IL CRICETO RUSSO Di Vittorio Capello

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1 1 IL CRICETO RUSSO Di Vittorio Capello Il criceto domestico rappresenta senza dubbio l'animale da compagnia più diffuso nell'ambito dei piccoli roditori. A onor del vero, anche il coniglio nano occupa un posto di spicco insieme al criceto. Tuttavia questa specie, anche se presenta molte analogie dal punto di vita zoologico, non è precisamente un roditore. Inoltre le dimensioni lo distinguono dai roditori di taglia piccola o piccolissima (i cosiddetti pocket pets), così come le modalità di gestione nell'ambiente domestico si avvicinano di più a quelle del cane e del gatto che a quelle degli animali da gabbia. Questa sottile ma doverosa distinzione conferma che nell'ambito del folto gruppo di roditori da compagnia (non dimentichiamo la cavia, il cincillà, il gerbillo, il topo, il ratto, lo scoiattolo giapponese e il cane della prateria), il criceto detiene il primato di simpatia, di gradimento nonché di vendita. Conosciuto e venduto nel nostro Paese da oltre un quarto di secolo, esso è stato il precursore dei piccoli roditori da compagnia, ed ha aperto la strada a tutte le altre specie. CENNI DI ZOOLOGIA Fino a pochi anni fa, il criceto domestico si identificava con il criceto dorato. La famiglia dei Cricetidi tuttavia, comprende ben 24 specie, raggruppate in 6 generi diversi. Fra queste, le specie più conosciute sono il criceto comune europeo o hamster (Cricetus cricetus), il criceto cinese (Cricetulus migratorius e Cricetulus griseus), e il criceto russo (Phodopus sungorus e Phodopus roborowskii). Queste specie sono indigene della zona temperata dell'emisfero nord del pianeta (Nord Europa, Siberia e continente asiatico, America Settentrionale) e vivono allo stato selvatico. Solo una varietà di criceto russo (Phodopus roborowskii bedferdiae) è stata addomesticata e viene tuttora allevata e venduta come animale domestico. Le origini della cattività del criceto russo sono piuttosto simili a quelle già descritte per il criceto dorato. Sebbene fosse conosciuto in Europa fino dagli anni venti, l'allevamento del criceto russo quale animale da laboratorio ha preso origine in Inghilterra nel 1968, a partire da una coppia di esemplari catturati in

2 2 Siberia. Negli ultimi anni, l'interesse degli appassionati di animali esotici ha fatto sì che questo simpatico animaletto, molto facile da riprodurre, si affiancasse come animale domestico al più noto criceto dorato. CARATTERISTICHE ANATOMICHE E FISIOLOGICHE Il criceto russo, denominato anche Criceto ungherese, Criceto siberiano, criceto nano o criceto con le zampe a pelo lungo, si differenzia dal criceto dorato sia per l'aspetto esteriore che per alcuni aspetti del comportamento. La taglia è sensibilmente più piccola. Il criceto russo è lungo circa 5-6 centimetri e pesa in media grammi. Esso appare di dimensioni leggermente più grandi (paragonabili a circa la metà del criceto dorato) in quando possiede una cute piuttosto spessa e una pelliccia estremamente folta, caratteristiche tipiche di un animale di piccolissima taglia che vive in natura a temperature molto basse per la maggior parte dell'anno. Il mantello non presenta varietà di lunghezza e di colore come nel criceto dorato. E' grigio scuro sul dorso e grigio chiaro tendente al bianco in corrispondenza dell'addome. Sul dorso, il criceto russo presenta inoltre una striscia longitudinale grigio scuro o nera estesa dal capo alla coda. Anche le estremità posteriori sono rivestite di pelliccia, la quale copre anche la superficie plantare a protezione della cute sottile e delicata. L'aspetto delle zampine è dunque molto simile a quello del coniglio, che come il criceto russo non possiede cuscinetti plantari. Un'altra differenza anatomica è relativa alla posizione delle ghiandole odorifere: mentre nel criceto dorato sono localizzate in corrispondenza dei fianchi e si presentano come due piccole aree rotondeggianti di colore bruno scuro, nel criceto russo l'area ghiandolare è una sola, posta in corrispondenza dell'ombelico, ed è coperta da secreto ceruminoso che emana un odore piuttosto pungente. Per quanto riguarda il comportamento, la specie russa è molto più vivace rispetto al criceto dorato comune. Senza mai essere mordace, questo animaletto è estremamente agile, veloce, addirittura guizzante. Per questo motivo è meno facile da prendere in mano, da accarezzare o da coccolare. Il criceto russo è solito reagire a qualsiasi situazione di disturbo emettendo uno squittìo piuttosto stridulo. Tale vocalizzazione ha un significato di minaccia piuttosto che di terrore, e rappresenta un connotato piuttosto curioso e divertente, soprattutto se rapportato alle dimensioni dell'animale.

