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2 Sommario TITOLO I CONTENUTI GENERALI...4 ART. 1 CAMPO DI APPLICAZIONE...4 ART. 2 FINALITA...4 ART. 3 CONTENUTI...4 ART. 4 PROCEDURE DI AGGIORNAMENTO...5 TITOLO II DEFINIZIONI STRADALI E DI TRAFFICO...6 ART. 5 DENOMINAZIONI E RIFERIMENTI...6 TITOLO III CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DELLE STRADE...11 ART. 6 DEFINIZIONE E FUNZIONI DEI TIPI PRINCIPALI DI STRADA URBANA...11 ART. 7 INDICAZIONI GENERALI...12 ART. 8 STRADA LOCALE INTERZONALE I LIVELLO...13 ART. 9 STRADA LOCALE INTERZONALE II LIVELLO...14 ART. 10 STRADA LOCALE...15 TITOLO IV DISCIPLINA D USO DELLE STRADE...16 ART. 11 AREA PEDONALE...16 ART. 12 ZONA A TRAFFICO LIMITATO AD ELEVATA VALENZA PEDONALE...17 ART. 13 AREA AD ELEVATA VALENZA PEDONALE PERCORSA DAL TPL...18 ART. 14 STRADE/CORSIE RISERVATE AL TPL...19 TITOLO V ORGANIZZAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE E DELLA SOSTA...20 ART. 15 SOSTA IN CARREGGIATA...20 ART. 16 PASSI CARRABILI...21 ART. 17 RAMPE E ACCESSI AD AUTORIMESSE E PARCHEGGI PRIVATI...21 ART. 18 PERCORSI E ATTRAVERSAMENTI PEDONALI...22

3 ART. 19 PERCORSI E ATTRAVERSAMENTI CICLABILI...23 ART. 20 PERCORSI PEDONALI E CICLABILI IN PROMISCUO...25 ART. 21 CARICO E SCARICO DELLE MERCI...25 ART. 22 ELEMENTI PER LA MODERAZIONE DEL TRAFFICO...26 TITOLO VI DISCIPLINA PER LE OCCUPAZIONI DELLA SEDE SEDE STRADALE...28 ART. 23 DEFINIZIONI E COMPORTAMENTI GENERALI...28 ART. 24 INSTALLAZIONI PUBBLICITARIE...28 ART. 25 CHIOSCHI, EDICOLE, CABINE...28 ART. 26 RIFIUTI URBANI...28 ART. 27 CANTIERI STRADALI...29 ART. 28 OCCUPAZIONI DEI CANTIERI EDILI...30 ART.29 TAVOLI, SEDIE, DEHORS, ESPOSIZIONI COMMERCIALI...31 TITOLO VII RIFERIMENTI NORMATIVI...33

4 TITOLO I CONTENUTI GENERALI ART. 1 CAMPO DI APPLICAZIONE Il Regolamento Viario Comunale (RV) è parte integrante del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) comunale, secondo quanto previsto dalle Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico. Il presente RV ha per oggetto la definizione delle caratteristiche geometriche e di traffico e la disciplina d'uso di ciascuna strada di competenza del Comune compresa nell'intero territorio comunale, nel rispetto delle definizioni costruttive dei diversi tipi di strade previste dal Nuovo Codice della Strada (D.L aprile 1992) e dal relativo Regolamento di Attuazione (D.P.R dicembre 1992). Quanto disposto non si applica alle strade di proprietà non comunale ed esterne al centro abitato. Inoltre gli standard tecnici riportati in questo documento vanno integrati con le prescrizioni di carattere urbanistico presenti negli altri strumenti di pianificazione urbana. ART. 2 FINALITA Il Regolamento Viario Comunale caratterizza i singoli elementi della viabilità affinché essi possano svolgere la loro funzione preminente nel contesto dell'intera rete urbana e affinché sia assicurato un omogeneo grado di sicurezza e di regolarità d'uso alle infrastrutture stradali comunali. Con riferimento ai valori degli standard geometrici prescritti, il Regolamento Viario Comunale è da considerarsi cogente per le strade di nuova realizzazione ed è da considerarsi come obiettivo da raggiungere per le strade esistenti, laddove siano presenti vincoli strutturali immediatamente non eliminabili. Tuttavia anche per le strade esistenti dovranno essere di norma applicate tutte le prescrizioni riguardanti le componenti di traffico ammesse e le caratteristiche funzionali. ART. 3 CONTENUTI Il Regolamento Viario Comunale esplicita gli standard tecnici di ogni tipo di strada urbana, attraverso le seguenti classificazioni e prescrizioni: - classificazione funzionale delle strade urbane; - componenti di traffico ammesse (pedoni, veicoli motorizzati per il trasporto collettivo e privato, biciclette, sosta, carico-scarico delle merci) per ciascuna strada urbana classificata; - organizzazione delle intersezioni stradali; - dimensioni delle fasce di sosta laterale; - disciplina delle occupazioni di sedi stradali (di carattere temporaneo o permanente). 4

5 Ulteriori elementi per la progettazione riguardano i seguenti ambiti: - prescrizioni dettagliate sulla gestione della sosta, dei passi carrabili e delle aree e modi per il carico-scarico delle merci; - percorsi pedonali; - percorsi ciclabili e ciclo-pedonali; - spazi riservati al trasporto collettivo (fermate e corsie preferenziali); - sistemi di moderazione del traffico urbano; - zone a traffico limitato (ZTL), aree pedonali; - segnaletica stradale. ART. 4 PROCEDURE DI AGGIORNAMENTO Il Regolamento Viario Comunale viene aggiornato in ogni caso contestualmente all aggiornamento del PGTU 5

