Anno IV - Numero Martedì 30 giugno 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno IV - Numero Martedì 30 giugno 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Scuola e gender, qualcuno ci riprova Traboni a pag. 5 Esteri Sulla Tunisia resta l incubo a pag. 6 Sport Pulvirenti crolla: comprate 5 partite a pag. 10 TSIPRAS SI È GIOCATO IL TUTTO PER TUTTO E I GRECI AFFRONTANO UNA DURA PROVA SE ATENE PIANGE, L EUROPA NON RIDE Piazza Syntagma già piena per dire oxi, ma si diffondono le voci di dimissioni del presidente Pavlopoulos: sarebbe un golpe bianco di Robert Vignola La folla oceanica si riunisce in piazza Syntagma quando la sera rende fresca l aria di Atene. È lì ad un segnale prestabilito. Troneggiano gli Oxi, che nella grafia greca indicano ochi, cioè no. Il no alle proposte dei creditori che decine di migliaia di persone vogliono promuovere in vista del referendum di domenica. Sempre che si tenga: e non è solo una faccenda, come è arrivato a dire qualcuno nel trambusto di queste ore, del governo greco che non ha i soldi per pagare le stamperie che devono recapitare milioni di schede elettorali nei seggi entro pochi giorni. È anche una questione di come il governo riuscirà ad evitare scossoni di qui al fatidico DE LUCA PRESENTA IL RICORSO Sceneggiata napoletana Colosimo a pag. 3 giorno della consultazioni che, scrive Renzi (in inglese, forse per farsi capire da chi gli ha chiesto il tweet) non è un derby tra Ue e Tsipras, ma dell euro contro la dracma. Questa è la scelta. E ci sarebbe da chiedere allora al solerte premier: ma l euro, non era irreversibile (Draghi dixit)? Si torni comunque alle cose serie, ad Atene. Perché il problema non sono certo le file ai bancomat, più che giustificate dall esperienza cipriota. È che giochi di palazzo enormi sono già segnalati, per quanto quella piazza Sintagma potesse credere di aver visto di tutto. Se Tsipras ha infatti scelto la strada del referendum, non è stato (solo) per populismo ma anche perché, dicono i bene informati, temeva la dissoluzione parlamentare del suo partito, con deputati pronti a battersi alla morte INQUIETANTE RITROVAMENTO DI DECINE DI DOCUMENTI ABBANDONATI IN MONTAGNA Migranti: identità da stracciare contro le proposte della Troika da una parte e altri che invece avrebbero voluto che le trattative si protraessero, con altre concessioni a eurocrati e grande finanza. È però comunque a rischio: il presidente della repubblica Propokis Pavlopoulos è espressione di Nea Demokratia, partito centrista fautore delle trattative a oltranza con l Eurogruppo, che ha già fatto fuoco e fiamme verbali per la scelta di indire il referendum. Potrebbe dimettersi e così sciogliere il Parlamento, delegittimando il governo, costringendolo a indire le elezioni e bagnando le polveri alla consultazione di domenica. Sarebbe un golpe bianco. Ed è anche per quello che ieri piazza Syntagma si è riempita. Atene in fiamme? Ancora no. Ma c è puzza di bruciato. (Altri servizi a pag. 2) Ètempo di escursioni, sulle Alpi Giulie. Eppure quest anno mai la montagna è stata così sporca. Non solo: i sentieri non sono battuti solo dai cultori della mens sana in corpore sano. Anzi, sono stati proprio questi ultimi, domenica mattina, a dare l allarme. Si sono trovati davanti decine di stranieri che cercavano di scendere a valle e hanno allertato i soccorsi. Era il terzo gruppo del genere rintracciato in pochi giorni a Savogna. Si tratta di un comune di frazioni sparse, in provincia di Udine: 450 abitanti in tutto, 45 nel paesino di Masseris. Che ha visto passare, in pochi giorni, quasi il doppio dei suoi residenti: tutti migranti. Che chiedono asilo, ma lasciano cartacce. Quali? I propri documenti. Prima di giungere in Italia se ne liberano. Chissà perché. Germano Cendou, che di Savogna è sindaco, svela a Paola Treppo, del Gazzettino, che mio figlio durante un escursione lungo i sentieri ha trovato diversi documenti di identità strappati e gettati via; evidentemente sono degli immigrati che si liberano di passaporti e carte personali per entrare in Italia senza problemi, ed essere accolti, facendo richiesta di asilo. Questi documenti, da cui si evince il loro primo fermo e controllo in Ungheria, sono stati consegnati subito ai carabinieri. Non avere i documenti in Italia è insomma un vantaggio, ciò che attira queste persone qui invece che rivolgersi altrove. Forse che grazie alle larghe maglie del Viminale si confida nell opportunità di rifarsi, oltre che una vita, anche un identità? Chissà. Al sud frattanto, anche nelle ultime ore, 2900 immigrati sono stati sbarcati da navi di varia nazionalità (italiana, britannica, irlandese, maltese) in 21 distinte operazioni. Chissà quanti passaporti galleggiano sul Mediterraneo... R.V. A MARGINE DELLA RIUNIONE DI OGGI A ROMA Per una destra che sia pulita Il chiarimento che attendiamo parte dall etica in politica Auguri a quanti oggi si riuniscono a Roma, nell auspicio di una destra nuova, vera, unita, come scrivono nell invito alla manifestazione. Noi non ci saremo, ma senza venature polemiche e guardando con rispetto all iniziativa promossa da una ventina di associazioni del nostro mondo. Semplicemente attendiamo un chiarimento da parte di tutti. Perché ogni giorno cambiano gli scenari. Ora si è deciso di attendere il 3 ottobre, data fatidica in cui si riunirà l assemblea degli iscritti alla fondazione Alleanza nazionale. Se decideranno di far rinascere quel partito, ovviamente con dentro tutti, sarà giocoforza proporre al terzo congresso nazionale de La Destra il ritorno nella nostra casa. Sempre che sia la nostra casa. Già, non vorremmo assistere ad una gara di superficialità. Le colonne d Ercole vanno fissate bene. A partire dalla principale: la sfida a cui teniamo di più, ad esempio, è come si coniugano l etica in politica e il garantismo. Attendiamo risposte serie anche a partire da oggi. Poi, capire se Fratelli d Italia è guida o meno del processo odierno. Non fate scappare il freno, che poi non si sa più come finisce. Se deve nascere a destra un altra formazione politica, spiegateci perché demonizzaste per anni la nostra. Attenzione agli errori, perché non vorrei che di Alleanza nazionale nascesse la parte peggiore, quella che fu degenerata dal potere e dal correntismo. La contesa sul patrimonio della fondazione An fa inquietare e sbadigliare allo stesso tempo. I tempi sono troppo lunghi, mentre Salvini, con acume politico, allunga il passo - lo ha fatto nel discorso di Pontida - puntando verso l Italia normale. Italia e non più solo Italie. La differenza si nota. A destra bisogna decidere in fretta il da farsi, almeno mettendo in fila le volontà di ciascuno. La concorrenza è sempre stata spietata. Ma quando ci provava Bossi sul fronte immigrazione, An era pronta a difendere i propri valori. Così come quando era Berlusconi ad insidiare il nostro anticomunismo. Se ora resta il vuoto è evidente il motivo per cui chi sta a destra - a meno di errori del leader leghista - guarda con simpatia a Salvini. Accelerare dunque, su immigrazione e sovranità, come sulla difesa del diritto naturale. Magari anche con un po di fantasia a Palazzo. Si approssima il rinnovo del consiglio d amministrazione della Rai: avete pensato a fare una battaglia per mandare un lavoratore dell azienda al vertice di viale Mazzini? Poi, rinnovare e molto. Tanti parlamentari ed ex renderebbero moltissimo nei Comuni e nelle Regioni. Per Camera e Senato puntiamo sulle nuove leve, daremmo un esempio a tanti. Francesco Storace MARINO SI FA BELLO, MA I SOLDI SONO ARRIVATI DA BERLUSCONI-STORACE Prendi la Metro e scappa a pag. 8

2 2 ATTUALITA DOMENICA IL REFERENDUM CHE PUÒ PORTARE ALLA ROTTURA DELL AREA CON LA MONETA UNICA La Grecia brucia, l Italia si gira L Europa non tratta con Tsipras e già invita i greci a votare sì per non dire no all Europa Il ministro Padoan: Siamo esposti per 36 miliardi, ma non vedo nessun rischio contagio di Robert Vignola Con chi ha indetto il referendum non si tratta. Un po come con i terroristi. Donald Tusk lo ha chiaramente detto anche ieri sera, al termine di una giornata in cui le dichiarazioni si sono susseguite senza nulla togliere, né aggiungere, alla fase di stallo che, dal muro contro muro alle trattative a Bruxelles, ha portato all indizione della consultazione di domenica. Nelle parole di Tsipras e dei suoi troneggiano le scelte popolari e i tentativi di intromissione nella politica parlamentare greca. Ma il resto d Europa, parlando dei governi, è granitico nel prendere le distanze dagli appestati ateniesi, mentre la parola contagio è pronunciata soltanto per definire improbabile che possa trasferirsi dalla Grecia ad altri Paesi. Di sicuro c è che il programma di aiuti alla Grecia si concluderà oggi. Lo ha detto la Cancelliera Angel Merkel, come appunto il presidente del Consiglio d Europa Tusk ha tagliato corto sull estensione del bailout, il programma di prestiti. Tornando alla Merkel, il suo è stato un discorso duro. L'Europa aveva fatto una "offerta generosa" che era frutto dello spirito di "compromesso" che è alla base dell'ue. Ma da parte greca questa volontà di compromesso non c'era. "Se il governo greco vorrà riprendere i negoziati", ma solo dopo il referendum "saremo pronti", mentre domani il Bundestag ospiterà un dibattito parlamentare sul caso. Ma i toni sono duri: come quelli del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nella conferenza stampa a Bruxelles sul caso Grecia. "Nelle 20 ore di incontro che ho avuto con lui", prima che rompesse le trattative "Tsipras non mi ha mai detto che avrebbe chiesto referendum. È ovviamente un suo diritto, ma è stata una sorpresa per me. Non penso che sarebbe saggio lamentarmi oggi del suo comportamento - ha detto Juncker -. Ma sono stato deluso a livello politico e umano". Poi, la frase che sa di minaccia e l ingresso del lussemburghese nella brevissima campagna elettorale appena aperta ad Atene: "Un no vorrebbe dire che la Grecia dice no all'europa. Tutto il mondo riterrà che un no significherà che la Grecia vuole prendere le distanze dalla zona euro e dall'unione". Andando oltre le valutazioni personali, il presidente dalla Commissione ha ribadito la posizione europea di fermezza. La porta delle trattative "resta aperta" ma "non ho nuove proposte da fare oggi" ha detto Juncker. E spiragli per ulteriori trattative? Sì, certo: a parole. "La nostra porta resta aperta e siamo ponti a lottare fino all'ultimo minuto per trovare una intesa". Ma qui "non c'è una partita a poker, dove si bluffa - ha avvertito Juncker - non c'è uno che vince e uno che perde: o vinciamo tutti o perdiamo tutti". Ciò detto, dal governo italiano non si levano certo voci di solidarietà a chi cerca di combattere la propria battaglia sull austerity: anzi, Pier Carlo Padoan rinnova i suoi messaggi di assoluta ortodossia al pensiero di Berlino, Bruxelles, Francoforte. Prima aggiorna i dati dell esposizione nei confronti del Paese balcanico (35,9 miliardi, twitta tranquillo, forse ignaro che si tratta di nove volte la cifra spremuta dagli italiani con l Imu rivoluta da Monti), poi assicura: Non c è rischio contagio, neanche per noi. La zona euro è molto forte, la Bce ha le armi giuste contro la speculazione, ripete il ministro delle Finanze di Renzi. Allineati e coperti ai poteri transnazionali, fiduciosi che se Atene è stata messa all angolo, così non avverrà con Roma. Chissà chi glielo fa pensare. IL DECRETO FIRMATO ALL ALBA Bancomat e carte di credito: il limite resta fino a lunedì In mezzo a tanto disaccordo, su una cosa governo greco ed eurocrazie si sono trovati d accordo: bloccare le banche e ridurre i margini di manovra dei cittadini ellenici con i propri soldi. Una misura che il Consiglio greco di stabilità sistemica, convocato dal ministro delle finanze Yanis Varoufakis domenica, ha alla fine stabilito alle prime ore dell alba di ieri, firmando un decreto con cui ha imposto controlli sui capitali. Una misura che la Commissione Ue ha giudicato "giustificata" in base a ragioni di sicurezza pubblica le misure restrittive sui movimenti di capitale adottate dalle autorità greche. Il commissario responsabile dei mercati finanziari Jonathan Hill, ha però raccomandato che "mentre le misure restrittive adottate risultano necessarie e proporzionate in questa fase la libera circolazione dei capitali deve comunque essere ristabilita il prima possibile" nell'interesse di tutti. Secondo