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2 IL DIRETTORE Venerdì 13 giugno 2014, la Camera di Commercio di Livorno ha celebrato la 12 Giornata dell Economia, nel corso della quale è stato presentato il Rapporto sull economia in provincia di Livorno nel Così come la popolazione residente in provincia di Livorno è ormai attestata su livelli stabili di residenti (335 mila abitanti), anche il complesso delle cellule produttive presenti sul territorio si aggira ormai da qualche tempo attorno alle 40 mila unità. Il 2013 si è caratterizzato per la prosecuzione del processo di riduzione numerica delle sedi d impresa, che nel 2012 ha mostrato i suoi maggiori effetti. Tale fenomeno si è affievolito proprio nel 2013, perché, se da un lato si rileva ancora una diminuzione delle imprese registrate e di quelle attive, dall altro è emersa una crescita nel numero delle iscrizioni. Fra le note positive si annoverano anche l aumento delle unità locali con sede fuori provincia e la notevole crescita degli imprenditori stranieri. La flessione dello stock provinciale è da ascriversi all andamento negativo osservato per quattro settori economici: il commercio, le attività manifatturiere, le costruzioni e l agricoltura, peraltro piuttosto preoccupante per gli ultimi due. Nell ultimo quadriennio, l unico settore che ha mantenuto una crescita numerica costante è stato quello dell alloggio e della ristorazione. Gli imprenditori artigiani sono calati con un passo simile alla media provinciale, evidenziando però una minore vivacità nel creare nuove imprese. Appare in discesa tendenziale il fatturato delle imprese artigiane manifatturiere, anche perché l ambito operativo rimane orientato al mercato locale, che langue da tempo, e non a quello internazionale, in forte ascesa. Nonostante i prezzi di vendita siano rimasti stabili rispetto all anno precedente e la maggior parte degli artigiani non abbia effettuato alcun investimento nel biennio , l occupazione si mantiene sostanzialmente stabile. Il peso dell industria livornese (artigiana e non) appare in declino in questi ultimi anni rispetto al totale dell economia locale, considerando sia il valore aggiunto generato da tale settore, sia la capacità di creare posti di lavoro. Il settore manifatturiero provinciale ha sofferto maggiormente nei primi sei mesi del 2013, continuando sulla scia di quanto accaduto l anno precedente, per poi tornare a crescere, seppur timidamente, nella seconda parte dell anno. Nel complesso la produzione annuale è scesa di un punto percentuale, il fatturato del 7,1%, di pari passo con gli ordini totali, sostenuti peraltro da quelli provenienti dall estero. Andamento che non è riuscito d altro canto a risollevare il fatturato con l estero, che appare ridotto del 4,4% rispetto al Le esportazioni livornesi hanno subito una vera e propria caduta nel 2013, quasi del tutto attribuibile al settore manifatturiero, che, come noto, ne rappresenta la quasi totalità. Fra i maggiori comparti dell export manifatturiero nessuno presenta variazioni tendenziali dal segno positivo a fine 2013, ma anzi risulta notevole il gap con l anno precedente. Nel confronto con l andamento regionale e nazionale, la provincia di 129

3 IL DIRETTORE Livorno evidenzia una maggiore tenuta delle importazioni, ma anche queste permangono in terreno negativo. Nel 2013 è perdurato il fenomeno dell indebolimento della domanda interna e si è assistito ad un ulteriore ridimensionamento delle vendite al dettaglio: il 2013 si è per di più caratterizzato come uno dei peggiori per le performances degli operatori commerciali italiani, e la provincia di Livorno non ha fatto eccezione. L anno si è chiuso con un calo nel giro d affari del 5,0% tendenziale, comunque inferiore alla media regionale, sofferto soprattutto dalla piccola distribuzione, ma anche la GDO livornese non sorride, visto che accusa una perdita di un punto tendenziale. Le vendite di prodotti alimentari soffrono meno di quelle dei non alimentari. La stagione turistica provinciale 2013 si è chiusa con risultati solo lievemente inferiori rispetto all anno precedente per quanto riguarda le presenze rilevate (oltre 8,1 milioni, -1,1%), e per i poco più degli 1,2 milioni di arrivi (-3,8%). Come già accaduto nel 2012, la flessione osservata è da addebitarsi quasi esclusivamente al turismo nazionale, mentre gli stranieri hanno garantito una sostanziale tenuta alle strutture livornesi. Il comparto alberghiero ha messo a segno risultati sicuramente migliori rispetto a quello extralberghiero, fatto che non si verificava da svariati anni. La permanenza media dei turisti è stata e rimane alta, almeno nel confronto con le altre province toscane: 6,7 giorni nel 2013, valore per di più in leggero aumento rispetto al biennio precedente. Per la Costa degli Etruschi il 2013 si è chiuso con un afflusso turistico risultato deficitario se confrontato con l anno precedente: sono calati soprattutto gli arrivi ed in minor misura le presenze, sia dei turisti italiani sia di quelli stranieri. L Arcipelago Toscano, al contrario, ha sperimentato una discreta crescita tendenziale sia considerando le tipologie di turisti, sia quelle ricettive. A fine 2013, la raccolta bancaria appariva in lieve diminuzione tendenziale, quasi tutta da imputare all andamento delle obbligazioni bancarie, che risultano in forte calo. L insieme dei conti correnti e dei depositi a risparmio, evidenzia al contrario una discreta crescita. Anche nel 2013 si rileva dunque un discreto avanzamento nei risparmi delle famiglie e delle imprese, le quali abbassano i livelli dei consumi e degli investimenti, complice la bassa fiducia che ripongono nel futuro. Per quanto concerne le famiglie, il conto corrente è preferito rispetto agli investimenti finanziari, grandi o piccoli, caratterizzati da un rischio che non si vuole più correre. Le imprese rimandano non solo gli investimenti non ritenuti vitali, ma anche le assunzioni. Gli impieghi bancari sono in lieve diminuzione rispetto all anno precedente, a causa del ridursi dei prestiti lordi. L ammontare prestato si riduce in maniera poco evidente per quanto concerne le famiglie, mentre è più marcata la flessione relativa alle imprese, patita sia dal settore secondario, sia dai servizi. La situazione sull economia livornese che emerge dal presente rapporto appare, pur nella sua complessità, lievemente migliorata rispetto all anno precedente, soprattutto per alcuni andamenti rilevati nella seconda

4 IL DIRETTORE metà del 2013, mentre altri indicatori appaiono ad un punto di svolta. Tutti questi segnali, se confermati e rafforzati nel 2014, potrebbero portare il nostro territorio a risultati migliori rispetto a quelli evidenziati durante gli anni della lunga crisi economica, ossia verso una risalita, che, ad oggi, appare ancora lenta, se non incerta. L anno scolastico 2013/2014 ha visto la partecipazione di 7 gruppi di studenti livornesi al programma Impresa in Azione, promosso dalla Junior Achievement Italia e riconosciuto dalla Commissione Europea come best practice di diffusione della cultura imprenditoriale nella scuola superiore. La competizione regionale è stata vinta dalla B&C Ja dell ISIS Polo Cattaneo di Cecina con il progetto Divino Ricordo, una linea di bicchieri creata con le bottiglie di vino prodotte e consumate nella Costa degli Etruschi. La vittoria è valsa la qualifica alla competizione nazionale che si è tenuta a Milano il 5 e 6 giungo, dove la B&C JA si è affermata come miglior impresa italiana ottenendo l opportunità di rappresentare il paese alla fiera europea che avrà luogo a Tallinn (la capitale del Estonia) nel mese di luglio. A tale risultato ha contribuito con orgoglio il Centro Studi e Ricerche che da anni supporta le istituzioni scolastiche provinciali in questo programma. Buona lettura. Il Direttore Renzo Pratesi

5 CENTRO STUDI E RICERCHE CCIAA LIVORNO Rapporto sull economia della provincia di Livorno nel GIUGNO

6 I N D I C E Presentazione 3 Sintesi del rapporto 4 1. Il tessuto imprenditoriale 8 2. Agricoltura Artigianato Industria Commercio interno Commercio con l estero Turismo 87 8 Il sistema creditizio Dotazione infrastrutturale Attività brevettuale 116 Ringraziamenti 122 2

7 PRESENTAZIONE Il Rapporto sull economia della provincia di Livorno è ormai un appuntamento fisso ed atteso da quanti si occupano del territorio nei suoi aspetti sociali, politici, economici; è infatti a tutt oggi l unico Studio che prende a riferimento la provincia di Livorno. La Camera di Commercio mette questo lavoro a disposizione della collettività, consapevole di offrire un servizio fondamentale che la legge le attribuisce tra tutti quelli che le competono: la realizzazione di osservatori dell economia e la diffusione dell informazione economica. Il Rapporto, diffuso in prossimità della Giornata dell Economia istituita dal sistema camerale da dodici anni, prende in esame i settori economici rilevanti per la provincia e traccia un quadro di sintesi, riferito a tutto il 2013, che consente anche di individuare alcune importanti linee di tendenza. Un grazie al Centro Studi e Ricerche della Camera di Commercio, che ha lavorato con competenza alla preparazione di questo 12 Rapporto sull economia della provincia di Livorno. Il Presidente CCIAA Livorno Sergio Costalli 3

8 SINTESI DEL RAPPORTO Il rapporto si articola in dieci capitoli, ciascuno dedicato ad uno specifico settore economico, con l obiettivo di cogliere e descrivere quanto accaduto nel corso del 2013, confrontando, quando possibile, i risultati ottenuti dalla nostra provincia con quelli relativi a specifici territori di riferimento, e realizzando opportuni confronti con gli anni precedenti. In questo modo si spera di contribuire alla definizione di un quadro di sintesi dell economia locale attraverso un attenta interpretazione del passato, una lettura del presente ed una cauta previsione del futuro. Così come la popolazione residente in provincia di Livorno è ormai attestata su livelli stabili di residenti (335 mila abitanti), anche il complesso delle cellule produttive presenti sul territorio si aggira ormai da qualche tempo attorno alle 40 mila unità. Il 2013 si è comunque caratterizzato per la prosecuzione del processo di riduzione numerica delle sedi d impresa, che nel 2012 ha mostrato i suoi maggiori effetti. Tale fenomeno si è affievolito proprio nel 2013, perché, se da un lato si rileva ancora una diminuzione delle imprese registrate e di quelle attive, dall altro è emersa una crescita nel numero delle iscrizioni. Fra le note positive si annoverano anche l aumento delle unità locali con sede fuori provincia e la notevole crescita degli imprenditori stranieri. La flessione dello stock provinciale è da ascriversi all andamento negativo osservato per quattro settori economici: il commercio, le attività manifatturiere, le costruzioni e l agricoltura, peraltro piuttosto preoccupante per gli ultimi due. Nell ultimo quadriennio, l unico settore che ha mantenuto una crescita numerica costante è stato quello dell alloggio e della ristorazione. Gli imprenditori artigiani sono calati con un passo simile alla media provinciale, evidenziando però una minore vivacità nel creare nuove imprese. Appare in discesa tendenziale il fatturato delle imprese artigiane manifatturiere, anche perché l ambito operativo rimane orientato al mercato locale, che langue da tempo, e non a quello internazionale, in forte ascesa. Nonostante i prezzi di 4

9 vendita siano rimasti stabili rispetto all anno precedente e la maggior parte degli artigiani non abbia effettuato alcun investimento nel biennio , l occupazione si mantiene sostanzialmente stabile. Il peso dell industria livornese (artigiana e non) appare in declino in questi ultimi anni rispetto al totale dell economia locale, considerando sia il valore aggiunto generato da tale settore, sia la capacità di creare posti di lavoro. Il settore manifatturiero provinciale ha sofferto maggiormente nei primi sei mesi del 2013, continuando sulla scia di quanto accaduto l anno precedente, per poi tornare a crescere, seppur timidamente, nella seconda parte dell anno. Nel complesso la produzione annuale è scesa di un punto percentuale, il fatturato del 7,1%, di pari passo con gli ordini totali, sostenuti peraltro da quelli provenienti dall estero. Andamento che non è riuscito d altro canto a far risollevare il fatturato con l estero, che appare ridotto del 4,4% rispetto al Le esportazioni livornesi hanno subito una vera e propria caduta nel 2013, quasi del tutto attribuibile al settore manifatturiero, che, come noto, ne rappresenta la quasi totalità. Fra i maggiori comparti dell export manifatturiero nessuno presenta variazioni tendenziali dal segno positivo a fine 2013, ma anzi risulta notevole il gap con l anno precedente. Nel confronto con l andamento regionale e nazionale, la provincia di Livorno evidenzia una maggiore tenuta delle importazioni, ma anche queste permangono in terreno negativo. Nel 2013 è perdurato il fenomeno dell indebolimento della domanda interna e si è di conseguenza assistito ad un ulteriore ridimensionamento delle vendite al dettaglio, fenomeno da leggersi come uno dei principali effetti della crisi economica che attanaglia il nostro paese da cinque anni. Il 2013 si è per di più caratterizzato come uno dei peggiori per le performances degli operatori commerciali italiani, e la provincia di Livorno non ha fatto eccezione. L anno si è chiuso con un calo nel giro d affari del 5,0% tendenziale, comunque superiore alla media regionale, sofferto soprattutto dalla piccola distribuzione, ma anche la GDO livornese non sorride, visto che accusa una perdita di un punto tendenziale. Le vendite di prodotti alimentari soffrono meno di quelle dei non alimentari. 5

10 La stagione turistica provinciale 2013 si è chiusa con risultati solo lievemente inferiori rispetto all anno precedente per quanto riguarda le presenze rilevate (oltre 8,1 milioni, -1,1%), e per i poco più degli 1,2 milioni di arrivi (-3,8%). Come già accaduto nel 2012, la flessione osservata è da addebitarsi quasi esclusivamente al turismo nazionale, mentre gli stranieri hanno garantito una sostanziale tenuta alle strutture livornesi. Il comparto alberghiero ha messo a segno risultati sicuramente migliori rispetto a quello extralberghiero, fatto che non si verificava da svariati anni. La permanenza media dei turisti è stata e rimane alta, almeno nel confronto con le altre province toscane: 6,7 giorni nel 2013, valore per di più in leggero aumento rispetto al biennio precedente. Per la Costa degli Etruschi il 2013 si è chiuso con un afflusso turistico risultato deficitario se confrontato con l anno precedente: sono calati soprattutto gli arrivi ed in minor misura le presenze, sia dei turisti italiani sia di quelli stranieri. L Arcipelago Toscano, al contrario, ha sperimentato una discreta crescita tendenziale sia considerando le tipologie di turisti, sia quelle ricettive. La sfida odierna, per un settore che garantisce una buona fetta al valore aggiunto provinciale, è quella di conquistare nuovi mercati, sia italiani, sia, e soprattutto, stranieri. La nostra provincia attrae in massima parte cittadini europei, che giungono con voli aerei a medio raggio o con un proprio mezzo di trasporto. I turisti provenienti da altri continenti sono ancora in numero limitato, ma è anche chiaro che la maggior parte di essi, quando decide di visitare l Italia, preferisce recarsi nelle città d arte famose e prestigiose, piuttosto che rilassarsi al sole nel dolce far nulla. Il turismo livornese è, infatti, solo di tipo balneare, ossia concentrato in soli quattro mesi. A fine 2013, la raccolta bancaria appariva in lieve diminuzione tendenziale, quasi tutta da imputare all andamento delle obbligazioni bancarie, che risultano in forte calo. L insieme dei conti correnti e dei depositi a risparmio, evidenzia al contrario una discreta crescita. Anche nel 2013 si rileva dunque un discreto avanzamento nei risparmi delle famiglie e delle imprese, le quali abbassano i livelli dei consumi e degli investimenti, complice la bassa fiducia che ripongono nel futuro. Per quanto concerne le famiglie, il conto corrente è preferito rispetto 6

11 agli investimenti finanziari, grandi o piccoli, caratterizzati da un rischio che non si vuole più correre. Le imprese rimandano non solo gli investimenti non ritenuti vitali, ma anche le assunzioni. Gli impieghi bancari sono in lieve diminuzione rispetto all anno precedente, a causa del ridursi dei prestiti lordi. L ammontare prestato si riduce in maniera poco evidente per quanto concerne le famiglie, mentre è più marcata la flessione relativa alle imprese, patita sia dal settore secondario, sia dai servizi. La situazione sull economia livornese che emerge dal presente rapporto appare, pur nella sua complessità, lievemente migliorata rispetto all anno precedente, soprattutto per alcuni andamenti rilevati nella seconda metà del 2013, mentre altri indicatori appaiono ad un punto di svolta. Tutti questi segnali, se confermati e rafforzati nel 2014, potrebbero portare il nostro territorio a risultati migliori rispetto a quelli evidenziati durante gli anni della lunga crisi economica, ossia verso una risalita, che, ad oggi, appare ancora lenta, se non incerta. 7

12 1. Il tessuto imprenditoriale Il 2013 si è caratterizzato per la prosecuzione di quel processo di riduzione numerica delle imprese presenti in provincia di Livorno, che si cominciò ad osservare sul finire del 2011 e poi continuato per tutto l anno successivo, nel quale ha mostrato i suoi maggiori effetti, quando il tessuto imprenditoriale provinciale ha subito una vera e propria battuta d arresto. Tale fenomeno, osservato anche in ambito regionale e nazionale, ha cominciato ad affievolirsi proprio nel 2013, perché, se da un lato si rileva ancora una diminuzione tendenziale delle imprese registrate e di quelle attive, dall altro è emersa una crescita tendenziale nel numero delle iscrizioni. Le cessazioni permangono in numero maggiore delle iscrizioni, contribuendo alla creazione di un saldo negativo, dovuto peraltro al sostanzioso apporto delle cessazioni effettuate d ufficio. Fra le note positive si annoverano l aumento delle unità locali con sede fuori provincia, e la notevole crescita degli imprenditori stranieri. All opposto sta la crescita delle imprese in fallimento e di quelle in liquidazione, categorie che in ogni caso appaiono ancora meno diffuse nella nostra provincia rispetto a quanto accade nei territori di confronto. Imprese registrate A fine 2013 le sedi d impresa registrate in provincia di Livorno ammontavano a unità, di queste, erano attive (pari all 87,1% del totale), inattive 1 (pari al 7,7%), in liquidazione (3,6%), 464 in fallimento (1,4%) e, infine, 29 sospese 2 (per un incidenza dello 0,1%, in tabella 1). Nel confronto con la situazione regionale e nazionale, la nostra provincia si distingue per una maggiore presenza relativa d imprese attive, e, al contempo, per una minore incidenza di imprese soggette a procedure concorsuali (imprese in fallimento ed in liquidazione). Le inattive incidono con una percentuale più vicina a quella dell Italia, piuttosto che a quella della Toscana. Tab. 1 - Sedi d'impresa registrate al 31/12/2013, consistenze ed incidenze % per status. Livorno, Toscana, Italia Status Registrate Attive Sospese Inattive In Fallimento In Liquidazione Val. ass. Inc. % Val. ass. Inc. % Val. ass. Inc. % Val. ass. Inc. % Val. ass. Inc. % Livorno (87,15) 29 (0,09) (7,74) 464 (1,43) (3,59) Toscana (86,85) 848 (0,20) (6,72) (1,90) (4,33) ITALIA (85,55) (0,16) (7,78) (2,10) (4,41) 1 Impresa iscritta al Registro che non ha ancora iniziato l'attività o, pur avendola iniziata, non ha ancora denunciato la data di inizio attività. 2 Impresa iscritta al Registro che ha sospeso temporaneamente l'attività; sono incluse le disposizioni dell'autorità amministrativa (sanitaria, di Pubblica Sicurezza, di polizia locale) e giudiziaria. Sono escluse invece le sospensioni di attività di breve periodo e quelle concernenti attività stagionali. 8

13 Le imprese registrate a Livorno rappresentano il 7,8% di quelle toscane e fanno della nostra la settima provincia in Toscana per numerosità, con un valore molto simile a quelli di Prato e Pistoia. Quando si vanno a considerare anche le unità locali, dunque tutte le cellule produttive, in provincia di Livorno si supera di poco la soglia delle quaranta mila unità, valore che la pone al quinto posto fra le province toscane. La perdita dello stock d imprese registrate in provincia di Livorno a fine 2013 è stata pari allo 0,2% (55 unità) rispetto all anno precedente: tale variazione tendenziale ha dimensioni lievemente inferiori sia a quanto accaduto in Toscana (-0,4%) sia in Italia (-0,5%). Quasi la totalità delle province toscane vede ridursi il numero delle imprese iscritte al Registro, con l eccezione da un lato di Firenze e Massa Carrara, per le quali se ne registra una sostanziale stabilità e, dall altro, di Prato e Siena, che mettono a segno una piccola ma significativa crescita. Le attive, di cui si tratterà in maniera approfondita più avanti, presentano variazioni tendenziali caratterizzate dal segno negativo, con valori sempre inferiori a quelli delle registrate, con l unica eccezione della provincia di Prato (+0,4%). Proseguendo fra i vari status che contraddistinguono le imprese, si annota un avanzamento numerico delle imprese inattive, avvenuto con maggiore vigore a Livorno (+2,8%) ed in Toscana (+2,9%), piuttosto che a livello nazionale (+1,7%). Rispetto a questi territori di confronto la provincia di Livorno appare maggiormente interessata dal fenomeno della crescita tendenziale delle imprese che affrontano una procedura concorsuale (+5,9%, contro il +4,0% toscano ed il +2,7% nazionale), e, soprattutto, di quelle in liquidazione (+7,2% contro, rispettivamente, +3,9% e +4,5%, in tabella 2). Bisogna ricordare che la durata temporale delle diverse procedure concorsuali fa si che le posizioni delle imprese in esse invischiate permangano nel Registro per diversi anni. Gli effetti della crisi che stiamo a tutt oggi vivendo, che si concretizzano in questo caso con un aumento del numero dei fallimenti, si osserveranno spalmati su più anni. Tab. 2 - Sedi d'impresa registrate al 31/12/2013, variazioni tendenziali % per status, province toscane ed Italia Status Registrate Attive Sospese Inattive In Fallimento In Liquidazione Arezzo -0,6-1,4-19,4 6,1 7,3 4,3 Firenze 0,0-0,5 12,0 1,9 4,8 4,1 Grosseto -0,9-1,3-23,4 3,8 3,8 4,1 Livorno -0,2-0,8 0,0 2,8 5,9 7,2 Lucca -1,5-1,9 6,3 0,0 2,7 2,4 Massa Carrara 0,0-0,9 0,0 5,1-1,9 6,6 Pisa -0,7-1,6 0,0 5,0 5,0 7,4 Pistoia -1,2-1,2-7,1 0,1 2,6-4,7 Prato 0,7 0,4-13,0 5,4 3,9 1,3 Siena 0,2-0,3 11,8 3,0 3,6 7,8 Toscana -0,4-0,9 2,0 2,9 4,0 3,9 ITALIA -0,5-1,0 0,4 1,7 2,7 4,5 9

14 Per quanto riguarda il risultato finale, l andamento dello stock d imprese registrate a Livorno nel 2013 si pone sulla scia di quanto accaduto l anno precedente, e nel complesso il biennio succede alla fase di moderata espansione osservata negli anni 2010 e Tale andamento, che è riassunto in grafico 1 dalla linea tratteggiata (media mobile calcolata su quattro periodi), appare comunque in lieve miglioramento sul finire del 2013, anno che, osservando i quattro trimestri che lo compongono, mostra anche una variabilità assai meno ampia del precedente, caratterizzato, peraltro, anche da un numero inferiore di cessazioni d ufficio. Nonostante gli evidenti effetti del perdurare della crisi economica che attanaglia in nostro paese dal 2009, il livello d imprese registrate nella nostra provincia rimane, a fine 2013, ancora superiore rispetto a quanto osservato nell ultimo trimestre del 2008, esattamente di 160 unità Grafico 1 - Imprese registrate in provincia di Livorno, IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Grafico 2 - Variazioni delle imprese registrate a base 2005= IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Livorno Toscana Italia 10

15 Nel medesimo lasso di tempo la provincia di Livorno ha recuperato ben poco dello svantaggio che soffriva a fine 2008 in termini di tasso di sviluppo rispetto ai due territori di confronto: la Toscana e l Italia (grafico 2, in cui sono riportate serie di numeri indice a base fissa 3 ). Tale recupero si è manifestato soprattutto nella parte centrale del 2011, periodo che ha rappresentato la massima espansione numerica provinciale (almeno negli ultimi anni), per poi diminuire col biennio Da un lato si distinguono quasi appaiate le serie regionale e nazionale, che presentano un andamento decisamente simile, dall altro quella provinciale, caratterizzata da una maggiore volatilità in quanto espressione di un territorio di minori dimensioni ma, soprattutto, posizionata più in basso. Alla fine del 2013, infatti, il numero indice relativo a Livorno si attesta sui 97,90 punti, valore ben lontano dai 100,15 della Toscana e dai 99,82 dell Italia. Più in generale, il fatto che desta maggiori preoccupazioni è che in quasi dieci anni le imprese si siano in sostanza ridotte nella nostra provincia e siano in pratica stabili a livello regionale e nazionale. In tal senso la crisi economica ha inciso poco nel caso livornese, visto che a fine 2008, ossia subito prima dello scoppio della crisi globale, le imprese registrate erano già in numero inferiore rispetto al Altro indicatore che conferma il ritardo livornese rispetto al resto d Italia è il tasso di imprenditorialità, calcolato come numero di imprese registrate ogni 100 residenti. Al 30 giugno in provincia di Livorno si contavano 9,7 sedi d impresa, contro le 11,2 in Toscana e le 10,1 in Italia. Valore che, nella nostra provincia, solo in parte può essere spiegato con la maggiore presenza relativa di popolazione in età avanzata (over 65), fenomeno peraltro riscontrato anche in gran parte delle province toscane. Imprese attive Le imprese attive in provincia di Livorno si contavano in unità a fine 2013, 228 in meno rispetto alla fine dell anno precedente, per una variazione tendenziale di -0,8 punti percentuali. Tale decrescita assume un valore non dissimile da quanto avvenuto per la media delle province toscane (-0,9%) ed italiane (-1,0%, in tabella 3). Le attive livornesi rappresentano il 7,84% di quelle toscane. Il ridimensionamento delle imprese effettivamente operanti sul territorio è un processo che si è avviato dalla fine del 2011, così come visto per le imprese registrate ma, al contrario di queste ultime, le attive evidenziano un calo più marcato, tanto che il livello di fine 2013 è di molto inferiore a quello di fine 2008 e pari a ben 592 unità (-2,1%). Tale andamento è riassunto in grafico 3 tramite una linea tratteggiata, calcolata come media mobile su quattro periodi (trimestri). Nel confronto tra il grafico 3 ed il grafico 1, appare evidente un trend differente fra le imprese registrate e quelle attive nell arco del lustro appena trascorso: le prime sono lievemente cresciute, al contrario le seconde sono state caratterizzate da un evidente calo. Questo significa un aumento progressivo delle imprese presenti nel Registro in stato d inattività, sospensione, o con procedure concorsuali in essere. Tant è che il rapporto percentuale tra numero di attive e numero di registrate era pari all 89,42% a fine 2008, contro l 87,15% attuale. 3 Il valore delle imprese registrate a fine 2005 è posto pari a Ultimo dato disponibile per la popolazione residente (fonte ISTAT) al momento della redazione del presente lavoro. 11

16 Tab. 3 - Sedi d'impresa attive al 31/12/2013, variazioni tendenziali ed incidenze. Province toscane - Toscana - Italia Provincia Attive al 31/12/2012 Attive al 31/12/2013 Variazione tendenziale % Incidenza province toscane % Arezzo ,4 9,36 Firenze ,5 25,97 Grosseto ,3 7,30 Livorno ,8 7,84 Lucca ,9 10,51 Massa Carrara ,9 5,28 Pisa ,6 10,37 Pistoia ,2 7,97 Prato ,4 8,10 Siena ,3 7,30 Toscana ,9 100,00 ITALIA , Grafico 3 - Numero di imprese attive in provincia di Livorno IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Tutti e quattro i sistemi economici locali provinciali presentano variazioni tendenziali negative a fine 2013 ma caratterizzate da valori diversi. Rispetto alla media provinciale si registra un andamento assai migliore dell area del capoluogo (-0,5%) e di quella insulare (-0,6%), dall altra parte si posizionano gli altri SEL continentali con la Val di Cornia che perde l 1,3% delle proprie imprese attive e la Val di Cecina l 1,2% (tabella 4). Com è ormai ben noto, nei comuni di Livorno e Collesalvetti si concentra la maggioranza delle imprese attive provinciali (quasi il 46% del totale, in grafico 4), seguono la Val di Cecina e la Val di Cornia che ospitano, rispettivamente, quasi un quinto e meno di un quarto delle imprese provinciali. Poco più del 12%, infine, è ubicato nell Arcipelago Toscano. 12

17 Tab. 4 - Imprese attive per SEL e variazione tendenziale SEL Var. ass. Var. % Val di Cornia ,3 Val di Cecina ,2 Area Livornese ,5 Arcipelago Toscano ,6 Grafico 4 - Distribuzione delle imprese attive per SEL Area Livornese 45,9% Arcipelago Toscano 12,2% Val di Cornia 18,0% Val di Cecina 23,9% L analisi per comune (tabella 5) mostra, infine, una diffusa tendenza al ribasso, e non poteva essere altrimenti, visto l andamento aggregato. Tutti i comuni di maggiori dimensioni mostrano variazioni tendenziali caratterizzate dal segno negativo, fra le quali spiccano quelle relative a Collesalvetti (- 1,4%), Piombino (-1,1%) e Rosignano Marittimo (-1,0%). Meno accentuata è la perdita d imprese attive a Livorno e Cecina (entrambi -0,4%). Non mancano, in ogni caso, comuni in cui le attive siano cresciute, seppur di una manciata di unità. 13

18 Tab. 5 - Sedi d'impresa attive al 31/12/2013 per comune variazioni tendenziali % ed incidenze % COMUNI Var. tend. Incidenza Bibbona ,0 1,61 Campiglia Marittima ,5 4,56 Campo nell'elba ,6 1,86 Capoliveri ,0 1,73 Capraia Isola ,8 0,20 Castagneto Carducci ,7 3,73 Cecina ,4 9,68 Collesalvetti ,4 3,98 Livorno ,4 41,97 Marciana ,5 0,90 Marciana Marina ,8 0,83 Piombino ,1 9,03 Porto Azzurro ,5 1,45 Portoferraio ,3 4,24 Rio Marina ,4 0,72 Rio nell'elba ,2 0,31 Rosignano Marittimo ,0 8,83 San Vincenzo ,1 2,63 Sassetta ,2 0,16 Suvereto ,0 1,57 Totale Provincia ,8 100,00 Natimortalità Nel corso del 2013 sono state iscritte nel Registro nuove imprese e, al contempo, sono state cancellate posizioni, per un saldo negativo di 62 unità (tabella 6). Rispetto all anno precedente si riscontra una buona crescita nel numero d iscrizioni (+5,8%), soprattutto se confrontato con le performances regionale e nazionale, quasi ancorate ai valori del 2012 (rispettivamente +0,4% e +0,2). Il quadro si fa meno roseo se osservato dal lato delle cessazioni: oltre a risultare in numero superiore alle iscrizioni, subiscono un aumento tendenziale, calcolato in 1,2 punti percentuali, valore comunque in linea con l andamento toscano (+1,3%) ed inferiore a quello nazionale (+2,7%). Le cessazioni operate d ufficio 5 sono state 156, ossia un quarto in più rispetto all anno precedente. Al netto di queste ultime, le cessazioni sarebbero risultate stabili sul 2012 ed il saldo di fine 2013 sarebbe risultato positivo per un centinaio di unità. 5 Le cancellazioni d ufficio sono una pratica amministrativa prevista dalla legge, a regime nei Registri camerali da sei anni. Servono per sostituire con l attività d ufficio le omissioni dei responsabili delle imprese. 14

19 Tab. 6 - Iscrizioni, cessazioni, cessazioni d'ufficio e saldi , Livorno, Toscana, Italia Iscrizioni 2012 Iscrizioni 2013 Var. tend. % Cessazioni 2012 Cessazioni 2013 Var. tend. % Livorno , ,2 Toscana , ,3 ITALIA , ,7 Cessazioni d'ufficio 2012 Cessazioni d'ufficio 2013 Var. tend. % Saldo 2012 Saldo 2013 Livorno , Toscana , ITALIA , Dall analisi storica del numero di iscrizioni e cessazioni (grafico 5) emergono saldi negativi di dimensioni abbastanza contenute sia nel biennio sia nell ultimo, con la parziale eccezione costituita dal Il biennio , al contrario, si è caratterizzato per un saldo entrate-uscite decisamente positivo, quasi tutto avvenuto nel Nell arco di sei anni si è avuto un avanzo irrisorio, pari ad 11 unità Grafico 5- Andamento storico di iscrizioni e cessazioni in provincia di Livorno Iscrizioni Cessazioni Con queste premesse, il tasso di natalità 6 provinciale si attesta sui 7,46 punti percentuali, valore in crescita rispetto al 2012 e superiore a quanto calcolato per la Toscana (6,82) e per l Italia (6,31). Anche il tasso di mortalità 7 livornese (pari a 7,17 punti percentuali), qui calcolato al netto delle cessazioni d ufficio, risulta in crescita rispetto al passato e dal valore più elevato rispetto a quelli regionale (6,50) e nazionale (6,10). Ne deriva che il tasso di crescita 8 provinciale approda in terreno 6 Tasso di natalità = (iscritte/registrate ad inizio periodo)* Tasso di mortalità = ((cessate-cessate d ufficio)/registrate di inizio periodo)* Tasso di crescita = tasso di natalità tasso di mortalità. 15

