I Riperimetrazione territoriale della Zona faunistica delle Alpi.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "I Riperimetrazione territoriale della Zona faunistica delle Alpi."

Transcript

1 I Riperimetrazione territoriale della Zona faunistica delle Alpi. 1. Premessa giuridica. La sentenza n del del TAR Lombardia, Brescia, ha accolto la censura relativa all individuazione territoriale della Zona faunistica delle Alpi,aggiornata al 1997, per carenza di motivazione. La nuova riperimetrazione della Zona Alpi è delimitata nella presente pianificazione tenendo quale riferimento il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia (approccio condiviso e fatto proprio dalla CTU nel giudizio avanti al TAR Brescia), e la delimitazione geografica e territoriale prevista dalla Convenzione per la Protezione delle Alpi; la nuova perimetrazione è migliorativa rispetto alla proposta originaria (doc. n. 29 depositato nel giudizio avanti al TAR Brescia n. 37/2007 r.g.) in quanto prende in considerazione un maggior numero di variabili biotiche, abiotiche e antropiche. 2. Nuova perimetrazione della Zona faunistica delle Alpi in ottemperanza alle sentenze del TAR Lombardia, Brescia, n. 1532/2010 e n 1573/2011. L art. 27 della L.R , n. 26 stabilisce il criterio di individuazione del territorio della Zona faunistica delle Alpi sulla base della consistente presenza della tipica flora e fauna alpina recependo integralmente quanto previsto dall art. 11 della L , n Nella presente pianificazione, così come già indicato nella carta delle vocazioni faunistiche della Regione Lombardia (AA.VV. 1984), nella proposta di Piano Faunistico Venatorio della Regione Lombardia (Università degli Studi di Milano Bicocca, Università degli Studi dell Insubria e Università degli Studi di Pavia) e nella Convenzione per la protezione delle Alpi, nota come Convenzione delle Alpi stipulata nel 1991, ed entrata in vigore nel 1995, il tema dell individuazione della Zona Alpi viene riconsiderato nella presente pianificazione, prioritariamente sulla base di osservazioni di carattere faunistico e floristico vegetazionale, integrate da recenti acquisizioni scientifiche in materia Aspetti faunistici. La caratterizzazione della Zona Alpi, se considerata esclusivamente da un punto di vista faunistico comporta una serie di problematiche e talvolta di contraddizioni di difficile risoluzione. 18

2 In una accezione restrittiva, si dovrebbe considerare tipica fauna alpina solo quelle specie che frequentano in modo pressoché esclusivo l orizzonte alpino del piano culminale, in pratica, le praterie d alta quota posta al di sopra del limite della vegetazione arborea (circa 1800 m.); in questo senso tra le specie di interesse venatorio rientrerebbero solo la pernice bianca (Lagopus mutus), la lepre alpina (Lepus timidus) e lo stambecco (Capra ibex). Con tale accezione di fauna alpina non verrebbero quindi considerate specie come il camoscio (Rupicapra rupicapra), il gallo forcello (Tetrao tetrix), il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il francolino di monte (Bonasa bonasia) e la coturnice (Alectoris graeca), di conseguenza, resterebbero escluse dalla perimetrazione della Zona Alpi tutte le aree forestali in cui queste specie risultano insediate o potenzialmente insediabili. Partendo invece dal presupposto che il legislatore intendesse tutelare maggiormente, anche e soprattutto queste specie, premessa, quest ultima, che ha incontrato il favore del TAR Lombardia, Brescia, nella sentenza n. 1532/2010, diventa ora necessario abbandonare il vecchio criterio ecologico in senso stretto, per adottare un criterio più propriamente geografico che consenta di considerare fauna alpina (tipica), la fauna selvatica presente nei suoi limiti geografici esclusivamente sulle Alpi. Questa pur valida interpretazione di fauna alpina trova tuttavia un limite nella locuzione contenuta nella normativa vigente consistente presenza (art. 27, c. 1, L.R. 26/1993), Secondo un criterio tecnicamente corretto, il concetto di consistente presenza dovrebbe coincidere con valori di densità che si avvicinino a quelli di densità biotica, cioè di massima densità raggiungibile in un determinato ambiente naturale da una popolazione animale selvatica, senza che si manifestino squilibri, sia all interno della stessa specie, sia nei rapporti tra questa e le altre componenti della biocenosi. Pertanto, in teoria, la definizione di consistente presenza ai fini dell individuazione della Zona Alpi potrebbe derivare dall applicazione dei modelli di valutazione ambientale adottati per stabilire il carico massimo possibile dei vari territori in relazione alle diverse specie, da confrontarsi con i risultati di operazioni di censimento. Tuttavia tale approccio, pur teoricamente valido, condurrebbe probabilmente all esclusione della Zona Alpi di numerose aree che, allo stato attuale, non risultano dotate di consistente presenza di fauna tipica alpina nell accezione sopra indicata, ma ne esprimono una soignificativa vocazionalità. Non va inoltre dimenticato che la consistente presenza è un elemento troppo soggetto a variazioni dovute a fattori esterni, in particolare, al tipo di gestione e di pressione venatoria 19

3 esercitata sulla fauna selvatica, per poter essere considerata quale elemento discriminante. In realtà, anche in relazione all espansione degli areali di alcune specie, quali, in particolare il camoscio (Rupicapra rupicapra), l unico criterio proponibile pare quello di comprendere nella Zona Alpi tutti quei territori vocazionalmente adatti alle specie alpine, basandosi di conseguenza non solo su criteri esclusivamente zoologici, ma anche sulle caratteristiche climatiche, morfologiche e vegetazionali del territorio montano bergamasco, indipendentemente dalle attuali condizioni faunistiche. Questa interpretazione è inoltre tesa a favorire ulteriormente l affermarsi di sempre più corretti, moderni e sostenibili criteri di gestione della fauna selvatica, anche là ove l attuale assenza o carenza di specie selvatiche è dovuta non tanto alla mancanza degli habitat adatti, quanto piuttosto a squilibri della gestione faunistico venatoria. Occorre inoltre sottolineare come nella definizione del territorio della Zona Alpi si debba tenere conto della continua evoluzione storico-dinamica del contesto ambientale. Infatti, l attuale perimetrazione della Zona Alpi, ancor oggi quasi identica a quella realizzata negli anni settanta, fa riferimento ad una realtà zoologica e ambientale diversa da quella odierna. Negli ultimi decenni sono intervenuti profondi mutamenti soprattutto nell ambiente montano e pedemontano della provincia coincidente con l attuale territorio dell A.T.C. Prealpino; del tutto evidenti sono l abbandono dei coltivi in collina e sui terrazzamenti, il rimboschimento naturale e artificiale, l'abbandono di interventi di ceduazione e la drastica contrazione dell alpeggio bovino che hanno, indubbiamente, modificato l assetto faunistico e forestale della fascia mediana e bassa delle valli bergamasche Una conferma, in tal senso, viene dall ampliamento dell areale di presenza del camoscio alpino (Rupicapra rupicapra) registrato nell ultimo ventennio in ambienti finora ricompresi nell A.T.C. Prealpino anche nell orizzonte delll'ostrio-carpineto e addirittura dei castagneti. Ad esempio, sul Monte Cavlera (in Comune di Vertova), sul Monte Zucco (in Comune di S. Pellegrino T.), sul Castello della Regina (in Comune di Brembilla) e Corna Camozzera (in Comune di Valsecca) sono insediate stabilmente da alcuni anni neo-popolazioni di questa antilope alpina. Appare pertanto evidente l opportunità di affrontare il problema della definizione dei nuovi confini della zona Alpi seguendo anche altri criteri, diversi da quello strettamente faunistico, ma in grado di integrarlo. 20