il decreto le banche rimarranno chiuse fino al 6 luglio ma la data potrà essere prorogata. Inoltre è entrato in vigore un limite di 60 euro per il prelievo di contanti dai bancomat mentre le carte di credito e di debito potranno essere utilizzate solo per i pagamenti all'interno della Grecia. Le transazioni bancarie elettroniche saranno limitate ai trasferimenti sul territorio ellenico. Il limite per i prelievi con le carte che sono state emesse all'estero sarà determinata dal ministro delle finanze. Inoltre, la Ragioneria generale dello Stato formerà un comitato per le transazioni bancarie che approverà le operazioni verso l'estero come i pagamenti di forniture mediche. Infine, fonti governative hanno riferito che i controlli di capitale imposti non influiranno su coloro che viaggiano in Grecia e che desiderano effettuare operazioni con carte di credito o di debito dall'estero. R.V. MEZZO CONTINENTE IN RIVOLTA CONTRO LE POLITICHE DI ACCOGLIENZA DELL UE Borse giù, Milano in picchiata A risalire è soltanto lo spread Paradossi greci? Atene è l unica piazza europea che non perde. Certo, perché non ha giocato. Ma altrove sono lacrime e sangue per gli investitori, che evidentemente dovranno farci l abitudine. Il bluff pluriennale sta per essere scoperto una volta per tutte e titoli tossici ed esposizioni varie potrebbero giungere presto al capolinea. Con le vesti lacerate e i capelli stracciati di chi ora grida ai miliardi in fumo, ma non si chiede come mai questa moneta tanto forte abbia potuto dimostrarsi tanto debole al momento della verità. Ed ecco il martirologio in numeri della giornata di ieri: Parigi chiude a - 3,74%, Francoforte a -3,56, Madrid a 4,56, Londra limita i danni (-1,97%) e Milano giudicate voi: -5,17%. Ma così è al tempo della globalizzazione e le riflessioni spettano a chi l ha incoraggiata per anni e vi ha affidato risparmi e spesso speculazioni vere e proprie. A proposito di speculazioni: figuriamoci se le agenzie di rating potevano rimanere nel religioso silenzio che la situazione greca meriterebbe, soprattutto da parte di chi vi ha avuto parte in causa. Standard & Poor s invece si è fatta sentire in serata, ieri, tagliando i titoli greci da CCC- a CCC. Ovviamente cambia poco: ma dall agenzia hanno il buon gusto pure di far sapere che l outlook è negativo. Che sorpresona Ultimo dettaglio occorre darlo tornando all Italia, con lo spread Btp- Bund che ha chiuso a 159 punti con i rendimenti del decennale italiano saliti a 2,38%. Dopo aver oscillato sull'asse dei 150 punti a metà pomeriggio il differenziale con i bond tedeschi ha ripreso a salire per fermarsi a 159 punti. I titoli spagnoli hanno chiuso a 154,6 punti di spread e un rendimento del 2,33%. Il bund ha chiuso con un guadagno dello 0,793%. Insomma, c è chi ci guadagna sempre R.V. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 ATTUALITA IN ATTESA CHE LA CORTE COSTITUZIONALE FACCIA GIURISPRUDENZA, IL GOVERNATORE SI RIBELLA AL PROVVEDIMENTO De Luca come De Magistris: ricorso per sospendere la Severino Il tempo scorre, entro il 12 luglio il Consiglio dovrà insediarsi o si tornerà a votare. Decisione (scontata) a breve di Federico Colosimo Ormai siamo alle carte bollate. Ai ricorsi, le denunce, gli esposti. Davvero incredibile quanto sta accadendo in Campania. Il rinvio del Consiglio regionale e il caso De Luca continuano a tenere banco. Con il governatore (in standby) che attraverso il suo legale ha depositato al Tribunale di Napoli il ricorso contro la sua sospensione dalla carica, così come previsto dalla Legge Severino. Intervenuta - seppure a distanza di 1 mese - dopo l elezione a presidente. Perché condannato in primo grado per abuso d ufficio in una vicenda che riguarda la realizzazione del termovalorizzatore di Salerno. Un istanza presentata nel primo giorno utile dopo il decreto emesso dal governo. Dall avvocato Fulvio Bonavitacola, parlamentare del Pd. Che avrà vita facile, con il risultato garantito. Con i giudici del tribunale che non faranno altro che annullare la sospensione, decretando quanto già deciso per il caso De Magistris. Con l ex sindaco di Napoli che resterà in sella almeno fino alla decisione della Consulta. Morale della favola, pure il governatore della Campania vedrà accogliersi il ricorso presentato. Potrà quindi insediarsi, nominare la Giunta ed esercitare le sue funzioni. In attesa che la Corte Costituzionale faccia giurisprudenza. E giustizia. Ma per far sì che ciò possa accadere, bisognerà aspettare la fine di ottobre. Difficilmente i magistrati partenopei, chiamati a decidere sulla tardiva e inevitabile sospensione di De Luca, emetteranno un ordinanza contraria che potrebbe essere spazzata via da un possibile riconoscimento degli articoli (10 e 11) della legge Severino contestati. Curioso adesso sapere quando verrà fissata l udienza davanti al tribunale di Napoli. Perché tutto dipende da questo. Vista la grande mole di lavoro con cui hanno a che fare i giudici, c è da aspettarsi che la seduta venga aggiornata in tempi certo non rapidissimi. E quindi dopo l estate. Ma, c è sempre un ma De Luca deve fare i conti con il tempo, che corre velocissimo. E si fermerà il 12 luglio, termine perentorio entro il quale il Consiglio dovrà insediarsi. Pena la decadenza e il ritorno alle urne. Il ricorrente non è certo un cittadino qualunque, ma un eccellente del Partito Democratico. Con i magistrati che non potranno non tener conto delle scadenze temporali che incombono. L udienza dovrebbe quindi essere fissata a tempi di record, con i cittadini che intanto avrebbero bisogno su un governo regionale sul quale ancora non possono contare. Intanto ieri s è svolto un presidio BRUTTO ESORDIO PER IL GOVERNATORE VENETO Zaia presenta la giunta ma senza Fratelli d Italia Dieci membri, sette uomini e tre donne, con un età media 45 anni. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha presentato al consiglio regionale, per la prima volta, la sua Giunta, spiegando la novità come un gesto "doveroso, corretto e rispettoso. Quel rispetto che invece da parte di Zaia non c è stato nei confronti di Fratelli d Italia: "Consideriamo inspiegabile e sbagliata la scelta del governatore Zaia di escludere Fratelli d'italia dalla giunta della Regione Veneto. Abbiamo lealmente sostenuto la sua candidatura riuscendo ad eleggere una nostra rappresentanza consiliare, pur non avendo goduto del vantaggio di di attivisti (anche del Nuovo Centrodestra), consiglieri regionali e parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Che hanno circondato l esterno del Palazzo del Consiglio regionale. Per chiedere le dimissioni dell ex sindaco di Salerno e per protestare contro la decisione di spostare la seduta di insediamento. Una forzatura ritenuta illegittima dai deputati pentastellati, avere rappresentanti uscenti ne' in giunta, ne' in consiglio, e nonostante la concorrenza delle liste civiche di Zaia e di Tosi che hanno drenato molto consenso ai partiti tradizionali", ha detto Ciro Maschio, portavoce regionale del Veneto di Fratelli d'italia. "Non possiamo che prendere atto dell'atteggiamento di Zaia che sceglie 9 assessori provenienti dal suo partito e dalla sua lista personale. Il governatore perde l'occasione di condividere le responsabilità di governo con tutti coloro che lo hanno aiutato a conseguire il risultato. Come nostro costume, non modificheremo la lealtà al mandato del popolo del Veneto e sosterremo ogni atto che riterremo essere in suo favore".. con il Consiglio che avrebbe dovuto prendere atto - così come previsto dalla legge - della sospensione di De Luca. Un finimondo, quello scaturito dal Pd. Accusato di impedire la formazione del Consiglio regionale, perché se si riunisse, dovrebbe prendere atto che si deve andare a nuove elezioni. La telenovelas continua. IL GOVERNO DI NEW DELHI: SIAMO AL CORRENTE DELLA RICHIESTA, I NOSTRI LEGALI LA STANNO ESAMINANDO Arbitrato sui Marò, l India non si sbilancia Poche parole, giusto per far sapere che l'india "è al corrente" della richiesta da parte dell'italia di un arbitrato internazionale sulla vicenda dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ed i suoi legali "la stanno esaminando". E' stata infatti solo questa la reazione, quanto mai sintetica, all'annuncio dell'iniziativa italiana da parte di Vikas Swarup, il portavoce del ministero degli Esteri indiano, che non ha fornito altri particolari sulla posizione del governo di Delhi di fronte a questa iniziativa italiana. Soltanto pochi giorni fa, come noto, l'italia ha (finalmente) deciso di attivare l'arbitrato internazionale sul caso dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l'india e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia. Per effetto dell'apertura dell'arbitrato, l'italia chiederà immediatamente l'applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone nelle more dell'iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull'immunità. Obiettivo - si legge in una nota della Farnesina - è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Il governo, nelle ore precedenti l'attivazione dell'arbitrato ha informato della decisione i presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera dei Deputati. Sempre nei giorni scorsi dall India era arrivato l ennesimo rinvio del processo ai due marò. La Corte Suprema di New Delhi ha infatti spostato dal 7 al 14 luglio l'udienza sul caso dei nostri due soldati. E guarda caso, la data cadrà proprio alla vigilia della scadenza dell'ultimo permesso (scadenza il 15 luglio) concesso a Massimiliano Latorre per seguire la sua terapia riabilitativa in Italia. I giudici del massimo tribunale indiano devono esaminare il ricorso italiano riguardante la giurisdizione della vicenda e l'utilizzazione della polizia investigativa Nia nel processo ai nostri fucilieri. IL QUOTIDIANO PD TORNA IN EDICOLA DOPO UN ANNO, MA CON METÀ DEL PERSONALE DEI TEMPI D ORO Riecco l Unità. E Renzi fa buon viso a cattivo gioco Torna oggi in edicola, dopo quasi un anno di assenza, il quotidiano L Unità, diretto da Erasmo D Angelis e con Vladimiro Ilic Frulletti alla vice direzione, con una prima tiratura altissima di 250 mila copie. Tra paure e allarmi e dall altra parte speranza, coraggio e futuro noi spingeremo sul secondo elemento, ha dichiarato Erasmo D Angelis, annunciando le novità che i lettori troveranno. E un giornale che parte con grandi orizzonti e progetti, ha aggiunto anticipando la decisione di parlare dello scandalo ribattezzato da tutti, anche all estero, Mafia Capitale. Oggi per noi è un giorno veramente di festa. Il Partito democratico ha deciso veramente di metterci la faccia. Ha detto Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, e, raccontando l impegno del Pd nel nuovo assetto societario de L Unità Srl, che vede l 80% di proprietà della Piesse, il 20% della Fondazione Eyu (che fa capo al Pd), con Guido Veneziani sotto l 1%, ha sottolineato: Prima il nostro impegno societario era minimo, ora invece è di circa il 20%. In linea con il segnale che abbiamo dato sul finanziamento pubblico dei partiti, si rinuncerà al finanziamento pubblico ai giornali e all editoria. Al momento in redazione ci saranno 29 giornalisti e 4 poligrafici ai quali si aggiungeranno altri 2 poligrafici e altri 2 verranno assunti nell arco dei prossimi sei mesi, ha dichiarato l amministratore delegato de L Unità Srl, Guido Stefanelli, sottolineando che nei prossimi 18 mesi a seconda dei risultati del quotidiano in edicola è prevista un espansione del numero dei giornalisti sempre attingendo tra i redattori de L Unità ancora non reintegrati. Anche il premier-segretario Matteo Renzi ha fatto buon viso a cattivo gioco (non è mai stato favorevole al ritorno dell Unità) ha detto la sua per il ritorno in edicola del giornale in una lettera inviata agli iscritti del Pd: Ho chiesto che l Unità sia uno spazio di libertà, di confronto, di discussione. Che ci aiuti a raccontare l Italia bella, quella che non si arrende, quella dei tantissimi circoli che fanno iniziative di livello, quella del volontariato e dell associazionismo. L Unità che vuol bene all Italia. Il premier invita gli iscritti a considerare il giornale un loro patrimonio, incoraggiandoli non solo a sottoscrivere l abbonamento o a partecipare alle feste, ma anche collaborando attivamente: Scrivendo, commentando, criticando, proponendo. L abbiamo riportata in edicola. Adesso tocca a tutti noi averne cura.