6 TITOLO II DEFINIZIONI STRADALI E DI TRAFFICO ART. 5 DENOMINAZIONI E RIFERIMENTI Al fine dell applicazione delle norme contenute nel presente Regolamento Viario Comunale si riportano in seguito alcune definizioni utilizzate nel documento, oltre alle denominazioni stradali e di traffico che hanno i significati, indicati all art. 3 del D.L. 30 n. 285, 30 aprile 1992, Nuovo Codice della Strada e s.m.i., che qui si riportano: 1) AREA DI INTERSEZIONE: parte della intersezione a raso, nella quale si intersecano due o più correnti di traffico. 2) AREA PEDONALE: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali. 3) ATTRAVERSAMENTO PEDONALE: parte della carreggiata, opportunamente segnalata ed organizzata, sulla quale i pedoni in transito dall'uno all'altro lato della strada godono della precedenza rispetto ai veicoli. 4) BANCHINA: parte della strada compresa tra il margine della carreggiata ed il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: marciapiede, spartitraffico, arginello, ciglio interno della cunetta, ciglio superiore della scarpata nei rilevati. 5) BRACCIO DI INTERSEZIONE: cfr. Ramo di intersezione. 6) CANALIZZAZIONE: insieme di apprestamenti destinato a selezionare le correnti di traffico per guidarle in determinate direzioni. 7) CARREGGIATA: parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine. 8) CENTRO ABITATO: insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada. 9) CIRCOLAZIONE: è il movimento, la fermata e la sosta dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulla strada. 10) CONFINE STRADALE: limite della proprietà stradale quale risulta dagli atti di acquisizione o dalle fasce di esproprio del progetto approvato; in mancanza, il confine è costituito dal ciglio 6

7 esterno del fosso di guardia o della cunetta, ove esistenti, o dal piede della scarpata se la strada è in rilevato o dal ciglio superiore della scarpata se la strada è in trincea. 11) CORRENTE DI TRAFFICO: insieme di veicoli (corrente veicolare), o pedoni (corrente pedonale), che si muovono su una strada nello stesso senso di marcia su una o più file parallele, seguendo una determinata traiettoria. 12) CORSIA: parte longitudinale della strada di larghezza idonea a permettere il transito di una sola fila di veicoli. 13) CORSIA DI ACCELERAZIONE: corsia specializzata per consentire ed agevolare l'ingresso ai veicoli sulla carreggiata. 14) CORSIA DI DECELERAZIONE: corsia specializzata per consentire l'uscita dei veicoli da una carreggiata in modo da non provocare rallentamenti ai veicoli non interessati a tale manovra. 15) CORSIA DI EMERGENZA: corsia, adiacente alla carreggiata, destinata alle soste di emergenza, al transito dei veicoli di soccorso ed, eccezionalmente, al movimento dei pedoni, nei casi in cui sia ammessa la circolazione degli stessi. 16) CORSIA DI MARCIA: corsia facente parte della carreggiata, normalmente delimitata da segnaletica orizzontale. 17) CORSIA RISERVATA: corsia di marcia destinata alla circolazione esclusiva di una o solo di alcune categorie di veicoli. 18) CORSIA SPECIALIZZATA: corsia destinata ai veicoli che si accingono ad effettuare determinate manovre, quali svolta, attraversamento, sorpasso, decelerazione, accelerazione, manovra per la sosta o che presentano basse velocità o altro. 19) CUNETTA: manufatto destinato allo smaltimento delle acque meteoriche o di drenaggio, realizzato longitudinalmente od anche trasversalmente all'andamento della strada. 20) CURVA: raccordo longitudinale fra due tratti di strada rettilinei, aventi assi intersecantisi, tali da determinare condizioni di limitata visibilità. 21) FASCIA DI PERTINENZA: striscia di terreno compresa tra la carreggiata ed il confine stradale. È parte della proprietà stradale e può essere utilizzata solo per la realizzazione di altre parti della strada. 22) FASCIA DI RISPETTO: striscia di terreno, esterna al confine stradale, sulla quale esistono vincoli alla realizzazione, da parte dei proprietari del terreno, di costruzioni, recinzioni, piantagioni, depositi e simili. 23) FASCIA DI SOSTA LATERALE: parte della strada adiacente alla carreggiata, separata da questa mediante striscia di margine discontinua e comprendente la fila degli stalli di sosta e la relativa corsia di manovra. 24) GOLFO DI FERMATA: parte della strada, esterna alla carreggiata, destinata alle fermate dei mezzi collettivi di linea ed adiacente al marciapiede o ad altro spazio di attesa per i pedoni. 7

8 25) INTERSEZIONE A LIVELLI SFALSATI: insieme di infrastrutture (sovrappassi; sottopassi e rampe) che consente lo smistamento delle correnti veicolari fra rami di strade poste a diversi livelli. 26) INTERSEZIONE A RASO ( o A LIVELLO): area comune a più strade, organizzata in modo da consentire lo smistamento delle correnti di traffico dall'una all'altra di esse. 27) ISOLA DI CANALIZAZZIONE: parte della strada, opportunamente delimitata e non transitabile, destinata a incanalare le correnti di traffico. 28) ISOLA DI TRAFFICO: cfr. Isola di canalizzazione. 29) ISOLA SALVAGENTE: cfr. Salvagente. 30) ISOLA SPARTITRAFFICO: cfr. Spartitraffico. 31) ITINERARIO INTERZONALE: strade o tratti di strade facenti parte degli itinerari così definiti dagli accordi internazionali. 32) LIVELLETTA: tratto di strada a pendenza longitudinale costante. 33) MARCIAPIEDE: parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni. 34) PARCHEGGIO: area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli. 34-bis) PARCHEGGIO SCAMBIATORE: parcheggio situato in prossimità di stazioni o fermate del trasporto pubblico locale o del trasporto ferroviario, per agevolare l'intermodalità. 35) PASSAGGIO A LIVELLO: intersezione a raso, opportunamente attrezzata e segnalata ai fini della sicurezza, tra una o più strade ed una linea ferroviaria o tranviaria in sede propria. 36) PASSAGGIO PEDONALE (cfr. anche Marciapiede): parte della strada separata dalla carreggiata, mediante una striscia bianca continua o una apposita protezione parallela ad essa e destinata al transito dei pedoni. Esso espleta la funzione di un marciapiede stradale, in mancanza di esso. 37) PASSO CARRABILE: accesso ad un'area laterale idonea allo stazionamento di uno o più veicoli. 38) PIAZZOLA DI SOSTA: parte della strada, di lunghezza limitata, adiacente esternamente alla banchina, destinata alla sosta dei veicoli. 39) PISTA CICLABILE: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi. 40) RACCORDO CONCAVO (CUNETTA): raccordo tra due livellette contigue di diversa pendenza che si intersecano al di sotto della superficie stradale. Tratto di strada con andamento longitudinale concavo. 8

