QUANDO I RAGAZZI GUARDANO AL LAVORO. Guida agli stage e ai tirocini formativi per insegnanti

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1 QUANDO I RAGAZZI GUARDANO AL LAVORO Guida agli stage e ai tirocini formativi per insegnanti

2 Vuoi approfondire gli argomenti di questa guida? Visita il portale per l orientamento al lavoro, l alternanza e il raccordo tra imprese e sistemi formativi 2006 by Edizioni Sonda srl. Casale Monferrato (AL) Prima edizione: giugno 2006 Tutti i diritti riservati Ideazione e coordinamento Antonio Monaco Progetto grafico Andrea Costanzo Redazione Katia Bonchi Questa guida si inserisce nella collana editoriale del Portale Polaris: Direzione e coordinamento operativo Stefano Casagrande casagrande@polaris.unioncamere.it Redazione Bruno Scarcella scarcella@polaris.unioncamere.it Luisa Romano romano@polaris.unioncamere.it Andrea Costanzo costanzo@polaris.unioncamere.it Ilenia Valvo valvo@polaris.unioncamere.it È vietata la riproduzione anche parziale o ad uso interno o didattico e con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata. EDIZIONI SONDA corso Indipendenza Casale Monferrato (AL) tel fax sonda@sonda.it sito Web:

3 QUANDO I RAGAZZI GUARDANO AL LAVORO Guida agli stage e ai tirocini formativi per insegnanti

4 INDICE 1. Stage: preparare i giovani al lavoro A che cosa serve lo stage? 1.2. Stage, tirocini, alternanza scuola lavoro: un po di definizioni 2. L alternanza formativa Che cosa dice la legge: l art. 4 della Riforma Moratti e il decreto sull alternanza 2.2. Gli strumenti dell alternanza 2.3. Il progetto Polaris e il Protocollo d intesa tra Miur e Unioncamere 3. Stage e tirocini in pratica Trovare lo stage: la conoscenza del territorio e l individuazione delle imprese 3.2. Gli attori in campo 3.3. La convenzione 3.4. La preparazione dei tirocinanti 3.5. Il progetto formativo e la durata del tirocinio 3.6. L affiancamento 3.7. I rapporti tra tutor formativo, tirocinante e tutor aziendale 4. La valutazione del tirocinio Gli attori coinvolti nella valutazione 4.2. I risultati dello stage e la ricaduta sui percorsi formativi 4.3. I crediti formativi 5. Allegato Decreto legislativo n. 77 del 15 aprile 2005 Definizione delle norme generali relative all alternanza scuola-lavoro, a norma dell articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n

5 1. Stage: preparare i giovani al lavoro 1.1. A che cosa serve lo stage? Il mercato del lavoro vive oggi un momento di profonda trasformazione fatta spesso di repentini cambiamenti che esigono flessibilità da una parte e forte specializzazione dall altra. E, soprattutto per i giovani, non è facile riuscire a trovare una collocazione adeguata alle proprie inclinazioni e capacità, in coerenza con il percorso scolastico e formativo. Spesso i ragazzi si affacciano al mercato del lavoro senza un adeguata preparazione su come valorizzare al meglio le proprie attitudini e competenze, oppure senza aver valutato la propria propensione al lavoro autonomo piuttosto che al lavoro dipendente. Per questo è sempre più importante fornire ai giovani strumenti di orientamento e di conoscenza del tessuto produttivo locale e delle richieste di risorse umane da parte delle imprese, nonché facilitare percorsi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sono proprio questi gli obiettivi fondamentali di stage e tirocini. Al di là delle definizioni specifiche e delle differenze (che vedremo meglio nel prossimo paragrafo), lo stage è sostanzialmente un inserimento temporaneo di chi è ancora impegnato nel proprio percorso scolastico o formativo nel mondo del lavoro. Lo stage consente dunque agli studenti di acquisire nuove competenze e conoscere da vicino il mondo delle imprese e alle aziende di incontrare nuove risorse da inserire eventualmente in seguito nel proprio organico. Perché uno stage sia veramente utile, tuttavia, deve essere attinente al percorso formativo e agli interessi dei giovani e soprattutto deve essere progettato con cura. Per questo i tutor scolastici, i coordinatori dei tirocini e gli insegnanti in genere hanno un ruolo fondamentale per aiutare i ragazzi ad avvicinarsi allo stage come alla loro prima esperienza di lavoro Stage, tirocini, alternanza scuola lavoro: un po di definizioni Il termine tirocinio è spesso affiancato o sostituito dal termine stage, vocabolo francese che significa pratica. Si tratta di una distinzione puramente terminologica: entrambi i termini rimandano infatti a un esperienza di formazione pratica svolta all interno di un contesto lavorativo, per favorire l ingresso nel mondo del lavoro. Il tirocinio formativo e di orientamento è regolato dall art. 18 della legge 196/1997, detta anche Pacchetto Treu, e dal relativo regolamento di attuazione contenuto nel decreto ministeriale 142/1998. È finalizzato alla creazione di momenti di alternanza tra studio e lavoro per agevolare le scelte professionali dei ragazzi mediante il contatto diretto con il mondo del lavoro e per offrire loro competenze di base, tecnico-operative e trasversali. L alternanza scuola lavoro è stata recentemente introdotta dalla Riforma Moratti (art. 4 della legge 53/2003) e rappresenta una modalità di realizzazione della formazione del secondo ciclo progettata, attuata e valutata dall istituzione scolastica e formativa, in collaborazione con le imprese, le associazioni di rappresentanza e con le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Il decreto legislativo n. 77 del 15 aprile 2005, Definizione delle norme generali relative all alternanza scuola-lavoro, a norma dell articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53, ha definito le linee attuative per la gestione delle attività di alternanza scuola-lavoro sia nel sistema dei licei, sia nel sistema dell istruzione e della formazione professionale. 5