4 4 ATTUALITA LA COMMISSIONE EUROPEA ATTIVA LA PROCEDURA D URGENZA PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI Disabili, Stato italiano assente Per le famiglie che assistono i malati gravi si tratta di un primo ma già importante risultato La Commissione petizioni della Comunità europea ha riconosciuto la procedura d'urgenza per la petizione al Parlamento Europeo per il riconoscimento dei diritti umani dei "caregiver familiari", consegnata a Bruxelles a gennaio e corredata da oltre 30mila firme. L annuncio è arrivato dal Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi, tra i promotori della petizione che nel frattempo ha proseguito la raccolta di firme raggiungendo la cifra record di oltre 40mila adesioni Per il Parlamento europeo, quindi il riconoscimento dei caregiver in Italia è una questione "urgente". "Pertanto a breve, probabilmente subito dopo l'estate, saremo in aula a Bruxelles ad esporre le nostre richieste - annunciano i promotori - Se l'italia, con mille scuse ma per interessi economici di pochi, continua a 'snobbarci', l'europa ci offre la massima attenzione. Questa è una grande vittoria per tutti noi caregiver familiari". La petizione, che chiede il riconoscimento delle tutele previdenziali e giuridiche di chi assiste, in modo costante e continuativo, un familiare con disabilità, è stata presentata alla Comunità europea dopo che, nell'ottobre scorso, il Tribunale del Lavoro di Roma aveva respinto, per "vizio di forma", il ricorso dei caregiver familiari, che denunciavano, tra l'altro, l'incostituzionalità di questa lacuna legislativa nel nostro paese, unico in Europa. Da qui, di fronte "all'assordante silenzio della politica italiana", la decisione di bussare alle porte del Parlamento europeo, per chiedere un intervento "nei confronti dello Stato italiano, per far si che anche per i Family caregiver italiani vengano rispettate politiche sociali di sostegno adeguate all'intensità del lavoro di cura cui sono sottoposti" e che "il Parlamento europeo approfondisca l'aspetto che vede lo Stato italiano stanziare fondi ingenti per gli Istituti di ricovero per persone con disabilità e di contro riservare somme minime e residuali al sostegno delle stesse persone a casa propria": questioni, queste, su cui il Parlamento europeo, evidentemente, si esprimerà presto, ritenendole appunto "urgenti". "Un risultato importante - sottolinea all'adnkronos Simona Bellini, presidente del Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi - Curarsi di un proprio familiare gravemente disabile - è una scelta d'amore che deve essere sostenuta! Lo Stato italiano, invece, si rifiuta di riconoscere ai Caregiver Familiari anche i diritti umani fondamentali come quello alla salute, al riposo, alla vita sociale!" Il Family Caregiver è colui che si prende cura in ambito domestico di un familiare non autosufficiente a causa di una severa disabilità, colui che a costo di non avere una vita propria, non intende istituzionalizzare il proprio caro per consentirgli di fare una vita dignitosa tra i propri affetti e nel proprio ambiente. La petizione mira al riconoscimento dei diritti umani più elementari per i Family Caregiver "attualmente e irragionevolmente negati, tra i paesi civili, solamente in Italia, quali quello al riposo, alla salute, alla vita sociale, in un contesto di moderna schiavitù sommersa, perpetrata quotidianamente proprio accanto a noi e di cui molti sono all'oscuro, indotta dalla costrizione operata da amministrazioni assenti e sotto la costante minaccia che le persone care possano restare senza alcuna assistenza". Sono davvero tantissimi gli italiani che hanno in casa qualche persona con gravi disabilità che rendono necessaria un'assistenza amorevole e continua. Spesso si ritrovano da soli, senza nessun supporto da parte del servizio pubblico e delle istituzioni sanitarie troppe volte assenti. COINVOLTO NEL CRAC DELLA FONSAI Paolo Ligresti si costituisce dopo due anni di latitanza Dopo due anni di latitanza in Svizzera, Paolo Ligresti figlio di Salvatore, ex re del mattione - si è è consegnato agli inquirenti italiani alla frontiera con la Svizzera, a Ponte Chiasso. Ligresti junior era ricercato dal 2013 con le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio aggravato. Secondo le indagini condotte dalle procure di Milano e Torino, la famiglia Ligresti e alcuni manager di fiducia avrebbero creato e poi occultato la massa di debiti che ha portato sull'orlo del crac il gruppo assicurativo Fonsai (Sai, Fondiaria e Milano Assicurazioni, controllate attraverso la holding Premafin), poi rilevato da Unipol. Paolo Ligresti ha trascorso la lunga latitanza nella sua lussuosa villa in Svizzera, dopo aver acquisito la cittadinanza elvetica poco prima che scoppiasse la bufera giudiziaria sulla sua famiglia. E in quanto cittadino svizzero era al riparo dalle richieste di arresto ed estradizione provenienti dall Italia. Il suo processo nel frattempo è stato trasferito per competenza da Torino a Milano, dove è in corso l'udienza preliminare che proseguirà tra poche ore, mercoledì primo luglio: il gup Andrea Ghinetti ha già ammesso come parti civili circa duemila azionisti che si ritengono danneggiati da Fonsai, Premafin e Milano assicurazioni. di Marcello Calvo C è ancora una speranza. Per provare a far luce su 25 anni di misteri e ombre. Omertà. A cui attaccarsi con forza per fare finalmente giustizia. Si arricchisce di un colpo di scena il caso che riguarda Davide Cervia, esperto di guerre elettroniche, di cui non si hanno più notizie dal 12 settembre del Quando venne probabilmente rapito, davanti al cancello di casa a Velletri (Roma), e spedito forse in Libia. Come supporto ai nostri sistemi di armamento. Un quarto di secolo di giustizia mancata. Un tempo insopportabile, infinito. Reso ancor più difficile dai tanti anni di inchieste. Con un inchiesta finalmente riaperta, grazie alla testardaggine della famiglia, che non s è mai persa d animo ed intende andare fino in fondo a questa storia grottesca. C è un giudice anche a Roma. Sicuramente al Tribunale civile. Con la seconda sezione che ha deciso di accogliere la richiesta dei familiari dell ex Sottufficiale di Marina, trascinando sul banco degli imputati i ministeri della Difesa e della Giustizia con l accusa di condotta negligente per avere ostacolato l accertamento delle cause che hanno condotto al rapimento di Cervia. In un procedimento di violazione del diritto alla verità IL TRIBUNALE DI ROMA RESPINGE LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE, IL PROCESSO VA AVANTI Giustizia per Davide Cervia, il caso si riapre La famiglia dell esperto di armi elettroniche, scomparso misteriosamente nel 1990, torna a sperare. I ministeri della Giustizia e della Difesa alla sbarra con l accusa di aver ostacolato le indagini iniziata nel 2012, e che rischiava di concludersi con l archiviazione. Chiesta, ma non ottenuta, dall Avvocatura dello Stato. Il giudice Paola Ovidi ha deciso che occorre andare avanti. Il processo continua e Marisa Gentile, moglie di Cervia, potrà portare prove e documenti contro i ministeri. Ritenuti incapaci di arrivare a una verità. Ai due dicasteri coinvolti, la famiglia chiede conto di quell insieme di negligenze e depistaggi che hanno accompagnato l indagine fin dal primo giorno, come ampiamente riconosciuto dalla Corte d Appello. Il processo dovrà cercare di dare risposte a domande rimaste inevase dopo l archiviazione del caso arrivata nel 2000, con la procura che stabilì come l uomo fosse stato rapito da ignoti. Troppi, i punti interrogativi. Perché la Marina militare fornì dei fogli matricolari falsi, nascondendo la vera specializzazione di Davide? Perché nessuno ha mai deciso di seguire i tanti indizi che portavano dritti alla Libia di Gheddafi? E, soprattutto, perché la Procura di Velletri indagò - come mise nero su bianco quella generale di Roma - con inerzia giustificando il tutto con la carenza d organico senza mai realmente credere all ipotesi rapimento, nonostante la ricostruzione di 2 testimoni oculari? E per concludere, perché il Sismi scrisse che la scomparsa fu da attribuire alle condotte di organizzazioni straniere per interessi commerciali e militari legati alla sua competenza professionale? Su quali basi e attraverso quali indagini si è arrivati a queste verità? Sono quesiti leciti, che non hanno mai trovato una risposta compiuta. Ma forse è arrivato il momento giusto. Per provare a rompere un silenzio inquietante su un caso che rappresenta a tutti gli effetti uno dei più grandi misteri italiani. Irrisolti. Un testimone, un vicino di casa, il 12 settembre del 1990 ha giurato di aver visto con i suoi occhi la scena del rapimento. Con Davide che prima venne malmenato e poi spinto a forza in un auto verde. Mentre un altro, l autista di un autobus, confermò tutto spiegando di aver incrociato quella vettura seguita da quella di Cervia guidata da un biondino. Quattro mesi dopo la scomparsa, il nome di Davide spiccò tra i passeggeri di un volo Air-France Parigi-Il Cairo, col biglietto acquistato dal ministero degli Esteri transalpino. Giallo poi su quella telefonata arrivata 7 anni dopo nella casa di Velletri, quando la moglie dopo aver alzato la cornetta del telefono per rispondere, sente la voce del marito che parla di lavoro. Lo chiama ripetutamente finché non si rende conto che si tratta di una registrazione. Ma chi c è dietro la scomparsa di Cervia? Il tecnico può essere stato sequestrato da organizzazioni interessate alla sua specializzazione nel campo della guerra elettronica. Con Cervia forse a conoscenza di qualcosa di inconfessabile. Sono domande che meritano risposte concrete. Per un caso che ha bisogno di giustizia.

5 5 ATTUALITA IL MINISTRO GIANNINI, PRESSATA DAI SOLITI SETTORI DEL PD, MOSTRA ALTRE INCERTEZZE SUL DDL SCUOLA La teoria del gender rientra dalla finestra? di Igor Traboni Alla chetichella, ma neanche poi tanto, il contestato passaggio sull introduzione della teoria di gender nelle scuole rischia di rientrare nell ancor più inviso ddl renziano della cosiddetta buona scuola. L eventualità si percepisce dalle parole, come sempre sibilline perché più attente agli equilibri interni al Pd che non alla materia in questione, del ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, ex montiana poi arrivata alla corte di Renzi, però mal sopportata da ampie fette dei dem. Io non sono il ministro delle circolari, ha tenuto a sottolineare nelle ultime ore la Giannini, dopo che la responsabile scuola del Pd Puglisi aveva detto che nel ddl non c'è alcun riferimento alla teoria gender e non ci sarà alcuna circolare o legge sul 'consenso informato'. Una vicenda che muove da lontano e che ieri ha ripercorso Alessandro Pagano, deputato di Ap, dopo che l approvazione seppur sofferta al Senato della settimana scorsa rischia di mandare in cavalleria tutto l argomento scuola-gender. E di consentire per l appunto di far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. Ricorda dunque Pagano che "Durante il primo passaggio alla Camera il Governo, con il ministro Giannini e il sottosegretario Faraone, ha dato parere favorevole a un ordine del giorno di Area popolare con il quale si impegnava al rispetto dell'art.30 della Costituzione e, quindi, a garantire il diritto dei genitori alle scelte educative dei propri figli. Nel passaggio al Senato, il conseguente maxiemendamento è stato reso inemendabile. Così, su sollecitazione dei senatori di Ap, i ministri Giannini e Boschi hanno ribadito a parole l'impegno già assunto solennemente alla Camera, in particolare sulla necessità del preventivo 'consenso informato' dei genitori. Questo impegno si sarebbe dovuto formalizzare con una circolare o con atti amministrativi del Miur. Dopo di che silenzio tombale del ministro Giannini, mentre il Senato incassava la fiducia sul ddl anche con i voti fondamentali di Area popolare. Ed ecco il passaggio che potrebbe rivelarsi cruciale: Arriviamo a venerdì, quando la responsabile scuola del Pd Puglisi, che ovviamente non parla a caso, dice esplicitamente che nel ddl non c'è alcun riferimento alla teoria gender e non ci sará alcuna circolare o legge sul 'consenso informato'. Per concludere ieri (l altro ieri, ndr) quando la stessa Giannini ha dichiarato 'io non sono il ministro delle circolari'. Ma gli impegni assunti in Parlamento e con i propri alleati politici vanno rispettati. Fermo restando che i genitori sono preoccupati su questo tema e attendono una risposta chiara dal governo e dalla classe politica, per non vedersi scavalcati nella propria responsabilità educativa. Per questo anche io, come l'onorevole Roccella, mi aspetto a breve che il ministro onori i suoi impegni e da questo dipenderà il mio voto al ddl buona scuola il prossimo 8 luglio. Insomma, anche se alla Camera il ddl buona scuola dovrebbe passare senza troppi intoppi, la vigilanza resta alta per non infilarci dentro qualcosa d altro, ad uso e consumo della solita sinistra estrema. MILLE POSTI IN MENO NEL NUOVO BANDO E per i posti a Medicina ritornano le polemiche Il bando per l'ammissione ai Corsi di Laurea di Medicina e Chirurgia prevede posti, quasi mille in meno rispetto all'anno scorso. Questa notizia, apparsa ieri, ha fatto infuriare il Coordinamento universitario che, attraverso il portavoce Alberto Campailla, l ha definita una decisione totalmente arbitraria poiché manca ad oggi una seria previsione del fabbisogno di personale medico nei prossimi anni, e autoritaria poiché non vi è stato alcun confronto su questo argomento con gli organismi di rappresentanza studentesca o le associazioni di categoria". "Il principio di questa riduzione è quella di adattare il numero di ingressi nei corsi di Laurea al ridotto numero di Borse di Specializzazione e all'attuale turn over del Ssn, il che significa considerare come strutturali i tagli alla Sanità e alla formazione medica - aggiunge Campailla - Il miur e il ministero della Salute hanno di fatto rinunciato a svolgere una programmazione del personale medico legata al fabbisogno dei cittadini; il numero di studenti di medicina e di borse di specializzazione è infatti determinato solamente in base ai vincoli di spesa dettati dalle ristrettezze di bilancio in cui si trova attualmente il paese". (segue) "E' un provvedimento gravissimo ha dichiarato dal canto suo Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'unione degli Studenti - poiché oltre a rendere ancora più difficile per gli aspiranti medici l'ingresso nei corsi di Medicina, aumentando ancora di più la competizione sfrenata che è insita nel meccanismo del test d'ingresso, rischia di ripercuotersi tra alcuni anni sulla qualità e la capillarità del Sistema Sanitario Nazionale, che inizia già in questi anni a subire il peso del blocco del TurnOver e dei tagli agli Enti Locali". LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE ALLA CONQUISTA DELL AUSTRALIA La ndrangheta tra i canguri: ecco cosa esportiamo all estero L inchiesta dei media locali: Politici corrotti attraverso minacce, violenze e denaro di Marcello Calvo Enon si dica che non esportiamo niente nel mondo e in Europa. Perché all estero siamo apprezzati per le nostre eccellenze, davvero singolari. Quali? La ndrangheta, per esempio. Quella calabrese che, come anticipa l Agi, sarebbe riuscita nel corso degli anni a radicarsi perfino in Australia. Centrando l impresa di corrompere addirittura politici - insomma non succede solo da noi - sia a livello federale che dei singoli Stati grazie a falle nel sistema di raccolta fondi. Questi, gli effetti di un inchiesta durata oltre un anno, curata dai giornalisti col marsupio, Fairfax-Abc Four Corners. Per il reporter Nick McKenzie, colui che ha sollevato la pietra dello scandalo, recandosi perfino in Calabria per parlare coi magistrati italiani, alla ricerca pure di parenti dei boss australiani, gli affiliati alle ndrine d oltreoceano ricorrono agli stessi mezzi usati nel nostro Paese. Con la malavita che opera ricorrendo alle minacce e alla violenza sia in attività economiche lecite, come il commercio di frutta e ortaggi, sia in quelle illegali come il traffico di droga. Sarebbe quindi la ndrangheta il miglior prodotto di export che maggiormente funziona nell Italia di oggi. Un servizio che ci rende unici nel nostro genere. Certamente singolari. Ormai è un fatto noto, da 4 anni. Con la criminalità organizzata che può agire su almeno 3 continenti: Canada, Germania e, appunto, Australia. Con quest ultimo studio che è servito a portare a galla legami tra riconosciuti e sospetti criminali appartenenti alla ndrangheta e politici di primo piano. Con un uomo legato alla mafia accusato di aver perfino incontrato l ex primo ministro australiano (dal 1996 al 2007), John Howard. Oltre che altri leader di partito ad eventi di raccolta fondi per il Partito Liberale nei primi anni Con figure del Parlamento australiano che avrebbero subito pressioni da figure legate alla malavita per favorire i loro affari, legali o illegali che fossero. Tutto fa pensare, però, che l allora premier non fosse a conoscenza di tutto questo. Per la polizia australiana, le organizzazioni criminali hanno usato un numero di finanziatori ben conosciuti di partiti politici, che hanno offerto la loro immagine pubblica e del tutto lecita per coprire le loro attività. Di fatto, per fare i prestanomi. Con gli inquirenti che avrebbero scoperto come il figlio di un presunto boss, un religioso, fece un esperienza di lavoro all ambasciata australiana a Roma, quando capo della delegazione era l ex Liberale Amanda Vanstone. Ciò nonostante - spiega Mckenzie - avrebbero condiviso con l ambasciata le informazioni che avevano sul suo conto. La stessa politica - l accusa - grazie al governo Howard fece ottenere un visto per un boss poi arrestato per traffico di droga e implicato in un assassinio. L uomo è il fratello di una persona d affari molto nota a Melbourne, con una storia criminale non conosciuta in Italia e che nel 2005 ottenne il visto per l Australia per ragioni umanitarie. Altro che vino, olio e prodotti di prima qualità. L immagine dell Italia all estero, tra malaffare, corruzione e minacce. Ad opera della ndrangheta.

