LA SUCCESSIONE E LA DONAZIONE DI IMMOBILI

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1 Quaderno Operativo All interno le Tabelle delle quote spettanti agli eredi e le agevolazioni prima casa LA SUCCESSIONE E LA DONAZIONE DI IMMOBILI Come gestire la successione, dal testamento all'accettazione dell'eredità, fino alla dichiarazione di successione e al pagamento delle imposte. Associiaziione Naziionalle Donne Geomettrra La donazione e l anticipazione dell eredità. 1 Inserto Speciale al Notiziario n. 9/2012

2 SUCCESSIONI Con la successione si trasferiscono agli eredi i rapporti giuridici di carattere patrimoniale, cioè tutti quei rapporti che possono essere oggetto di valutazione economica. Il complesso delle norme che disciplinano la materia successoria è volto a definire chi siano le persone che subentrano nei rapporti economici del de cuius garantendo la continuità alla proprietà. Gli eredi con l accettazione dell eredità subentrano ad ogni tipo di rapporto in capo al de cuius, fatta esclusione per quei rapporti giuridici di carattere personale, i quali si estinguono con la morte del titolare. Successione legittima Nella successione legittima la designazione degli eredi avviene in forza di legge. In particolare l eredità si trasferisce al coniuge, ai discendenti legittimi e naturali (es. figli e figli dei figli), agli ascendenti legittimi (es. genitori), ai collaterali (es. fratelli), agli altri parenti. In presenza di più soggetti, è erede il parente più prossimo, con esclusione dei parenti più remoti. Nel caso di successione legittima, acquisiscono i beni i parenti più vicini, escludendo dalla successione i parenti più lontani. Si segue cioè un principio di gradualità. La parentela può essere di due tipi: in linea retta (padre figlio; nonno nipote): in questo caso le persone discendono direttamente l una dall altra; in linea collaterale (fratelli; zio nipote): in questo caso pur avendo un ascendente comune, le persone non discendono l una dall altra. La parentela si distingue: L ordinamento giuridico individua quali successibili il coniuge, i discendenti, gli ascendenti e gli altri parenti -Retta (padre figlio; nonno fino al sesto grado. nipote) Escludendo il coniuge, i parenti possono essere suddivisi in 3 ordini successori: Discendenti ascendenti, fratelli e sorelle -Collaterale (fratelli; zio nipote). 2

3 altri parenti collaterali entro il sesto grado Nell ambito di ciascun ordine, il grado più vicino esclude quello più lontano. Quindi, per esempio, se chi muore lascia dei figli, sono esclusi dalla successione i nipoti, figli dei figli, che sono parenti di secondo grado. Qualora vi sia la presenza di più parenti dello stesso ordine e dello stesso grado, questi concorrono tutti in parti uguali. Successione testamentaria Se si vuole che il patrimonio abbia una spartizione diversa da quella prevista dalla legge, la quale non può tenere conto di particolari condizioni di famiglia, né di rapporti intercorsi in vita con i parenti stessi, oppure se si vuole beneficiare un estraneo o un ente di pubblica utilità, in questi casi è necessario provvedere con un testamento. 3

4 La legge italiana limita la libertà di disporre per testamento, a tutela della famiglia: vi sono infatti alcuni familiari, i più vicini, i cosiddetti legittimari che hanno sempre diritto ad una quota di eredità. I legittimari sono: I legittimari sono il coniuge, i figli legittimi, i figli naturali, gli ascendenti legittimi. Ai figli legittimi sono equiparati i legittimati e gli adottivi. il coniuge, i figli legittimi, i figli naturali, gli ascendenti legittimi. Ai figli legittimi sono equiparati i legittimati e gli adottivi. Quindi soltanto chi non ha legittimari ha una piena libertà di disporre dei propri beni con il testamento, verso altri. La legge italiana protegge i congiunti più stretti (per esempio il coniuge), limitando la libertà di disporre con il proprio testamento: nella successione testamentaria infatti una parte del patrimonio deve essere riservata a determinate persone (dette riservatari o legittimari ), anche se ciò è contrario alla volontà espressa dal testatore. La quota disponibile è solo quella parte del patrimonio caduto in successione della quale il testatore può liberamente disporre, senza alcun vincolo. Il codice civile stabilisce quali siano le quote disponibili e le quote non disponibili, cioè di quali parti un testatore possa liberamente disporre con il proprio testamento, e quali parti debbano invece essere riservate ai legittimari. Tali quote variano in funzione del tipo di legittimari e del loro numero. metà del patrimonio del padre. Se il testatore lascia quale legittimario unicamente un figlio, questi avrà diritto a Nel caso al testatore succedano il coniuge e due figli, il coniuge avrà diritto ad ¼ del patrimonio e i figli ad ¼ ciascuno. In questo caso la quota disponibile, cioè la parte della quale il testatore può liberamente disporre, sarà il residuo ¼. Le persone che hanno diritto alla riserva sono: 4

