Il materiale ripercorre i presupporti teorici legati al tema del welfare aziendale proponendo quanto emerso in occasione di un intervento in aula.
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- Arrigo Manfredi
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1 Il materiale ripercorre i presupporti teorici legati al tema del welfare aziendale proponendo quanto emerso in occasione di un intervento in aula. E possibile approfondire il tema consultando il sito La femme. 1
2 Che cosa si intende per effetto redistributivo della defiscalizzazione? Il quadro proposto rappresenta il vantaggio, sia per il dipendente che per l azienda, derivante dalla erogazione di beni/servizi di cui all articolo 51 del TUIR al posto di denaro. Scenario senza piano di welfare Ipotizzando che l aziendale eroghi 10 per singolo lavoratore, la stessa sostiene un costo aggiuntivo di circa 4, tra contributi Inps, TFR e quota Irap sul costo del personale; il dipendente a sua volta dei 10 lordi che riceve si ritrova un potere di acquisto che varia dai 7 ai 5 Euro, a seconda della sua aliquota marginale di tassazione(retribuzione netta). Scenario con l adozione di un piano di welfare Se il dipendente riceve lo stesso importo sotto forma di somme, beni e servizi di cui all articolo 51 del TUIR, si ritrova con un potere di acquisto pari a 10 (senza oneri fiscali e contributivi) e l azienda non deve sostenere ulteriori costi, recuperando così in efficienza. 2
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4 Le opportunità previste dal TUIR ed inserite normalmente in un piano welfare sono quelle evidenziate nella tabella, alcune contenute nell art. 51 altre nell art. 100 del TIUR Questi articoli identificando i beni e i servizi che l azienda può offrire ai propri dipendenti e/o ai loro familiari, che non concorrono alla formazione del reddito. Attraverso determinate modalità l azienda può agevolmente avviare un piano di welfare con l obiettivo di introdurre un sistema di flexible benefit per la generalità o ad una o più categorie di dipendenti che possono non coincidere con quelle previste dall art del codice civile (dirigenti, quadri, impiegati ed operai). La categoria, infatti, secondo i chiarimenti dell amministrazione finanziaria è costituita da un raggruppamento omogeneo di dipendenti.(circolare n. 326/E del 23 dicembre 1997en.188/Edel16luglio1998) 4
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6 Sono i contributi versati a fondi, enti o casse contrattualmente previsti per alcune tipologie di lavoratori (F.A.S.I, FASDAC, Qu.A.S. ecc.) che garantiscono al dipendente e ai suoi familiari di potere avere alcune prestazioni sanitarie o rimborsare le spese mediche sostenute, in virtù della polizza sanitaria stipulata dall azienda 6
7 In merito al vitto la norma prevede la totale esclusione dalla base imponibile Irpef per le somministrazioni di vitto effettuate sia: -dal datore di lavoro presso la propria azienda, -da mense inter-aziendali, o mense gestite da terzi. -da ristoranti che stipulano apposita convenzione con il ddl per la somministrazione del pasto o cestino preconfezionato. In questi casi l irrilevanza fiscale del benefit erogato coincide con il valore dello stesso: in sostanza non esiste un limite. Non sono soggette a limite anche le somministrazioni ottenute mediante Card aziendali che sono assimilabili a una mensa diffusa e che permette al dipendente di rivolgersi ai diversi esercizi pubblici convenzionati e che sono abilitati a gestire la card elettronica. (Risoluzione n. 63 del 17 maggio 2005 dell Agenzia delle Entrate) Anche la fornitura di ticket restaurant è esclusa dalla tassazione fino al limite massimo di 5,29; l importo del loro valore nominale che eccede il limite di 5,29 euro concorre alla formazionedelredditodilavorodipendente.con larisoluzionen.26/edel29 marzo2010 la Agenzia delle entrate ha dichiarato che l eventuale eccedenza non può neanche essere assorbita nella franchigia di 258,23 applicabile ai benefits. Il buono permette alle aziende di offrire ai dipendenti un servizio sostitutivo di mensa di importo pari al valore facciale. Il buono pasto può essere offerto dall azienda a quei lavoratori per cui ricorrano le seguenti condizioni(risoluzione n. 41/E del 30 marzo 2000) -orario di lavoro che comprenda la pausa per il pranzo; -lavoro stabile presso un unità produttiva; -unità produttiva che non consente di recarsi senza utilizzare mezzi di trasporto, al più vicino luogo di ristorazione. 7
8 L art. 51 del TIUR comma 2 lettera d stabilisce che non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente"le prestazioni di servizi di trasporto collettivo alla generalita' o a categorie di dipendenti, anche se affidate a terzi ivi compresi gli esercenti servizi pubblici». Questo implica che il datore di lavoro può stipulare apposita convenzione anche con esercenti di servizi pubblici, ad esempio, con la società che gestisce il servizio pubblico urbano o extraurbano del luogo in cui si trova l'azienda oppure con il servizio taxi, rimanendo comunque fermo il principio che la prestazione, ai fini della non concorrenza al reddito di lavoro dipendente deve rappresentare un servizio di trasporto casa- lavoro (Circolare del Ministero delle finanze n. 326/E del 23 dicembre 1997) -deve essere resa in modo collettivo -deve riguardare solo il percorso casa-lavoro Altre indennita' sostitutive del servizio di trasporto sono da assoggettare interamente a tassazione, così come è interamente assoggettato a tassazione l'eventuale rimborso al lavoratore di biglietti o di tessere di abbonamento per il trasporto. In entrambi i casi manca, infatti, il requisito indispensabile dell'affidamento a terzi del servizio di trasporto da parte del datore di lavoro. Il principio è applicabile anche ai redditi assimilati al lavoro dipendente. Nella Risoluzione n. 95/E del 21 marzo 2002 viene infatti ribadita l integrale imponibilità dei rimborsi delle spese 8