4 2.2. Aspetti floristico-vegetazionali. Il territorio della Zona Alpi è individuato, ai sensi del citato comma 1, dell art. 27 della L.R. 26/1993, in base alla consistente presenza della tipica flora e fauna alpina. Per quanto attiene la fauna alpina già si detto nel precedente paragrafo. Le conoscenze relative alla distribuzione areale delle specie vegetali nel territorio alpino hanno portato all elaborazione di alcuni schemi sintetici dai quali è possibile dedurre linee generali utili per una più corretta individuazione della Zona Alpi. Occorre preliminarmente fare una premessa di ordine semantico: 1. il termine alpino è usato in senso ampiamente geografico per tutti i fenomeni, organismi o sistemi che riguardano le Alpi in tutta la loro estensione geografica. E' utile ricordare che la perimetrazione di questa particolare ecoregione è stata individuata dalla Convenzione per la protezione delle Alpi, accordo multilaterale che delinea i principi e i campi di azione più urgenti per la loro conservazione, ratificato da nove Stati dell Unione Europea. Per le specie vegetali che hanno la loro distribuzione coincidente con l arco alpino o almeno in parte, si parla oggi, con maggiore proprietà, di specie alpiane ; 2. si definiscono invece propriamente alpine, le specie e le associazioni vegetali che si trovano al di sopra del limite della vegetazione legnosa, arborea e arbustiva, cioè nell orizzonte altimetrico alpino, per citare solo alcune tra le più note, la stella alpina (Leontopodium alpinum), il rododendro (Rhododendron ferrugineum) e la genziana (Genthiana acaulis). Si può quindi dedurre che il criterio ecologico in senso stretto, non può essere utile per la definizione della Zona Alpi, perché decisamente riduttivo, mentre risulta più efficace, ai fini della presente pianificazione, individuare questa macro-area sulla base di peculiarità vegetazionali che delimitano in modo evidente il passaggio tra la regione alpina e il restante territorio. E altresì dimostrato che esiste un gradiente ovest-est al piede orografico delle Prealpi, che delimita in modo assai evidente il passaggio tra la regione alpina in generale e l alta pianura. Pirola & Sartori, in un pregevole saggio del 1989 in cui è stata analizzata la variazione in corotipi vegetali (piante vascolari) lungo una sezione nord-sud della Lombardia, hanno dimostrato che la nostra Regione può essere suddivisa in tre grandi complessi fitosociologici e floristici: quello alpino, quello planiziale e quello appenninico, tutti ben distinguibili per la variazione di elementi corologici. 21

5 In particolare, la ricerca ha dimostrato: la grande diversità di habitat vegetazionali della montagna; l appartenenza delle foreste mesofile insubriche dominate da roverella, carpino nero e orniello al contesto alpino. Di conseguenza, la delimitazione della Zona Alpi su basi altimetriche, vale a dire definendone il confine sulla linea orografica che divide la pianura dalla montagna, trova sufficienti giustificazioni fitogeografiche. Con approssimazione realistica per la nostra Provincia, si può allora stabilire il limite inferiore della Zona Alpi sul punto di contatto della fascia collinare (orizzonte sub montano della roverella) con la pianura, assumendo nella prassi la differenza del rilievo orografico come punto di riferimento Individuazione dei nuovi confini della Zona Alpi. Da quanto sopra esposto, è possibile, nello spirito dei riferimenti normativi richiamati, distinguere con sufficiente chiarezza il confine tra la Zona faunistica delle Alpi e il restante territorio bergamasco sulla base delle considerazioni di tipo floristico e faunistico integrate da considerazioni di tipo orografico e altimetrico. In tal senso, il confine più razionale della Zona faunistica delle Alpi, in linea con la pronuncia del T.A.R. Lombardia, Brescia del , n. 1532, in sintonia con il Piano Faunistico Venatorio della Regione Lombardia, ancorché non approvato, predisposto dalle Università degli Studi di Milano Bicocca, dell Insubria e di Pavia, condivisa e fatta propria dalla CTU nel giudizio avanti al TAR Brescia, nonché in piena coerenza con l area di applicazione della Convenzione per la protezione delle Alpi, risulta la linea di contatto delle alluvioni, cioè della pianura, con i rilievi collinari. Più nel dettaglio, richiamato l art. 28, c. 1, della L.R. 26/1993, che dispone ai fini di quanto previsto dall art. 14, c. 3, lett. g), le Province sentite le organizzazioni professionali agricole e le associazioni venatorie, ripartiscono il territorio agro-silvo-pastorale destinato alla caccia programmata ai sensi dell art. 13, c. 6, in ambiti territoriali e comprensori alpini di caccia omogenei e delimitati esclusivamente da confini naturali e/o ferrovie, autostrade, strade statali o provinciali e altri manufatti evidentemente rilevabili ; si individua il nuovo confine della Zona faunistica delle Alpi nell apposita cartografia parte integrante e sostanziale della presente pianificazione, che contestualmente istituisce il Comprensorio alpino di caccia Prealpi Bergamasche delimitato a Nord dal vecchio confine della Zona faunistica delle Alpi abrogato dalla presente pianificazione, a Sud dal nuovo confine della 22