20 positivo ribaltando l andamento del 2012: il valore relativo alla nostra provincia (+0,29 punti percentuali) s inserisce tra quello nazionale (+0,21) e quello toscano (+0,32). Da notare che, se il tasso di crescita provinciale fosse stato calcolato al lordo delle cessazioni d ufficio, per il 2013 assumerebbe valore negativo, e pari a -0,19 punti percentuali (era -0,51 a fine 2012). Come accadeva anche negli anni passati, rispetto all ambito regionale e nazionale, Livorno mostra un valore superiore di entrambi i tassi, a riprova della maggiore velocità del ricambio delle imprese (o tasso di turnover) all interno del sistema economico: in pratica le unità economiche locali hanno una vita media inferiore e, di conseguenza, anche una minore probabilità di radicarsi sul territorio. Tab. 7 - La nati-mortalità: confronto Territorio ANNO Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Livorno ,46 7,17 0, ,03 7,14-0,12 Toscana ,82 6,50 0, ,78 6,41 0,37 ITALIA ,31 6,10 0, ,28 5,97 0,31 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Grafico 6 - Natimortalità dei SEL livornesi nel ,03 7,14 7,98 7,30 7,79 7,20 6,95 6,47 6,67-0,16-0,20-0,59 Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00-0,20-0,40-0,60-0,80 I SEL della nostra provincia hanno evidenziato andamenti assai diversi nel corso del 2013: da una parte stanno la Val di Cecina, la Val di Cornia e l Arcipelago, per i quali si calcolano tassi di crescita negativi, in particolare per il primo territorio (-0,59%), meno marcati per i restanti (rispettivamente, -0,16% e -0,20%). Diverso è il discorso per l Area Livornese, il cui tasso di crescita annuale (+1,03%) si posiziona ampiamente sopra gli altri, (grafico 6). Tutto il merito di questo buon risultato va attribuito al comune capoluogo, che è cresciuto ad un tasso dell 1,12% annuale, valore decisamente superiore a quello fatto segnare dal tessuto imprenditoriale di Collesalvetti (+0,08%, tabella 8, in cui si riporta lo studio della natimortalità nei comuni livornesi nel 2013). 16

21 COMUNI Tab. 8 - La nati-mortalità nei comuni livornesi nel 2013 Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita COMUNI Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Bibbona 5,03 8,45-3,42 Marciana Marina 6,79 7,17-0,38 Campiglia M. 5,81 7,07-1,26 Piombino 7,88 7,46 0,42 Campo nell'elba 6,26 5,91 0,35 Porto Azzurro 6,89 7,72-0,84 Capoliveri 7,25 7,61-0,36 Portoferraio 5,99 5,99 0,00 Capraia Isola 7,58 4,55 3,03 Rio Marina 4,33 6,06-1,73 Castagneto C. 5,86 7,90-2,04 Rio nell'elba 13,40 11,34 2,06 Cecina 7,82 7,57 0,25 Rosignano M. 7,44 7,87-0,43 Collesalvetti 7,16 7,09 0,08 San Vincenzo 7,58 7,82-0,24 Livorno 8,06 6,94 1,12 Sassetta 3,85 5,77-1,92 Marciana 5,92 6,97-1,05 Suvereto 6,26 6,26 0,00 Forma giuridica Pur in calo numerico ormai da diversi anni, le imprese individuali rappresentano a tutt oggi la forma giuridica maggiormente diffusa nel nostro paese e la provincia di Livorno non fa eccezione, giacché, a fine 2013, esse pesavano per il 56,8% sul totale delle registrate, valore superiore sia al dato regionale (52,4%), sia nazionale (54,2%). Il secondo grande aggregato è costituito dalle società, che nel complesso (società di persone e società di capitali) rappresentato il 40,5% nella nostra provincia, a fronte del 44,6% rilevato in Toscana e del 42,1% in Italia. A Livorno prevalgono di misura le società di persone su quelle di capitali (21% contro il 19,5%), mentre nei territori di confronto accade il contrario (grafico 7). Grafico 7 - Distribuzione per forma giuridica imprese registrate. Confronto Livorno, Toscana, Italia 2013 Italia 23,8 18,3 54,2 3,5 0,2 Toscana 23,0 21,6 52,4 2,6 0,3 Livorno 19,5 21,0 56,8 2,4 0,3 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Soc. di capitale Soc. di persone Impr. individuali Altre forme Persona fisica In generale sono molto meno rappresentate le altre forme giuridiche, così come le persone fisiche, forma giuridica di recente introduzione (secondo trimestre 2012). 17

22 Dall analisi della distribuzione per classe di natura giuridica delle imprese attive emerge, rispetto alle registrate, una generale maggiore presenza di imprese individuali ed un minore peso delle società, a causa della maggiore presenza relativa, fra queste ultime, di unità sospese, inattive, o con procedure concorsuali. Per quanto concerne le variazioni tendenziali delle cinque classi di forma giuridica prese in considerazione, il 2013 si è chiuso in negativo per le imprese individuali livornesi (-1,3%) e, in misura minore, per le società di persone (-0,9%). È stata al contrario discreta la crescita delle società di capitali (+2,2%) e delle altre forme (+2,6%). Un discorso a parte merita la persona fisica 9, che a fine 2012 era la forma giuridica scelta da un unica unità nella nostra provincia e da 88 a fine 2013, determinando così una crescita fuori dal comune e non paragonabile alle altre forme giuridiche. L analisi storica del valore dei tassi di crescita per forma giuridica (grafico 8, dal quale sono state escluse le persone fisiche per i motivi di cui sopra) conferma per il 2013 quanto avvenuto nel biennio precedente, ossia il costante sviluppo delle società di capitale e delle altre forme giuridiche a scapito soprattutto delle imprese individuali e, in minor misura, delle società di persone. 6,0% Grafico 8 - Andamento dei tassi di crescita per forma giuridica (corretti per le cessazioni d'ufficio) 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% -1,0% -2,0% 2,9% 2,1% 0,1% -0,8% Società di capitale Società di persone Imprese Individuali Altre Forme Varia e difforme secondo il settore considerato è anche la distribuzione delle imprese registrate per natura giuridica. In provincia di Livorno le imprese individuali sono maggiormente diffuse nei settori caratterizzati dalla piccola dimensione, o polverizzati, in ogni caso contraddistinti da bassi investimenti iniziali o, in generale, da barriere all entrata minime: si trovano soprattutto in agricoltura, nel commercio, nelle costruzioni e nelle altre attività di servizi. Le società di persone non raggiungono la maggioranza assoluta in nessuno dei settori economici provinciali, ma sono presenti in maniera comunque importante nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, nella sanità ed assistenza sociale e nelle attività artistiche, sportive, d intrattenimento e 9 Per la precisione, la classe Persona Fisica considera i soli soggetti registrati per effetto della Nuova Direttiva Servizi del 26/10/2011 (entrata in vigore il 13 maggio 2012 con circolare n /C). 18

23 divertimento. Le società di capitali incidono in maniera massiccia in tutti i settori nei quali si erogano servizi ad utenze vaste come l energia elettrica, il gas, l acqua, ecc.; ma anche nell estrazione di minerali da cave e miniere e nelle attività immobiliari. Le altre forme hanno una maggioranza relativa nella sola sanità ed assistenza sociale, mentre le persone fisiche sono al momento ammassate nel limbo delle imprese non ancora classificate. Il tessuto imprenditoriale per settori Riguardo alle imprese attive alla fine del 2013, in tabella 9 si riportano le variazioni tendenziali che hanno contraddistinto i diversi settori economici in provincia di Livorno, e nei quattro sistemi economici locali che la compongono. La flessione tendenziale annuale di quasi un punto percentuale dello stock provinciale è da ascriversi all andamento dei settori numericamente più rilevanti, nell ordine, commercio, costruzioni, alloggio e ristorazione, agricoltura e manifatturiero. Per il primo si calcola una perdita dello 0,3% di imprese attive, peraltro non distribuita uniformemente sul territorio provinciale, visto che è stata più marcata nel SEL insulare (-1,0%), mentre in Val di Cecina le imprese attive nel commercio risultano in lieve ma significativa crescita (+0,3%). Il calo subito dalle costruzioni è senza dubbio appariscente (-3,2%), soprattutto per quanto concerne i tre SEL continentali, mentre ha avuto un minore impatto nell Arcipelago (-0,9%). Ancora peggiore del precedente è il risultato del settore agricolo, che in un anno perde il 4,1% di imprese attive, ed il calo è generalizzato a tutti i sistemi economici locali. Pure il manifatturiero subisce un ridimensionamento su base annuale (-2,4%), piuttosto pesante in Val di Cecina (-3,1%) e nell area Livornese (-2,5%). Tab. 9 - Imprese attive per settori, variazioni tendenziali 2012/2013 Settore Merceologico Val di Cornia Val di Cecina 19 Area Livornese Arcipelago Toscano Totale Provincia Agricoltura, silvicoltura pesca -3,4-4,9-4,7-3,3-4,1 Estrazione di minerali da cave e miniere 0,0 0,0 25,0 0,0 5,9 Attività manifatturiere -1,7-3,1-2,5-1,0-2,4 Fornitura di energia elettrica, gas, 7,7 20,0 27,3 / 17,2 Fornitura di acqua; reti fognarie, 42,9-9,1 2,0 9,1 5,1 Costruzioni -3,7-4,6-2,9-0,9-3,2 Commercio all'ingrosso e al dettaglio -0,1 0,3-0,5-1,0-0,3 Trasporto e magazzinaggio -1,9-0,8-1,2-4,2-1,5 Attività dei servizi alloggio e ristorazione 3,1 2,6 1,8-0,4 1,6 Servizi d informazione e comunicazione 0,0-10,8-2,6-2,1-3,7 Attività finanziarie e assicurative 1,1 6,1 0,9-2,1 1,8 Attività immobiliari -4,8-4,4-2,1 0,0-2,9 Attività professionali, scientifiche e tecniche 0,0 2,2 1,2-10,4 0,4 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle impr. -2,9 2,3 2,3 4,1 2,0 Istruzione 11,1-16,7-6,9 9,4-3,1 Sanità e assistenza sociale -6,3 4,2 1,6 50,0 2,8 Attività artistiche, sportive, d intrattenim. e divertim -5,0 1,8-3,2-12,1-3,4 Altre attività di servizi 0,0 5,1 1,7 1,7 2,3 Imprese non classificate 300,0 566, ,0 350,0 820,0 Totale Provincia -1,3-1,2-0,5-0,6-0,8

24 Come accaduto negli anni precedenti, crescono le attività di alloggio e ristorazione (+1,6%). Il loro sviluppo si è peraltro concentrato nei SEL continentali (Area Livornese +1,8%, Val di Cornia +3,1% e Val di Cecina +2,6%), mentre nell Arcipelago, ossia il SEL che ne è anche maggiormente dotato, se ne riscontra una lieve contrazione (-0,4%). Fra i settori di medie dimensioni, si riscontra una preoccupante flessione delle attività immobiliari (- 2,9%), data la ben nota crisi del mercato immobiliare che coinvolge direttamente anche il settore delle costruzioni. Anche il settore della logistica (trasporto e magazzinaggio) appare in calo tendenziale a fine 2013 (-1,5%), più o meno pesante in tutti i territori esaminati. Un andamento opposto si rileva per i due variegati settori delle altre attività di servizi e del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, in crescita tendenziale, rispettivamente, del 2,3% e del 2,0%. Da non dimenticare, infine, il poderoso e generalizzato aumento delle imprese non classificate, iscritte nel 2013 ed ancora senza attribuzione di un codice merceologico, che, una volta attribuito, andranno ad ingrossare le fila dei vari settori economici, rendendo meno pesanti le variazioni tendenziali viste sopra. Nell ultimo quadriennio, ossia dall introduzione della nuova classificazione merceologica, l unico settore che ha mantenuto una crescita numerica costante è stato quello dell alloggio e della ristorazione (grafico 9, in cui è rappresentato l andamento storico delle variazioni tendenziali trimestrali relative ai settori numericamente più rilevanti dell economia livornese). 3,0 Grafico 9 - Variazioni tendenziali trimestrali delle imprese attive nei maggiori settori economici livornesi 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Agricoltura e pesca Manifatturiero Costruzioni Commercio Alloggio e ristorazione Degli altri quattro settori, caratterizzati tutti da una flessione numerica nell arco di tempo considerato, il commercio appare quello meno coinvolto da tale fenomeno, visto che la media delle variazioni tendenziali dei sedici trimestri è pari a -0,2%. Sicuramente peggiore appare l andamento del manifatturiero e dell agricoltura, per i quali il 2013 ha fatto segnare un generale peggioramento 20

25 nei valori delle variazioni tendenziali trimestrali (per entrambi la media per l intero periodo è pari a -1,6%). Il discorso è ancor più preoccupante per il settore primario, alla luce del fatto che a fine 2012 l insieme delle imprese agricole provinciali pareva concludere un lunghissimo ciclo di contrazione numerica, evidenziando flessioni sempre più prossime allo zero, tanto da far credere di aver ormai raggiunto dimensioni quanto meno stabili. Il settore delle costruzioni continua a vivere uno dei peggiori periodi della propria storia, e ne è indiretta conferma l emorragia di imprese che si sta verificando anche nella nostra provincia: nel 2013 i valori delle variazioni tendenziali risultano anche inferiori a quelli calcolati per l anno precedente, vero e proprio annus horribilis. Nel biennio in parola si sono volatilizzate imprese attive per il 3,1% del totale, contro una media provinciale del -1,0%. In tabella 10 si riporta la composizione per settori delle imprese attive al 31/12/2013, per vari livelli territoriali, dai SEL livornesi all ambito nazionale. Da questi dati si comprende non solo l importanza, e dunque il peso, che assumono i singoli settori che fanno da traino all economia dei vari territori, ma anche le differenze che intercorrono tra i territori stessi. Tab Composizione per settori delle imprese attive al 31/12/2013 Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano Provincia Livorno Toscana Agricoltura, silvicoltura pesca 20,85 15,03 2,64 6,74 9,36 11,35 14,97 Estrazione di minerali da cave e miniere 0,04 0,10 0,04 0,12 0,06 0,09 0,07 Attività manifatturiere 6,83 6,91 7,70 5,81 7,12 13,30 9,94 Fornitura di energia elettrica, gas 0,28 0,09 0,11 0,00 0,12 0,12 0,18 Fornitura di acqua; reti fognarie 0,20 0,15 0,39 0,35 0,29 0,21 0,18 Costruzioni 13,51 17,67 13,10 18,60 14,94 16,46 15,25 Commercio all'ingrosso e al dettaglio 27,70 26,77 35,67 23,17 30,59 25,74 27,37 Trasporto e magazzinaggio 3,00 1,90 6,10 2,63 4,12 2,57 3,01 Attività dei servizi alloggio e ristorazione 9,78 10,93 7,76 22,71 10,71 7,27 6,96 Servizi d informazione e comunicazione 1,16 1,23 2,55 1,36 1,84 1,99 2,16 Attività finanziarie e assicurative 1,89 2,08 2,55 1,36 2,17 2,12 2,14 Attività immobiliari 3,89 4,89 6,68 3,04 5,30 6,45 4,85 Attività professionali, scientifiche 2,11 2,06 3,32 1,24 2,55 2,91 3,36 Noleggio, ag. di viaggio, serv. alle impr. 2,64 2,67 3,77 6,57 3,65 2,96 2,92 Istruzione 0,39 0,30 0,62 1,01 0,55 0,39 0,48 Sanità e assistenza sociale 0,30 0,37 0,49 0,17 0,39 0,37 0,61 Attività artistiche, sportive, intrattenim. 1,12 1,65 1,39 1,48 1,41 1,34 1,17 Altre attività di servizi 4,22 4,90 4,68 3,38 4,49 4,24 4,29 Imprese non classificate 0,08 0,30 0,45 0,26 0,33 0,12 0,08 TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Italia Tralasciando i settori numericamente rilevanti all interno dei quattro SEL (ad esempio, il commercio per l Area Livornese, le attività di alloggio e ristorazione per l Arcipelago Toscano o l agricoltura per la Val di Cornia e la Val di Cecina), di cui è ormai ben nota l importanza economica, è interessante osservare le differenze che contraddistinguono la provincia di Livorno nel suo complesso rispetto all ambito regionale e nazionale, riguardo a settori di minori dimensioni. 21

26 Livorno appare meno dotata d imprese che garantiscono servizi d informazione e comunicazione (fra gli altri, attività editoriali, telecomunicazioni produzione di software), così come risultano relativamente meno diffuse le attività professionali scientifiche e tecniche (fra le altre, direzione aziendale e consulenza gestionale, ricerca scientifica e sviluppo, pubblicità e ricerche di mercato) e le attività legate alla sanità e all assistenza sociale. Per contro, rispetto alla Toscana ed all Italia, nella nostra provincia sono maggiormente diffuse le imprese che si occupano di istruzione, quelle il cui oggetto sociale sono attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e, infine, le altre attività di servizi. Le unità locali A fine 2013 si contavano unità locali registrate in provincia di Livorno, suddivise fra le aventi sede nella nostra provincia (circa il 62% del totale), e le restanti aventi sede fuori dal territorio provinciale. Queste ultime si suddividono fra le che costituiscono la prima unità locale e le 726 dalla seconda in poi (tabella 11). A livello tendenziale, l intero stock delle unità locali cresce dello 0,6%, in controtendenza al calo delle sedi d impresa. La variazione livornese è inferiore a quanto calcolato per la Toscana (+0,7%) e per l Italia (+1,1%). Nel computo totale di tutte le cellule produttive registrate, Livorno supera le quarantamila unità (per la precisione ) valore pressoché identico a quello che era alla fine del Tab Localizzazioni registrate per tipo al 31/12/2013, province toscane ed Italia Sedi d impresa U.L. con sede in provincia 1 a U.L. con sede fuori provincia Altre U.L. con sede fuori provincia Totale Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena Toscana ITALIA Le unità locali attive nella nostra provincia erano a fine 2013, per una crescita tendenziale dello 0,4%, tutta da ascriversi alla positiva variazione delle unità locali con sede fuori provincia (+1,8%), visto che quelle con sede in provincia, la parte maggioritaria, subiscono una contrazione di -0,6%. Tale andamento si riscontra anche in Toscana ed in Italia con l unica differenza che, a livello nazionale, le unità locali con sede in provincia subiscono un lieve incremento (tabella 12). La provincia di Livorno detiene uno tra i livelli di plurilocalizzazione più alti fra le province toscane, e dunque più alto non solo rispetto alla media regionale, ma anche all aggregato nazionale: 22

27 0,26 unità locali per ogni sede d impresa livornese, a fronte, rispettivamente, delle 0,24 toscane e delle 0,21 italiane. Tab Localizzazioni attive per tipologia a fine 2013, variazione tendenziale e incidenza delle unità locali sulle sedi d'impresa Territorio Livorno Toscana Italia U.L. con sede fuori provincia U.L. con sede in provincia Sedi d impresa TOTALE Val. ass Variaz. % 1,8-0,6-0,8-0,6 Val. ass Variaz. % 2,1-0,4-0,9-0,7 Val. ass Variaz. % 2,7 0,1-1,0-0,7 U.L. su sedi d'impresa 0,26 0,24 0,21 La crescita del numero di unità locali registrate a Livorno è dovuta, negli ultimi anni, quasi esclusivamente al contributo fornito dalle unità locali con sede fuori provincia. Dal quarto trimestre 2008 alla fine del 2013 queste ultime sono lievitate di quasi 450 unità, per un incremento che supera i 15 punti percentuali. Per contro, le unità locali con sede in provincia sono cresciute di sole 46 unità, numero che vale un punto percentuale (grafico 10). La crescita del numero delle unità locali è andata di pari passo con lo sviluppo della forma giuridica delle società, soprattutto quelle di capitali, in particolare, si sono radicate sul nostro territorio unità operative appartenenti a multinazionali, gruppi, o società aventi sede all estero o in altre provincie italiane Grafico 10 - Unità locali registrate in provincia di Livorno IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV U.L. con sede in PV U.L. con sede F.PV 23

28 Le imprese femminili, giovanili e straniere A fine 2013, il tessuto imprenditoriale livornese poteva contare su sedi d impresa femminili 10 registrate, giovanili 11 e straniere 12 (tabella 13). Tab Imprese registrate per tipologia, valori assoluti 2013 e incidenze % Femminili Giovanili Straniere Sedi di'impresa registrate Livorno Toscana Italia Incidenza % su totale imprese Livorno 27,03 9,32 9,12 Toscana 24,38 9,89 11,67 Italia 23,59 10,77 8,20 Nel confronto con la situazione regionale e nazionale, la nostra provincia si distingue per una maggiore diffusione dell imprenditoria di stampo femminile: 27 imprese su cento, contro una media di poco superiore alle 24 nel resto d Italia. All opposto è minore l incidenza delle imprese giovanili e di quelle straniere, che in generale si contano come una su dieci. Esistono in ogni caso differenze rilevabili tra i territori in esame, ad esempio la maggiore presenza di imprenditori under 35 in Italia rispetto alla Toscana, fenomeno dovuto all età dei residenti, mediamente più alta nella nostra regione rispetto all intera nazione. La forte presenza della componente straniera all interno della popolazione toscana, determina in secondo luogo la notevole differenza con la nostra provincia, notoriamente meno coinvolta dai fenomeni collegati all immigrazione. Passando alle variazioni tendenziali nelle imprese attive si osservano tre fenomeni distinti per le tre tipologie in esame. Le imprese straniere crescono nel 2013 a ritmi piuttosto sostenuti (Livorno ed Italia +3,3%, Toscana +2,4%), peraltro già osservati negli anni precedenti. L imprenditoria femminile appare in lieve calo tendenziale, con valori che appaiono in linea con quanto visto per l intero stock d imprese attive. Le imprese giovanili subiscono una vera e propria debacle, perdendo imprese per oltre 4 punti percentuali in un anno (tabella 14). Se è vero che le imprese giovanili che rimangono sul mercato passano gioco forza alla categoria di imprese tout court, è anche palese che nel 2013 è mancato quel ricambio necessario almeno a mantenere i livelli dell anno precedente. 10 Si considerano "Imprese femminili" le imprese partecipate in prevalenza da donne. Il grado di partecipazione di genere è desunto dalla natura giuridica dell'impresa, dall'eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio donna e dalla percentuale di donne presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell'impresa. In generale si considerano femminili le imprese la cui partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne, per tipologia di impresa. 11 Si considerano "Imprese giovani" le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni. Il grado di partecipazione è desunto come da nota sopra. 12 Si considerano "Imprese straniere" le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone non nate in Italia. Il grado di partecipazione è desunto come da nota sopra. 24

29 Tab Imprese attive per tipologia, valori assoluti 2013 e variazioni tendenziali % Territorio Imprese femminili Imprese giovanili Imprese straniere Val. ass. Var. tend. Val. ass. Var. tend. Val. ass. Var. tend. Area Livornese , , ,8 Val di Cecina , , ,7 Val di Cornia , , ,4 Arcipelago Toscano 907-1, , ,7 Totale Provincia , , ,3 Toscana , , ,4 Italia , , ,3 Nulla toglie che un impresa possa essere ad esempio sia straniera che femminile, oppure sia giovane che straniera, ma anche raggruppare tutti e tre i casi. In figura 1 riportiamo, infine la situazione livornese delle imprese attive per genere a fine Figura 1 L universo livornese delle imprese di genere al 31/12/2013 Femminili: Straniere: Giovanili: Le imprese entrate in liquidazione e con procedure concorsuali nel 2013 Rispetto ai dati sullo status delle imprese commentati ad inizio capito, in questo paragrafo si prendono in considerazione le imprese entrate in liquidazione o che hanno iniziato ad affrontare procedure concorsuali nel solo Le imprese livornesi entrate in liquidazione nel corso del 2013 ammontavano a 550, contro le 515 registrate nel 2012 (+6,8%). La variazione livornese appare di molto superiore a quella media toscana (+2,8%), ma inferiore a quella nazionale (+11,2%). Il peso delle imprese entrate in liquidazione sul totale delle imprese registrate a fine 2013 è pari, a Livorno, all 1,70%, valore che, 25

30 anche in questo caso, s inserisce tra quello della Toscana (1,65%) e quello dell Italia (1,77%, tabella 15). Tab Imprese entrate in liquidazione per anno di entrata in liquidazione ( ) per territorio Territorio Variazione tendenziale % Incidenza % su registrate 2013 Livorno ,8 1,70 Toscana ,8 1,65 ITALIA ,2 1,77 L andamento tendenziale delle imprese entrate in procedura concorsuale a Livorno appare peggiore rispetto a quello della categoria precedente, visto che se ne rileva un notevole aumento, pari al 53%, valore nettamente superiore a quelli, già alti, calcolati a livello regionale (+22%) e nazionale (+16%). Nel 2013 sono entrate in procedura concorsuale 30 imprese su registrate a Livorno, stesso valore della Toscana, contro le 27 imprese su in Italia (tabella 16). Tab Imprese entrate in procedura concorsuale per anno di apertura della pratica ( ) per territorio Territorio Variazione tendenziale % Incidenza % su registrate 2013 Livorno ,1 0,30 Toscana ,3 0,30 ITALIA ,6 0,27 26

31 2. Agricoltura Demografia d impresa Il 2013 si è caratterizzato per una nuova e pesante riduzione del numero d imprese agricole presenti sul territorio nazionale. Tale fenomeno va ad aggravare una tendenza che si osserva ormai da svariati anni ma che pareva in netta diminuzione soprattutto nel triennio Il fenomeno si spiega, solo in parte, da un lato con la riduzione della superficie coltivabile totale, dall altro con la concentrazione e la crescita dimensionale delle imprese agricole. Dall inizio del secolo le sedi d impresa agricole attive nella sola provincia di Livorno si sono ridotte di oltre 600 unità, per una perdita in termini percentuali di quasi il 19%: un impresa su cinque è dunque sparita dal mercato (grafico 1). Nessun anno del periodo considerato mostra una variazione tendenziale preceduta dal segno negativo: solo alla fine del 2012 si è avuta una sostanziale stabilità rispetto all anno precedente. Imprese attive ,8 Grafico 1 - Sedi impresa agricole attive in provincia di Livorno Serie storica e variazioni tendenziali % -1,5-2,0-2,2-1,8-0, ,3-0,5-2,6-1,3-1,5-0,1 Var. tend. % ,1 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0-2,5-3,0-3,5-4,0-4,5 Nel solo 2013 le sedi d impresa registrate nella nostra provincia si contavano in unità e sono diminuite del 4,1% tendenziale, all incirca dello stesso passo osservato a livello nazionale (-4,0%) e molto di più di quanto abbiano fatto a livello regionale (-2,8%). Con tali numeri il settore agricolo è il quarto per numerosità nella nostra provincia, dopo il commercio, le costruzioni e le attività di alloggio e ristorazione. L andamento è in pratica lo stesso quando si fa riferimento alle sedi d impresa attive in tutti e tre i territori presi in esame. Nella nostra provincia queste ammontavano a unità (tabella 1). A tale risultato si è giunti sia per un calo delle iscrizioni, sia per l aumento delle cessazioni: entrambi i flussi presentano variazioni tendenziali a due cifre in tutti e tre i territori analizzati. Nella nostra provincia le prime sono diminuite del 18,4% e le seconde sono aumentate addirittura del 27

32 70%, tanto che ogni 10 cessazioni ci sono state 4 iscrizioni, contro le 4,7 della Toscana e le sole 3,9 dell Italia. Il saldo iscrizioni-cessazioni risulta dunque ampiamente negativo in ciascun territorio preso in esame. Tab. 1 - Demografia delle sedi d'impresa agricole nel 2013 e variazioni tendenziali Consistenza 2013 Variazioni tendenziali % Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Livorno ,1-4,1-18,4 69,4 Toscana ,8-2,8-26,1 22,9 Italia ,0-4,1-11,8 20,3 In tabella 2 riportiamo l andamento dei comparti che compongono il settore agricolo: le coltivazioni agricole, l allevamento di animali, la silvicoltura ma anche la pesca e l acquacoltura che fanno parte del capitolo A della classificazione ATECO 2007 che è definito agricoltura, silvicoltura e pesca. Com è facile intuire, le coltivazioni agricole costituiscono ovunque il comparto più numeroso (in particolare nella nostra provincia, dove pesano per l 85% del totale), seguito dalla zootecnia, sebbene quest ultima sia a Livorno meno importante rispetto alla media regionale e nazionale. Il terzo comparto per numerosità è quello della pesca, particolarmente sviluppato a livello locale, vista la conformazione geografica del territorio provinciale, tutto affacciato sul mare. Ultima viene la silvicoltura. A fine 2013 i primi due settori risultano in deciso calo tendenziale mentre la silvicoltura e l acquacoltura vedono aumentare il numero delle loro imprese, soprattutto nella nostra provincia, rendendo meno pesante il tonfo descritto sopra (tabella 2). Tab. 2 - Sedi d'impresa attive per settore merceologico, variaz. tendenz. ed incidenze. Anno 2013 Consistenza 2013 Variazioni tendenziali % Incidenze % Livorno Toscana Italia Livorno Toscana Italia Livorno Toscana Italia Coltivazioni agricole ,9-3,3-4,5 84,80 78,82 75,08 Produzioni animali e caccia ,8-1,6-3,1 8,21 16,46 22,05 Silvicoltura e utilizzo di foreste ,5 0,5 0,7 1,85 3,73 1,36 Pesca e acquacoltura ,3 2,3-1,1 5,14 0,99 1,52 Totale ,1-2,8-4,1 100,00 100,00 100,00 Lo stock d imprese agricole attive subisce una pesante variazione al ribasso anche considerando i sistemi economici locali che compongono la provincia di Livorno. Sopra la media provinciale si pongono comunque i risultati della Val di Cornia (-3,4%) e dell Arcipelago Toscano (-3,3%), mentre peggio fanno l Area Livornese (-4,7%), e la Val di Cecina (-4,9%, in tabella 3). Come ormai ben noto, la distribuzione delle imprese attive in provincia di Livorno è concentrata nei territori continentali a sud della provincia: in Val di Cornia ed in Val di Cecina, che insieme 28

33 ospitano oltre il 78% delle imprese agricole provinciali. Le restanti si dividono per il 13% nel SEL del capoluogo e per l 8,8% nell Arcipelago. L importanza del settore agricolo in un territorio può essere misurata in prima istanza con l incidenza delle imprese agricole rispetto al totale delle imprese presenti in quel territorio. Considerando le imprese attive, quelle agricole rappresentano un importante realtà soprattutto in Val di Cornia (dove se ne conta oltre una su cinque), ed in Val di Cecina (dove rappresentano quasi il 15%), mentre sono poco diffuse nell Arcipelago Toscano (6,7%) ed ancor meno nell Area Livornese (2,6%, tabella 4). Tab. 3 Imprese attive per SEL, valori assoluti e variazioni tendenziali. Confronto Attive 2013 Attive 2012 Var. % Val di Cornia ,4 Val di Cecina ,9 Area Livornese ,7 Arcipelago Toscano ,3 Provincia di Livorno ,1 Tab. 4 - Incidenze delle imprese agricole livornesi per SEL, anno 2013 Incidenza sul tot. imprese agricole attive provinciale 29 Incidenza sul tot. delle imprese attive nel SEL Val di Cornia 39,98 20,58 Val di Cecina 38,28 14,85 Area Livornese 12,93 2,62 Arcipelago Toscano 8,81 6,70 Totale Provincia 100,00 9,29 Dato il pessimo andamento delle iscrizioni e delle cessazioni che si è avuto nel corso del 2013, e già commentato all inizio del capitolo, i tassi di natalità di tutti i territori esaminati risultano in diminuzione rispetto al 2012 ed al contempo i tassi di mortalità sono tutti in aumento. Di conseguenza peggiorano i tassi di crescita, tutti ampiamente negativi. Tab. 5 - La natimortalità delle imprese agricole nel 2013 Territorio Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Val di Cornia 3,90 7,08-3,18 Val di Cecina 2,61 8,03-5,42 Area Livornese 1,91 7,38-5,46 Arcipelago 2,43 7,69-5,26 Provincia di Livorno 3,02 7,54-4,52 Toscana 2,91 6,17-3,26 Italia 2,76 7,11-4,35