9 41) RACCORDO CONVESSO (DOSSO): raccordo tra due livellette contigue di diversa pendenza che si intersecano al di sopra della superficie stradale. Tratto di strada con andamento longitudinale convesso. 42) RAMO DI INTERSEZIONE: tratto di strada afferente una intersezione. 43) RAMPA (DI INTERSEZIONE): strada destinata a collegare due rami di un'intersezione. 44) RIPA: zona di terreno immediatamente sovrastante o sottostante le scarpate del corpo stradale rispettivamente in taglio o in riporto sul terreno preesistente alla strada. 45) SALVAGENTE: parte della strada, rialzata o opportunamente delimitata e protetta, destinata al riparo ed alla sosta dei pedoni, in corrispondenza di attraversamenti pedonali o di fermate dei trasporti collettivi. 46) SEDE STRADALE: superficie compresa entro i confini stradali. Comprende la carreggiata e le fasce di pertinenza. 47) SEDE TRAMVIARIA: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei tram e dei veicoli assimilabili. 48) SENTIERO (o MULATTIERA o TRATTURO): strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali. 49) SPARTITRAFFICO: parte longitudinale non carrabile della strada destinata alla separazione di correnti veicolari. 50) STARDA EXTRAURBANA: strada esterna ai centri abitati. 51) STRADA URBANA: strada interna ad un centro abitato. 52) STRADA VICINALE (o PODERALE o DI BONIFICA): strada privata fuori dai centri abitati ad uso pubblico. 53) SVINCOLO: intersezione a livelli sfalsati in cui le correnti veicolari non si intersecano tra loro. 53-bis) UTENTE DEBOLE DELLA STRADA: pedoni, disabili in carrozzella, ciclisti e tutti coloro i quali meritino una tutela particolare dai pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade. 54) ZONA A TRAFFICO LIMITATO: area in cui l'accesso e la circolazione veicolare sono limitati ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli. 55) ZONA DI ATTESTAMENTO: tratto di carreggiata, immediatamente a monte della linea di arresto, destinato all'accumulo dei veicoli in attesa di via libera e, generalmente, suddiviso in corsie specializzate separate da strisce longitudinali continue. 56) ZONA DI PRESELEZIONE: tratto di carreggiata, opportunamente segnalato, ove è consentito il cambio di corsia affinché i veicoli possano incanalarsi nelle corsie specializzate. 9

10 57) ZONA DI SCAMBIO: tratto di carreggiata a senso unico, di idonea lunghezza, lungo il quale correnti di traffico parallele, in movimento nello stesso verso, possono cambiare la reciproca posizione senza doversi arrestare. 58) ZONA RESIDENZIALE: zona urbana in cui vigono particolari regole di circolazione a protezione dei pedoni e dell'ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine. 10

11 TITOLO III CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DELLE STRADE ART. 6 DEFINIZIONE E FUNZIONI DEI TIPI PRINCIPALI DI STRADA URBANA Il presente RV introduce le seguenti categorie di strade, le quali comprendono alcune tipologie definite nel Codice della Strada e alcune tipologie intermedie. Al fine di adattare la classifica funzionale alle caratteristiche geometriche e funzionali delle strade esistenti e in accordo con le Direttive per la redazione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico (le quali permettono di utilizzare categorie intermedie a quelle previste dal Codice della Strada), si sono introdotte le seguenti tipologie intermedie: a) Strade di Scorrimento Veloce (intermedie tra le Autostrade urbane e le Strade di Scorrimento); b) Strade Urbane Interquartiere (intermedie tra le Strade di Scorrimento e le Strade di Quartiere); c) Strade Locali Interzonali (intermedie tra le Strade di Quartiere e le Strade Locali). Ai fini dell applicazione del presente Regolamento, per una maggiore specificazione e diversificazione delle diverse strade che interessano il territorio comunale, le strade locali interzonali sono suddivise in due sotto-livelli. Le strade urbane sono quindi classificate in sintesi in: a) autostrade b) strade urbane di scorrimento veloce; c) strade urbane interquartiere; d) strade di quartiere; e) strade locali interzonali I Livello f) strade locali interzonali II Livello g) strade locali. Si ricordano le caratteristiche delle classi principali di strade urbane secondo il Codice della Strada, a partire dalle quali si sono definite le classi intermedie sopra riportate: Autostrada strada extraurbana o urbana a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia, eventuale banchina pavimentata a sinistra e corsia di emergenza o banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso e di accessi privati, dotata di recinzione e di sistemi di assistenza all'utente lungo l'intero tracciato, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore e contraddistinta da appositi segnali di inizio e fine. Deve essere attrezzata con apposite aree di servizio ed aree di parcheggio, entrambe con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione. 11

12 Strada urbana di scorrimento strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate. Strada urbana di quartiere strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi; per la sosta sono previste aree attrezzate con apposita corsia di manovra, esterna alla carreggiata. Strada locale strada urbana od extraurbana non facente parte degli altri tipi di strade. Itinerario ciclopedonale strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell'utenza debole della strada. È denominata «strada di servizio» la strada affiancata ad una strada principale avente la funzione di consentire la sosta ed il raggruppamento degli accessi dalle proprietà laterali alla strada principale e viceversa, nonché il movimento e le manovre dei veicoli non ammessi sulla strada principale stessa. ART. 7 INDICAZIONI GENERALI Nei seguenti articoli sono riportate le principali caratteristiche delle categorie in cui le strade del Comune di Trieste sono classificate. Si ritiene, in particolare, utile focalizzare l attenzione sulle 3 principali categorie che riguardano l ambito prettamente urbano: - strade interzonali di I livello; - strade interzonali di II livello; - strade locali. Per quanto riguarda i tratti di strade extraurbane, si rimanda alla classificazione contenuta negli strumenti urbanistici di pianificazione sovraordinati. La disciplina che concerne la tipologia e l uso della sede stradale riguarda sia le nuove ma soprattutto le strade esistenti, per le quali tale classificazione va intesa come una classificazione di tipo funzionale, con l obiettivo cioè di disciplinare la tipologia e l uso della sede stradale più che definire precisi e inderogabili parametri geometrici di progettazione. Per questa ragione, le indicazioni di tipo quantitativo riportate nel presente RV sono da intendersi come indicazioni di riferimento per una gestione razionale delle funzioni di traffico ammesse nella sede stradale (movimento, sosta, sosta di emergenza e accesso privato diretto). 12

