LE FILIERE AGRICOLE MINORI
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1 Milano 22 gennaio 2014 LE FILIERE AGRICOLE MINORI ALBERTO MANZO Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell ippica Ufficio ex PQA II
2 Le Piante Officinali Famiglia Entità Asteraceae 205 Fabaceae 89 Lamiaceae 89 Rosaceae 66 Apiaceae 62 Poaceae 61 Liliaceae 59 Brassicaceae 55 Scrophulariaceae 49 Ranunculaceae 46 Boraginaceae 27 Caryophyllaceae 26 Polygonaceae 25 Chenopodiaceae 22 Solanaceae 21 Euphorbiaceae 21 Le specie di piante officinali coltivate in Italia sono oggi oltre 100, differenziate tra aromatiche, medicinali, da profumo, da liquore e da cosmesi. Poco meno di 40 specie occupano circa il 90% della superficie totale coltivata 40
3 Le Piante Officinali in Italia Assenzio gentile Piemonte, Sardegna Assenzio romano Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia Bardana Toscana, Abruzzo, Emilia, Veneto, ecc. Bergamotto Calabria Borragine Emilia, Lombardia, Toscana, ecc. Calendula Emilia, Lombardia, Marche, Sicilia, piccole superfici altre regioni Camomilla comune Toscana, Puglia, Piemonte, Abruzzo, Campania e piccole superfici altre regioni Camomilla romana Piemonte Carciofo Toscana e piccole superfici altre regioni Cardo mariano Abruzzo, Sardegna, Marche e Sicilia Coriandolo Piemonte, Sicilia e piccole superfici altre regioni Dragoncello Piemonte e piccole superfici in altre regioni Frassino da manna Sicilia (Palermo) Galega Emilia, Marche e piccole superfici in altre regioni Gelsomino Non rilevante Genepì Piemonte Giaggiolo Toscana e piccole superfici in altre regioni Iperico Piemonte, Umbria, toscana, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio e in molte altre regioni Issopo Piemonte, Emilia, Marche, ecc. Lavanda e lavandino Piemonte, Liguria, Emilia, Marche, Abruzzo e piccole superfici in altre regioni 41
4 Le Piante Officinali in Italia Lino Liquirizia Malva Manna Meliloto Melissa Menta piperita Origano Passiflora incarnata Psillio Rosmarino Salvia officinale Salvia sclarea Santoreggia Tarassaco officinale Tiglio Timo Valeriana Zafferano Lino Toscana Calabria, Sud Italia Toscana, Piemonte, Marche, Veneto, ecc. Sicilia Marche Piemonte, Toscana, Emilia, Lombardia, Marche e piccole superfici in altre Regioni Piemonte e piccole superfici in altre regioni Sicilia e piccole superfici in altre regioni del nord e del sud Toscana, Marche, Abruzzo e in altre regioni Umbria, Toscana, Emilia, Marche e Sicilia Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia e in moltissime altre Regioni Piemonte, Emilia, Lombardia, Toscana e in moltissime altre Regioni Piemonte, Abruzzo, Emilia, Marche Piemonte, Veneto, Umbria e in altre regioni Toscana, Piemonte e in altre regioni Marche e Emilia Piemonte, Emilia e in moltissime altre regioni Lombardia e in altre regioni Sardegna, Abruzzo, Umbria Toscana 42
5 OSSERVATORIO ECONOMICO PIANTE OFFICINALI SETTORE AGRICOLO Nell ultimo decennio è stato profondamente investito dai cambiamenti del contesto di mercato: Riforme della PAC: Smantellamento del sostegno dei prezzi e delle barriere commerciali Disaccoppiamento dei premi diretti agli agricoltori: eliminazione o forte riduzione dei contributi a singoli prodotti CONSUMO Interesse dei nuovi consumatori per: Salute Benessere Ecologia Prodotti innovativi, con funzioni specifiche Mercati internazionali instabili,aumento dei costi energetici e dei prezzi degli input agricoli Diversificazione, multifunzionalità, nuove opportunità
6 Specie botanica superficie Utilizzo prevalente menta piperita e dolce 253,54 olio essenziale lavanda vera ed ibrida 178,77 olio essenziale camomilla comune 123,1 prodotto secco finocchio aromatico 78,21 prodotto secco salvia officinale 68,45 prodotto secco melissa 47,69 prodotto secco camomilla romana 45,05 olio essenziale passiflora incarnata 39,21 prodotto secco coriandolo 37 prodotto secco origano bianco 24,25 prodotto secco psillio 23 prodotto secco elicriso 22,44 olio essenziale rosmarino 20,97 prodotto secco assenzio romano pontico e gentile Le Piante Officinali Le specie maggiormente utilizzate 18,62 prodotto secco santoreggia 17,3 prodotto secco ortica 15,1 prodotto secco
7 Il settore della Piante Officinali in Italia ettari coltivati; tonnellate di prodotto; di euro il valore delle produzioni; operatori di settore (trasformazione, produzione, terzismo e commercio all ingrosso); oltre marchi commerciali che impiegano le piante officinali nei loro prodotti. 45