34 Per la nostra provincia il tasso di natalità del 2013 è pari a 3,02 punti percentuali, comunque lievemente superiore a quanto calcolato per la Toscana e l Italia. Le note dolenti vengono dal valore del tasso di mortalità, che, oltre ad essere superiore a quelli regionale e nazionale, è notevolmente aumentato nel confronto con l anno precedente, passando dai 4,45 punti percentuali del 2012 ai 7,54 attuali. Tra i SEL livornesi, la Val di Cornia è il territorio che appare meno in difficoltà degli altri, per quanto concerne la demografia d impresa agricola (tabella 5). L analisi per forma giuridica mostra che l impresa individuale è la tipologia maggiormente diffusa nel settore agricolo, poiché incide fra l 83% e l 88% a seconda del territorio considerato. Negli ultimi anni l impresa individuale è stata la forma giuridica messa maggiormente alla prova, subendo notevoli perdite numeriche, dovute agli andamenti dei mercati, dominati dal potere d acquisto della grande distribuzione, ma anche dalla crisi economica. Per contro, da qualche tempo si assiste ad un incremento delle forme giuridiche societarie, fenomeno osservato anche nel 2013 a tutti i livelli territoriali. A Livorno le società di persone sono in crescita tendenziale del 3,7%, le società di capitale del 4,3%, costituendo rispettivamente la seconda (incidono per il 10,6%) e la terza (3,7%) tipologia per incidenza. Le altre forme giuridiche 13, infine, sono diffuse in modo piuttosto limitato, soprattutto nella nostra provincia (meno di una su cento), e risultano nello stesso numero rispetto al Tab. 6 - Composizione e variazione delle imprese agricole registrate per forma giuridica nel 2013 Società di capitale Società di persone Consistenze Imprese individuali Altre forme giuridiche Livorno Toscana Italia Composizione % Livorno 3,67 10,55 84,81 0,97 Toscana 3,52 11,42 83,66 1,40 Italia 1,88 7,70 88,56 1,86 Variazioni tendenziali % Livorno 4,3 3,7-5,3 0,0 Toscana 3,8 2,2-3,7 0,9 Italia 3,1 1,5-4,7-1,4 A fine 2013 le unità locali registrate erano 215, suddivise in 130 aventi sede ubicata fuori della provincia di Livorno e 85 con sede in provincia. La maggioranza è dunque a vantaggio delle prime, e tale fatto rappresenta un anomalia se confrontato con la situazione toscana e nazionale, ma 13 Nelle altre forme giuridiche è compresa anche la nuova tipologia della persona fisica, visto che quest ultima è ancora scarsamente diffusa. 30

35 testimonia come il territorio agricolo livornese sia ambito, vista, fra l altro, la possibilità di produrci vini di altissima qualità. Entrambe le tipologie di unità locale risultano peraltro in crescita tendenziale sul 2012 in ogni territorio esaminato, nello specifico a Livorno quelle con sede fuori della provincia crescono di ben 4 punti percentuali mentre le altre di 2,4. Con poco più di otto unità locali ogni 100 sedi d impresa la nostra provincia appare il territorio più dotato di unità secondarie, nel solito confronto con la Toscana, che ne può vantare oltre sette su 100, e con l Italia, che si ferma a 3,5. Contando anche le unità locali, infine, il totale delle cellule economiche agricole registrate a Livorno sfiora quota 2.900, valore in diminuzione del 3,5% sul Tab. 7 - Localizzazioni registrate per tipo, consistenze 2013 e variazioni tendenziali U.L. con sede fuori provincia U.L. con sede in provincia TOTALE sedi + U.L. Variaz. tend. % U.L fuori prov. Variaz. tend. % U.L in prov. Variaz. tend. % Tot. U.L. su sedi d'impresa (%) Livorno ,0 2,4-3,5 8,04 Toscana ,6 3,4-2,4 7,12 Italia ,3 5,0-3,7 3,50 Le produzioni di vini DOC in Provincia di Livorno Nel momento in cui scriviamo, non sono ancora disponibili i dati sulle superfici coltivate e sulle produzioni agricole per la provincia di Livorno e per la Toscana, a fonte ISTAT, perché non ancora rilevati (o solo parzialmente) e, in qualche caso, stimati. Sono però disponibili i dati relativi alla produzione del vino DOC e DOCG nella nostra provincia, a fonte camerale, che commentiamo in questo paragrafo. La Camera di Commercio di Livorno, difatti, è autorizzata con Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ed agisce in qualità di Autorità Pubblica Designata per il controllo dei vini DOP provinciali. A partire dalla vendemmia del 2010 la Camera non ha più avuto competenza nella gestione della produzione vitivinicola dei vini a IGP e pertanto è venuto meno l'obbligo di rilasciare la ricevuta frazionata delle uve prodotte a IGT alle aziende interessate. Le aziende iscritte alle quattro DOC livornesi (Bolgheri, Elba, Terratico di Bibbona e Val di Cornia) ammontano a 127 a fine 2013, di queste, 85 sono completamente autonome, nel senso che l intero processo produttivo avviene al loro interno: produzione, vinificazione ed imbottigliamento. Le restanti producono uva per la successiva vendita alle aziende vinificatrici (tabella 8). Rispetto al 2012, quando le imprese iscritte erano 177, se ne annota dunque un brusco ridimensionamento, dovuto a tutte e quattro le tipologie, ed in particolare al Terratico di Bibbona, le cui imprese si sono più che dimezzate, ed alla Val di Cornia, le cui imprese si sono ridotte di quasi due terzi. All interno delle precedenti, 29 imprese, di cui 24 autonome, sono anche iscritte alle tre DOCG provinciali: Suvereto, Val di Cornia Rosso ed Elba Aleatico (tabella 9). Anche in questo caso se ne riscontra una contrazione rispetto al 2012, quando ammontavano a 37 unità. 31

36 Tab. 8 - Imprese iscritte alle DOC livornesi nel 2013 Imprese iscritte di cui: autonome DOC Bolgheri DOC Elba DOC Terratico di Bibbona 7 7 DOC Val di Cornia Totale Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno Tab. 9 - Imprese iscritte alle DOCG livornesi nel 2013 Imprese iscritte di cui: autonome DOCG Suvereto 7 7 DOCG Val di Cornia Rosso 3 3 DOCG Elba Aleatico Totale Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno La produzione dei vini d eccellenza livornesi è stata operata, nel 2013, su un estensione territoriale di poco più di mille ettari, quasi tutta utilizzata per le tipologie DOC, solo poco meno di 50 ettari sono difatti stati dedicati alle produzioni DOCG. Tale territorio risulta diminuito di circa il 12% nel confronto col 2012, anche per effetto del calo delle imprese iscritte sopra descritto. Questo fenomeno non ha in ogni caso portato ad una diminuzione tendenziale della produzione di uve e vini, che anzi, è aumentata rispettivamente del 5,3% e del 5,6%, crescita da ascriversi in toto alle sole produzioni DOC, mentre quelle DOCG si sono più che dimezzate (tabella 10). Nel complesso si è ottenuta una vendemmia di quasi 78 mila quintali di uve, dalla quale è derivata una produzione di poco meno di 54 mila ettolitri di vino (contro i 51 dell anno precedente), quasi tutta incentrata su vini a denominazione di origine controllata (oltre 52 mila ettolitri). Tab I principali risultati della vendemmia 2013 e confronto con l'anno precedente Superficie (Ha) Valori vendemmia 2013 Var. tend. % su vendemmia 2012 Quantità prodotta (Q.li) Quantità prodotta (hl) Superficie (Ha) 32 Produzione (quintali) Produzione (ettolitri) DOC Bolgheri 887, , ,67-4,1 12,1 12,1 DOC Elba 77, , ,02-21,8-8,1-8,1 DOC Val di Cornia 20, ,07 706,91-30,2-26,4-26,7 DOC Terratico di Bibbona 10,34 921,48 645,03-24,7 16,5 16,5 Totale DOC 996, , ,63-6,8 9,8 9,7 DOCG Elba Aleatico 11,94 395,72 138,53-54,3-43,7-43,7 DOCG Suvereto 31, ,00 952,00-61,8-64,0-63,9 DOCG Val di Cornia Rosso 5,80 456,00 319,21-26,3-2,0-2,0 Totale DOCG 48, , ,74-57,7-55,4-56,1 Totale vendemmia 1.045, , ,37-11,7 5,3 5,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno

37 All interno dei vini DOC, con quasi 48 mila ettolitri il Bolgheri rappresenta poi la quasi totalità della produzione locale, visto che da solo ha pesato per oltre il 90% del totale (grafico 1). Segue a grande distanza la DOC Elba, che incide per il 6,6%, mentre le DOC Terratico e Val di Cornia, con incidenza di poco superiore al punto percentuale, rappresentano vere e proprie produzioni di nicchia. Rispetto al 2012 la DOC Bolgheri rafforza la sua posizione dominante, visto che consegue un aumento di produzione di oltre il 12% tendenziale, fenomeno riscontrato anche per la DOC Terratico di Bibbona (+16,5%), ma non per le altre due: DOC: Elba -8,1%, DOC Val di Cornia - 26,7%. Grafico 2 - Incidenze delle DOC livornesi per superficie di destinazione e produzione Quantità prodotta (hl) 90,78 1,23 1,34 6,65 Superficie destinata (Ha) 89,11 1,04 2,10 7,75 0% 20% 40% 60% 80% 100% Bolgheri Elba Val di Cornia Terratico Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno Nel corso del 2013 la Camera di Commercio di Livorno ha certificato oltre 43 milioni di litri di vino, fra DOC e DOCG, e, nello stesso periodo ne sono stati imbottigliati circa 46,7 milioni, derivati sia dalla produzione del 2013 sia da annate precedenti (tabella 11). Tab Vino DOC e DOCG certificato e imbottigliato nel 2013 Provincia di Livorno Tipologia Certificato (hl) Imbottigliato (hl) DOC Bolgheri , ,93 DOC Elba 3.555, ,27 DOC Terratico di Bibbona 390,30 381,20 DOC Val di Cornia 553,20 428,88 DOCG Suvereto 94,92 183,27 DOCG Val di Cornia Rosso 0,00 0,00 DOCG Elba Aleatico Passito 202,31 170,73 Totale , ,28 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati CCIAA Livorno 33

38 Import export agricolo Nel corso del 2013 gli scambi italiani con l estero dei prodotti derivanti dal settore primario 14 si sono lievemente intensificati rispetto al 2012: in termini di valore le importazioni e le esportazioni sono cresciute quasi di pari passo, le prime del 2,8% e le seconde del 2,6%. Anche a livello regionale e provinciale le importazioni hanno sostanzialmente tenuto il passo con l anno precedente (-0,1% in Toscana e +1,8% a Livorno). Le esportazioni, al contrario, hanno subito un vistoso calo in Toscana (-7,7%), mentre si sono addirittura dimezzate nella nostra provincia, che ne accusa un crollo tendenziale del 43,3% (tabella 12). Nel complesso, a Livorno si sono importati prodotti agricoli per oltre 86 milioni di euro e se ne sono esportati per un controvalore di oltre 13, e si è generato un saldo commerciale negativo di 72,5, ben peggiore dei quasi 60 milioni del I saldi risultano negativi ed in peggioramento anche a livello regionale e nazionale, ma in termini relativi essi sono meno pesanti rispetto a quanto avviene nella nostra provincia, in quanto il valore delle esportazioni rappresenta una quota maggiore dell interscambio con l estero. Per dirla con i numeri, nel 2012 a Livorno per ogni 100 euro di prodotti agricoli importati se ne sono esportati solo 16, contro i 47 in Italia ed i 65 in Toscana. TERRITORIO Tab Import-export dei prodotti del settore primario - Confronto (valori in ) 2013 (valori in ) Var. tend. % Import Export Import Export Import Export Livorno ,8-43,3 Toscana ,1-7,7 Italia ,8 2,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT L interscambio con l estero del settore primario ha d altro canto un valore marginale, quando raffrontato col totale raggiunto da tutti i settori economici, in particolare per la nostra provincia. L export agricolo locale incide difatti per il solo 0,7% sul totale esportato, valore inferiore al già risicato 0,9% della Toscana e all 1,5% dell Italia. Il peso dell import è lievemente superiore all export, visto che vale l 1,8% a livello provinciale, il 2,1% regionale e il 3,5% nazionale (tabella 13). Tab Incidenza del settore primario sul totale importato ed esportato TERRITORIO Import Export Import Export Livorno 1,74% 1,05% 1,80% 0,73% Toscana 1,94% 0,94% 2,12% 0,90% Italia 3,24% 1,49% 3,52% 1,53% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 14 Il settore A della classificazione ATECO 2007 utilizzata dall ISTAT, ossia Prodotti dell Agricoltura, della Silvicoltura e della Pesca e non prodotti alimentari derivati da trasformazioni di produzioni agricole, che sono inseriti nel manifatturiero. 34

39 Le tipologie produttive maggiormente importate nella nostra provincia nel 2013 sono state i prodotti delle colture non permanenti, che hanno inciso per il 47,1%, i prodotti della pesca (29,5%) ed i prodotti delle colture permanenti (22,8%). Per le prime due tipologie se ne riscontra un aumento tendenziale, rispettivamente +13,8% e +2,5%, mentre per la terza emerge un calo del -16,7%. Dal lato dell export, le tipologie produttive degne di nota si riducono a due: i prodotti delle colture permanenti, che hanno inciso per il 72% ma le cui vendite all estero si sono ridotte in un anno del 20%, ed i prodotti della pesca (17%), i quali, al contrario, sono cresciuti del 15% (tabella 14). Tab Import export agricolo livornese per tipologia di prodotto nel 2013 Comparti Valori Var. tend. % Incidenze % Import Export Import Export Import Export Prod. di colture agricole non permanenti ,8-95,6 47,09 2,97 Prodotti di colture permanenti ,7-19,6 22,81 71,95 Piante vive ,4 81,2 0,25 0,59 Animali vivi e prodotti di origine animale ,6 102,7 0,21 7,40 Piante forestali e altri prod. della silvicolt ,2 / 0,00 0,00 Legno grezzo ,0 / 0,12 0,00 Prodotti vegetali di bosco non legnosi ,0 / 0,00 0,07 Pesci, prod. della pesca e dell'acquacolt ,5 15,1 29,52 17,02 Totale ,8-43,3 100,00 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT L Europa nel 2013 ha rappresentato l unico mercato per le merci livornesi, ne ha acquistate difatti il 97%, valore in netta crescita rispetto al 2012, quando tale percentuale si fermava al 62%. Il Vecchio continente è anche il maggior fornitore di beni agricoli per la provincia di Livorno col 75% del totale, seguono l Asia col 15% e l America con l 8%. 35

40 3. Artigianato A fine 2013, le sedi d impresa artigiane registrate in provincia di Livorno ammontavano a unità e, di queste, erano attive. Con tali numeri la nostra è la terzultima provincia in Toscana per presenza di artigiani, seguita solo da Grosseto e Massa Carrara. Nel corso del 2013 si sono iscritte al Registro 579 nuove imprese artigianali e, al contempo, sono state cancellate 636 posizioni, per un saldo negativo di 57 unità, valore comunque superiore al -102 del Il saldo del 2013 è da attribuirsi ai soli territori della Val di Cecina (-31 unità) e dell Area Livornese (-30), in quanto gli altri due SEL presentano un saldo pari a zero (tabella 1). Ci sono poi da considerare 4 nuove imprese alle quali ancora non è stato assegnato il comune di appartenenza. Tab. 1 - Demografia delle imprese artigiane - Sedi d'impresa 2013 Territorio Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Saldo Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano Provincia di Livorno Toscana Italia In ottica tendenziale, il tessuto imprenditoriale artigianale livornese appare maggiormente in salute rispetto agli omologhi regionale e nazionale, visto che le imprese registrate a fine 2013 scontano una perdita dello 0,8%, contro, rispettivamente, -2,5% e -2,1%. Stesso discorso vale per le attive, che a Livorno sono diminuite di un punto percentuale, contro i 2,5 della Toscana e i 2,2 dell Italia. A livello di SEL, su tutti gli altri spiccano i dati positivi della Val di Cornia, dove le registrate sono addirittura in aumento (+0,1%). La nota dolente proviene semmai dall andamento delle iscrizioni, che sono risultate in numero inferiore rispetto al 2012 (-4,6%), anche se non manca l eccezione, costituita dal SEL Arcipelago (+7,4%). Lo stesso andamento della nostra provincia è peraltro riscontrabile sia a livello regionale (-3,5%), sia nazionale (-7,4%). Tab. 2 - Variazioni tendenziali % delle sedi d'impresa artigiane Territorio Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Val di Cornia 0,1-0,3 0,0-12,9 Val di Cecina -1,6-1,8-14,1-17,5 Area Livornese -1,0-1,3-5,0-9,2 Arcipelago Toscano 0,0 0,0 7,4 7,4 Provincia di Livorno -0,8-1,0-4,6-10,3 Toscana -2,5-2,5-3,5-2,7 Italia -2,1-2,2-7,4 0,6 36

41 Più confortante del precedente è il dato tendenziale relativo alle cessazioni, le quali diminuiscono sensibilmente nella nostra provincia (-10,3%), fenomeno rilevato anche in Toscana, seppur in maniera più blanda (-2,7%), ma non in Italia (+0,6%). Le cessazioni d impresa si sono ridotte in tutti i territori provinciali, anche con percentuali notevoli, tranne che nel SEL insulare (+7,4%), il quale, come visto, è l unico ad aver incrementato anche le iscrizioni. Come già accaduto nel 2012, anche nell anno oggetto di esame esiste una reale differenza tra la decrescita del tessuto economico nel suo complesso ed il sottoinsieme costituito dalle sole imprese artigiane. Nel confronto tra le variazioni tendenziali a fine 2013 di questi due stock (grafico 1), tale differenza emerge chiaramente sia a livello regionale, sia nazionale, mentre per la nostra provincia è meno marcata. A fine 2013 le imprese artigiane livornesi, come abbiamo visto, sono calate di un punto percentuale, contro una decrescita dell intero sistema imprenditoriale provinciale pari a 0,8 punti percentuali. A livello di SEL ci sono d altro canto due territori in controtendenza: la Val di Cornia e l Arcipelago Toscano, nei quali il complesso delle imprese artigiane ha contribuito a rendere l emorragia d imprese meno drammatica rispetto al ,0 Grafico 1 - Confronto delle variazioni tendenziali fra totale imprese e imprese artigiane attive nel ,0-0,5-1,0-1,5-0,3-1,3-1,2-1,3-0,5-0,6-1,0-0,8-0,9-1,0-2,0-1,8-2,5 Imprese artigiane Tot. imprese -2,5-2,2-3,0 Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano Provincia di Livorno Toscana Italia Il tasso di crescita provinciale nel 2013 è calcolato di poco in terreno negativo (-0,79 punti percentuali), decisamente distante dai due territori di confronto: Toscana, -2,49 ed Italia, -2,14 punti percentuali e, soprattutto, in netto miglioramento rispetto all anno precedente. Il tasso di natalità livornese (8,04 punti percentuali) appare di molto superiore a quelli regionale e nazionale, quello di mortalità 15 (8,83 punti percentuali) si piazza molto vicino a quello toscano, il più basso dei due (tabella 3). 15 Calcolato al lordo delle cessazioni d ufficio. 37

42 Osservando i valori del tasso di crescita per SEL, la Val di Cecina (-1,64) e, in minor misura, l area Livornese (-0,98) sono i SEL che nel 2013 hanno avuto le maggiori difficoltà. La Val di Cornia e l Arcipelago si distinguono per un tasso di crescita nullo, un risultato che appare confortante solo se confrontato non solo con i risultati degli altri territori nel 2013, ma anche con quelli degli stessi due SEL nel 2012, e ciò, soprattutto, in un ottica di possibile ulteriore miglioramento nel Territorio Tab. 3 - Natimortalità delle imprese artigiane Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Val di Cornia 7,42 7,42 0,00 Val di Cecina 7,09 8,73-1,64 Area Livornese 8,67 9,65-0,98 Arcipelago Toscano 8,29 8,29 0,00 Provincia di Livorno 8,04 8,83-0,79 Toscana 7,67 10,16-2,49 Italia 6,45 8,60-2,14 Osservando la distribuzione delle imprese artigiane (registrate) per classe di natura giuridica nella provincia di Livorno, in tabella 4, si nota che le imprese individuali rappresentano la maggioranza assoluta, con oltre tre quarti dell insieme, seguite dalle società di persone, che sfiorano il 20% del totale. Molto marginale è l incidenza delle società di capitale (3,4%) e delle altre forme giuridiche (0,2%). Per quanto concerne le variazioni tendenziali, il 2013 si è chiuso in negativo per le sole imprese individuali livornesi (-1,3%) mentre si osserva una piccola crescita delle società di persone (+0,7%) ed un balzo avanti delle società di capitali (+2,5%), queste ultime risultano in costante crescita ormai da qualche anno (tabella 4). Tab. 4 - Sedi d'impresa artigiane registrate per forma giuridica nel 2013 Forma giuridica Imprese registrate Variazione tendenziale % Incidenza % Società di capitale 246 2,5 3,4 Società di persone ,7 19,4 Imprese individuali ,3 77,0 Altre forme 11 0,0 0,2 Totale ,8 100,0 Com è ben noto, la maggioranza assoluta delle imprese artigianali livornesi, ossia il 75,4% 16, si concentra in soli tre settori merceologici: le costruzioni, che raccolgono ben il 41,7% degli artigiani provinciali, le attività manifatturiere (18,8%) e le altre attività di servizi (14,9%). Le variazioni tendenziali annuali relative ai primi due, rispettivamente -2,4% e -1,6% paiono confermare la crisi 16 Sedi d impresa attive. 38

43 che hanno subito i rispettivi settori, non solo a livello locale, ma anche nazionale. Lo stock d imprese operanti sul mercato locale tramite altre attività di servizi, al contrario, chiude l anno con un positivo 1,1% tendenziale. Altri settori degni di nota sono, in ordine d importanza, il trasporto e magazzinaggio, che incide per il 6,7% del totale, il commercio e le riparazioni di auto (5,9%), l aggregato del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (4,6%) e le attività di alloggio e di ristorazione, col 4,3%. In ottica tendenziale, le imprese operanti nella logistica sono diminuite del 2,1%, quelle del commercio chiudono l anno nello stesso numero di quante erano all inizio, mentre si rilevano variazioni positive per i restanti due settori (servizi turistici +0,3% e noleggio, + 3,8%). Tab. 5 - Sedi d'impresa attive artigiane per settori nel 2013 Settore Attive Var tend % Incidenza % Agricoltura, silvicoltura pesca 42 5,0 0,59 Estrazione di minerali da cave e miniere 2 0,0 0,03 Attività manifatturiere ,6 18,79 Fornitura di acqua; reti fognarie ,3 0,18 Costruzioni ,4 41,67 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di auto 417 0,0 5,89 Trasporto e magazzinaggio 475-2,1 6,71 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 306 0,3 4,32 Servizi d informazione e comunicazione 48 9,1 0,68 Attività immobiliari 2 100,0 0,03 Attività professionali, scientifiche e tecniche 70 1,4 0,99 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle impr ,8 4,62 Istruzione 8 0,0 0,11 Sanità e assistenza sociale 2 0,0 0,03 Attività artistiche, sportive, d intrattenimento e divertimento 15-25,0 0,21 Altre attività di servizi ,1 14,94 Imprese non classificate 16 14,3 0,23 Totale ,0 100,00 L impatto che l artigianato ha sul tessuto imprenditoriale di un determinato territorio può essere misurato, in termini meramente numerici, attraverso il semplice calcolo del grado di artigianalità, ossia l incidenza delle imprese artigiane sul totale delle imprese presenti in quel territorio. Tab. 6 - Grado di artigianalità Territorio Val di Cornia 23,10 22,99 23,22 Val di Cecina 27,91 27,52 27,34 Area Livornese 23,43 23,33 23,14 Arcipelago Toscano 29,94 30,10 30,29 Provincia di Livorno 25,28 25,15 25,09 Toscana 31,80 31,24 30,73 Italia 27,48 27,23 26,92 39

44 In provincia di Livorno, a fine 2013, circa 25 imprese su 100 erano artigiane, contro una media toscana di quasi 31 ed una italiana di quasi 28. Tra i SEL livornesi si distinguono sugli altri l Arcipelago Toscano, con oltre 30 imprese artigiane ogni 100, e la Val di Cecina, con oltre 27. Negli ultimi tre anni il valore del grado di artigianalità si è ridotto più o meno velocemente in ogni territorio esaminato, fatto salvo l Arcipelago Toscano (tabella 6). Indagine congiunturale sull artigianato del settore manifatturiero Nella presente sezione riassumiamo i risultati evidenziati dalla nostra provincia, nell ambito dell indagine congiunturale sull artigianato del settore manifatturiero, effettuata da Unioncamere Toscana. Si è indagato sui risultati economici e non solo, conseguiti dalle imprese nel corso del 2013, sulle variazioni che sono occorse rispetto al 2012, nonché sulle previsioni per il L indagine è stata condotta, nel periodo 2-14 aprile 2014, su un campione imprese toscane, 90 per la sola provincia di Livorno. Per la Toscana il campione è stato suddiviso per settori (alimentari, tessile maglieria e abbigliamento, concia pelle e calzature, vetro ceramica lapideo, legno e mobili, meccanica metalli e cantieristica, oreficeria, manifatture varie), per classe di addetti (1-3, 4-9 ed oltre 10) ed in base ad altre classificazioni. I dati provinciali hanno invece carattere unico, non sono cioè stati suddivisi secondo le classificazioni di cui sopra. Per questa ragione, nel confronto tra l andamento livornese e quello regionale, che è poi lo scopo di questo paragrafo, si prendono in considerazione solo i risultati complessivi dei due territori 17. Nel complesso il fatturato delle imprese livornesi intervistate è calato dell 11,3% rispetto al 2012, in maniera maggiore rispetto a quelle toscane, che ne dichiarano una discesa del 6,6%. Nello specifico, la distribuzione delle risposte sull andamento del fatturato è riassunta in grafico 2, dal quale emerge che solo il 5% del campione livornese dichiara un aumento rispetto all anno precedente, contro quasi l 11% in Toscana. Per il 54% degli artigiani livornesi il fatturato 2013 risulta in calo, contro il 50% di quelli toscani. 60,0% 50,0% Grafico 2 - Andamento del fatturato rispetto al ,4% 50,3% 40,0% 39,5% 38,3% Aumentato 30,0% Diminuito 20,0% 10,0% 0,0% 5,1% 10,7% 1,1% 0,7% Livorno Toscana Stabile Non risponde 17 Per una trattazione completa dell indagine si rinvia al sito web: nella sezione dedicata alla regione Toscana. 40

45 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana L ambito operativo degli artigiani livornesi, inteso in questo caso come l insieme delle relazioni commerciali, appare maggiormente orientato al mercato locale rispetto a quanto avviene all insieme degli artigiani toscani. Dal grafico 3, che riassume le risposte riguardo alla distribuzione del fatturato per tipologia territoriale di mercato, si nota difatti una minore capacità degli intervistati livornesi di essere presenti su mercati diversi da quello locale, che, nel complesso, incidono sul fatturato per il solo 20,9%, contro il 43,7% a livello regionale. Si nota soprattutto una scarsa presenza sui mercati esteri. Si potrebbe pensare che gli artigiani livornesi lavorino soprattutto per conto terzi, ma in realtà non è così. Da una specifica domanda si evince che la percentuale di fatturato derivante da subforniture o lavorazioni per conto terzi è pari al 35,1% (contro il 42,6% toscano), ed il restante 64,9% deriva da vendite sul mercato finale (57,4% in Toscana). Grafico 3 - Distribuzione del fatturato rispetto al mercato 90,0% 80,0% 79,1% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 12,7% 6,3% 1,9% Livorno 56,3% 17,7% 15,0% 10,9% Toscana mercato provinciale mercato regionale mercato nazionale mercato estero Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana A quanto pare il 2013 è stato un anno piuttosto pesante per l artigianato di stampo manifatturiero, soprattutto per quello livornese. Un altro tassello a supporto di questa tesi emerge dall analisi dei livelli produttivi. Alla domanda facendo riferimento ai livelli massimi di capacità produttiva della sua impresa, il livello di attività nel 2013 è stato alto, normale o basso?, nessuno degli intervistati nella nostra provincia ha fornito la prima scelta, contro il 3,2% dei toscani. A Livorno la maggioranza assoluta (52%) ha dichiarato che i livelli produttivi sono stati bassi, all incirca la stessa percentuale di coloro che, in Toscana, ne dichiarano la normalità (grafico 4). 41

46 Grafico 4 - Livello di produzione nel ,0% 50,0% 45,1% 52,1% 51,0% 44,7% 40,0% 30,0% 20,0% Alto Normale Basso Non risponde 10,0% 0,0% 0,0% Livorno 2,7% 3,2% Toscana 1,2% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana I prezzi di vendita dei prodotti immessi su mercato sono rimasti stabili rispetto al 2012 per la maggior parte degli intervistati: 85,2% a Livorno e 82,3% in Toscana (grafico 5). In seconda battuta sono diminuiti, mentre uno sparuto gruppo ne rileva un aumento in entrambi i territori. Tali andamenti spiegano che il calo di fatturato è dovuto solo in minima parte alla diminuzione dei prezzi operati dalle imprese artigiane, per restare concorrenziali sul mercato, mentre l ammanco maggiore è con tutta probabilità da attribuirsi ad una diminuzione degli ordinativi ricevuti, e quindi al perdurare della crisi produttiva. 90,0% 80,0% Grafico 5 - Prezzi di vendita dei prodotti rispetto al ,2% 82,3% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 13,3% 9,9% 2,9% 2,0% 3,2% 1,3% Livorno Toscana Aumentati Diminuiti Rimasti stabili Non risponde Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana La maggior parte delle imprese dichiara di non aver effettuato alcun investimento nel biennio (l 83% a Livorno e quasi l 86% in Toscana) e tale risultato è stato indotto dall andamento del mercato ma anche dalla difficoltà di accesso al credito, meglio esposta nel paragrafo successivo. Ad ogni buon conto, le spese per investimenti appaiono in crescita tendenziale, dato che le percentuali relative a chi ha investito nel solo 2013 appaiono superiori a quelle del 2012: 6,2% contro 3,9% a 42

47 Livorno e 8,9% contro 1,8% in Toscana. Tale andamento è confermato anche da una successiva domanda, dalla quale emerge che, fra chi ha effettuato investimenti, il 7,2% ne indica un aumento a Livorno ed il 9,2% in Toscana. Sono pochissime le imprese che hanno avuto una continuità in tale tipo di spese nel corso del biennio in esame, sono comunque più numerose nella nostra provincia (4,3%) che in Toscana (2,7%, in grafico 6). Grafico 6 - Spese per investimenti nel biennio ,0% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 83,0% 85,7% 4,3% 6,2% 8,9% 3,9% 2,7% 1,8% Livorno Toscana Spese per investimenti nel 2013 e 2012 Spese per investimenti nel solo 2013 Spese per investimenti nel solo 2012 Nessuna spesa per investimenti nel Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana Nonostante la situazione esposta, l occupazione presso le imprese artigiane manifatturiere si mantiene sostanzialmente stabile: lo dichiara il 96% degli intervistati a Livorno ed il 90% in Toscana. La distribuzione di frequenza di questa domanda vede prevalere, per le percentuali residuali, la diminuzione dell occupazione piuttosto che l aumento della stessa. È peraltro ben noto che le dinamiche occupazionali, vista la rigidità tipica del mercato del lavoro, si manifestino in tempi assai diversi rispetto, ad esempio, a quelle economiche. Dopo la lunga crisi vissuta in questi anni, che sembra forse si possa risolvere proprio nel 2014, la perdita di posti di lavoro potrebbe protrarsi ancora per svariati mesi. Comunque sia, nel corso del 2013 i livelli occupazionali nelle imprese intervistate sono risultati più bassi rispetto all anno precedente, con andamenti vicini tra Livorno (1,4 punti percentuali) e la Toscana (1,7 punti percentuali). Le similitudini tra i due territori si hanno anche nella perdita accusata di lavoratori dipendenti e per quelli a tempo pieno. I lavoratori dipendenti sono al contrario in crescita, ma solo nella nostra provincia, quelli con contatto part-time aumentano nel solo ambito regionale (tabella 7). Tab. 7 - Andamento tendenziale dell'occupazione nel 2013 per tipologia di addetti Totale Indipendenti Dipendenti Tempo pieno Part-time Livorno -1,4% 0,5% -3,3% -2,7% -8,2% Toscana -1,7% -0,2% -2,7% -3,5% 4,3% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana 43

48 Riguardo alle previsioni per il 2014, gli operatori del settore vedono l occupazione in sostanziale stabilità, ma chi crede ad un suo possibile sviluppo (1% a Livorno, 1,5% in Toscana) sono in numero inferiore rispetto a coloro che si attendono un ulteriore calo (5% a Livorno, 4% in Toscana). Stesso discorso vale per il fatturato 2014, per il quale una maggioranza del 47% ne pronostica la stabilità rispetto al 2013, il 17% ne attende un nuovo calo, mentre solo la restante parte (circa l 8%, al lordo delle non risposte) ne prevede un aumento. Il credito all artigianato Dai dati forniti dalla Banca d Italia, filiale di Firenze, ad Unioncamere Toscana, si hanno preziose informazioni sull andamento dei prestiti e delle sofferenze alle imprese artigiane della provincia di Livorno. Nel corso del 2013 lo stock dei prestiti 18 agli artigiani livornesi ha subito lievi ma costanti riduzioni fino a ridursi sui 283 milioni di euro, valore del quarto trimestre. Rispetto al medesimo periodo del 2012, quando lo stock era di 288 milioni di euro, la variazione è minima, pari al -1,7% 19, diventa molto più ampia quando il confronto è effettuato con la fine del 2010 (grafico 7, dati al lordo delle sofferenze). Dalla metà del 2011 e per tutto l anno successivo c è stato un vero e proprio giro di vite nell erogazione di prestiti da parte del sistema creditizio, avvenuto peraltro dopo un 2009 caratterizzato da una vera e propria stretta creditizia. Nel 2013 tale processo è quasi giunto a conclusione. Cercando di minimizzare i propri rischi, gli istituti di credito hanno evidentemente alzato l asticella delle condizioni necessarie all erogazione di un prestito, così facendo hanno allontanato dalle possibilità di acquisire liquidità anche imprese che, in periodi diversi, non avrebbero avuto problemi in tal senso. A tutto ciò va aggiunto che una buona parte di imprese, artigiane e non, ha da tempo rinunciato all ipotesi di ricorrere al credito bancario Grafico 7 - Stock dei prestiti alle imprese artigiane livornesi I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Stock dei prestiti al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine. Dati non corretti per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni. Fonte: segnalazioni di vigilanza. 19 La variazione sui dodici mesi corretta per le sole operazioni di cartolarizzazione è pari a -1,6%. 44