6 6 ESTERI IN TUNISIA L ALLARME RESTA ALTO, CHIUSI NUMEROSI LUOGHI DI CULTO L ennesimo terrorista della porta accanto Si scava nel passato di Seifeddine Rezgui, autore della strage Ma non era un lupo solitario : e scattano i primi arresti VIOLENTO ATTACCO IN EGITTO Autobomba uccide l accusatore di Morsi di Robert Vignola Un ragazzo come tanti: ma questo non fa che peggiorare la percezione d insicurezza che pervade non solo la Tunisia. Perché Seifeddine Rezgui, autore del massacro di Soussa, conferma un aspetto già emerso altrove di questi massacratori nel nome di Allah: tutt altro che eremiti che hanno passato l esistenza allo studio del Corano e al romitaggio sufi, se mai esattamente il contrario. Gente, appunto, integrata, sulla quale la cosiddetta cultura occidentale ha anzi esercitato per anni il suo magnetico fascino. Ecco allora che dell attentatore che ha bagnato di sangue la spiaggia di Soussa emergono squarci di un passato in cui fa l animatore, guarda caso in un villaggio turistico dello stesso complesso dove ha poi ucciso decine di persone. C e persino un video in cui si cimenta nella breakdance, la danza dei negri d America ideata negli anni 80, che si è presto diffusa in tutto il mondo. Valori superficialissimi, quindi, quelli occidentali incamerati dal giovane tunisino. Che però nel frattempo si abbeverava alla fonte avvelenata del centro salafita di studi forensi a Tunisi dell imam Malik, che il 23enne frequentava. Non è un caso se il padre del terrorista abbia incolpato proprio l università di aver manipolato il carattere del figlio, ucciso dalle forze di sicurezza tunisine. Mentre le autorità hanno chiuso numerosi luoghi di culto sospettati di fomentare l odio. La sua rivendicazione, del resto, sembra quasi voler invitare gli inquirenti e non cercare troppo eventuali sponde: l aveva lasciata sul suo profilo twitter, alle 6.40 di mattina, citando la conquista di Sousse e dicendo che Noi lupi solitari non siamo come gli altri. Io giuro, per Dio, che questo è l inizio del terrore. La linea del gesto folle del singolo non è però assolutamente sufficiente. E infatti gli arresti fioccano. Il ministro tunisino dell'interno, Mohamed Najem Gharsalli, ha detto: Abbiamo iniziato con l'arresto di un primo gruppo, un numero significativo di persone, della rete che era dietro a questo terrorista criminale. Scoveremo tutte le persone coinvolte. Intanto, mentre è stata annunciata una visita congiunta sul luogo dell eccidio da parte dei ministri dell interno francese, britannico e tedesco, è polemica per il selfie di un esponente laburista inglese di origini nordafricane.. Pedina fondamentale nello scacchiere del Mediterraneo, incendiato dalla lotta interna all Islam di cui l Isis è una sanguinosa punta di iceberg, l Egitto continua ad essere terreno di scontro. E l attentato di ieri che ha scosso Il Cairo fa registrare un escalation preoccupante nello scontro in atto tra le forze laiche raccolte attorno al presidente Al Sisi e la Fratellanza Musulmana, che sta spingendo ora sull acceleratore del terrore per impedire che i processi contro il suo leader (il deposto capo di stato Morsi) portino alla sua condanna a morte. Così, ieri, il Paese delle Piramidi ha vissuto la sua Capaci. Il procuratore generale egiziano Hisham Barakat, rimasto gravemente ferito nell esplosione di un autobomba, è deceduto in un ospedale di Heliopolis (est della capitale Cairo) dove era stato ricoverato subito dopo l attentato. A causare il decesso del procuratore generale una "forte emorragia interna con danni ai polmoni e allo stomaco", hanno precisato fonti mediche. L'attentato si è verificato nella tarda mattinata, dopo che Barakat aveva lasciato la sua abitazione per recarsi al suo ufficio nel quartiere di Heliopolis. Una bomba all'interno di una vettura è esplosa al passaggio della vettura del procuratore: la carica esplosiva posta all'interno di un'auto è stata azionata a distanza attraverso un telecomando. Due agenti sono rimasti feriti e la deflagrazione ha distrutto 10 automobili che si trovavano sul luogo dell'attentato. Hisham Barakat, 65 anni, è stato una delle figure chiave del sistema giudiziario egiziano dopo la deposizione nel 2013 dell allora presidente islamista Mohamed Morsi, sottoponendo a processo migliaia di seguaci e simpatizzanti della Fratellanza. La cellula terrorista Moqawma al Shabia, vicina ai Fratelli Musulmani, ha rivendicato l attentato su Twitter, con queste parole: La resistenza popolare rivendica l attacco contro il procuratore generale del golpe. L attentato cade alla vigilia del secondo anniversario della deposizione dell allora presidente islamista Mohamed Morsi. R.V. IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAXTON: "SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA È FUORILEGGE" Nozze gay in Usa, il Texas dice no "Questa decisione non può annullare il Primo emendamento, che garantisce libertà di manifestare apertamente la propria religione" C è anche l'obiezione di coscienza per chi non intenda celebrare nozze gay, almeno in Texas. Dopo la sentenza dei nove giudici di Washington che venerdì scorso ha annullato ogni distinzione tra matrimoni etero e gay, il Procuratore generale, il repubblicano Ken Paxton, infatti, ha definito "fuorilegge" la sentenza della Corte Suprema statunitense. Secondo Paxton i funzionari dello stato texano possono rifiutare i certificati di nozze sulla base delle loro credenze religiose e ha precisato che coloro che intenderanno scegliere questa possibilità potranno essere multati o portati in tribunale. Ha anche aggiunto, però, che molti avvocati sono disposti a difenderli gratuitamente. Una sfida in piena regola, dunque, quella che il Texas lancia alla Corte Suprema che ha prodotto già i suoi effetti: nello Stato conservatore, infatti, sono centinaia i funzionari pubblici che hanno chiesto istruzioni su come applicare la decisione del Ministro della Giustizia texano. Secondo Paxton la Corte Suprema ha "creato" un nuovo diritto costituzionale ma questa decisione non può annullare o mettere in dubbio il Primo emendamento della Costituzione dedicato alla libertà di espressione e di manifestare apertamente la propria religione: "Gli addetti delle contee e i loro impiegati - secondo Paxton - conservano le loro libertà religiose e quindi possono rifiutarsi per motivi religiosi di concedere di concedere una licenza di matrimonio a persone dello stesso sesso. I giudici di pace - ha proseguito - così come i giudici allo stesso modo conservano le loro libertà religiose e possono sostenere che il governo non può obbligarli a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso se queste sono contrarie alla loro religione". Infine, relativamente ai funzionari che si appellassero all'obiezione di coscienza, ha aggiunto: "Io stesso farò personalmente tutto quanto in mio potere per difenderli". E.M. Israele intercetta navi della Flotilia Intanto a Ginevra comincia il dibattito sui 51 giorni di Gaza dello scorso luglio: la votazione alla fine della settimana Intercettate dalla marina israeliana quattro barche facenti parte della cosiddetta "Flotilia per la pace" filo-palestinese, erano in acque internazionali e dirette verso la Striscia di Gaza per rompere il blocco navale. Le forze armate israeliane hanno diffuso un comunicato in cui hanno detto: "Dopo essere ricorsi a tutti i canali diplomatici, il governo israeliano ha ordinato alla marina di fermare le imbarcazioni che sono state ripetutamente avvisate di cambiare rotta. I marinai sono quindi saliti a bordo delle imbarcazioni per ispezionare senza ricorrere all'uso SULLA GOTHENBURG MARIANNE VIAGGIAVA ANCHE L'EX PRESIDENTE TUNISINO MONCEF MARZOUKI della forza. L'operazione si è svolta - dice ancora il comunicato - senza incidenti". Le navi sono state poi dirette verso il porto israeliano di Ashdod. Secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa, sulla Gothenburg Marianne, bloccata nella mattinata di ieri, era presente anche l'ex Presidente della Repubblica tunisino Moncef Marzouki, la notizia - riferisce ancora la stessa fonte - è stata confermata dall'esercito. A Tunisi i sostenitori dell'ex Presidente si sarebbero radunati nei pressi di un incrocio nel quartiere di Menzah per chiederne la liberazione. Intanto a Ginevra, sul tavolo del Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani è giunto il rapporto redatto dalla commissione internazionale di indagine dell'onu sulla guerra di 51 giorni dello scorso luglio tra Hamas e Israele nella Striscia, il dibattito sul rapporto è iniziato ieri stesso ma la votazione è attesa per la fine della settimana. L'accusa su cui si dibatte è nei confronti di Israele e dei gruppi armati palestinesi di aver compiuto violazioni e abusi del diritto umanitario internazionale. La Commissione ha evidenziato come un terzo delle vittime siano stati bambini: il rapporto è stato respinto sia da Hamas che da Netanyahu. "Nel suo rapporto di duecento pagine - riferisce l'aki, la commissione d'inchiesta incaricata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite denunciava sofferenze umane e livelli di devastazione 'senza precedenti', che avranno un 'impatto sulle generazioni future' e che potevano equivalere a 'crimini di guerra'". Il "livello di devastazione senza precedenti", specifica ancora l'aki, è riferito dalla Commissione alla morte di palestinesi e alla distruzione di 18mila abitazioni in 51 giorni, oltre ai 25 milioni di dollari di danni a proprietà civili. Tra gli israeliani le perdite sono state notevolmente più contenute: il rapporto parla di 73 uccisi israeliani. E.M.