5 il coniuge i figli (o i loro discendenti, se i figli sono premorti) i genitori (solo in assenza di figli) Ai legittimari spettano di diritto le seguenti quote (le cosiddette quote di riserva o di legittima ), sulle quali non possono imporsi né oneri, né condizioni di alcuna specie da parte del testatore. Tipi di testamento Il testamento è l atto con il quale un soggetto (detto testatore) dispone della destinazione del suo patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere. Il testamento è sempre revocabile da parte dello stesso testatore, nel senso che egli può annullarlo (o, più correttamente, togliere ad esso valore) o modificarlo. Questo principio è assoluto, non è in nessun caso derogabile e non hanno alcun valore neppure eventuali clausole in tal senso apposte dallo stesso testatore nel testamento. Esistono tre tipi di testamento : Olografo Pubblico Segreto La legge stabilisce tre forme ordinarie per redigere un testamento. Il testamento olografo è quello comunemente più utilizzato, perché il più semplice. Consiste nel disporre con un atto interamente scritto a mano dal testatore (autografia), e da lui munito della data completa (giorno, mese ed anno, o anche un indicazione univoca, quale Pasqua 2012, oppure Capodanno 2012), e della sua sottoscrizione. La mancanza di una sola di queste condizioni rende nullo il testamento. L autografia garantisce della corretta provenienza del testamento dalla persona del testatore; la data è indicativa del momento in cui il testamento è stato redatto, sia per l accertamento delle condizioni mentali del testatore nel giorno in cui lo ha redatto, sia nel caso in cui vi sia più di un testamento, perché in tal caso l unico ad aver valore è l ultimo; la sottoscrizione serve ad individuare il testatore. Il testamento pubblico è redatto da un notaio, che, alla presenza di due testimoni, raccoglie nell atto le volontà del testatore, che lo sottoscrive, insieme al notaio ed ai testimoni. Nonostante l attributo di pubblico, non si deve pensare che questo testamento sia accessibile a chiunque, prima dell apertura della successione. L atto è comunque riservato e conservato dal notaio in originale, senza possibilità di accesso neppure da parte dei soggetti che sono potenziali successori del testatore. Il testamento segreto è una sorta di miscellanea dei due precedenti: l atto (o scheda testamentaria) è scritto e sottoscritto direttamente dal testatore (o anche da altro soggetto), e viene consegnato personalmente dal testatore ad un notaio, che di tale consegna redige un verbale. In questo tipo di 5

6 testamento, l atto pubblico è soltanto il verbale di consegna e non la scheda testamentaria, che rimane segreta e custodita dal notaio. Non è richiesta per la scheda l autografia, in quanto questa viene consegnata al notaio dallo stesso testatore, né la data, perché l atto si intende perfezionato nel giorno della consegna, riportato sul verbale pubblico. Esistono poi delle forme di testamenti speciali, che sono previsti dalla legge in particolari circostanze nelle quali non è possibile o anche solo non è agevole ricorrere al notaio. Sono i casi di calamità naturali, epidemie, infortuni, oppure a bordo di una nave o di un aereo; vi sono anche forme previste per i militari al seguito delle forze armate dello Stato, in zona di operazioni belliche, o che sono prigionieri presso il nemico, o sono di presidio fuori dello Stato. Senza scendere in dettagli, va solo specificato che tutti questi testamenti conservano la loro validità solo per i tre mesi successivi alla cessazione della causa che ha impedito al testatore di valersi delle forma ordinarie, oppure dopo che questi abbia raggiunto un luogo dove è possibile fare testamento nelle forme ordinarie. Chi può fare testamento La legge stabilisce i requisiti necessari ai soggetti interessati, per poter essere protagonisti della successione. In altre parole, chi può formare un valido testamento, chi può essere chiamato all eredità e chi, invece, perde questo diritto. La capacità di fare testamento Sono incapaci (cioè considerati dalla legge non autorizzati, per motivi diversi) a fare testamento: i minori di 18 anni; i soggetti condannati a pene detentive non inferiori a 5 anni, durante il periodo della loro detenzione; i soggetti condannati all ergastolo; gli interdetti per infermità mentale; gli incapaci naturali, cioè quei soggetti che, al momento della redazione del testamento, non sono in possesso delle proprie facoltà mentali per un temporaneo stato morboso o di soggezione a sostanze stupefacenti o alcoliche. Il testamento redatto da una persona incapace può essere impugnato da chiunque vi abbia interesse, cioè ne può essere danneggiato. 6

7 La capacità di essere erede E capace di succedere, cioè di essere chiamata alla successione (di qualsiasi genere, necessaria,legittima o testamentaria) qualsiasi persona vivente (indipendentemente dalla sua età, dallo stato di salute, mentale o fisica o dalla sua situazione personale). Non solo, ma possono essere chiamati all eredità anche coloro che, al momento dell apertura della successione, siano stati almeno concepiti: siccome il momento del concepimento non è mai certo, il legislatore ha risolto questa incertezza, considerando concepito presuntivamente chi nasce entro i trecento giorni dopo dell apertura della successione. Tale presunzione, però, può essere contraddetta (in giudizio) da parte di chi ne abbia interesse. Per quanto riguarda poi la successione testamentaria in particolare, può essere chiamato alla successione il concepito di una determinata persona vivente purché venga alla luce entro i trecento giorni successivi ad essa. Può anche accadere che il chiamato alla successione non sia stato ancora neppure concepito: in tal caso, si deve attendere la sua nascita oppure la morte della persona indicata nel testamento come genitore, così da escludere che il chiamato possa venire in vita. E i tempi, in questo caso, si possono dilatare anche di molto. L indegnità ad essere erede Può accadere che l erede legittimo o designato nel testamento si renda colpevole di atti gravemente pregiudizievoli nei confronti della persona alla quale può succedere o dei suoi legittimi successori. La legge prevede che è escluso dalla successione: Possono essere chiamati all eredità anche coloro che, al momento dell apertura della successione, siano almeno stati concepiti, purché vengano alla luce entro i trecento giorni successivi alla disposizione testamentaria. chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della cui eredità si tratta, oppure il suo coniuge o discendente o ascendente; chi ha denunziato una di tali persone per un reato punibile con l ergastolo o con la reclusione per un tempo minimo di tre anni, se la denuncia è riconosciuta infondata (calunnia) nel conseguente giudizio penale; chi ha indotto con l inganno (dolo) o con la violenza la persona della cui successione si tratta a fare, revocare o mutare il testamento, oppure glielo ha impedito; chi ha soppresso, nascosto o alterato il testamento dal quale sarebbe stata regolata la successione; chi ha formato un testamento falso e ne ha fatto coscientemente uso. 7