49 Elaborazioni Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze La situazione dei prestiti agli artigiani appare ancora più problematica se si considera che i dati esposti sono al lordo delle sofferenze 20, le quali risultano in fortissima ascesa. Tale aumento si rileva ormai da quattro anni (tre dei quali riportati in tabella 8) ed è avvenuto a tassi di crescita davvero preoccupanti. A dicembre 2013, lo stock dei prestiti in sofferenza era pari a 42 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all inizio del Le variazioni tendenziali di tutto il periodo sono caratterizzate da valori a due cifre. Nello specifico, il 2013 ha visto crescere le sofferenze del 20% rispetto all anno precedente. Tab. 8 - Consistenza e variazioni % delle sofferenze di imprese artigiane in provincia di Livorno Periodo Stock dei prestiti in sofferenza (mil. di ) Variazione tendenziale % Variazione congiunturale % Mar ,5 15,8 Giu ,8 4,5 Set ,3 4,3 Dic ,8 8,3 Mar ,7 3,8 Giu ,4 11,1 Set ,0 0,0 Dic ,6 16,7 Mar ,3 2,9 Giu ,3 2,8 Set ,0 5,4 Dic ,0 7,7 Elaborazioni Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze 20 Stock dei prestiti in sofferenza, come indicato in tabella. Fonte: segnalazioni di vigilanza. 45

50 4. Industria Il peso dell industria livornese, rispetto al totale dell economia locale, appare in declino in questi ultimi anni, considerando sia il valore aggiunto generato da tale settore, sia la capacità di creare posti di lavoro. Stando ai dati Prometeia 21, difatti, il valore aggiunto del settore industriale livornese 22, che era pari ad oltre 860 milioni di euro a fine 2012, si porterà sugli 812 milioni di euro a fine 2014, passando per i quasi 820 stimati per il L industria perderà progressivamente peso rispetto al totale del valore aggiunto dell economia provinciale, fino a valere poco meno di un ottavo a fine Il settore pare tenere maggiormente in termini di occupazione, in quanto si stima che le imprese industriali locali abbiano impiegato circa il 10,8% della forza lavoro totale provinciale 23 a fine 2013, valore vicino rispetto a quanto calcolato nel 2012, ed a quanto previsto per la fine del Grafico 1 Il peso dell industria livornese sul totale economia 12,7 12,4 12,2 10,7 10,8 10, (stima) 2014 (previsione) VA industria su totale economia Unità di lavoro dell'industria su totale Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Prometeia Rimanendo un settore fondamentale per l economia provinciale, l industria locale, pur ridimensionata, prova ad uscire dalla crisi che l ha attanagliata in questi ultimi anni, ma lo fa lasciando sul campo svariate imprese e centinaia di lavoratori. In alcuni comparti il momento peggiore può dirsi lasciato alle spalle, altri si trovano ancora in grosse difficoltà. Nel momento in cui scriviamo, ad esempio, gli incerti esiti riguardo al futuro della Lucchini di Piombino, che vive uno dei peggiori momenti della sua storia recente, tengono in apprensione l intera Val di Cornia. Demografia d impresa Nella nostra provincia si contavano sedi d impresa registrate nel settore dell industria a fine 2013, suddivise, considerando la classificazione standard, in 19 appartenenti al comparto 21 Pubblicati a febbraio Valore aggiunto dell'industria in senso stretto ai prezzi base (valori concatenati, anno di riferimento 2005). 23 Unità di lavoro nell'industria in senso stretto rispetto alle unità di lavoro totali. 46

51 estrattivo, a quello manifatturiero, 124 alle cosiddette utilities (fornitura di energia elettrica, gas acqua) ed, infine, operanti come imprese di costruzioni. Secondo un altra ripartizione, delle quasi 7 mila imprese livornesi s inquadrano come artigiane e le restanti come non artigiane. Rispetto al 2012 le imprese registrate accusano una diminuzione pari al 2% del totale, fenomeno che si riscontra con valori non dissimili anche a livello regionale (-2,2%) e nazionale (-1,8%). A Livorno le imprese industriali non artigiane mostrano una contrazione superiore a quelle artigiane (- 2,4% contro -1,8%). Dal grafico 2, in cui è riportata la distribuzione dei comparti che compongono il settore industriale per territorio, emerge una certa differenza nella composizione degli stessi, soprattutto per quanto concerne i due settori di maggiori dimensioni. Le imprese manifatturiere appaiono maggiormente presenti in Toscana (incidono per il 39,8% del totale), mentre la nostra provincia risulta il territorio che ne è meno dotato (32,5%). Pur essendo la maggioranza assoluta a tutti i livelli territoriali, le imprese di costruzioni sono nettamente predominanti a Livorno (65,4%) e meno importanti in Italia (58,5%) ed in Italia (52,9%). Grafico 2 - Imprese registrate per comparto e per territorio 0,31 1,39 ITALIA 39,82 58,48 0,37 1,08 Toscana 45,67 52,88 0,27 1,78 Livorno 32,49 65,45 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Attività manifatturiere Attività estrattive Costruzioni Utilities Le imprese attive in provincia di Livorno ammontavano a unità a fine 2013, e nell arco di un anno si erano ridotte del 2,7%, valore che, come visto per le registrate, si inserisce fra le performances della Toscana (-2,9%) e dell Italia (-2,4%). I maggiori comparti dell industria, ossia le costruzioni e le attività manifatturiere, risultano in calo tendenziale a prescindere dal livello territoriale osservato, nello specifico della nostra provincia, la perdita di imprese si attesta, rispettivamente, sul-3,2% e -2,4% (tabella 1). In particolare le imprese attive nelle costruzioni continuano a scontare la forte crisi che il settore immobiliare ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Un andamento del tutto opposto si riscontra per gli altri comparti, che appaiono in generale incremento tendenziale, vuoi per lo sviluppo dell utilizzo di fonti energetiche alternative nella 47

52 produzione di energia elettrica, vuoi per la sempre maggiore presenza di soggetti privati nell erogazione di servizi, prima appannaggio di imprese pubbliche o controllate da enti pubblici. Tab. 1 - Sedi d'impresa attive a fine 2013, consistenze variazioni tendenziali percentuali Livorno Toscana Italia Comparto Consist. Var. tend. Consist. Var. tend. Consist. Var. tend. Attività estrattive 18 5, , ,1 Attività manifatturiere , , ,1 Fornitura di energia elettrica, gas 34 17, , ,8 Fornitura di acqua; reti fognarie , , ,0 Costruzioni , , ,8 Totale , , ,4 Tab. 2 - Imprese manifatturiere attive in provincia di Livorno, confronto Divisioni Var. Tend. % Incid. % 2013 Industrie alimentari ,0 15,17 Industria delle bevande ,7 0,70 Industrie tessili ,0 1,89 Confezione di articoli di abbigliamento ,0 3,93 Fabbricazione di articoli in pelle e simili ,3 1,09 Industria del legno e prodotti in legno e sughero ,6 8,40 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 9 9 0,0 0,45 Stampa e riproduzione di supporti registrati ,8 3,73 Fabbr. di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione 2 2 0,0 0,10 Fabbricazione di prodotti chimici ,5 1,59 Fabbr. articoli in gomma e materie plastiche ,6 1,34 Fabbr. altri prod. della lavoraz. di minerali non metalliferi ,3 4,33 Metallurgia 8 8 0,0 0,40 Fabbr. di prodotti in metallo (escl. macchinari) ,5 20,19 Fabbricaz. computer e prod. di elettronica e ottica ,9 1,69 Fabbricaz. app. elettriche, elettroniche ,2 1,14 Fabbr. macchinari ed apparecchiature nca ,2 4,33 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi ,0 0,80 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto ,8 5,42 Fabbricazione di mobili ,1 1,74 Altre industrie manifatturiere ,7 10,64 Riparaz. manutenz. installaz. macchine ed apparecchi ,3 10,94 Totale imprese manifatturiere ,4 100,00 Nell ambito del solo comparto manifatturiero (tabella 2), le divisioni nelle quali si concentra il maggior numero di imprese attive è quello della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi i macchinari), col 20,2% del totale, seguito dall industria alimentare (15,2%), dalle imprese di riparazione, manutenzione ed installazione macchine ed apparecchi (10,9%) e dalle altre industrie 48

53 manifatturiere (10,6%). Degna di nota è anche l industria del legno e sughero, che incide sul totale per l 8,4%. Variazioni tendenziali dal segno positivo, ossia in controtendenza rispetto all intero comparto manifatturiero, hanno caratterizzato le sole industrie alimentari (+3,0%) e le imprese di riparazione, manutenzione ed installazione macchine ed apparecchi (+2,3%). Considerando poi le divisioni economiche di medie dimensioni (incidenti fra il 3 ed 6 per cento del totale e che annoverano all incirca 100 imprese attive), ci si accorge che sono state tutte interessate da un fenomeno di riduzione numerica più o meno pesante: fabbricazione di altri mezzi di trasporto (-14,8%), fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (-11,2%), fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,3%), confezione di articoli di abbigliamento (-6,0%) e stampa e riproduzione di supporti registrati (-3,8%). Le unità locali di imprese industriali in provincia di Livorno si contavano, a fine 2013, in registrate, di cui attive. Queste ultime si dividevano in 463 con sede fuori provincia (pari al 39% del totale) ed in 730 aventi sede in provincia di Livorno (61%). Il peso delle prime è, a Livorno, superiore rispetto agli altri territori di confronto, che si fermano al 30%, e indica come la nostra provincia (storicamente) sia scelta per installarvi produzioni industriali, anche di notevole importanza. In ogni caso le unità locali livornesi sono in numero maggiore rispetto alla Toscana ed all Italia, come risulta dalla tabella 3, dove si sono rapportate al numero di sedi d impresa ed il risultato è di 19 unità locali ogni 100 imprese a Livorno, contro le 17 nel resto d Italia. Proprio le unità locali con sede fuori provincia sono anche l unico insieme a mostrare una crescita tendenziale in tutti i territori, ma a Livorno (+1,3%) sono lievitate meno che in Toscana (+2,1%) ed in Italia (+2,8%). Va male anche dal lato delle unità locali con sede in provincia, che a Livorno mostrano una flessione più accentuata:-0,7%, contro il -0,3% regionale ed il -0,1% nazionale. Rispetto al 2012, le unità locali livornesi sono sostanzialmente stabili, poiché cresciute di un solo decimo di punto percentuale. Tab. 3 - Localizzazioni attive per tipologia, variazione tendenziale e incidenza delle unità locali sulle sedi d'impresa, anno 2013 Territorio Livorno Toscana Italia U.L. con sede fuori provincia U.L. con sede in provincia Sede TOTALE Val. ass Variaz. % 1,3-0,7-2,7-2,3 Val. ass Variaz. % 2,1-0,3-2,9-2,4 Val. ass Variaz. % 2,8-0,1-2,4-2,0 U.L. su sedi d'impresa 0,19 0,17 0,17 Con riferimento ai comparti livornesi, sono le attività manifatturiere che detengono il maggior numero di unità locali, in entrambe le tipologie: quelle con sede fuori provincia hanno un andamento in controtendenza rispetto agli altri comparti, poiché diminuiscono di ben il 4,1% (il che è fonte di preoccupazione, visto che talvolta si tratta di impianti produttivi anche di medio-grandi dimensioni), mentre quelle con sede in provincia sono in crescita del 2,2%. 49

54 Le unità locali riconducibili al comparto delle costruzioni costituiscono l altro grande aggregato ed evidenziano una tendenza diametralmente opposta a quanto visto per il comparto delle attività manifatturiere: quelle con sede fuori provincia aumentano del 5,9% e quelle con sede in provincia diminuiscono del 6,8%. Per tutti gli altri comparti si calcolano solo variazioni tendenziali precedute dal segno positivo (tabella 4). Tab. 4 - Localizzazioni attive per tipologia e comparto economico, consistenze e variazione tendenziale % - Provincia di Livorno 2013 U.L. con sede fuori provincia U.L. con sede in provincia TOTALE U.L. Comparto Consist. Var. tend. Consist. Var. tend. Consist. Var. tend. Attività estrattive 9 12,5 5 0,0 14 7,7 Attività manifatturiere 233-4, , ,5 Fornitura di energia elettrica, gas ,3 5 0, ,8 Fornitura di acqua; reti fognarie , , ,5 Costruzioni 161 5, , ,0 Totale 463 1, , ,1 Nel corso del 2013, il Registro delle Imprese di Livorno ha visto l iscrizione di 294 nuove imprese nel settore industriale, e, per contro, la cancellazione di 535 posizioni, di cui 26 operate d ufficio. A Livorno il numero di iscrizioni ha coperto solo parzialmente quello delle cessazioni, con una percentuale molto simile a quanto avvenuto in Toscana ed in Italia. Il saldo è risultato dunque ampiamente negativo, pari a -241 unità. Tale andamento si riflette sui valori dei tassi di natalità e mortalità provinciali, l uno, pari a 4,1 punti percentuali, nettamente inferiore al secondo, pari a 7,2 punti percentuali, e sul risultante tasso di crescita, negativo per 3 punti percentuali. In grafico 3 si riassume la situazione provinciale alla fine dell anno e si confronta con quella regionale e nazionale, per cui la situazione livornese appare peggiore rispetto alle altre due, che presentano tassi di crescita dai valori superiori. 50

55 Grafico 3 - Natimortalità d'impresa 2013 per territorio 8,0 6,0 4,0 2,0 4,1 7,2 7,3 4,7 3,8 6,0 Tasso di natalità Tasso di mortalità 0,0 Tasso di crescita -2,0-3,0-2,5-2,3-4,0 Livorno Toscana Italia Ad un ulteriore livello di analisi la situazione livornese appare sconfortante soprattutto per i comparti del manifatturiero e delle costruzioni, i quali presentano tassi di crescita inferiori ai tre punti percentuali (tabella 5). Le attività estrattive e le imprese di fornitura di acqua mostrano una tendenza alla crescita nulla, le prime perche tale comparto è rimasto invariato nel 2013, le seconde perché il numero di iscrizioni è stato pari a quello delle cessazioni. L unico comparto a crescere, e di molto, è stato quello della fornitura di energia elettrica, a causa dei motivi già elencati ad inizio paragrafo. Comparto Tab. 5 - Natimortalità d'impresa 2013 per comparto - Livorno Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Attività estrattive 0,00 0,00 0,00 Attività manifatturiere 2,69 5,99-3,30 Fornitura di energia elettrica, gas... 13,79 3,45 10,34 Fornitura di acqua; reti fognarie... 2,41 2,41 0,00 Costruzioni 4,84 7,88-3,04 Totale 4,14 7,17-3,03 Congiuntura manifatturiera Osservando l andamento dei principali indicatori desunti dall indagine campionaria trimestrale realizzata da Unioncamere Toscana e dall Istituto G. Tagliacarne, in collaborazione con le Camere di Commercio della Toscana, emerge che il settore manifatturiero provinciale ha sofferto maggiormente nei primi sei mesi del 2013, continuando sulla scia di quanto accaduto l anno precedente, per poi tornare a crescere, seppur timidamente, nella seconda parte dell anno. In questo periodo si sono infatti rilevate alcune variazioni tendenziali precedute dal segno positivo (tabella 5). La produzione annuale è scesa di un punto percentuale, chiudendo l anno in maniera leggermente meno negativa rispetto alla Toscana (-1,8%), e mostrando un comportamento assai diverso nei due 51

56 semestri: da gennaio a giugno è calata tendenzialmente dell 8,9%, da luglio a dicembre è cresciuta del 6,8%. Il fatturato è sceso nel complesso di 7,1 punti percentuali, di pari passo con gli ordini totali (-7,0%): per entrambi si annotano pesanti variazioni tendenziali negative nei primi due semestri, un terzo trimestre positivo, ed un quarto trimestre dove sono tornati a calare, seppur non ai livelli del primo semestre. Diverso e migliore è stato l andamento toscano, dove il fatturato (-1,9%) e gli ordini totali (-1,8%) hanno rispecchiato l andamento della produzione. Gli ordini totali sono stati sostenuti da quelli provenienti dall estero, che sono risultati positivi in ogni trimestre, in particolare nel terzo, per una media annua calcolata in +22 punti percentuali. Andamento che non è riuscito d altro canto a far risollevare il fatturato con l estero, che appare ridotto del 4,4% rispetto al 2012 (tabella 6). Nel complesso le esportazioni livornesi hanno subito una vera e propria caduta nel 2013, quasi del tutto attribuibile alla performance del settore manifatturiero (-17,8%), che, come ben noto, ne rappresenta la quasi totalità (1,85 miliardi di euro su 1,89). Fra i maggiori comparti dell export manifatturiero, nessuno presenta variazioni tendenziali dal segno positivo a fine 2013, ma anzi si riscontra un gap notevole con l anno precedente 24. Tab. 6 - Variazioni tendenziali trimestrali degli indicatori di andamento del settore manifatturiero nel Provincia di Livorno e Toscana 1 trim. 2 trim. 3 trim. 4 trim. Media 2013 Toscana Var.% produzione -12,8-5,0 7,6 6,0-1,0-1,8 Var.% fatturato -16,1-12,2 3,8-3,8-7,1-1,9 Var.% addetti 0,3 1,1-0,4 0,2 0,3 0,1 Var.% ordini totali -12,6-11,2 5,3-9,3-7,0-1,8 Var.% ordini estero 2,1 9,1 67,6 9,7 22,1 2,4 Var.% fatturato estero -1,0-11,3-5,3-0,2-4,4 1,8 Var.% prezzi alla prod. -3,7-3,9-3,8-2,8-3,6 0,3 Grado utilizzo impianti (%) 68,9 71,6 67,6 67,0 68,8 77,8 Giorni di produzione assicurati 99,3 116,1 135,9 109,9 115,3 71,7 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana Il grado di utilizzo degli impianti è pari al 68,8%, valore lievemente inferiore a quello del 2012 (69,7%), ed in linea con la lieve diminuzione della produzione, comunque inferiore a quello medio regionale (77,8%). Le notizie positive provengono dai tre indicatori rimanenti: i prezzi alla produzione si sono ridotti durante tutto l anno, per una variazione tendenziale del -3,6%; i giorni di produzione assicurati dagli ordini ricevuti hanno subito un incremento notevole, almeno fino al terzo trimestre del 2013; infine, il numero degli addetti è sostanzialmente rimasto quello che era a fine 2012 ed ha anzi evidenziato un leggero ma significativo incremento (+0,3%). Non va dimenticato che il livello di occupazione di un territorio reagisce alle tendenze economiche in atto con maggiore (e notevole) ritardo rispetto ad altre variabili economiche, data la natura rigida 24 Si veda il capitolo del commercio con l estero per una trattazione più approfondita sull argomento. 52

57 dei rapporti di lavoro dipendente e l esistenza di ammortizzatori sociali. Gli effetti di una crisi profonda come quella vissuta dall Italia fino ad oggi potrebbero riverberarsi in termini negativi sul numero degli occupati ancora per diverso tempo, ed a maggior ragione in provincia di Livorno, vista l attuale situazione di un comparto fondamentale quale quello dell acciaio. Dopo oltre due anni l output manifatturiero provinciale mette finalmente a segno un paio di variazioni tendenziali precedute dal segno positivo, avvenute, come abbiamo visto, nella seconda metà del Anche il fatturato mostra segnali di miglioramento nel 2013, dopo una lunga serie di pesanti variazioni negative rilevate fra la fine del 2011 e la prima metà del 2013 (grafico 4). 40,0 Grafico 4 - Storico delle variazioni tendenziali trimestrali di produzione e fatturato - Provincia di Livorno 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0-30,0-40,0 I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim Var. % produzione IV trim I trim II trim III trim IV trim Var. % fatturato I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana In grafico 5 si confrontano la serie storiche della produzione livornese e toscana del manifatturiero tramite numeri indice a base l anno 2000, posto pari a 100. Per entrambe il 2013 ha solo rallentato la caduta cui si era assistito fra la fine del 2011 e l intero 2012, a causa della quale i livelli di output erano tornati ad essere quelli osservati con la prima recessione, ovvero alla fine del Dato l andamento dell ultima parte del 2013, si può sperare ad un ritorno, seppur lento, ai numeri calcolati anteriormente al Comunque sarà, la produzione manifatturiera resta attualmente ben sotto i livelli di inizio millennio. Esiste nel complesso un certo differenziale fra la produzione manifatturiera locale e quella regionale, già presente ad inizio millennio, che si è peraltro allargato subito prima della crisi (biennio ), ma anche e soprattutto nel periodo intercorso tra le due recessioni (biennio ). 53

58 115 Grafico 5 - Andamento storico della produzione a Livorno ed in Toscana Numeri indice a base anno 2000= Livorno Toscana Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana Come già accennato lo scorso anno, l eccesso di capacità produttiva degli impianti livornesi acquisisce ormai carattere strutturale, oltre che antieconomico. Il lento processo di sostituzione delle linee produttive (desunto dal pessimo andamento degli investimenti cui si è assistito negli ultimi anni) si è abbinato ad un vero e proprio crollo delle commesse, avvenuto soprattutto nel 2009 e nel 2012, ed ha portato ad un crollo del livello del prodotto potenziale. Senza contare l obsolescenza tecnologica cui possono andare incontro alcune modalità di produzione, proprio dopo lunghi periodi di crisi come quello che si sta vivendo. Il problema del sottoutilizzo degli impianti livornesi, già presente peraltro ad inizio millennio, con percentuali dichiarate che superavano di poco gli 80 punti, è, ai giorni nostri, ben evidente nel grafico 6, dal quale emerge che nel biennio non si sono superati i 70 punti percentuali. 100,0 Grafico 6 - Grado di utilizzo impianti produttivi in provincia di Livorno, serie ,0 80,0 70,0 73,5 66,2 69,8 71,1 69,7 68,8 60,0 50, Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana Le imprese livornesi intervistate nella rilevazione di Unioncamere dichiarano, nel loro complesso, che nel corso del 2013 la spesa per gli investimenti è diminuita del 14% circa (dato ponderato con 54

59 gli addetti), e questo avviene dopo che l anno precedente si era rilevato un calo di oltre il 20%. Diverso è l andamento rilevato in ambito regionale, dove gli investimenti crescono incirca di 8 punti percentuali. Interessante è il dato relativo alla nostra provincia quando distinto per classi dimensionali, perché emerge una maggiore propensione all investimento da parte delle piccole imprese 25 piuttosto che da parte delle medio-grandi: nel corso del 2013 le prime ne dichiarano un discreto aumento tendenziale, pari ad oltre il 26%, mentre per le seconde gli investimenti sono diminuiti di un quarto. Un ultimo sguardo al dato sull occupazione, per la quale in grafico 7 si è riassunto l andamento tendenziale annuale dal 2008 ad oggi. Come si può osservare, negli anni 2008 e, soprattotto, 2009 si è avuta una fuoriuscita di addetti abbastanza significativa, dovuta al primo forte impatto della crisi globale, che ha verosimilmente causato l uscita dalle imprese manifatturiere di coloro che avevano contratti diversi di lavoro diversi dal tempo indeterminato. Negli anni successivi il settore in parola è riuscito a mantenere il numero di addetti che aveva in precedenza, ed anzi ad incrementarli, nonostante l abbattersi sull economia della seconda recessione. 3,0 Grafico 7 - Variazioni tendenziali del numero di addetti nel manifatturiero livornese 2,0 1,0 0,9 0,3 0,0-1,0-2,0-3,0 0,0-0,2-1,2-2, Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana Andamento settoriale I principali indicatori di andamento dei comparti manifatturieri livornesi 26 (tabella 7) indicano che, per quanto concerne produzione e fatturato, solo l automotive e la cantieristica (rilevati da quest anno insieme) hanno chiuso il 2013 in terreno positivo. Per tutti gli altri comparti, al contrario, si rilevano solo variazioni tendenziali negative, le peggiori delle quali sono accusate dall insieme della chimica, gomma e plastica. Quest ultimo è d altro canto l unico comparto ad aver visto aumentare le commesse ricevute, si spera dunque che il 2014 possa essere migliore dell anno che l ha preceduto. Buona è la progressione degli ordini provenienti dall estero, tranne che per l automotive e la cantieristica, che risulta anche essere l unico ad accusare una diminuzione nel livello di addetti. 25 Sotto i cinquanta dipendenti. 26 Alcune variazioni sono calcolate come media di soli due o tre trimestri, in quanto non rilevate nei restanti periodi. 55

60 STRAORDINARIA T O T A L E ORDINARIA IN DEROGA Comparti Tab. 7 - Principali indicatori di andamento dei comparti manifatturieri livornesi nel 2013 Var.% produzione Var.% fatturato Var.% ordini totali Var.% ordini estero Var.% addetti Var.% prezzi alla prod. 56 Grado utilizzo impianti (%) % di fatturato estero sul totale Chimica, gomma, plastica -11,7-24,0 6,5 6,5 0,1 / 55,1 80,3 9,5 Var.% fatturato estero Metallo e Meccanica -1,1-15,7-16,9 15,6 0,5-7,4 58,6 23,5-13,5 Automotive, Cantieristica 3,6 7,0-0,3-2,3-0,5 0,2 76,2 61,1 6,9 Riparazioni e installazioni -4,7-5,5-4,3 0,0 0,3 0,2 86,6 2,1 0,1 Altre manifatturiere -2,9-2,2-2,1 1,5 0,8 0,3 78,7 20,7 1,7 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su indagine congiuntura manifatturiera regionale in Toscana Nel manifatturiero i prezzi alla produzione si sono rivelati più bassi rispetto al 2012, ma tale fenomeno è dovuto in toto al solo comparto del metallo e della meccanica, per gli altri si riscontrano, al contrario, piccole variazioni al rialzo. Il grado di utilizzo degli impianti è decisamente basso non solo per il comparto del metallo e della meccanica (il primo è condizionato dalla produzione a singhiozzo delle acciaierie piombinesi), ma anche per la chimica, gomma e plastica. Cassa integrazione guadagni Nel corso del 2013 sono state autorizzate oltre 6,6 milioni di ore di cassa integrazione per i lavoratori di imprese della provincia di Livorno che ne avevano fatto richiesta, il 73,6% delle quali in forma di CIG straordinaria (quasi 4,9 milioni di ore), il 16,3% in forma di CIG ordinaria (quasi 1,1 milioni di ore) e il restante 10,1% in forma di CIG in deroga (670 mila ore). Rispetto al 2012 il monte ore autorizzato totale diminuisce del 6,6%, portato verso il basso dalla CIG ordinaria (-43%) e da quella in deroga (-45%), ma non dalla CIG straordinaria, che cresce di un corposo 22%. Il solo settore industriale ne ha utilizzate oltre l 85%, fino a sfiorare i 5,7 milioni di ore a fine 2013, valore che appare in diminuzione del 10% rispetto al 2012, alla fine del quale furono oltre 7,1 milioni. Aumenta dunque l incidenza dei settori diversi dall industria. L andamento tendenziale delle ore di CIG distinte per tipologia segue quanto detto per l intero monte ore provinciale, con l ordinaria e la CIG in deroga in forte diminuzione, e la straordinaria in aumento (tabella 8). Tab. 8 - Ore di CIG autorizzate industria e totale economia - Provincia di Livorno Var. % Var. % Estrazione di minerali ,3 0 0 / Attività manifatturiere , ,8 Costruzioni , ,7 Totale Industria , ,8 Totale economia , ,2 Estrazione di minerali 0 0 / ,3 Attività manifatturiere , ,1 Costruzioni , ,6 Totale Industria , ,2 Totale economia , ,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati INPS

61 L ammontare delle ore autorizzate nel 2013 può essere paragonato a quello che si rilevò a fine 2009, ossia allo scadere del primo anno di crisi, cui è seguito un quadriennio caratterizzato dall elevato utilizzo della cassa integrazione, fatto salvo il 2011 (grafico 8). Rispetto al biennio , nel quale il monte ore era quasi completamente assorbito dal settore industriale, negli anni successivi gli altri settori economici hanno cominciato a pesare maggiormente nell utilizzo di tale ammortizzatore sociale, e nel 2011 hanno raggiunto il massimo dell incidenza, sfiorando il 30% Grafico 8 - Ore di CIG autorizzate a Livorno per anno, totale industria e totale provincia Totale Industria Totale provincia Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati INPS 57

62 5. Commercio interno Il contesto italiano Nel corso del 2013 è perdurato il fenomeno dell indebolimento della domanda interna, osservato anche negli anni precedenti, e, di conseguenza, si è assistito ad un ulteriore ridimensionamento delle vendite al dettaglio, fenomeno da leggersi come uno dei principali effetti della crisi economica che attanaglia il nostro paese da cinque anni. Il 2013 si è per di più caratterizzato come uno dei peggiori per le performances degli operatori commerciali italiani. Dalla rilevazione mensile dell ISTAT 27 emerge che, alla fine dell anno 28, le vendite al dettaglio sono calate del 2,1% 29 tendenziale, valore che risulta anche peggiore del -1,7% registrato a fine Ad essere penalizzati maggiormente dalle scelte dei consumatori sono stati soprattutto i prodotti non alimentari (-2,7% a fine 2013, stessa variazione dell anno precedente), ma anche gli acquisti dei prodotti alimentari scendono in terreno negativo (-1,1%), dopo che nel 2012 avevano in pratica segnato il passo (+0,2%, in grafico 1). Si ricorda che tale dicotomia in termini di risultati fra i due settori merceologici si è osservata per tutto il periodo della crisi. 1,0 0,5 Grafico 1 - Variazioni tendenziali (%) del valore delle vendite al dettaglio per settore merceologico. Italia 0,5 0,2 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0-2,5-0,8-1,5-1,1-1,7-2,1-2,7-2,7-3, Alimentari Non alimentari Totale Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Proprio gli effetti della crisi, diretti ed indiretti, hanno portato ai risultati di cui sopra: tasso di disoccupazione elevato, ricorso massiccio alla cassa integrazione e dunque la diminuzione del 27 La rilevazione mensile sulle vendite al dettaglio condotta dall Istat si riferisce alle imprese commerciali operanti tramite punti di vendita al minuto in sede fissa, autorizzati alla vendita di prodotti nuovi, escluse le imprese la cui attività prevalente consiste nella vendita di generi di monopolio, di autoveicoli e combustibili. Sono inoltre esterni al campo di osservazione i punti di vendita di beni usati, gli ambulanti ed i mercati. Il campione teorico dell indagine è composto da oltre imprese, operanti sull'intero territorio nazionale, estratto a partire da una stratificazione derivante dall incrocio di due variabili: (1) l attività prevalente dell impresa, secondo la classificazione Ateco 2007; nel complesso sono considerate 20 tipologie di attività prevalente, di cui 5 relative alle imprese non specializzate e 15 a quelle specializzate; (2) la dimensione dell impresa, identificata tramite 3 classi di addetti (1-5, 6-49 e almeno 50). 28 Al momento in cui si scrive, i dati del dicembre 2013 sono ancora provvisori. 29 Variazione dell indice grezzo a base 2010=