6 2. L alternanza formativa 2.1. Che cosa dice la legge: l art. 4 della Riforma Moratti e il decreto sull alternanza L alternanza scuola-lavoro è una particolare metodologia didattica che deriva dall esigenza di collegare il mondo della scuola a quello del lavoro e della produzione. Nell ultimo decennio è stata realizzata attraverso tirocini formativi e stage presso le aziende e ha coinvolto gli studenti degli istituti professionali e degli istituti tecnici. L art. 4 della legge 53/2003, più comunemente conosciuta come Riforma Moratti, ha definito una nuova formula di alternanza scuola-lavoro integrando quella già esistente e ponendo l accento soprattutto sulla efficacia formativa delle esperienze lavorative. Con la Riforma Moratti l alternanza scuola-lavoro viene estesa anche ai licei, coinvolgendo quindi tutti i ragazzi e le ragazze dai 15 ai 18 anni. Viene realizzata sotto la responsabilità dell istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. L alternanza scuola-lavoro ha diversi obiettivi. In particolare, secondo l articolo 2 del DLgs. 77/2005, serve a: a) attuare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti, sotto il profilo culturale ed educativo, agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l esperienza pratica; c) favorire l orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; d) realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all articolo 1, comma 2, nei processi formativi; e) correlare l offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. I periodi di apprendimento pratico possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni, sono definiti e programmati all interno del piano dell offerta formativa e sono proposti alle famiglie e agli studenti in tempi e con modalità idonei a garantirne la piena fruizione. Durante il percorso di alternanza lo studente sarà sempre assistito da due tutor, uno interno alla scuola e uno aziendale. Entrambi i tutor saranno adeguatamente formati per svolgere al meglio il loro compito. Infine, per quanto riguarda la valutazione dell esperienza di alternanza, essa spetta all istituzione scolastica e formativa che, tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor formativo esterno, valuta l apprendimento degli studenti e certifica le competenze da essi acquisite, che costituiscono crediti, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi, ivi compresa l eventuale transizione nei percorsi di apprendistato (art. 6 DLgs 77/2005). b) arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con lo sviluppo di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; 6

7 La Riforma Moratti e l alternanza scuola lavoro: l art. 4 della legge 53/2003 Art. 4 (Alternanza scuola-lavoro) 1. Fermo restando quanto previsto dall articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, al fine di assicurare agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età la possibilità di realizzare i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro, come modalità di realizzazione del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alla conoscenza di base, l acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, il Governo è delegato ad adottare, entro il termine di ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e ai sensi dell articolo 1, commi 2 e 3 della legge stessa, un apposito decreto legislativo su proposta del Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro delle attività produttive, d intesa con la Conferenza unificata di cui all articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei datori di lavoro, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) svolgere l intera formazione dai 15 ai 18 anni, attraverso l alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive associazioni di rappresentanza o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti pubblici e privati ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le istituzioni scolastiche, nell ambito dell alternanza scuola-lavoro, possono collegarsi con il sistema dell istruzione e della formazione professionale ed assicurare, a domanda degli interessati e d intesa con le regioni, la frequenza negli istituti d istruzione e formazione professionale di corsi integrati che prevedano piani di studio progettati d intesa fra i due sistemi, coerenti con il corso di studi e realizzati con il concorso degli operatori di ambedue i sistemi; b) fornire indicazioni generali per il reperimento e l assegnazione delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dei percorsi di alternanza, ivi compresi gli incentivi per le imprese, la valorizzazione delle imprese come luogo formativo e l assistenza tutoriale; c) indicare le modalità di certificazione dell esito positivo del tirocinio e di valutazione dei crediti formativi acquisiti dallo studente. 2. I compiti svolti dal docente incaricato dei rapporti con le imprese e del monitoraggio degli allievi che si avvalgono dell alternanza scuola-lavoro sono riconosciuti nel quadro della valorizzazione della professionalità del personale docente Gli strumenti dell alternanza Ma come si realizza in pratica l alternanza? Gli strumenti principali sono gli stage e i tirocini formativi, di cui parleremo approfonditamente nel resto della guida. Per ora è utile accennare agli altri possibili strumenti con cui si può realizzare un progetto di alternanza: i laboratori e l impresa formativa simulata. I laboratori sono i luoghi in cui, attraverso simulazioni e con un approccio cooperativo, si svolgono tutte le fasi che permettono di realizzare un prodotto o un processo. Le attività di laboratorio si possono svolgere in aule attrezzate all interno degli edifici scolastici, oppure nelle aziende. I laboratori hanno come fine la formazione e come mezzo la realizzazione pratica. L impresa formativa simulata rappresenta un utilissimo strumento di formazione professionale che si attua attraverso la cooperazione di diversi soggetti tra cui le Camere di commercio, le aziende e gli istituti scolastici. Serve a trasmettere agli allievi quelle capacità praticoprofessionali necessarie nel mondo del lavoro, a sviluppare abilità organizzative e ad apprendere il lavoro di gruppo. Si tratta di un progetto nato per garantire agli studenti un esperienza pratica in un contesto imprenditoriale costituito in gran parte da piccole e medie aziende che hanno difficoltà a ospitare gli studenti per periodi lunghi e ricorrenti. L impresa formativa simulata è nata in Italia nel 1994, anno in cui hanno preso il via due iniziative: una promossa dal MIUR, denominata Rete italiana delle Imprese Formative Simulate (IFS), ed una denominata Simulimpresa, 7

