ADSI. Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Emilia Romagna. SCRIGNI di MEMORIE GLI ARCHIVI FAMILIARI NELLE DIMORE STORICHE BOLOGNESI

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1 ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Emilia Romagna SCRIGNI di MEMORIE GLI ARCHIVI FAMILIARI NELLE DIMORE STORICHE BOLOGNESI

2 ENTI PROMOTORI: Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Emilia Romagna IN COLLABORAZIONE CON: Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Soprintendenza Archivistica per l Emilia Romagna Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell Emilia Romagna CURATORI DELLE MOSTRE: Enrico Angiolini Aurelia Casagrande Ilaria Di Cillo Barbara Ghelfi Valentina Raffaelli AUTORI DEL CATALOGO: Enrico Angiolini Aurelia Casagrande Ilaria Di Cillo Barbara Ghelfi Leonardo Marinelli Valentina Raffaelli Cecilia Vicentini FOTOGRAFIE: Enrico Angiolini Ilaria Di Cillo Alessandro Hercolani Paolo Pascale Guidotti Magnani Valentina Raffaelli CURA REDAZIONALE: Enrico Angiolini Aurelia Casagrande Ilaria Di Cillo Valentina Raffaelli GRAFICA: Sogari Artigrafiche s.r.l. Si ringraziano sentitamente per la disponibilità e per la collaborazione le famiglie e gli enti proprietari dei beni monumentali e archivistici che hanno reso possibile la realizzazione della mostra. IN COPERTINA: Ingresso di Palazzo Bevilacqua 2

3 Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Emilia Romagna SCRIGNI di MEMORIE GLI ARCHIVI FAMILIARI NELLE DIMORE STORICHE BOLOGNESI Giornate Europee del Patrimonio Le grandi strade della Cultura: un valore per l Europa. Luoghi d Arte Italiana BOLOGNA 30 settembre 2007

4 L a tutela e la valorizzazione delle dimore storiche italiane costituisce lo scopo fondante dell ADSI, Associazione Dimore Storiche Italiane. Ad essa aderiscono i proprietari di edifici privati che per loro peculiari caratteristiche storico-architettoniche rappresentano un valore economicoculturale costituzionalmente riconosciuto di pubblico interesse. Per questo lo Stato italiano -come altri stato europei- ha ritenuto e ritiene che gli edifici storici debbano essere oggetto di particolare considerazione. L ADSI è stata ed è un attento e partecipe interlocutore con il Governo e la Pubblica Amministrazione. L ADSI, membro dell Union of European Historic Houses Associations, ha voluto partecipare attivamente alle Giornate Europee del Patrimonio 2007 raccomandate dal Consiglio d Europa che anche quest anno vengono attuate dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali; ha quindi proposto al Ministero la realizzazione di iniziative da porre in essere sul territorio nazionale coinvolgendo i propri Soci, come di fatto sta avvenendo in diverse regioni. Il tema che l Associazione ha inteso proporre riguarda le dimore storiche e gli archivi familiari, affinché emerga in modo nuovo ed evidente sia l intima connessione tra queste due fonti della memoria che ben possono essere definiti scrigni della memoria, sia l importanza della corretta conservazione e valorizzazione delle loro peculiarità e della loro simbiosi, che certamente costituisce uno dei principali tesori del nostro Patrimonio venuto da lontano. La Sezione Emilia Romagna dell ADSI, grazie ai propri Soci, apre così tre dimore storiche a Bologna. Nella città di Bologna, con la proficua sinergia degli enti e delle persone, promotori e partecipanti all iniziativa, ai quali va il più vivo ringraziamento, si aprono al pubblico i Palazzi Guidotti Magnani e Angelelli e la Villa Hercolani che divengono il pertinente teatro di esposizione tematica di documenti dell archivio familiare. Si rivelano così luoghi e carte che rappresentano piccoli segreti che pienamente concorrono alla formazione della grande Storia, essi che, con dedizione e fatica, sono stati conservati e difesi, vengono offerti alla pubblica fruizione, affinché aumenti ulteriormente la consapevolezza della loro importanza e un condiviso consenso e impegno per la loro tutela e valorizzazione. Francesco Cavazza Isolani presidente Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Emilia Romagna 4

5 INDICE PALAZZO GUIDOTTI MAGNANI pag. 6 Bologna, via Farini, 9 PALAZZO HERCOLANI FAVA SIMONETTI GIÀ ANGELELLI pag. 12 Bologna, Strada Maggiore, 51 VILLA HERCOLANI A BELPOGGIO pag. 17 Bologna, via Molinelli, 22 5