63 reddito a disposizione delle famiglie e del potere di acquisto. Al tutto va aggiunto l aumento dell imposizione fiscale, diretta e indiretta, le manovre economico-finanziarie diverse a seconda del governo al momento in carica, ma tutte caratterizzate dal rigore. Sono dunque cambiate le abitudini di acquisto degli italiani, forzatamente o meno, e, a tal proposito, vogliamo ribadire quanto già affermato lo scorso anno: il perdurare della crisi e i nuovi comportamenti di acquisto hanno anche favorito il diffondersi di abitudini, e di conseguenza di una cultura, non più (o non necessariamente) orientata al consumo fine a se stesso, ma maggiormente consapevole e sostenibile. Qualora ben radicata, tale cultura porterebbe i consumi totali su un livello stabilmente inferiore rispetto agli anni precedenti, anche fuori da un contesto di crisi. Tornando alle vendite al dettaglio in Italia, nel 2013 si nota un restringimento della forbice tra gli andamenti delle tipologie distributive analizzate rispetto all anno precedente: la grande distribuzione ha sofferto una perdita nel proprio giro di affari di un punto percentuale (contro il +0,2% del 2012), mentre la piccola distribuzione mostra un calo del 2,9%, leggermente migliore del -3,2% messo a segno l anno precedente (grafico 2). 0,5 0,0 Grafico 2 - Variazioni annuali delle vendite al dettaglio per tipolgia distributiva. Italia 0,2-0,1-0,5-1,0-1,5-2,0-1,4-1,0-2,5-3,0-3,2-2,9-3, Grande distribuzione Piccole superfici Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Fra il 2012 ed il 2013, il tasso d inflazione nazionale ha subito un notevole rallentamento, passando dal 3,0% all 1,2% annuo, ed il calo è legato a doppio filo alla riduzione dei consumi ed alla sostanziale stabilità nelle quotazioni dei derivati petroliferi. Al contrario di quanto accaduto lo scorso anno, tale livello d inflazione ha impedito un ulteriore erosione delle retribuzioni dei lavoratori italiani visto che nella media del 2013 la retribuzione oraria è cresciuta dell 1,4% rispetto all anno precedente 30. Nella seconda metà dell anno l incremento dei prezzi al consumo si è stabilizzato attorno allo 0,7% tendenziale (grafico 3, in cui è indicato l andamento tendenziale mensile degli indici inflativi NIC Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, dicembre 2013 Istat, Statistiche flash, 28 gennaio Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l intera collettività al lordo dei tabacchi. 59

64 dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre e FOI 32 ), ma in ulteriore leggera discesa ad inizio 2014, evidenziando una tendenza simile a quella avuta nel 2009, quando il Paese era scampato dal pericolo di deflazione. 4,0 Grafico 3 - Andamento tendenziale dell'inflazione dal dicembre ,5 3,0 2,5 2,0 1,5 +2,8 +3,0 1,0 0,5 0,0 NIC FOI Variaz. annuale (NIC) +1, Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT A mantenere piuttosto basso il tasso d inflazione nazionale ha contribuito il marginale incremento subito dai prezzi legati ai trasporti (+1,1%, tabella 1), e sotto la media delle divisioni stanno anche le spese per l abbigliamento (+0,8%), quelle sanitarie (+0,4%), quelle legate al tempo libero (+0,4%) e, come accade ormai da qualche anno, quelle per le comunicazioni (-5,1%). All opposto, ossia sopra la media stanno i prezzi dei prodotti alimentari (+2,4%), per l abitazione e le utenze domestiche (+2,0%) e per l istruzione (+2,6%). Tab. 1 - Andamento dei prezzi per divisione di spesa nel e variazioni tendenziali % (base 2010=100) Divisione di spesa Alimentari Bevande alcoliche e tabacchi Abbigliamento Abitazione e consumi Casalinghi Sanità ,0 109,6 104,3 112,6 103,8 100, ,5 111,2 105,1 114,9 105,0 100,9 Variazione 2,4% 1,5% 0,8% 2,0% 1,2% 0,4% Divisione di spesa Trasporti Comunicazioni Tempo libero Istruzione Alberghi e ristoranti Altri beni e servizi ,1 97,3 100,7 104,6 103,7 105, ,4 92,3 101,1 107,3 105,2 106,9 Variazione 1,1% -5,1% 0,4% 2,6% 1,4% 1,2% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 32 Indice nazionale dei prezzi per le famiglie di operai ed impiegati, anch esso al lordo dei tabacchi. 60

65 Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre L esame dell indice che misura il clima di fiducia dei consumatori 33 evidenzia come, a fine anno, si attesti sui livelli del mese di giugno 2013, dal quale si osserva un notevole balzo verso l alto, trascurabile perché avvenuto per lo più a ragioni statistiche (grafico 4). Da settembre, mese in cui si è riscontrato l aumento di tutte le componenti del clima di fiducia (clima economico, personale e corrente), il valore di dicembre si attesta sui 96,4 punti, fatto 100 il valore che aveva a fine ,0 Grafico 4 - Clima di fiducia dei consumatori. Indice a base 2005= ,0 95,0 92,0 96,4 90,0 85,0 80, Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Le vendite al dettaglio in Toscana ed in provincia di Livorno L andamento delle vendite al dettaglio in Toscana nel 2013 è risultato altamente deficitario, così come lo era stato il 2012, anche se, per certi versi, alcuni dati appaiono leggermente più confortanti. Stando ai dati forniti da Unioncamere Toscana 34, la perdita nel giro di affari degli operatori commerciali toscani è ampiamente negativa e riassumibile in -5,3 punti percentuali, valore calcolato su un 2012 già pesantemente negativo (-6,3%, in tabella 2). Per quanto concerne i settori merceologici, in linea con quanto avvenuto in ambito nazionale, anche in Toscana le perdite sulla vendita di prodotti alimentari (-5,3%) sono state meno ampie rispetto a quelle dei prodotti non alimentari (-6,2%), così come peraltro avviene dall inizio della crisi del mercato interno. Le due variazioni sono inoltre meno pesanti rispetto a quelle del Tale andamento non si rileva per le grandi superfici promiscue (ipermercati, supermercati e grandi 33 Il clima di fiducia è un indicatore sintetico finalizzato a valutare l ottimismo/pessimismo dei consumatori italiani; esso può essere disaggregato sia nei climi economico e personale, sia, alternativamente, nei climi presente e futuro. Tutti gli indicatori del clima di fiducia sono espressi come numeri indici in base 2005=100 (fonte: Istat). 34 L'indagine congiunturale è realizzata dal Centro Studi Unioncamere per conto di Unioncamere Toscana e si rivolge ad un campione di circa aziende con dipendenti. L indagine è rappresentativa della totalità delle imprese con dipendenti (interessando anche il segmento di imprese con più di 500 dipendenti). I dati sono disaggregati per tre classi dimensionali (da 1 a 5 dipendenti, 6-19 dipendenti, 20 dipendenti e oltre), per 5 settori di attività economica (ipermercati, supermercati e grandi magazzini; commercio al dettaglio di prodotti alimentari; commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori; commercio al dettaglio di prodotti per la casa ed elettrodomestici; commercio al dettaglio di altri prodotti non alimentari). La numerosità campionaria è calcolata in modo da garantire, per ognuno dei domini di indagine, un errore massimo del 10% ed una significatività dell 85%. L'universo di riferimento è desunto dal Registro Imprese integrato con i dati ottenuti da altre fonti (in particolare, Inps e Istat). 61

66 magazzini), le quali chiudono l anno con una perdita tendenziale di un punto percentuale, la peggiore sinora riscontrata, comunque ampiamente migliore di quella degli esercizi specializzati. Tab. 2 - Andamento annuale delle vendite al dettaglio per settore merceologico in Toscana Anno Esercizi specializzati (escl. GD) Alimentari Non alimentari Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Totale ,9-2,7-0,2-2, ,2-3,3 0,2-2, ,4-7,7 1,0-6, ,3-6,2-1,0-5,3 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Con riferimento alla tipologia distributiva, le variazioni tendenziali del 2013 appaiono direttamente proporzionali alla dimensione d impresa: sono più basse col diminuire del numero dei dipendenti. La grande distribuzione (esercizi con più di 20 dipendenti) accusa a fine 2013 una perdita tendenziale nel giro d affari, pari al 2,6%, la media distribuzione del 5,2% e la piccola del 6,8% (grafico 5). Queste ultime fanno meglio del 2012, mentre la grande distribuzione per la prima volta scende ampiamente in terreno negativo, a dimostrazione delle effettive difficoltà patite nel corso dell anno. 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0-8,0-9,0 Grafico 5 -Variazioni tendenziali annue delle vendite al dettaglio in Toscana per tipologia distributiva 0,0-2,2-2,3-2,4-2,8-3,8-3,9-0,6-2,3-6,3-6,8-8,3-2,6-5,2-5,3-6, Piccola distribuzione Media distribuzione Grande distribuzione Totale vendite Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana La nostra provincia chiude l anno con una perdita del -5,0% tendenziale (contro il -6,3% di fine 2012), dunque lievemente sopra alla media regionale. Per il resto si registrano gli stessi andamenti descritti sopra per la Toscana: da un lato, maggiore è la dimensione d impresa e minore è la perdita rilevata e, dall altro, le vendite di prodotti alimentari soffrono meno di quelle dei non alimentari (tabella 3). Anche la GDO livornese accusa una perdita (-1,0%), peraltro in linea con quella regionale. 62

67 Non dissimili sono i risultati delle altre province toscane, fra le quali solo Pistoia presenta un andamento migliore rispetto alla media regionale. Tutti i territori esaminati, con l eccezione di Massa Carrara, hanno raggiunto risultati nel complesso migliori rispetto al Tab. 3 - Andamento delle vendite del commercio al dettaglio per tipologia distributiva e settore merceologico, province toscane 2013 Province Totale Piccola distribuz. Tipologia distributiva Media distribuz. Grande distribuz. Alimentari Settore merceologico Non alimentari Iperm. superm. grandi mag. Arezzo -5,9-7,2-4,4-3,2-6,3-6,3-1,9 Firenze -4,9-6,7-4,6-2,4-6,0-5,4-0,5 Grosseto -6,7-7,6-7,5-3,4-4,8-8,4-1,4 Livorno -5,0-6,8-5,3-1,5-4,5-6,6-1,0 Lucca -5,5-5,9-6,1-3,8-5,7-5,8-2,2 Massa Carrara -8,0-9,6-6,2-3,9-4,2-10,3-3,0 Pisa -5,3-6,2-5,2-2,5-7,5-5,4-0,3 Pistoia -3,9-5,4-3,6-1,6-3,3-5,1-0,2 Prato -4,7-5,4-5,3-2,7-5,0-5,1-1,9 Siena -5,7-7,1-5,6-2,8-4,6-6,6-1,0 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana Dal confronto tra andamenti storici delle vendite al dettaglio in Toscana ed in provincia di Livorno (grafico 6), emerge innanzi tutto una sostanziale similitudine nei valori delle variazioni tendenziali delle due serie, tutte peraltro posizionate in terreno negativo per l intero periodo esaminato. Per i primi nove mesi del 2013, la nostra provincia ha peraltro mostrato un andamento migliore rispetto all ambito regionale, con differenze superiori rispetto a quanto osservato in precedenza. Col quarto trimestre dell anno le posizioni si sono di fatto invertite. 1,0 Grafico 6 - Andamento delle variazioni % tendenziali trimestrali. Provincia di Livorno e Toscana 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0-8,0 Livorno Toscana -5,4-6,8-4,3-4,2-4,8-5,1-4,7-6,0-9,0 IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana 63

68 A fronte dei suddetti andamenti delle vendite al dettaglio, l aumento dei prezzi ha avuto un impatto lievemente superiore in Toscana (+1,1%) rispetto a Livorno (+1,0%), mentre si ricorda che a livello nazionale l inflazione è stata pari all 1,2%. Nel dettaglio della tabella 4 sono riportati i valori per le singole divisioni di spesa. Tab. 4 - Variazioni annuali dei prezzi per capitoli di spesa Livorno e Toscana 2013 Divisione Livorno Toscana Prodotti alimentari e bevande analcoliche 2,6 2,3 Bevande alcoliche e tabacchi 1,4 1,6 Abbigliamento e calzature -0,6 0,2 Abitazione, acqua, elettricità e combustibili 2,6 2,5 Mobili, articoli e servizi per la casa 1,0 1,2 Servizi sanitari e spese per la salute -0,9 0,0 Trasporti 0,0 0,5 Comunicazioni -5,2-5,2 Ricreazione, spettacoli e cultura 0,4 0,1 Istruzione 1,3 2,1 Servizi ricettivi e di ristorazione 2,3 2,0 Altri beni e servizi 1,7 1,4 Indice generale (con tabacchi) 1,0 1,1 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 4,0 Grafico 7 - Andamento delle variaz. % tendenz. per settore - Livorno 2,0 0,0 0,6-0,1-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-5,2-7,8-2,4-2,6-5,5-3,2-6,1-2,0-7,1-7,1-12,0 IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim Specializzati alimentari Specializzati non alimentari Iper, super e grandi mag. Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana Tornado ai risultati della nostra provincia, ed osservando l andamento delle variazioni tendenziali per settore merceologico, ci si accorge che il recupero delle serie degli specializzati, partito nella metà del 2012, non si è di fatto concretizzato l anno successivo. Soprattutto nella seconda parte del 2013 si rileva un ulteriore peggioramento dei valori (grafico 7). Rispetto all anno precedente, il 64

69 2013 si è distinto anche per una minore separazione nelle performance di vendita degli esercizi specializzati da una parte e delle grandi superfici despecializzate dall altra. Osservando l andamento delle vendite dei tre comparti rilevati nell ambito degli specializzati non alimentari (grafico 8), si può affermare che sia gli esercizi che trattano prodotti per la casa ed elettrodomestici, sia gli altri prodotti non alimentari, hanno vissuto un 2013 leggermente migliore dell anno precedente in quanto a risultati (-6,2% e -6,3%, contro, rispettivamente, -10,5% e -7,9%), anche se il quarto trimestre dell anno ha visto un nuovo peggioramento. Il comparto dell abbigliamento ed accessori ha evidenziato perdite piuttosto consistenti, tranne che nel secondo trimestre dell anno, attestandosi su una media annuale del -7,8%, contro il -9,0% del ,0 Grafico 8 - Andamento delle variazioni % tendenziali per comparto del settore non alimentare livornese 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12,0-6,7-7,6-9,4-4,0-4,0-5,5-5,5-7,1-9,4-6,6-7,1-8,5-14,0 IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim Abbigliamento e accessori Prod per la casa e elettrodomestici Altri prod non alimentari Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 Grafico 9 - Andamento delle variazioni % tendenziali per tipologia d'esercizio in provincia di Livorno -1,2-2,6-4,9-7,1-5,0 0,1-2,4-4,1-4,1-8,0-10,0-8,2-6,6-8,4-12,0 IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim. IV trim Piccola distribuzione Media distribuzione Grande distribuzione Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana 65

70 L analisi per tipologia distributiva (grafico 9) mostra che, nel 2013, le tre serie tornano ad essere ben distinte in quanto a risultati, in particolare si è aperto un grosso differenziale fra le performances della media e della piccola distribuzione. Per quest ultima si concretizza una vera e propria crisi strutturale, visti non solo i pessimi risultati del biennio , ma anche quanto accaduto in precedenza. Un discorso a parte va fatto per la grande distribuzione, che, pur mantenendo intatto il vantaggio competitivo sulle altre due forme distributive, nel 2013 mostra difficoltà mai conosciute in precedenza, chiudendo l anno col -1,5% tendenziale. Come già rilevato per il 2012, il pessimo andamento delle vendite ha ridotto il fatturato delle imprese commerciali, depauperando ulteriormente la ricchezza presente sul territorio, ed ha costretto alcuni operatori ad abbandonare il mercato, con le conseguenze di deprimere altresì il mercato del lavoro. Questo accade soprattutto alle imprese di medie e piccole dimensioni e sovente, visto il turnover presente sul nostro territorio, al loro posto sorgono unità locali o imprese in franchising riconducibili a grandi catene commerciali o distributive. Il risultato è di impoverire non solo il tessuto imprenditoriale locale, ma anche l offerta commerciale, che risulta standardizzata ed omologata. Non tutti gli imprenditori si sono arresi. Circa un quarto degli stessi, sia in Toscana, sia a Livorno, dichiara di aver investito nel corso del 2013, e le percentuali salgono quando riferite alla sola GDO. Circa i tre quarti delle imprese livornesi che hanno investito nel 2013, l hanno fatto con volumi superiori all anno precedente, mentre il valore relativo alla Toscana si ferma al 55% (tabella 5). Tab. 5 - Imprese che investono nel 2013 ed andamento rispetto all'anno precedente Imprese che hanno realizzato investimenti (%) Andamento degli investimenti rispetto all'anno precedente (%) Superiori Uguali Inferiori Totale Livorno 24,8 74,6 16,7 8,7 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari 5,4 13,3 0,0 86,7 Commercio al dettaglio di prod. non aliment. 16,3 43,5 43,0 13,5 Ipermercati, supermercati e grandi magazzini 63,0 100,0 0,0 0,0 Totale Toscana 24,0 55,7 23,5 20,8 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari 27,4 22,0 12,0 66,1 Commercio al dettaglio di prod. non aliment. 15,5 55,1 34,3 10,6 Ipermercati, supermercati e grandi magazzini 62,9 81,7 18,3 0,0 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana Si è investito soprattutto per aprire una nuova sede o rinnovare quella già posseduta (lo dichiara il 70% degli intervistati a Livorno ed il 50% in Toscana), o per sviluppare la filiera distributiva (rispettivamente, 41% e 30% 35 ). Molto minore è la quota degli investimenti dedicata 35 La somma dei valori percentuali relativi alle varie modalità indicate può superare il 100% in quanto le imprese potevano indicare più di una modalità di destinazione degli investimenti. È quanto emerge dall indagine trimestrale Excelsior sul settore del commercio al dettaglio, quarto trimestre 2013, a fonte Unioncamere. 66

71 all innovazione, sia di prodotto sia di processo, come si evince dal grafico 10, osservando l incidenza delle voci dalla seconda alla quinta. Grafico 10 - Destrinazione degli investimenti nelle imprese commerciali 69,3 Livorno Toscana 49,3 40,7 23,8 30,4 27,0 9,8 7,7 4,4 6,0 3,5 1,8 2,8 0,2 0,9 12,4 0,8 3,8 Impianti e/o macchinari uguali a quelli esistenti Introduz. impianti e/o macchinari innovativi Miglioramento di prodotti esistenti Introduzione nuovi prodotti Marchi e brevetti Sviluppo della distribuzione Acquisto computer e software Apertura nuova sede, rinnovo sede Altro Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana La rete distributiva A fine 2013 la rete distributiva livornese poteva contare su esercizi 36 che operano nel commercio al dettaglio in sede fissa (sedi d impresa più unità locali), numero in aumento dello 0,3% sul Per quanti di questi è possibile avere il dato (circa unità), la superficie di vendita dichiarata ammontava ad oltre 495 mila metri quadrati, dato in leggero aumento tendenziale (+0,3%). La maggioranza assoluta, ossia l 81,5% è costituita da esercizi di vicinato 37, i quali in un anno risultano in diminuzione dello 0,9%, il 3,6% è rappresentato da medie strutture di vendita 38, che risultano in crescita del 2% tendenziale (5 unità). Le grandi strutture di vendita 39 sono sette in totale, stesso numero del Ci sono infine esercizi (pari al 14,8% del totale) per i quali la superficie di vendita non è specificata: per questi si rileva una sostanziosa crescita tendenziale pari al 7,1% (tabella 6). Interessante è anche il dato della distribuzione della superficie totale per cui gli esercizi di vicinato ne utilizzano il 60%, contro il 33,5% delle medie strutture di vendita, e il restante 6,5% è appannaggio della grande distribuzione. La superficie media delle prime è dunque pari a 51 metri quadrati, a 643 per le seconde e a quasi metri quadri per le grandi strutture di vendita. 36 Estrazione tramite la banca dati Tradeview, il sistema statistico che nasce dalla costituzione di un Osservatorio del Commercio coordinato da un Osservatorio Nazionale presso il Ministero delle Attività produttive con Dlgs n. 114/98 art. 6. E' stato realizzato da InfoCamere, la Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio Italiane, e fornisce un monitoraggio periodico del sistema distributivo. La fonte primaria dei dati è l'archivio nazionale del sistema camerale, che raccoglie puntualmente le informazioni relative alle imprese iscritte al Registro Imprese, individuando gli esercizi commerciali della tipologia considerata (al dettaglio in sede fissa o le altre forme di vendita) attraverso il codice di attività Istat. 37 Esercizi con superficie di vendita inferiore a 250 mq. 38 Esercizi con superficie di vendita tra 251 e mq. 39 Esercizi con superficie di vendita oltre i mq. 67

72 Tab. 6 - Esercizi al dettaglio in sede fissa per dimensione in provincia di Livorno nel 2013, variazioni tendenziali, mq. di vendita, superficie media ed incidenze % Osservazione Superficie di vendita non disponibile Esercizi di vicinato N esercizi Media struttura di vendita Grande struttura di vendita TOTALE Var. tend. % 7,1% -0,9% 2,0% 0,0% 0,3% Incidenza % 14,8% 81,5% 3,6% 0,1% 100,0% Mq. vendita Var. tend. % -0,2% 1,3% 0,0% 0,3% Incidenza % 60,0% 33,5% 6,5% 100,0% Superficie media ,0 647, ,6 69, ,4 643, ,6 69,8 Var. tend. % 0,8% -0,7% 0,0% 0,0% Riguardo al settore merceologico, tutte le tipologie risultano in aumento tendenziale (promiscuo +2,9%, alimentare +0,4% e non rilevabile +7,1%), tranne quella non alimentare, che, visti anche i pessimi risultati di vendita, risulta in calo dell 1,7%, e lo stesso fenomeno si osserva anche in Toscana ed Italia (tabella 7). Col 57,1% del totale, il settore specializzato non alimentare rimane ad ogni buon conto la tipologia merceologica maggiormente diffusa nella nostra provincia (così come accade anche nei territori di confronto), seguita dall alimentare, dal non rilevabile e dal promiscuo. Tali percentuali differiscono in maniera considerevole rispetto a quelle, più simili tra loro, mostrate dalla Toscana e dall Italia: la differenza sta nella minore presenza della componente non rilevabile a Livorno. Tab. 7 - Esercizi del commercio al dettaglio per settore merceologico nel 2013, composizione e variazione tendenziale Osservazione Promiscuo Alimentare Non alimentare Non rilevabile TOTALE Livorno Toscana Italia Consistenze Composizione % 8,6% 19,7% 57,1% 14,6% 100,0% Var. tendenz. % 2,9% 0,4% -1,7% 7,1% 0,3% Consistenze Composizione % 8,0% 11,8% 47,0% 33,2% 100,0% Var. tendenz. % -0,1% -0,6% -2,8% 4,2% -0,1% Consistenze Composizione % 7,9% 11,7% 48,3% 32,2% 100,0% Var. tendenz. % 1,8% 0,6% -1,9% 2,3% 0,0% 68

73 Promiscuo Alimentare Non Nel complesso, la superficie media vantata dagli esercizi livornesi sfiora i 70 metri quadrati, in linea con i 67 degli esercizi toscani, e di poco inferiore ai 74 italiani (grafico 11). D altro canto, le superfici medie per settore merceologico appaiono a Livorno sempre inferiori rispetto ai due territori di controllo e, tra questi, è l Italia a detenere il primato in tutte e tre le tipologie. Non bisogna dimenticare la minore incidenza degli esercizi non rilevabili che caratterizza la provincia di Livorno. Grafico 11 - Superfici medie (mq) per settore di attività nel 2013 alimentare TOTALE 69,79 67,31 74,27 81,48 97,90 100,67 Livorno Toscana Italia 36,43 45,01 52,52 186,56 200,30 248,39 0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 Il commercio al dettaglio comprende, oltre agli esercizi in sede fissa, anche operatori che commerciano fuori dai negozi. Il loro numero a fine 2013 ammontava a 1.892, suddivisi fra del commercio su aree pubbliche (pari al 92% del totale), ed altri 156 che commerciano in altre forme, quali internet, distributori automatici, porta a porta ed altro (tabella 8). Quest ultima componente incide a Livorno ancora in maniera marginale, se confrontata col 13,3% toscano e, ancor più, col 16,6% italiano. L aggregato del commercio fuori dai negozi cresce senza soluzione di continuità ormai da qualche anno, ed il 2013 non fa eccezione: a Livorno la crescita (+3,3%) è stata superiore a quella calcolata sia per la Toscana (+1,5%), sia per l Italia (+2,3%), recuperando dunque parte del terreno che aveva perso in passato. In tutti e tre gli ambiti territoriali, la parte relativa alle altre forme cresce in maniera più veloce rispetto al commercio ambulante. Tab. 8 - Il commercio al dettaglio fuori dai negozi per tipo, consistenze 2013 e variazioni tendenziali Tipo di attività Livorno Toscana Italia Consistenza Var. % Var. % Var. % Commercio ambulante ,0 0,5 1,7 Comm. al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati 156 6,1 8,5 5,1 TOTALE ,3 1,5 2,3 69

74 La somma degli esercizi del commercio al dettaglio in sede fissa e di quelli su aree pubbliche ed altre forme porta il totale livornese a unità, che vale una crescita tendenziale dello 0,9%, notevole, soprattutto se confrontata col +0,2% toscano e col +0,4% nazionale. Il commercio non in sede fissa, infine, rappresenta a Livorno il 21,1% del totale commercio al dettaglio, valore superiore al 18,3% regionale ed al 17,9% italiano. Demografia d impresa Le sedi d impresa registrate nel settore del commercio 40 in provincia di Livorno ammontavano a a fine 2013, queste si dividevano fra le operanti nel commercio all ingrosso, le impegnate nel commercio al dettaglio in sede fissa, e le restanti che vendono al dettaglio servendosi di altre forme commerciali (su aree pubbliche, in internet, tramite distributori automatici, ecc.). Nel loro complesso, se ne osserva una lieve diminuzione tendenziale a livello provinciale (-0,1%), da imputarsi in toto al calo del commercio al dettaglio in sede fissa (-1,4%), poiché le altre due tipologie fanno segnare incrementi numerici (ingrosso, +0,4%), anche di discreta entità (dettaglio in altre forme, +2,5%). Il medesimo fenomeno si osserva anche in Toscana ed in Italia, con l unica differenza che il calo del commercio al dettaglio in sede fissa non riesce a portare in terreno negativo la variazione dell intero stock del commercio, il quale cresce in entrambi i territori dello 0,4% e dello 0,3%, rispettivamente. Tab. 9 - Demografia d'impresa 2013 per tipologia di attività e variazioni tendenziali % Territorio Tipo di attività Registrate Var. tend. Iscrizioni Var. tend. Cessazioni Var. tend. INGROSSO , , ,8 Livorno DETTAGLIO sede fissa , , ,5 DETTAGLIO altre forme , , ,2 Totale , , ,4 INGROSSO , , ,3 Toscana DETTAGLIO sede fissa , , ,8 DETTAGLIO altre forme , , ,4 Totale , , ,0 INGROSSO , , ,2 Italia DETTAGLIO sede fissa , , ,7 DETTAGLIO altre forme , , ,8 Totale , , ,0 Al contrario di quanto accaduto nel corso dell anno precedente, nel 2013 si osserva una discreta vitalità imprenditoriale nel settore in esame, dato che le iscrizioni sono cresciute tendenzialmente su ritmi ottimi: a Livorno del 18,6%, in Toscana del 13,8% ed in Italia del 10,7%. Dall altro lato, le 40 Estrazione dalla banca dati stockview (Infocamere), classificazione ATECO 2007, settore G, divisioni 46 e 47, con l esclusione della divisione 45: commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli. 70

75 5,3 6,0 4,9 5,5 5,1 6,5 6,9 6,9 6,9 6,1 6,8 8,3 cessazioni 41 risultano in calo a Livorno (-3,4%), mentre si attestano su valori solo leggermente superiori rispetto al 2012 in ambito regionale e nazionale: +2,0% per entrambi i territori. Pur in miglioramento rispetto al 2012, il saldo demografico settoriale fra le entrate (iscrizioni) e le uscite (cessazioni) rimane comunque ancora negativo in tutti e tre i territori in esame, e, considerando le tipologie commerciali, soprattutto per il commercio al dettaglio in sede fissa. Solo il commercio dettaglio in altre forme chiude l anno con un saldo in attivo, sia nella nostra provincia e sia in Italia, ma non in Toscana. Le considerazioni fatte per le imprese registrate sono valide anche per le imprese attive (tabella 10), le quali evidenziano una lieve diminuzione tendenziale (-0,4%) a Livorno, mentre in Toscana ed in Italia si attestano sui valori che avevano nel Anche in questo caso, l unico comparto a mostrare variazioni negative più o meno ampie è il commercio al dettaglio svolto in sede fissa. Tab Sedi d'impresa attive per tipo di commercio al 31/12/2013, Livorno (consistenze e variaz. tend.), Toscana e Italia (variazioni tendenziali) Tipo di attività LIVORNO Toscana ITALIA Consistenze Var. tend. % Var. tend. % Var. tend. % INGROSSO ,1 1,4 0,7 DETTAGLIO Sede Fissa ,8-1,4-1,1 DETTAGLIO Svolto in Altre Forme ,4 0,7 1,9 TOTALE COMMERCIO ,4 0,0 0,1 10,0 Grafico 12 - La nati-mortalità del commercio nel ,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-1,2-2,3 0,0-2,0-0,6-1,7-4,0 Ingrosso Dettaglio Ingrosso Dettaglio Ingrosso Dettaglio Livorno Toscana Italia Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita 41 In questo caso sono comprese quelle d ufficio. 71

76 Visto l andamento dei saldi tra iscrizioni e cessazioni, i tassi di crescita sia del commercio al dettaglio (qui indistinto tra sede fissa ed altre forme), sia di quello al ingrosso risultano in generale preceduti dal segno negativo, tranne il commercio all ingrosso toscano. La nostra provincia rimane comunque ancora indietro rispetto ai territori di confronto, mostrando i valori peggiori nelle due tipologie di commercio. I valori dei tassi di crescita risultano in generale miglioramento rispetto allo scorso anno, quelli dei tassi di mortalità 42 sono sostanzialmente stabili (grafico 12). 42 Qui calcolati al netto delle cessazioni d ufficio. 72

77 6. Commercio con l estero Recenti stime riguardo l andamento dell economia mondiale nel 2013, descrivono il PIL globale in crescita tendenziale attorno ai 3 punti percentuali: per l FMI salirà del 3,3%, mentre per la CIA 43 del 2,8%, ricalcando all incirca quanto registrato per il 2012 (+3,2%). Quel che più conta è che si amplierà il ben noto differenziale di crescita fra i paesi emergenti e quelli industrializzati, con un accelerazione dei primi stimata oltre i cinque punti percentuali in termini di prodotto interno lordo, mentre per i secondi è previsto un aumento di poco superiore al punto percentuale. Il contributo dei paesi emergenti alla crescita del PIL mondiale è quindi sempre più elevato e prosegue il processo di cambiamento della divisione internazionale del lavoro 44. Lo sviluppo all interno delle economie avanzate non sarà peraltro omogeneo, dato che è previsto solo per Giappone (+1,6% 45 ) e Stati Uniti (+1,9%), le cui economie sono state supportate da politiche economiche espansive, mentre l area dell euro, stabilmente governata tramite politiche orientate al rigore e caratterizzata da una domanda interna ancora debole, subirà l ennesima battuta d arresto (-0,3%). In un contesto caratterizzato da una crescita non particolarmente vivace, il 2013 si è anche distinto per le svalutazioni monetarie cui sono state sottoposte alcune monete di paesi in via di sviluppo (Brasile ed India) e non (Giappone). Effettuate per ragioni diverse, tali svalutazioni da un lato rischiano di raffreddare la domanda interna di alcuni paesi in via di sviluppo e, dall altro, potrebbero sottrarre quote di crescita ai paesi europei, per i quali è fondamentale una robusta crescita dell export. Esportazioni europee che per di più hanno sofferto l apprezzamento del tasso di cambio dell euro rispetto al dollaro che si è osservato nel Ed anche il rallentamento della crescita economica ha indotto un nuovo moderato ridimensionamento degli squilibri globali delle bilance dei pagamenti, favorito anche dai movimenti dei tassi di cambio che pure negli ultimi mesi hanno provocato tensioni tra i paesi che hanno sperimentato marcati deprezzamenti e paesi che hanno visto invece erosa la propria competitività 47. Nonostante tutto questo, il commercio mondiale di merci e servizi viene stimato in espansione media del 3,1 per cento nell anno in corso, ampiamente inferiore alle proprie tendenze storiche di lungo periodo ma in modesta accelerazione rispetto al 2,5 del La debole dinamica degli scambi di merci all interno delle economie industrializzate viene solo parzialmente compensata dalla robusta crescita in Asia, Africa e Medio Oriente, in linea con le direttrici geografiche della crescita produttiva 48. Per quanto concerne l Italia, per tutto il 2013 il valore totale esportato è risultato costantemente superiore a quello dell import, coerentemente con la stagnazione della domanda interna, secondo un processo che ormai si osserva da almeno un paio di anni. Per il nostro paese, il sorpasso delle L'Italia nell'economia internazionale, Rapporto , Istituto per il Commercio Estero, Roma, luglio Dati Fondo Monetario Internazionale. 46 Per una trattazione più approfondita sull argomento si veda: Tendenze recenti del commercio internazionale, Congiuntura REF, dicembre 2013, Anno XX, numero L'Italia nell'economia internazionale, op. cit. 48 L'Italia nell'economia internazionale, op. cit. 73