7 7 STORIA ABBIAMO CERCATO LA VICENDA E GRECA TROVATO SI ARRICCHISCE IL LIBRETTO DI CHE UNA IL NUOVA GIOVANE PUNTATA. MAESTRO CON ATENE DI GUALTIERI CHE FA UN UTILIZZÒ ASSIST ALLE PER COLOMBE L'INSEGNAMENTO TEDESCHE AI FANCIULLI Aurore primaverili, il testo che Benito usò a scuola C è del lezioso ed anche del bigottismo. Tolto qualche raccontino ben fatto, i libretti della Salvi non sono consigliabili e mi auguro che siano quanto prima cambiati di Emma Moriconi Dalla relazione finale del maestro Benito Mussolini, 1902: "10) Libri di testo - 'Aurore primaverili' di Edvige Salvi. C'è del lezioso in queste 'Aurore' ed anche del bigottismo. Tolto qualche raccontino ben fatto, i libretti della Salvi non sono consigliabili e mi auguro che siano quanto prima cambiati". Ne abbiamo parlato la scorsa settimana. La curiosità circa questo libretto per le prime classi elementari ci ha spinto a cercarlo e lo abbiamo trovato. Avete presente l'odore delle pagine dei libri antichi? Quel fascino che trapela da pezzi di storia nostra lontani da noi nel tempo ma che ci appartengono perché sono parte della vita dei nostri nonni, bisnonni, avi. La carta è liscia ed ingiallita, da quando questo piccolo libro è stato stampato sono trascorsi centoquattordici anni... "Aurore primaverili" è un piccolo volumetto, in copertina reca l'immagine di bambini sorridenti che osservano gli elementi della natura in una cornice di foglie di vite, affacciati ad un balcone. "Sillabario per l'infanzia compilato da Giuseppe Ferrara - Edizione a ristampa Remo Sandron Editore - Milano-Palermo. Approvato definitivamente dal Ministero della P.I. (3 ottobre 1899)". L'autrice è appunto Edvige Salvi. "Letture educative per le scuole elementari in conformità ai programmi ufficiali". È un vero e proprio sillabario, la prima lezione contempla le vocali, la "i" di imbuto, la "o" di oca, la "u" di uva, la a di "ape", la "e" di elefante. Al fianco di ogni letterina c'è un disegno delle paroline che i piccoli devono imparare. Il volumetto è molto piccolo di dimensioni, le immagini sono naturalmente in bianco e nero, sono dei disegni. Fa un certo effetto vedere come le generazioni che ci hanno preceduto imparavano a leggere e a scrivere. Prima le letterine sono scritte in corsivo, poi in stampatello minuscolo. Si volta pagina e queste La copertina e una pagina interna del libro per l'infanzia che utilizzò Mussolini a Gualtieri vocali si mettono insieme: "aia", è la prima parola compiuta che i bambini imparano. L'immagine abbinata alla parola è una scena rurale, due contadini al lavoro e, sullo sfondo, una casa di campagna. Riflette la realtà dell'epoca. La seconda lezione insegna la lettera "d". Dado. Le sillabe "da, de di do du", le composizioni che con queste sillabe si possono fare: "dado, dio, ida, dadi, due, ada, idea, odio", poi le prime frasette: "due dadi i dadi di ada". Una curiosità: i bambini a questo stadio non hanno ancora imparato l'uso della lettera "h", così i verbi gli vengono insegnati in questo modo: "ida à i dadi di ada. io ò i dadi di ida", cioè con la lettera accentata e priva dell'h. in effetti in molti documenti del tempo si ritrovano queste espressioni, specialmente negli scritti dei bambini e in quelle delle classi rurali della popolazione. Un metodo di scrivere i verbi che risale al Medioevo. Il libretto procede così con tutte le lettere dell'alfabeto: la terza lezione spiega la lettera "n", la quarta la "m", la quinta la "l", e poi la "t", la "p", la "b", e ogni volta che si aggiunge una lettera, le parole e le piccole frasi che il bimbo impara diventano sempre più complesse: "io ò una pipa e una pina tu ài i ditali di paolina ada à le mani pulite tu le ài pulite? - no. la pina à i pinoli la ape à le ali la ape è animale alato pipino mi à dato una matita nina è malata e patita adelina pela le patate". Il volumetto le riporta proprio così, senza punteggiatura, tutto minuscolo: le maiuscole in questa fase ancora non vengono spiegate ai fanciulli. Ancora avanti con le lettere troviamo la "b", poi la "v", la "f", la "r", la "s", la "z". La lezione 14 procede con l'elaborazione dei dittonghi e propone le forme abbinate alle consonanti: "fio, zio, pio, rio, dio, vio". Si va avanti dunque con brevi storielle, per esempio: "un dì mario urtò un povero orbo e lo fe' rotolare al suolo. Poi si mise a ridere e andò via. - infame! ma tito ed emilio se ne avvidero e addolorati aiutarono il povero orbo. bene!". Per arrivare alla lettera "h" bisogna aspettare la lezione numero 20 e si comincia con la parola "ehi!" per poi passare a "ho, ha, hai hanno". Ma nelle frasette successive si continua a scrivere "io ò veduto un povero cieco che chiedeva la limosina". Il linguaggio è d'altra epoca, come si può notare. A pagina 50 finalmente ecco l'alfabeto italiano che contempla anche le maiuscole. Questa paginetta è una vera chicca, vediamo: c'è una tabella suddivisa in cinque colonne. Le prime due riguardano le lettere minuscole, "stampate" e "manoscritte". Le seconde due le maiuscole, ancora divise in "stampate e manoscritte". L'ultima riguarda i "nomi delle lettere". Proseguendo, ecco le doppie, gli abbinamenti di consonanti, i raccontini si fanno via via più complessi. Al termine del piccolo libro c'è scritto: "Finalmente ho imparato a leggere e a scrivere. Oh, come sono contento! Ma se non avessi frequentata la scuola, se non avessi studiato, ora non saprei neanche tener la penna. Ha ragione il signor maestro quando dice: -Bimbi miei, senza lo studio e il lavoro non si riesce proprio a nulla". Dicevamo: "C'è del lezioso in queste 'Aurore' ed anche del bigottismo. Tolto qualche raccontino ben fatto, i libretti della Salvi non sono consigliabili e mi auguro che siano quanto prima cambiati". Questo il giudizio del maestro Mussolini sul libro appena esaminato. Dare oggi un'opinione in merito certamente non è facile, di sicuro però si può dire che il giovane insegnante non aveva alcuna remora ad esprimere la propria opinione, anche in termini ufficiali, nonostante fosse alla sua prima esperienza professionale. LA SCELTA DI LASCIARE IL SUO PAESE PER TENTARE LA SORTE IN SVIZZERA Perseverando arrivi Accludo qui unito un atto di consenso rilasciato dal sig. Mussolini Alessandro perché venga concesso il passaporto per l estero al figlio Benito Siamo giunti così al periodo in cui Benito comincia a valutare la possibilità di emigrare all'estero. Ha solo diciannove anni e non vuole restare ancorato alla realtà rurale di Gualtieri, dove, come abbiamo visto, comincia ben presto a diventare insofferente. Dei suoi propositi parla alla sua famiglia in una lettera, nella quel chiede al padre Alessandro di fargli preparare il passaporto. Ne riferisce Edoardo Bedeschi nel suo "La giovinezza del Duce", che riporta in appendice il documento con cui il Comune di Predappio comunica al sindaco di Gualtieri Emilia il consenso di Alessandro al rilascio del documento per il figlio. Il documento porta la data del 15 maggio 1902: "Al sig. Sindaco di Gualtieri Emilia, accludo qui unito un atto di consenso rilasciato dal sig. Mussolini Alessandro perché venga concesso il passaporto per l'estero al figlio Benito, costì residente, in carta libera. Ciò per deduzione tratta dall'art. 6 del R. Decreto 7 agosto 1900, n. 356, pur sembrandomi che tale atto dovesse rilasciarsi in carta bollata da L. 2,40 del che la lettera della S.V. non fa cenno. Il Sindaco". Lo stesso Bedeschi racconta che "Alla notizia i genitori si guardano in silenzio, senza sorpresa o disappunto. Il signor Alessandro rivolta fra le mani la lettera dalla scrittura chiara e decisa, e pensa che il suo figliolo sa lui quello che ha da fare; mamma Rosa, leggermente impallidita, alza agli occhi al cielo come per dire 'Sia fatta la volontà del Signore'". Quando arriva la fine dell'anno scolastico, il maestro Benito Mussolini assegna i compiti per le vacanze ai suoi piccoli allievi e li invita a copiare due parole che lui stesso scrive alla lavagna: "Perseverando arrivi". "AI primi di luglio - scrive ancora Bedeschi - col passaporto, giunge il vaglia telegrafico della mamma: tutta una mesata del suo magro stipendio, appena sufficiente per arrivare da Gualtieri alla frontiera. Benito, ormai alla vigilia della partenza, prepara con ogni cura gli atti per la consegna della Scuola all'autorità comunale. Sono fogli, quaderni, libretti, avanzi di cancelleria, che rappresentano e ricordano mesi e mesi di coscienzioso lavoro e che egli ammucchia in bell'ordine sopra la cattedra". In quell'occasione presenta anche la relazione che abbiamo riportato testuale ed integrale in una delle puntate precedenti di questo speciale. Altro episodio di cui abbiamo riferito è quello dell'improvvisata orazione del 2 giugno 1902, anniversario della morte di Garibaldi. A tal proposito Ivon de Begnac, nel suo "Vita di Mussolini" ricorda come trent'anni dopo, "il sogno dell'uomo Nuovo doveva diventare splendente certezza". Infatti il 2 giugno del 1932 Benito Mussolini, che non era più il giovane maestro di Gualtieri ma il Duce, torna a parlare di Garibaldi: "Il 2 giugno scirve - in cui si compiva il cinquantenario della morte dell'eroe, andai sul Gianicolo, ove erano radunate le forze giovani della nuova Italia accanto ai reduci delle campagne garibaldine, per ascoltare questo nostro Capo che, nella forza romana dei suoi cinquant'anni, conserva l'entusiasmo primaverile dei quattro lustri. Pensai, in quel luminoso mattino, al maestro di Gualtieri che aveva, trent'anni indietro, parlato innanzi al popolo sullo stesso argomento. Il suo volto era trasfigurato nella gloria della luce. Concludeva con le sue parole il ciclo storico del Risorgimento. La situazione sentimentale non era cambiato: l'uomo aveva ancora vent'anni. Contro tutte le opinioni, affermo che la sua fede era la stessa di trent'anni prima, e che quest'uomo l'aveva mantenuta intatta superando il travaglio spirituale dell'ottocento, perché sostenuto dalla certezza di poter incidere il proprio nome nel secolo delle grandi lotte e delle romane conquiste: il Novecento". emoriconi@ilgiornaleditalia.org

8 8 DA ROMA E DAL LAZIO INTANTO L ASSESSORE IMPROTA CONFERMA LE DIMISSIONI. VACILLA ANCHE LA SCOZZESE Metro C: Marino lo smemorato L opera venne finanziata dall ex premier Berlusconi e dal governatore Storace Ignazio Marino è soddisfatto. Lindo e pinto, il primo cittadino si è presentato all inaugurazione della tratta Centocelle-Lodi della metro C. Dando così il via al primo treno del percorso. Sul quale è salito senza ripensamenti l ormai ex assessore alla Mobilità e ai Trasporti, Guido Improta, presente comunque al taglio del nastro. L ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture, fortemente renziano, ha bollato il sindaco di Roma, il quale nelle scorse settimane aveva dato il via al corteggiamento (inutile) affinché tornasse sui suoi passi, confermando le sue dimissioni. Assolutamente sì. Le mie dimissioni sono confermate, ha risposto Improta ai giornalisti. Parole alle quali Marino non ha dato tanto peso, tentando di spostare l attenzione sull inaugurazione dell opera, alla quale non ha partecipato il Consorzio della metro C. Un risultato grazie alla collaborazione e alla determinazione della mia giunta, del governo, la Regione Lazio e la commissione Trasporti della Camera, ha scandito Marino. Dimenticando, però, chi rese possibile il finanziamento e la realizzazione dell opera. Sembra passata un era politica. Invece parliamo di oltre 10 anni fa, quando il governo era presieduto da Silvio Berlusconi e Francesco Storace era a capo della Regione Lazio. Non fate sapere a Ignazio Marino quale governo e quale amministrazione regionale finanziarono la metro C di Roma, ha twittato Storace sotto l hashtag smemorato, innescando l ironia del web. Messa da parte l inaugurazione, il futuro non è certamente roseo e i grattacapi per Marino non sono finiti. Ora i riflettori dei media sono concentrati su un altra renziana di ferro, cioè Silvia Scozzese, assessore traballante al Bilancio, che aveva confessato privatamente ai suoi collaboratori i propri dubbi sull amministrazione, lasciando presagire la possibilità di un suo addio dal Campidoglio. Il nodo è ancora tutto da sciogliere. Ma, ormai, la strada sembra tracciata. Un doppio ko che difficilmente farà andare avanti ancora per molto il sindaco Marino, sempre più un pugile suonato, o che comunque manderà in seria difficoltà il primo cittadino. Per non parlare dell addio addirittura dal Consiglio comunale di Francesco D Ausilio, vicino a Zingaretti, dimissionato per un sondaggio critico contro Marino. Se a questo aggiungiamo gli strascichi della prima e seconda tranche di Mafia Capitale E ancora tempesta sul colle Monte Capitolino, il cui inquilino è ormai un uomo solo al comando, che non gode sia della fiducia del Pd, sia di quella dei romani. Innumerevoli sono le contestazioni dei cittadini ad ogni sua uscita pubblica. Ma quella di oggi sarà un altra giornataccia. Il sindaco sarà ascoltato