8 Disposizioni testamentarie eccedenti la disponibilità Qualora il testamento leda i diritti dei riservatari, il testamento stesso produrrà i suoi effetti solo parzialmente; l art. 554 c.c. stabilisce infatti che le disposizioni eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima. Nel caso il testatore desidera distribuire il patrimonio in misura diversa rispetto a quanto disposto dalla legge, dovrà motivare la scelta. Esempio : un figlio avendo già beneficiato di una somma di denaro, rispetto ad un altro, potrà ricevere una quota inferiore in virtù di testamento. Chiaramente il testatore dovrà esibire e/o dimostrare idonea documentazione in merito. In presenza di testamento come abbiamo già visto può esserci una quota del patrimonio ("disponibile") disposta liberamente dal defunto, mentre l'altra ("di riserva") deve essere attribuita per legge agli eredi legittimi, secondo la seguente ripartizione: Eredi Quota di riserva (legittima) Quota disponibile Coniuge 1/2 (un mezzo) 1/2 (un mezzo) Coniuge ed un figlio 1/3 (un terzo) coniuge, 1/3 (un terzo) figlio 1/3 (un terzo) Coniuge e due o più figli 1/4 (un quarto) coniuge, 1/2 (un mezzo) figli 1/4 (un quarto) Coniuge e ascendenti 1/2 (un mezzo) coniuge, 1/4 (un quarto) ascendenti 1/4 (un quarto) Un figlio (da solo) 1/2 (un mezzo) 1/2 (un mezzo) Due o più figli 2/3 (due terzo) 1/3 (un terzo) Solo ascendenti 1/3 (un terzo) 2/3 (due terzi) Coniuge, ascendenti e fratelli 1/2 (un mezzo) coniuge, 1/4 (un quarto) ascendenti 1/4 (un quarto) Coniuge e fratelli 1/2 (un mezzo) coniuge 1/2 (un mezzo) Ascendenti e fratelli 1/3 (un terzo) ascendenti 2/3 (due terzi) Fratelli - Intero patrimonio Altri parenti fino al sesto grado - Intero patrimonio Quali sono le somme escluse dalle quote disponibili? Non fanno parte del patrimonio ereditario e quindi non cadono in successione il trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato e le assicurazioni sulla vita. Le indennità di preavviso e di fine rapporto, dovute dal datore di lavoro alla morte del dipendente devono essere corrisposte, ai sensi dell art c.c, al coniuge, ai figli e, qualora vivessero a carico del lavoratore, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo. Il rapporto di matrimonio, di parentela o di affinità con il defunto fa sorgere, in capo ai soggetti sopra indicati, il credito nei confronti del datore di lavoro. Il trattamento di fine rapporto e l indennità di preavviso non cadono 8

9 in successione perché maturano per fatto della morte e quindi successivamente a questa. Pertanto le indennità non rientrano nell asse ereditario e non sono soggette ad imposte di successione. La Corte Costituzionale (sentenza 19 gennaio 1972 n.8) prevede la possibilità, in caso di assenza del coniuge, di figli, di parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado viventi a carico del lavoratore, di disporre per testamento delle indennità di preavviso e di fine rapporto a favore di persone o enti, associazioni o fondazioni che egli intende beneficiare. L importo della assicurazione sulla vita non entra nell asse ereditario. Infatti, ai sensi dell art c.c., il beneficiario acquista, per effetto della designazione, un diritto proprio nei confronti dell assicurazione, per cui le somme corrisposte a seguito del decesso dell assicurato non rientrano nell asse ereditario, non sono soggette a imposta di successione, non si computano né per formare la quota per gli eredi, né per calcolare se vi sia lesione di legittima. Il beneficiario potrà soltanto essere tenuto a restituire ai legittimari, che risultassero lesi, l ammontare dei premi pagati dal testatore. La designazione del beneficiario può essere fatta dal contraente all atto della stipula della polizza o, con successiva dichiarazione scritta comunicata dallo stesso, all assicuratore o per testamento. Il contraente in qualsiasi momento può modificare il beneficiario con successiva annotazione nella polizza approvata dall assicuratore o con un testamento sostituendo così altre persone o enti alle persone già designate come beneficiarie. Pensione ai superstiti La pensione ai superstiti può essere di due tipi: a) di reversibilità, se la persona deceduta era già pensionata; b) indiretta, se il soggetto alla data della morte, non era ancora in pensione, ma ne possedeva i requisiti contributivi minimi. Riguardo ai requisiti contributivi per il diritto alla pensione L importo della assicurazione sulla vita non entra nell asse indiretta (in caso di decesso del lavoratore non ancora in ereditario. Esso non è soggetto pensione ), la legge richiede la sussistenza di specifiche ad imposta di successione. condizioni legate all anzianità di servizio del de cuius, mentre naturalmente nulla è richiesto per le pensioni di reversibilità che si agganciano a una pensione diretta già liquidata. 9

10 I superstiti Le categorie dei superstiti aventi diritto a pensione sono il coniuge e i figli. Il coniuge, anche se separato legalmente o divorziato e titolare di assegno alimentare e che non sia passato a nuove nozze, ha diritto al trattamento. Se la persona deceduta ha avuto due matrimoni, la pensione di reversibilità deve essere ripartita fra il coniuge superstite e l ex coniuge divorziato, da parte del giudice (che deve tenere in considerazione la durata del matrimonio, la situazione economica dei due coniugi ecc.) che ne indica gli importi da erogare agli enti previdenziali. In caso di morte o nuovo matrimonio da parte del coniuge superstite, la pensione di reversibilità deve essere corrisposta integralmente al coniuge divorziato (60% della pensione del soggetto deceduto). Con la decisione n. 159/1998, la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha affermato che ove al momento della morte dell ex coniuge titolare di un diritto a pensione, allo stesso sopravvivono sia il coniuge divorziato (a sua volta titolare di assegno divorzile) sia il nuovo coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità. Entrambi hanno pari e autonomo diritto all unico trattamento di reversibilità che l ordinamento riconosce al coniuge sopravvissuto; inoltre la ripartizione del trattamento tra detti coniugi deve essere fatto sulla base del criterio della durata legale dei rispettivi matrimoni e in rigorosa proporzione con i relativi periodi. Pertanto, nell ipotesi di decesso o di successive nozze del coniuge superstite, quello divorziato ha diritto all intero trattamento di reversibilità. Con successiva ordinanza n. 419/1999 la Corte Costituzionale ha temperato tale criterio, precisando che la ripartizione del trattamento deve Se la persona deceduta ha avuto due matrimoni, la pensione di reversibilità deve essere ripartita fra il coniuge superstite e l ex coniuge divorziato, in proporzione al periodo di durata del matrimonio stesso e delle condizioni economiche e reddituali delle parti. essere effettuata non solo sulla base della durata dei rispettivi matrimoni, ma anche delle condizioni economiche e reddituali delle parti. Per i figli l art. 82 del Testo Unico n. 1092/1973 prevede che Gli orfani del dipendente civile o militare di cui al primo comma dell art. 81 ovvero del pensionato hanno diritto alla pensione di riversibilità; la pensione spetta anche agli orfani maggiorenni inabili a proficuo lavoro o in età superiore a sessanta anni, conviventi a carico del dipendente o del pensionato e nullatenenti. Ai fini del presente articolo sono equiparati ai minorenni gli orfani maggiorenni iscritti ad università o ad istituti superiori equiparati, per tutta la durata del corso legale degli studi e, comunque, non oltre il ventiseiesimo anno di età [ ]. Pertanto, hanno diritto al trattamento i figli minori, i figli studenti, i figli inabili, i figli postumi, i fratelli celibi e le sorelle nubili. 10