78 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre esportazioni sulle importazioni in termini di valore assoluto si era concretizzato già nei mesi iniziali del 2012 (grafico 1, dati destagionalizzati 49 ). Nel complesso, a fronte di quasi 390 miliardi di euro di esportazioni, in Italia si è importato per un valore di quasi 360 miliardi di euro, per un saldo commerciale attivo di oltre 30 miliardi di euro, (ben superiore ai +10 miliardi del 2012), e che sale, al netto dei prodotti energetici, a quasi +85 miliardi di euro. In ottica tendenziale, le esportazioni rimangono pressoché stazionarie sui valori raggiunti nel corso del 2012 (-0,1%), anche perché depresse dai prodotti energetici, mentre le importazioni (-5,5%) subiscono una marcata flessione. In particolare, nel corso dell anno 2013, rispetto all anno precedente, la sostanziale stazionarietà delle esportazioni è la sintesi dell aumento delle vendite verso i paesi dell area extra Ue (+1,3%) e della diminuzione di quelle verso i paesi dell area Ue (-1,2%). Nello stesso periodo, le importazioni registrano una forte diminuzione più marcata per gli acquisti dall area extra Ue (- 9,5%) rispetto a quelli dall area Ue (-2,0%) 50. Considerando i raggruppamenti delle tipologie di beni commercializzati, nel 2013 le esportazioni italiane hanno fatto segnare variazioni caratterizzate dal segno positivo per i beni di consumo (+5,9%, con i beni durevoli a +1,9% ed i non durevoli a +6,8%), e per i beni strumentali (+2,0%). Variazioni negative hanno contraddistinto sia i prodotti intermedi (-3,9%), sia, e soprattutto, quelli energetici (-20,4% 51 ). Dal lato delle importazioni si annota un calo tendenziale per i beni strumentali (-2,8%), per i prodotti intermedi (-5,2%) e per l energia (-15,6%), al contrario si salvano, ma solo in parte, i beni di consumo (+0,9%), grazie ai soli non durevoli (+2,0%), mentre gli acquisti di beni durevoli sono calati del 7,9%. Milioni di Euro Grafico 1 - L'import export italiano per mese (dati destagionalizzati) Import Export Ossia depurati per tener conto del diverso numero di giorni lavorativi dei singoli mesi e dell effetto dovuto alle festività infrasettimanali. 50 Statistiche flash, Dicembre 2013, Commercio con l estero, ISTAT, 18 febbraio Dati grezzi. 74

79 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Il 2013 si è chiuso in negativo anche per il commercio con l estero della Toscana, poiché sia le esportazioni, pari ad oltre 31,2 miliardi di euro, sono calate tendenzialmente di 3,6 punti percentuali; sia le importazioni, pari ad oltre 20,3 miliardi di euro, sono scese di 8,4 punti percentuali (tabella 1). Il saldo commerciale resta dunque ampiamente positivo per quasi 10,9 miliardi di euro, in leggera crescita rispetto ai quasi 10,2 di fine Ad ogni buon conto, con l 8% del totale italiano, la Toscana è la quinta regione per valore esportato, dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte (tutte in crescita tendenziale tranne la prima, stazionaria), e la sesta per valore importato, col 5,7%. Fra le dieci province toscane si annotano risultati assai diversi: dal lato delle importazioni si distinguono, in positivo, Pisa (+9,5%), Siena (+5,6%) e, in minor misura, Prato (+2,9%) e Lucca (+1,5%), per tutte le altre si annotano variazioni tendenziali precedute dal segno meno, fra le quali spiccano Arezzo (-31%), Grosseto (-26%) e Massa Carrara (-13%). A crescere maggiormente nell export è stata la provincia di Firenze (+9,6%), per quasi tutte le altre le variazioni oscillano tra i meno tre ed i più quattro punti percentuali, tranne Arezzo (-20%) e Livorno (-18%). Il risultato della provincia di Arezzo è ancora una volta influenzato dal deprezzamento del costo dell oro, cui si è assistito proprio dall inizio del Senza le categorie merceologiche CM321 Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose lavorate e CH244 Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, il valore scambiato con l estero dalla provincia di Arezzo nel 2013 si ridurrebbe di circa due terzi. L import risulterebbe comunque in forte calo (-14,1%), mentre l export sarebbe cresciuto del 6,6%. Tutte le province chiudono il 2013 con un saldo commerciale attivo, tranne Livorno, territorio in cui è ben nota la presenza di importanti imprese di trasformazione e, visto l andamento tendenziale, i saldi provinciali sono in generale miglioramento rispetto al 2012, con l esclusione di Pisa, Prato e, appunto, Livorno. Tab. 1 - Import ed export , province toscane ed Italia (valori in euro) Territorio Variazione % Import Export Import Export Import Export Arezzo ,3-20,5 Firenze ,2 9,6 Grosseto ,9 2,0 Livorno ,7-18,2 Lucca ,5 3,8 Massa Carrara ,3 1,8 Pisa ,5 2,9 Pistoia ,3-2,6 Prato ,9-0,1 Siena ,6 2,7 Toscana ,4-3,6 Italia ,5-0,1 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 75

80 Variazione tendenziale % export L andamento del commercio con l estero nelle province toscane nel 2013 è riassunto nel grafico 2, dove l asse delle ascisse riporta la variazione tendenziale percentuale dei valori delle importazioni, quello delle ordinate riporta la variazione delle esportazioni, mentre la dimensione delle bolle è rappresentata dalla semisomma dei valori delle due grandezze (import ed export). Ben evidenti appaiono le dimensioni dell interscambio con l estero di Arezzo e Firenze e, in misura minore, di Livorno, rispetto a tutti gli altri territori. Dal grafico emergono anche gli avanzamenti tendenziali, in entrambe le direzioni, di Siena, Pisa e Lucca. Nel confronto con l andamento regionale e nazionale, il valore dei volumi scambiati con l estero da parte delle imprese operanti in provincia di Livorno, evidenzia, a fine 2013, una maggiore tenuta delle importazioni (-1,5%, contro, rispettivamente, -8,4% e -5,5%), mentre si rileva un vero e proprio crollo delle esportazioni (-18,2%, contro -3,6% e -0,1%), dovuto soprattutto alle difficoltà incontrate dalle tre principali produzioni locali di metalli, prodotti petroliferi raffinati e sostanze chimiche. 40,0 Grafico 2 - La performance delle province toscane nel ,0 20,0 10,0 0,0 GR MS FI LU PT PO SI PI -10,0-20,0 AR LI -30,0-40,0-40,0-30,0-20,0-10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 Variazione tendenziale % import Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Nel complesso le esportazioni livornesi sono quasi valse 1,9 miliardi di euro, mentre le importazioni hanno di poco superato i 4,8 miliardi di euro, cifre che hanno comportato un deficit commerciale con l estero di poco oltre 2,9 miliardi, contro gli oltre 2,5 di fine Con un peso del 23,6%, Livorno torna ad essere la principale provincia toscana per valore importato, superando Arezzo, mentre diviene la sesta per valore esportato (era quinta l anno precedente), con un incidenza sul totale del 6,1%. 76

81 Come vedremo meglio più avanti, le esportazioni livornesi sono diminuite tendenzialmente verso tutti i mercati di riferimento, ma scontano soprattutto la debolezza della domanda interna dei paesi dell Unione europea, che rimane la destinazione principale delle produzioni locali. La variazione dovrebbe essere reale, ossia legata alla produzione e non al costo delle materie prime, giacché i metalli di base, e di conseguenza l acciaio, non hanno subito variazioni degne di nota nel corso del 2013 (così come accaduto per il petrolio). La variazione del valore dovrebbe allora rispecchiare anche quella dei volumi scambiati, ma non c è modo di avvalorare questa tesi con dati certi, giacché l Istat fornisce queste informazioni con dettaglio al massimo regionale. Dal primo semestre del 2012, che si era caratterizzato come il periodo in cui lo scambio commerciale con l estero della provincia di Livorno era risultato il maggiore dal 2004, il valore totale dell export ha cominciato a calare in maniera costante, soprattutto nelle seconde metà del 2012 e del La serie dell import, dopo un rallentamento a fine 2012, è tornata lievemente a crescere mentre, il saldo commerciale, ovviamente, a peggiorare (grafico 3). Grafico 3 - Valori semestrali di import, export e saldo livornesi Miliardi di Euro 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0 I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem Import Export Saldo Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 77

82 80,0 Grafico 4 - Variazioni tendenziali semestrali, dell'import e dell'export livornesi 60,0 40,0 20,0 0,0-7,1 4,4-20,0-40,0-13,1 Import Export -24,0 I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Il tutto è riassunto nel grafico 4, da quale emerge che la variazione tendenziale relativa all export del solo secondo semestre 2013 si attesta in terreno ampiamente negativo (-24%), mentre l import mostra un piccolo ma significativo balzo in avanti (+4,4), dopo il tonfo del primo semestre dell anno. Col 2013 si è ridotta di molto l incidenza provinciale del valore delle esportazioni su quello delle importazioni, pari al 39,4%, e che nel 2012 rappresentava il 47,4%, ossia il valore è il più alto mai riscontrato. S interrompe dunque la crescita di questo semplice indicatore, in una progressione che continuava ormai dal 2004, e che, a fine 2013, riporta Livorno sui valori osservati nel 2009 (grafico 5). Grafico 5 - Incidenza del valore dell'export su quello dell'import negli ultimi 10 anni. Livorno 22,8% 23,4% 32,0% 32,4% 36,7% 40,6% 46,1% 44,6% 47,4% 39,4% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Esportazioni provinciali La decrescita tendenziale delle esportazioni provinciali avvenuta nel corso del 2013 è quasi tutta da attribuirsi alla performance del settore manifatturiero (-17,8%), che, come ben noto, ne rappresenta 78

83 la quasi totalità. Nel 2013 non cambia la sostanza delle cose, visto che gli oltre 1,8 miliardi di euro esportati dalle imprese operanti in questo settore rappresentano quasi il 98% del totale livornese. Tab. 2 - Esportazioni in provincia di Livorno per settore (valori in euro) Settore merceologico Variaz. tendenz. % Incidenza % 2012 Agricoltura e pesca ,3 0,73 Prodotti dell'estrazione di minerali ,0 0,27 Attività manifatturiere ,8 97,90 Trattamento rifiuti e risanamento ,7 0,19 Servizi d informazione e comunicazione ,2 0,08 Attività artistiche, sportive, d intrattenim. e divertim ,6 0,01 Altro ,4 0,84 Totale ,2 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Anche quasi tutti gli altri settori, distinti secondo la distinzione per settori proposta dall ISTAT, hanno di fatto visto scendere le vendite effettuate all estero, in particolare il settore agricolo, secondo per importanza ma a debita distanza dal manifatturiero, che vede quasi dimezzato il proprio fatturato fuori dall Italia rispetto al 2012 (-43,3%, in tabella 2). Dei quattro maggiori comparti che compongono le attività manifatturiere, ossia quelli che incidono oltre il 10% per valore esportato, nessuno presenta variazioni tendenziali dal segno positivo a fine 2012, ma anzi risulta notevole il gap con l anno precedente. La prima voce per valore, coke e prodotti petroliferi raffinati, accusa una perdita del 13,8% tendenziale, mentre la seconda, metalli di base e prodotti in metallo, risulta in ritardo di oltre un terzo (-33,5%) rispetto alle vendite all estero effettuate nel corso del Assieme questi due comparti rappresentano ben oltre la metà del totale esportato da Livorno. Le sostanze ed i prodotti chimici ed i mezzi di trasporto (terza e quarta voce per incidenza sull export manifatturiero) evidenziano perdite tendenziali pesanti, rispettivamente -14,7% e - 21,0%. Nella stessa direzione sono andati i macchinari ed apparecchi n.c.a., che in un anno sono arretrati di circa 5 punti percentuali. L unico comparto di un certo rilevo che presenta un andamento in controtendenza rispetto a quelli sopra descritti è quello dei prodotti alimentari (notoriamente anti ciclici), il cui valore esportato nel 2013 è superiore a quello dell anno precedente del 3,3%. Tab. 3 - Esportazioni in provincia di Livorno nel settore manifatturiero (valori in euro) Comparto Variazione % Incid. % 2013 Prodotti alimentari, bevande e tabacco ,3 7,14 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori ,8 2,03 Legno e prodotti in legno; carta e stampa ,0 0,25 Coke e prodotti petroliferi raffinati ,8 35,19 Sostanze e prodotti chimici ,7 11,07 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici ,7 0,02

84 Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti ,6 3, ,5 20,52 Computer, apparecchi elettronici e ottici ,2 0,64 Apparecchi elettrici ,2 0,45 Macchinari ed apparecchi n.c.a ,1 6,87 Mezzi di trasporto ,0 10,73 Prodotti delle altre attività manifatturiere ,2 1,56 Totale manifatturiero ,8 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT È ormai ben noto come le produzioni che caratterizzano l economia provinciale siano in larga parte definibili come tradizionali, ossia a basso contenuto tecnologico e dunque scarsamente caratterizzate da elementi innovativi. Ciò si ripercuote sulla tipologia di beni esportati, che sono facilmente riproducibili anche da paesi emergenti, e che dunque si espongono pericolosamente ad una concorrenza difficilmente sostenibile, soprattutto nel lungo periodo. Localmente le produzioni specializzate o ad alto contenuto tecnologico, pur presenti, non sono determinanti, visto che nell export del 2013 hanno pesato per il 22,5% del totale, mostrando il solito ritardo rispetto all ambito regionale (in cui incidono per il 28,3%) e nazionale (42%). Tali percentuali sono comunque in leggero aumento rispetto al 2012 in tutti e tre i territori. Il tutto è riassunto in tabella 4, dove le produzioni sono state suddivise in base al loro contenuto tecnologico, secondo la tassonomia di Pavitt. Tab. 4 - Esportazioni per contenuto tecnologico dei beni commercializzati, tassonomia di Pavitt Agricoltura e materie prime Prodotti tradizionali e standard Prodotti specializzati e high tech Var. tend. % Incidenza % Var. tend. % Incidenza % Var. tend. % Incidenza % Livorno -35,0 1,00-18,8 76,54-11,6 22,46 Toscana -5,6 1,53-6,7 70,14 5,4 28,33 Italia -1,0 1,84-1,8 56,18 2,6 41,98 Elaborazione Unioncamere su dati Istat Il mercato principale delle produzioni livornesi era e rimane l Europa: nel 2013 è stato inviato verso il Vecchio continente oltre il 56% del totale dei flussi livornesi diretti all estero, la maggioranza dei quali è stata ricevuta dai 28 paesi dell Unione europea (43,7% del totale), mentre la parte restante (12,4%) dagli altri paesi europei. I traffici verso l Europa si sono ridotti in un anno del 10,5%, flessione tutta da imputare ai paesi dell Unione (-13,4%), poiché le esportazioni livornesi verso gli altri paesi europei sono aumentate dell 1,3% (grafico 6). 80

85 Totale UE a 28 non UE Totale Settentrionale Altri Totale Medio Oriente Asia Centrale Asia Orientale Totale Settentrionale Centromerid. Var. tend. 40,0 Grafico 6 - Composizione per area geografica dell'export livornese nel 2013 e variazioni tendenziali 34,4 Incidenze % 60,0 20,0 0,0-10,5-13,4 1,3-4,1-2,6 50,0 40,0-20,0-40,0-44,6-42,4-51,1-48,5-24,0-33,2-28,2-36,5 30,0 20,0-60,0 10,0-80,0 56,1 43,7 12,4 18,3 13,1 5,2 11,8 5,3 1,8 4,7 12,3 5,3 7,0 1,5 0,0 Europa Africa Asia America Oceania Incidenze % Variazioni tendenziali Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Il secondo mercato per importanza è rappresentato dal continente africano, verso il quale è partito il 18,3% delle esportazioni provinciali, tutte, o quasi, dirette verso i paesi nordafricani, che hanno inciso per il 13,1% totale. Anche per questo mercato si rileva una variazione tendenziale negativa, pari al -4,1%, risultante dall andamento opposto delle due macroaree esaminate, visto il +34,4% dei paesi del Nord ed il -44,6% degli altri paesi africani. Superiori al 10% del totale risultano anche le esportazioni verso l America (12,3%) e l Asia (11,8%), traffici peraltro caratterizzati da forti flessioni tendenziali (rispettivamente, -33,2% e - 42,4%); mentre è ancora irrisorio il contributo del mercato dell Oceania (1,5% del totale del valore esportato dalla nostra provincia). Tab. 5 Primi 20 paesi per valore delle esportazioni nel 2013 (valori in euro) PAESE Valore Var. tend % Incidenza % PAESE Valore Var. tend % Incidenza % 1 Spagna ,1 10,67 11 Em. Arabi U ,3 1,81 2 Germania ,9 8,81 12 Gibilterra ,7 1,73 3 Francia ,2 7,69 13 Polonia ,5 1,67 4 Egitto ,8 6,81 14 Romania ,1 1,66 5 Turchia ,3 5,82 15 Algeria ,4 1,53 6 Stati Uniti ,7 4,64 16 Belgio ,3 1,52 7 Brasile ,1 3,67 17 Portogallo ,0 1,52 8 Regno Unito ,6 2,95 18 India ,5 1,45 9 Svizzera ,1 2,49 19 Giordania ,7 1,43 10 Tunisia ,0 2,15 20 Venezuela ,3 1,42 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Nazionale 81

86 Spagna, Germania e Francia sono stati i tre principali paesi che nel 2013 hanno acquistato produzioni livornesi e, tra questi, l unico ad incrementare il valore del 2012 è la Spagna (+3,1%), mentre sono andate nella direzione opposta le variazioni di Germania (-8,9%) e Francia (-22,2%). Scorrendo la classifica (tabella 5), al quarto posto si trova l Egitto (+120% sul 2012), al quinto la Turchia (-18,3%), poi gli Stati Uniti (-28,7%), il Brasile (-34,1%) ed il Regno Unito (-26,6%). A parte l ingresso del paese nordafricano al quarto posto, si mantengono stabili le posizioni acquisite l anno precedente. I primi venti paesi incidono sull export locale per poco più del 70%, mentre i primi dieci per oltre il 55%. Il mercato dell export provinciale è più frazionato rispetto all import, laddove i primi dieci paesi incidono per quasi l 83%, come si vedrà meglio più avanti. Tale diversificazione rappresenta un sicuro vantaggio in termini di concorrenza internazionale per il nostro territorio, poiché non legato ad un singolo prodotto o mercato di sbocco. La propensione all export 52 del territorio livornese è stata pari a 22,4 punti percentuali nel corso del 2013, risultando in calo rispetto ai 27,2 dell anno precedente, visto l andamento delle esportazioni nell anno oggetto di esame. Tale valore è inferiore sia a quello calcolato per la Toscana (32,9%), sia a quello italiano (27,9%). Vista il ragguardevole flusso di prodotti importati, Livorno presenta d altro canto un maggiore grado di apertura verso l estero 53, rispetto ad entrambi i territori di confronto: 80,2 punti percentuali contro i 56,5 della Toscana ed i 55 dell intera nazione. Il valore provinciale è peraltro in diminuzione rispetto al 2012, quando raggiungeva gli 84,7 punti percentuali. Importazioni provinciali A causa delle tipologie di produzioni presenti sul territorio provinciale, le importazioni livornesi si concentrano storicamente in due settori: i prodotti dell estrazione di minerali e le attività manifatturiere, che assieme incidono per oltre il 98% del totale. Gli acquisti all estero dei primi, destinati in massima parte alla raffineria di Livorno, ed in seconda battuta all altoforno di Piombino, nel 2013 hanno sfiorato i 2,7 miliardi di euro, che valgono il 3,7% in meno su base tendenziale. Le importazioni di produzioni manifatturiere estere si sono attestate di poco sopra ai 2 miliardi di euro, ossia di un punto percentuale in più rispetto al 2012 (tabella 6). Tra gli altri settori, quello primario è l unico degno di nota, visto che incide comunque per un modesto 1,8% del totale, nel 2013 vanta una piccola crescita tendenziale (+1,8%) Tab. 6 - Importazioni in provincia di Livorno per settore (valori in euro) Settore merceologico Variaz.tendenz. % Incidenza % 2012 Agricoltura e pesca ,8 1,80 Prodotti dell'estrazione di minerali ,7 56,03 Attività manifatturiere ,9 42,06 Trattamento rifiuti e risanamento ,5 0,11 Servizi di informazione e comunicazione ,7 0,01 Att. artistiche, sportive, di intrattenim. e divertim ,2 0,00 Altro ,7 0,00 Totale ,7 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 52 Rapporto percentuale tra esportazioni e valore aggiunto. 53 Dato dal rapporto percentuale fra la somma di importazioni ed esportazioni ed il valore aggiunto di un territorio. 82

87 Il petrolio greggio è in assoluto la merce più importante non solo tra i prodotti dell estrazione di minerali, ma anche in assoluto nell economia livornese, visto che da solo rappresenta oltre il 47% del totale importato nella nostra provincia, con un valore di oltre 2,2 miliardi di euro, in diminuzione tendenziale dell 8,1%. Nel 2013 compare tra le voci di questo comparto anche il gas naturale, poiché è entrata in funzione la piattaforma OLT (rigassificatore) al largo delle nostre coste, ed il cui valore va a tamponare quasi tutta la diminuzione del petrolio greggio. Altra voce importante è quella costituita dai minerali metalliferi ferrosi, che risultano in diminuzione tendenziale del 23%, a causa delle note vicende legate alle acciaierie piombinesi (tabella 7). 83

88 Tab. 7 - Importazioni in provincia di Livorno nel settore dell'estrazione di minerali (valori in euro) Variazione % Incid. % 2013 Antracite ,6 3,19 Petrolio greggio e gas naturale ,1 84,46 Gas naturale / 4,00 Minerali metalliferi ferrosi ,9 7,75 Minerali metalliferi non ferrosi ,4 0,00 Altri minerali da cave e miniere ,9 0,15 Totale ,7 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT I mezzi di trasporto sono la principale categoria merceologia tra le importazioni nel settore manifatturiero in provincia di Livorno e, all interno di questa voce, gli autoveicoli rappresentano il 96% della spesa totale per mezzi di trasporto, e, più in generale, la seconda voce per importanza nell import locale dopo il petrolio greggio. A livello tendenziale, questi ultimi crescono a fine 2013 del 27,6%, mentre i soli autoveicoli di quasi il 40%, tornando sui livelli osservati a fine Anche le importazioni del comparto della chimica (terzo per incidenza sul totale) appaiono in buona crescita tendenziale (+13,7%), così come del resto accade ormai da diversi anni. Altro comparto fondamentale è quello dei metalli di base e prodotti in metallo, che incide per circa il 16% nel 2013, molto meno che nell anno precedente, a seguito del poderoso calo tendenziale subito (-34,5%). Notevole è anche la riduzione negli acquisti all estero dei macchinari ed apparecchi n.c.a. (-22,4%), nonché, come si osserva ormai da qualche anno, dei prodotti alimentari (-35,3%, in tabella 8). Tab. 8 - Importazioni in provincia di Livorno nel settore manifatturiero (valori in euro) Comparto Variazione % Incid. % 2013 Prodotti alimentari, bevande e tabacco ,3 2,04 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori ,1 0,67 Legno e prodotti in legno; carta e stampa ,1 1,38 Coke e prodotti petroliferi raffinati ,8 1,62 Sostanze e prodotti chimici ,7 14,75 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici ,9 0,04 Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti ,4 1, ,5 16,36 Computer, apparecchi elettronici e ottici ,3 0,59 Apparecchi elettrici ,5 1,57 Macchinari ed apparecchi n.c.a ,4 5,57 Mezzi di trasporto ,6 53,30 Prodotti delle altre attività manifatturiere ,0 0,25 Totale manifatturiero ,9 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 84

89 Totale UE a 28 non UE Totale Settentrionale Altri Totale Medio Oriente Asia Centrale Asia Orientale Totale Settentrionale Centromerid. Le importazioni livornesi provengono quasi esclusivamente da due continenti: l Asia e l Europa. Dal primo, che incide per il 44,5% del totale, a Livorno provengono merci quasi esclusivamente dal Medio Oriente (per il 41,8%), si tratta, ovviamente, di greggio. Dal secondo, che incide per il 42,4% del totale, le imprese livornesi importano principalmente merci provenienti dai paesi dell Unione Europea a 28 (40,5%). In un anno le importazioni dall Asia/Medio Oriente sono diminuite di quasi il 19%, mentre quelle dall Europa sono cresciute dell 8,6% (+12,4% dai paesi Ue e -37,5% dagli altri paesi europei, in grafico 7). L Africa incide per il 6,3% del totale, tutto, o quasi, appannaggio dei paesi nordafricani. Il valore è in fortissima crescita rispetto all 1,6% del 2012, vista la variazione tendenziale a tre cifre che hanno caratterizzato l area del Maghreb. Il motivo è da ricercarsi nella normalizzazione cui sono andati incontro i paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, dopo la cosiddetta primavera araba. Le importazioni dall America rappresentano il 6,8% del totale e sono quasi egualmente distribuite fra il nord (3,9% fra USA e Canada) ed il centro sud del continente (2,8%). Le merci acquistate nel Nord America hanno visto nel 2013 un deciso aumento tendenziale (+28%), mentre sono diminuite del 10,6% quelle provenienti dal Sud America. Var. tend. 50,0 30,0 10,0-10,0-30,0-50,0 8,6 Grafico 7 - Composizione per area geografica dell'import livornese nel 2013 e variazioni tendenziali 12,4-37,5 293,9 360,1-7,7-18,7-18,6 42,4 40,5 1,9 6,3 6,0 0,3 44,5 41,8 0,7 2,0 6,8 3,9 2,8 0,1-33,9 8,4 28,0-10,6 13,7 Incidenze % 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Europa Africa Asia America Oceania Incidenze % Variazioni tendenziali Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT I due maggiori paesi per importanza nell import provinciale sono fra i maggiori produttori al mondo di greggio: l Arabia Saudita e l Iraq, che insieme rappresentano oltre il 40% delle importazioni livornesi, ma per i quali si rileva una netta diminuzione tendenziale in termini di valore (rispettivamente, -17% e -21,4%). Parte della differenza col 2012 è stata colmata con l acquisto di petrolio dall Egitto, paese che nel giro di un anno diventa il quinto paese per importanza, con un balzo in avanti neanche paragonabile a quanto visto nella parte dedicata all export. Nella prima decina (tabella 9) compaiono poi diversi paesi europei, tra i quali la Gran Bretagna, la Spagna, la Francia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Tutti evidenziano variazioni tendenziali 85

90 caratterizzate dal segno negativo, tranne il Regno Unito, paese dal quale sono quadruplicati gli acquisti livornesi. Tab. 9 Primi 20 paesi per valore delle importazioni nel 2013 (valori in euro) PAESE Valore Var. tend % Incidenza % PAESE Valore Var. tend % Incidenza % 1 Ar. Saudita ,0 30,57 11 Brasile ,2 2,55 2 Iraq ,4 11,11 12 Germania ,3 2,08 3 Regno Unito ,6 9,85 13 Paesi Bassi ,1 1,35 4 Spagna ,9 6,78 14 USA ,5 1,31 5 Egitto ,4 4,65 15 Cina ,9 1,12 6 Francia ,1 4,58 16 Libia ,5 1,02 7 Rep. Ceca ,1 4,57 17 Turchia ,5 0,95 8 Slovacchia ,6 4,05 18 Russia ,7 0,71 9 Belgio ,9 3,92 19 Romania ,2 0,70 10 Canada ,3 2,63 20 Kazakistan / 0,55 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Nazionale 86

91 7. Turismo Il tessuto imprenditoriale Un impresa è definita come turistica, e dunque indagata come tale, quando, secondo la classificazione ATECO 2007, è registrata fra le imprese ricettive (alberghiere ed extralberghiere), quelle della ristorazione (ristoranti, bar e catering), quelle della logistica e dell assistenza al turismo, fra gli stabilimenti balneari, nonché fra le imprese che svolgono alcune attività legate al tempo libero quali, ad esempio, i teatri, i cinema, le sale da ballo, le sale giochi, le discoteche, i parchi divertimento ecc. Le strutture ricettive possono essere considerate a pieno titolo come attività turistiche, proprio perché ad usufruirne sono nella quasi totalità persone non residenti in quel territorio, mentre, per le altre strutture, bisogna considerare che i loro clienti sono sia residenti, sia turisti, ma è fuori dubbio che esse svolgano un ruolo fondamentale ai fini della realizzazione e della completezza del servizio turistico che un territorio intende fornire. E chiaro che la tipologia di clientela che accede a tali strutture dipende, da un lato, dal periodo dell anno e, dall altro, dall ubicazione dell impresa: un ristorante sito nel comune di Livorno avrà una clientela differente di uno situato, ad esempio, a Marina di Campo, all Isola d Elba. L estrazione dei dati è stata compiuta da Infocamere, che, per la sua architettura, non fornisce informazioni sulle imprese che, pur svolgendo un attività turistica, lo facciano solo come attività secondaria, secondo quanto dichiarato al momento dell iscrizione nel Registro delle Imprese. Non compaiono dunque gli agriturismi, in quanto sono presenti nel Registro come imprese agricole, individuarli in questo modo è compito assai arduo e per stimarne la numerosità si preferisce utilizzare altre fonti. A tali esercizi sarà dedicato un paragrafo a parte. In base alla classificazione appena descritta, le imprese turistiche registrate a fine 2013 in provincia di Livorno ammontavano a unità (tabella 1), quasi 100 in più rispetto alla fine dell anno precedente, per una crescita tendenziale di ben 2,5 punti percentuali. Seppur con un passo inferiore a quello livornese, le imprese turistiche appaiono in aumento numerico anche a livello regionale (+2,1%) e nazionale (+2,0%). Il tessuto imprenditoriale che costituisce il settore turistico è in generale aumento ormai da cinque anni, dunque persino nel pessimo 2009, ed appare l unico settore di rilievo ancora in grado di espandersi nei prossimi anni. Sempre a fine 2013, le sedi d impresa attive a Livorno erano 3.348, pari all 86,2% delle registrate, ed anche per esse si annota una crescita tendenziale, di 1,6 punti percentuali, valore che risulta in linea con quello calcolato per la Toscana, e superiore a quello italiano (+1,4%). Tab. 1 - Imprese turistiche registrate ed attive nel 2013 e variazioni tendenziali % Registrate Attive Attive su registrate (%) Consistenze Var. tend. % Consistenze Var. tend. % Livorno , ,6 86,20 Toscana , ,6 84,55 Italia , ,4 88,11 Le attive livornesi crescono grazie all apporto di quasi tutti i comparti che compongono il settore in parola (tabella 2). Per quanto concerne le imprese che forniscono servizi di alloggio, rispetto al 87

92 2012 si annota una crescita di sei unità (+2,5%) nel comparto extralberghiero (alloggi per vacanze, villaggi turistici, ostelli, affittacamere) e di tre unità (+5,3%) nei campeggi, mentre le strutture alberghiere (alberghi, hotel, pensioni e simili) sono diminuite di cinque unità (-1,7%). Dal lato dei servizi di ristorazione, alla crescita delle due componenti di maggior peso, ossia bar e simili (pubs, altri locali senza cucina) col +1,1%, e ristoranti, gelaterie e pasticcerie col +2,7%, ha fatto da contraltare la diminuzione tendenziale del comparto delle mense e catering che in un anno ha perso quattro unità, pari al 17,4%. Si segnala infine l incremento numerico delle imprese attive come agenzie di viaggio e assistenza turistica (4 unità, +3,6%) e degli stabilimenti balneari (un unità), mentre risultano in diminuzione le imprese del comparto definito come tempo libero (due unità in meno). Osservando anche gli andamenti tendenziali dei medesimi comparti in ambito regionale e nazionale, si può notare come le strutture alberghiere siano in calo in tutti i territori, così come accade per il comparto del tempo libero. Le differenze con la nostra provincia stanno nell andamento delle agenzie di viaggio per un verso e delle mense e catering per un altro. Tab. 2 - Le imprese turistiche attive per sottosettori nel 2013 e variazioni tendenziali Livorno Toscana Italia Var. % Var. % Var. % Alberghi, hotel, pensioni e simili ,7-0,3-0,7 Alloggi per vacanze, villaggi turistici, ostelli, affittac ,5 4,5 6,1 Campeggi ,3 4,0-0,6 Ristoranti, gelaterie e pasticcerie ,7 2,5 1,9 Mense e catering ,4 4,1 1,3 Bar e simili ,1 0,7 1,3 Agenzie di viaggio e assistenza turistica ,6-0,3-0,5 Stabilimenti balneari ,2 1,0 1,9 Tempo libero ,6-0,9-0,4 TOTALE ,6 1,6 1,4 A livello di sistemi economici locali, le imprese turistiche provinciali si distribuiscono per la maggior parte nell Area Livornese (33,3% del totale), ed in seconda battuta, con percentuali quasi simili, nell Arcipelago (25,5%) ed in Val di Cecina (24,8%). Quando però si va a calcolare l incidenza delle stesse rispetto allo stock d imprese locali, emergono differenze sostanziali tra i quattro territori. In questa maniera si evidenzia la vocazione turistica dell Arcipelago, dove quasi un impresa su quattro è turistica (24,7%), mentre, all opposto, nel SEL livornese non si arriva neanche ad una su dieci (8,6%). Gli altri due SEL continentali presentano valori prossimi alla media provinciale (tabella 3). Sono proprio questi ultimi due territori che mettono a segno le crescite tendenziali di maggior rilievo, la Val di Cecina del +3,0% e la Val di Cornia +2,6%, migliorando le già buone performance osservate a fine L Area Livornese cresce in media con l intera provincia (+1,6%), mentre col -0,5% il SEL insulare evidenzia una mezza battuta d arresto (grafico 1). L andamento dei vari settori assume una forte variabilità quando si osserva all interno dei singoli SEL (tabella 4). L aumento di bar e ristoranti è comune a tutti i territori, se si esclude la prima 88