dalla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri per richiedenti asilo e nei cie, le strutture di identificazione ed espulsione. Accompagnato dalla fedelissima Francesca Danese, assessore alle Politiche sociali. Un interrogatorio in cui, molto probabilmente, Marino dovrà chiarire alcuni aspetti dell inchiesta Mondo di mezzo del superprocuratore Pignatone. Un indagine che ha scoperchiato un altro mondo: il legame profondo tra le coop rosse e bianche e, da quanto emerge, la politica sprecona e assetata di soldi. Roma è nella palude e Marino crede di essere il salvatore. Pare che sia solo anche in questo. L INTERVENTO NEL GIORNO IN CUI ROMA FESTEGGIA I SUOI PATRONI 29 giugno con i santi e senza lestofanti Il leader de La Destra attacca il sindaco e lancia un appello alle donne e agli uomini di destra per liberare la Capitale Francesco Storace torna su Mafia Capitale, e lo fa sulla sua pagina Facebook A Roma La Persona: Storace nel giorno in cui Roma festeggia i santi patroni. In un lungo post, il leader de La Destra ripercorre lo scandalo che ha travolto Roma, ridicolizzata agli occhi del mondo. Un inchiesta quasi tutta rossa: ben il 70% degli indagati orbita nel centrosinistra. Con i santi Pietro e Paolo la cooperativa 29 giugno non c entra nulla. La data scelta dai lestofanti si riferisce a quella di un convegno in cui ci fu il battesimo imprenditorial-cooperativistico di Salvatore Buzzi. Tra poco comincia il Giubileo straordinario e Roma è al palo: i patroni della città, da lassù, ci guardano attoniti, scrive Storace, puntando il dito contro il primo cittadino: Oggi chissà quali stramberie pronuncerà Ignazio Marino, ma la sua stagione è irrimediabilmente finita. Il segretario de La Destra indica la strada da percorrere: A primavera si dovrà andare alle elezioni comunali e con gli schieramenti che si profilano già possiamo dire che il prossimo sindaco sarà espressione della minoranza più organizzata, i sondaggi non conteranno nulla in un voto che continuerà ad essere caratterizzato da astensionismo elevato. E se così sarà, potrà succedere di tutto. In campo bisognerà mettere persone oneste e capaci e nulla sarà impossibile, sottolinea Storace, che poi lancia un appello all area di destra: Gli uomini e le donne di destra si mettano a disposizione di questa battaglia, perché ne va anche dell'onore di una città e di una comunità. La posta in gioco sarà rappresentata dal nostro futuro, non dovremo rinunciare affatto al nostro diritto di voto. Nei prossimi cinque anni dovremo saper dire ai nostri figli di essere fieri di noi: è ai nostri ragazzi che dovrà essere rivolto ogni nostro sforzo, aggiunge ancora. Storace boccia gli esperimenti del passato, rivelatesi trampolini per la politica nazionale. Insomma, questo non deve più accadere. Roma merita di essere governata e bene. Lo ripeteremo ovunque. Pretendiamo che per dieci anni - ribadisce il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio - chi governerà Roma lavori solo per la città senza distrarsi con la politica nazionale: non vogliamo più essere le cavie per esperimenti politici personali. A settembre, per quello che ci riguarda, programmeremo una grande e positiva manifestazione popolare. Francesco Storace ha le idee chiare sul da farsi: Ma da adesso cominciamo a ritrovarci nelle case, su fb, su Twitter, ovunque ci sia un anima disposta a battersi per il bene di Roma e dell Italia. G.S TOR BELLA MONACA, I VIGILI DEL FUOCO CI HANNO MESSO MOLTE ORE PER DOMARE LE FIAMME Incendio nel campo rom abusivo Monta la rabbia dei residenti contro la giunta municipale di centrosinistra Basta. I residenti di Tor Bella Monaca chiedono giustizia e legalità. Un quartiere difficile, dove la criminalità è di casa. Come se non bastasse, anche il campo rom abusivo. Sgomberato più volte e, puntualmente, rioccupato, da cui ieri mattina una grossa colonna di fumo nero si è sollevata in via Aspertini. Una puzza nauseabonda. La gente respira con fatica. A bruciare circa 25 ettari di sterpaglie. Sul posto sono intervenute poco dopo ben quattro squadre vigili del fuoco insieme alle forze di polizia e ai volontari della protezione civile. Ci sono volute molte ore per domare le fiamme. Urla e grida dal campo irregolare. In molti sono scappati. Nessuno è rimasto ferito. Il Municipio VI (ex ottavo) latita, almeno dal racconto di un residente. Nonostante le segnalazioni e le denunce dei cittadini. La sicurezza è peggiorata dall insediamento del Municipio VI Marco Scibioni, iscritto al Partito democratico. Quando c era l ex presidente Lorenzotti il campo veniva sgomberato con scadenza quadrimestrale. Bastava una segnalazione e, dopo 3-4 ore, i vigili erano sul posto. Ora invece..., lamenta un residente. Il campo abusivo inizialmente era una baraccopoli, dove vivevano 3-4 persone. Sono addirittura in 30 a viverci, dopo quattro anni. Diventando un vero e proprio campo rom abusivo. Da chiarire le cause che hanno provocato le fiamme, che non sarebbero comunque dovute all estrazione del rame dai cavi recuperati dai rom, ha spiegato un altro cittadino al Giornale d Italia. La gente non ne può più. Non si sente sicura e, soprattutto, chiede a gran voce di essere ascoltata dalle istituzioni. Abbiamo fatto moltissime segnalazioni - rincara un terzo residente - sia al Municipio VI che alle autorità competenti, ma la risposta è sempre la stessa: Ne siamo a conoscenza. Risultato? Nessuno muove un dito.

9 89 DA ROMA E DAL LAZIO ELITALIANA SI CONFERMA UNA REALTÀ ESSENZIALE PER LA REGIONE LAZIO Elisoccorso, record d interventi In soli due giorni ha effettuato ben tredici missioni, una delle punte più alte degli ultimi anni si conferma una straordinaria realtà della Regione Lazio. I numeri sono inequivocabili. L elisoccorso Record di interventi dell elisoccorso regionale che dalla mezzanotte del 28 giugno alla mezzanotte del 29 effettuato 13 missioni, una delle punte più alte degli ultimi anni. I voli hanno coinvolto tutti i mezzi a disposizione e interessato tutte le province comprese le isole di Ponza e Ventotene. I tre Pegaso sono restati in volo complessivamente almeno 20 ore consecutive per effettuare 11 interventi di soccorso mentre due sono stati i voli annullati dopo pochi minuti dal decollo per cessato allarme. E il resoconto del weekend di Elitaliana, la più antica compagnia elicotteristica d Italia, che gestisce la base di Elisoccorso dell Ares 118 della Regione Lazio. Il primo intervento - ricostruisce la compagnia - è stato fatto nella notte su Ponza per soccorrere un anziano con problemi cardiaci, il secondo, nelle prime ore della mattina ha avuto come teatro operativo Ventotene dove è stato soccorso un uomo di 55 anni che era stato colto da ictus a bordo di una imbarcazione in rada nel porto dell isola. Ma non è finita qui. Un altro intervento nel primo pomeriggio di domenica, precisamente alle 14 Pegaso 21 è stato chiamato a Rignano Flaminio ed a seguire la centrale operativa del 118 ha dirottato la stessa eliambulanza a Monteromano in provincia di Viterbo, dove l altro ieri si è verificato l incidente più grave della giornata che ha coinvolto una moto e tre vetture con un morto e 5 feriti. Nel mezzo c è stato un volo annullato. Alle 23 e 30, inoltre, Pegaso 21 che ad oggi è l unica eliambulanza abilitata al volo notturno è stato inviata a Sora per il trasferimento a Roma di un paziente ricoverato nell ospedale del centro in provincia di Frosinone. Pegaso 44 di stanza a Latina, che assicura la copertura dell area sud della Regione, ha effettuato interventi a Sabaudia, Frosinone e Castel S. Pietro in provincia di Roma. Infine Pegaso 33, l elicottero che garantisce la copertura dell'elisoccorso per le province di Viterbo e Rieti, ha effettuato 3 interventi: due primari sul luogo dell incidente precisamente a Caprarola e Monterosi, comuni in provincia di Viterbo, e uno secondario per il trasferimento a Roma di un malato ricoverato presso l ospedale di Sora. Mentre un volo è stato annullato. Una realtà essenziale per il Lazio. Basti pensare che nel 2014 (i dati sono aggiornati al 31 ottobre), gli equipaggi dell Ares 118 e di Elitaliana sono stati impegnati in interventi, di cui con invio diretto sul posto dell elicottero (interventi primari) e 323 per il trasporto di un paziente critico da un ospedale all altro (interventi secondari). L EX SINDACO CAPANINI E LA DIRIGENTE DI NOLA DOVRANNO SBORSARE OLTRE 300MILA EURO DI RIMBORSO PIÙ LE SPESE GIUDIZIARIE Fibra ottica a Fiumicino: maxirimborso per Germani Il giallo continua. Il primo cittadino Montino vuole realizzare una nuova intranet. Eppure con un prezzo irrisorio si potrebbe attivare quella progettata dall ex manager di Tiscali Trecentonovemila euro. E il risarcimento, oltre alle spese di giudizio, che deve l ex sindaco di Fiumicino Mario Canapini e la dirigente comunale Patrizia Di Nola a Marco Germani, uno dei 7 dirigenti Tiscali, ideatore e progettista della rete in fibra ottica mai ultimata nella città del litorale romano. Lo ha deciso il Tribunale di Velletri, che ha però escluso dal giudizio sia il Comune di Fiumicino che l ex dg Giancarlo Pascucci. Una sentenza che ha appurato come l impianto esista e i lavori svolti da Germani sono stati realizzati, non come qualcuno voleva far credere. Ora basterebbero appena 30-40mila euro per attivarla. Si tratta di 78 chilometri di fibra ottica posata e connessa, oltre a 37 sedi collegate. Grazie all impegno di Germani, ex collaboratore dell ex sindaco Canapini, che fece donare da Fastweb al Comune di Fiumicino gran parte dei servizi e parti dell infrastruttura di rete, complessivamente valutati 8,1 milioni di euro. Un opera che ha un valore di 20 milioni di euro. Ora, però, l amministrazione di Esterino Montino (Pd) è proiettata a realizzare una nuova intranet comunale. Il cui costo ammonterebbe a milioni di euro. Alla faccia di quella esistente e della tanto sbandierata spending review. Una rete che tutt oggi risulterebbe molto utile. Non tutti i comuni del Lazio, infatti, possono godere dei collegamenti in fibra ottica. Il che la dice lunga sul progetto fortemente innovativo ideato e progettato da Germani gratuitamente per il Comune di Fiumicino nel 2004, mettendo a disposizione le sue competenze. Un opera fortemente innovativa per l epoca, se fosse andata in porto. Ma utilissima e d avanguardia anche dopo undici anni. In sintesi, l ex manager dall aprile 2004 al maggio 2006 ha avuto un incarico per la gestione delle reti informati del Comune di Fiumicino. Ricoprendo, inoltre, dal giugno 2004 al dicembre 2005 anche il ruolo per l innovazione tecnica-impianti a rete dell ente locale. A titolo gratuito, se la sua figura fosse rimasta di mera consulenza esterna. Subito dopo la rielezione del sindaco nel 2008, Germani viene allontanato. A pochi mesi dall attivazione delle sedi del I e II stralcio sui tre totali. Nessun motivazione ufficiale, sostiene l ex manager. Via e basta. La musica non cambia nemmeno con l elezione di Esterino Montino nel 2013, ex parlamentare, vicepresidente della giunta Marrazzo e capogruppo Pd alla Pisana. Il sindaco non ne ha mai voluto sapere di incontrare Germani. Ad aprire uno spiraglio, la mozione presentata in Consiglio regionale del Lazio sul caso. L ex manager è stato così contattato dall ufficio di presidente della Regione Lazio e, successivamente, si è recato in Comune per un faccia a faccia col sindaco. Nonostante lo stupore del primo cittadino e la disponibilità di Germani a completare l opera, finisce con un nulla di fatto. Immobile nemmeno la presidente della commissione Trasparenza Fabiola Velli (M5S), contatta da Germani. Il giallo continua. Almeno l ex manager può ritenersi in parte soddisfatto per il primo round giudiziario: ben ,60 euro dovranno sborsare Canapini e della Di Nola, più le spese di giudizio. Ma in cuor suo, Germani vorrebbe portare a compimento la rete. Che porterebbe tantissimi benefici all ente: azzeramento dei contratti e dei costi telefonici e Adsl, accesso gratuito ad internet in ogni sede e tanto altro. VIA CRISTOFORO COLOMBO Incidente bus-ciclista, l uomo è morto sul colpo Un altro ciclista è morto in un incidente con un autobus Atac. Il sinistro mortale è avvenuto ieri mattina intorno alle 9 in via Cristoforo Colombo, all altezza dell incontro con via Genocchi, nei pressi della sede della Regione Lazio. La vittima è Gianfilippo Milani, classe 1962, morto sul colpo. I tecnici Atac hanno immediatamente allertato i soccorsi, che poco dopo sono giunti sul posto a sirene spiegate. Ma gli operatori sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso. I vigili del fuoco sono intervenuti con tre squadre per estrarre la vittima da sotto il mezzo. A bordo del bus c era un passeggero che negli attimi successivi all incidente si sarebbe allontanato. La sua testimonianza potrebbe essere indispensabile per fornire indicazioni su quanto realmente accaduto. La polizia municipale ha rivolto un appello al testimone affinché si metta in contatto con il comando.