13 ART. 8 STRADA LOCALE INTERZONALE I LIVELLO Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso Ha la funzione di collegamento tra quartieri limitrofi e tra le zone estreme di quartieri più vasti; distribuisce il traffico delle strade di ordine superiore e raccoglie il traffico delle strade interzonali di secondo livello e delle strade locali. Sono ammesse tutte le componenti di traffico. Eventuali restrizioni possono essere introdotte in ragione delle caratteristiche ambientali, dimensionali e strutturali della strada Corsie Sono strade ad unica carreggiata o a carreggiate separate da spartitraffico, con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi. Intersezioni Le intersezioni sono organizzate a raso, semaforizzate o con il diritto di precedenza. La strada interzonale gode del diritto di precedenza sulle strade locali; nel caso di un intersezione tra strade interzonali, il diritto di precedenza deve essere opportunamente segnalato. La regolazione delle svolte a sinistra tramite corsie specializzate va effettuata in rapporto all entità delle singole manovre. Sosta In relazione ai flussi di traffico coinvolti, è consentita la sosta a lato strada (negli stalli segnalati), anche in assenza di corsia di manovra. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile La circolazione avviene su marciapiedi. Gli attraversamenti pedonali possono essere semaforizzati o eventualmente zebrati. L ubicazione preferenziale degli attraversamenti pedonali è in corrispondenza dell intersezione. Le piste ciclabili, ove occorrano, possono essere realizzate, oltre che su sede propria, anche con corsie riservate. Fermate Bus Le fermate per il trasporto pubblico devono essere organizzate preferibilmente in sede propria. In alcuni casi, a seguito di una opportuna valutazione tecnica dei flussi di traffico e della geometria della strada, è possibile prevedere l avanzamento del marciapiede (molo di fermata) lungo il solo tratto di fermata, in modo da impedire la sosta dei veicoli in corrispondenza della fermata. 13

14 ART. 9 STRADA LOCALE INTERZONALE II LIVELLO Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso Ha la funzione di penetrazione nei quartieri; distribuisce il traffico delle strade di ordine superiore e raccoglie il traffico delle strade locali. Sono ammesse tutte le componenti di traffico. Eventuali restrizioni possono essere introdotte in ragione delle caratteristiche ambientali, dimensionali e strutturali della strada. Corsie Sono strade ad unica carreggiata o a carreggiate separate da spartitraffico, con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e, dove possibile, marciapiedi. Intersezioni Le intersezioni sono organizzate a raso, semaforizzate o con il diritto di precedenza. La strada interzonale gode del diritto di precedenza sulle strade locali; nel caso di un intersezione tra strade interzonali, il diritto di precedenza deve essere opportunamente segnalato. La regolazione delle svolte a sinistra tramite corsie specializzate va effettuata in rapporto all entità delle singole manovre. Sosta In relazione ai flussi di traffico coinvolti, è consentita la sosta a lato strada, anche in assenza di corsia di manovra. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile La circolazione avviene su marciapiedi, dove esistenti. Gli attraversamenti pedonali possono essere semaforizzati o eventualmente zebrati. L ubicazione preferenziale degli attraversamenti pedonali è in corrispondenza dell intersezione. Le piste ciclabili, ove occorrano, possono essere realizzate, oltre che su sede propria, anche con corsie riservate Fermate Bus Le fermate per il trasporto pubblico devono essere organizzate preferibilmente in sede propria. In alcuni casi, a seguito di una opportuna valutazione tecnica dei flussi di traffico e della geometria della strada, è possibile prevedere l avanzamento del marciapiede (molo di fermata) lungo il solo tratto di fermata, in modo da impedire la sosta dei veicoli in corrispondenza della fermata. 14

15 ART. 10 STRADA LOCALE Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso Ha funzione di servizio diretto agli edifici per gli spostamenti pedonali e per la parte iniziale o terminale degli spostamenti veicolari. Sono ammesse tutte le componenti di traffico, ad eccezione del Trasporto Pubblico Locale che, di norma, non utilizza queste strade. Eventuali ulteriori restrizioni possono essere introdotte in ragione delle caratteristiche ambientali, dimensionali e strutturali della strada Corsie E una strada ad unica carreggiata, preferibilmente con banchine pavimentate e marciapiedi. Intersezioni Le intersezioni sono organizzate a raso; il diritto di precedenza va inteso a destra se non altrimenti segnalato. La scelta della priorità della precedenza va assegnata (in sede di Piani Particolareggiati) con riferimento a criteri quali l entità di traffico, la visibilità e la sicurezza delle manovre. La svolta a sinistra è permessa di norma senza restrizioni. Sosta E consentita la sosta delle autovetture a lato strada, anche senza corsia di manovra. Compatibilmente con le dimensioni della carreggiata vanno individuati il maggior numero possibile di stalli regolari. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile La circolazione avviene su marciapiedi. Gli attraversamenti pedonali sono zebrati e preferibilmente in corrispondenza delle intersezioni. Le piste ciclabili, ove occorrano, possono essere realizzate con corsie riservate, ovvero con corsie ad uso promiscuo ciclopedonale. Fermate Bus Di norma i mezzi di trasporto pubblico non transitano sulle strade locali. 15