6 Palazzo Guidotti Magnani

7 IL PALAZZO Costruito nel 1457 da mastro Nicolò, su incarico di Giovanni Guidotti, il palazzo che si affaccia su via Farini all'angolo con piazza Cavour fu ricostruito nel XVI secolo e rimaneggiato nel Settecento (docc ). Il doppio loggiato del cortile è ancora gotico nell'ordine inferiore (cinque arcate con colonne ottogonali in mattoni sagramati), mentre appare di epoca rinascimentale quello superiore a dieci arcate a tutto sesto sostenute da colonne cilindriche in mattoni. Alla fase settecentesca sono attribuibili sia il loggiato del lato occidentale del cortile, sia la scala a due rampe con balaustre neoclassiche. I prospetti esterni, di stile neoclassico, sono frutto dell'intervento ottocentesco di Coriolano Monti. Il portico su via Farini, costituito da dieci arcate a tutto sesto, sostenute da undici pilastri, conserva capitelli di macigno ascrivibili alla fase cinquecentesca del palazzo. Nell'altana, costruita da Petronio e Francesco Tadolini alla sommità dello scalone principale, è visibile un affresco a soffitto, le cui quadrature sono opera di Flaminio Minozzi, mentre la figura centrale, rappresentante l'aurora, fu eseguita da Gaetano Gandolfi; l'intera decorazione risale al secolo XVIII. Interno del palazzo Guidotti Magnani LA FAMIGLIA GUIDOTTI MAGNANI Con testamento del 22 maggio 1604 Lorenzo Aurelia Casagrande e Ilaria Di Cillo Magnani nominò erede Ludovico, suo figlio legittimo, e stabilì un complesso e articolato fedecommesso secondo lo schema noto come primogenitura. In tal modo il testatore aspirava ad assicurare la perpetuità del patrimonio familiare, concepito come fondamento e strumento di proprietà della famiglia, che pertanto auspicava dovesse restare integro, indivisibile e inalienabile, passando di primogenito maschio in primogenito maschio. In mancanza di tale discendenza in linea maschile, i beni sarebbero passati ai discendenti maschi della linea femminile. Esauritasi anche questa, si sarebbe dovuto procedere, da parte del Senato bolognese, all'estrazione di un senatore che avesse un figlio con meno di dieci anni. doc. 27 7

8 L ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA GUIDOTTI MAGNANI Complessivamente costituito da 2269 unità archivistiche tra registri, volumi, buste, mazzi, filze ed estendentesi cronologicamente dal XII al XX secolo, l'archivio Guidotti Magnani ha subito nel corso degli anni alterne vicissitudini (spartizioni di beni e di carte, eredità condivise, spostamenti e riordini incauti) che ne hanno compromesso l'ordine originario. Con documentazione che si estende cronologicamente dal 1105 al 1904 il fondo relativo alla famiglia Guidotti è senz'altro il nucleo più consistente di tutto l'archivio: si tratta infatti di 1931 unità archivistiche tra istrumenti, processi, scritture legali, ipoteche, corrispondenza, stati patrimoniali, inventari di beni mobili e immobili di città e di campagna, libri fattorali, recapiti, ricevute, libri di conti, giornali di cassa, registrazioni di spese sostenute, libri di computisteria, registrazione di censi, canoni, affitti, lasciti ed elemosine, sommari e repertori, piante di fondi e stabili, trattati, appunti, odi e sonetti, memorie, alberi genealogici, ricordi, fotografie. Ad arricchire il fondo sono inoltre presenti documenti estranei alla famiglia, ma pertinenti a uffici, magistrature e istituzioni (Ospedale doc. 1 La linea dei Magnani si estinse nel 1797 con Giacomo che, non avendo figli, lasciava eredi i cugini. Il Senato bolognese, tuttavia, procedette al sorteggio di un senatore, seguendo le disposizioni del testatore: la sorte cadde sulla famiglia Guidotti, e più precisamente su Francesco di Annibale Guidotti. Non fu facile, tuttavia, per costui entrare in possesso dell'eredità fedecommissaria. Giacomo Magnani, infatti, prima di morire, aveva fatto testamento a favore dei fratelli Giacomo e Carlo Tubertini, i quali si dimostrarono decisi a conservare l'intero patrimonio del defunto. Ne nacque una lunga controversia giudiziaria conclusasi il 7 settembre 1807, quando il Tribunale di Cassazione del Regno d'italia decise definitivamente la controversia a favore di Francesco Guidotti. Antica famiglia senatoria bolognese, i Guidotti ereditarono così, all'inizio del XIX secolo, nome e sostanze dell'estinta famiglia Magnani. I Guidotti Magnani si legarono poi, nella prima metà del XX secolo, alla famiglia Senni, originaria di Frascati, e alla famiglia napoletana dei Pascale, rispettivamente attraverso i matrimoni della marchesa Barberina Guidotti Magnani con il conte Paolo Senni e della marchesa Maria Guidotti Magnani con il commendator Giovanni Pascale. doc. 20 Aurelia Casagrande e Ilaria Di Cillo 8

9 Faldoni dell archivio Guidotti Magnani Maggiore, Collegio Poeti, Università delle Moline, Commissione Amministrativa Provinciale, Fabbriceria di San Petronio, ecc.) in seno ai quali alcuni membri di casa Guidotti svolsero la propria attività pubblica, finendo per mischiare atti pertinenti agli enti in cui operarono a quelli del proprio archivio personale. Accanto al fondo Guidotti coesistono altri fondi più o meno consistenti. Tra questi il fondo Magnani, costituito da 81 unità archivistiche, che coprono un arco cronologico che va dal 1351 al 1808, il fondo Senni, composto da 232 pezzi databili tra il 1650 e il 1907, nonché il fondo Pascale, che comprende 25 buste di carteggio riconducibile ai secoli XIX e XX. La consapevolezza di possedere un patrimonio documentario di notevole interesse storico-culturale ha indotto la famiglia Guidotti Magnani a istituire, nel 1995, la Fondazione Archivio Guidotti Magnani, con finalità atte a provvedere alla conservazione e gestione di tale patrimonio e a garantirne la consultazione agli studiosi, favorendo lo studio e la conoscenza della propria storia familiare e di quella degli altri nuclei che con essa si sono intrecciati. Aurelia Casagrande 9 L AUTORITÀ E IL PRESTIGIO DEI GUIDOTTI MAGNANI NEI SECOLI La crescita e l'arricchimento dal XIV al XVI secolo (docc. 1-5) Nel corso dei secoli XIV-XVI, come tutte le famiglie senatorie bolognesi, i Magnani accrebbero le loro proprietà e ricchezze fondiarie e immobiliari. Già a quell'epoca, infatti, la famiglia aveva sviluppato il concetto di lavoro cooperativo, come si evince dagli atti di acquisto e locazione, presenti nel loro archivio, nei quali, fra i contraenti, figurano sempre i nomi di diversi fratelli o cugini. L'imprenditorialità della famiglia si può misurare anche dal fatto che già nel 1517 Vincenzo di Matteo Magnani acquistò al Lavino di Mezzo, sulla via Emilia - grande arteria di scambi -, l'osteria All'insegna dell'angelo, oltre a una fornace da pietre e a diverse botteghe (forno, macelleria, falegnameria, fabbreria). Lorenzo Magnani ( ) e il fedecommesso, un testamento nei secoli (docc. 6-10) Uno dei principali esponenti della famiglia Magnani, Lorenzo, arrivò a possedere un notevole patrimonio fondiario, nonché uno dei più bei palazzi di Bologna, affrescato dai Carracci, situato nell attuale via Zamboni. A lui si deve il testamento del 1604, col quale la famiglia Magnani si assicurò l'integrità e la continuità delle proprie sostanze, che, grazie al fedecommesso voluto da Lorenzo, arrivarono intatte, dopo quasi due secoli, alla famiglia Guidotti, nella persona di Francesco. L'ultimo erede Francesco Guidotti Magnani ( ) (docc ) Francesco Guidotti Magnani fu il bambino sorteggiato fra tutti quelli proposti dal Senato bolognese, secondo la disposizione testamentaria di Lorenzo Magnani. A seguito dell'eredità toccatagli in sorte, Francesco divenne uno dei principali protagonisti della vita politica cittadina, ricoprendo numerosissime cariche in seno a enti, magistrature e associazioni. Anche in seguito alla cacciata dei Francesi con il ritorno