10 10 CONTINUANO LE INDAGINI SULL INCHIESTA I TRENI DEL GOL DALL ITALIA Pulvirenti ammette: Truccate cinque partite Il presidente del club etneo ha spiegato, nel corso dell'interrogatorio, di aver comprato i match a 100mila euro l uno per tenere la squadra in serie B. E si profila la retrocessione Ha ammesso di aver comprato cinque partite del campionato di serie B per evitare la retrocessione della squadra in Lega Pro. Il presidente del Catania Antonino Pulvirenti, ha confessato ieri mattina nel suo interrogatorio di garanzia davanti al gip di Catania. A rendere nota la notizia è stato il Procuratore della Repubblica di Catania Giovanni che ha spiegato come Pulvirenti ha precisato di aver pagato 100mila euro a partita, negando di avere scommesso, ma di avere agito per salvare la squadra. L inchiesta I treni del Gol, che ha fatto finire in manette, oltre a Pulvirenti, anche l amministratore delegato Pablo Cosentino e l ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, con l accusa di truffa e frode sportiva. Contestati gli stessi reati anche a due procuratori sportivi, Pietro Di Luzio, e Fernando Arbotti, e a due gestori di scommesse on line, Giovanni Impellizeri e Fabrizio Di Luzio. Interrogati ieri anche Impellizzeri, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, e Cosentino, che si è dichiarato estraneo ai fatti spiegando, tramite il proprio legale, che se Pulvirenti avesse davvero commesso tutto ciò sarebbe stato un folle. Non conosco nessuno degli altri indagati - ha aggiunto - tranne Delli Carri col quale avevo rapporti di lavoro. Intanto i legali di Pulvirenti precisano che il loro assistito ha ammesso di avere avuto contatti per riuscire a far sì che la sua squadra riuscisse a salvarsi dalla retrocessione cui pareva destinata verso la fine del campionato. A loro avviso, però, questi contatti non avrebbero avuto alcuna reale incidenza sull esito degli incontri. Le partite finite nel mirino degli inquirenti sono proprio cinque: Varese-Catania, del 2 aprile 2015, terminata con il risultato di 0-3; Catania- Trapani dell'11 aprile 2015 terminata 4-1; Latina-Catania del 19 aprile ; Catania- Ternana del 24 aprile 2015 terminata 2-0; e Catania-Livorno del 2 maggio terminata 1-1. Accertamenti in corso su Catania-Avellino del 19 marzo 2015 terminata 1-0. E mentre continuano le indagini dei magistrati etnei, tutto da verificare ciò che succederà sul fronte della giustizia sportiva. Il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi, pugnalato da un tifoso che chiedeva di radiare le cinque squadre coinvolte nello scandalo, oltre al Catania, ha risposto così con tweet: La giustizia sportiva prevede per responsabilità diretta la radiazione per le persone, la retrocessione per le società. A un altro supporter che si rammarica che la parte offesa sono solo i tifosi, rileva: Prima di tutto i tifosi e poi tutti quelli che lavorano nel calcio onestamente. Altre squadre coinvolte direttamente? Per sapere nel dettaglio aspettiamo che i magistrati di Catania facciano il loro lavoro - risponde Abodi - e lo condividano con la Procura Federale. l presidente, difende, quindi l'operato della sua Lega per arginare il fenomeno del Calcioscommesse, ricordando i 22 corsi di formazione e informazione,132 progetti sulla responsabilità sociale, giuramento dei capitani, l' adozione del modello organizzativo 231 per i club, il monitoraggio delle scommesse mondiale con Sportradar-Uefa e italiane con i Monopoli e la proposta di legge per la confisca dei beni per la frode sportiva. Questa la sintesi estrema di un impegno che non basta mai. Intanto c è anche il caso Claudio Lotito che non ci sta e denuncia all opinione pubblica l ennesimo tentativo di certa stampa di screditarlo, e con lui di screditare la stessa Figc. Il riferimento del presidente della Lazio e consigliere federale è alle notizie diffuse da alcuni organi di stampa, in merito al suo preteso coinvolgimento nelle vicende oggetto delle indagini svolte dai giudici di Catania. Convocato per oggi un vertice tra il presidente della Figc, Carlo Tavecchio e il procuratore federale Stefano Palazzi per fare il punto sulle inchieste. Barbara Fruch BOLOGNA SALTATA LA PROPOSTA DI CONCILIAZIONE AVANZATA DAL GIUDICE DEL PROCESSO CIVILE Franzoni in tribunale contro l avvocato Taormina Il legale, ex deputato, pretendeva il pagamento di quasi 800mila euro di parcella. I Lorenzi ne chiedevano 200mila per danni Anna Maria Franzoni e il marito Stefano Lorenzi finiranno in tribunale contro Carlo Taormina, ex legale della donna condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione, dei quali solo sei effettivamente scontati, perché accusata di aver ucciso il figlio Samuele, di appena tre anni, nella propria villetta di Montroz, frazione di Cogne, in Valle d Aosta, il 30 gennaio È saltata infatti la proposta di conciliazione fatta dal giudice nel processo civile a Bologna relativa agli emolumenti che l avvocato vanterebbe nei confronti degli assistiti. La causa aveva preso il via quando Taormina, noto legale siciliano, nonché ex deputato e sottosegretario, citò i coniugi, chiedendo che venissero condannati a pagare onorari mai saldati per 771mila euro. I due, in seguito, risposero presentando una domanda per un risarcimento di 200 mila, ritenendosi danneggiati dal coinvolgimento del processo 'Cognebis' e sostenendo, inoltre, che fin dall'inizio Taormina aveva pattuito la gratuità della prestazione. La proposta di mediazione avanzata dal giudice Pasquale Gianniti, che non ha trovato il consenso delle parti, prevedeva che Lorenzi (presente all'ultima udienza) e Franzoni, assistiti dall'avvocato Lorenzo Imperato, Livio Bonazzi e Cristiano Prestinenzi, pagassero 200mila euro in venti rate al legale, rappresentato dal figlio Giorgio Taormina; ma i due si sono rifiutati. Risultato: si torna in tribunale, la causa civile infatti proseguirà. B.F. IL BILANCIO DEGLI SCONTRI DI DOMENICA IN VAL DI SUSA Manifestazione No Tav: quattro denunce Due attivisti ultrasessantenni devono rispondere di resistenza a pubblico ufficiale. Gli altri dell armamento da guerriglia sequestrato in un furgone, tra cui mazze, maschere antigas e fumogeni Ancora scontri tra gli attivisti No Tav e forze dell ordine in Val di Susa. Dopo la turbolenta giornata di domenica, ieri quattro persone sono state denunciate e diverso materiale è finito sotto sequestro. I fatti Secondo quanto riferito dalla Polizia, nel corso della manifestazione No Tav un gruppo, formato da circa 1200 persone che da Exilles è arrivato a Chiomonte, ha attaccato le forze dell ordine schierate a protezione dei varchi, tra cui il varco 1 del cantiere, zona vietata al passaggio di mezzi e persone. Il primo attacco si è verificato in mattinata. Circa persone comunica la questura di Torino hanno violato l ordinanza del Prefetto e le prescrizioni che erano state emesse del Questore, imboccando la S.P. 233 che conduce al limite dell area protetta in Val Clarea. Un gruppo di circa 60 persone tutte vestite di nero si legge nella nota ha rapidamente risalito il corteo, portandosi in testa e percorrendo l area vietata per quasi un chilometro. Raggiunto lo sbarramento delle forze di polizia, il gruppo ha immediatamente iniziato un fitto lancio di pietre e artifizi pirotecnici verso gli operatori delle forze dell ordine. Alcune persone dello stesso gruppo hanno anche tentato di agganciare con delle corde le reti poste a protezione dell area interdetta, per abbatterle. Le forze di polizia sono ricorse all uso dell idrante ed al lancio di lacrimogeni, per respingere l attacco. Momenti di tensione nel corso della manifestazione, organizzata in concomitanza con il quarto anniversario degli scontri per la presa della Maddalena (area dove è stato realizzato il cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione) si sono registrati anche nel pomeriggio. Nei tafferugli sono rimasti feriti quattro agenti di polizia, due dei quali hanno riportato ustioni alle gambe in conseguenza del lancio dei fuochi d artificio. Sequestri e arresti All interno di una furgone Digos e carabinieri di Torino hanno sequestrato, quindici fuochi d artificio la cui vendita sarebbe vietata, venti torce segnaletiche, dieci fontane pirotecniche, confezioni vuote di altri artifici pirotecnici, alcuni scudi di plexiglas, quindici maschere antigas con filtri, due bastoni, quindici maschere di Anonymous, quindici occhialini di protezione, dieci zaini e trenta giacche impermeabili con il cappuccio di colore nero. Sigilli anche allo striscione di apertura del corteo con la scritta La valle che resiste e non si arrende e a vestiti, che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati indossati durante gli scontri al cantiere di Chiomonte. Quattro le persone denunciate e fermate, due delle quali si trovavano proprio a bordo del furgone in cui è stata ritrovata l attrezzatura. Si tratta di un 39enne esponente del centro sociale Askatasuna di Torino, e un 34enne della Valle, esponente del Comitato di Lotta Popolare contro l'alta velocità di Bussoleno che dovranno rispondere del materiale sequestrato. Identificati e denunciati inoltre due attivisti storici 64enni, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per la violazione dell'ordinanza prefettizia. L ala dura del movimento No Tav hanno spiegato Massimo Montebove e Silverio Sabino, portavoce nazionale e segretario provinciale torinese del Sap (sindacato autonomo di polizia) capitanata da qualche soggetto ben noto agli archivi di polizia e spalleggiata dai soliti amici politici che siedono in consiglio regionale, ha trasformato una manifestazione che poteva e doveva essere pacifica, concordata nei minimi dettagli con la questura, in un occasione di scontro e mancato rispetto delle regole. B.F.