16 TITOLO IV DISCIPLINA D USO DELLE STRADE ART. 11 AREA PEDONALE Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso L Area Pedonale ha la funzione di garantire uno spazio interdetto alla circolazione dei veicoli, in grado di assicurare un recupero della vivibilità degli spazi urbani a servizio dei pedoni e dei velocipedi. Il transito e la sosta sono permanentemente vietati a tutti i veicoli ad eccezione di quelli in servizio di emergenza e dei velocipedi. Corsie In questa categoria di strada è prevista l individuazione di una apposita corsia dedicata al transito dei mezzi di soccorso che deve essere permanentemente sgombra da ostacoli. Sosta La sosta è permanentemente vietata a tutti i veicoli ad eccezione di quelli in servizio di emergenza e dei velocipedi. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile Consentita su tutta la sede stradale. Fermate Bus Il transito e la sosta sono permanentemente vietati a tutti i veicoli per il trasporto collettivo. 16

17 ART. 12 ZONA A TRAFFICO LIMITATO AD ELEVATA VALENZA PEDONALE Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso La zona a traffico limitato ad elevata valenza pedonale ha la funzione di garantire uno spazio principalmente interdetto alla circolazione dei veicoli, in grado di assicurare un recupero della vivibilità degli spazi urbani a servizio dei pedoni e dei velocipedi. Il transito e la sosta sono permanentemente vietati a tutti i veicoli ad eccezione di quelli in servizio di emergenza, dei mezzi delle forze dell ordine, dei velocipedi, dei veicoli a servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, dei veicoli del trasporto pubblico individuale e dei veicoli a servizio del carico/scarico delle merci. Corsie In questa categoria di strada è prevista l individuazione di un apposita corsia dedicata al transito dei mezzi di soccorso che deve essere permanentemente sgombra da ostacoli. Sosta La sosta è permanentemente vietata a tutti i veicoli ad eccezione di quelli in servizio di emergenza e dei velocipedi. La sosta è consentita nell ambito degli spazi individuati anche ai veicoli a servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie e di quelli a servizio del carico/scarico delle merci. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile Consentita su tutta la sede stradale. Fermate Bus Il transito e la sosta sono permanentemente vietati a tutti i veicoli per il trasporto collettivo. 17

18 ART. 13 AREA AD ELEVATA VALENZA PEDONALE PERCORSA DAL TPL Funzioni Componenti di traffico Le Aree ad Elevata Valenza Pedonale percorse dal TPL hanno la funzione di consentire al servizio di trasporto pubblico di penetrare nelle zone della città ad alta concentrazione pedonale, in modo da servire efficacemente tali aree. Il transito e la sosta in tali aree sono consentiti ai veicoli del trasporto pubblico collettivo ed individuale, ai mezzi delle forze dell ordine, ai mezzi in servizio di emergenza, ai veicoli a servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie e ai pedoni (sui marciapiedi). La circolazione dei velocipedi può essere prevista in alcuni casi. La circolazione e la sosta dei mezzi a servizio del carico/scarico delle merci può essere consentita secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Disciplina d uso Corsie Sono strade ad unica carreggiata, con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi. Sosta Non è consentita la sosta e la fermata se non dei mezzi autorizzati ad accedervi. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile La circolazione avviene di norma sui marciapiedi. Gli attraversamenti pedonali sono zebrati e preferibilmente in corrispondenza delle intersezioni. Fermate Bus Le fermate di mezzi pubblici sono consentite. 18

19 ART. 14 STRADE/CORSIE RISERVATE AL TPL Funzioni Componenti di traffico Disciplina d uso Le Strade/Corsie Riservate al TPL hanno la funzione di consentire un incremento della velocità commerciale del servizio di trasporto pubblico, evitando dei percorsi promiscui con altri veicoli. Il transito e la sosta lungo le strade/corsie riservate al TPL sono consentiti ai veicoli del trasporto pubblico collettivo ed individuale, ai mezzi delle forze dell ordine, ai mezzi in servizio di emergenza, ai veicoli a servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie (ad eccezione delle corsie riservate) e ai pedoni (sui marciapiedi); la circolazione dei velocipedi può essere prevista in alcuni casi. La circolazione e la sosta dei mezzi a servizio del carico/scarico delle merci può essere consentita (ad eccezione delle corsie riservate al TPL) secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Corsie Sono strade ad unica carreggiata, con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi, oppure singole corsie riservate. Sosta Non è consentita la sosta e la fermata se non dei mezzi autorizzati ad accedervi. Carico / Scarico Il carico/scarico è disciplinato secondo le modalità prescritte nel presente regolamento. Circolazione Pedonale e Ciclabile La circolazione avviene di norma sui marciapiedi. Gli attraversamenti pedonali sono zebrati e preferibilmente in corrispondenza delle intersezioni. Fermate Bus Le fermate di mezzi pubblici sono consentite. 19

20 TITOLO V ORGANIZZAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE E DELLA SOSTA ART. 15 SOSTA IN CARREGGIATA Gli standard dimensionali per la disposizione della sosta individuano le dimensioni minime assolute da rispettare per la salvaguardia della funzione di sosta e contemporaneamente per garantire la funzione di percorribilità e l agibilità pedonale e di transito degli autoveicoli, nonché le dimensioni critiche cui fare riferimento in relazione ai possibili abusi degli utenti. Sono considerate le tre principali disposizioni degli stalli rispetto alla sede stradale (o alle corsie di distribuzione) e cioè: - longitudinale (L), dove gli stalli sono disposti parallelamente alla direzione di marcia dei veicoli; stalli di larghezza minima pari a 2,00 metri (eccezionalmente di 1,80 m) e lunghezza minima pari a 5.00 metri (riducibile a 4,80 metri in casi particolari); - a spina di pesce (S), dove gli stalli sono disposti a 45 rispetto alla direzione di marcia dei veicoli (stalli di larghezza minima 2,30 m e lunghezza minima pari a 4,80 m). Per questa disposizione possono anche essere considerate varianti a 60 (stalli di larghezza di 2,30 m e lunghezza minima pari a 4,80 m), a 30 (stalli di larghezza di 2,30 m e lunghezza minima pari a 4,50 m) o altra inclinazione con profondità variabile in relazione all inclinazione. - a pettine (P), dove gli stalli sono disposti ortogonali alla direzione di marcia dei veicoli (stalli di larghezza minima 2,30 m e lunghezza minima pari a 5,00 m, riducibile a 4,80 m in casi particolari). La delimitazione degli stalli di sosta mediante strisce orizzontali è obbligatoria ovunque gli stalli siano disposti a spina o a pettine ed è fortemente raccomandata nella Strade Interzonali quando gli stalli siano disposti longitudinalmente (almeno l area rettangolare complessiva di sosta longitudinale). Stalli a servizio dei veicoli a servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie Per quanto riguarda le caratteristiche e gli standard dimensionali di tali stalli valgono le prescrizioni degli schemi grafici contenuti nel Codice della Strada e nel Relativo Regolamento di Attuazione. Nell ambito delle attrezzature per la sosta a pagamento devono essere previsti, nella misura di 1 ogni 50 o frazione di 50, posti auto riservati gratuitamente ai veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie. Spazi di manovra In alcune strade può essere realizzata esternamente alla carreggiata un area di sosta laterale e una apposita corsia di manovra. La larghezza di tale corsia deve essere determinata in funzione dello schema attuato nella disposizione degli stalli, come riportato nel seguente prospetto: 20