10 del papa, Francesco Guidotti Magnani continuò a rivestire ruoli importanti, tra cui anche il senatorato, massima carica della Bologna papale nella prima metà dell'ottocento. L'impresa del Lavino (docc ) Grazie al fedecommesso di Lorenzo Magnani, Francesco Guidotti Magnani ereditò tre imprese. Tra queste la più amata era quella del Lavino, dove, alle Tombe dei Magnani, sorgeva il grande incompiuto palazzo affrescato dai fratelli Roli. Qui, dove i Magnani si erano insediati all'inizio del Trecento, oltre a questa imponente costruzione, in cui Francesco operò interventi per ridurla a una comoda e meno dispendiosa abitazione, era in piena attività la fiorente impresa. Alla morte di Francesco i beni della primogenitura non vennero risorteggiati, come invece aveva disposto Lorenzo Magnani, ma passarono a suo figlio e alla sua discendenza, ragion per cui sono tuttora in possesso dell'attuale famiglia Guidotti Magnani. Aurelia Casagrande e Ilaria Di Cillo DOCUMENTI ESPOSTI doc. 1 Licenza del vescovo di Bologna data a Tomaso di Gandolfo Magnani di puotere, sopra li di lui beni nella curia di Zola in loco detto le Tombe de Magnani, edificare una chiesa ad onore di Maria Vergine, che possa servire in sussidio parocchiale con fare ancora la canonica per il rettore e destinare certi beni per la dote di essa chiesa, 1357 dic. 9 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Istrumenti) doc. 2 Locazione enfiteotica dalli sindici delli spedali de SS. Pietro e Procolo et uniti e di S. Maria della Viola del ponte di Reno in presenza di Domenico et altri de Franceschelli e di Gabriello di Steffano fatta a Vincenzo di Matteo Magnani e suoi di una pezza di terra con casa ad uso di osteria e di una fornace posta in loco detto al Lavino, 1517 dic. 12 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Istrumenti) doc. 3 Scrittura privata di convenzioni fra Lorenzo Magnani con mastro Mariotto Ubaldini asinaro in occasione della nuova fabbrica della sua casa in strada S. Donato, 1576 ago. 23. Tra le firme è visibile quella di Lorenzo Magnani. (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, 10 Istrumenti) doc. 4 Patente di colonnello e capitano generale del Terzo e banda di Bazzano e S. Agostino in favore del conte e cavaliero Adriano Magnani conferitagli dal Senato di Bologna, 1625 feb. 10 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Miscellanea) doc. 5 Pianta dell'area della corte Malvezzi come appare nel Registro per un giudicio mosso dal canonico Floriano et altri de Malvezzi con il marchese Enea senatore Magnani sopra la disputa di una finestra posta nel muro divisorio fra detti in una corticella delli Malvezzi, (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Processi) doc. 6 Repertorii delle memorie del campione ove sono descritti gl'instrumenti et scriture dei signori Magnani et de i nomi delli contraenti nei detti instrumenti et scriture nominati, sec. XVI (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Repertori istrumenti) doc. 7 Testamento del illustre signore senatore di Bologna il signor Lorenzo Magnani, 1604 mag. 22 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Istrumenti) doc. 8 Al Regio Tribunale di revisione residente in Bologna pel signor Francesco Guidotti Magnani contra i signori Carlo e Giacomo Tubertini bolognese di pretesa successione, 1706 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Processi) doc. 9 Relazione al Senato della Assunteria de magistrati circa il fedecommesso instituito da Lorenzo Magnani l'anno 1604, 1797 apr. 20 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 10 Disegno raffigurante un altare eseguito da Alfonso Torreggiani presumibilmente per la cappella di palazzo Magnani, sec. XVIII (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Miscellanea) doc. 11 Tessere per la concessione di ciambelle in occasione del gonfalonierato di Annibale Guidotti, Sul recto è visibile lo stemma di casa Guidotti (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Miscellanea) doc. 12 Conti di casa Guidotti per il fornaio, (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Conti del fornaio)