6 Zona faunistica delle Alpi come sopra descritto, ad Est dalla provincia di Brescia ed a Ovest dalla provincia di Lecco. In conseguenza a quanto sopra ed al fine di disciplinare coerentemente l'esercizio della caccia vagante nel novellato Comprensorio Alpino, non sono tenuti al colloquio di cui all art. 27, comma 11, L.R. 26/1993, esclusivamente per l'esercizio venatorio in forma vagante sul territorio del Comprensorio Alpino di Caccia Prealpi Bergamasche, i cacciatori del predetto Comprensorio, che hanno già esercitato la caccia vagante sul territorio dell ex ATC Prealpino (oggi in parte CAC Prealpi Bergamasche), anteriormente all approvazione della presente pianificazione e che risultino iscritti all'ex ATC Prealpino nella stagione venatoria 2012/2013, la deroga è estesa altresì ai cacciatori che negli anni scorsi hanno cacciato nell ATC Prealpino ed hanno smesso solo per mancato rinnovo della licenza di caccia e non per spostamento in altro ATC. Caccia sulla neve nella Zona Faunistica delle Alpi. Premesso che la normativa nazionale e regionale non prevede alcuna disposizione a tutela della fauna selvatica stanziale o migratoria quando il terreno è coperto in tutto o nella maggior parte da neve, la presente pianificazione al fine di mitigare la pressione venatoria sulle specie selvatiche prevede il divieto di caccia su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, ad eccezione della caccia di selezione agli ungulati poligastrici e al cinghiale anche in forma collettiva, nonché al gallo forcello e dagli appostamenti fissi alla cesena ed al tordo sassello Criteri per l individuazione delle Zone di maggiore e minore tutela. Ai sensi dell art. 27, c. 2-bis, della L.R , n. 26, le Province possono istituire all interno dei comprensori alpini di caccia, di concerto con questi, due distinti comparti venatori, denominati l uno Zona di maggior tutela (Zona A) e l altro Zona di minor tutela (Zona B), con l esercizio della caccia differenziato in relazione alla peculiarità degli ambienti e delle specie di fauna selvatica ivi esistenti e meritevoli di particolare tutela. Al fine di individuare i due comparti, definiti in dettaglio nelle tavole cartografiche di riferimento di ciascun Comprensorio alpino: Valle Brembana, Valle Seriana, Valle di Scalve, Valle Borlezza e Prealpi bergamasche, sono stati considerati i seguenti elementi principali: 23

7 elemento vegetazionale: perché il limite superiore della zona fitoclimatica del castagno e della roverella demarca significativamente ecosistemi all interno della Zona Alpi come sopra individuata; elemento faunistico: perché è opportuno ricomprendere gli areali di presenza dei tetraonidi (pernice bianca, francolino di monte, gallo cedrone, gallo forcello) della coturnice alpina, della lepre variabile e dello stambecco, della marmotta e dell ermellino, specie alpine di notevole rilevanza ecologica e faunistica, interamente entro il limite della Zona di maggior tutela. I confini della zona di minor tutela sono stati individuati di riflesso; elemento antropico: in quanto le aree di minor tutela sono state individuate anche in base all intensità dell azione antropica, valutata soprattutto in termini di insediamenti e di infrastrutture. La distinzione della Zona Alpi in due distinti comparti a diverso gradiente di tutela, si rende necessaria al fine di ridurre la pressione venatoria nella zona identificata come di maggior tutela (Zona A), quest'ultimo comparto è caratterizzato dall accesso misurato dei cacciatori e da una stagione venatoria più breve. A tale proposito, sulla base dei criteri sopra esposti, la suddivisione della Zona Alpi in due comparti a diverso grado di gestione faunistico - venatoria viene così individuata: Un comparto - Zona B - ossia di minor tutela, orientativamente attestato sotto la quota altimetrica 1600 mt. s.l.m, comprendente gran parte dell'habitat della beccaccia ed eventualmente della lepre comune, al di sotto dell'habitat del gallo forcello. Un comparto - Zona A - ossia di maggior tutela per via di un più alto valore naturalistico e venatorio, caratterizzato dalla presenza di specie non ripristinabili (gallo forcello, francolino di monte, pernice bianca, lepre alpina, coturnice), dove attuare una minor pressione venatoria ed un prelievo rigorosamente correlato al successo riproduttivo annuale di queste specie. In questo comparto sono vietate qualsiasi immissione di fauna selvatica allevata, salvo si tratti di progetti specifici approvati dalla Provincia e, per la parte ricadente nei siti di Rete Natura 2000, in accordo con gli Enti gestori. La delimitazione tra la Zona di maggior tutela (Zona A) e la Zona di minor tutela (Zona B) prevista nella presente pianificazione è descritta nelle apposite cartografie che ne costituiscono parte integrante sostanziale. 24

8 Comprensorio Alpino di caccia "Prealpi Bergamasche" Zona di minor tutela Zona di maggior tutela(*) (*) così come emendato

9 26

10 27

11 Comprensorio Alpino di Caccia "Vallle Borlezza" Zona di maggior tutela N Zona di minor tutela metri 28

12 Comprensorio Alpino di Caccia "Val di Scalve" Zona di maggior tutela N Zona di minor tutela metri 29

2. Premessa giuridica.

2. Premessa giuridica. III Individuazione dei valichi montani di cui all art. 43, c. 3, L.R. 26/1993 in coerenza alla nuova riperimetrazione della Zona faunistica delle Alpi. 1. Individuazione dei flussi di migrazione. Nell'area

Dettagli

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE DI SCALVE

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE DI SCALVE COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE DI SCALVE 166 Comprensorio Alpino di Caccia Val di Scalve Comuni appartenenti all ambito. Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio

Dettagli

DECRETO N Del 20/07/2016

DECRETO N Del 20/07/2016 DECRETO N. 7145 Del 20/07/2016 Identificativo Atto n. 3802 PRESIDENZA Oggetto AUTORIZZAZIONE DELLA CACCIA DI SELEZIONE AL CAPRIOLO, AL CERVO, AL MUFLONE E DEI RELATIVI PIANI DI PRELIEVO, NEI COMPRENSORI

Dettagli

DECRETO N Del 29/09/2016

DECRETO N Del 29/09/2016 DECRETO N. 9541 Del 29/09/2016 Identificativo Atto n. 5334 PRESIDENZA Oggetto AUTORIZZAZIONE AL PRELIEVO DI AVIFAUNA TIPICA ALPINA NEI COMPRENSORI ALPINI DI BRESCIA BRESCIA CA1 PONTE DI LEGNO, CA2 EDOLO,

Dettagli

7.1 Aree protette. La protezione della natura viene realizzata mediante. l istituzione di diverse tipologie di aree protette:

7.1 Aree protette. La protezione della natura viene realizzata mediante. l istituzione di diverse tipologie di aree protette: NATURA Pagina 200.1 Aree protette Figura.1 Grado di urbanizzazione dei comuni della provincia di Lecco 200 L istituzione di aree protette in provincia di Lecco deve tener conto della diversa situazione

Dettagli

Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche

Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni; Vista la legge regionale 6 marzo 2008,

Dettagli

L esercizio venatorio nella stagione 2014/2015, è consentito con le seguenti modalità:

L esercizio venatorio nella stagione 2014/2015, è consentito con le seguenti modalità: ALLEGATO A CALENDARIO VENATORIO PER LA STAGIONE 2014/2015 L esercizio venatorio nella stagione 2014/2015, è consentito con le seguenti modalità: 1) SPECIE E PERIODI DI ATTIVITA' VENATORIA 1.1. Ai fini

Dettagli

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017. Articolo 1 (Caccia programmata)

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017. Articolo 1 (Caccia programmata) CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017 Articolo 1 (Caccia programmata) 1. Ai fini della razionale gestione delle risorse faunistiche sull intero territorio della Liguria si applica

Dettagli

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VERONA

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VERONA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VERONA Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157, ed in particolare gli articoli 9 e 18 in ordine, rispettivamente, alle competenze della Provincia di materia di prelievo

Dettagli

Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino

Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino Le Banche dati sulla biodiversità nel Parco di Paneveggio-Pale Pale di San Martino Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino Trento, 11 febbraio 2010 Le Banche dati sulla vegetazione - Cartografia di

Dettagli

L esercizio venatorio, nella stagione 2013/2014, è consentito con le seguenti modalità:

L esercizio venatorio, nella stagione 2013/2014, è consentito con le seguenti modalità: ALLEGATO A La Giunta regionale Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 Visto l art. 11- quaterdecies della legge 2 dicembre 2005, n. 248 Visto l art. 40 della l.r. 4 maggio 2012, n. 5 Vista la D.G.R. n.