8 Le Leggi che regolano la raccolta e la produzione delle piante officinali Legge 6 Gennaio 1931 n Disciplina la coltivazione, la raccolta e il commercio delle piante officinali; Regione Valle d Aosta Legge Regionale 7 dicembre 2009, n.45 (Disposizioni per la tutela e la conservazione della flora alpina. Abrogazione della Legge Regionale 31 marzo 1977, n.17), Bollettino Ufficiale n.1 del 5gennaio 2010; Legge regionale 16 febbraio 2011, n. 2 Disciplina delle attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali. Regione Piemonte Legge Regionale del 3 agosto 1993, n.38 (Norme relative alla coltivazione ed alla commercializzazione delle piante officinali peculiari della Regione Piemonte), Bollettino Ufficiale 11 Agosto 1993, n.32. Regione Liguria Legge Regionale del 30 gennaio 1984, n.9 (Norme per la protezione della flora spontanea), Bollettino Ufficiale del 15 febbraio 1984, n.7. Regione Friuli-Venezia Giulia Deliberazione del Presidente della Giunta n.0244 del 3 luglio 2001.(in corso di verifica) Provincia Autonoma di Trento Legge Provinciale 28 marzo 2003, n.4 (Sostegno dell economia agricola, disciplina dell agricoltura biologica e della contrassegnazione dei prodotti geneticamente modificati, art. 43 ter, che disciplina la coltivazione, la raccolta, la preparazione, la trasformazione, il confezionamento e il commercio di piante officinali coltivate in Trentino). Attuato con D.P.P. 24 settembre 2008 n
9 Le Leggi che regolano la raccolta e la produzione delle piante officinali Regione Toscana Legge Regionale 6 aprile 2000, n.56 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n.7, Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n.49), Bollettino Ufficiale 17 aprile 2000, n.17. Regione Campania Legge Regionale n.40 del 25 novembre 1994, (Tutela della flora endemica e rara), Bollettino Ufficiale del 29 novembre 1994, n.58. Regione Molise Legge Regionale 23 febbraio 1999, n.9 (Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona ed incentivi alla coltivazione delle piante del sottobosco e officinali. Ecologia.), G.U. n.031 Serie Speciale n.3 del 7 agosto 1999, Bollettino Ufficiale n.004 del 1 marzo Regione Sardegna Legge Regionale 7 giugno 1989, n.31 (Norme per l istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale). Regione Sicilia Legge Regionale 23 maggio 1994, n.9 (Norme per l esercizio delle attività professionali erboristiche), Bollettino Ufficiale del 25 maggio 1994, n.25. Regione Lombardia - Legge regionale 31 marzo n. 10 Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea. Provincia Autonoma di Bolzano - Decreto del Presidente della Provincia 13 febbraio 2013, n. 6 Coltivazione, raccolta, lavorazione e vendita di piante officinali, piante aromatiche e piante selvatiche -Pubblicato nel B.U. 26 febbraio 2013, n
10 Il MiPAAF ha istituito un Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali al fine di: 1. dare risposte immediate a diverse Associazioni (FIPPO, Assoerbe, SISTE, ecc.) che hanno fatto richiesta formale al MiPAAF di istituire un Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali, al fine di avviare un confronto tra le diverse Istituzioni preposte alla valorizzazione di questo settore; 2. aggiornare, anche dal punto di vista normativo, il settore tenendo conto della sua significativa espansione; 3. chiarire la definizione di prodotto erboristico, definirne i requisiti, l etichettatura, le modalità di distribuzione e di vendita per favorire il rilancio del settore; 4. garantire al settore delle piante officinali, soprattutto se si tratta di specie autoctone e/o spontanee, caratteristiche di multidisciplinarietà, in un ottica di salvaguardia del territorio e dell ambiente. 48
11 Il Tavolo tecnico sulle Piante Officinali 19 luglio 2011 prima riunione del Tavolo di Filiera hanno partecipato i Rappresentanti degli Assessorati Regionali all Agricoltura, delle Associazioni e delle Federazioni del settore delle Piante Officinali, delle Università, dei Centri e degli Istituti di Ricerca, del Ministero della Salute; 20 gennaio 2014 approvazione del piano di settore da parte del tavolo tecnico 49
12 Il Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali 23 settembre 2011 riunione dei rappresentanti del Tavolo di Filiera Organizzazione gruppi di lavoro e relativi coordinatori GRUPPO 1 - Legislazione Politiche nazionali e comunitaria Dr. Manzo - MiPAAF e Dr.ssa Dal Frà - Ministero della Salute GRUPPO 2 Certificazione e qualità Dr. De Caro - Quality Assurance Martin Bauer S.p.a. GRUPPO 3 - Ricerca & Sperimentazione Prof.ssa Pistelli - Università di Pisa; Prof.ssa Di Renzo - Università di Roma Tor Vergata; prof. Colombo - Università di Torino GRUPPO 4 - Osservatorio economico Dati statistici Dr. Primavera -FIPPO 50
13 Il Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali 29 novembre 2011 Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali il MiPAAF, in accordo con il Tavolo di filiera, ha stanziato un contributo a favore di ISMEA al fine di realizzare il progetto Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali, inerente il censimento del settore in questione, per procedere in un secondo momento alla programmazione di tutte quelle linee di sviluppo consone alla valorizzazione dell intera filiera; 51