21 - stalli longitudinali: larghezza minima della corsia di manovra 3,50 m (riducibile a 3,00 m per esigenze particolari); - stalli a pettine: larghezza minima della corsia di manovra 6,00 m (riducibile a 5,50 5,00 m in casi particolari); - stalli a spina (60 ): larghezza minima della corsia di manovra 4,20 m; - stalli a spina con inclinazione minore di 60 o longitudinali: larghezza minima della corsia di manovra 3,5 m. Tipologia di stalli La disposizione e quindi il numero di stalli disponibili per la sosta veicolare è definito, lungo gli archi in cui la sosta è ammessa, in sede di PPTU. Data la larghezza della carreggiata e fissato lo spazio da destinare alla sosta veicolare, si cercherà la disposizione ottimale degli stalli in funzione della loro dimensione e della larghezza corsia di manovra necessaria agli stessi, in modo da rendere massima l offerta di sosta. Stalli per motorini Gli stalli per motocicli possono disporsi a pettine, a spina di pesce o in linea. Nel caso di stalli disposti a pettine, se l ingombro del motociclo parcheggiato risulta tale da ridurre la larghezza del modulo di corsia al di sotto della larghezza codificata per la data tipologia di strada, si impone la disposizione degli stalli per motocicli a spina di pesce con una opportuna inclinazione. Nel caso di stalli in linea, per assicurare il parcheggio del motociclo parallelamente all asse stradale e quindi l inserimento integrale del motociclo all interno della sagoma rettangolare dello stallo, si propone una dimensione degli stalli pari a m 0,75 x 2,30. Tale tipologia di sosta può avere anche la funzione di disincentivare la sosta abusiva sulle strade più importanti e quindi ottenere un benefico effetto sulla circolazione veicolare. ART. 16 PASSI CARRABILI Per quanto riguarda la procedura autorizzativa e la concessione di Passi Carrabili si rimanda all art. 22 del CdS ed il relativo regolamento di attuazione. ART. 17 RAMPE E ACCESSI AD AUTORIMESSE E PARCHEGGI PRIVATI Per quanto riguarda le dimensioni da garantire per accessi e rampe di autorimesse e parcheggi privati, valgono di norma le seguenti prescrizioni: - larghezza minima per rampe/accessi in senso unico di marcia: 3,5 m; - larghezza minima per rampe/accessi in doppio senso di marcia: 4,5 m (fino a 9 posti auto), 5,0 m (da 10 a 50 posti auto), 5,5 m (oltre i 50 posti auto). Per autorimesse e parcheggi con un numero di stalli superiori a 200 veicoli, ingressi ed uscite devono essere fisicamente separati. 21

22 ART. 18 PERCORSI E ATTRAVERSAMENTI PEDONALI Percorsi pedonali Caratteristiche dimensionali I percorsi devono avere un andamento il più possibile regolare ed essere privi di strozzature ed ostacoli, sia sul piano orizzontale che su quello verticale. Su ogni tipo di strada devono essere realizzati percorsi pedonali; la loro larghezza minima di riferimento è fissata in 1,50 m, con tratti più ampi nei tratti a più intenso traffico pedonale; inoltre i percorsi pedonali devono essere sgombri da ostacoli fino ad una altezza minima di 2,20 m. La larghezza dei marciapiedi va considerata al netto sia di strisce e alberature, sia di occupazioni di suolo pubblico impegnative: edicole di giornali, cabine telefoniche, ecc.. Su di essi possono, comunque, trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno: centralini semaforici, colonnine di chiamata di soccorso, idranti, pali e supporti per l'illuminazione e per la segnaletica verticale. Dislivello Il dislivello tra il piano del marciapiede e le zone carrabili ad esso adiacenti non deve superare di norma i 15 cm; i marciapiedi devono essere protetti da idoneo parapetto nel caso in cui il dislivello rispetto al piano carrabile sia superiore a 20 cm. In situazioni intermedie si procede secondo la pericolosità della situazione, caso per caso. Inoltre, nel caso di dislivello molto ridotto, è buona regola che la differenza di quota senza ricorso a rampe non superi i 2.50 cm, e che, in questo caso, tale gradino sia arrotondato a regola d arte. Pavimentazione: La pavimentazione delle aree e percorsi pedonali deve essere in materiale compatto ed antisdrucciolevole. Inoltre, negli spazi privi di riferimenti fisici continui quali piazze o slarghi e in corrispondenza delle fermate BUS, è opportuno completare la pavimentazione con materiali differenziati e colorazioni tali da facilitare l orientamento dei disabili e ipovedenti. Non sono ammesse fessure (griglie e altri manufatti) con larghezza o diametro superiore a 2 cm; inoltre le griglie vanno disposte ortogonalmente al senso di marcia. Protezione I percorsi pedonali situati a lato di corsie riservate ai mezzi di trasporto pubblico possono eventualmente essere protetti da idonei elementi parapedonali. Analoghi sistemi di protezione laterali possono essere applicati nel caso di mancato rispetto del divieto di sosta su percorso pedonale. Per marciapiedi protetti, si intendono le corsie pedonali dotate, in corrispondenza del lato prospiciente le carreggiate veicolari, di elementi fisici (guard-rail, cordoli, fittoni, reti, ecc.) la cui altezza, lungo tutto il marciapiede, non consenta agli autoveicoli di portarsi su tale zona pedonale. Sono altresì da considerarsi marciapiedi protetti quelli non a diretto contatto con le carreggiate dove transitano gli autoveicoli. Tutti i marciapiedi ed i passaggi pedonali che si affacciano su carreggiate sottostanti debbono essere muniti di rete di protezione alta m 2,00. 22