Dettagli

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2013/2014

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2013/2014 CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2013/2014. ARTICOLO 34, COMMA 4, LEGGE REGIONALE 1 LUGLIO 1994, N. 29 (NORME REGIONALI PER LA PROTEZIONE DELLA FAUNA OMEOTERMA E PER IL PRELIEVO VENATORIO)

Dettagli

DECRETO N Del 26/09/2016

DECRETO N Del 26/09/2016 DECRETO N. 9360 Del 26/09/2016 Identificativo Atto n. 5294 PRESIDENZA Oggetto ATTIVAZIONE CACCIA ALLA LEPRE COMUNE PER LA STAGIONE VENATORIA 2016/2017 UTR INSUBRIA - COMO. L'atto si compone di pagine di

Dettagli

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE SERIANA

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE SERIANA COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE SERIANA 135 Comprensorio Alpino di Caccia Val Seriana Superficie totale 32.576,33 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 31.449,52 Comuni appartenenti all ambito

Dettagli

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2014/2015. Articolo 1 (Caccia programmata)

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2014/2015. Articolo 1 (Caccia programmata) Anno XLV - N. 16 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LIGURIA Parte II 16.04.2014 - pag. 32 CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2014/2015 Articolo 1 (Caccia programmata) 1. Ai fini della

Dettagli

CAPO I. CALENDARIO VENATORIO PER LE STAGIONI VENATORIE 2008/2009, 2009/2010 e 2010/2011. Articolo 1 (Caccia programmata)

CAPO I. CALENDARIO VENATORIO PER LE STAGIONI VENATORIE 2008/2009, 2009/2010 e 2010/2011. Articolo 1 (Caccia programmata) LEGGE REGIONALE 6 GIUGNO 2008 N. 12 Calendario venatorio regionale triennale e modifiche alla legge regionale 1 luglio 1994, n. 29 (norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo

Dettagli

VII Zone di allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile.

VII Zone di allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile. VII Zone di allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile. L art. 13 della L.R. 16.08.1993, n. 26, nel disciplinare la destinazione del territorio agrosilvo-pastorale, prevede che

Dettagli

Modalità di calcolo della quota protetta di TASP (territorio agro-silvo-pastorale)

Modalità di calcolo della quota protetta di TASP (territorio agro-silvo-pastorale) II Modalità di calcolo della quota protetta di TASP (territorio agro-silvo-pastorale) 1. Premessa giuridica. La sentenza n. 1532 del 9.04.2010 del TAR Lombardia, Brescia, ha accolto la censura relativa

Dettagli

DECRETO N Del 27/09/2016

DECRETO N Del 27/09/2016 DECRETO N. 9417 Del 27/09/2016 Identificativo Atto n. 473 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA Oggetto CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016-2017: GIORNATE INTEGRATIVE SETTIMANALI DI CACCIA DA APPOSTAMENTO FISSO

Dettagli

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BREMBANA

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BREMBANA COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BREMBANA 120 Comprensorio Alpino di Caccia Val Brembana Superficie totale (Ha) 51.661,11 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 50.480,40 Comuni appartenenti

Dettagli

Il Consiglio regionale Assemblea legislativa della Liguria ha approvato. IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA promulga CAPO I

Il Consiglio regionale Assemblea legislativa della Liguria ha approvato. IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA promulga CAPO I REGIONE LIGURIA ----------- LEGGE REGIONALE 1 GIUGNO 2011 N. 12 CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LE STAGIONI 2011/2012, 2012/2013 E 2013/2014. MODIFICHE AGLI ARTICOLI 6 E 34 DELLA LEGGE REGIONALE 1 LUGLIO

Dettagli

Il cacciatore produttore primario

Il cacciatore produttore primario Direzione Generale Sanità Il cacciatore produttore primario Possibilità di commercializzazione in Lombardia F. Castoldi - Brescia, 5 Ottobre 210 Il cacciatore come produttore primario (ai sensi dei Reg.

Dettagli

REPUBBLICA ITALIANA. Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale

REPUBBLICA ITALIANA. Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale D.D.G. n. 402 REPUBBLICA ITALIANA VISTO lo Statuto della Regione Siciliana; Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale VISTA la Legge

Dettagli

DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016/2017 E CONTESTUALE MODIFICA DELLA DELIBERAZIONE N DEL 19 LUGLIO 1994

DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016/2017 E CONTESTUALE MODIFICA DELLA DELIBERAZIONE N DEL 19 LUGLIO 1994 DELIBERAZIONE N X / Seduta del Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali FABRIZIO SALA Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI FRANCESCA BRIANZA CRISTINA CAPPELLINI LUCA

Dettagli

CALENDARIO VENATORIO RELATIVO ALL INTERO TERRITORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017

CALENDARIO VENATORIO RELATIVO ALL INTERO TERRITORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017 ALLEGATO A CALENDARIO VENATORIO RELATIVO ALL INTERO TERRITORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017 L esercizio venatorio nella stagione 2016/2017, è consentito con le seguenti modalità: 1) SPECIE E PERIODI

Dettagli

Cosa cambia: cultura della sicurezza pianificazione e programmazione regionale faunistico-venatoria nuovi organismi informativi e consultivi

Cosa cambia: cultura della sicurezza pianificazione e programmazione regionale faunistico-venatoria nuovi organismi informativi e consultivi 1 Cosa cambia: cultura della sicurezza pianificazione e programmazione regionale faunistico-venatoria nuovi organismi informativi e consultivi governance regionale istituti faunistici e faunistico-venatori

Dettagli

AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE E AGRI TURISTICO VENATORIE

AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE E AGRI TURISTICO VENATORIE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE E AGRI TURISTICO VENATORIE Le Aziende Faunistiche venatorie e agri turistico venatorie sono disciplinate oltre che dall art. 38 della L.R. 16.08.93 n.26 dalla D.G.R. 19 giugno

Dettagli

LA VARIANTE DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE. La Variante del Piano Paesaggistico Regionale: a che punto siamo CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE

LA VARIANTE DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE. La Variante del Piano Paesaggistico Regionale: a che punto siamo CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE giovedì 29 giugno 2017 // Centro Studi PIM - Villa Scheibler La Variante del Piano Paesaggistico Regionale: a che punto siamo [Centro Studi PIM] PROGRAMMA 2 UNA NUOVA GENERAZIONE DI PIANI PAESAGGISTICI

Dettagli

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 19 giugno 2009 Elenco delle Zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE. (09A07896) IL MINISTRO

Dettagli

AMBITO TERRITORIALE CACCIA LA SPEZIA SETTEMBRE 2013

AMBITO TERRITORIALE CACCIA LA SPEZIA SETTEMBRE 2013 AMBITO TERRITORIALE CACCIA LA SPEZIA SETTEMBRE 2013 In adempimento alla L.R. 29/94 art. 22 c. 2 si procede alla presentazione del programma annuale degli interventi per l attività faunistica dell Ambito

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITA VENATORIA DELLA CACCIA AL CINGHIALE E DELLA ISCRIZIONE DELLE SQUADRE CINGHIALISTE. Art.