14 Il Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali Istituzione formale il Tavolo di filiera con apposito Decreto Ministeriale (dicembre 2013) ; Stesura di una bozza di Piano di settore => gruppi di lavoro e risultati del progetto - Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali (luglio 2013); Approvazione del Piano del Settore Piante Officinali presso il tavolo tecnico (gennaio 2014) Accordo sul Piano di settore presso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. 52
15 La castanicoltura in Italia L Italia è tra i principali produttori ed esportatori mondiali di castagne (Castanea sativa Miller). La sua importanza sui mercati esteri è sempre più minacciata dalla concorrenza asiatica. Sul mercato interno, la debolezza strutturale della produzione, caratterizzata da piccole aziende localizzate prevalentemente in montagna e collina, i mutati consumi alimentari e la crescente concorrenza asiatica minacciano la sopravvivenza di un settore che può garantire un importante fonte di reddito e la tutela ambientale e paesaggistica dei territori. Il castagno ha assunto in passato ed assume ancora oggi un ruolo preminente tra le formazioni forestali italiane, non solo per l elevata produttività, la qualità e la varietà degli assortimenti legnosi, ma soprattutto per la consistente presenza sul territorio nazionale.
16 La castanicoltura in Italia I castagneti sono minacciati da emergenze fitosanitarie. L estensione delle infestazioni del cinipide alla quasi totalità del territorio italiano, richiede di modificare la normativa vigente, con l obiettivo di adeguarla alle esigenze della castanicoltura, sia per quanto riguarda la produzione dei frutti, sia riguardo la movimentazione del materiale di propagazione del castagno. Il castagno svolge diverse funzioni: produttive, protettive, naturalistiche, paesaggistiche, ricreative, didattiche. Tenuto conto del forte legame tra il castagno e l identità territoriale, la valorizzazione delle produzioni non può prescindere dal considerare i diversi aspetti della multifunzionalità e una efficace azione di marketing territoriale deve partire da questa base.
17 SOSTENIBILITA ECONOMICA SOCIALE E AMBIENTALE DELLA CASTANICOLTURA (dal piano di settore) 6.1 Obiettivo generale L obiettivo generale è lo sviluppo competitivo, sostenibile, integrato e multifunzionale del settore castanicolo italiano attraverso la valorizzazione dei prodotti castanicoli ottenuti dalla coltivazione della Castanea sativa. 6.2 Obiettivi strategici C) Riconoscere il ruolo di sostenibilità economica, sociale e ambientale della castanicoltura nelle aree rurali Azioni chiave Valorizzare la multifunzionalità delle aziende castanicole nell ambito dello sviluppo territoriale delle aree rurali Aggiornare la legislazione nazionale sul castagno, alla luce delle nuove funzioni che la coltura negli ultimi decenni ha progressivamente assunto Armonizzare le normative regionali in materia di castanicoltura da frutto Mantenere e valorizzare la funzione di difesa con particolare riguardo all assetto idrogeologico, alla tutela delle acque e alla mitigazione dei cambiamenti climatici Migliorare l utilizzo della proprietà pubblica
18 TAVOLO DI FILIERA DELLA FRUTTA IN GUSCIO Nel corso del 2010 la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano ha approvato il Piano del Settore Castanicolo , composto da: 1. Documento di sintesi; 2. Riferimenti tecnici di attuazione della lotta biologica al Dryocosmus kuriphilus del castagno con Torymus sinensis; 3. Elaborato dei gruppi di lavoro; 4. Elaborato delle Regioni sulla castanicoltura territoriale.
19 1941 Introduzione di Dryocosmus kuriphilus in Giappone Prime ricerche Tentativi di controllo mediante varietà di castagno meno suscettibili 1975 Necessità di nuovi metodi di lotta Superamento delle resistenze da parte del cinipide
20 Obiettivo Lotta Biologica Ristabilimento dell equilibrio biologico, alterato dall accidentale introduzione del fitofago esotico, mediante l introduzione di Torymus sinensis Metodo Lotta biologica propagativa o classica
21 TAVOLO DI FILIERA DELLA FRUTTA IN GUSCIO Nel corso del 2011 il MiPAAF ha istituito il Tavolo di Filiera della frutta in guscio, nell ambito del quale è presente una specifica sezione «Castagne» con DM n.4824 del 10 marzo La sua costituzione è nata dall esigenza di affrontare le molteplici problematiche che negli ultimi anni si sono venute a creare in questo comparto, ancor più evidenziate dalla grave crisi e dalla pesante congiuntura internazionale in cui versa il settore agricolo in generale, con enormi ripercussioni economiche sui produttori, sugli operatori della filiera e sui territori di produzione.