11 doc. 13 Nomina di Francesco Guidotti Magnani a sottotenente della prima compagnia del 2 battaglione della Guardia Nazionale, 1809 ott. 30 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 14 Invito del colonnello comandante la Guardia Nazionale di Bologna rivolto al sottotenente Francesco Guidotti di presentarsi nel suo ufficio in uniforme per accompagnare alla sepoltura un cadavere, 1810 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 15 Lettera circolare della Legazione di Bologna recante la nomina di Francesco Guidotti Magnani a membro della Deputazione dell'estimo della comunità di Zola Predosa, 1826 apr. 5 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 16 Nomina del marchese Francesco Guidotti a socio ordinario della Società agraria della Provincia di Bologna, 1829 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 17 Diploma di papa Gregorio XVI con il quale si nomina Francesco Guidotti Magnani cavaliere dell'ordine di S. Gregorio Magno, 1841 set. 27 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 18 Passaporto rilasciato al senatore Francesco Guidotti Magnani per andare a Roma attraverso la Toscana, 1851 dic. 13 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 19 Ritratto del senatore Francesco Guidotti Magnani, 1857 (Bologna, Palazzo Guidotti Magnani) doc. 20 Pianta del canale che conduce l'acqua al mulino del Lavino (1687 lug. 4), allegata alla Concessione fatta dal conte e senatore Ercole Pepoli alli marchesi Paolo e Vincenzo olim marchese Enea Magnani del canale del Mollino superiore chiamato di Rigosa che riceve l'acqua dal fiume Lavino con l'uso e godimento di detta acqua mediante il canale fatto fare dal conte Ercole da unirsi poi ad altro da farsi per parte di detti Magnani, 1688 mag. 20. Sulla destra è rappresentata la prima documentazione grafica di villa Magnani (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Magnani, Istrumenti) al Lavino di Mezzo, 1814 dic. 30 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 23 Disegno raffigurante il palazzo al Lavino, di proprietà Guidotti Magnani, con indicazione delle parti che si intende atterrare, come appare nella Scrittura privata fra il signor Francesco Guidotti Magnani e mastro Emidio e fratelli Gamberini, dall'altra, avendo questi ultimi assunto l'atterramento di una parte del palazzo detto del Lavino, nel comune di Zola Predosa, spettante al sudetto signor Guidotti Magnani, 1818 gen. 6 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Istrumenti) doc. 24 Lettera di Francesco Agucchi al marchese Francesco Guidotti Magnani in cui chiede notizie sulla famiglia e sull'andamento della vendemmia al Lavino, Monteveglio 1855 set. 2 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Atti) doc. 25 Progetto di riduzione della villa al Lavino di proprietà del signor marchese Alessandro Guidotti Magnani, sec. XIX (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Piante) doc. 26 Calibro per la misurazione delle dimensioni dei bozzoli dei bachi da seta utilizzato presso la tenuta del Lavino, sec. XIX (Bologna, Palazzo Guidotti Magnani) doc. 27 Pianta e misura della stalla e rimessa e loro comunicazione di raggione di sua eccellenza il signor sargente generale Costanzo Guidotti poste nel di lui palazzo nella piazza Calderini, 1746 mar. 21 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Piante) doc. 28 Disegno e pianta di una scala interna al palazzo Guidotti Magnani in Bologna, presumibilmente mai eseguita, realizzati dall'architetto Alfonso Torreggiani, sec. XVIII (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Piante) doc. 29 Ventaglio di casa Guidotti Magnani sul quale è dipinto il palazzo bolognese di proprietà di questa famiglia (Bologna, Palazzo Guidotti Magnani) Aurelia Casagrande e Ilaria Di Cillo doc. 21 Notizie de disordini accaduti nel torrente Lavino al ponte alla via Emilia e di quelli ancora succeduti nel canale del Molino del signor marchese senatore Magnani, sec. XVIII (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO GUIDOTTI MAGNANI, Guidotti, Piante) doc. 22 Pianta raffigurante il raddrizzamento della via antistante la villa Guidotti Magnani al Lavino, come appare nella Perizia pel rettifilo del tronco della via Tombe dirimpetto al palazzo Magnani Guidotti nel comune di Zola Predosa 11