11 Con la sentenza della Corte Costituzionale n. 180/1999 il diritto alla pensione di reversibilità viene riconosciuto anche ai nipoti minorenni e viventi a carico degli ascendenti, oltre che ai figli minori. Inoltre possono usufruirne i figli studenti, a carico al momento del decesso, a condizione che non prestino attività lavorativa, fino a 21 anni se studenti di scuola media superiore o fino a 26 anni se studenti universitari, ma in tutti i casi non oltre la durata legale del corso di laurea. Dal quadro normativo si evince che l orfano maggiorenne ha diritto di percepire l emolumento per tutta la durata degli studi se al momento del decesso del genitore era in possesso dei seguenti requisiti: a) l essere iscritto ad università o a istituti superiori equiparati; b) trovarsi in regola con l iscrizione all anno di corso accademico; c) non aver superato il ventiseiesimo anno di età. Inoltre i figli inabili di qualsiasi età, a carico del de cuius al momento del decesso, i figli postumi nati entro il 300 giorno dalla data del decesso del padre (presunzione di paternità, art. 232 c.c.), i genitori d età superiore a 65 anni, che non siano titolari di pensione e siano a carico dell assicurato o del pensionato alla data della morte, quando non vi siano né coniuge né figli superstiti o, pur esistendo, non abbiano titolo alla pensione. I fratelli celibi e le sorelle nubili, che non siano titolari di pensione, sempreché al momento della morte dell assicurato o del pensionato risultino permanentemente inabili e a suo carico, quando non vi siano né coniuge, né figli superstiti, né genitori, o, pur esistendo, non abbiano titolo alla pensione. Per erogare la pensione nei confronti dei figli minori e degli equiparati maggiorenni studenti o inabili, viene richiesto il requisito reddituale dell essere a carico alla data di morte del genitore. I criteri in vigore sono in tal modo riassumibili: per i figli studenti il limite di reddito è pari all importo della pensione minima Inps, aggiornata ogni anno, maggiorata del 30% ; per i figli maggiorenni inabili il limite di reddito da utilizzare è quello per il diritto alla pensione nei confronti degli invalidi civili totali; per i figli maggiorenni inabili, titolari dell indennità di accompagnamento, il limite di reddito da utilizzare è quello per il diritto alla pensione nei confronti degli invalidi civili totali aumentato dell importo dell indennità di accompagnamento erogato ai sensi dell art. 5 della legge n. 222/1984. Le percentuali di pensione Le aliquote spettanti ai superstiti possono riassumersi come segue: al solo coniuge il 60%; al solo orfano il 70%; al coniuge con un orfano il 60% + 20% = 80%; al coniuge con due o più orfani il 60% + 20% + 20%... = 100%; a due orfani il 40% + 40% =80%; a tre o più orfani il 100%; ai genitori, fratelli o sorelle il 15% ciascuno. 11

12 TABELLE DELLE QUOTE SPETTANTI AGLI EREDI Quote di riserva per le singole categorie di legittimari. FIGLI Ai figli è riservata la metà del patrimonio del genitore, se questi lascia un solo figlio: due terzi se i figli sono due o più (art. 537 c.c.): ASCENDENTI Agli ascendenti legittimi è riservato un terzo del patrimonio (art. 538 c.c.): CONIUGE Al coniuge è riservata la metà del patrimonio. Inoltre al coniuge sono sempre riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso dei mobili che la corredano, se la casa era di proprietà della persona della cui eredità si tratta, o comune. Tali diritti gravano sulla porzione disponibile: 12

13 Quote di riserva nei casi di concorso. CONIUGE E FIGLI Se con il coniuge concorre un solo figlio legittimo o naturale, la quota di riserva per il figlio è di un terzo. Al coniuge spetta un altro terzo del patrimonio oltre al diritto di abitazione: Se i figli sono due o più, la complessiva quota di riserva è di tre quarti, di cui spettante al coniuge un quarto del patrimonio e un mezzo ai figli, da dividersi in parti uguali tra tutti. Al coniuge spetta inoltre il diritto di abitazione: CONIUGE CON ASCENDENTI Se con il coniuge concorrono gli ascendenti legittimi, a questi spetta un quarto ed al coniuge la metà del patrimonio (art. 544 c.c.). La disponibile è inoltre gravata dal diritto di abitazione a favore del coniuge superstite. Se gli ascendenti sono più di uno, la quota ad essi riservata è ripartita con le stesse modalità previste per la successione legittima: 13