22 GRUPPO DI COORDINAMENTO TECNICO-SCIENTIFICO Il 27 gennaio 2011 il MiPAAF, nell ambito della riunione del Tavolo di filiera, ha istituito un Gruppo di coordinamento tecnico-scientifico che ha supportato il Dipartimento delle Politiche Competitive del Mondo Rurale e della Qualità, allo scopo di valutare l idoneità delle aree, in via prioritaria, per la costituzione di centri di moltiplicazione del Torymus sinensis, antagonista del cinipide galligeno, Dryocosmus kuriphilus, nei territori regionali vocati alla castanicoltura.
23 ORDINE DI PRIORITÀ DELLE AZIONI 1. COSTITUZIONE DI CENTRI DI MOLTIPLICAZIONE REGIONALI 2. POTENZIAMENTO CENTRO DI MOLTIPLICAZIONE DEL PARASSITOIDE TORYMUS C/O- UNIVERSITÀ TORINO DISAFA (Prof. A. Alma) 3. LINEE DI RICERCA CRA 4. CRA + ASSOCIAZIONI PROGETTO LOBIOCIN
24 Progetto LOBIOCIN (Terminato anno 2012) Lotta biologica al cinipide galligeno del castagno mediante l impiego del parassitoide Torymus sinensys Progetto BIOINFOCAST (In Corso anni 2013 e 2014) Difesa dei castagneti italiani dalla diffusione epidemica del Cinipide orientale: strumenti e strategie per un controllo integrato
25 Distribuzione lanci Torymus s. - Anno 2013 Regione 26/04/13 29/04/13 02/05/13 06/05/13 07/05/13 08/05/13 09/05/13 13/05/13 14/05/13 16/05/13 TOT Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino A. A Veneto Friuli V. G. 0 Liguria E. Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia 0 Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 Totale
26 Distribuzione lanci Torymus s. - Anno 2013 Regione N LANCI 2013 ipotesi 1 N.LANCI 2013 ipotesi 2 N LANCI 2013 ipotesi 3 TOT Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino A. A Veneto Friuli V. G. 0 Liguria E. Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia 0 Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 Totale
27 Calabria Campania Emilia Romagna Lazio Marche Piemonte Sicilia Toscana Umbria TOTALE Attività Progettuali: work in progress Centro di moltiplicazione Lanci BIOINFOCAST ALTRI LANCI TOTALE
28 Risoluzione XIII Commissione Agricoltura Camera dei Deputati Definire, d accordo con le regioni, le linee d azione perché possa essere debellato l insetto parassita, il Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) colpevole di aver pregiudicato la produzione italiana di castagne. Tali linee d azione dovranno definire: utilizzo di metodologie applicabili, con preferenza a metodi di lotta che hanno dato prova di efficacia e che non sono risultate invasive sull ecosistema, come è il caso dell utilizzo dell insetto antagonista Torymus sinensis, prima sperimentato e poi ampiamente diffuso in Italia, concordando, al tempo stesso, un divieto in ordine all attivazione di metodologie estemporanee, non sperimentate, inefficaci e dannose per l ambiente e l ecosistema in cui vivono le piante di castagno; risorse necessarie per la predisposizione di campagne di sensibilizzazione per gli agricoltori, per l attivazione di interventi di lotta biologica al Cinipide del castagno (Dryocosmus coriphilus), attraverso l allevamento ed i lanci dell insetto Torymus sinensis, antagonista naturale del Cinipide del castagno;
29 Risoluzione XIII Commissione Agricoltura Camera dei Deputati valutare la necessità di apportare le modifiche necessarie alla normativa vigente affinché sia permesso anche nelle aree naturali protette l utilizzo dell insetto antagonista Torymus sinensis ed ad adottare le occorrenti iniziative amministrative affinché il settore castanicolo sia nuovamente inserito tra le superfici monitorate dall Istat; a far sì che nella fase di definizione delle scelte nazionali di applicazione della nuova politica agricola comunitaria, relativamente alle misure del primo e del secondo pilastro (aiuti diretti ed aiuti accoppiati), sia riservata una adeguata attenzione ai produttori di castagne, il cui reddito è messo in forte pericolo dal Cinipide del castagno (Dryocosmus coriphilus); ad adoperarsi in sede europea per inserire il castagno tra le superfici a frutta a guscio oggetto di specifico finanziamento europeo; a provvedere affinché sia intensificata, al fine di contrastare le contraffazioni e le frodi, l attività di controllo dell origine delle castagne immesse in commercio, vista la notevole contrazione della produzione nazionale e la forte crescita delle importazioni da cui ne deriva il fondato rischio di ritrovare in commercio prodotto indicato come di origine nazionale mentre in realtà si potrebbe trattare di specie estere.