8 avviata dal Centro di Formazione Professionale Città del Ragazzo di Ferrara con l appoggio della Regione Emilia Romagna e facente parte della rete di formazione professionale mondiale Europen. La struttura della rete IFS prevede: il supporto organizzativo da parte del MIUR, attraverso la Direzione Generale dell Istruzione Professionale e dell Istruzione Tecnica con funzioni di marketing, formazione dei docenti e monitoraggio del sistema; il supporto tecnico della centrale di coordinamento nazionale della Rete articolata nei tre centri di simulazione, denominati Simucenter presso l I.P.S.C.T. Datini di Prato, l I.P.S.C.T. di Vibo Valentia, e l IPS- SCTP A. De Pace di Lecce, con funzioni di simulazione dei servizi dello Stato, della Banca, di coordinamento del mercato, e di Agenzia delle entrate. I Simucenter nazionali svolgono le loro funzioni a favore di tutta la Rete coordinando la propria attività con i Simucenter regionali, ove questi siano costituiti. I Simucenter regionali sono costituiti presso Istituti della regione di competenza e offrono gli stessi servizi dei Simucenter nazionali limitatamente alle IFS del loro territorio; inoltre, tengono rapporti con gli enti e le istituzioni locali, diffondono nelle scuole la cultura d impresa, promuovono e organizzano eventi (fiere, mostre, convegni ecc.), raccordandosi con i Simucenter nazionali in base ad un apposito protocollo. Ogni azienda virtuale è costituita da un gruppo di studenti tutorati da un docente interno e supportati in tutto e per tutto da un azienda reale e da un tutor ad essa appartenente: il tutor formativo e il tutor aziendale guidano i futuri giovani imprenditori in questo percorso didattico che insegna loro nel modo più semplice e diretto, il fare (learning by doing). Simulimpresa è parte di European, la rete internazionale delle imprese simulate. La centrale di simulazione italiana, che ha sede presso l Istituto Don Calabria di Ferrara (centro associato A.E.C.A), ha iniziato la sua attività nell ottobre 1994 con l appoggio della Regione Emilia-Romagna, la prima Regione italiana ad aver sperimentato la metodologia della simulazione. Simulimpresa è un progetto formativo che ha come finalità la qualificazione delle persone nel campo amministrativo, nel turismo e nell area industria utilizzando la metodologia della simulazione. In ognuna delle aziende simulate si riproduce la struttura di un ufficio d impresa di un determinato settore o ramo di attività. Gli allievi vengono collocati in una realtà produttiva nella quale possono apprendere e realizzare i diversi compiti richiesti, in questo modo l allievo termina il periodo del corso con una concezione globale dell attività d ufficio, con una pratica equiparabile all esperienza lavorativa e con capacità di adattamento al posto di lavoro, polivalenza e cultura d impresa Il progetto Polaris e il Protocollo d intesa tra Miur e Unioncamere L articolo 4 della legge 53/2003 assegna un ruolo istituzionale alle Camere di commercio per le diverse fasi di progettazione, attuazione e valutazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Si tratta, d altra parte, di un tema al quale sia l Unioncamere nazionale che le Camere di commercio ed i loro organismi specializzati hanno rivolto un notevole e crescente impegno, concretizzatosi nella creazione, dai primi mesi del 2003, di una rete di 84 sportelli per l alternanza scuola-lavoro. A supporto degli sportelli camerali e per migliorare i servizi offerti, l Unioncamere ha realizzato Polaris, il nuovo sistema informativo che, tramite Internet, consente la gestione di una banca dati per l incontro domanda-offerta di tirocini nonché l utilizzo di strumenti, informazioni e contenuti editoriali a supporto dei percorsi in alternanza. Il portale Polaris rappresenta quindi il punto di contatto tra studenti, scuole, università, imprese ed operatori camerali al fine di: favorire l incontro tra domanda e 8

9 offerta di tirocini formativi, attraverso banche dati per l inserimento dei curricula degli studenti e delle offerte di stage da parte delle aziende offrire strumenti per l orientamento al lavoro e alla formazione fornire notizie, manuali, riferimenti normativi per l orientamento e l alternanza scuola-lavoro condividere, attraverso la costituzione di una piazza virtuale, esperienze, suggerimenti, comunicazioni fra gli operatori camerali coinvolti nella gestione dei progetti. Per conoscere tutti i servizi di Polaris: Ulteriore impulso e sostegno istituzionale alle iniziative camerali in tale ambito è venuto inoltre dal Protocollo d intesa siglato il 27 giugno 2003 con il Ministro dell Istruzione Letizia Moratti. Obiettivo principale del Protocollo è promuovere iniziative congiunte per favorire il raccordo tra mondo della scuola e mondo della produzione, attraverso lo sviluppo di forme di collaborazione tra istituzioni scolastiche, Camere di commercio ed imprese per la realizzazione di sperimentazioni nel campo dell alternanza scuola-lavoro. In base all art. 2 del Protocollo, Unioncamere si impegna a promuovere la creazione, presso le strutture delle Camere di commercio, di appositi Sportelli di servizi per i tirocini formativi e l alternanza, in grado di assicurare o supportare: azioni di ricerca delle aziende e delle opportunità di stage sul territorio; raccolta delle candidature e dei curricula degli studenti; gestione di una Banca Dati Tirocini ( borsino telematico per l incontro domanda-offerta); servizi gratuiti alle imprese di assistenza, pre-selezione e convenzionamento; la formazione preparatoria dei tirocinanti; la formazione di operatori del sistema formativo e aziendale. Alla base di questo impegno c è il presupposto che l alternanza non sia un nuovo canale scolastico, bensì una differente ed innovativa metodologia e modalità didattico-formativa che interseca trasversalmente tutti i canali del sistema istruttivo nazionale. Da questo principio si sviluppano progetti destinati a studenti che abbiano compiuto almeno il quindicesimo anno di età, frequentino licei, istituti tecnici, istituti professionali ed istituti d arte. I progetti proposti dalle Camere di commercio e da Unioncamere si incentrano principalmente sui tirocini formativi e di orientamento in azienda, sull impresa formativa simulata, i laboratori, le esercitazioni pratiche ed i moduli di orientamento ed introduzione alla cultura del lavoro e dell azienda. Questi i numeri dei progetti di alternanza scuola-lavoro del sistema camerale per il 2005: 9 87 province coinvolte 6 tipologie di percorsi in alternanza scuola-lavoro 576 percorsi complessivi 406 scuole coinvolte tra licei, istituti tecnici, istituti professionali e istituti d arte quasi alunni interessati da progetti di alternanza più di imprese coinvolte 4 milioni di euro di risorse del sistema camerale (di cui 2 milioni di fondo perequativo ed il resto da bilanci camerali).