14 L accettazione di eredità Non sempre l eredità porta un arricchimento dell erede; essa, infatti può anche risultare passiva. Ciò avviene quando le obbligazioni a carico del defunto superano in valore le attività, cioè i beni mobili ed immobili, che, a seguito della successione, vengono trasmesse agli eredi. In casi di passività gli eredi possono decidere se accettare o non accettare quanto lasciato dal de cuius. Il legislatore ha previsto una forma particolare di accettazione a favore di quegli eredi, che prima dell accettazione, intendano verificare l effettiva consistenza del patrimonio, di cui sono chiamati ad essere titolari. E l accettazione con il beneficio di inventario, cioè la facoltà di accettare l eredità, solo al termine di un procedimento, regolato dal codice civile, nel corso del quale viene redatto un rendiconto complessivo (appunto, un inventario) della situazione patrimoniale del defunto, riservando l accettazione definitiva agli esiti del rendiconto. L accettazione col beneficio d inventario è contenuta in una dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del Tribunale competente per il luogo in cui si è aperta la successione e deve essere preceduta o seguita dalla materiale formazione dell inventario, anche questo redatto dal cancelliere o da un notaio, designato dal defunto nel testamento o, in difetto, nominato dal Tribunale. Se il chiamato all eredità è, a qualsiasi titolo, in possesso dei beni, l inventario deve essere redatto entro tre mesi dal giorno dell apertura della successione, con possibilità di una proroga per ulteriori tre mesi, concessa dal Tribunale. Trascorsi i termini stabiliti, se l inventario non è completato, il chiamato è considerato erede a tutti gli effetti. Se, invece il chiamato non è in possesso dei beni ereditari il termine per l accettazione con il beneficio d inventario non decorre dall apertura della successione, ma dalla sua dichiarazione con la quale accetta l eredità col beneficio; anch egli deve rispettare i termini di tre mesi (prorogabili) per la redazione dell inventario. In questo caso, però, se il termine non è rispettato, il chiamato perde il diritto di accettare l eredità. La legge stabilisce, poi, un ulteriore, importante beneficio per gli eredi che si sono avvalsi della facoltà di accettare con il beneficio d inventario: il patrimonio del defunto rimane definitivamente separato da quello dell erede. In altre parole, l erede conserva nei confronti dell eredità tutti i diritti e gli obblighi del defunto, ma non è tenuto a pagare i debiti ereditari se non fino alla concorrenza del valore dei beni pervenutigli in eredità. In altre parole, per lui l eredità non sarà mai passiva, potendo solo arrivare ad un pareggio tra attivo e passivo e non intaccando così il patrimonio dell erede. Il chiamato all eredità, in possesso dei beni, ha tre mesi di tempo per redigere l inventario, con proroga di altri tre mesi. L accettazione con il beneficio d inventario è una facoltà che la legge concede al chiamato, ma diventa, invece, un obbligo quando gli eredi sono minori 14

15 (dunque, per chi esercita la potestà genitoriale su di loro), persone interdette (compete al tutore), inabilitati (al curatore), persone giuridiche, fondazioni ed enti non riconosciuti (associazioni, comitati, ecc.). L esecutore testamentario Colui che dispone testamento, può nominare nello stesso un testatore testamentario al quale affida l incarico di curare che siano esattamente eseguite le disposizioni contenute nel suo testamento. competenza specifica da parte di chi le compie. Può essere nominato esecutore testamentario anche uno degli eredi (o più di uno). In genere, per patrimoni di una certa entità, si preferisce nominare un professionista (avvocato, commercialista, geometra o altri), perché l esecutore potrebbe trovarsi di fronte a operazioni particolarmente complesse, che, pertanto, richiedono una L unico limite alla nomina dell esecutore testamentario è dato dall incapacità della persona nominata di assumere obbligazioni (minori, inabilitati, interdetti). Il testatore può nominare uno o più esecutori, oppure, essendo l incarico soggetto ad accettazione del nominato, può nominare in testamento anche una o più persone, che gli subentrino, nel caso in cui il primo nominato non voglia o non possa accettare. L accettazione dell incarico di esecutore testamentario o la rinunzia allo stesso devono risultare da una dichiarazione espressa nella cancelleria del Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione e viene annotata, a cura del cancelliere, nel registro delle successioni, istituito presso ogni Tribunale. Il testatore testamentario è colui che cura le disposizioni del testatore. Può essere qualsiasi persona, anche un erede, fatta esclusione per i minori, inabilitati, interdetti. Di solito si nomina un professionista (avvocato, geometra, commercialista, ecc) Per il periodo del suo incarico, l esecutore testamentario diventa il possessore dei beni della successione e li amministra nell interesse degli eredi. Egli risponde dell amministrazione dei beni, nella quale deve operare con la diligenza del buon padre di famiglia. L incarico di esecutore non può durare più di un anno, salvo che gli sia concessa dal giudice una proroga, sentiti gli eredi, per motivi di evidente necessità; detta proroga, però, non può essere superiore ad un altro anno. Se l esecutore deve vendere parte dei beni caduti in successione, deve ottenerne l autorizzazione dal giudice, che sente, sull argomento, gli eredi. 15

16 Se è previsto nel testamento, l esecutore provvede anche alla divisione dei beni ereditari, ma, prima di procedervi, deve sentire gli eredi. Al termine del suo mandato, l esecutore deve rendere conto dell attività svolta, così da permettere agli eredi di verificare che l incarico sia stato svolto in maniera corretta. In caso contrario, l esecutore, se ha causato danni, li deve risarcire. L esecutore può essere esonerato dall autorità giudiziaria, su richiesta di qualsiasi persona interessata, per gravi irregolarità nell adempimento dei suoi obblighi, per inidoneità a svolgere il suo incarico o per aver commesso azioni che menomano la fiducia in esso riposta. L accettazione o la rinuncia dell incarico di esecutore testamentario devono risultare da una dichiarazione espressa nella Cancelleria del Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. L incarico non può durare più di un anno. Tutte le spese sostenute dall esecutore testamentario sono a carico della massa ereditaria. L incarico di esecutore testamentario è gratuito, ma il testatore può stabilire per lui, nel testamento, un compenso a carico dell eredità. Naturalmente tutte le spese sostenute dall esecutore testamentario nell esercizio della sua funzione, sono a carico della massa ereditaria. Esempi di testamento olografo validi Come abbiamo già chiarito i testamenti olografi per essere validi dovranno contenere i tre requisiti fondamentali quali: l autografia: scrittura ad opera del testatore, senza l intervento di terzi o l ausilio di mezzi meccanici; l indicazione del giorno-mese-anno di stesura; la sottoscrizione, ovvero l apposizione della firma in calce. 16

