LA TRUFFA FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI

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1 LA TRUFFA FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI La nazionalizzazione dei fondi pensione complementari sarebbe una proposta rivoluzionaria che, in Italia, troverebbe il favore di 5,5 milioni di iscritti. Vittime che crescono a un ritmo del 5% annuo. Così recita l'ultima relazione della COVIP autorità di controllo sui Fondi Pensione: Alla fine del 2011 le risorse destinate alle prestazioni pensionistiche erano pari a 90,7 miliardi di euro (+9% rispetto all anno precedente). Il 58% era investito in titoli di debito nazionali ed esteri (Alla fine del 2012 si calcolano 100 miliardi, la maggior parte dei quali investiti in titoli esteri. Dice ancora l''autorità: Nel 2011 l elevata volatilità dei mercati finanziari, i forti ribassi dei corsi azionari e obbligazionari privati, la discesa dei rendimenti dei titoli pubblici a breve termine hanno inciso sui risultati delle forme pensionistiche complementari, nella media inferiori alla rivalutazione del TFR attestatasi al 3,5 per cento a causa del riacutizzarsi delle pressioni inflazionistiche. L'ultima tiritera della Covip si ripete tutti gli anni, nonostante gli stessi gestori abbiano ammesso che è impossibile raggiungere il misero rendimento del TFR: 75% dell'inflazione + 1,50%. I Fondi sopravvivono a stento, grazie ai soldi pubblici spesi per la loro costituzione; per il versamento aggiuntivo delle imprese, dello Stato e degli enti pubblici per i loro dipendenti e per le facilitazioni fiscali. Nel Trentino Alto Adige il contributo è doppio rispetto al resto d'italia. Ben poco o nulla aggiungerebbero, alla pensione contributiva da fame, i soli versamenti dei lavoratori, dopo il pagamento delle tasse seppure agevolate (12%) e della conversione in pensione che si mangia il 30% del capitale finale. Gli avvoltoi al pasto del risparmio forzato dei lavoratori sono troppi: - Il carrozzone con le sue spese (stipendi, affitti, ecc); - lo stato con le imposte; - le assicurazioni con la conversione in pensione - i gestori con premi di risultato, commissioni e con il conflitto d'interessi. Tant'è che la linea garantita non riesce più a garantire un rendimento minimo del 2% sul capitale. A questo punto bisognerebbe chiedersi che utilità hanno questi carrozzoni costosi e inutili? Che senso ha questo spreco di denaro pubblico e privato senza risultati? Eppure la soluzione ci sarebbe basterebbe che lo stato o la regione garantisse alla scadenza un rendimento pari all'inflazione, maggiorato del 2%. Meno del BTP Italia, poco di più di quanto rendono le indennità di liquidazione lasciate nelle imprese. Rimanendo ferma la possibilità degli anticipi per l'acquisto prima casa, spese mediche, ecc. Con una fava si prenderebbero 4 piccioni: riduzione del debito pubblico in titoli di stato; soldi da investire nel lavoro; garanzia di una buona pensione complementare con rendimento certo, senza rischi di mercato e infine gli enti pubblici e le imprese non sarebbero più costretti a versare le quote a loro carico nei mercati finanziari, ma solo a prevedere fondi di garanzia. Da cosa è provocata la crisi dei fondi pensione? Lo strumento è nato fragile ed è destinato a frantumarsi nelle tempeste finanziarie per una serie di debolezze congenite.

2 La prima è dovuta dalla sua stessa natura negoziale, a causa dell'inesperienza della parte che dovrebbe negoziare per i lavoratori (i sindacati) e delle limitazioni di legge. I gestori possono solo venire scelti con contratti a tempo determinato, ma non si possono praticamente porre limiti alla loro azione, tutt'altro che trasparente. Gli unici limiti per i gestori riguardano i massimali d'investimento per settori di rischiosità (azioni, obbligazioni, derivati, ecc) che. In ogni modo, devono rivolgersi alla quasi totalità dei mercati finanziari. Alla scadenza possono essere sostituiti, ma alla fine il risultato cambia di poco. I gestori operano prevalentemente nell'interesse della società di gestione o della banca da cui dipendono e pertanto nell'amministrare il fondo si trovano in conflitto d'interesse. Motivo per il quale è stato inventato l'escamotage della dichiarazione liberatoria con la quale il fondo pensione firma un documento nel quale dichiara di essere a conoscenza dell'esistenza del conflitto. Un altro motivo di debolezza riguarda la dimensione dei fondi. Dovrebbero essere avvantaggiati nella ripartizione dei risultati operativi i fondi pensione più grandi, verso i quali esiste un interesse maggiore da parte della società di gestione a mantenere il cliente. Ma non sempre è così specialmente quando il controllo del fondo è insufficiente. Vi è poi l'impossibilità di controllare la totalità delle operazioni giornaliere svolte dal gestore, unita alla insufficienza di controlli da parte delle autorità preposte. Non vi è quindi alcuna garanzia, che oltre alle commissioni, una parte degli utili operativi finisca nella società di gestione. La vita di questi fondi è caratterizzata da un andamento di forte crescita degli aderenti nei primi anni di vita per poi decrescere nel tempo, quando maturano le pensioni da liquidare. L'andamento negativo dell'occupazione, con il conseguente calo e delle nuove entrate e l' invecchiamento degli aderenti, con il passare degli anni, porta alla crisi della riserva matematica che dovrebbe garantire gli esborsi futuri. I Fondi pensione integrativi delle banche sono un chiaro esempio. Una buona parte sono stati liquidati per mancanza di riserva matematica. E la crisi continua anche per quelli sopravvissuti. Si può obiettare sulla natura dei fondi bancari quasi tutti chiusi e di origine retributiva, ma è indubbio che i crolli delle riserve matematiche siano dovute in buona parte alle controriforme liberiste dal 1993 in poi che hanno imposto l'obbligo di investire la totalità delle attività sui mercati finanziari. FONDI PENSIONE REGIONALI E NAZIONALI Confronto fra l'eccellenza del Laborfonds e lo storico Fondo Cometa dei metalmeccanici Pensplan e Laborfonds sono i carrozzoni regionali senza futuro, destinati a gravare sempre più sui contribuenti. Ciò nonostante sono considerati fra i migliori fondi pensioni. Laborfonds addirittura è stato premiato a livello internazionale, naturalmente il premio è stato assegnato dall'assise dei gestori. Eppure basta osservare i risultati: in perdita del Fondo immobiliare chiuso uno energia (che ben poco ha a che fare con la previdenza integrativa) e i rendimenti del Laborfonds e dei fondi aperti Pensplan per rendersi conto che nemmeno la presunta eccellenza supera la prova del nove: superare il rendimento del TFR nella lunga distanza. Certamente il risultato è migliore a quello dei Fondi più vecchi (Cometa, ecc), visto che i fondi regionali nascono nel settembre del E ciò dimostra che con il il passare del tempo i rendimenti diminuiscono.