10 Per la sperimentazione dell alternanza scuolalavoro sono stati definiti sei modelli di apprendimento, incentrati su metodologie e modalità formative differenziate e tra loro variamente combinate in funzione dei destinatari e rispondenti ad un approccio improntato alla gradualità nell avvicinamento alla realtà lavorativa ed aziendale. Nello specifico, i modelli (tre per gli istituti tecnici, professionali e d arte e tre per i licei e gli istituti magistrali) prevedono: percorsi a carattere orientativo per gli alunni quindicenni, con un monte ore ipotizzabile di circa 90/110 ore, di cui il 60/70% in aula e/o in laboratorio di simulazione e il 30/40% di formazione in azienda; per gli studenti ultraquindicenni percorsi caratterizzati da prevalenti esperienze all interno delle imprese, della durata di 150/180 ore, di cui l 80/90% di formazione in azienda e il 10/20% di formazione in aula e/ o in laboratorio di simulazione; sempre per gli studenti ultraquindicenni attività di impresa formativa simulata, percorsi della durata annua 150/180 ore, di cui il 60/70% di formazione attraverso le metodologie della simulazione d impresa e il 30/40% di formazione all interno delle aziende. Tutti i progetti realizzati hanno visto territorialmente la costituzione di un network che ha coinvolto, sulla base di apposite convenzioni ed accordi operativi, almeno quattro tipologie di soggetti: le Camere di commercio e/o l Unione Regionale, l Ufficio Scolastico Regionale, le singole scuole e le aziende del territorio. In vari casi, ai suddetti attori si sono aggiunte ed affiancate le associazioni di categoria e/o i competenti uffici degli enti locali (Regioni e Province). La capacità di garantire una copertura su tutto il territorio, il buon coinvolgimento dei licei e la forte partecipazione delle piccole imprese rendono particolarmente positivo il bilancio delle sperimentazioni di alternanza realizzate dalle Camere di commercio. 10

11 3. Stage e tirocini in pratica 3.1. Trovare lo stage: la conoscenza del territorio e l individuazione delle imprese Per svolgere uno stage o tirocinio presso un impresa dobbiamo rispondere a due domande fondamentali: come trovare le imprese con le attività più interessanti e con l ambiente di lavoro più stimolante? tra queste, come individuare le imprese disposte ad accogliere stagisti? Il primo passo è quindi quello di condurre un efficace analisi del territorio socio-economico di riferimento per individuare i macrosettori economici di attività che hanno mostrato negli ultimi tempi dei trend positivi di sviluppo o almeno dei segnali di crescita potenziale. È questo infatti il bacino in cui presumibilmente si collocano le imprese interessate ad ampliamenti di organico anche a carattere provvisorio e, tra queste, le imprese intenzionate a realizzare attività di tirocinio. Le fonti di informazione a cui attingere possono essere diverse, tra cui ad esempio i servizi di informazione, orientamento e assistenza tecnica agli imprenditori presso le Camere di commercio, le Associazioni di categoria, i siti internet su ricerche di mercato e tendenze di settore, le pubblicazioni specifiche di carattere statistico o socio-economico (rapporti Banca d Italia, Censis, Cnel, Eurispes, Eurisko, Isfol, Istat ecc.). Una volta individuati i macrosettori, si procederà a raccogliere le opportunità di stage, valutare i diversi profili aziendali e mettersi in contatto con le imprese Gli attori in campo Secondo la normativa che regola stage e tirocini (legge 196/1997 e Dlgs 142/1998), per rea- lizzare l esperienza di stage sono necessari tre soggetti: l ente promotore, l impresa e il tirocinante. L ente promotore L art. 1 del D.M. 142, definisce le specifiche tipologie degli enti che possono promuovere tirocini formativi e di orientamento: agenzie per l impiego ovvero strutture aventi analoghi compiti e funzioni individuate da leggi regionali; università e istituti di istruzione universitaria, statali e non statali, abilitati al rilascio di titoli accademici; provveditorati agli studi; istituzioni scolastiche statali e non statali che rilascino titoli di studio con valore legale, anche nell ambito dei piani di studio previsti dal vigente ordinamento; centri pubblici o a partecipazione pubblica di formazione professionale e/o orientamento, nonché centri operanti in regime di convenzione con la Regione o la Provincia competente; comunità terapeutiche, enti ausiliari e cooperative sociali, purché iscritti negli specifici albi regionali, ove esistenti; servizi di inserimento lavorativo per disabili gestiti da enti pubblici delegati dalla Regione; istituzioni formative private, non aventi scopo di lucro, con specifica autorizzazione, fatta salva la possibilità di revoca, della Regione. 11

12 L impresa Le imprese consentono ai tirocinanti la diretta conoscenza del mondo del lavoro. La legge indica quali sono le possibilità di ospitare tirocinanti in relazione alle attività delle imprese ed alle loro dimensioni: imprese con non più di 5 dipendenti a tempo indeterminato potranno ospitare 1 tirocinante per volta; imprese con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra 6 e 19, non più di 2 tirocinanti contemporaneamente; imprese con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato, tirocinanti contemporaneamente in misura non superiore al 10% dei dipendenti. Il tirocinante È il soggetto delle attività di tirocinio. Secondo la legge, possono svolgere tirocini o stage: studenti della scuola secondaria; disoccupati e inoccupati (cioè, chi non ha svolto alcun lavoro), compresi gli iscritti nelle liste di mobilità; soggetti svantaggiati e portatori di handicap; studenti degli istituti professionali di Stato e dei corsi di formazione professionale o di attività post-diploma o post-laurea; studenti universitari. La legge non prevede limiti di età per effettuare un esperienza di stage. Il progetto relativo ad un percorso di tirocinio è contenuto nella convenzione che viene stipulata tra imprese ospitanti, pubbliche o private, e soggetti promotori La convenzione Per l attivazione di uno stage è necessario che l ente promotore e l azienda stipulino una convenzione, generalmente sulla base di modelli predisposti dagli stessi enti promotori. Questo documento segna il vero e proprio avvio dell esperienza di stage e contiene le regole del suo svolgimento, i diritti e i doveri dei soggetti coinvolti. Allo scopo di agevolare le imprese che intendono avviare uno stage, diverse Associazioni di categoria hanno predisposto delle convenzioni quadro con le Università o altri enti promotori come previsto dalla normativa vigente (art. 18 della legge 196/1997). Tali convenzioni consentono ad un ente associativo di rappresentare i propri associati con un unica convenzione che può essere stipulata con uno o più enti promotori. La pratica amministrativa di un nuovo tirocinio in breve L ente promotore, al fine di attivare un nuovo stage, è tenuto a: provvedere all apertura della posizione Inail e alla stipula dell assicurazione per responsabilità civile verso terzi predisporre e firmare la convenzione in collaborazione con tirocinante e azienda predisporre e firmare il progetto formativo trasmettere copia della convenzione, firmata da ente promotore e azienda, e del progetto formativo, firmato da tirocinante, ente promotore e azienda, alla Regione, alla struttura provinciale del Ministero del Lavoro e alle rappresentanze sindacali aziendali La preparazione dei tirocinanti Lo stage è un esperienza formativa nuova per lo studente: compito degli insegnanti è quello di supportarlo perché affronti con serietà e professionalità ogni sua fase, dalla selezione e l ingresso in azienda fino alla sua conclusione. La prima fase è appunto quella della selezione del tirocinante che, di solito, viene effettuata dalla struttura formativa, che proporrà agli studenti, sulla base delle loro competenze e in- 12