23 Attraversamenti pedonali Caratteristiche dimensionali Gli attraversamenti pedonali possono essere a raso non semaforizzati, a raso semaforizzati e a livelli sfalsati. Gli attraversamenti a raso sono evidenziati da zebrature di larghezza pari di norma a 4,00 m (riducibile a 2,50 metri per esigenze particolari). La larghezza delle strisce e degli intervalli è di 50 cm. La larghezza degli attraversamenti pedonali deve essere comunque commisurata all entità del flusso pedonale. Per favorire la circolazione dei pedoni, gli attraversamenti a raso vanno realizzati prevedendo, sull intera larghezza del percorso pedonale opportune rampe ed inviti ai cigli dei marciapiedi con pendenza consigliata pari a 8-10% e fino a superare un dislivello massimo di 15 cm. Sulle strade dove è consentita la sosta laterale, al fine di garantire la mutua visibilità tra i pedoni e le automobili in movimento, l attraversamento pedonale può essere preceduto sulla destra da una striscia a zig zag di lunghezza commisurata alla distanza di visibilità. Su tale striscia è vietata la sosta. Isole salvagente Le isole salvagente si raccomanda fortemente abbiano una larghezza di 2,0 m, e garantiscano comunque una larghezza minima di 1,50 m; inoltre è buona norma siano interrotte in corrispondenza delle strisce pedonali zebrate per una larghezza pari a quella dell attraversamento pedonale, per permettere un attraversamento continuo a livello della pavimentazione stradale. In funzione dei flussi di traffico veicolare è consigliabile introdurre isole salvagente sfalsate al fine della sicurezza degli attraversamenti pedonali. ART. 19 PERCORSI E ATTRAVERSAMENTI CICLABILI Percorsi ciclabili Gli itinerari ciclabili comprendono le seguenti tipologie di offerta, riportate qui in ordine decrescente rispetto alla sicurezza che le stesse offrono per l utenza ciclistica: - piste ciclabili in sede propria (sede fisicamente separata da quelle relative ai veicoli a motore e pedoni attraverso idonei spartitraffico longitudinali); - piste ciclabili su corsia riservata (ricavata dal marciapiede o dalla carreggiata stradale); - percorsi promiscui pedonali e ciclabili; - percorsi promiscui ciclabili e veicolari. Sulle Strade Urbane Interzonali e Locali le piste ciclabili, ove occorrano, vanno preferibilmente realizzate con corsie riservate. Il PGTU, in sede di previsione, si limita a definire la rete degli itinerari ciclabili. Caratteristiche geometriche Larghezza delle corsie: La larghezza minima di una corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è di 1,50 m. Tale larghezza può essere ridotta fino a 1,25 m; nel caso di due corsie 23

24 contigue la larghezza minima complessiva è di 2,50 m (per brevi tratti tale larghezza può essere ridotta a 2.00 m). Nel caso di pista ciclabile in sede propria, la separazione fisica con la carreggiata (spartitraffico) deve essere di norma larga almeno 0,50 m. La pendenza longitudinale delle piste ciclabili è preferibile non superi il 5%; tale valore può essere superato in casi particolari (come ad esempio nel caso delle rampe per gli attraversamenti a livelli sfalsati) o per tratti più lunghi a causa della particolare orografia del territorio. I raggi di curvatura planimetrici (valutati rispetto al ciglio interno della pista) è preferibile risultino in ogni caso superiori a 5 m; in aree di intersezione e in punti particolarmente vincolati, i raggi di curvatura possono essere ridotti a 3 m, purché sia garantita la visuale libera e la curva venga segnalata opportunamente. Pavimentazione e arredi Deve essere curata in modo particolare le realizzazione della sovrastruttura in modo da garantire condizioni di massima regolarità. All interno della pista ciclabile, deve essere evitata la posa in opera di griglie per la raccolta delle acque meteoriche con elementi paralleli alla direzione di marcia. Inoltre, si consiglia di seguire i seguenti orientamenti tecnici: - lo strato di usura delle piste ciclabili si realizza, di norma, in conglomerato bituminoso nero, con l utilizzo di resine di colore rosso da applicare sulla superficie nei punti critici (attraversamenti, incroci e zone di conflitto con altri flussi veicolari), mentre i percorsi pedonali vengono differenziati, ove possibile, tramite una diversa pavimentazione (ad esempio tramite l utilizzo di betonelle); ogni cambio di direzione della pista va segnalato con apposite frecce direzionali sulla pavimentazione; - lungo gli itinerari ciclabili va riportato sulla superficie il pittogramma con il simbolo della bicicletta ad ogni ingresso della pista ciclabile e nei punti di conflitto (quali, ad esempio, i passi carrai ), con la ripetizione di tale simbolo ad intervalli di m lungo l intero percorso, salvo che situazioni particolari lo sconsiglino. Attraversamenti ciclabili Gli attraversamenti ciclabili garantiscono la continuità di una pista ciclabile in un area di intersezione. Gli attraversamenti a raso sono contraddistinti mediante adeguata segnaletica verticale e orizzontale così come previsto dal CdS. In particolare, gli attraversamenti ciclabili sono evidenziati mediante due strisce bianche discontinue di dimensioni 50x50 cm; la distanza minima tra i bordi interni delle strisce trasversali è di 1 m per gli attraversamenti a senso unico e di 2 m per gli attraversamenti a doppio senso. In caso di attraversamento ciclabile contiguo ad un attraversamento pedonale, è sufficiente evidenziare con la striscia discontinua solo la parte non adiacente all attraversamento pedonale. In questo ultimo caso le piste ciclabili su corsia riservata devono in genere affiancarsi al lato interno agli attraversamenti pedonali, in modo da istituire per i ciclisti la circolazione a rotatoria con senso unico antiorario sull intersezione. In tali attraversamenti si raccomanda che l eventuale isola salvagente abbia una larghezza non inferiore a 2 m. Sulle strade dove è consentita la sosta laterale, al fine di garantire la mutua visibilità tra i ciclisti e le automobili in movimento, l attraversamento ciclabile può essere preceduto sulla destra da una striscia a zig zag di lunghezza commisurata alla distanza di visibilità; su tale striscia è vietata la sosta. 24