12 Palazzo Hercolani Fava Simonetti già Angelelli

13 IL PALAZZO L avvio della costruzione del palazzo si ebbe nel 1537 ad opera della famiglia Guidotti, da cui nel 1554 passò in proprietà della famiglia Angelelli. Di quelle prime fasi cinquecentesche restano le colonne del portico e altri particolari architettonici, mentre la facciata e la topografia dei cortili interni sono state oggetto di pesanti rimaneggiamenti ancora nel XX secolo, rispettivamente con l'aggiunta di aperture nel 1927 e con l'elevazione di nuovi corpi di fabbrica negli anni Cinquanta ora trascorsi. Nel primo cortile, a sovrastare un pozzo composto con il riuso di marmi di epoca rinascimentale, sta la statua raffigurante Tizio con l'avvoltoio, opera in terracotta di Giovan Battista Bolognini (1736?); allo stesso Bolognini si deve il coevo busto di Angelo Maria Angelelli presente all'interno del secondo cortile. Dopo i moderni giardini interni, a chiudere l'isolato verso il prospetto secondario di via San Petronio Vecchio sta l'edifico della Cavallerizza, progettata come scenografico fondale da Antonio Francesco Ambrosi verso la fine del XVII secolo, poi destinata a partire dal 1710 ad ospitare rappresentazioni teatrali. I recentissimi restauri degli interni hanno consentito di valorizzare un pregevole camino con affresco di scuola carraccesca raffigurante Enea in fuga da Troia con il padre Anchise e il figlio Ascanio e le vedute con scene di caccia e di campagna attribuite a Giovan Gioseffo dal Sole ( ), nonché di recuperare pregevolissimi affreschi databili tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, raffiguranti motivi profani (I segni dello Zodiaco) e attualmente in corso di studio e di attribuzione (scuola del Francia?). Il complesso degli edifici di Strada Maggiore 51 ha subito diversi passaggi di proprietà seguendo le vicende ereditarie della famiglia Angelelli, fino a giungere alla famiglia Hercolani Fava Simonetti, che è tuttora proprietaria di una sua rilevante parte. Enrico Angiolini e Valentina Raffaelli 13 doc. 4 LA FAMIGLIA HERCOLANI FAVA SIMONETTI La famiglia Hercolani Fava Simonetti raccoglie oggi in sé l'eredità di numerose altre illustri famiglie nobili bolognesi con cui ha stretto rapporti patrimoniali e matrimoniali nel corso dei secoli. È infatti col matrimonio tra il principe Antonio Hercolani ( ) e Marianna Fava Simonetti ( ), avvenuto nel 1912, che il casato degli Hercolani ha acquisito i diritti della plurisecolare famiglia senatoria bolognese dei Fava, estintasi con Alessandro ( ). Alessandro Fava raccoglieva in sé le tradizioni di altre cospicue famiglie come i Guidalotti Franchini (attraverso la madre Marianna Guidalotti Franchini, ) e i Simonetti, attraverso la moglie Isotta ( 1928), la quale a propria volta era figlia di Teresa Angelelli, unica figlia del celebre grecista Massimiliano ed ultima della sua casata. Tutte queste famiglie furono protagoniste della vita politica, economica, militare e culturale di Bologna dal medioevo fino a tutta l'età moderna. Gli Hercolani, attestati a Bologna fin dal XV secolo, ascesero al seggio senatorio bolognese e con Filippo ( 1722), che fu ambasciatore dell'imperatore d'austria a Venezia, furono insigniti anche del titolo di principi del Sacro Romano Impero; Astorre Hercolani ( 1828) fu poi protagonista della vita politica del Regno d'italia napoleonico; i Fava, discendenti dalla famiglia che ancora nel Duecento era detta anche della Romeggia,

14 rivestirono cariche pubbliche nel Comune fin dal 1285 e si distinsero come funzionari nel governo del territorio bolognese e come committenti dei Carracci nell'attuale palazzo Ghisilardi Fava di via Manzoni; gli Angelelli furono anch'essi giurisperiti, magistrati del Comune e podestà in varie città d'italia fin dalla metà del XIII secolo, e ricoprirono sistematicamente l'anzianato e il senatorato a Bologna per tutti i secoli dell'antico regime. Enrico Angiolini e Valentina Raffaelli L ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA HERCOLANI FAVA SIMONETTI L'archivio privato Hercolani Fava Simonetti, ancor oggi posseduto dagli eredi e continuatori della famiglia e conservato presso i locali di palazzo Angelelli in Strada Maggiore 51 a Bologna, contiene documentazione databile dal XII secolo in copia e dal XIII secolo in originale, che rispecchia fedelmente la complessità delle reti di relazioni che i diversi casati, confluiti nella famiglia attualmente proprietaria, hanno intrecciato nel corso dei secoli. Così quest'archivio si presenta innanzitutto come un grande contenitore in cui in realtà si conservano oltre una ventina di archivi distinti prodotti nel corso del tempo da diverse famiglie poi congiuntesi, principalmente per via ereditaria e matrimoniale, nella famiglia dei principi Hercolani. Tra questi soggetti produttori d'archivio i più cospicui per rilevanza storica, culturale e patrimoniale sono sicuramente le nobili famiglie: Angelelli, Fava, Fava Ghisilieri, Fava Simonetti, Formagliari e Guidalotti Franchini; a queste si aggiungono altre famiglie che con quelle intrecciarono rapporti economici o ebbero controversie sul piano giuridico, come: Bevilacqua Vincenzi, Codebò, Dall'Armi, Gessi, Ghisilieri, Graffi, Landi, Marescotti, Piatesi, Scarlattini, Sega e Ugolotti. A questi archivi si aggiungono poi alcuni fondi di documentazione prodotta da singoli membri delle famiglie a seguito dell'amministrazione di patrimoni di terzi o 14 dell'espletamento da parte loro di rilevanti incarichi pubblici; così è, ad esempio, per il materiale documentario relativo all'amministrazione dei beni delle famiglie Conti e Facci Libbi da parte di Nicolò Fava Ghisilieri ( ) e per la documentazione riguardante la gestione ad opera dello stesso dell'appalto dell'amministrazione Sali e Tabacchi, oppure per gli archivi ottonovecenteschi di diverse imprese ed attività commerciali qui confluiti in relazione all'attività dell'amministratore Michele Panighi ( 1946), agente per conto della famiglia Hercolani Fava Simonetti. Già da tempo notificato come di rilevante interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per l'emilia Romagna, l'archivio è stato oggetto di un primo intervento complessivo di ricognizione e di trasloco in più adeguati locali sempre all'interno del palazzo Angelelli, conclusosi nell'anno Enrico Angiolini e Valentina Raffaelli Contenitori originali della serie dei Rogiti del Fondo Angelelli