REGOLAMENTO INTERNO PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITA VENATORIA DELLA CACCIA AL CINGHIALE E DELLA ISCRIZIONE DELLE SQUADRE CINGHIALISTE. Art. REGOLAMENTO INTERNO PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITA VENATORIA DELLA CACCIA AL CINGHIALE E DELLA ISCRIZIONE DELLE SQUADRE CINGHIALISTE. Art. 1 Consistenza della Specie Il Comitato di Gestione dell ATC

Dettagli

DELIBERAZIONE N X / 5561 Seduta del 12/09/2016

DELIBERAZIONE N X / 5561 Seduta del 12/09/2016 DELIBERAZIONE N X / 5561 Seduta del 12/09/2016 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali FABRIZIO SALA Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI FRANCESCA BRIANZA CRISTINA

Dettagli

Il cacciatore produttore primario:

Il cacciatore produttore primario: Il cacciatore produttore primario: realtà bresciana e composizione del carniere 5 ottobre 2010 a cura di Michela Giacomelli PROVINCIA DI BRESCIA PREMESSA In provincia di Brescia si effettua la caccia agli

Dettagli

Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013

Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013 Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013 Settore Politiche Ambientali Piano di Azzonamento Acustico Classifica il territorio in zone acustiche omogenee, assegnando ad ogni porzione

Dettagli

2012-2013 CALENDARIO. Per la caccia da appostamento fisso. Sintesi Normativa. 1. ADDEStRAmENtO E ALLENAmENtO DEI CANI. ASSESSORAtO ALLA CACCIA

2012-2013 CALENDARIO. Per la caccia da appostamento fisso. Sintesi Normativa. 1. ADDEStRAmENtO E ALLENAmENtO DEI CANI. ASSESSORAtO ALLA CACCIA CALENDARIO venatorio 2012-2013 Per la caccia da appostamento fisso Sintesi Normativa ASSESSORAtO ALLA CACCIA L esercizio della caccia nel territorio provinciale è disciplinato dalla normativa vigente ed

Dettagli

OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico

OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico RISOLUZIONE 352/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 05 dicembre 2007 OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico Con l istanza di interpello di cui all oggetto,

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 33 DEL REGIONE VALLE D'AOSTA

LEGGE REGIONALE N. 33 DEL REGIONE VALLE D'AOSTA LEGGE REGIONALE N. 33 DEL 2-09-1996 REGIONE VALLE D'AOSTA Modificazioni alla legge regionale 27 agosto 1994, n. 64 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per la disciplina dell' attività

Dettagli

REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA

REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA per l eradicazione della peste suina africana Determinazione prot. 554, n. 22 del 22.09.2016 Oggetto: Censimento cacciatori nelle zone bianche ai sensi dell art. 3, comma 3 della determinazione prot. 138,

Dettagli

Provincia di Bergamo CALENDARIO VENATORIO 2010/2011

Provincia di Bergamo CALENDARIO VENATORIO 2010/2011 Provincia di Bergamo CALENDARIO VENATORIO 2010/2011 L'esercizio della caccia nel territorio della provincia di Bergamo, durante la stagione 2010/2011 è disciplinato dalla normativa statale e regionale

Dettagli

DECRETO N Del 23/11/2016

DECRETO N Del 23/11/2016 DECRETO N. 12088 Del 23/11/2016 Identificativo Atto n. 6847 PRESIDENZA Oggetto DETERMINAZIONE IN ORDINE ALLE DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE VENATORIA 2016/2017

Dettagli

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BORLEZZA

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BORLEZZA COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BORLEZZA 150 Comprensorio Alpino di Caccia Val Borlezza Superficie totale 20.354,43 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 18.333,95 Comuni appartenenti all

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA MORI

SCUOLA PRIMARIA MORI SCUOLA PRIMARIA MORI CLASSE: 5 A DOCENTE: BENONI MERCEDES DISCLIPLINA: GEOGRAFIA Anno Scolastico: 2015-2016 Leggere l organizzazione di un territorio, utilizzando il linguaggio, gli strumenti e i principi

Dettagli

A relazione dell'assessore Valmaggia:

A relazione dell'assessore Valmaggia: REGIONE PIEMONTE BU36 10/09/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 31 luglio 2015, n. 52-1979 Legge regionale del 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversita'".

Dettagli

Determinazione n. 2671 del 05/10/2015

Determinazione n. 2671 del 05/10/2015 PROVINCIA DI GROSSETO FRONTESPIZIO Determinazione n. 2671 del 05/10/2015 IP N 2882/2015 OGGETTO: Disposizioni relativamente al regolamento regionale di attuazione della LRT 3/1994 artt. 88 comma 1, 90

Dettagli

Il ruolo e il coinvolgimento del CFA nell Osservatorio Regionale per la Biodiversità

Il ruolo e il coinvolgimento del CFA nell Osservatorio Regionale per la Biodiversità Il ruolo e il coinvolgimento del CFA nell Osservatorio Regionale per la Biodiversità Il coinvolgimento del Parco Monte Barro /Centro Flora Autoctona (CFA) nell Osservatorio Regionale della Biodiversità

Dettagli

AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA MC 2 Val di Chienti

AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA MC 2 Val di Chienti AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA MC 2 Val di Chienti ******* REGOLAMENTO DELLE AREE DI RISPETTO (2016) 1 1. PREMESSA La Legge regionale 18 luglio 2011, n.15 concernente modifiche alla legge regionale 5 gennaio

Dettagli

DECRETO N Del 20/06/2016

DECRETO N Del 20/06/2016 DECRETO N. 5734 Del 20/06/2016 Identificativo Atto n. 2880 PRESIDENZA Oggetto ATTIVAZIONE CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE, STAGIONE VENATORIA 2016-2017 UTR INSUBRIA COMO. L'atto si compone di pagine di

Dettagli

REGOLAMENTO PROVINCIALE PER LA GESTIONE FAUNISTICO VENATORIA DEL CINGHIALE NEL TERRITORIO A CACCIA PROGRAMMATA DELL A.T.C.