9 sostenute dai tirocinanti per il servizio di trasporto pubblico utilizzato per recarsi presso il soggetto ospitante. 8
10 I contributi previdenziali e assistenziali sono finalizzati a garantire al dipendente future prestazioni sotto forma di erogazioni in forma di capitale o in forma di rendita. Oltre la soglia di 5.164,57 tutte le somme versate alla previdenza diventano tassabili e da inserire nella dichiarazione dei redditi. Pertanto è opportuno che il dipendente verifichi la sua situazione contributiva e quindi i contributi già versati in capo ad eventuali contratti nazionali e di II livello. 9
11 L art 51 deltiur, ammette arimborso, secondo ilimiti stabilitinelpianodi welfare, le spese sostenute per le rette dell asilo, scuola primaria, secondaria, università, master di specializzazione. La circolare del Ministero delle finanze n. 238/E del 22 dicembre 2000 chiarisce che per l esclusione dalla formazione del reddito di lavoro è necessario che il datore di lavoro acquisisca e conservi la documentazione comprovante l utilizzo delle somme da parte del dipendente. Il dipendente quindi riceverà il rimborso in busta paga solo dopo la presentazione dei giustificativi. La parte di spesa non coperta dal benefit aziendale potrà essere portata dal dipendente in detrazione nella dichiarazione dei redditi. 10
12 La normativa prevede che non concorra a formare reddito da lavoro dipendente il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d imposta ad 258,23. In caso di superamento del limite, l intero valore concorre a formare reddito. Rientrano in questa categoria tutti i beni e servizi di importo inferiore ai 258,23. Si suggerisce pertanto di verificare che il dipendente non abbia già consumato il proprio fringe benefit in altre spese quali utilizzo auto, pc, doni natalizi, abbonamenti telefonia mobile, buoni multispesa. 11
13 L Agenzia delle Entrate nel 2011 ha allargato la possibilità di utilizzare l Istituto del Prestito Aziendale anche sui finanziamenti erogati ai dipendenti da enti terzi. L azienda si assume la copertura degli interessi da mutui e/o prestiti per la parte eccedente il valore ufficiale del TUS(tasso ufficiale di sconto) Art. 51 Comma 4 lettera b) prevede che costituisce reddito di lavoro dipendente il 50% della differenza tra l ammontare degli interessi calcolati in base al Tasso Ufficiale di Sconto(ora Tasso Ufficiale di Riferimento T.U.R.) e quello effettivamente praticato al dipendente : «In caso di concessione di prestiti l azienda si assume il 50 per cento della differenza tra l importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigente al termine di ciascun anno e l importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi. Tale disposizione non si applica per i prestiti stipulati anteriormente al 1 gennaio 1997, per quelli di durata inferiore ai dodici mesi concessi, a seguito di accordi aziendali, dal datore di lavoro ai dipendenti in contratto di solidarietà o in cassa integrazione guadagni o a dipendenti vittime dell usura ai sensidellal.7marzo1996n.108» 12
14 L art. 100 del TIUR sugli Oneri di utilità sociale stabilisce che : -le spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalita' dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalita' di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell'ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi. Sono inoltre deducibili: -le erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche che perseguono esclusivamente finalita' comprese fra quelle indicate nel comma 1 o finalita' di ricerca scientifica, nonche' i contributi, le donazioni e le oblazioni di cui all'articolo 10, comma 1, lettera g), per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito d'impresa dichiarato; 13
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16 Affinchè i costi siano ammissibili è prerogativa che il bene( biglietto per il teatro, viaggi etc) venga acquistato attraversa la formula dell abbonamento o della convenzione, in cui è chiaramente identificabile chi usufruisce del bene.( dipendente o suoi familiari). Ogni altra modalità non è fiscalmente corretta perché rappresenta un titolo di credito. I servizi compresi sotto la voce «ricreazione» sono molto eterogenei e soprattutto finalizzati a migliorare più la qualità della vita dei lavoratori che non la conciliazione vita lavoro come invece possono essere gli spostamenti casa-lavoro (prestazioni di servizi di trasporto collettivo), i servizi alla famiglia (asili nido aziendali, servizi di baby sitting o di assistenza ai parenti non autosufficienti). Ciononostante, nella logica che il welfare è democratico e uguale per tutti, tali beni e servizi devono essere inseriti per rendere il pacchetto appetibile e rispondente alle esigenze di tutta la popolazione aziendale. 15
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