93 categoria nell Arcipelago, che è anche l unico in cui crescono le strutture alberghiere. Il comparto che appare in maggiore difficoltà è in ogni caso quello delle mense e catering, che rimane sui livelli del 2012 solo in Val di Cecina. Tab. 3 - Composizione ed incidenza % del totale attive per SEL 2013 Numerosità Composizione % Incidenza % sul totale attive nel territorio Val di Cornia ,31 10,8 Val di Cecina ,82 12,3 Area Livornese ,36 8,6 Arcipelago ,51 24,7 Totale Provincia ,00 11,9 3,5 3,0 2,5 2,6 Grafico 1 - Variazione tendenziale % per SEL 3,0 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 1,6-0,5 Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano 1,6 Totale Provincia Tab. 4 - Variazioni tendenziali % per sottosettori nei SEL 2013 Val di Cornia Val di Cecina 89 Area Livornese Arcipelago Toscano Alberghi, hotel, pensioni e simili -2,5-1,5-9,8 0,7 Alloggi per vacanze, villaggi turistici, ostelli, affittac. -1,7 6,5-5,6 4,4 Campeggi 25,0 8,0 0,0 0,0 Ristoranti, gelaterie e pasticcerie 6,2 1,1 4,0 0,0 Mense e catering -50,0 0,0-6,3-50,0 Bar e simili 2,7 5,0 1,0-4,0 Agenzie di viaggio e assistenza turistica 6,3 5,3-2,5 8,3 Stabilimenti balneari -10,0 4,7 11,8-14,3 Tempo libero -4,0 7,1-1,9-10,0 Totale 2,6 3,0 1,6-0,5

94 L analisi delle incidenze dei singoli comparti all interno del settore turistico (tabella 5, imprese attive) fa emergere la maggiore presenza di strutture ricettive a Livorno (17,4%) rispetto a quanto avvenga in Toscana (16,8%) ed in Italia (10,9%). Nel confronto con l ambito regionale, la differenza la fa la maggior presenza di strutture alberghiere e campeggi, mentre l extralberghiero risulta leggermente in ritardo. A livello di SEL si conferma, da un lato, l enorme importanza che assume la ricezione turistica nell Arcipelago Toscano, e dall altro, quanto ne sia poco dotato il SEL del capoluogo. Si nota anche come la Val di Cornia sia l unico territorio a distinguersi per la maggiore dotazione di strutture extralberghiere rispetto a quelle alberghiere, mentre in Val di Cecina si registra una buona presenza di campeggi. Sempre nel confronto con l ambito regionale e nazionale, la provincia Livornese appare maggiormente dotata di ristoranti, mentre è in ritardo per quanto riguarda i bar. Nel complesso la ristorazione incide a Livorno con un valore simile a quello toscano (72,9% contro 72,3%), meno che a livello nazionale (78,9%). A livello di SEL é l Area Livornese che si distingue per la maggiore presenza di queste tipologie d imprese ed all opposto sta l Arcipelago Toscano, i cui numeri sono spinti verso il basso, data la forte dotazione di strutture ricettive. Settori Tab. 5 - Incidenze dei singoli comparti all interno del settore turistico Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago Toscano Livorno Toscana Italia Alberghi, hotel, pensioni e simili 7,14 7,70 3,31 16,51 8,39 7,78 6,77 Alloggi, villaggi, affittac. 10,81 5,90 1,52 13,82 7,26 8,34 3,70 Campeggi 0,92 3,25 0,09 3,16 1,79 0,71 0,45 Ristoranti, gelaterie e pasticcerie 43,77 43,80 47,09 35,95 42,89 40,95 41,28 Mense e catering 0,37 0,12 1,34 0,12 0,57 0,78 0,74 Bar e simili 27,84 27,80 36,79 22,37 29,42 30,55 36,85 Agenzie di viaggio e assist. tur. 3,11 2,41 3,49 4,57 3,43 4,02 3,77 Stabilimenti balneari 1,65 5,42 1,70 1,41 2,54 2,67 1,38 Tempo libero 4,40 3,61 4,66 2,11 3,70 4,22 5,06 Totali 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Le altre imprese turistiche (agenzie di viaggio, stabilimenti balneari e tempo libero) pesano sul totale livornese per il 9,7%, percentuale leggermente inferiore nel confronto con la Toscana (10,9%) e l Italia (10,2%). A livello di SEL, si registrano valori molto sopra la media provinciale per assistenza turistica nell Arcipelago, per gli stabilimenti balneari in Val di Cecina e per il tempo libero nell Area Livornese. L incidenza dei singoli comparti rispetto al totale delle imprese presenti nel territorio di riferimento (tabella 6), fa emergere la notevole differenza che intercorre fra la nostra provincia ed i territori di confronto. A Livorno quasi 12 imprese attive su 100 sono turistiche, contro all incirca le 8 di Toscana ed Italia, e da tale numero si riesce a capire quanto la provincia livornese sia un territorio fortemente orientato al turismo. I valori di tutti i comparti provinciali appaiono superiori a quelli calcolati in Toscana ed Italia. 90

95 Tab. 6 - Incidenza dei sottosettori turistici sul totale imprese attive Livorno Toscana Italia Alberghi, hotel, pensioni e simili 1,00 0,63 0,53 Alloggi per vacanze, villaggi turistici, ostelli, affittac. 0,86 0,68 0,29 Campeggi 0,21 0,06 0,03 Ristoranti, gelaterie e pasticcerie 5,09 3,34 3,20 Mense e catering 0,07 0,06 0,06 Bar e simili 3,49 2,49 2,86 Agenzie di viaggio e assistenza turistica 0,41 0,33 0,29 Stabilimenti balneari 0,30 0,22 0,11 Tempo libero 0,44 0,34 0,39 Totale settore turistico 11,86 8,16 7,75 Natimortalità Nel corso del 2013 si è assistito all iscrizione di 203 nuove imprese turistiche ed alla cancellazione di 301 posizioni 54. Il saldo demografico è dunque stato negativo per 98 unità. È importante far notare come, almeno in teoria, tale saldo dovrebbe essere migliore, in quanto non tiene conto delle imprese iscritte che, a fine anno, non avevano ancora comunicato il loro settore di appartenenza. A livello tendenziale le iscrizioni sono cresciute di ben il 19,4%, fenomeno che, seppur con valori inferiori, si riscontra anche in Toscana (+6,7%) ed in Italia (+5,7%). Le cessazioni provinciali sono in lieve aumento (+0,3%), sicuramente non quanto siano cresciute nei territori di confronto: in Toscana del +7,1%, in Italia del +5,3%. Su queste basi, il tasso natalità annuale relativo alla nostra provincia è calcolato in 5,4 punti percentuali, in crescita rispetto ai 4,6 del 2012, e superiore a quelli regionale e nazionale. Il tasso di mortalità è pari a 7,9 punti percentuali (contro gli 8,1 del 2012), ed è il peggiore nel solito confronto con gli altri due territori. Il tasso di crescita è dunque negativo per 2,6 punti percentuali (tabella 7). Tab. 7 - Natimortalità delle imprese turistiche per territorio nel 2013 Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Val di Cornia 6,0 7,7-1,7 Val di Cecina 5,4 7,5-2,1 Area Livornese 5,4 8,4-3,0 Arcipelago Toscano 4,8 7,9-3,1 Livorno 5,4 7,9-2,6 Toscana 4,2 7,0-2,8 Italia 4,6 7,3-2,7 54 Dato al lordo delle cancellazioni d ufficio. 91

96 All interno dei vari comparti non compaiono tassi di crescita dal segno positivo, ma al più si calcolano tassi pari a zero per i campeggi e le agenzie di viaggio ed assistenza turistica (tabella 8). Tab. 8 - Natimortalità delle imprese del turismo per sottosettore. Livorno 2013 Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita Alberghi, hotel, pensioni e simili 2,8 5,0-2,2 Alloggi per vacanze, villaggi turistici, ostelli, affittacamere 3,1 3,5-0,4 Campeggi 1,6 1,6 0,0 Ristoranti, gelaterie e pasticcerie 6,4 8,5-2,2 Mense e catering 0,0 11,1-11,1 Bar e simili 6,4 9,5-3,1 Agenzie di viaggio e assistenza turistica 2,9 2,9 0,0 Stabilimenti balneari 0,0 5,6-5,6 Tempo libero 4,0 11,9-7,9 TOTALE 5,4 7,9-2,6 Agriturismi Grazie ai dati forniti dall Unità di Servizio Turismo e Marketing Territoriale della Provincia di Livorno, si apprende che, a fine 2013, gli agriturismi presenti sul territorio provinciale erano 283, ed almeno uno era presente in ciascuno dei venti comuni del territorio. A livello di sistemi economici locali, gli agriturismi sono maggiormente diffusi laddove l agricoltura assume un peso rilevante nell economia del territorio locale e, dunque, in Val di Cecina (43,8% del totale provinciale) ed in Val di Cornia (36,7%). Seguono l Arcipelago Toscano col 14,1% ed il SEL Livornese (5,3%, in grafico 2). Grafico 2 - Composizione per SEL degli agriturismi livornesi Val di Cornia 36,7% Val di Cecina 43,8% Arcipelago Toscano 14,1% Area Livornese 5,3% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno 92

97 Diciassette fra gli agriturismi censiti non offrono il servizio di pernottamento 55, mentre tutti gli altri contribuiscono al settore turistico provinciale con una dotazione complessiva di quasi posti letto. La media per struttura è di quasi 19 posti letto 56, valore superato in Val di Cornia e nell Area Livornese (rispettivamente 23,3 e 20,6 posti letto), mentre negli altri SEL la dimensione media degli agriturismi è minore (15,9 posti letto in Val di Cecina e 14,6 nell Arcipelago Toscano). Tab. 9 Agriturismi e posti letto (valori assoluti e medie) per SEL 2013 SEL Consistenza Posti letto Media posti letto Val di Cornia ,3 Val di Cecina ,9 Area Livornese ,6 Arcipelago Toscano ,6 Totale Provincia ,7 Fonte: elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Secondo i dati dell ISTAT 57, tramite i quali è possibile effettuare un confronto fra l andamento del numero di agriturismi livornesi e toscani, almeno fino al 2012, tale tipologia d impresa appare in crescita per tutto il periodo considerato ( ), sia in Toscana, sia nella nostra provincia, salvo nel periodo , quando prima la serie regionale, poi quella provinciale hanno evidenziato lievi decrescite (grafico 3). A parte il valore livornese del 2011, il tasso di sviluppo di queste strutture sembra affievolirsi, quasi si stia per raggiungere una saturazione del mercato. Grafico 3 - Variazioni % annue del numero degli agriturismi 12,0 10,2 10,0 8,0 6,0 9,1 7,7 4,7 6,4 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 4,7 4,5 4,8 1,4 0,7 1,3 1,5 2,1 1,3-0,4-1, Livorno Toscana Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 55 Le strutture che non hanno disponibilità di posti letto svolgono altre attività, fra cui quelle di ristorazione, degustazione, attività didattiche, ecc. 56 Comprensiva anche delle strutture che non dispongono di posti letto. 57 I dati dell ISTAT non coincidono con quelli della provincia di Livorno, risultando inferiori per ciascun anno considerato. 93

98 94

99 I flussi turistici Lo studio dei flussi turistici verso la nostra provincia è possibile grazie ai dati forniti dalla Provincia di Livorno, la quale compie la "Rilevazione statistica del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi" per conto dell ISTAT. I dati presenti in questo lavoro sono da considerarsi ancora provvisori, poiché non ancora validati dalla regione Toscana. La stagione turistica provinciale 2013 si è chiusa con risultati solo lievemente inferiori rispetto all anno precedente per quanto riguarda le oltre 8,1 milioni di presenze rilevate (-1,1%), mentre è andata peggio con i poco più di 1,2 milioni di arrivi (-3,8%). Il calo di turisti che arrivano in provincia di Livorno è in atto ormai da un biennio, dopo che nel 2011 si era raggiunto un picco senza precedenti. Tab Movimenti turistici e variazioni tendenziali annuali Italiani Stranieri Totali Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 2013 Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Variazioni tendenziali Alberghieri -2,3% 2,2% 0,0% 2,5% -1,6% 2,3% Extralberghieri -8,1% -4,4% -2,9% -0,7% -6,1% -2,8% Totale Esercizi -5,1% -1,9% -1,6% 0,3% -3,8% -1,1% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Come già accaduto nel 2012, la flessione osservata è da addebitarsi quasi esclusivamente al turismo di marca nazionale, visto che gli italiani sono calati sia in termini di arrivi (-5,1%), sia in termini di presenze (-1,9%). I turisti di nazionalità straniera hanno garantito una sostanziale tenuta alle strutture livornesi: sebbene giunti in numero di poco inferiore all anno precedente (-1,6%), hanno soggiornato per tempi più lunghi, poiché le loro presenze sono leggermente superiori a quanto rilevato nel 2012 (+0,3%). Dal punto di vista delle tipologie ricettive, si rileva che il comparto alberghiero ha ottenuto nel 2013 risultati sicuramente migliori rispetto a quello extralberghiero, fatto che peraltro non si verificava da svariati anni, un periodo in cui le quote di mercato del primo erano costantemente erose dal secondo, anche per la progressiva crescita del turismo straniero, che, notoriamente, preferisce soggiornare in strutture di tipo extralberghiero. In termini di arrivi, nel corso del 2013 gli alberghi e simili hanno perso tendenzialmente l 1,6%, mentre le altre strutture turistiche addirittura il 6,8%. In termini di presenze, il comparto alberghiero mette a segno una crescita significativa e sostanziosa, pari al +2,3% tendenziale, mentre il comparto extralberghiero ne perde per il 2,8% (tabella 10). Come avevamo facilmente pronosticato lo scorso anno, il 2013 si è rivelato un anno peggiore del precedente anche perché, a livello turistico, gli effetti delle crisi economiche sembrano scontarsi 95

100 nella stagione successiva al loro termine. Prospettive di crescita paiono esserci per il 2014 e, soprattutto, per il 2015, se e nel momento in cui cambieranno le prospettive economiche delle famiglie italiane ed europee. Fortunatamente l offerta turistica della provincia di Livorno ha la prerogativa di poter soddisfare svariate esigenze, vista la sua composizione e la varietà che può mettere in campo: ha dunque la possibilità di mantenere un alto grado di competitività sul mercato, nei confronti sia di altre regioni o province italiane, sia straniere. Il suo punto debole è semmai quello di essere una meta marittima, capace di attrarre un turismo quasi esclusivamente balneare, e dunque per soli pochi mesi l anno. Com è visibile in grafico 4 (in cui l asse verticale di sinistra misura le presenze, quello di destra gli arrivi), i risultati della stagione turistica del 2013 riportano i livelli di arrivi e presenze in provincia di Livorno tra i più bassi degli ultimi cinque anni. Sono paragonabili a quelli rilevati nel 2010, che è stato poi il primo anno di flessione dopo la continua crescita osservata nei cinque anni precedenti. Grafico 4 - Arrivi e presenze in Provincia di Livorno. Serie Presenze Arrivi Presenze Arrivi Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno L incidenza delle presenze straniere sul totale provinciale è in continuo aumento: negli ultimi cinque anni si è passati dal 34,6% del 2009 all attuale 39,5%, in pratica 4 turisti su 10 sono stranieri (grafico 5), visto anche l andamento tendenziale delle presenze straniere. Un valore superiore si raggiunse solo nel biennio (non in grafico), quando superò la soglia del 40%. Un analisi simile alla precedente consente di osservare l evoluzione temporale della distribuzione delle presenze turistiche nelle due tipologie ricettive (grafico 6). A fine 2013 le strutture alberghiere avevano ricevuto poco più di un terzo delle presenze totali (35,4%), il resto era appannaggio delle strutture extralberghiere. Negli ultimi cinque anni tale valore è oscillato tra i 34 ed i 36 punti percentuali, ma era decisamente più alto (attorno ai 40 punti percentuali) negli anni antecedenti a quelli esposti nel grafico. 96

101 Grafico 5 - Presenze turistiche per nazionalità per anno ,5 39, ,8 39, ,8 36, ,4 35, ,4 34,6 0% 20% 40% 60% 80% 100% Italiani Stranieri Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Grafico 6 - Presenze turistiche per tipologia ricettiva per anno ,4 64, ,1 65, ,6 64, ,8 64, ,9 65,1 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Strutture Alberghiere Strutture Extralberghiere Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Tab Permanenza media (giorni) per nazionalità e struttura ricettiva Italiani Stranieri Totale Alberghieri 4,7 4,3 4,5 5,2 4,9 5,0 4,8 4,5 4,7 Extralberghieri 8,0 8,1 8,4 8,9 9,1 9,3 8,3 8,5 8,7 Totale Esercizi 6,2 6,1 6,3 7,4 7,2 7,4 6,6 6,5 6,7 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno La permanenza media dei turisti a Livorno e provincia è stata e rimane alta, almeno nel confronto con le altre province toscane: 6,7 giorni nel 2013, valore per di più in leggero aumento rispetto al biennio precedente, data la sostanziale stabilità delle presenze ed il contemporaneo calo degli arrivi. Gli italiani si sono fermati per 6,3 giorni contro i 7,4 degli stranieri. Questi ultimi tendono ad ammortizzare i tempi di spostamento ed a spalmarne i costi con un soggiorno mediamente più 97

102 lungo, allo stesso tempo è anche plausibile che la scelta di un viaggio all estero rappresenti la vacanza principale dell anno (dunque la più lunga). La permanenza media nelle strutture alberghiere è calcolata in 4,7 giorni, mentre è notevolmente maggiore nelle strutture extralberghiere, 8,7 giorni (tabella 11). La provenienza dei turisti italiani per regione è grosso modo la stessa da molti anni: giungono soprattutto dalla Toscana, dalla Lombardia e dal Piemonte, che insieme assommano oltre il 62% degli arrivi totali, seguite da Emilia Romagna, Lazio e Veneto (tabella 12). Tab Arrivi e presenze di turisti italiani in provincia di Livorno nel 2013, consistenze, incidenze % e presenze medie Consistenze Incidenze % Presenze Provenienza Arrivi Presenze Arrivi Presenze medie Toscana ,59 33,16 6,4 Lombardia ,54 24,67 7,2 Piemonte ,35 9,24 7,0 Emilia-Romagna ,78 7,21 5,8 Lazio ,14 5,39 4,8 Veneto ,75 4,25 5,7 Liguria ,25 3,72 5,5 Altre regioni ,59 12,36 5,7 Totale ,00 100,00 6,3 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Tab Arrivi e presenze di turisti stranieri in provincia di Livorno nel 2013, consistenze, incidenze % e presenze medie Consistenze Incidenze % Presenze Provenienza Arrivi Presenze Arrivi Presenze medie Germania ,79 37,39 8,2 Svizzera ,77 16,07 8,0 Olanda ,73 16,60 9,6 Francia ,77 5,11 4,8 Austria ,95 3,50 6,5 Gran Bretagna ,05 2,64 6,4 Polonia ,13 2,04 7,0 Altri Stati ,82 16,64 5,6 Totale ,00 100,00 7,4 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno Anche la graduatoria per paese di provenienza resta abbastanza costante nel tempo, ed il 2013 non fa eccezione, confermando che la provincia di Livorno riesce a fidelizzare i propri turisti. Gli stranieri provengono soprattutto dalla Germania, dalla Svizzera e dall Olanda, seguiti a grande distanza da francesi, austriaci ed inglesi (tabella 13). La sfida è semmai quella di conquistare nuovi mercati, sia italiani, sia, e soprattutto, stranieri. Come visto la provincia di Livorno attrae in massima parte cittadini europei, che giungono con voli aerei a medio raggio e, per lo più, con un proprio mezzo di trasporto. I turisti provenienti da altri continenti 98

103 sono ancora in numero limitato 58, ma è anche chiaro che la maggior parte di essi, quando decide di visitare l Italia, preferisce recarsi nelle città d arte famose e prestigiose, piuttosto che rilassarsi al sole nel dolce far nulla. Il turismo livornese è poi solo di tipo balneare, ossia concentrato in soli quattro mesi. Occorre dunque studiare proposte che attirino turisti anche nella restante parte dell anno: magari collegate all enogastronomia, a percorsi naturalistici, a convention e fiere. È fondamentale inoltre intercettare e far restare sul territorio provinciale il gran numero di croceristi in transito nel porto di Livorno. Passando agli andamenti dei due sistemi turistici che compongono la nostra provincia, si rileva innanzitutto che la Costa degli Etruschi presenta valori doppi rispetto all Arcipelago toscano, sia nel caso degli arrivi (oltre 810 mila contro 402 mila), sia in quello delle presenze (quasi 5,4 milioni contro poco più di 2,7 milioni). La Costa degli Etruschi dispone, d altro canto, di un territorio più vasto, della presenza di un numero maggiore di strutture, e, dunque, di posti letto. Nell analisi tendenziale le due aree presentano andamenti assai diversi. Per la Costa degli Etruschi il 2013 si è chiuso con un afflusso turistico risultato deficitario se confrontato con l anno precedente (tabella 14). Nel complesso sono calati soprattutto gli arrivi (-7%) ma anche le presenze (-3,7%), sia dei turisti italiani sia di quelli stranieri. A livello di strutture ricettive si rileva un vero e proprio crollo degli arrivi nel comparto extralberghiero (-11%), e, di conseguenza, delle presenze (-5,1%), mentre per il comparto alberghiero si può parlare di una sostanziale tenuta, giacché ad un modesto calo nel numero di arrivi (-1,5%), ha fatto da contraltare una timida crescita delle presenze (+0,3%). Tab Movimenti turistici Costa degli Etruschi e variazioni tendenziali Italiani Stranieri Totali Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Anno 2013 Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Anno 2012 Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Variazioni tendenziali Alberghieri -0,4% 3,1% -3,7% -4,1% -1,5% 0,3% Extralberghieri -13,4% -7,4% -7,6% -1,8% -11,2% -5,1% Totale Esercizi -7,6% -4,6% -6,0% -2,3% -7,0% -3,7% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno L Arcipelago Toscano, al contrario, ha vissuto un ottimo 2013, sperimentando una discreta crescita tendenziale che ha riguardato entrambe le tipologie di turisti, così come le due tipologie ricettive. In questo territorio sono aumentati sia gli arrivi totali (+3,3%), sia le presenze totali (+4,5%), entrambi 58 Nel 2013 i primi paesi non europei nella graduatoria sono Russia e Stati Uniti d America, rispettivamente al 10 ed al 12 posto, con circa 7 mila arrivi. 99

104 spinti in terreno positivo dal notevole contributo fornito in massima parte dai turisti stranieri, ma anche da quelli di nazionalità italiana, che comunque rappresentano i due terzi del totale. Cresce di molto il contributo fornito al territorio dalle strutture extralberghiere, ai cui servizi si sono rivolti il 12,3% dei vacanzieri in più rispetto all anno precedente, rimasti tra l altro il 4,6% delle notti in più. In chiaroscuro appare solamente il risultato del comparto alberghiero, che ha visto diminuire gli arrivi di 1,7 punti percentuali ed al contempo aumentare le presenze di 4,5 punti percentuali: è ovviamente cresciuta la permanenza media in questo tipo di strutture (tabella 15). Tab Movimenti turistici Arcipelago Toscano e variazioni tendenziali Italiani Stranieri Totali Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Anno 2013 Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Anno 2012 Alberghieri Extralberghieri Totale Esercizi Variazioni tendenziali Alberghieri -4,9% 1,4% 6,8% 12,0% -1,7% 4,5% Extralberghieri 12,6% 6,2% 12,1% 2,6% 12,3% 4,6% Totale Esercizi 0,4% 3,4% 9,3% 6,5% 3,3% 4,5% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno 100

105 8. Il sistema creditizio Informazioni strutturali Gli istituti bancari con sede amministrativa in provincia di Livorno sono soltanto due, numero stabile ormai dalla fine del 2010, ed entrambi hanno la forma di banca di credito cooperativo. Nel loro complesso, tutte le banche presenti nel nostro territorio (sedi amministrative o filiali), a fine 2013, operavano tramite 201 sportelli presenti in tutti i comuni della provincia, 22 dei quali gestiti da banche di credito cooperativo (uno in più del 2012), 52 di proprietà di banche popolari cooperative (stesso numero rispetto al 2012) e 126 erano di pertinenza di banche con forma giuridica di società per azioni, valore inferiore ai 137 dell anno precedente. Alla stessa data, gli ATM 59 attivi erano in totale 264, contro i 269 del 2012, e presso gli istituiti bancari erano impiegati poco più di lavoratori, una ventina in meno dell anno precedente: entrambi i fenomeni si spiegano con la riduzione del numero di sportelli. Tab. 1 - Banche e sportelli in provincia di Livorno al 31/12/2013 Banche (sedi amministrative) Sportelli Incidenza % sportelli Banche di credito cooperativo ,4 Banche popolari cooperative ,9 Banche S.p.a ,7 Totale banche ,0 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Grafico 1 - Sportelli bancari in provincia di Livorno dal 2007 i ii iii iv i ii iii iv i ii iii iv i ii iii iv i ii iii iv i ii iii iv i ii iii iv Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Nel primo trimestre del 2013 si è in effetti assistito ad una diminuzione del numero di sportelli presenti in provincia, dovuto probabilmente alla chiusura di una o più filiali bancarie: in un anno si 59 Automated Teller Machine, o sportello bancomat. 101

106 è passati dai 211 sportelli di fine 2012 ai già citati 201 del dicembre 2013 (grafico 1). In precedenza il numero di sportelli era stato in sostanza stabile per tutto il periodo Nella nostra provincia è difficile prevedere uno sviluppo delle attività bancarie che non vada ormai di pari passo con la velocità di sviluppo dell economia locale, o con un eventuale cambiamento della forma commerciale predominante in questo settore. Coerentemente con quanto osservato negli scorsi anni, la dotazione media degli sportelli bancari presenti in provincia di Livorno è superiore a quella toscana ed italiana, per quanto riguarda le imprese attive 60 e per comune, al solo dato nazionale, invece, per quanto concerne il numero dei residenti 61. A causa della diminuzione tendenziale degli sportelli bancari avvenuta in tutta la Penisola, questi indicatori presentano tutti valori inferiori al 2012, in ognuno dei tre territori considerati. Anche (ma non solo) per la loro maggiore abbondanza, gli sportelli livornesi appaiono storicamente in ritardo per quanto riguarda l ammontare medio depositato ed impiegato 62 : nella nostra provincia i depositi ammontano a quasi 19 milioni di euro per sportello, contro i 24 in Toscana e gli oltre 31 in Italia, mentre gli impieghi si fermano a 35 milioni di euro per sportello livornese, valore inferiore ai 51 calcolati sia per la Toscana, sia per l Italia. Nel leggere questi dati bisogna considerare che gli aggregati regionali e, soprattutto, nazionali includono voci non presenti a livello provinciale. Così come avvenuto nel 2012, l analisi tendenziale di questi ultimi indicatori evidenzia una crescita sostanziosa dell importo medio depositato a Livorno (+11,2%) così come in Toscana (+12,6%), e minore in Italia (+5,5%). Anche l importo medio impiegato è in crescita, ma con una tendenza molto più blanda e solo a livello toscano (Livorno +1,5% e totale regione +1,8%), ma non nazionale, dove si rileva un arretramento di quasi un punto percentuale. Depositi per sportello Tab. 2 - Principali indicatori di dotazione nel 2013 Impieghi per sportello Sportelli per abitanti Sportelli per imprese attive Sportelli per comune Livorno ,60 7,12 10,1 Toscana ,64 6,59 8,3 Italia ,53 6,12 3,9 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Raccolta bancaria A fine 2013, la raccolta bancaria in provincia di Livorno ammontava ad oltre 6,8 miliardi di euro, valore in lieve diminuzione rispetto all anno precedente (-0,8%), fenomeno che si rileva peraltro per l intera regione (-1,6%). 60 Si fa riferimento al numero di imprese attive sul territorio al 31/12/2013, secondo quanto emerge dai dati dei Registri delle Imprese. 61 Il numero di residenti utilizzato fa riferimento ai dati ISTAT a fine novembre 2013, ultimo dato disponibile al momento della stesura del presente lavoro. 62 I valori di depositi ed impieghi relativi al 31 dicembre 2013, forniti da Banca d Italia ed utilizzati nel presente paragrafo e non nel successivo, sono frutto della segnalazione delle sole banche (e non anche della Cassa Depositi e Prestiti) e la controparte è costituita dai residenti (persone ed imprese) nei rispettivi territori. 102

107 Tale diminuzione è quasi tutta da imputare all andamento della componente costituita dalle obbligazioni bancarie, che risultano in forte calo non solo a Livorno (-14,8%), ma anche in Toscana (-15,4%), e, in minor misura, allo strumento dei pronti conto termine, il cui utilizzo si è più che dimezzato rispetto al 2012 in entrambi i territori esaminati. Il risparmio classico, inteso in questo caso come l insieme dei conti correnti e dei depositi a risparmio, evidenzia d altro canto una discreta crescita tanto a livello provinciale quanto regionale. Stando ai dati forniti dalla Banca d Italia, sede di Firenze, il totale dei deposti, composto dalla somma di conti correnti, depositi a risparmio e pronti conto termine, è difatti in aumento tendenziale: del 7,8% a Livorno e del 5,2% in Toscana (tabella 3). Così come già osservato nel 2012 e con maggiore forza nel 2009, ossia negli anni in cui la crisi economica è stata particolarmente cruenta, anche nel 2013 si rileva un discreto avanzamento nei risparmi delle famiglie e delle imprese italiane, le quali abbassano i livelli dei consumi e degli investimenti, complice la bassa fiducia che ripongono nel futuro prossimo. Per quanto concerne le famiglie, il conto corrente è preferito rispetto agli investimenti finanziari, grandi o piccoli, caratterizzati da un rischio che non si vuole più correre. Le imprese rimandano non solo gli investimenti non ritenuti vitali, ma anche le assunzioni. Tab. 3 - Raccolta bancaria in provincia di Livorno ed in Toscana nel 2013, consistenze e variazioni tendenziali % Livorno Toscana Consistenze Var. tend. % Consistenze Var. tend. % Conti correnti , ,4 Depositi a risparmio , ,2 Pronti conto termine 17-64, ,3 Totale Depositi , ,2 Obbligazioni bancarie , ,4 Raccolta Bancaria , ,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze 16,0 Grafico 2 - Andamento di depositi e raccolta bancaria per le famiglie e le imprese livornesi nel ,0 12,0 8,0 4,0 4,9 6,1 0,0-4,0-2,0 Totale depositi Raccolta bancaria Totale depositi Raccolta bancaria Famiglie Imprese 103

108 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze La raccolta di denaro da parte delle banche presso le famiglie livornesi è valsa nel 2013 oltre 5,7 miliardi di euro (4 dei quali in depositi bancari), mentre presso le imprese il totale raccolto si ferma a quasi 1,1 miliardi di euro (di cui 830 milioni nei soli depositi). Nella distinzione fra imprese e famiglie si nota che la raccolta bancaria è diminuita solo per le seconde, per la precisione di due punti percentuali, mentre per le prime se ne riscontra un aumento di ben sei punti percentuali (grafico 2). Le famiglie rappresentano d altro canto la parte più sostanziosa della raccolta bancaria provinciale, ovvero circa l 84%, ecco spiegata la variazione negativa nel totale livornese. Le imprese presentano un andamento migliore rispetto alle famiglie anche dal lato dei soli depositi bancari, cresciuti per le prime del 15% tendenziale, del 5% per le seconde. Tale fenomeno è opposto a quando accaduto nel 2012, quando ad un notevole avanzamento nei risparmi delle famiglie se ne osservava uno più contenuto relativo alle imprese. In ogni caso, il biennio è stato caratterizzato da una cospicua crescita dei denari depositati presso le banche provinciali. In grafico 3 si riporta la composizione della raccolta bancaria avvenuta nel 2013, per tipologia di clientela (imprese e famiglie), nella provincia di Livorno. Le differenze sono ben evidenti e si spiegano considerando le diverse funzioni che svolge un istituto di credito a seconda della tipologia considerata. Da soli i conti correnti delle imprese rappresentano circa il 70% della relativa raccolta bancaria, mentre per raggiungere tale percentuale riguardo alle sole famiglie, bisogna considerare sia i conti correnti sia i depositi a risparmio. Le obbligazioni bancarie incidono per il 30% della raccolta presso le famiglie e del 23% presso le imprese. Grafico 3 - Composizione della raccolta bancaria per tipologia di clientela. Provincia di Livorno, Imprese Famiglie % 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Conti correnti Depositi a risp. Pronti CT Obbligazioni Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze Impieghi bancari Nel 2013 gli impieghi bancari risultano in lieve diminuzione rispetto all anno precedente. Dai dati scaturiti della segnalazione delle sole banche (e non anche della Cassa Depositi e Prestiti) e la cui 104