REGOLAMENTO PROVINCIALE PER LA GESTIONE FAUNISTICO VENATORIA DEL CINGHIALE NEL TERRITORIO A CACCIA PROGRAMMATA DELL A.T.C. REGOLAMENTO PROVINCIALE PER LA GESTIONE FAUNISTICO VENATORIA DEL CINGHIALE NEL TERRITORIO A CACCIA PROGRAMMATA DELL A.T.C. ART. 1 FINALITÀ Il presente regolamento disciplina la gestione faunistico-venatoria

Dettagli

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI REGIONE SICILIANA COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE STUDIO ECOLOGICO TERRITORIALE A SUPPORTO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE

Dettagli

Sintesi Normativa SETTORE AGRICOLTURA CACCIA E PESCA

Sintesi Normativa SETTORE AGRICOLTURA CACCIA E PESCA CALENDARIO 2015-2016 Per la caccia da appostamento fisso Sintesi Normativa SETTORE AGRICOLTURA CACCIA E PESCA L esercizio della caccia nel territorio provinciale è disciplinato dalla normativa vigente

Dettagli

Indirizzi per la gestione faunistico venatoria degli ungulati in Toscana. Stagione venatoria

Indirizzi per la gestione faunistico venatoria degli ungulati in Toscana. Stagione venatoria Indirizzi per la gestione faunistico venatoria degli ungulati in Toscana Stagione venatoria 2014 2015 Allegato 11 Premessa In Toscana la presenza di specie ungulate è così diffusa e numericamente elevata

Dettagli

PROVINCIA DI SIENA Area POLITICHE DELL AMBIENTE SERVIZIO RISORSE FAUNISTICHE E RISERVE NATURALI

PROVINCIA DI SIENA Area POLITICHE DELL AMBIENTE SERVIZIO RISORSE FAUNISTICHE E RISERVE NATURALI PROVINCIA DI SIENA Area POLITICHE DELL AMBIENTE SERVIZIO RISORSE FAUNISTICHE E RISERVE NATURALI REGOLAMENTO PROVINCIALE PER LA GESTIONE FAUNISTICA E VENATORIA DI CERVIDI E BOVIDI TITOLO I PRINCIPI GENERALI

Dettagli

DECRETO N. 8865 Del 14/09/2016

DECRETO N. 8865 Del 14/09/2016 DECRETO N. 8865 Del 14/09/2016 Identificativo Atto n. 445 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA Oggetto DETERMINAZIONI IN ORDINE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE VENATORIA 2016/2017. RIDUZIONE,

Dettagli

Piano Faunistico-Venatorio

Piano Faunistico-Venatorio PROVINCIA DI SONDRIO Piano Faunistico-Venatorio VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (D.lgs. 152/2006, L.R. 12/2005) RAPPORTO AMBIENTALE Committente: Società di Sviluppo Locale S.p.A. Sede operativa c/o Camera

Dettagli

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO EDILIZIA URBANISTICA E AMBIENTE. Nr. 316 DEL 30/07/2011

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO EDILIZIA URBANISTICA E AMBIENTE. Nr. 316 DEL 30/07/2011 DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO ELIZIA URBANISTICA E AMBIENTE Nr. 316 DEL 30/07/2011 OGGETTO: APPROVAZIONE VALUTAZIONE INCIDENZA DEL P.A.E. - PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE COMUNALE - pag.1 nr.

Dettagli

GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEL CAPRIOLO (Capreolus capreolus) RELAZIONE CONSUNTIVA STAGIONE VENATORIA 2013/2014

GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEL CAPRIOLO (Capreolus capreolus) RELAZIONE CONSUNTIVA STAGIONE VENATORIA 2013/2014 GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEL CAPRIOLO (Capreolus capreolus) RELAZIONE CONSUNTIVA STAGIONE VENATORIA 2013/2014 La presente relazione è stata redatta dal Dott. Filippo Savelli in veste di tecnico faunistico

Dettagli

Det. n. 302 del 04/08/2016

Det. n. 302 del 04/08/2016 Det. n. 302 del 04/08/2016 Oggetto: D.P.G.R. 24.03.2014 n. 2/R. Regolamento regionale recante: Attuazione dell articolo 33 della l.r. 29.06.2009 n. 19 relativo alla gestione faunistica all interno delle

Dettagli

Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 ed in particolare l art. 18 concernente le specie cacciabili e i periodi di attività venatoria;

Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 ed in particolare l art. 18 concernente le specie cacciabili e i periodi di attività venatoria; REGIONE PIEMONTE BU17S1 24/04/2014 Deliberazione della Giunta Regionale 15 aprile 2014, n. 30-7447 Art. 18, legge 11.2.1992, n. 157. Art. 40, comma 2, della l.r. 5/2012. D.G.R. n. 94-3804 del 27.4.2012

Dettagli

LE CARTE DI IMPATTO DEL CINGHIALE IN REGIONE PIEMONTE

LE CARTE DI IMPATTO DEL CINGHIALE IN REGIONE PIEMONTE LE CARTE DI IMPATTO DEL CINGHIALE IN REGIONE PIEMONTE Assessorato Agricoltura, Tutela della fauna e della flora Direzione Agricoltura Osservatorio regionale sulla fauna selvatica Perché le carte di impatto

Dettagli

Esame delle diverse problematiche relative alle cabine elettriche dal punto di vista della disciplina urbanistica e della normativa edilizia.

Esame delle diverse problematiche relative alle cabine elettriche dal punto di vista della disciplina urbanistica e della normativa edilizia. Seminario CABINE ELETTRICHE Esame delle diverse problematiche relative alle cabine elettriche dal punto di vista della disciplina urbanistica e della normativa edilizia. Seminario CABINE ELETTRICHE Queste

Dettagli

Generalità sugli Ungulati

Generalità sugli Ungulati CORSO PER CACCIATORI DI UNGULATI CON METODI SELETTIVI URCA Cremona 2016 Generalità sugli Ungulati A cura di Elisa Armaroli Alcuni concetti Nella nomenclatura binomiale ogni specie animale o vegetale viene

Dettagli

Nome Posizione geografica (Nord, Centro, Sud o Isole) Confini Capoluogo di regione e altre città importanti

Nome Posizione geografica (Nord, Centro, Sud o Isole) Confini Capoluogo di regione e altre città importanti LOMBARDIA Nome Posizione geografica (Nord, Centro, Sud o Isole) Confini Capoluogo di regione e altre città importanti Popolazione Numero di abitanti Densità di abitanti per Km 2 Vie di comunicazione Territorio

Dettagli

Calendario Venatorio Integrativo per la Zona faunistica delle Alpi della provincia di Vicenza

Calendario Venatorio Integrativo per la Zona faunistica delle Alpi della provincia di Vicenza Calendario Venatorio Integrativo per la Zona faunistica delle Alpi della provincia di Vicenza Stagione venatoria 2017-2018 (Legge n. 157/1992; L.R. n. 50/1993) 1) ADDESTRAMENTO E ALLENAMENTO DEI CANI DA

Dettagli

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali Art. 7.2 Sistema delle aree forestali DEFINIZIONE DI AREE FORESTALI sono tutte le superfici con vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti

Dettagli

RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEL FAGIANO DI MONTE IN ALTO ADIGE

RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEL FAGIANO DI MONTE IN ALTO ADIGE RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEL FAGIANO DI MONTE IN ALTO ADIGE Foto: Alfred Hinteregger Luglio 2014 RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEL FAGIANO DI MONTE IN ALTO ADIGE 2014 1. Gruppi montuosi Unità gestionali Pagina

Dettagli

P R O V I N C I A D I B R E S C I A VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE

P R O V I N C I A D I B R E S C I A VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE SEDUTA DEL 25 LUGLIO 2007 N. 355 R.V. OGGETTO: FUNZIONI IN MATERIA DI CACCIA INTEGRAZIONI DI COMPETENZA PROVINCIALE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2007/8 PER LA ZONA FAUNISTICA DELLE ALPI. P R O V I

Dettagli

Corso di Ecologia Forestale

Corso di Ecologia Forestale Corso di Ecologia Forestale Donatella Spano Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei Università di Sassari spano@uniss.it Copyright 2006 Università di Sassari Ecologia oikos = dimora logos = discorso,

Dettagli

Calendario Venatorio Regionale Caccia di Selezione (ex L.R. 14/1987 art.2)

Calendario Venatorio Regionale Caccia di Selezione (ex L.R. 14/1987 art.2) Calendario Venatorio Regionale Caccia di Selezione (ex L.R. 14/1987 art.2) SPECIE CLASSI DI SESSO ED ETÀ MAG. GIU. 16 AGO. 01 SET. 01 OTT. OTT. 31 OTT. 01 NOV. NOV. 01 DIC. DIC. 31 DIC. GEN. Maschio Femmina

Dettagli

ALLEGATO 2 1. DISPOSIZIONI VALIDE SU TUTTO IL TERRITORIO (ATC E CAC)

ALLEGATO 2 1. DISPOSIZIONI VALIDE SU TUTTO IL TERRITORIO (ATC E CAC) ALLEGATO 2 DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016/2017 PER IL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL UTR DI BRESCIA, INCLUSO NEI CONFINI AMMINISTRATIVI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA ATC: UNICO

Dettagli

1. I BENI PAESAGGISTICI

1. I BENI PAESAGGISTICI 1. I BENI PAESAGGISTICI I beni paesaggistici e ambientali costituiscono gli elementi di riferimento cardine per la definizione dell assetto ambientale, esso è costituito dall insieme degli elementi territoriali

Dettagli

10) I CENTRI PRIVATI DI RIPRODUZIONE DI FAUNA SELVATICA. 10.1) Analisi

10) I CENTRI PRIVATI DI RIPRODUZIONE DI FAUNA SELVATICA. 10.1) Analisi 10) I CENTRI PRIVATI DI RIPRODUZIONE DI FAUNA SELVATICA 10.1) Analisi I Centri Privati di Riproduzione di Fauna Selvatica allo Stato Naturale (CPRFS) sono destinati alla produzione di specie di qualità,

Dettagli

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO XIV LEGISLATURA ANNO 2010 DISEGNO DI LEGGE 25 gennaio 2010, n. 87 Modificazioni della legge provinciale sulla caccia D'iniziativa dei consiglieri Nerio Giovanazzi

Dettagli

GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DELLE SPECIE CACCIABILI

GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DELLE SPECIE CACCIABILI GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DELLE SPECIE CACCIABILI 1. Ungulati poligastrici. La Provincia di Bergamo si prefigge lo scopo di riportare le diverse specie di ungulati selvatici alle densità ottimali necessarie

Dettagli

GIUNTA PROVINCIALE DI LECCO

GIUNTA PROVINCIALE DI LECCO COPIA GIUNTA PROVINCIALE DI LECCO Deliberazione N 257 del 16-12-2013 OGGETTO: PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE MONTE DI BRIANZA. RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO. DETERMINAZIONI L'anno duemilatredici,

Dettagli

Silvano Toso. LA PIANIFICAZIONE FAUNISTICO-VENATORIA in applicazione della legge 157/92

Silvano Toso. LA PIANIFICAZIONE FAUNISTICO-VENATORIA in applicazione della legge 157/92 Silvano Toso LA PIANIFICAZIONE FAUNISTICO-VENATORIA in applicazione della legge 157/92 DESTINAZIONE DEL TERRITORIO legge 157/92, art. 10 Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a

Dettagli

COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3

COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3 COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3 INDIVIDUAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO DEI CORSI D'ACQUA DEL RETICOLO IDRICO PRINCIPALE E MINORE NEL TERRITORIO COMUNALE DI ROCCA DE' GIORGI (PV)

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA RONZO-CHIENIS

SCUOLA PRIMARIA RONZO-CHIENIS ISTITUTO COMPRENSIVO DI MORI Via Giovanni XXIII, n. 64-38065 MORI Cod. Fisc. 94024510227 - Tel. 0464-918669 Fax 0464-911029 www.icmori.it e-mail: segr.ic.mori@scuole.provincia.tn.it REPUBBLICA ITALIANA

Dettagli

Capitolo VIII ESERCIZIO DELLA CACCIA

Capitolo VIII ESERCIZIO DELLA CACCIA Capitolo VIII ESERCIZIO DELLA CACCIA La legge sulla caccia regola i vari modi di prelievo, ne fissa le norme per l esercizio, stabilisce sanzioni per chi tali norme non osserva, ma non sempre disciplina

Dettagli

Lettura del territorio, uso del suolo e prospettive di sviluppo nel governo del territorio locale

Lettura del territorio, uso del suolo e prospettive di sviluppo nel governo del territorio locale Lettura del territorio, uso del suolo e prospettive di sviluppo nel governo del territorio locale Franco Sacchi, direttore Centro Studi PIM Presentazione del III report sul mercato degli immobili d impresa:

Dettagli

PIANO D AREA DELL AEROPORTO G.D ANNUNZIO DI MONTICHIARI BS

PIANO D AREA DELL AEROPORTO G.D ANNUNZIO DI MONTICHIARI BS PIANO D AREA DELL AEROPORTO G.D ANNUNZIO DI MONTICHIARI BS La Provincia di Brescia si è dotata del proprio P.T.C.P. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE approvato il 21/04/2004 con Delibera

Dettagli

CONSULTAZIONE PRELIMINARE PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE E VAS

CONSULTAZIONE PRELIMINARE PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE E VAS CONSULTAZIONE PRELIMINARE PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE E VAS - Bologna, 11 ottobre 2016 Elisa Armaroli elisa.armaroli@studio-geco.it QUADRO CONOSCITIVO DEL PIANO FAUNISTICO-VENATORIO REGIONALE

Dettagli

La flora dell Appennino dell Emilia-Romagna

La flora dell Appennino dell Emilia-Romagna La flora dell Appennino dell Emilia-Romagna Alessandro Alessandrini, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna Bologna I Mercoledì dell Archivio 10 Febbraio 2016 Definizioni: la flora La flora

Dettagli

La Rete Natura 2000 in Piemonte

La Rete Natura 2000 in Piemonte Il PSR per la tutela della biodiversità La in Piemonte Marina Cerra Torino, 13 dicembre 2010 Settore Pianificazione e Gestione Aree naturali protette Conservazione della natura approcci diversi nel tempo