15 CULTURA, TERRA, POTERE: UN VIAGGIO TRA LE CARTE DI GRANDI FAMIGLIE BOLOGNESI Il filo conduttore della selezione di documenti che vengono esposti è rappresentato dalla esemplificazione pratica della continuità dei ruoli di alto rilievo politico, economico e culturale rivestiti dagli esponenti di tutte le famiglie le cui carte sono venute a trovarsi nell'attuale archivio Hercolani Fava Simonetti. Perciò numerosi sono i titoli di privilegio, di esenzione fiscale e le dispense matrimoniali rilasciate soprattutto dall'autorità pontificia nelle sue forme più solenni (bolle, patenti e simili); in parallelo si propongono documenti significativi della plurisecolare continuità della amministrazione dei beni immobili urbani e dei fondi agricoli rurali, dello sfruttamento delle risorse materiali (prodotti della terra e capitali) che da essi si ricavavano e per cui si sono prodotte ad esempio le copiose serie documentarie di grandi Mastri di generi alimentari immagazzinati nei granai e nelle cantine, con cui si dava conto del movimento quotidiano di ogni merce, ma anche filze su filze di Recapiti, cioè di ricevute numerate per la giustificazione di ogni minima spesa quotidiana. Allo stesso modo nel corso del Settecento ai periti agrimensori veniva affidata la redazione dei cabrei, cioè dei registri di piante dei beni agricoli posseduti nel territorio extraurbano che sono al tempo stesso capolavori di precisione tecnica e di disegno esteticamente gradevole nella sua estrema verosimiglianza. Sullo stesso piano di frequenza e di rilevanza in archivi familiari come questi si possono trovare le Vacchette del cuoco, i caratteristici registri dalla forma stretta e allungata in cui venivano annotate tutte le spese fatte per il vero e proprio approvvigionamento quotidiano del cibo che andava in tavola. Naturalmente la grande cesura rappresentata dalla Rivoluzione francese e dalla fine dell'antico regime fece cessare il rilievo politico dei casati aristocratici, ma non fece venire meno la pratica della puntuale contabilizzazione 15 ed amministrazione, in cui le moderne fatture (finanche per l'acquisto della benzina per l'alimentazione delle prime autovetture, oramai più di un secolo fa), sono le eredi degli antichi Recapiti. Il mutato ruolo politico non fece però venir meno la parallela eccellenza culturale di queste famiglie, con personaggi del calibro di Massimiliano Angelelli ( ), docente di Letteratura greca all'università di Bologna e traduttore in italiano delle principali opere della classicità ellenica. Enrico Angiolini e Valentina Raffaelli Alcune fatture del Garage Centrale A. Marchesini per servizi automobilistici al principe Antonio Hercolani (1909) DOCUMENTI ESPOSTI doc. 1 Lettera di Giuliano della Rovere, cardinale prete di San Pietro in Vincoli e vescovo di Bologna (futuro papa Giulio II, ) per la conferma della dispensa matrimoniale dall'impedimento del quarto grado di consanguineità tra Cristoforo Angelelli e Lucia Malvezzi, Roma, 1478 lug. 2 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli) doc. 2 Decreto di Bernardo Rossi, conte di Berceto, vescovo di Treviso e legato pontificio, per l'esenzione di Cristoforo Angelelli e di tutta la sua discendenza in infinitum dai dazi e dalle gabelle del comune di Bologna, Bologna, 1520 lug. 13 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli) doc. 3 Attestazione da parte di Girolamo Recanati Capodiferro, cardinale diacono di San Giorgio ad velum aureum e legato pontificio, che Marco Antonio Angelelli è aggregato alla milizia spirituale dei Cavalieri di San Giorgio, Forlì, 1547 ago. 9 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli)

16 doc. 4 Campione delle piante e misure dei beni stabili rurali di Francesco Angelelli all'arcoveggio, ai Ronchi di Corticella, a Castel Maggiore, a Ceretolo e a Sant'Agata Bolognese, compilato dal pubblico perito agrimensore Giuseppe Angelo Nannini, 1773 (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli) doc. 5 Ritratto di Massimiliano Angelelli ( ) in età matura ed alcuni dei titoli accademici e onorifici conferitigli da istituzioni culturali: Rubiconia Simpemenia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone (1828); Accademia del Buon Gusto di Palermo (1829) e Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena (1842) (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli) doc. 6 Bozze di stampa con correzioni autografe di Massimiliano Angelelli delle traduzioni dell'antigone (1815) e del Filottete (1818) di Sofocle (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Angelelli) doc. 12 Registri di debitori e creditori, polizze d'assicurazione, libretti di lavoro e libri paga della tipografia bolognese Società anonima Chappuis ( ), esempio di archivio di impresa collegato all'attività di liquidatore svolta dall'amministratore di casa Hercolani, Michele Panighi ( 1946) (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Panighi) doc. 13 Disegni tecnici, corrispondenza e registri diversi del negozio di mobili d'antiquariato e in stile Galleria A. Rambaldi, con particolare riguardo alle forniture di mobili per la Regia Accademia Militare di Modena e per l'ambasciata Italiana ad Ankara ( ca.) (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Panighi) Enrico Angiolini e Valentina Raffaelli doc. 7 I più antichi mastri generali di conti della famiglia Fava: il Libro di Ludovico Fava seniore dal 1549 e il Libro di Galeotto Fava juniore dello stesso anno (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Fava) doc. 8 Filze di recapiti della contabilità di casa Fava Ghisilieri, sulla cui base venivano compilati i mastri generali di casa: la filza per il Libro Mastro A Fava con i recapiti numerati per gli anni e la filza dei Recapiti della cassa presso il signor Vincenzo Golfieri, agente del nobil uomo signor conte Guglielmo Fava Ghisilieri (1832) (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Fava Ghisilieri) Libretti di lavoro dei dipendenti della Società Anonima Chappuis ( ) doc. 9 Registro dei Granari e cantina di città e conti del canevaro del 1792, con il relativo Repertorio per il libro del canevaro della casa Fava Ghisilieri (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Fava Ghisilieri) doc. 10 Vacchette del cuoco di casa Fava Ghisilieri per gli anni (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Fava Ghisilieri) doc. 11 Busta d'archivio contenente gli atti per l'amministrazione contabile del principe Antonio Hercolani per l'anno Vi sono all'interno: quaderni di cassa, conti consuntivi, reversali, fogli fattorali, fatture e ricevute in carta bollata (Bologna, ARCHIVIO GENTILIZIO HERCOLANI FAVA SIMONETTI, Hercolani) 16