30 Il Florovivaismo in Europa (UE 27) Le superfici interessate sono stimate in più di ha (2010) (Eurostat) Più di aziende tra piante ornamentali, fiori e vivai Valore della produzione di piante e fiori è stimato sui (Eurostat) L Europa è il più grande mercato di consumo a livello mondiale (import 2010 pari a ) (Eurostat) La maggior parte delle aziende sono di limitata superficie e caratterizzate da una struttura di gestione elementare Necessaria una politica comunitaria a sostegno del settore
31 I PRINCIPALI ATTORI DELLA FILIERA FLOROVIVAISTICA NAZIONALE Costitutori e Moltiplicatori Produttori e distributori di mezzi tecnici Produttori Vivaisti- grossisti (1) grossisti Garden center e vivai Negozi e chioschi GDS e GDO (Centri del giardinaggio e supermercati) operatori del verde pubblico e privato (architetti, giardinieri, general contractor) Consumatore privato (famiglie, individui) flussi di approvvigionamento/utilizzo flussi vendita al cliente finale Consumo Istituzionale (municipalità, collettività, esercizi commerciali, uffici)
32 Il Florovivaismo: attività connesse Costitutori e moltiplicatori di materiale di produzione Fabbricazione serre, impiantistica e macchinari Fabbricazione fattori di produzione intermedi (vasi, terricci, fertilizzanti e fitosanitari da banco) Produzione materiale per il confezionamento
33 Il Florovivaismo: attività connesse Grossisti e intermediari Progettazione e manutenzione del verde ornamentale e forestale Distribuzione Prodotti per il giardinaggio hobbistico 71
34 Ruoli del Florovivaismo Multifunzionalità in agricoltura e revisione della figura dell imprenditore agricolo Tutela e valorizzazione del territorio: sistemazione, manutenzione e salvaguardia del paesaggio rurale Mantenimento assetto idrogeologico: salvaguardia del territorio e della biodiversità 72
35 Ruoli del Florovivaismo Salvaguardia germoplasma naturale e autoctono Variabilità nelle tipologie produttive e nelle esigenze pedo-climatiche Fonte di geni utili e di biodiversità (miglioramento delle specie ornamentali, rinnovamento e ampliamento patrimonio vegetale) Oltre 2000 specie coltivate (annuali, biennali, poliennali, erbacee, arbustive e arboree)
36 Ruoli del Florovivaismo Specificità delle produzioni e conservazione del paesaggio Secolare esperienza di imprenditori ed operatori Miglioramento qualità della vita (valorizzazione dell ambiente, assorbimento CO2, intercettazione polveri sottili, barriere visive e acustiche)
37 Il Florovivaismo: criticità illustrate dalla delegazione italiana al Comitato di gestione ortofrutta anno 2012 Flessione dei consumi Politiche commerciali comunitarie in ambito WTO nei confronti dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) Crisi globale (diminuzione spesa nonostante i prezzi si siano mantenuti costanti) Nuovi stili di vita Prodotti alternativi ai fiori Sostegno alla delocalizzazione (minori costi di produzione) Importazioni nell UE a dazio zero per molti prodotti vegetali Abbandono di alcune specie floricole tipiche delle produzione europee (per es. rosa) Conseguenze negative per il settore
38 Insostenibilità della delocalizzazione A livello europeo Riduzione redditività aziendale Perdita posti di lavoro e creazione tensioni sociali Abbandono terreni tradizionalmente destinati alla produzione Sottrazione terreni uso agricolo Speculazioni edilizie dei terreni abbandonati Nei Paesi in Via di Sviluppo Sfruttamento risorse naturali (acqua per la produzione di fiori e non cibo) Sfruttamento popolazioni (scarso trasferimento del know how) Inquinamento (non osservanza delle elementari politiche di smaltimento e riciclo) Emissioni Co2 per il trasporto in UE
39 Sistemi di controllo fitosanitario non sufficienti Ingresso nuovi patogeni Mancanza di antagonisti naturali e proliferazione incontrollata (tempi ristretti per porre rimedio) Rhynchophorus ferrugineus Introduzione di nuove specie vegetali Principi attivi non idonei alla lotta contro nuovi patogeni Residui di principi attivi revocati nell Unione Europea Dryocosmus kuriphilus Apple mosaic virus
40 Necessità di regole comuni per le produzioni di qualità Adeguamento da parte dei Paesi Terzi alle regole comunitarie sull utilizzo dei fitofarmaci Adozione standard certificati al fine di garantire la sicurezza del prodotto, la rintracciabilità, la sostenibilità ambientale e sociale, la sicurezza per il lavoratore purché applicati a prodotti UE ed extra UE Regolamenti comunitari comunque non sufficienti a sostenere il Settore caratterizzato da piccole e medie imprese (PMI) nella maggior parte dei Paesi Membri Tutela del Settore Florovivaistico nell Unione Europea e sviluppo sostenibile nei Paesi in Via di Sviluppo
41 Il Ministero per il Settore Florovivaistico PIANO DEL SETTORE 2010/2012 AUMENTO DELLA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE O B I E T T I V I AGGIORNAMENTO NORMATIVO INNOVAZIONI DEL PRODOTTO E DEL PROCESSO TRASPARENZA DEL MERCATO VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI FORMAZIONE E VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE COMUNICAZIONE PROMOZIONE MARKETING
42 AZIONI DEL PIANO Nell ambito del settore Florovivaistico sono stati attivati molteplici progetti/azioni, attraverso specifici Gruppi di lavoro, volti a favorire la competitività del settore nel mercato Nazionale ed Internazionale e riguardanti: la promozione e la comunicazione; ATTIVATE la ricerca e la sperimentazione (Bando florovivaismo n.6 progetti finanziati ancora in corso (D.M. n del 23 novembre 2010); le norme di qualità (progetti ISMEA) e la mappatura dei flussi commerciali ovvero la logistica e le statistiche del settore (D.M. n del 30 dicembre 2010); regolamento OCM Unica n.1234/2007, modificato dal Reg.72/2009, aiuti diretti al settore florovivaistico denominato: Piante vive e prodotti della floricoltura ; progetto DIFE.FLORVIV affidato al CRA - PAV (D.M. n del 30 novembre 2010); azioni MiPAAF a livello Commissione Europea.