13 teressi, l azienda che ritiene più idonea. Talvolta tuttavia, le aziende, prima di accettare la candidatura, possono richiedere di effettuare un colloquio preliminare con il giovane per verificare in prima persona idoneità e motivazioni. In entrambi i casi lo studente dovrà essere in grado di: 1. compiere un autovalutazione 2. redigere e presentare il suo Cv 3. affrontare un colloquio Ecco alcune indicazioni pratiche per preparare gli studenti ad affrontare e superare le diverse fasi della selezione (per stage o lavoro che sia). La scheda di autovalutazione Il primo passo per presentarsi agli altri è conoscere se stessi, le proprie aspirazioni e le proprie risorse. Per questo, prima di redigere il curriculum vitae è importante che gli studenti si concentrino su chi sono e cosa stanno cercando. Gli insegnanti possono supportare i ragazzi nella valutazione della propria personalità attraverso la somministrazione di una scheda di autovalutazione che consente di individuare attitudini, capacità, abilità, aspettative e motivazioni relative all attività lavorativa in generale e all esperienza di tirocinio. La scheda di autovalutazione Ecco alcune domande da sottoporre ai ragazzi e alcuni suggerimenti per aiutarli a rispondere: Quali sono le mie caratteristiche personali, i miei punti di forza e i miei limiti? Occorre saper individuare i tratti caratteriali (ambizione, livello di autostima, capacità di analisi e sintesi, costanza, capacità di adattamento, capacità di organizzazione, facilità ai contatti umani ecc.), attribuendo a ciascuno di essi un punteggio. Può essere utile suggerire ai ragazzi di provare a descriversi con tre aggettivi. Quali sono le mie attitudini, i miei interessi, i miei valori? Occorre individuare interessi, passioni, ambiti nei quali si ottengono i risultati migliori e ambiti che, nonostante gli sforzi, restano ostici. Lo studente dovrebbe essere in grado di individuare il suo sistema di valori: ciò che davvero conta e influenza progetti, azioni e decisioni. Quali sono le mie esperienze scolastiche e formative? Occorre essere in grado di tracciare una sintesi del percorso formativo tenendo conto, oltre al rendimento scolastico, anche delle relazioni sociali che si sono sviluppate. Quali sono le mie esperienze professionali? Occorre individuare, se ci sono, le esperienze professionali passate (settore d inserimento, ruolo svolto e durata della collaborazione), focalizzandosi inoltre sulle fonti di soddisfazione e di insoddisfazione, su successi, fallimenti, insegnamenti tratti e competenze acquisite. Quali sono le mie esperienze extraprofessionali (trasferibili al mondo del lavoro)? Occorre considerare le attività del tempo libero, gli hobby, gli impegni assunti e, per ciascuno di essi, le competenze specifiche maturate; successivamente occorre individuare, all interno di queste abilità, quelle che potrebbero essere utili all interno di un contesto lavorativo. Quali sono i miei obiettivi professionali, i ruoli più congeniali? Occorre individuare i settori e i ruoli professionali in cui lo studente vorrebbe collocarsi nel futuro tenendo però in considerazione anche i tratti caratteriali, i punti di forza, i limiti e il sistema di valori, affinché la ricerca possa concretizzarsi in esperienze professionali in grado di valorizzare le effettive abilità. Il curriculum vitae Il curriculum vitae rappresenta il biglietto da visita con cui lo studente potrà farsi conoscere dal selezionatore della scuola e dall azienda. Si tratta di uno strumento indispensabile per trovare lavoro, per questo è importante insegnare agli studenti a redigerlo con la massima cura e tenerlo poi costantemente aggiornato. Nel curriculum dovrebbero essere valorizzate le caratteristiche personali, cercando di rendere il documento meno asettico possibile. Il curriculum ideale, adatto per ogni situazione, non esiste ma con un po di allenamento si può imparare a personalizzarlo, in relazione al tipo di lavoro e di azienda a cui ci si rivolge. Esistono comunque regole generali sempre valide, da applicare con spirito critico e in modo flessibile. 13