17 Villa Hercolani a Belpoggio

18 LA VILLA Si sono recentemente conclusi i lavori di restauro della villa Hercolani in località Belpoggio a Bologna, opera tra le più importanti dell'architetto Angelo Venturoli, il quale la progettò nel 1786 su incarico di Filippo Hercolani nel luogo dove, circa tre secoli prima, i Bentivoglio avevano costruito una loro residenza fortificata. I restauri hanno interessato le parti più significative dello storico edificio quali le facciate, il complesso delle scalinate esterne, i tetti ed il grande gruppo statuario degli Ercoli che caratterizza la scenografica facciata nord rivolta verso il parco, ben nota a molti bolognesi. Il restauro delle facciate Il lavoro di restauro delle facciate è stato preceduto da una accuratissima fase di indagini e studi preliminari che hanno messo in luce tutte le fasi dei successivi interventi operati sull'edificio, a partire da quelle più recenti fino alla fase più antica corrispondente all'epoca bentivolesca di cui si sono riscontrate le tracce nella torre centrale che costituisce uno dei corpi più antichi di tutto il nucleo insediativo. Sulla base delle risultanze delle analisi e delle indagini preliminari sono state messe a punto la metodologia del restauro e le proposte di trattamento delle diverse superfici sia dal Stemma di casa Hercolani 18 punto di vista della scelta delle tecniche più appropriate che dei materiali che, infine, della definizione delle cromie. Analogamente si è intervenuti sul complesso delle scalinate esterne, le quali presentavano fenomeni di degrado assai vasti ed accentuati a fronte dei quali si è dovuto necessariamente operare un compromesso tra le istanze conservative e quelle funzionali cercando tuttavia di conservare il più possibile i materiali originari. La manutenzione dei tetti Le opere previste per la manutenzione delle coperture sono consistite, in estrema sintesi, nella sistemazione del manto di coppi di cui esse sono costituite, nella verifica ed integrazione delle opere di impermeabilizzazione e, ove necessario, nella sostituzione delle parti ammalorate del tavolato e dell'orditura. Si è operata inoltre l'integrazione e manutenzione del sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche seguendo un criterio conservativo, mantenendo in opera cioè tutto ciò che è stato possibile mantenere e limitando le sostituzioni esclusivamente a quelle parti non più recuperabili. Il restauro del gruppo statuario degli Ercoli L'opera si presentava in avanzato stato di degrado sia nella struttura che nelle porzioni superficiali. In primo luogo la costante esposizione agli agenti atmosferici e la mancanza di manutenzioni aveva provocato la spaccatura della malta, sia in superficie che in profondità, permettendo all'acqua di infiltrarsi e, con l'azione del gelo e disgelo, operare una continua azione distruttiva. L'acqua, inoltre, venendo a contatto con le armature metalliche interne, ne aveva provocato fenomeni di corrosione e ossidazione, i quali, a loro volta, erano causa di ulteriori fenomeni di disgregazione dell'opera al suo interno. Si erano formati quindi due livelli di distacchi: uno più superficiale ed uno in profondità. Si è proceduto innanzitutto al ripristino strutturale ricreando la coesione tra l'armatura interna in ferro e le parti in muratura e malta; si è passati poi alla stuccatura di tutte le lesioni presenti ed alla ricollocazione in opera di tutte

19 doc. 5 le parti distaccate, oltre che alla ricostruzione di particolari quali alcune dita delle mani di uno degli Ercoli. La finitura superficiale è consistita in un primo intervento consolidativo al quale ha fatto seguito la tinteggiatura dell'intero gruppo, rispettando le cromie originali mediante la tecnica della velatura. L'intervento dello Stato L'attività di tutela svolta dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Bologna si è esplicata sia nella fase di redazione del progetto, curato dall'architetto Vittorio Camerini, sia in corso d'opera mediante numerosi sopralluoghi in cantiere, durante i quali sono andate via via affinandosi le scelte progettuali. Oltre a ciò l'intervento statale si è caratterizzato mediante l'erogazione di finanziamenti sia in conto interessi che in conto capitale in applicazione delle disposizioni previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. In conclusione possiamo dire che il grande intervento restaurativo della villa Hercolani, dovuto in primo luogo alla sensibilità manifestata dalla famiglia Hercolani, che non ha esitato ad 19 intraprendere un'impresa edilizia ed economica assai impegnativa, costituisce altresì un bell'esempio di fruttuosa collaborazione tra iniziativa privata ed intervento pubblico nel campo della conservazione del patrimonio culturale italiano. arch. Leonardo Marinelli LA FAMIGLIA HERCOLANI La famiglia Hercolani di Bologna trae origine da un Andrea Hercolani da Faenza, vivente nel secolo XV, che ebbe due figli: Giovanni e Nicolò. Giovanni fu consigliere di Giovanna II, regina di Napoli, e gran contestabile del Regno, mentre un suo figlio, Andrea, fu podestà di Firenze. La discendenza di Giovanni si estinse nei suoi pronipoti; quella di Nicolò, invece, continua ancora oggi nei due rami della famiglia Hercolani: quello bolognese e quello di Bagnacavallo, che non ha conservato l'h iniziale del cognome. Fu infatti Nicolò Hercolani, dottore in legge, che si trasferì a Bologna, ottenendovi la cittadinanza nel 1429 insieme ai figli Ercolano, Bartolomeo, Giovanni e Antonio, mentre l'altro figlio Bitino rimase a Bagnacavallo, dove diede appunto origine al ramo degli Ercolani. Fin dal 1447 la casata ebbe accesso alla magistratura cittadina degli Anziani e accrebbe le sue sostanze esercitando la merceria; nel 1528 raggiunse i vertici della società bolognese, ottenendo da papa Clemente VII la contea di Rivazze (revocata poi nel 1532 insieme agli altri feudi bolognesi di recente istituzione) e un seggio nel Senato cittadino. Il ramo senatorio della famiglia Hercolani, protagonista della vita politica bolognese dal Cinquecento al Settecento, discende dal primogenito di Nicolò, Ercolano, la cui linea si diramò nei nipoti Vincenzo e Agostino, figli di Giacomo; Vincenzo, primogenito, fu il primo a ottenere il senatorato. La carica, alla sua morte, passò al fratello Agostino e alla sua discendenza. Agostino ebbe due figli: Ercole, terzo senatore, e Germanico, quarto senatore. Ercole, cavaliere di S. Stefano, fu a lungo ambasciatore a Modena per il duca di Toscana; residenza di questo ramo della famiglia fu il palazzo di via S. Stefano di fronte al voltone della chiesa di S. Giovanni in Monte. Il senatorato passò quindi ad Agostino,