Dettagli

Capitolo 3 IL PROGETTO LA CONNESSIONE ECOLOGICA PER LA BIODIVERSITÀ

Capitolo 3 IL PROGETTO LA CONNESSIONE ECOLOGICA PER LA BIODIVERSITÀ Capitolo 3 IL PROGETTO LA CONNESSIONE ECOLOGICA PER LA BIODIVERSITÀ Capitolo 3 - Il progetto la connessione ecologica per la biodiversità Nel corso del biennio 2008-2009 LIPU BirdLife Italia e Provincia

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi

REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi GIUNTA REGIONALE Atto del Dirigente a firma unica: DETERMINAZIONE n 14081 del 07/09/2016 Proposta: DPG/2016/14548 del 06/09/2016 Struttura proponente: Oggetto:

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi

REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi GIUNTA REGIONALE Atto del Dirigente a firma unica: DETERMINAZIONE n 17239 del 04/11/2016 Proposta: DPG/2016/18108 del 04/11/2016 Struttura proponente: Oggetto:

Dettagli

PROVINCIA DI VICENZA

PROVINCIA DI VICENZA PROVINCIA DI VICENZA C O P I A VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE N. 289 DEL 28/07/2009. L anno DUEMILANOVE, il giorno VENTOTTO del mese di LUGLIO alle ore 10:00 la Giunta Provinciale si

Dettagli

ALLEGATO 2 1. DISPOSIZIONI VALIDE SU TUTTO IL TERRITORIO (ATC E CAC)

ALLEGATO 2 1. DISPOSIZIONI VALIDE SU TUTTO IL TERRITORIO (ATC E CAC) 35 ALLEGATO 2 DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016/2017 PER IL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL UTR DI BRESCIA, INCLUSO NEI CONFINI AMMINISTRATIVI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA ATC:

Dettagli

Perugia, 08/11/2016. Spett.li Comitato di Gestione della ZRC Sant Apollinare. Comitato di Gestione della ZRC San Fortunato

Perugia, 08/11/2016. Spett.li Comitato di Gestione della ZRC Sant Apollinare. Comitato di Gestione della ZRC San Fortunato Perugia, 08/11/2016 Spett.li Comitato di Gestione della ZRC Sant Apollinare Comitato di Gestione della ZRC San Fortunato Comitato di Gestione della ZRC Villamagna Comitato di Gestione della ZRC Missiano

Dettagli

PROVINCIA DI BOLOGNA SEGRETERIA GENERALE

PROVINCIA DI BOLOGNA SEGRETERIA GENERALE PROVINCIA DI BOLOGNA SEGRETERIA GENERALE REGOLAMENTO DELL'ATTIVITA' DI CATTURA A SCOPO DI RIPOPOLAMENTO IN TALUNE AREE CONTIGUE DEL PARCO DEI GESSI BOLOGNESI E CALANCHI DELL'ABBADESSA. in vigore dal 05.09.1999

Dettagli

DECRETO N Del 05/07/2016

DECRETO N Del 05/07/2016 DECRETO N. 6379 Del 05/07/2016 Identificativo Atto n. 3287 PRESIDENZA Oggetto ATTIVAZIONE DELLA CACCIA DI SELEZIONE AL CAPRIOLO NEL COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA PENISOLA LARIANA, STAGIONE VENATORIA 2016-2017

Dettagli

DISPOSIZIONI PER L ESERCIZIO VENATORIO SUL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO STAGIONE VENATORIA 2014/2015 ATC PIANURA BERGAMASCA

DISPOSIZIONI PER L ESERCIZIO VENATORIO SUL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO STAGIONE VENATORIA 2014/2015 ATC PIANURA BERGAMASCA DISPOSIZIONI PER L ESERCIZIO VENATORIO SUL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO STAGIONE VENATORIA 2014/2015 Approvato con DGP n.209 del 23.06.2014 e DD n.1507 del 09.07.2014 L'esercizio della caccia

Dettagli

ALLEGATO TERRITORIO NON COMPRESO NELLA ZONA FAUNISTICA DELLE ALPI: ATC Meratese e Brianteo

ALLEGATO TERRITORIO NON COMPRESO NELLA ZONA FAUNISTICA DELLE ALPI: ATC Meratese e Brianteo ALLEGATO 3 DISPOSIZIONI INTEGRATIVE AL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2016/2017 PER IL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL UTR BRIANZA, INCLUSO NEI CONFINI AMMINISTRATIVI DELLE PROVINCE DI LECCO E MONZA BRIANZA

Dettagli

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA Supplemento ordinario n. 2 al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 24 del 16 maggio 2001 Spedizione in abbonamento postale Art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Fil di Perugia REPUBBLICA ITALIANA

Dettagli

Provincia di Benevento Regolamento Provinciale per la Gestione Faunistico Venatoria del Cinghiale - BOZZA -

Provincia di Benevento Regolamento Provinciale per la Gestione Faunistico Venatoria del Cinghiale - BOZZA - Provincia di Benevento Regolamento Provinciale per la Gestione Faunistico Venatoria del Cinghiale - BOZZA - Titolo I - Parte generale Art. 1 - Finalità Il presente regolamento disciplina la gestione faunistica

Dettagli

CATASTO DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO

CATASTO DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO COMUNE DI ZIANO PIACENTINO PROVINCIA DI PIACENZA CATASTO DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO Art. 10, comma 2, Legge 21.11.2000 n. 353 Adottato con Delibera di C.C. n. del Pubblicato all Albo Pretorio Comunale

Dettagli

Francesca Ossola ERSAF Lombardia. ERSAF Ente regionale per i servizi all agricoltura e alle foreste

Francesca Ossola ERSAF Lombardia. ERSAF Ente regionale per i servizi all agricoltura e alle foreste EXPERIENCES OF CONSERVATION AND INCREASE OF BIODIVERSITY IN FOREST PLANT PRODUCTION IN LOMBARDIA REGION CENTRO VIVAISTICO FORESTALE REGIONALE DI CURNO per la conservazione della biodiversità forestale

Dettagli

Città Metropolitana di Bologna ATTO DEL SINDACO METROPOLITANO

Città Metropolitana di Bologna ATTO DEL SINDACO METROPOLITANO Città Metropolitana di Bologna ATTO DEL SINDACO METROPOLITANO L'anno 2015, il giorno ventidue Luglio, alle ore 12:00 presso gli uffici della Città Metropolitana, il Vicesindaco DANIELE MANCA in sostituzione

Dettagli

UNA LETTURA DEL 15 CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI

UNA LETTURA DEL 15 CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI UNA LETTURA DEL 15 CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI a cura del Centro Studi sull Economia Immobiliare - CSEI Tecnoborsa Tecnoborsa torna ad affrontare i temi dell ultimo Censimento

Dettagli

Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza

Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza Premessa I commi 4 e 5, art. 1 della L.R. n. 16/2014 dispongono quanto segue: comma 4. Le determinazioni

Dettagli