109 controparte è costituita dai residenti (persone ed imprese) 63, emerge un calo tendenziale degli stessi pari a 3,3 punti percentuali a Livorno, e tale andamento si rileva anche in Toscana (-2,9%) ed in Italia (-4,3%). La principale spiegazione di tale andamento è da ricercarsi nella diminuzione dei prestiti lordi cui si è assistito nel Dai dati forniti dalla Banca d Italia, sede di Firenze, si apprende che lo stock 2013 di prestiti lordi nella nostra provincia ammontava all incirca a 9,1 64 miliardi di euro, per un calo tendenziale pari al -2,0% 65, valore molto simile al -2,6% calcolato per la Toscana. Se i depositi sono per la maggior parte garantiti dalle famiglie, i prestiti lordi sono invece destinati principalmente alle imprese: nella provincia di Livorno ammontavano a circa 5,3 miliardi di euro, quasi il 59% del totale. Il denaro prestato subisce un ridimensionamento tendenziale per tutte le categorie considerate, e per entrambi i territori esaminati, che mostrano, tra l altro, un andamento simile. L ammontare prestato si riduce in maniera poco evidente per quanto concerne le famiglie (-0,7% sia a Livorno sia in Toscana), mentre la flessione relativa alle imprese appare più marcata (-2,8% a livello provinciale e -2,7% regionale). Tab. 4 - Prestiti lordi delle banche ai residenti a Livorno ed in Toscana nel 2013, consistenze e variazioni tendenziali % Livorno Toscana Consistenze Var. tend. % Consistenze Var. tend. % Amministrazioni pubbliche 325-7, ,7 Famiglie , ,7 Società finanziarie e assicurative 5 0, ,7 Imprese , ,7 di cui: piccole , ,5 di cui: medio-grandi , ,5 Altro 51-2, ,4 Totale , ,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze Concentrandoci adesso sui soli prestiti lordi destinati alle imprese 66, si nota che, a fine 2013, questi sono diminuiti per tutti i macro-settori economici indicati in tabella 5, sia in provincia di Livorno, sia in Toscana. Per i servizi, ossia il settore più interessato dal fenomeno, il calo si attesta sui 3 punti 63 Gli stessi utilizzati nel primo paragrafo. 64 Stock dei prestiti al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine. Dati non corretti per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni. Il totale include anche le società finanziarie e assicurative, le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e le unità non classificabili o non classificate. Fonte: segnalazioni di vigilanza. 65 Tutte le variazioni riportate rappresentano un tasso di variazione sui dodici mesi corretto per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni. 66 In questo caso si tratta di dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di operazioni di cartolarizzazione sui finanziamenti a società non finanziarie e famiglie produttrici. I dati includono le sofferenze e i finanziamenti a procedura concorsuale. Ulteriori scostamenti nei dati sono imputabili a rettifiche nelle segnalazioni da parte degli intermediari. Il totale include anche i settori primario, estrattivo e di fornitura energia elettrica, acqua e gas. 105

110 percentuali 67 a Livorno e sui 3,4 punti percentuali in Toscana, mentre è lievemente minore la flessione riscontrata per il manifatturiero: -2,8% a livello provinciale e -2,4% regionale. I prestiti lordi al settore livornese delle costruzioni appaiono solo in lieve diminuzione, visto che, nell arco di dodici mesi scendono dello 0,7%, contrariamente a quanto avviene in Toscana, dove la flessione è pari al -3,4%. Gli altri settori economici, infine, hanno vissuto un forte calo a Livorno (- 9,5%), fenomeno che non si riscontra in ambito regionale (-1,1%). Tab. 5 - Prestiti lordi delle banche e società finanziarie per macro-settore, consistenze e variazioni tendenziali %. Livorno ed in Toscana 2013 Livorno Toscana Consistenze Var. tend. % Consistenze Var. tend. % Manifatturiero , ,4 Costruzioni 795-0, ,1 Servizi , ,4 Altri settori 532-9, ,1 Totale , ,9 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze Il settore dei servizi è il principale beneficiario dell erogazione di prestiti in provincia di Livorno: a fine 2013 ne utilizzava ben il 58%, contro il 19,6% del manifatturiero, il 13,2% delle costruzioni e l 8,9% dei restanti settori (grafico 4). Quello dei servizi, d altro canto, è anche il settore maggiormente rappresentato a livello provinciale per quanto concerne il numero di imprese operanti sul territorio. Grafico 4 - Ripartizione dei prestiti lordi per macro settore. Provincia di Livorno 31/12/2013 Altri settori; 8,87% Manifatturiero; 19,57% Costruzioni; 13,25% Servizi; 58,30% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze 67 Anche in questo caso il tasso di variazione è calcolato sui dodici mesi e corretto per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni. 106

111 mar-10 mag-10 lug-10 set-10 nov-10 gen-11 mar-11 mag-11 lug-11 set-11 nov-11 gen-12 mar-12 mag-12 lug-12 set-12 nov-12 gen-13 mar-13 mag-13 lug-13 set-13 nov-13 In grafico 5 si riporta l andamento storico degli stock dei prestiti lordi per i macro-settori livornesi negli ultimi quattro anni, normalizzati tramite numeri indice a base fissa a data marzo 2010 = 100, ossia nel primo periodo caratterizzato da una concreta stretta sul credito. Rispetto a quella data, sia le costruzioni, sia, e soprattutto il settore manifatturiero, a fine 2013 possono contare su di uno stock di prestiti lordi posto ad un livello inferiore. Il settore dei servizi, dopo un iniziale espansione, si ritrova a fine 2013 quasi al punto di partenza. Solo l insieme degli altri settori ha beneficiato di un espansione nell offerta di credito. 130 Grafico 5 - Andamento dei prestiti lordi per i macro-settori livornesi. Numeri indice a base 3/2010= , , ,15 89,69 Manifatturiero Costruzioni Servizi Altri settori Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze Indicatori di rischio Le sofferenze bancarie sono definite come crediti la cui riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si trovano in stato d insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili 68. Allo scadere del quarto trimestre 2013, i volumi dei crediti bancari in sofferenza nella nostra provincia sono più che raddoppiati rispetto alla stessa data del 2012, raggiungendo l impressionante cifra di oltre un miliardo di euro. È importante sottolineare come nella serie sia stata inserita una grossa impresa operante in provincia di Livorno, che in precedenza aveva sede legale in altra provincia. Notevole è anche la crescita rilevata in Toscana, dove le sofferenze sono aumentate di quasi un terzo (tabella 6). Il numero di affidati cresce a ritmi sicuramente più blandi, attorno al 10% per entrambi i territori. La media dei crediti dati per perduti per ogni affidato si aggira attorno 160 mila euro per la provincia di Livorno, valore vicino a quello calcolato per la Toscana (165 mila euro). 68 Più precisamente le sofferenze sono qualificabili come quei crediti per i quali la patologia evidenziata è cosi irreversibile che si può facilmente presumere l inadempimento del debitore e la conseguente perdita del credito, diventando perciò più conveniente per la Banca l esercizio delle azioni legali, incardinate, laddove possibile, sulle garanzie fornite in precedenza a supporto del finanziamento. 107

112 In provincia di Livorno il valore del tasso di decadimento 69 dei finanziamenti per cassa a fine 2013 schizza su valori mai osservati in precedenza proprio per l anomalia nella serie descritta sopra: si osservi il balzo subito in un anno dal dato relativo alle imprese medio-grandi. Gli altri indicatori appaiono comunque tutti in lieve crescita, fatto che si riscontra anche in Toscana (tabella 7). Senza l anomalia citata, il dato livornese resterebbe al di sotto del valore toscano in ogni settore considerato, imprese e famiglie, così come lo è stato negli ultimi anni. Tab. 6 Sofferenze (milioni di euro), numero di affidati e variazioni tendenziali al quarto trimestre 2013 Sofferenze Variazione % tendenziale Numero di affidati Variazione % tendenziale Livorno , ,1 Toscana , ,6 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Tab. 7 - Tasso di decadimento a Livorno ed in Toscana. Confronto Settori Imprese Imprese medio-grandi piccole Famiglie Totale Livorno 31/12/2012 2,401 2,935 0,847 1,835 31/12/ ,612 3,106 0,849 8,355 Toscana 31/12/2012 4,313 3,401 1,102 2,970 31/12/2013 5,730 3,783 1,190 3,810 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d Italia Firenze Indicatori di crisi: i protesti In questo paragrafo si analizzano i dati sui protesti gestito del sistema informatico delle camere di commercio. I protesti rappresentano un importante indice della solvibilità generale di un territorio, anche se strumenti quali, ad esempio, assegni e cambiali stanno perdendo progressivamente la valenza che avevano nello scorso secolo. I protesti levati in Toscana nel corso del 2013 sono stati quasi 65 mila, per un importo totale che supera di poco 141 milioni di euro. Entrambi questi valori appaiono in netta diminuzione rispetto al 2012: il primo del 12,3%, ed il secondo di ben il 20,1% (tabella 8). Per effetto di questi andamenti l importo medio per effetto si attesta sui quasi euro, contro i quasi di fine La diminuzione del numero degli effetti protestati e dell importo totale è un fenomeno comune a tutte le province toscane, con l eccezione di Siena e di Prato (quest ultima solo per il valore dell importo). 69 Rapporto tra il flusso trimestrale di nuove sofferenze rettificate e l ammontare degli impieghi vivi all inizio del periodo. Il tasso di decadimento è calcolato come rapporto tra le esposizioni passate a sofferenza rettificata in ciascun trimestre e i prestiti in bonis in essere all inizio del periodo. I valori sono calcolati come medie dei quattro trimestri terminanti in quello di riferimento. Dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di operazioni di cartolarizzazione. Il totale include anche le Amministrazioni pubbliche, le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e le unità non classificabili o non classificate. 108

113 Nella provincia di Livorno la diminuzione è stata inferiore a quella toscana, ma comunque piuttosto ampia: gli effetti, levati per poco più di unità, sono calati in un anno del 6,7%, mentre il totale dell importo, pari a 9,8 milioni di euro, è sceso del 12,3%. Un protesto elevato nella nostra provincia ha avuto nella media del 2013 il valore di circa euro, il più basso della Toscana, peraltro in calo rispetto ai quasi euro di fine A Livorno, difatti, si può osservare che un alto numero di protesti elevati (circa l 11% del totale toscano), genera un moderato importo, che vale solo il 7% regionale. Tab. 8 - Numero, importo e importo medio (euro) per tipo di protesti levato in Toscana nel 2013 e variazioni sul 2012 Provincia Numero effetti 2013 Var. % su 2012 Importo effetti Importo medio Numero effetti Importo effetti Arezzo ,02-18,4-55,5 Firenze ,80-17,8-26,3 Grosseto ,67-18,8-34,7 Livorno ,29-6,7-12,3 Lucca ,07-14,9 2,3 Massa Carrara ,85-9,5-16,3 Pisa ,09-8,1-20,2 Pistoia ,49-12,6-18,2 Prato ,65-15,7 2,2 Siena ,26 6,7 23,2 Toscana ,53-12,3-20,1 Nel 2013 si sono levati 1,7 protesti ogni 100 residenti 70 in Toscana, contro i 2 calcolati a fine 2012, con un importo medio procapite di circa 38 euro (tabella 9). Nella provincia di Livorno se ne contavano 2,1 ogni 100 residenti, contro i 2,3 del 2012, e l importo medio sfiorava i 30 euro (contro i 33 dell anno precedente). 70 Per il calcolo di questo indicatore si è utilizzato il numero di residenti a novembre 2013, ultimo dato a fonte ISTAT disponibile, al momento della redazione del presente lavoro. 109

114 Tab. 9 - Numero medio per 100 residenti e importo pro capite per residente dei protesti nel 2013 Provincia Protesti per 100 residenti Importo medio per residente (euro) Arezzo 1,7 37,48 Firenze 1,4 33,25 Grosseto 1,7 29,46 Livorno 2,1 29,24 Lucca 1,4 31,26 Massa Carrara 2,1 31,76 Pisa 1,8 34,32 Pistoia 2,0 36,80 Prato 1,8 60,91 Siena 2,5 75,92 Toscana 1,7 38,13 Con oltre 6 mila unità, la cambiale è di gran lunga l effetto maggiormente protestato in provincia di Livorno, seguita a debita distanza dall assegno. Quest ultimo rappresenta d altro canto la tipologia con l importo medio più alto (tabella 10). Tab Numero e importo dei protesti per tipo levati nella provincia di Livorno nel Variazioni tendenziali e importo medio Tipo effetto Numero effetti Var. % Importo effetti Var. % Importo medio ( ) Cambiale , ,10 23, ,62 Assegno , ,97-59, ,62 Tratta accettata 33 3, ,63 49, ,08 Tratte non accettate 443-1, ,83 21, ,80 Totale , ,53-12, ,29 110

115 9. Dotazione infrastrutturale 2012 Al fine di analizzare la dotazione infrastrutturale della provincia di Livorno, si è scelto di porre l accento sul confronto tra la dotazione infrastrutturale di Livorno e quella delle altre province toscane, con uno sguardo anche al posizionamento della provincia livornese rispetto al Centro Italia, vista anche la tipologia di dati a nostra disposizione. Si fa notare che gli indicatori di dotazione infrastrutturale, calcolati dall Istituto G. Tagliacarne, fanno esclusivo rimando all aspetto quantitativo, escludendo una valutazione di ordine qualitativo. Ne consegue che la percezione reale delle infrastrutture da parte della comunità locale e degli stakeholders potrebbe discostarsi da quella descritta dagli indicatori sintetici quantitativi. Si consideri, inoltre, che i diversi indicatori sono calcolati ponendo pari a 100 il valore degli stessi calcolati per l ambito italiano. I dati si riferiscono all anno L indicatore generale del totale infrastrutture include sia le infrastrutture economiche (rete stradale, porti, aeroporti, rete ferroviaria, reti energetico-ambientali, servizi a banda larga e strutture per le imprese) che quelle sociali (strutture culturali, strutture per l'istruzione e strutture sanitarie): tutte saranno singolarmente analizzate nella loro declinazione provinciale e regionale. L indice generale di dotazione infrastrutturale Nella graduatoria stilata a livello nazionale in base all indice di dotazione infrastrutturale complessivo, la provincia di Livorno mantiene salda la seconda posizione dopo Trieste. L indice livornese è pari a 447,9 punti, dunque oltre 4 volte il valore medio delle province italiane. A livello regionale, dunque, la provincia livornese presenta la miglior dotazione infrastrutturale complessiva, seguita da Firenze e Pisa. L indice del territorio livornese risulta nettamente più elevato rispetto a quello medio toscano (122,2) e del Centro Italia (121,1), caratterizzati da valori quasi identici (grafico 1). Grafico 1 - Dotazione infrastrutturale complessiva 447,9 102,4 97,9 79,6 160,5 126,6 66,6 58,9 53,4 84,0 122,2 121,1 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere-Tagliacarne 111

116 Livorno passa invece in terza posizione, dietro a Firenze e Pisa, se il confronto viene effettuato in base alla dotazione infrastrutturale al netto dei porti. Se l analisi viene condotta in tali termini, varia anche il posizionamento della provincia (111,1 punti) nei confronti della media regionale (106,0) e del Centro Italia (120,0). Pur mantenendo una posizione superiore rispetto alla media toscana, la provincia vede infatti ridursi notevolmente il divario che si era rilevato in precedenza, questo grazie all esistenza sul nostro territorio di altre tipologie infrastrutturali, complementari o succedaneee ai tre porti presenti in provincia di Livorno. Grafico 2 - Dotazione infrastrutturale al netto dei porti 178,3 140,7 95,6 105,2 88,5 111,1 74,0 65,4 93,3 106,0 120,0 47,0 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne Infrastrutture economiche Con un indice pari a 603 punti, l analisi delle sole infrastrutture economiche vede Livorno svettare tra le più dotate province d Italia, e dunque primeggiare in Toscana, seguita a debita distanza da Firenze e Massa Carrara. Le infrastrutture economiche comprendono l insieme di rete stradale, porti, aeroporti, rete ferroviaria, reti energetico ambientali, servizi a banda larga e strutture per le imprese. Grafico 3 - Dotazione infrastrutture economiche 603,0 112,9 97,3 83,0 118,2 108,4 69,9 51,4 61,5 76,0 123,4 116,8 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro 112

117 Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne Entrando nel dettaglio delle singole categorie delle infrastrutture economiche si nota, anzitutto, come nel contesto regionale la provincia livornese risulti penalizzata dalla dotazione stradale (grafico 4). Livorno, accreditata di 97,5 punti, è difatti tra le province toscane con l indice di dotazione stradale più basso (6 posizione), inferiore anche alla media regionale (102,9) e del centro Italia (96,3). 187,9 Grafico 4 - Dotazione rete stradale 153,8 138,3 118,8 97,5 105,5 92,3 102,9 96,3 60,4 49,9 40,8 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne La rete ferroviaria provinciale è invece la migliore della Toscana dopo Firenze. Tre province su dieci, nell ordine Firenze (255,9 punti), Livorno (173,8) ed Arezzo (158,3), presentano un indice di dotazione ferroviaria superiore alla media regionale, pari a 134,2 punti, e del Centro Italia (120,4). Grafico 5 - Dotazione rete ferroviaria 255,9 125,9 102,4 173,8 122,9 158,3 134,2 120,4 76,5 75,0 47,7 43,9 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne 113

118 Se Livorno domina in termini di infrastutture portuali (3.478,7) seguita solo da Massa Carrara (163,6) e Grosseto (110,6), entrambe con un distacco comunque notevole dalla prima classificata, l indice di dotazione infrastrutturale relativo agli aeroporti pone Livorno, nonostante la vicinanza con Pisa, nelle ultime posizioni della graduatoria regionale (7 posizione) con 58,9 punti (grafico 6). Grafico 6 - Dotazione aeroportuale 270,4 159,8 30,0 16,1 0,0 84,3 58,9 18,9 37,2 62,0 0,0 69,0 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne Con riferimento alle altre infrastrutture economiche presenti in ambito regionale, Livorno si propone con la migliore dotazione in termini di reti energetico ambientali. Buona anche la posizione con riferimento alle strutture per le imprese (3 posizione dopo Prato e Firenze) e la diffusione della banda larga (2 posizione dopo Prato). Per tutte e tre le categorie l indice della provincia livornese risulta sempre superiore non solo alla media toscana ma anche a quella nazionale. 180,0 Grafico 7 - Altre infrastrutture economiche 160,0 140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Reti energetiche Banda larga Strutture imprese 114

119 Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne Infrastrutture sociali Fanno parte delle Infrastrutture sociali le strutture per l'istruzione, le strutture sanitarie e le strutture culturali. La Toscana presenta una dotazione media superiore all indice nazionale (ma di poco inferiore rispetto al Centro Italia), con la provincia di Firenze e di Pisa che occupano le prime due posizioni sia in termini di indice complessivo che nelle singole categorie che contraddistinguono le infrastrutture sociali: le due province assumono una posizione dominante in questo ambito in quanto ospitano sedi di università, presidi sanitari ritenuti efficienti e centri culturali conosciuti in tutto il mondo (grafico 8). La provincia di Livorno, invece, occupa complessivamente una posizione intermedia (5 posizione) nella graduatoria stilata a livello regionale, ma con un indice (85,8 punti) deisamente inferiore rispetto alla media toscana (119,5) e del Centro Italia (131,2). Grafico 8 - Dotazione infrastrutture sociali 259,1 169,1 77,7 99,5 71,8 85,8 58,9 76,3 34,4 102,6 119,5 131,2 Massa C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana Centro Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati Unioncamere Tagliacarne Considerando la posizione complessiva e quella che singolarmente la provincia occupa nelle tre categorie (4 posizione in termini di strutture culturali e 6 posizione per strutture sanitarie e per quelle legate all istruzione), Livorno presenta una situazione abbastanza deficitaria, della quale si auspica un miglioramento sia quantitavo sia qualitativo che possa, come obiettivo a breve termine, allineare il territorio almeno alla dotazione media italiana. 115

120 10. Attività brevettuale L intensità dell attività brevettuale è uno degli indici con cui si misura la capacità d innovazione di un territorio, anche attraverso l analisi della tipologia e dell ammontare delle domande depositate nel corso dell anno presso gli uffici competenti della Camera di Commercio. Queste riguardano le richieste di brevetto per le invenzioni, per i disegni (o modelli ornamentali), per i modelli di utilità e per i marchi, e, su tutte, le prime rappresentano una delle misure più efficaci della capacità d innovazione, perché diretta conseguenza dell attività di ricerca e sviluppo svolta nel territorio. È pur vero che si possono presentare le domande in qualsiasi Camera di Commercio, a prescindere dalla residenza del richiedente, per questo motivo indagheremo anche sulle domande presentate dai residenti nella nostra provincia, persone fisiche e giuridiche. Va comunque precisato che non è detto che tutte le domande siano poi accettate dopo il vaglio degli organismi competenti ed anzi, sovente le richieste sono rifiutate, o si richiede ulteriore documentazione. Le domande per brevetto depositate presso la Camera di Commercio Livorno nel corso del 2013 sono state , contro le 208 del 2012, per una variazione tendenziale di -15,4%. Tale calo non si rileva né a livello regionale né nazionale, laddove il numero di domande cresce lievemente rispetto al 2012: rispettivamente, +1,6% e +2,1% (tabella 1). L andamento livornese è tutto da attribuirsi alle domande depositate per marchi (diminuite in un anno di oltre il 20%), ossia alla parte più cospicua dell insieme, ma anche quella meno rappresentativa per quanto riguarda il processo innovativo. Le buone notizie provengono dall andamento delle domande per invenzioni, che a fine 2013 sono state 19, contro le 15 dell anno precedente, uno dei valori più alti degli ultimi anni. Cresce anche il numero delle domande per i modelli di utilità (passate da 9 a 12), mentre rimane costante e pari ad uno quello delle domande per i disegni. Tab. 1 - Domande per tipo: consistenze 2012, 2013 e variazioni tendenziali Territorio Var. % Var. % Invenzioni Disegni Livorno , ,0 Toscana , ,4 ITALIA , ,1 Modelli di utilità Marchi Livorno , ,3 Toscana , ,1 ITALIA , ,3 DOMANDE TOTALI Livorno ,4 Toscana ,6 ITALIA ,1 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Ministero delle Attività Produttive 71 Dati ad aprile I valori espressi in tabella, potrebbero essere suscettibili di qualche lieve modifica al rialzo. 116

121 Le richieste provenienti dai residenti nella nostra provincia alle varie Camere di Commercio italiane sono state nel complesso 213, delle quali 36 per invenzioni, 3 per modelli ornamentali, 14 per modelli di utilità e 210 per marchi. Tornando ai dati relativi alle domande presentate a Livorno, questi fotografano un certo ritardo rispetto ad altri territori della Toscana. La nostra provincia è storicamente un territorio in cui il tasso d innovazione appare lontano dalla media regionale, almeno secondo il metodo d analisi sviluppato in questa sede. In tal senso, Livorno è la terzultima provincia in Toscana per numero di domande per brevetto, supera, infatti, le sole Grosseto (con 120) e Massa Carrara (97) ed è lontana non solo dalle province universitarie (Firenze ne deposita oltre 2.000, Pisa 419 e Siena 236), ma anche da Pistoia (304), che vanta numeri simili alla nostra per popolazione e numero d imprese. Lo scarso peso livornese è testimoniato anche dall incidenza delle proprie domande sul totale regionale, pari a 3,9 punti percentuali, valore per di più in calo sul 2012, quando era pari a 4,6 punti percentuali (grafico 1). L attività di ricerca e sviluppo è portata avanti, nel settore privato, per lo più da imprese di grandi dimensioni o, nel settore pubblico, dalle università, ed è sempre meno collegata all attività di soggetti privati. Così avviene che i territori che ospitano centri universitari, poli di ricerca pubblici o privati, imprese all avanguardia per processi o prodotti, banalmente siano quelli in cui l attività brevettuale è più intensa. D altro canto sono anche quelli in cui si creano e/o che attirano le professionalità più eccellenti, che possono dar vita a progetti o imprese all avanguardia (c.d. spinoff), il tutto nel circolo virtuoso dell innovazione. Ed è così che nelle sole Camere di Commercio di Pisa e Firenze è stato depositato circa l 80% del totale toscano delle domande per invenzioni relative al ,24% Grafico 1 - Domande totali depositate a Livorno ed incidenza sul totale toscano, serie storica ,50% 4,06% 4,23% 4,77% 6,03% 3,80% 3,74% 4,65% 3,87% 7% 6% 5% 4% 3% 2% % 0% Domande depositate a Livorno Incidenza sul totale toscano La nostra provincia appare in ritardo rispetto ad altri territori anche quando si rapporta il numero totale delle domande a quello della popolazione residente. In media nel 2012 in Toscana si sono 117

122 depositate poco più di 12 domande ogni 10 mila residenti 72, contro le oltre 11 dell Italia, mentre a Livorno tale numero si ferma a poco più di 5, penultimo valore fra le province toscane (grafico 2). Quando però si va a compiere il medesimo calcolo sulle sole domande per invenzione, la nostra è la quarta provincia in Toscana con 0,57 domande presentate ogni 10 mila residenti, dopo le solite Firenze (3,10) e Pisa (2,53), nonché Arezzo (1,48, in grafico 3). Grafico 2 - Domande di brevetto ogni 10mila abitanti nel ,0 20,0 20,99 15,0 10,0 5,0 4,89 7,63 10,54 5,25 10,08 12,67 8,76 5,41 14,75 12,25 11,35 0,0 Massa-C. Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 Grafico 3 - Domande per invenzione ogni 10mila abitanti nel ,10 2,53 1,48 1,0 0,5 0,57 0,36 0,26 0,26 0,17 0,10 0,05 0,0 Firenze Pisa Arezzo Livorno Prato Siena Lucca Pistoia Massa-C. Grosseto L evoluzione temporale del numero totale di domande depositate può essere esaminato col calcolo di semplici indici a base fissa, in questo caso si è posto pari a cento il valore dell anno 2000, al fine di confrontare l andamento fra le tre serie prese in esame (grafico 4). Ne emerge che la nostra provincia è stata caratterizzata da un maggiore sviluppo, tanto che il numero indice relativo al 2013 è pari a 155 punti percentuali, contro i 113 della Toscana ed i 108 dell Italia. 72 Popolazione a novembre 2013, ultimo dato a fonte ISTAT disponibile al momento della redazione della relazione. 118

123 I valori provinciali mostrano peraltro una maggiore e spiccata variabilità nei confronti con le altre due serie, perché un territorio poco esteso qual è quello di una provincia risente maggiormente della congiuntura economica: la ricerca scientifica necessita naturalmente di ampi intervalli di tempo per la conseguente produzione di brevetti, manca cioè quella continuità nel flusso di domande che è garantita in territori più ampi. 240,0 Grafico 4 - Numeri indice a base 2000=100 delle domande di brevetto presentate 220,0 200,0 180,0 160,0 140,0 120,0 100,0 80, Livorno Toscana ITALIA Grafico 5 - Composizione per tipo delle domande depositate nel 2013 Italia Toscana Livorno 3,9 13,4 2,4 3,5 11,4 4,1 6,8 10,8 0,6 80,3 81,1 81,8 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 Invenzioni Disegni Modelli di utilità Marchi La richiesta per la registrazione di un nuovo marchio rappresenta la tipologia di domanda per brevetto maggiormente diffusa in tutti i territori esaminati, con percentuali peraltro simili: in Italia è pari all 80,3%, in Toscana all 81,1% ed in provincia di Livorno all 81,8%. Negli anni precedenti l incidenza di tali domande era a Livorno ben più alta e distante dai territori di confronto, ma, visto 119

124 l andamento tendenziale, nel 2013 c è stato un certo riavvicinamento. Le domande per invenzione sono la seconda categoria per incidenza, con percentuali comprese fra i 10 ed i 15 punti, mentre le ultime due tipologie hanno valori assai diversi a seconda della zona esaminata. A Livorno le domande per modelli di utilità incidono per il 6,8% mentre l unica domanda per disegno vale lo 0,6% (grafico 5). Allargando l analisi al contesto dei brevetti europei (fonte EPO 73 ), si apprende che, nel corso del 2012 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati), nella provincia di Livorno ne sono stati pubblicati 8, lo stesso numero dell anno precedente (tabella 2), numero che vale poco più del 3% regionale. Nel confronto con le altre province, Livorno figura terzultima, sopra alle sole Massa Carrara e Grosseto, al pari di Pistoia, lontanissima da Firenze. In tabella 3 si propone la serie relativa alle domande italiane di design comunitario presentate presso l UAMI, ovvero l Ufficio per l'armonizzazione del mercato interno, che è l organismo ufficiale dell Unione europea per i marchi, i disegni e i modelli. In questa veste provvede alla registrazione dei marchi comunitari (MC) e dei disegni o modelli comunitari registrati (RCD). La registrazione consente di proteggere i marchi, i disegni e i modelli in tutta l Unione europea. Così come accadeva per l EPO, gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2012 e, a tale data, le domande provenienti dalla nostra provincia sono state solo 5, contro le 17 dell anno precedente. Tab. 2 - Numero di brevetti europei pubblicati dall'epo (European Patent Office). Serie Livorno Toscana ITALIA di cui: partnership italiane straniere Fonte: osservatorio Brevetti Unioncamere su dati EPO (European Patent Office) Tab. 3 - Numero di domande italiane di design comunitario depositate presso l'uami. Serie Livorno Toscana ITALIA di cui: partnership italiane straniere Fonte: osservatorio Brevetti Unioncamere su dati UAMI 73 Il brevetto europeo (European Patent Office) consente di poter richiedere ed ottenere, con un'unica procedura, il brevetto in più stati dell'europa. La domanda di brevetto può essere presentata immediatamente o entro un anno dal deposito in Italia di un brevetto nazionale e consente di poter ottenere un brevetto valido non solo in tutti gli stati dell Unione Europea, ma anche in altri paesi limitrofi che hanno aderito all accordo. 120

125 Da una recente ricerca effettuata da Unioncamere Toscana 74, basata sull ultimo rapporto della Commissione Europea relativo alla competitività delle regioni, emerge che su innovazione, sperimentazione e ricerca scientifica l Italia non è competitiva, così la maggior parte delle invenzioni diventa innovazione all estero In Italia nessuna regione risulta tra i leader dell innovazione : 7 regioni sono inseguitrici, 12 regioni sono innovatrici moderate e 2 sono innovatrici modeste La Toscana, classificata tra gli innovatori moderati, slitta al 145 posto tra le 190 regioni europee Gli indicatori che riflettono la qualità del sistema di ricerca scientifica evidenziano come in realtà si producano sul territorio nazionale risultati eccellenti : il problema è che questi non si traducono in investimenti d innovazione tecnologica diffusi nel sistema delle imprese. Si rileva inoltre che solo una piccola parte della nuova conoscenza prodotta e sperimentata dal sistema della ricerca pubblica entra in progetti di sviluppo tecnologico di nuovi prodotti e servizi: la gran parte viene esportata per diventare innovazione all estero. Con un saldo in avanzo di 217 milioni di euro, la Toscana è la quarta regione dopo Lombardia, Piemonte, Lazio per importo degli incassi della bilancia tecnologica dei pagamenti: il saldo positivo deriva dall elevata copertura finanziaria delle transazioni per brevetti, invenzioni, know how, e soprattutto (ben il 50% degli incassi) ricerca e sviluppo industriale commissionata da imprese con sede all estero Le invenzioni italiane diventano innovazioni all estero, Unioncamere Toscana, Firenze, 21/01/ Le invenzioni italiane diventano innovazioni all estero, cit. 121

126 CAPO REDATTORE Renzo Pratesi RESPONSABILI DI REDAZIONE Federico Doretti Selene Bottosso (Capitolo sulle infrastrutture) COORDINAMENTO EDITORIALE Federico Doretti Ringraziamenti: Amministrazione Provinciale di Livorno Tutte le associazioni di categoria della provincia di Livorno Banca d Italia Camera di Commercio di Livorno Infocamere ISTAT Istituto G. Tagliacarne Le imprese che collaborano all indagine congiunturale sull artigianato Le imprese che collaborano all indagine congiunturale sul commercio Le imprese che collaborano all indagine congiunturale sul manifatturiero Prometeia Unioncamere Nazionale Unioncamere Toscana Il Rapporto è stato ultimato il 5 Giugno

127 IMPRESA IN AZIONE 2013/2014 B&C JA ALLA CONQUISTA DI TALLIN La Camera di Commercio di Livorno, con il coordinamento della propria Azienda Speciale - Centro Studi e Ricerche ha sostenuto gli studenti livornesi nel programma Impresa in Azione, promosso dalla Junior Achievement Italia e riconosciuto dalla Commissione Europea come best practice di diffusione della cultura imprenditoriale nella scuola superiore. Hanno partecipato alla competizione regionale che ha avuto luogo a Pisa il 19 maggio, 7 imprese di studenti costituitesi sul territorio della Provincia di Livorno: Nodoalfazzoletto Ja IIS Vespucci Colombo Corner of Creation Ja IIS Vespucci Colombo Bee Lab Ja ITCG Cerboni FreeGame Ja Liceo Cecioni Planning Spa ISIS Einaudi Ceccherelli B&C ISIS Polo Cattaneo Eneargy Ja ISIS Carducci Volta Pacinotti La B&C Ja di Cecina ha vinto la competizione regionale con il progetto Divino Ricordo, una linea di bicchieri creata con le bottiglie di vino prodotte e consumate nella Costa degli Etruschi. La vittoria come miglior impresa ja della Regione Toscana è valsa la qualifica alla competizione nazionale che si è tenuta a Milano il 5 e 6 giungo. 123

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