3 3 Dal punto di vista biologico, il comportamento è quello caratteristico di un animale notturno, analogamente al criceto dorato. I roditori di taglia piccola o piccolissima rappresentano le specie di mammiferi dalle dimensioni più contenute. La maggiore dispersione di calore, data da una superficie molto ampia in proporzione alla massa corporea, determina un metabolismo estremamente elevato. Tale connotato fisiologico si ripercuote sulla longevità, che è particolarmente ridotta: il criceto russo vive in media da un anno e mezzo a due anni, anche se esistono casi eccezionali di soggetti sopravvissuti oltre i due anni e mezzo. Questo dato è da tenere in considerazione al momento di decidere l'acquisto di un criceto di questa specie. Come tutti i piccoli roditori, il criceto russo presenta uno sviluppo corporeo e sessuale molto precoce, ed è un mammifero molto prolifico. La femmina raggiunge la maturità sessuale all'età di 40 giorni, e il primo accoppiamento avviene attorno all'età di due mesi. Il periodo fertile si presenta ogni 4 giorni come nella femmina del criceto dorato, tuttavia la gravidanza è leggermente più lunga: circa 20 giorni contro i 16 della specie dorata. La durata della gestazione è tuttavia influenzata da alcuni fattori, dei quali il più importante è il numero dei feti. In media la mamma russa partorisce 5-6 cuccioli. I piccoli nascono senza pelo e con gli occhi chiusi, ma i denti incisivi sono già presenti. Dopo circa una settimana sono in grado di mangiare cibo solido, e dopo 15 giorni lo svezzamento è completato. LA GABBIA E LE SUPPELLETTILI La gabbia ideale per il criceto russo non differisce da quella già descritta per il criceto dorato, di taglia più grossa. Questo animaletto è molto attivo, e sfrutta bene anche le dimensioni un po' più ampie del ricovero. Nel caso di soggetti molto piccoli o molto giovani tuttavia, bisogna fare attenzione che le sbarre della gabbia non presentino una distanza tale da consentire al criceto di evadere. In questo caso può essere utilizzata una gabbia in plexiglas a pareti continue, che deve essere però di dimensioni adeguate, simile ad un piccolo terrario. I vantaggi di questo tipo di gabbia sono rappresentati sia dalla sicurezza per quanto riguarda la fuga, come dalla prevenzione nei confronti delle fratture delle zampe. Gli svantaggi sono invece dati da una maggiore difficoltà nella pulizia, e dall'impossibilità di collocare la ruota, suppellettile fondamentale per l'esercizio fisico del criceto.

4 4 L'ALIMENTAZIONE L'alimentazione adatta al criceto russo non differisce da quella del criceto domestico tradizionale. Ricordiamo soltanto che gli alimenti devono essere ugualmente suddivisi in cibi secchi (semi, pane o biscotti secchi) e umidi (frutta e verdura). E' invece opportuno dosare molto bene la quantità di cibo che viene offerto al criceto russo. L'errore più frequente che viene commesso è rappresentato dalla sovralimentazione. Non bisogna dimenticare che il criceto russo, grazie alla pelliccia molto folta, appare di dimensioni superiori a quelle reali. Tuttavia esso pesa circa 30 grammi, e non dovrebbe mangiare più di 10 grammi di cibo al giorno. Il criceto russo però è molto ghiotto, e un'alimentazione troppo abbondante lo conduce in breve tempo all'obesità, che è la condizione di più frequente riscontro in questo piccolo animale domestico. Inoltre, il criceto russo è geneticamente predisposto al diabete, malattia del tutto simile a quella dell'uomo, ma che per evidenti motivi non è possibile nè diagnosticare nè curare. Un quantità troppo abbondante di cibo crea inoltre problemi di ordine igienico. Come tutti i criceti, anche il russo ha l'abitudine di crearsi delle scorte abbondanti di cibo, che nasconde nella tana oppure, nel caso del nostro piccolo domestico, nella casetta. Naturalmente tutto il cibo deperibile va in decomposizione in breve tempo e, soprattutto d'estate, determina l'insorgenza di cattivi odori nell'ambiente domestico e il rischio di infezioni per l'animale. Il cricetino russo inoltre è capace di riempire a dismisura le tasche guanciali, ed è predisposto all'abitudine di svuotarle poco frequentemente. Qualora abbia a disposizione troppo cibo, egli si "dimentica" di utilizzare anche il cibo immagazzinato nelle tasche, che si decompone al contatto con la saliva creando infezioni o ascessi a carico delle tasche stesse. LE PRINCIPALI MALATTIE Le malattie più frequenti del criceto russo sono rappresentate dalle patologie cutanee, dalle fratture delle zampe posteriori e dai tumori. Le malattie della pelle e del pelo sono costituite dalla rogna e dalle micosi. Queste ultime sono molto difficili da curare a motivo della continua e frequente toelettatura che il criceto svolge nei confronti del proprio mantello, contribuendo

5 a diffondere il fungo microscopico e a rendere inefficace l'applicazione di farmaci. Le fratture delle zampe posteriori sono sempre conseguenti a traumi autoprovocati all'interno della gabbia. Trattandosi di un animale molto attivo, nel tentativo di liberare l'estremità eventualmente rimasta intrappolata fra le sbarre della gabbia o della giostra, si provoca la frattura della minuscola tibia. La lesione non mette in pericolo la vita, tuttavia potrà persistere una zoppicatura più o meno evidente. Il criceto russo è una specie a rischio molto elevato per quanto riguarda l'insorgenza di tumori. Proprio per questa particolare sensibilità nei confronti delle neoplasie, esso è stato utilizzato per molti anni quale animale da laboratorio. Se i tumori sono esterni e ben localizzati possono essere trattati chirurgicamente, tuttavia essi sono responsabili della maggior parte dei decessi nei soggetti anziani. 5