25 Aree di parcheggio Ogni pista ciclabile deve essere dotata di idonee aree per la sosta dei velocipedi. L ubicazione ottimale deve essere ricercata in funzione dei poli attrattori e dello spazio disponibile; tali spazi di sosta non devono in alcun modo essere causa di intralcio o pericolo per la circolazione di pedoni, biciclette e autoveicoli. Sono da privilegiare per la sosta aree coperte o in cui una eventuale copertura ben si integri con il contesto circostante. ART. 20 PERCORSI PEDONALI E CICLABILI IN PROMISCUO I percorsi pedonali e ciclabili in promiscuo trovano ideale ma non esclusiva collocazione all interno dei parchi, giardini pubblici e simili. Tali percorsi possono essere realizzati anche per garantire la continuità della rete pedonale e ciclabile urbana, qualora l entità dei flussi interessati risulti compatibile con la sicurezza di pedoni e ciclisti. ART. 21 CARICO E SCARICO DELLE MERCI In qualunque situazione e su ogni tipo di strada il carico e lo scarico delle merci deve essere effettuato senza arrecare intralcio, disagio o pericolo alla circolazione stradale. Il mezzo interessato deve sostare negli spazi destinati alla sosta o in quelli specifici per il carico/scarico, ove esistenti, e senza occupare marciapiedi e piste ciclabili; la sosta può essere ammessa in carreggiata, ma in particolari orari e in modo differenziato in funzione della categoria di strada in questione. Allo scopo di ridurre l effetto negativo prodotto dai veicoli pesanti sulla circolazione nelle ore di punta, si impone in linea generale che non sia permesso il carico/scarico sulla carreggiata stradale dalle ore 7.30 alle ore 9.30 e dalle ore alle Gli effetti degli ingombri dei veicoli adibiti al trasporto delle merci risultano variabili in funzione delle caratteristiche geometriche e di traffico delle strade interessate e degli orari in cui le soste avvengono. Per questo motivo risulta ragionevole differenziare le modalità di sosta per il carico e scarico in funzione di queste due variabili, in primis sulla base della classificazione funzionale della rete stradale. Strade locali interzonali In tali strade il carico/scarico delle merci è accettabile nelle ore notturne e al di fuori degli intervalli e (ore di punta della città) e solamente negli isolati dove tali operazioni sono ritenute compatibili con i flussi esistenti. Strade locali Sulle strade locali può essere consentito il carico/scarico delle merci anche in carreggiata purché sia garantito il transito dei veicoli in sicurezza. Aree Pedonali Nelle Aree Pedonali non è consentito l accesso ai mezzi per il carico/scarico delle merci. 25

26 ZTL ad elevata valenza pedonale In tali zone il carico/scarico delle merci può essere consentito durante l intero arco della giornata o essere limitato a fasce orarie. Aree ad elevata valenza pedonale percorse dal TPL In tali aree il carico/scarico delle merci può essere consentito durante l intero arco della giornata o essere limitato a fasce orarie. Strade/Corsie riservate al TPL Nelle strade e nelle corsie riservate al servizio di trasporto pubblico si ammette di norma il carico-scarico di merci dalle ore alle ore Nelle strade riservate al TPL tale intervallo può essere ampliato, sempre con l esclusione delle fasce dell ora di punta ( e ). ART. 22 ELEMENTI PER LA MODERAZIONE DEL TRAFFICO Nell ambito dei Piani Particolareggiati, è possibile individuare aree della città che escludano le Strade Locali Interzonali e che possono essere classificate come Zone 30, Isole Ambientali, Aree Residenziali. I Piani Particolareggiati definiscono le caratteristiche di tali aree, le componenti di traffico ammesse e le norme comportamentali. In tali piani potranno essere previste anche particolari limitazioni o cautele da adottare nei pressi di edifici scolastici, di culto, ricreatori, ecc. Ai fini della moderazione della velocità sono ammissibili gli interventi di seguito descritti. Bande trasversali ad effetto ottico e acustico Su tutte le strade, su tutta la larghezza della carreggiata, ovvero per una o più corsie nel senso di marcia interessato, si possono porre in opera dispositivi per il rallentamento della velocità costituiti da bande trasversali ad effetto ottico o acustico. I sistemi ad effetto ottico sono realizzati mediante applicazione in serie di almeno quattro strisce bianche rifrangenti con larghezza crescente nel senso di marcia e distanziamento decrescente. La prima striscia può avere indicativamente una larghezza di 20 cm, le successive da realizzarsi con un incremento di almeno 10 cm nella larghezza. I sistemi ad effetto acustico sono realizzati mediante irruvidimento della pavimentazione stradale ottenuta con la scarificazione della stessa o con l applicazione di strati sottili di materiale in rilievo in aderenza, eventualmente integrato con dispositivi rifrangenti. Tali dispositivi possono anche produrre effetti vibratori di intensità proporzionale alla velocità di transito. Tali dispositivi possono essere utilizzati lungo le strade locali interzonali o locali. Chicane Tale accorgimento consiste nella realizzazione di opportuni disassamenti delle corsie rispetto all asse stradale; si può applicare in corrispondenza di lunghi tratti rettilinei o in prossimità di luoghi particolarmente affollati. Il disassamento induce una riduzione di velocità e si può ottenere anche mediante il parcheggio alternato (nelle strade in cui la sosta è permessa in carreggiata). Tali dispositivi possono essere utilizzati lungo le strade locali. 26

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