43 Il Ministero per il settore Florovivaistico Portale istituzionale Piani di Settore (in collaborazione con ISMEA) Informazioni di mercato Normativa di settore Politiche nazionali Ricerca e innovazione 81
44 Il Ministero per il settore Florovivaistico Progetti o programmi di attività di ricerca - anni BANDO 2005 D.M del 26/10/2005 (Vivaflor, Ecoidriflor, Florpro, Florener) BANDO 2007 (Imprese:26 progetti) D.M. n.186/2007 e D.M. n /2007 BANDO 2008 (progetti CRA: Dipropalm, Floris, Arcoverde) BANDO DI FILIERA 2010 (n.6 progetti) per un Totale di circa 12 milioni OBIETTIVI GENERALI Innovazioni di prodotto e di processo Riduzione dei costi e miglioramento della qualità Valorizzazione del patrimonio genetico autoctono o naturalizzato Individuazione di nuove specie in aree a clima mediterraneo Messa a punto di protocolli per la propagazione di specie attraverso tecniche di moltiplicazione e di coltivazione Salvaguardia del germoplasma naturale ed autoctono Sostenibilità delle produzioni florovivaistiche tramite innovazioni a basso impatto ambientale Formazione professionale per una migliore utilizzazione delle nuove tecnologie 82
45 Il Ministero per il settore Florovivaistico Riunione del Tavolo Tecnico del settore istituito con D.M. n del 14 dicembre 2012 (17 dicembre 2013) Discussione nuovo Piano di settore elaborato dall Ufficio con i contributi pervenuti dai rappresentanti del Tavolo; Presentazione attività svolte da ISMEA nell ambito del Piano di settore: progetto qualità e logistica oltre al sito web del settore; Esiti riunione del Gruppo di lavoro fitofarmaci del 12 dicembre p.v.; Esiti riunione del Gruppo di lavoro comunicazione del 14 novembre u.s.; Comunicazioni in ordine alle attività sui codici doganali in sinergia con ISTAT e Agenzia delle Dogane;. Varie ed eventuali. 83
46 Il Ministero per il settore Florovivaistico Proposte di aggiornamento del Piano di settore pervenute adeguata attenzione al recepimento della Riforma della Pac sia in termini di PSR che di pagamenti diretti (per la prima volta il florovivaismo, comprese le colture protette, entrano nel regime dei pagamenti diretti); disporre di dati statistici aggiornati (superfici, produzioni, scambi commerciali, consumi, prezzi, etc.) per poter valutare l andamento del settore agevolare aggregazione delle imprese nella filiera per realizzare migliori economie di scala nel settore primario (produzione, commercializzazione e distribuzione) attraverso la costituzione di Organizzazioni di Produttori (in forma di Cooperative, Consorzi, etc.) e reti di imprese (una forma di aggregazione che coinvolge imprese e Istituzioni diverse come Associazioni ed Enti di ricerca; coordinare il Piano Nazionale con i PSR per il , in corso di stesura, al fine di uniformare e coordinare le politiche di intervento tra le diverse regioni ed assicurare idonee politiche di sostegno al settore, con particolare riferimento ai vincoli urbanistici e ambientali che talvolta ostacolano l ammodernamento delle aziende;
47 Il Ministero per il settore Florovivaistico Proposte di aggiornamento del Piano di settore pervenute prevedere una specifica misura a favore delle imprese che operano nell importante comparto del verde ; in analogia con quanto previsto per le agevolazioni alle spese di ristrutturazione edilizia (Irpef 36%); Amministrazioni pubbliche: inserimento tecnici qualificati in ambito agronomico destinare risorse adeguate per sostenere progetti di comunicazione e promozione dei prodotti florovivaistici italiani anche attraverso il patrocinio/sostegno del Mipaaf ad una fiera di settore che diventi il punto di riferimento/la vetrina del florovivaismo italiano; sostenere le esportazioni del settore, predisponendo strumenti idonei a fornire sia informazioni di tipo commerciale, legislativo, economico che ad assicurare la presenza stabile nei nuovi mercati; a fronte delle numerose barriere fitosanitarie che interessano diversi prodotti e Paesi terzi, auspicabile creazione presso il Mipaaf di una task force, in diretto collegamento con le Organizzazioni, che permetta di razionalizzare le procedure di esportazione verso i Paesi esteri;. 85
48 Il Ministero per il settore Florovivaistico Proposte di aggiornamento del Piano di settore pervenute Problematiche energetiche: favorire un uso più razionale e sostenibile dell energia in modo da abbattere i costi di produzione e rendere più competitive le imprese sui mercati; promozione dei processi di efficientamento dei sistemi di coltivazione e di razionale impiego delle risorse, : ampliamento rete metanizzazione delle zone rurali, autorizzazione unica per la costruzione di impianti geotermici, sostituzione impianti a gasolio con impianti a biomasse Tutela della filiera corta e riduzione della dipendenza dall estero per quanto concerne il materiale di propagazione potenziando e coordinando le strutture esistenti nel campo della ricerca fino ad arrivare all ottenimento di un polo di eccellenza italiano che garantisca un offerta sufficiente e che tenga conto dell orientamento della domanda del mercato e che consenta di creare numerose novità vegetali brevettate. Accatastamento serre: chiarire ed uniformare la definizione DM n. 28 del , Regolamento recante norme in tema di costituzione del catasto dei fabbricati e modalità di produzione ed adeguamento della nuova cartografia catastale