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18 DONAZIONE La donazione è il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa una obbligazione (art.769 c.c.). La donazione si distingue dal testamento che non produce effetti se non alla morte del suo autore. Lo spirito della donazione è in realtà il desiderio o l opportunità di dare qualcosa alle persone a noi legate da affetti o da amicizia. Aiutare i propri figli, anticipare la propria successione, fare un dono ad un amico, ricompensare colui che ti ha reso un servizio, partecipare alla realizzazione di un obiettivo di beneficenza, sono attuabili attraverso la donazione. La donazione presenta molte caratteristiche. Le principali sono l'assenza di un corrispettivo ed il carattere tendenzialmente definitivo, trattandosi di un contratto. L'importanza di tale atto e le conseguenze che ne derivano esigono che questo si debba realizzare seguendo forme particolari. Chi dona può apporre all'atto di donazione svariate clausole che daranno vita a peculiari fattispecie di donazione. La donazione è, a tutti gli effetti, un atto importante, in quanto comporta il depauperamento del patrimonio di colui che dona (donante) ed il conseguente arricchimento di colui che riceve (donatario o beneficiario). E' pertanto necessario conoscere preliminarmente tutti gli aspetti e le conseguenze, tanto civili che fiscali, di tale atto. La donazione si distingue dal testamento che non produce effetti se non alla morte del suo autore. La donazione è un contratto ossia un accordo fra donante e donatario: l accettazione di quest ultimo è necessaria e deve essere manifestata. La donazione è caratterizzata dallo spirito di liberalità. Con ciò si intende dire semplicemente che le parti devono essere d accordo sul carattere gratuito della prestazione, che deve essere nota e voluta dalle parti stesse. Altra caratterista della donazione è la personalità: è nullo il mandato con cui si attribuisce ad altri la facoltà di designare la persona del donatario o di determinare l oggetto della donazione; è possibile però attribuire ad un terzo la scelta del donatario tra più persone designate dal donante ovvero la scelta dell oggetto tra più cose determinate dal donante (art.778 c.c.). 18

19 La revocazione della donazione La donazione è un negozio giuridico che può essere revocato dal donante per irriconoscenza, ingratitudine, oppure in caso di sopravvenienza di figli. La prima ipotesi è piuttosto rara, dato che è ammessa solo quando il donatario si è reso colpevole, verso il donante, di calunnia, di ingiuria grave o di un grave danno al suo patrimonio, gli ha rifiutato gli alimenti o addirittura ha ucciso o tentato di uccidere il donante oppure un suo ascendente o discendente. L'ipotesi della sopravvenienza di figli è invece più realistica, perché per sopravvenienza non si intende solo la nascita di altri figli del donante, ma anche la presenza di figli concepiti prima della donazione, di cui il donante non era a conoscenza, e riconosciuti nei due anni successivi. La Corte Costituzionale ha stabilito che la revocazione della donazione deve essere consentita anche in caso di sopravvenienza di un figlio naturale, senza limiti di tempo (sentenza n. 250 del 3 luglio 2000). L'azione di riduzione per lesione di legittima La donazione può essere revocata dal donante per irriconoscenza, ingratitudine, o sopravvenienza dei figli. La donazione, per l'assenza di un equivalente, è sempre considerata come "provvisoria" in previsione della futura successione. Gli eredi che dovessero risultare danneggiati dalla generosità del defunto potranno impugnare la donazione entro dieci anni dalla morte. In seguito alla morte di una persona, al coniuge e ai figli del defunto è riservata una certa quota del suo patrimonio, indipendentemente dalla sua volontà e anche contro la sua volontà. In mancanza di figli, una quota è riservata anche ai genitori del defunto, se sono ancora in vita. Esistono dunque alcuni soggetti, chiamati legittimari o eredi necessari, a cui la legge vuole che vada almeno una parte dell'eredità. Per questo motivo, in presenza di eredi necessari, molti ritengono superfluo fare testamento, quando non hanno esigenze particolari da soddisfare. I terzi acquirenti tutelati dopo vent'anni Un atto di donazione si consolida allo scadere dei venti anni dal momento della trascrizione dell atto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari. La legge infatti ha introdotto questo limite, trascorso il quale sono definitivamente fatti salvi i diritti dei terzi acquirenti dei beni oggetto di donazione, e restano ferme le ipoteche iscritte sugli stessi. I vent'anni, inoltre, possono essere prorogati con un atto di opposizione alla donazione da parte del coniuge o dei parenti in linea retta del donante, che in questo modo si riservano di agire contro tutti i successivi acquirenti dei beni donati anche dopo il ventennio. Questo atto di opposizione deve essere notificato al donante e trascritto nei registri immobiliari, e deve essere rinnovato ogni vent'anni. L'immobile che è stato oggetto di donazione è dunque di fatto incommerciabile fino a dieci anni dopo la morte del donante. 19

20 SUCCESSIONI E DONAZIONI: LE IMPOSTE L imposta sulle successioni è disciplinata dal decreto legislativo n.346/1990 e, le disposizioni in esso contenute, sono state revisionate al momento della reintroduzione del tributo, con l emanazione del decreto n. 262/2006, convertito nella legge n.286/2006. L imposta di successione è determinata dall ufficio che applica aliquote e franchigie diverse in base al grado di parentela con il defunto, come riportato nella tabella che segue. Imposta Grado di parentela dovuta 4% Per coniuge e parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente di euro, per ciascun erede; 6% Per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente di euro, per ciascun erede; 6% Da calcolare sul valore totale(non è prevista nessuna franchigia),per gli altri parenti fino al 4 grado, gli affini in linea retta e quelli in linea collaterale fino al 3 ; 8% Senza franchigia, per gli altri soggetti che ricevono i beni in eredità 8ad esempio, il convivente non coniugato). Se il beneficiario della successione è una persona portatrice di handicap, riconosciuto grave, ai sensi della legge n.104/1992, l imposta si applica, con l aliquota in base al rapporto di parentela, soltanto sulla parte del valore della quota che supera la franchigia di euro. Il beneficiario portatore di handicap, paga l imposta soltanto sulla parte del valore della quota che supera la franchigia di euro. Quando al patrimonio ereditario ci sono beni immobili o diritti reali immobiliari, oltre all imposta di successione si applicano anche le imposte ipotecaria e catastale, nella misura, rispettivamente, del 2% e dell 1% del valore degli immobili, con un versamento minimo di 168 euro. Se nell asse ereditario vi è un immobile non di lusso, che andrà destinato come prima casa, è previsto il pagamento delle imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 168 euro per ogni imposta. Per il calcolo delle imposte, la base imponibile è data dalla differenza tra l attivo e il passivo del patrimonio defunto e per gli immobili, conta il valore catastale, determinato con il metodo della valutazione automatica che inibisce l accertamento a cura dell Amministrazione Finanziaria.