11 11 DALL ITALIA PALERMO - IL PRIMARIO DI CHIRURGIA PLASTICA MATTEO TUTINO ACCUSATO DI TRUFFA, PECULATO, FALSO E ABUSO D UFFICIO Arrestato il medico di Crocetta Effettuava interventi estetici nell ospedale pubblico chiedendo il rimborso al Ssn sulla base di documentazioni falsificate, oltre a farsi pagare un compenso dai pazienti spacciandolo come corrispettivo per le medicazioni di Barbara Fruch Truffa al sistema sanitario, peculato, falso e abuso d'ufficio. È con questa accusa che è stato arrestato ieri dai Carabinieri del Nas di Palermo Matteo Tutino, primario del Reparto di Chirurgia plastica e Maxillo Facciale dell ospedale Villa Sofia a Palermo, nonché medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta (Foto La Sicilia). Il medico secondo l'accusa eseguiva nella struttura pubblica interventi estetici non inclusi nei livelli essenziali di assistenza (lea) del servizio sanitario nazionale e ritenuti però riferibili ad attività libero professionale di natura estetica non consentita negli ospedali. Per queste prestazioni il camice bianco si faceva pagare un compenso non dovuto dai pazienti, celandolo quale corrispettivo per prestazioni post operatorie, ovvero medicazioni, oltre a richiederne il rimborso al servizio sanitario regionale sulla base di documentazioni sanitarie e cartelle cliniche falsificate, arrecando quindi un ingente danno all'erario. Tutino, che secondo la Procura avrebbe eseguito almeno una decina di interventi estetici è accusato solo di truffa(trattandosi di interventi estetici fatti rientrare fra le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale), ma anche di peculato e falso, proprio per avere fatto uso della struttura pubblica per eseguire i suoi interventi. Il medico è dunque finito ai domiciliari a conclusione di una lunga attività d'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, e diretta sostituto procuratore Luca Battinieri, avviata all'inizio del 2013 dai Nas e che ha permesso di far luce su numerose attività illecite che sarebbero state compiute dal primario. Eseguite anche diverse perquisizioni in collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo. Gli accertamenti ora proseguono: l indagine infatti non coinvolge solo Tutino, ma riguarda altre persone per le quali sarebbero pronte delle misure restrittive, seppure non custodiali, chieste dalla Procura. Coinvolti Damiano Mazzarese dirigente del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell Azienda Ospedaliera l ex commissario dell azienda sanitaria Giacomo Sampieri e il direttore sanitario Maria Concetta Martorana. L indagine è la prova ulteriore di tutto il malaffare che c'è dietro la gestione della Sanità pubblica ha detto all Adnkronos il Procuratore aggiunto Agueci Man mano che ci si addentra nel mondo della Sanità emergono dei fatti molto preoccupanti. Dagli accertamenti sono emersi anche dei comportamenti autoritari e degli abusi del primario, nei confronti di alcuni medici che si contrapponevano al primario, come contestano i magistrati. A un medico sarebbe stato importo il turno la sera di Capodanno solo perché si sarebbe opposto a Tutino. Intanto la Direzione strategica dell Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello spiega in una nota che adotterà gli opportuni provvedimenti che il caso richiede, per assicurare la continuità dell attività assistenziale e tutelare l immagine dell Azienda e dei tanti professionisti che ogni giorno con coscienza e impegno lavorano per offrire all utenza i migliori servizi sanitari. La Direzione si legge ancora ha disposto la sospensione del dottore Matteo Tutino. La responsabilità dell Unità operativa è stata affidata ad interim al Direttore del Dipartimento di Chirurgia Giuseppe Termine, per assicurare la continuità assistenziale. L ennesimo scandalo che piomba sul Governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che non nega come la giustizia deve fare un suo percorso. Capisco che adesso tutti diranno che è stato arrestato il medico di Crocetta, ma quello che è accaduto al mio medico, potrebbe accadere al mio idraulico o elettricista afferma dribblando l ipotesi di sistema di malaffare che sarebbe alla base dell inchiesta sull ospedale palermitano. NAPOLI Sparatoria in centro, feriti tre minorenni MILANO Non viene pagato, spara all auto del titolare VICENZA Senegalese espulso e arrestato di nuovo Ancora far west per le vie di Napoli. Tre minori, poco più che ragazzini, sono stati feriti a colpi d'arma da fuoco l altra notte in pieno centro. Uno di loro, un 17enne con precedenti di polizia, è ricoverato in ospedale in pericolo di vita. Le altre due vittime sono 16enni. Il fatto è accaduto verso l'1.40 in via Oronzio Costa, nel quartiere San Lorenzo. Secondo quanto trapelato i tre erano in sella a due scooter. Sul primo vi erano il 17enne che è in pericolo di vita per una ferita al torace e un 16enne pluripregiudicato colpito a una spalla e poi dimesso dal nosocomio. Il terzo minore, invece, viaggiava in sella a un altro ciclomotore: è stato ferito all'avambraccio sinistro e al torace ed è attualmente ricoverato in ospedale. Il ragazzo ha raccontato agli investigatori che è rimasto coinvolto per caso nella sparatoria e ha dichiarato di non conoscere gli altri due coetanei. Sul luogo dei fatti, la scientifica ha rinvenuto undici proiettili calibro 7,65. Mentre le indagini sono in corso pare che dietro all agguato i sia una matrice camorristica. Non è l unica sparatoria registrata l altra notte nel capoluogo partenopeo. Un altro episodio poco prima è avvenuto in via Catone, dove un uomo di 46 anni era stato ferito non gravemente da numerosi colpi di pistola, due dei quali lo hanno raggiunto all addome ed alla gola. Soccorso e trasportato all'ospedale San Paolo, è ora ricoverato in rianimazione. Si tratta di Angelo Caiazza, pregiudicato, residente in zona. Anche in questo caso sono state avviate le indagini per accertare la dinamica di quello che sembra essere stato un agguato. B.F. Tragedia sfiorata ieri mattina in un azienda di Magnago, comune di novemila anime in provincia di Milano. Un uomo verso le 10 ha esploso tre colpi di pistola contro l auto di un imprenditore verso il quale, pare, vantasse un credito. Secondo quanto trapelato poco prima, aveva incontrato il titolare della ditta di trasporti per la quale lavorava. Un incontro nel quale l uomo avrebbe lamentato mancata corresponsione di una parte della paga. Il dipendente avrebbe poi esploso alcuni colpi sparati (i primi rilievi parlano di 3 proiettili) da dietro (lo testimoniano i vetri del lunotto posteriore andati in frantumi), nessuno fortunatamente andato a segno tanto è vero che non è stata chiamata nemmeno un'ambulanza: l'imprenditore infatti non era a bordo del mezzo. Immediatamente il titolare ha avvisato i Carabinieri della Stazione di Legnano che hanno avviato le indagini dei carabinieri, coordinate dal capitano Francesco Cantarella. L aggressore è subito scappato ma l immediata battuta di ricerca operata dalle pattuglie in circuito della Compagnia ha consentito di rintracciare il fuggitivo a Legnano, ancora a bordo dell auto con la quale era appena fuggito. L uomo residente a Villa Cortese è stato arrestato per i reati di danneggiamento aggravato e porto abusivo d arma da fuoco, la pistola infatti non era detenuta regolarmente. Non è stato contestato il reato di tentato omicidio perché l'imprenditore non era a bordo della macchina. Ora si trova in carcere di Busto Arsizio a disposizione del magistrato di turno. B.F. Pregiudicato per aver favorito l ingresso illegale nel territorio italiano di stranieri e colpito da decreto di espulsione, si aggirava tranquillamente per le strade di Bibione, in provincia di Venezia. E quando è stato fermato dai carabinieri, prima, ha fatto finta di non capire l italiano e poi ha mentito sulla sua identità. Alla fine il 35enne senegalese è stato arrestato, proprio per false dichiarazioni a pubblico ufficiale. L episodio, come racconta Venezia Today è avvenuto sabato scorso quando l immigrato è stato notato mentre camminava in una via della cittadina balneare. Ad insospettire i militari è stato proprio il suo atteggiamento: lo straniero ha cercato di defilarsi nascondendosi tra i tanti passanti. Pedinato il senegalese è stato bloccato e gli sono stati chiesti i documenti. A quel punti lo straniero ha fatto dapprima finta di non capire l italiano per poi riferire di averli dimenticati a casa sua, a Mirano. Oltretutto il nome da lui dichiarato, verificato sulla banca dati nazionale, risultava inesistente. A quel punto il senegalese è stato accompagnato in caserma per accertamenti e sottoposto alla verifica delle impronte digitali, che hanno permesso di identificarlo: è risultato pregiudicato per aver favorito l ingresso illegale nel territorio italiano di stranieri e colpito da decreto di espulsione. Arrestato, è stato portato al carcere di Pordenone. È l ennesimo caso che sottolinea come tropo spesso gli immigrati si prendano gioco delle leggi italiane. Quando vengono espulsi, rimettono tranquillamente piene nel Paese. B.F.

12 12 SOCIETA LA VICENDA GRECA SI ARRICCHISCE GIOVANI, BELLI DI UNA E NUOVA RICCHI, PUNTATA. ARRIVA CON LA ATENE CLASSIFICA CHE FA UN DI ASSIST FORBES ALLE COLOMBE TEDESCHE Taylor Swift e Calvin Harris: coppia d oro dello showbiz Con un fatturato stellare nel 2014, hanno superato Beyoncé e Jay-Z, che per quest'anno si accontentano del secondo posto di Chantal Capasso Sono l invidia dell intero Pianeta: giovani, belli e ricchi. Ad aggiudicarsi il primo premio della classifica della coppia più ricca del mondo dello spettacolo, stilata da Forbes, sono i giovanissimi Taylor Swift e Calvin Harris. La coppia fashion ha un fatturato del 2014 di (soli) 146 milioni di dollari. Tra ingaggi, pubblicità, concerti e vendite di dischi, Taylor Swift (25 anni) e Calvin Harris (31 anni) sono, sempre secondo Forbes, anche una delle coppie più influenti del mondo. Beyoncé e Jay-Z sono stati quindi cacciati dal loro primo posto accontentandosi della seconda posizione con "appena" 110,5 milioni di dollari in 365 giorni. Con oltre 30 milioni in meno, rispetto ai due nuovi fidanzatini d'america. Poverini si staranno sicuramente leccando le ferite in qualche super lussuoso e kitch resort in un angolo di paradiso terrestre. Al terzo posto si sono classificati Miranda Lambert e Blake Shelton, la coppia della musica country, che ha incassato 57 milioni di dollari. Forbes, come ogni anno in questo periodo, ha stilato la lista delle star che hanno incassato di più nel Quest anno la coppia che è risultata la più ricca, anche se si è formata solo da pochissimi mesi, per l esattezza tre e lei. Lei è bellissima, da molti è definita la regina dei social, ed è molto conosciuta sia come cantante che come attrice, lui è un famosissimo dj e cantante. Una coppia invidiata da tutto il jet set per la sua bellezza ora lo è anche per la sua ricchezza. Taylor Swift è famosa nel mondo per la sua sensualità e per la sua incredibile voce. La star americana nel 2006 pubblicò il suo primo album che subito ebbe un successo incredibile vendendo oltre 5 milioni di copie. Nel 2008 Taylor Swift pubblicò un brano intitolato Love Story che è entrato nella storia della musica. Da poco la star americana fa coppia con il cantante scozzese Adam Richard Wiles che è diventato popolare con il nome di Calvin Harris. I due fidanzatini sono, secondo Forbes, la coppia più richiesta del pianeta con compensi, per ogni loro apparizione, ultra milionari. La loro popolarità e ricchezza, secondo una delle riciste più famose del mondo, ha superato anche la ricchissima coppia americana formata da Beyoncé e dal marito Jay-Z. Il duo di giovanissimi cantanti formato da Taylor Swift e dal suo compagno Calvin Harris ha incassato, nel 2014, la cifra altissima di 146 milioni di dollari. Tra l altro come nelle migliori tradizioni delle star, Taylor Swift ha avuto una vita sentimentale molto movimentata. Secondo i giornali di gossip americani la famosa cantate statunitense è stata a lungo legata a Harry Styles, leader della band degli One Direction. DA UNO STUDIO DELL UNIVERSITÀ DELLA CALIFORNIA Lo smog ci rende vecchi Danneggia il nostro cervello e diminuisce le capacità cognitive di Elvira Mami Lo smog fa male ai nostri polmoni ma anche al cervello. L esposizione a lungo termine all inquinamento atmosferico lo invecchia prematuramente e danneggia le funzioni cognitive. Ad affermarlo, uno studio dell Università della California, pubblicato sulla rivista Annals of Neurology. La ricerca è stata condotta su oltre 1400 donne sane, senza alcun stato di demenza senile, di età compresa tra i 71 e gli 89 anni. Attraverso la risonanza magnetica, gli studiosi hanno misurato i volumi delle diverse aree cerebrali. In seguito hanno messo a confronto i dati ottenuti dall esperimento, con quelli relativi all inquinamento dell aria e al luogo di residenza dei partecipanti tra il 1996 e il Hanno, così, stimato l esposizione di ciascun soggetto alle polveri fini, in particolare il Pm2.5, quella frazione delle polveri con diametro inferiore ai 2,5 micron. Le dimensioni molto ridotte rendono questo particolato molto pericoloso per il nostro organismo in quanto è più facile che penetri nelle vie respiratorie perché rimane più a lungo sospeso nell aria. Si è così visto che, ad ogni aumento di 3.49 microgrammi per centimetro cubo di esposizione cumulativa agli inquinanti, c era un calo di 6,23 centimetri cubi di materia bianca, pari ad 1-2 anni di invecchiamento del cervello. Un dato rimasto costante, pur considerando altre variabili, come età, pressione del sangue, indice di massa corporea, fumo, attività fisica, istruzione e guadagni. Ciò ci dice che il danno prodotto dall inquinamento atmosferico va al di là del sistema circolatorio rileva Jiu-Chiuan Chen, coordinatore dello studio -. Le particelle dell aria sono un ambiente neurotossico per l invecchiamento del cervello. Inoltre, la ricerca ha scoperto che l aumento di soli due microgrammi per metro cubo di Pm 2,5 nell aria è associato a una riduzione dello 0,32% del volume cerebrale e a un incremento del rischio di un particolare tipo di ictus del 46% e alla diminuzione del volume del cervello. Un quadro clinico che si traduce in un invecchiamento delle funzioni cognitive di un anno. I meccanismi attraverso cui questo avviene spiegano i ricercatori restano poco chiari, ma l infiammazione sistemica derivante dal deposito di polveri sottili nei polmoni è probabilmente molto importante. IL CANTANTE HA INAUGURATO UNA PASTICCERIA A LATERINA IN PROVINCIA DI AREZZO Pupo, apre Gelato al cioccolato Pupo ha inaugurato pochi giorni fa (27 giugno scorso) a Ponticino, frazione di Laterina nell'aretino, la gelateria "Gelato al cioccolato", che richiama il titolo della canzone che l'ha reso famoso. "Nasce a Ponticino, in Toscana, da dove tutto è partito 40 anni fa. La mia storia comincia nel negozio che ho risistemato e che allora ospitava la sede dell'associazione culturale del mio paese, 'Electa', accanto alla chiesa di Ponticino. Da ragazzo ci suonavo la chitarra e cantavo". Racconta ad Adknkronos il cantante. "Proprio da questo locale - continua Pupo - prende corpo una sfida molto divertente ma anche molto impegnativa. Una sfida commerciale e professionale. Siamo in Toscana ma l'ambizione è mondiale: ho costruito a Ponticino una gelateria che offre un gelato di qualità straordinaria anche perché i miei partner, Carpignani che fa le macchine per il gelato e Easy che fa i frigoriferi più importanti del globo, sono leader mondiali del gelato. Loro mettono a disposizione la parte tecnica, io quella artistica". Nella gelateria, spiega Pupo: "ci ho messo i cimeli più importanti della mia carriera: nel pavimento ho fatto incastrare undici dischi d'oro. C'è la chitarra con cui ho scritto 'Gelato al cioccolato'. C'è il mio racconto fotografico con tutti i miei colleghi, da Celentano a Morandi a Fiorello, alla Nazionale cantanti. Ci sono oggetti, come il Tapiro ed oggetti cult del gossip del mondo della televisione. E', in pratica -dice scherzando Pupo- una sfida all'hard Rock Cafe' americano". A servire i gelati ci saranno le figlie del cantante Ilaria e Clara, però Pupo non nasconde che potrà andare anche lui dietro al bancone. Il logo è un cono al cioccolato rovesciato. Quanto infine ai suoi prossimi impegni sul piccolo schermo dopo l esperienza con l albanese Agon Channel, Pupo racconta: Ho ricominciato a lavorare con la Rai, l 11 luglio farà Napoli prima e dopo, in diretta dal Maschio Angiolino. Alla fine di agosto condurrò la finale, sempre sulla Rai, del Festival di Castrocaro. Il 7 aprile 2016, infine, ci sarà il grande concerto di lancio a Mosca del mio nuovo album. Ch.C.

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