3 Vediamo i rendimenti comparati dall'inizio dell'attività al marzo 2013: Fondi pensione Data d'inizio Valore iniziale Valore al 31/03/2013 Numero anni Rendimento bilanciata garantita prudente dinamico 01/01/ ,25 2,90% 01/04/ ,51% 04/01/ ,12% 04/01/ ,39% bilanciata garantita prudente etico dinamico 29/09/ ,5 3,27% 31/01/ ,08 2,59% 30/04/ ,92 4,46% 30/04/ ,92 3,56% Laborfonds raccoglie aderenti che sale a con gli aderenti ai fondi Pensplan. Gli aderenti al Laborfonds sono ancora in aumento grazie al doppio contributo che paga la Regione ai dipendenti pubblici. Cometa, il fondo dei metalmeccanici, conta al 31/11/ aderenti in calo del 3,11% rispetto al 2010 il cui numero ammontava a Laborfonds gestisce milioni di euro Cometa milioni di euro Confrontiamo l'andamento del rendimento dell'inflazione, del TFR, e di un BTP Italia che rende il 100% del'inflazione + il 2% con quello dei fondi di più lunga data Cometa Bilanciata e Laborfond bilanciato. Data d'inizio Valore iniziale Valore al 31/03/2013 Numero anni INFLAZIONE 29/09/ ,5 2,23 TFR 29/09/ ,5 3,17 BTP ITALIA 29/09/ ,5 4,52 Rendimento 01/01/ ,25 2,90% 29/09/ ,5 3,27%

4 QUANTO COSTANO I FONDI PENSIONE? Cominciamo dall'ultimo bilancio Laborfonds al 31/12/2011. Nella relazione si evidenzia una maggiore morosità delle imprese nel pagare i contributi dei dipendenti da 3,5 milioni del 2010 ai 4 del Il totale delle passività di bilancio ammonta a su un totale di euro di investimenti in gestione. Le passività sono così suddivise: PREVIDENZIALE FINANZIARIA GARANZIE DI RISULTATO AMMINISTRATIVA DEBITI D'IMPOSTA TOTALE Le passività in un anno sono aumentate di quasi il 20% e costituiscono il 4,60%degli investimenti. Come si vede dall'esempio Laborfonds le passività del carrozzone sono notevoli e la parte del leone spetta alla gestione finanziaria. Vediamo il Cometa PREVIDENZIALE FINANZIARIA GARANZIE DI RISULTATO AMMINISTRATIVA DEBITI D'IMPOSTA TOTALE Il risultato del Cometa è disastroso: l'aumento delle passività della gestione finanziaria e delle garanzie del risultato hanno portato a un aumento della passività del 259%. Le passività costituiscono il 5,27% degli investimenti. Certamente il Fondo Cometa è amministrato peggio del Laborfonds e anche i risultati della gestione dei fondi sono peggiori, ma alla fine i rendimenti e l'entità dell'incidenza delle passività sul totale del patrimonio investito non si discostano di molto.

5 Tutto ciò dimostra l'inutilità di questi fondi, al fine del conseguimento di una pensione complementare. Pesante è anche l'impoverimento che essi apportano ai lavoratori trasferendo una buona parte dei loro redditi da lavoro alla finanza globale (banche, finanziarie e gestori). Occorre uscire al più presto dall'economia inutile, dannosa, distruttiva, basata sullo spreco e sulla speculazione finanziaria che aumenta le disuguaglianza. Basterebbe poco per rimediare a questa situazione se la politica non sottostasse al ricatto perpetuo del capitalismo finanziario. La proposta di eliminare i Fondi Pensioni sostituendoli con un impegno di assicurare un rendimento pari a quello di un BTP Italia è l'unica in grado di garantire una pensione complementare certa e dignitosa senza costi e passività di sorta, I dati esposti lo dimostrano chiaramente.