14 Utilizzare un linguaggio semplice e conciso. La lunghezza ideale del Cv è di una pagina, una pagina e mezza! Curare l aspetto grafico. Il curriculum viene ormai scritto al computer: utilizzare neretti e corsivi per evidenziare e scegliere un impaginazione semplice e leggibile. Attenzione a errori e refusi: sono sempre in agguato! Per agevolare la lettura occorre suddividere il curriculum in paragrafi e prevedere sufficienti margini tra un paragrafo e l altro. Non bisogna dimenticare di inserire a nota del curriculum una liberatoria. Il rischio, in caso contrario, è di essere automaticamente scartati da chi si occupa di selezione. È possibile utilizzare la seguente formula: Ai sensi del DLgs. 196/2003 autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le esigenze di selezione e comunicazione. Infine, è opportuno allegare al curriculum una lettera di accompagnamento in cui spiegare perché prendere in considerazione la propria candidatura. Esempio di struttura del curriculum vitae Dati anagrafici Devono essere indicati nome e cognome, numero di telefono e di cellulare, indirizzo di posta elettronica. Vanno precisati luogo, data di nascita e indirizzo. Chi ha svolto il servizio militare può scrivere obblighi di leva assolti. Può essere riportato lo stato civile, pur non essendo indispensabile. Studi compiuti Se si ha una laurea, si mette per prima. Il voto va sempre indicato, a meno che non sia molto basso. Insieme al voto di laurea vanno riportati: - anno di conseguimento della laurea - università - facoltà e argomento della tesi. Seguono eventuali master e corsi post-laurea. Il diploma superiore si cita solo se può essere significativo per il destinatario. Del diploma superiore va indicato l anno di conseguimento, il voto solo se molto positivo. In certi casi può essere opportuno evidenziare se si è seguito un indirizzo di studi specifico. Esperienze professionali È la parte più significativa del curriculum. Gli elementi da indicare per ogni esperienza professionale sono: - il periodo di tempo occupato - il nome dell azienda - il settore di mercato in cui opera - la posizione ricoperta. È buona regola partire dalle esperienze più recenti. Anche tirocini e stage devono essere evidenziati: breve descrizione dell esperienza compiuta, dell ente e delle competenze sviluppate. Vanno riportate tutte le esperienze maturate, anche quelle in nero. In caso di colloquio, basta raccontare la situazione reale: il selezionatore è interessato solo alle competenze acquisite dal candidato e non al contratto con cui è stato inquadrato. Se le attività lavorative sono molte, evidenziate quella più attinente al campo di attività del destinatario del curriculum. Esperienze formative Va qui indicato: - il titolo del corso - la durata - l ente organizzatore - la votazione ottenuta. In caso di più attività di formazione è utile evidenziarne una a seconda del destinatario del curriculum. Conoscenze informatiche In generale è importante indicare: - gli ambienti operativi (Windows, Unix) - programmi di uso generale (Word, Excel, ecc..) - altri programmi fondamentali per la propria area professionale - i corsi di formazione seguiti e la durata - l utilizzo di Internet con eventuale conoscenza di linguaggi specialistici (java, html). 14

15 Lingue straniere Per ogni lingua conosciuta vanno indicati: - il livello (scolastico, buono, ottimo, madrelingua) - le certificazioni conseguite - i corsi seguiti in Italia e all estero, indicandone la durata, i periodi di stage all estero, l eventuale pratica per motivi di lavoro o scolastici. Hobby e interessi personali L indicazione di hobby e interessi personali è utile al selezionatore per tracciare meglio un profilo del candidato. Si possono indicare: sport praticati, interessi per la lettura, la scrittura o il cinema, viaggi, attività di volontariato. Non è indispensabile inserire hobby o interessi, ma vale la pena di farlo se si ritengono significativi e collegati in qualche modo all area professionale a cui ci si rivolge. Il colloquio Il colloquio rappresenta un momento in cui il candidato e il suo interlocutore si scambiano informazioni utili per la collocazione dello studente in azienda. Il colloquio deve essere vissuto positivamente dallo studente, che sostiene una prova di valutazione, ma che è a sua volta valutatore di ciò che gli viene proposto. È importante ricordare che il selezionatore esamina, oltre alla preparazione tecnica e specifica, anche la personalità e la professionalità del candidato (es. la sua curiosità, timidezza ecc.). Anche nel caso di un colloquio direttamente in azienda, le motivazioni e l interesse (per l azienda, per il settore, per i propri studi) sono una carta vincente ancor più della preparazione specifica. Lo studente non dovrebbe mai dimenticare che l esperienza di stage ha l obiettivo di acquisire delle competenze: non occorre dimostrare di saper fare tutto, ma di aver voglia di imparare il più possibile! Non esiste una formula universale e standard di colloquio, ma è utile osservare alcune regole che consentiranno di gestirlo in maniera ottimale. Schematizzando un po, il colloquio si articola nelle seguenti fasi: primo contatto visivo e presentazione; discussione sui contenuti del Cv; discussione sugli obiettivi lavorativi del candidato; analisi degli elementi contenuti nella scheda di autovalutazione; conclusione. È buona regola arrivare all appuntamento con qualche minuto di anticipo e vestirsi in maniera semplice a ordinata. Quando ci si presenta, si stringe la mano all intervistatore: la stretta deve essere sicura e decisa (non troppo forte né troppo debole). Durante il colloquio bisogna ascoltare con attenzione il selezionatore tenendo sotto controllo i movimenti del corpo, che sono spesso indice di insicurezza. Di fronte ad una domanda, è bene prendersi un attimo per riflettere prima di rispondere. Gli errori da evitare durante un colloquio vestirsi in maniera trasandata o troppo elegante gesticolare in modo eccessivo fumare o masticare la gomma americana essere prolissi fare i primi della classe lamentarsi per questo o per quello sbirciare tra i fogli del selezionatore mostrarsi irritabili o furbi o disonesti o scorretti mostrarsi eccessivamente sicuri o nervosi Il progetto formativo e la durata del tirocinio Dopo la convenzione, il documento indispensabile per dare avvio ad uno stage è il progetto formativo, redatto per ogni singolo tirocinante. 15