49 Il Ministero per il settore Florovivaistico Proposte di aggiornamento del Piano di settore pervenute Sicurezza sul lavoro: creazione patentino unico che comprenda i principali corsi di aggiornamento con un unica scadenza Multifunzionalità in agricoltura: verde urbano, ricomposizione ambientale, tecniche di phytoremediation, cultura del verde per la salute dei cittadini Marchio di qualità Vivaifiori combattere l abusivismo nell ambito della manutenzione del verde attraverso la creazione di un elenco presso le CCIAA degli operatori del verde previa formazione o attraverso la concessione di sgravi fiscali per chi si rivolge ad operatori regolari; procedere ad una razionalizzazione nel sistema delle certificazioni arrivando a sviluppare un disciplinare ed un marchio totalmente italiano, in collaborazione con il Mipaaf, che diventi il marchio di qualità delle aziende florovivaistiche italiane riconoscibile sul territorio nazionale ed internazionale. 87
50 Multifunzionalità in agricoltura D.lgs n maggio 2001 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57 IMPRENDITORE AGRICOLO chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse ATTIVITÀ CONNESSE: esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.
51 Nel mondo rurale tutti trovavano una mansione da svolgere Agricoltura come interrelazione tra la dimensione produttiva, relazionale con le piante e con gli animali e quella familiare e comunitaria Innovazione sociale Al centro della strategia Europa 2020 Le innovazioni che rispondono a bisogni emergenti delle persone attraverso nuovi schemi di azione e nuove forme di collaborazione Agricoltura sociale come tradizione innovativa
52 Agricoltura sociale Attività che impiega le risorse dell agricoltura e della zootecnica, la presenza di piccoli gruppi, familiari e no, che operano in realtà agricole, per promuovere azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione, servizi utili per la vita quotidiana e l educazione
53 Agricoltura sociale: gli obiettivi Riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo Nuove forme di welfare che valorizzino le specificità e le risorse delle aree rurali; Integrazione tra attività produttiva agricola e offerta di servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali, a vantaggio di soggetti deboli, nonché di aree fragili, in particolare aree agricole urbane e periurbane, territori di collina e di montagna e centri isolati; Collaborazioni tra imprese agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche per migliorare la qualità della vita e l integrazione sociale dei soggetti svantaggiati e delle aree difficili; Legami forti con il mondo del consumo critico e con i gruppi di acquisto solidale; Progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, nonché per diffondere modelli d uso e di valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e culturali delle aree rurali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse diversificate trovino risposte di qualità alle loro esigenze.
54 Agricoltura sociale Possibilità di sviluppo delle aree rurali e delle imprese agricole Offre nuove opportunità professionali e garantisce al territorio rurale la possibilità di uno sviluppo orientato anche dalla dimensione etica Le realtà produttive che hanno inserito nel loro contesto operativo servizi e attività sociali riescono a costruire relazioni significative all interno del tessuto sociale e riescono a rispondere sia alle richieste del mercato che a quelle della società civile La diffusione di luoghi e contesti di inclusione sociale, di benessere, di riabilitazione e cura, offre al welfare italiano l occasione di operare un cambiamento importante dal punto di vista dell impianto generale e della tipologia di servizi socio-sanitari
55 Agricoltura sociale Riabilitazione/cura: per persone con gravi disabilità (fisica, psichica/mentale, sociale) con un fine socio-terapeutico; Formazione e inserimento lavorativo: esperienze orientate all occupazione di soggetti a più basso potere contrattuale o disabilità lievi; Ricreazione e qualità della vita: esperienze rivolte ad un ampio spettro di persone con bisogni (più o meno) speciali, con finalità socio-ricreative (agriturismo sociale, fattoria didattica), Educazione: per soggetti molto diversi che traggono utilità dall apprendere il funzionamento della natura e dei processi produttivi agro-zootecnici (minori, burn out, malati terminali); Servizi alla vita quotidiana: agriasili, servizi di accoglienza diurna per anziani, riorganizzazione reti di prossimità per la cura ed il supporto alla vita di anziani.
