della Zona faunistica delle Alpi e devono essere indicati nei piani di cui agli art. 12 e a14 (piani faunistico venatori regionale e provinciale) e nei calendari venatori. Come già detto, è possibile, nello spirito dei riferimenti normativi sopra richiamati, distinguere con sufficiente chiarezza il confine tra la Zona faunistica delle Alpi e il restante territorio bergamasco sulla base delle considerazioni di tipo floristico e faunistico integrate da considerazioni di tipo orografico e altimetrico. Le unità di gestione all interno della Zona faunistica delle Alpi sono denominate Comprensori Alpini di Caccia: Valle Brembana, Valle Seriana, Valle Borlezza, Valle di Scalve e Prealpi Bergamasche, la cui perimetrazione è visualizzata nei distinti allegati cartografici. Ai sensi dell art. 27, c. 2-bis, della L.R. 26/1993 le Province possono istituire all interno dei Comprensori Alpini di caccia, di concerto con questi due distinti comparti venatori, denominati l uno Zona di maggior tutela e l altro Zona di minor tutela, con l esercizio della caccia differenziato in relazione alla peculiarità degli ambienti e delle specie di fauna selvatica ivi esistenti e meritevoli di particolare tutela. La ripartizione tra i due distinti comparti (Zona di maggior tutela - A e Zona di minor tutela - B) è visualizzata nelle cartografie allegate parti integranti della presente pianificazione. Come già ricordato, ai sensi dell art. 27, c. 2-bis, L.R. 26/1993 le Province possono istituire all interno dei comprensori alpini di caccia, di concerto con questi, due distinti comparti venatori, denominati l uno Zona di maggior tutela (Zona A) e l altro Zona di minor tutela (Zona B), con l esercizio della caccia differenziato in relazione alla peculiarità degli ambienti e delle specie di fauna selvatica ivi esistenti e meritevoli di particolare tutela. 174
3 Al fine di individuare i due comparti, definiti in dettaglio nelle tavole cartografiche di riferimento di ciascun Comprensorio alpino: Valle Brembana, Valle Seriana, Valle di Scalve, Valle Borlezza e Prealpi Bergamasche sono stati considerati i seguenti elementi principali: elemento vegetazionale: perché il limite superiore della zona fitoclimatica del castagno e della roverella demarca significativamente ecosistemi all interno della Zona Alpi come sopra individuata; elemento faunistico: perché è opportuno che gli areali di presenza dei tetraonidi (pernice bianca, francolino di monte, gallo cedrone, gallo forcello) della coturnice alpina, della lepre variabile e dello stambecco, della marmotta e dell ermellino,specie alpine di notevole rilevanza ecologica e faunistica, siano compresi interamente entro il limite della Zona di maggior tutela; elemento antropico: in quanto le aree di minor tutela sono state individuate anche in base all intensità dell azione antropica, valutata soprattutto in termini di insediamenti e infrastrutture. Una volta individuata la Zona di maggior tutela (Zona A), i confini della zona di minor tutela (Zona B) sono stati individuati di riflesso; ne consegue che le nuove aree incluse nella nuova perimetrazione della Zona faunistica delle Alpi (CA Prealpi Bergamasche ), ora delimitata dalla linea di contatto delle alluvioni, cioè della pianura, con i rilievi collinari, sono da considerarsi come una naturale estensione della Zona di minor tutela in quanto aventi caratteristiche vegetazionali, faunistiche e antropiche proprie di questo comparto, salvo quanto indicato nella cartografia a pagina 25 (*). Alla luce della precedenti considerazioni, della richiamata normativa regionale, nonché degli elaborati allegati alla proposta di Piano faunistico venatorio regionale, predisposto dall Università degli Studi dell Insubria, dall Università degli Studi Milano-Bicocca e dall Università degli Studi di Pavia, nella presente pianificazione risultano individuati i seguenti valichi montani, subordinati al divieto di caccia per un raggio di metri come previsto dall art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993: Valico Passo del Giovo, in Comune di Schilpario e Paisco Loveno (BS); Valico Passo della Manina, in Comune di Valbondione e Vilminore di Scalve; Valico Passo Portula, in Comune di Carona e Gandellino; Valico Passo Val Sanguigno, in Comune di Valgoglio, Ardesio e Branzi; Valico di Passo Cà San Marco, in Comune di Averara, Mezzoldo e Morbegno (SO); (*) Così come emendato 175
4 Valico del Giogo della Presolana, in Comune di Castione della Presolana, Colere e Angolo Terme (BS); Passo del Vivione, in Comune di Schilpario. La presente pianificazione individua i sopracitati valichi ai fini della proposta al Consiglio Regionale, di cui al richiamato art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993, classificando nel frattempo le rispettive aree, aventi un raggio di metri, come Oasi di Protezione di cui all'art. 17 della L.R.26/1993, ad esclusione dei Valichi Manina, Presolana, Giovo, Vivione le cui rispettive aree, aventi un raggio di metri, sono classificate come zone di divieto di caccia. La transitoria qualificazione cesserà di avere efficacia una volta individuati i valichi da parte del Consiglio Regionale. (*) (*) Così come emendato 176
5 Localizzazione dei Valchi Montani assoggettati al divieto di caccia (art. 43 c. 3 L.R. 26/93) Passo del Giovo Passo Cà San Marco Passo della Portula Passo Manina Passo del Vivione Passo Val Sanguigno Giogo della Presolana N O E S metri
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