20 doc. 8 figlio di Ercole, quinto senatore, e ai suoi discendenti in linea retta primogenita: Enrico, sesto senatore, Pompeo, settimo, e Agostino, ottavo; da Agostino passò a suo fratello Vincenzo, nono senatore, con cui, nel 1773, si estinse questo ramo della famiglia. Vincenzo di Giacomo, di cui si è detto sopra, fu creato conte di Medicina da papa Clemente VII; ebbe due figli, Girolamo ed Astorre, che per primi abitarono il palazzo di Strada Maggiore. Mentre la discendenza di Girolamo si estinse con Vincenzo, morto nel 1687, quella di Astorre proseguì. Da un Alfonso Hercolani, testimoniato intorno alla metà del XVII secolo, nacquero Filippo, Antonio e Astorre. Filippo Hercolani ( ), creato principe del Sacro Romano Impero e marchese di Blumberg dall'imperatore Leopoldo I nel 1699, con diritto di trasmissione a tutti i suoi discendenti, fu consigliere dello stesso Leopoldo I e dei suoi successori Giuseppe I e Carlo VI; fu inoltre a lungo ambasciatore presso la Repubblica di Venezia. Nel 1710 ebbe il solo figlio, Alfonso, che morì senza discendenza nel 1761; il titolo principesco passò così al ramo del cugino Marcantonio, cui in seguito, dopo il 1773, tornò anche il senatorato. Decimo ed ultimo senatore della famiglia Hercolani fu, infatti, Filippo ( ), figlio di Marcantonio e padre di quell'astorre ( ) che sposò Maria Malvezzi Lupari, dama d'onore della vice-regina del Regno italico a Milano, e da cui discende l'attuale ramo principesco della famiglia. A Filippo si deve la ristrutturazione della villa quattrocentesca di Belpoggio, acquistata nel 1750 dalla nonna Lucrezia Orsi e da allora di proprietà 20 della famiglia Hercolani. Il ramo principesco della casata ha avuto continuazione nelle persone di Alfonso ( ), Alfonso Astorre ( ), Alfonso ( ) e Astorre ( ), che da Santa Borghese ha avuto sette figli, tra cui Andrea, Albertina, Adriano e Almerico. La famiglia Hercolani Fava Simonetti discende, invece, da Antonio ( ), fratello dell'ultimo Astorre ricordato, il quale, avendo sposato Marianna dei conti Fava Ghisilieri Simonetti ( ), con Regio Decreto del 29 agosto 1913 fu autorizzato ad aggiungere i cognomi Fava e Simonetti al proprio. Aurelia Casagrande e Ilaria Di Cillo L ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA HERCOLANI L'archivio della famiglia Hercolani si estende cronologicamente dalla prima metà del secolo XIII (con documentazione in copia dal 1078) alla metà del secolo XX e comprende anche carte delle famiglie Bianchetti Gambalunga, Orsi, Borghese, Malvezzi Lupari, Castelli e Lanci. Il materiale documentario è costituito da circa 3200 unità archivistiche tra buste, registri e mazzi, per un totale di circa 240 metri lineari. Corrispondenza, memorie, inventari di beni mobili e immobili, piante, documentazione contabile, istrumenti, processi, scritture diverse relative ai possedimenti della famiglia (Belpoggio, Spinazzino, Fiorentina, Gaiana, S. Giorgio, S. Rocco, La Crocetta, Castel Guelfo, Baricella, Mezzolara, Cento e altri) costituiscono le principali serie del fondo Hercolani. Particolarmente interessanti risultano, inoltre, le lettere e i documenti di Filippo di Alfonso ( ), riguardanti in gran parte la sua attività presso l'ambasciata della Repubblica di Venezia, nonché gli alberi genealogici e le memorie relative ad altre famiglie gentilizie. Per quanto riguarda il fondo pertinente alla famiglia Orsi, la documentazione, risalente al secolo XIV, è per lo più costituita da istrumenti e processi; questo archivio è confluito in quello della famiglia Hercolani nel secolo XVII, in seguito al matrimonio di Astorre con Lucrezia

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