56 Agricoltura sociale: dove Fattorie sociali: imprese agricole professionali che decidono di praticare agricoltura sociale; Cooperative sociali che fanno uso di pratiche agricole (socio-agricole): enti e strutture associative (cooperative, enti morali, ecc.) a prevalente finalità sociale che ricorrono alle risorse agro-rurali per affrontare in modo diverso il tema dell inclusione, della formazione e dei servizi; Neo-comunità rurali: comunità di persone attive in contesti rurali dove le pratiche di agricoltura sociale fanno riferimento alla presenza di gruppi più o meno ristretti persone, nei quali si sono organizzate reti e relazioni improntate sulla fiducia, sul dono e sulla reciprocità.
57 Utenti in Agricoltura sociale Bambini (organizzazione di nidi familiari, di piccole ludoteche e laboratori/ palestre/percorsi verdi); Minori e giovani in difficoltà (pratiche di avvicinamento al lavoro) Persone diversamente abili sul piano fisico e mentale ( terapia colturale o legata al contatto con gli animali, formazione, terapia occupazionale, inserimento lavorativo); Anziani in difficoltà (accoglienza temporanea, organizzazione di servizi di prossimità e di domiciliazione, turismo sociale) Detenuti o ex detenuti (attività di formazione, occupazioni interne agli istituti di pena, oppure forme di inserimento lavorativo esterne al carcere); Persone affette da dipendenze nei confronti di droghe legali e non; Persone in senso lato che necessitano di un piccolo o grande recupero delle proprie abilità e capacità e che necessitano di forme, luoghi, spazi e sistemi di relazioni diversi da quelli usuali e più vicini alle esperienze e ai cicli della natura e della sua gestione; Persone vittime della tratta..
58 Gli attori in Agricoltura sociale a livello locale
59 Politiche di interesse per l Agricoltura sociale Politiche agricole (sviluppo rurale) politiche di sviluppo (regionali e di coesione) politiche sociali (cooperative sociali, politiche per gli emarginati) politiche socio-sanitarie (percorsi terapeutici, riconoscimento) politiche del lavoro (inserimento lavorativo; sgravi contributivi) politiche dell istruzione (integrazione scolastica) politiche della sicurezza (az. carcerarie terreni confiscati) politiche fiscali (sgravi fiscali coesistenza di agevolazioni) altre politiche (ambientali, turismo, cooperazione internazionale )
60 Agricoltura sociale e orticoltura terapeutica Mondo agricolo Mondo sociale Sistema delle relazioni più diffidente, più chiuso rispetto alle dinamiche sociali Sistema delle relazioni aperto Reti di mercato Reti fitte di rapporto con il territorio Personale ridotto al minimo Personale che lavora in team L imprenditore parte dal pratico L imprenditore (operatore) parte dal teorico Programmazione volta al futuro (tempi medio-lunghi) Programmazione dell emergenza (tempi frenetici)
61 Agricoltura sociale e orticoltura terapeutica Orticoltura terapeutica Agricoltura sociale
62 Orticoltura terapeutica orticoltura (italiano) horticulture (francese) hortus horticulture (inglese) horticultura (spagnolo)
63 Orticoltura terapeutica Nel concetto di orto fra le diverse lingue vi è però una differenza sostanziale solo piante ortive orticoltura horticulture tutte le piante presenti nell hortus romano: fruttiferi, ortive, ornamentali e floricole (comprese officinali)
64 Orticoltura terapeutica Terapia orticolturale = metodologia di base che vede l utilizzo dell orticoltura come supporto ai processi terapeutici di riabilitazione fisica e psichica di persone che presentano determinati handicap, particolari disturbi e forme di disagio sociale. Terapia Orticoltura
65 Orticoltura terapeutica
66 Orticoltura terapeutica
67 Orticoltura terapeutica
68 Orticoltura terapeutica La social horticulture comprende attività ricreative o piacevoli correlate con le piante e il giardinaggio. In questo caso l attenzione viene soprattutto focalizzata sulle interazioni sociali e le attività di coltivazione.
69 Orticoltura terapeutica Le iniziative sono numerose anche in Italia
70 Orticoltura terapeutica
71 Orticoltura terapeutica
72 Orticoltura terapeutica
73 Orticoltura terapeutica
74 Orticoltura terapeutica
75 Alberto Manzo Ufficio ex PQA II - Sviluppo imprese e cooperazione Tel a.manzo@mpaaf.gov.it pqa2@mpaaf.gov.it GRAZIE PER L ATTENZIONE
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