21 TIPOLOGIA C.M. CALCOLO DEL VALORE CATASTALE Prima casa e relative pertinenze 110 Fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (escluse le categorie A/10 e C/1) 120 Rendita + 5% x 110 oppure Rendita x 115,5 Rendita + 5% x 120 oppure Rendita x 126 Fabbricati appartenenti al gruppo catastale B 140 Fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D 60 Fabbricati di categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E 40,8 Terreni non edificabili 90 Rendita + 5% x 140 oppure Rendita x 147 Rendita + 5% x 60 oppure Rendita x 63 Rendita + 5% x 40,8 oppure Rendita x 42,84 Reddito dominicale + 25% x 90 oppure Reddito dominicale x 112,5 Il decreto legge 3 ottobre 2006, n.262, convertito con modificazioni della legge 24 novembre 2006, n.286, ha previsto che il coefficiente moltiplicatore da applicare alle rendite catastali dei fabbricati classificati nel gruppo catastale B deve essere rivalutato nella misura del 40%. Per il trasferimento di immobili non censiti, le parti possono utilizzare la rendita proposta per determinare il valore catastale. In questo caso è necessario manifestare espressamente nell atto l intenzione di avvalersi delle disposizioni previste dall art.12 del decreto legge n.70/1988 convertito dalla legge n.154/1998. La rendita catastale attribuita sarà notificata al contribuente dall ufficio dell agenzia del Territorio e se il valore calcolato sulla base della rendita attribuita è superiore a quello dichiarato nell atto, il contribuente dovrà pagare l imposta dovuta e i relativi interessi, a decorrere dalla registrazione dello stesso. Per il trasferimento di immobili non censiti, le parti possono utilizzare la rendita proposta per determinare il valore catastale. In questo caso è necessario manifestare espressamente nell atto l intenzione di avvalersi delle disposizioni previste dall art.12 del decreto legge n.70/1988 convertito dalla legge n.154/1998. La dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi entro 12 mesi dalla data di apertura della successione (generalmente la data di decesso), all Agenzia delle Entrate competente ovvero luogo di ultima residenza del defunto. E necessario, a pena di nullità, compilare l apposito modello (modello 4) reperibile presso ogni ufficio locale o sul sito internet dell agenzia delle entrate ( e Professione Geometra Associazione Nazionale Donne Geometra Allegato al Notiziario 09/2012 Pagina 21

22 successivamente consegnarlo all ufficio locale dell Agenzia nella cui circoscrizione era fissata l ultima residenza del defunto. La dichiarazione di successione può essere inviata anche per raccomandata. La dichiarazione può essere inviata anche per raccomandata;in tal caso si considera presentata nel giorno di consegna all ufficio postale. La dichiarazione non deve essere presentata solo nel caso di eredità devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto se l attivo ereditario non comprende immobili e ha un valore complessivo inferiore a ,00 euro. Grado di parentela Aliquote di base imponibile Coniuge e parenti in linea retta 4% sulla quota ereditata eccedente 1 milione di euro + imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%) sugli immobili (o di 168 euro ciascuna, se per l erede è una prima casa); Fratelli e sorelle 6% sulla quota ereditata eccedente 100 mila euro + imposta ipotecaria(2%) e catastale(1%) sugli immobili 8 di 168 euro ciascuna, se per l erede è una prima casa); Altri parenti fino al 4 grado e affini fino al 3 grado Altre persone All erede portatore di handicap, se riconosciuto grave ai sensi della legge n , spetta una franchigia di euro. 6% sulla quota ereditata (senza alcuna franchigia) + imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%)sugli immobili (o di 168 euro ciascuna, se per l erede è una prima casa); 8% sulla quota ereditata 8senza alcuna franchigia)+ imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%) sugli immobili 8 di 168 euro ciascuna, se per l erede è una prima casa); L imposta sulle donazioni si calcola con gli stessi criteri descritti per l imposta sulla successione, con alcune eccezioni. Le aliquote e le franchigie sono le stesse applicabili al coacervo dei beni trasferiti mortis causa, ancorché si tratti di trasferimento inter vivos (tra vivi). Se oggetto della donazione è un bene immobile o un diritto reale immobiliare, sono dovute anche l imposta ipotecaria, nella misura del 2% del valore dell immobile e l imposta catastale, nella misura dell 1% del valore dell immobile. L imposta sulle donazioni si calcola con gli stessi criteri dell imposta di successione. Per le donazioni di prima casa valgono le medesime agevolazioni concesse per le successioni, cioè il beneficiario pagherà le imposte ipotecarie e catastale nella misura fissa di 168 euro ciascuna. Professione Geometra Associazione Nazionale Donne Geometra Allegato al Notiziario 09/2012 Pagina 22