16 Secondo il decreto ministeriale 142/1998 (art. 4) il progetto formativo deve contenere: obiettivi e modalità di svolgimento del tirocinio, assicurando il raccordo con i percorsi formativi svolti presso le strutture di provenienza; i nominativi del tutor incaricato dal soggetto promotore e del responsabile aziendale; gli estremi identificativi delle assicurazioni di cui all art. 3; la durata ed il periodo di svolgimento del tirocinio; il settore aziendale di inserimento. Un progetto formativo ben articolato e coerente è garanzia del successo di un tirocinio, in quanto dimostra l attenzione e la cura con cui è stata realizzata la fase preparatoria. Il progetto diventa il punto di riferimento per la valutazione, ma costituisce anche la base per possibili verifiche intermedie durante lo svolgimento dello stage e per dirimere eventuali conflitti fra i vari soggetti interessati. Mentre non esiste alcun limite di legge al numero di tirocini che una persona può svolgere durante il suo percorso formativo o lavorativo, esiste però un limite di durata massima per il singolo tirocinio, che varia in base alle caratteristiche del tirocinante. Per gli studenti delle scuole superiori il tirocinio dura al massimo 4 mesi. Per gli studenti degli istituti o corsi di formazione professionale o per quelli che frequentano attività formative post laurea o post diploma e per i disoccupati e gli iscritti alle liste di mobilità la durata massima del tirocinio è di 6 mesi. 12 mesi invece è il periodo che possono dedicare allo stage gli studenti universitari e coloro che frequentano corsi di specializzazione o perfezionamento anche nei 18 mesi successivi al termine degli studi. Infine per i portatori di handicap uno stage può durare fino a 24 mesi. Al di là di questa normativa generale, la durata effettiva del tirocinio va commisurata agli obiettivi che si vogliono raggiungere, tenendo anche conto delle esigenze formative, della disponibilità dello studente e della disponibilità dell impresa ospitante. Essendoci un limite massimo di durata imposto dalla normativa, è evidente che tale limite condiziona le altre eventuali esigenze. Come abbiamo visto, in sostanza il tirocinio è un periodo di permanenza dello studente in impresa durante il proprio percorso formativo, per permettergli di capire cosa significhi lavorare in un impresa in termini di conoscenze, competenze necessarie e rapporti interpersonali, di verificare la validità delle conoscenze acquisite durante gli studi rispetto alle esigenze professionali dell impresa, di valutare le proprie capacità di inserimento in un contesto organizzativo, sia a livello verticale che orizzontale. La normativa vigente tiene conto del livello d istruzione dello studente e delle sue eventuali particolari esigenze personali per determinarne la durata massima, graduandola in base a tali requisiti. Appare comprensibile che si ipotizzi una durata superiore per un laureato che per un diplomato o per uno studente delle secondarie, così come si comprende il perché del maggior tempo concesso ad un soggetto svantaggiato. Per queste ragioni, il progetto formativo di tirocinio deve precisare e giustificare la durata dello stage, rapportandola a determinati obiettivi prefissati tenendo conto della disponibilità dell impresa. Quest ultimo aspetto è particolarmente importante, in quanto può condizionare la qualità dell impegno aziendale nel seguire i tirocinanti. L esperienza insegna che tirocini molto brevi non sono graditi dalle imprese: vedono in essi una diminuzione di produttività del personale aziendale che deve seguire il tirocinante, senza nessuna ricaduta positiva per l impresa. Per quanto questa posizione aziendale possa dipendere a volte da una mancanza di cultura e sensibilità per esigenze di tipo formativo, non può, tuttavia, non essere presa in considerazione. È per questo che il progetto formativo deve essere positivamente valutato ed accettato dall impresa, ma anche essere garantito dall impegno del tutor aziendale e dalla stretta collabo- 16

17 razione tra quest ultimo e tutor formativo. In alcune situazioni, oltre alla convenzione ed al progetto di tirocinio può essere utile la presentazione ai dirigenti aziendali di un patto formativo, in cui il tirocinante formalizza, attraverso un chiaro elenco dei suoi diritti e dei suoi doveri, il suo impegno nei confronti dell azienda che lo ospita L affiancamento L inserimento del tirocinante all interno dell impresa ospitante avviene generalmente con la modalità dell affiancamento. Può accadere che il lavoratore a cui il tirocinante viene affidato non coincida con il tutor aziendale. In questo caso il tutor aziendale dovrebbe dialogare opportunamente con il lavoratore che viene affiancato al tirocinante durante tutto il periodo di stage. Inoltre, è fondamentale conoscere e accertare la disponibilità del tutor aziendale ad affiancare adeguatamente l allievo in stage, per un training che risulti effettivamente significativo. Lo stagista, infatti, dovrebbe poter avere contatti quotidiani con il tutor aziendale, informandolo di eventuali problemi e criticità incontrate; non c è bisogno di sottolineare ulteriormente che compito precipuo del tutor aziendale dovrebbe essere quello di garantire il corretto svolgimento del progetto di stage. Il tutor aziendale è colui che deve illustrare allo stagista le regole formali (e quelle informali) che permeano la vita aziendale, dalla normativa antiinfortunistica alle regole di riservatezza, dalla normativa in materia di igiene alle modalità organizzative. Con il tutor aziendale, e sempre nel rispetto del progetto formativo, lo stagista può discutere anche aspetti pratici, come l orario di lavoro, eventuali buoni pasto, rimborsi spesa, strumenti di lavoro ecc I rapporti tra tutor formativo, tirocinante e tutor aziendale Durante il periodo di tirocinio lo studente avrà a disposizione due tutor: il tutor formativo interno (che per brevità chiameremo tutor formativo) e il tutor formativo esterno (o tutor aziendale). Il tutor formativo è un docente che segue direttamente gli studenti durante tutto il procedimento di effettuazione dello stage. Partecipa alla fase che precede l inserimento dello stagista in azienda visitando l impresa interessata ad accogliere gli allievi per verificare: in che misura il posto offerto sia o meno coerente con la formazione del futuro tirocinante; se vi sia effettivamente la disponibilità di strutture adeguate (posto di lavoro, PC, rispetto delle norme di sicurezza). Il tutor scolastico ha poi il compito di verificare la correttezza del progetto formativo rispetto alle caratteristiche del percorso formativo e assicurarsi della serietà, delle motivazioni e dell impegno sia dello stagista che dell azienda. Deve inoltre definire alcuni aspetti operativi dello stage, come il periodo e gli orari. Monitora continuamente lo svolgimento dello stage per risolvere possibili incomprensioni o insoddisfazioni da parte dell azienda o dello stagista. Si occupa infine di informare le famiglie in merito a tutti gli elementi del percorso formativo e del progetto di alternanza. Per verificare l andamento dello stage, il tutor formativo dovrebbe essere regolarmente in contatto con il tutor aziendale che, come abbiamo visto, è la persona che l azienda ha individuato per occuparsi del tirocinante. Il tutor aziendale aiuterà il tirocinante a inserirsi nel nuovo ambiente illustrandogli le attività dell azienda e lo seguirà passo passo durante tutto il percorso. Durante il periodo di stage il tirocinante dovrebbe attenersi a quanto concordato con il tutor aziendale e adeguarsi alle procedure in uso e alle norme scritte e non scritte facenti parte dell ambito aziendale, svolgendo, come già più volte ripetuto, le attività previste dal progetto di tirocinio formativo. 17