23 ALCUNI ESEMPI DI SUCCESSIONE 1. Successione a favore del coniuge e di un figlio di due immobili del valore di euro ciascuno, di azioni per euro e di titoli di Stato per euro. I due immobili sono considerati prima casa per gli eredi. valore totale del patrimonio (immobili e azioni, i titoli di Stato sono esenti) franchigia ( per erede) base imponibile 0 imposta di successione 0 imposte ipotecarie e catastali su due immobili prima casa 772 (336 euro per immobile) Totale Successione a favore di un fratello e di una sorella di un immobile (prima casa per la sorella) del valore di euro e di azioni per euro. valore totale del patrimonio (immobile più azioni) franchigia ( per erede) base imponibile imposta di successione (6% di ) imposte ipotecaria e catastale su immobile prima casa 336 Totale Successione a favore della convivente (non coniugata) di un immobile (prima casa per l'erede) del valore di euro, di fondi azionari per euro e di una polizza vita di euro. valore totale del patrimonio (immobile più fondi azionari, la polizza vita è esente) franchigia 0 base imponibile imposta di successione (8% di ) imposte ipotecaria e catastale su immobile prima casa 336 Totale Professione Geometra Associazione Nazionale Donne Geometra Allegato al Notiziario 09/2012 Pagina 23

24 AGEVOLAZIONE PRIMA CASA Successione e donazione : agevolazione prima casa L Agenzia delle Entrate con risoluzione del 15 marzo 2011 n. 33/E ha dato dei chiarimenti in ordine alle dichiarazioni mendaci riguardanti i requisiti per ottenere le agevolazioni per la prima casa, al mancato trasferimento della residenza e alla rivendita della prima casa senza acquisto di un altra. Con la risoluzione è stato stabilito che nel caso in cui il dichiarante effettua una falsa dichiarazione egli decade dal beneficio fiscale per la prima casa. Ma ciò non è tutto. Anche gli altri soggetti coinvolti nella successione o nella donazione, non solo dunque il dichiarante, decadono dal relativo beneficio. Invece, le sanzioni previste in tal caso si applicano solo a colui che ha dichiarato in modo sbagliato di possedere i requisiti richiesti per usufruire dell agevolazione prima casa. Qualora la residenza non venga trasferita entro 18 mesi dall acquisizione dell immobile, la maggiore imposta verrà richiesta solamente al dichiarante che allo stesso modo dovrà pagare le relative sanzioni. Quindi il suo inadempimento avrà come conseguenza la decadenza del beneficio fiscale. Nel caso si rivenda l'immobile entro 5 anni dall'acquisizione e non si riacquisti un nuovo immobile entro i 12 mesi successivi, il recupero dell'imposta e il pagamento delle sanzioni saranno a carico del solo dichiarante, e non anche dei donatari e coeredi. La risoluzione, dunque, prevede i casi in cui si va a decadere dall agevolazione prevista dalla legge n. 342 del 2000.; quest ultima infatti dispone che in caso di trasferimento di immobile oggetto di successione o di donazione vi è l applicazione in misura fissa dell imposta ipotecaria e di quella catastale a favore di tutti gli eredi e donatari a condizione che almeno uno di loro possieda i requisiti per usufruirne. Professione Geometra Associazione Nazionale Donne Geometra Allegato al Notiziario 09/2012 Pagina 24

25 RISOLUZIONE N. 33/E Direzione Centrale Normativa Roma, 15 marzo 2011 OGGETTO: Agevolazione prima casa - Successione o donazione con più eredi o donatari Sono pervenute a questa Direzione richieste di chiarimenti in merito all ambito applicativo della c.d. agevolazione prima casa in presenza di successione o donazione relativa ad un unico immobile con più eredi o donatari beneficiari, con particolare riferimento agli effetti delle eventuali cause di decadenza in relazione alla posizione fiscale dei singoli soggetti interessati. Al riguardo, si premette che l art. 69, comma 3, della legge 21 novembre 2000, n. 342, dispone che Le imposte ipotecaria e catastale sono applicate nella misura fissa per i trasferimenti della proprietà di case di abitazione non di lusso e per la costituzione o il trasferimento di diritti immobiliari relativi alle stesse, derivanti da successioni o donazioni, quando, in capo al beneficiario ovvero, in caso di pluralità di beneficiari, in capo ad almeno uno di essi, sussistano i requisiti e le condizioni previste in materia di acquisto della prima abitazione dall'articolo 1, comma 1, quinto periodo, della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n Il successivo comma 4 stabilisce che l interessato, nella dichiarazione di successione o nell atto di donazione, deve altresì dichiarare il possesso dei requisiti e delle condizioni per beneficiare dell agevolazione prima casa, prevedendo l applicazione della relativa sanzione in

26 2 caso di decadenza dal beneficio o di dichiarazione mendace, in forza del richiamo al comma 4 della nota II-bis dell articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al DPR n. 131 del Il legislatore, invero, in relazione alle successioni e donazioni, ha inteso estendere il beneficio anche ai coeredi/donatari non in possesso dei requisiti, dando rilievo, come sopra accennato, alla circostanza del possesso degli stessi in capo al solo erede/donatario dichiarante. Ciò vuol dire, ad esempio, che possono beneficiare dell agevolazione anche quei coeredi che avevano in precedenza usufruito del beneficio per l acquisto di altro immobile come prima casa. Tanto premesso, occorre ora valutare con riguardo a quali soggetti si possa parlare di dichiarazione mendace o di decadenza dal beneficio e quali siano le relative conseguenze. In ordine alla prima questione è evidente che la mendacità della dichiarazione possa essere imputata solo al soggetto che l ha resa, con la conseguenza che la dichiarazione risulta priva di efficacia sin dall origine. Tuttavia, poiché è sulla base di tale dichiarazione che è stato concesso il beneficio anche agli altri soggetti interessati, la mendacità della dichiarazione comporta la decadenza non solo in capo al dichiarante, ma anche in capo agli altri coeredi o donatari, mentre la relativa sanzione risulterà applicabile unicamente al beneficiario che si è reso colpevole della dichiarazione mendace. Analogamente opererà per intero la decadenza dal beneficio, nel caso in cui il dichiarante non trasferisca, entro diciotto mesi dall acquisizione dell immobile, la residenza nel comune in cui è sito l immobile stesso. Tuttavia, il recupero dell imposta, come pure la relativa sanzione, interesserà interamente ed esclusivamente il beneficiario dichiarante, in quanto può ritenersi che l agevolazione sia sorta inizialmente, ma sia venuta meno successivamente per il mancato rispetto dell impegno assunto da parte dello stesso dichiarante a trasferire la residenza nel comune in cui è sito l immobile.

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