18 4. La valutazione del tirocinio 4.1. Gli attori coinvolti nella valutazione La valutazione finale dello stage è fondamentale per monitorare sia gli aspetti didattici dell esperienza che quelli relativi al percorso di apprendimento degli allievi. La valutazione, infatti, dovrebbe permettere di formulare un giudizio complessivo sia sul livello di acquisizione delle competenze di base e trasversali da parte degli stagisti sia sull efficacia dell insegnamento, inteso, il più delle volte, come training on e off the job. Per valutare correttamente uno stage è quindi fondamentale definire correttamente gli indicatori che verranno utilizzati per monitorare l esperienza del tirocinio in termini di competenze iniziali/finali possedute dagli allievi, le aspettative degli stessi, l efficacia dell affiancamento offerto dal tutor aziendale e scolastico. Inoltre, occorre verificare altri aspetti-chiave dell esperienza, come gli strumenti didattici utilizzati rispetto ai contenuti da apprendere (testi, brochure, documenti, articoli, software, attività di orientamento, seminari di presentazione), l ambiente di apprendimento nelle sue componenti strutturali (disponibilità di attrezzature, rispetto delle norme di sicurezza) e sociali (inserimento nel contesto aziendale, capacità di interazione con gli altri soggetti, modalità di collaborazione utilizzate), i canali di comunicazione utilizzati e il rapporto costibenefici in termini economici, di tempo e di acquisizione di contenuti professionalizzanti validi per il proprio futuro lavorativo. Per questo, dovrebbero essere coinvolti nella valutazione tutti gli attori che hanno contribuito alla realizzazione dello stage: tutor aziendale, tutor scolastico (o delle altre tipologie di enti promotori), allievo. È da sottolineare che ai fini della valutazione finale si possono utilizzare anche i report e le relazioni sull andamento dell attività ed i contenuti appresi che vengono richiesti agli allievi, o anche l analisi dei questionari che vengono somministrati a tutte e tre le tipologie di soggetti coinvolti a vario titolo nello stage I risultati dello stage e la ricaduta sui percorsi formativi La valutazione dei risultati dello stage è di fondamentale importanza per il miglioramento dello stesso a livello di gestione, di contenuti da apprendere, di interazione sia tra le varie tipologie di soggetti coinvolti che con l ambiente aziendale e, più specificatamente, di apprendimento. Inoltre, attraverso un analisi retrospettiva, è possibile aggiornare i programmi formativi che precedono il vero e proprio inserimento in impresa. In tal senso, le azioni da intraprendere possono essere di varia natura e vanno dal confronto diretto tra tutor aziendale e tutor dell ente promotore sulle criticità e sui punti di forza emersi a conclusione del tirocinio, al confronto tra i due tutor e l allievo che ha vissuto in prima persona l esperienza, per una valutazione critica della stessa. Ciò può avvenire anche attraverso un analisi dettagliata dei questionari che possono essere eventualmente somministrati nella fase conclusiva ai due tutor e ai soggetti in stage, diversificandone i contenuti a seconda del ruolo ricoperto da ognuno di essi. Sempre sulla base dei risultati dello stage, sarebbe opportuno, inoltre, non solo ragionare sull adeguatezza o meno dei programmi formativi come preparazione all esperienza del tirocinio (presentazione dell impresa nel suo complesso, approfondimento di alcune tematiche legate alle varie funzioni, nozioni di organizzazione aziendale ecc.), ma vagliare l opportunità o meno di eliminare moduli formativi non funzionali alle dinamiche sociali e di apprendimento vissute in impresa, aggiungendone altri più vicini alle esigenze conoscitive emerse. 18

19 4.3. I crediti formativi La normativa vigente stabilisce che lo stage può avere uno specifico valore all interno del percorso di studi. Il tirocinio, infatti, è considerato un credito formativo, ossia un esperienza documentata e coerente con gli studi intrapresi che permette di ottenere un punteggio aggiuntivo rispetto a quello maturato durante l iter scolastico. Presso le Università, la possibilità di convertire il periodo di stage in crediti è lasciato all autonomia delle singole istituzioni universitarie, molte delle quali hanno regolamentato il processo per l accreditamento. Dei crediti formativi si è occupata recentemente anche la Riforma Moratti stabilendo che le competenze acquisite dagli studenti durante i periodi di alternanza scuola lavoro costituiscono crediti sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi, ivi compresa l eventuale transizione nei percorsi di apprendistato. 19

20 5. Allegato Decreto legislativo n. 77 del 15 aprile 2005, Definizione delle norme generali relative all alternanza scuola-lavoro, a norma dell articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76, 87 e 117 della Costituzione; Vista la legge 28 marzo 2003, n. 53, recante delega al Governo per la definizione delle norme generali sull istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, ed in particolare, l articolo 4 che prevede l emanazione di un apposito decreto legislativo per la definizione delle norme generali in materia di alternanza scuola-lavoro; Vista la legge 20 marzo 2000, n. 62, recante norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all istruzione; Vista la legge 14 febbraio 2003, n. 30, recante delega al Governo in materia di occupazione e del mercato del lavoro; Visto il decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276; Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni; Vista la legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, ed in particolare l articolo 21; Vista la legge 24 giugno 1997, n. 196, che fissa norme in materia di promozione dell occupazione; Visto il decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 21 maggio 2004; Sentite le Associazioni maggiormente rappresentative dei datori di lavoro; Considerato che, nella seduta del 14 ottobre 2004, la Conferenza unificata, di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ha espresso la mancata intesa; Ritenuto necessario, al fine di dare concreta attuazione alla delega prevista dalla legge 28 marzo 2003, n. 53, attivare la procedura di cui all articolo 3, comma 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dell 11 novembre 2004; Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati, resi in data 9 e 16 febbraio 2005, e del Senato della Repubblica, espressi in data 9 e 23 febbraio 2005; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 marzo 2005; Su proposta del Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle attività produttive, con il Ministro dell economia e delle finanze, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro per la funzione pubblica; EMANA il seguente decreto legislativo: Art. 1. (Ambito di applicazione) 1. Il presente decreto disciplina l alternanza scuola-lavoro, di seguito denominata: alternanza, come modalità di realizzazione dei 20

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