PROGRAMMA DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA REGIONE SARDEGNA

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1 PRESIDENZA Direzione generale agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, vigilanza sui servizi idrici e gestione delle siccità PROGRAMMA DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA REGIONE SARDEGNA DECRETO DEL MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE N. 56 DEL 14 APRILE 2009 Delibera del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino della Sardegna n. 5 del 13/10/2009 Allegato n.1 alla deliberazione n del

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3 Gruppo di Lavoro D.ssa M. Gabriella Mulas D.ssa Giuliana Erbì Ing. Mariano T. Pintus Ing. Fabrizio Staffa D.ssa Daniela Puddu Ing. Michela Olivari D.ssa Martina Coni D.ssa Simona Spanu Geol. Claudia Dessy Direttore del Servizio Tutela e Gestione delle Risorse Idriche, Vigilanza sui Servizi Idrici e Gestione della Siccità Responsabile del Settore Monitoraggio Responsabile del Procedimento CeDoc Consulente Regione Sardegna Consulente Regione Sardegna Servizio Tutela e Gestione delle Risorse Idriche, Vigilanza sui Servizi Idrici e Gestione della Siccità Servizio Tutela e Gestione delle Risorse Idriche, Vigilanza sui Servizi Idrici e Gestione della Siccità Consulente Regione Sardegna Tirocinante Regione Sardegna

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5 INDICE Titolo pag. 1 INTRODUZIONE E CONTESTO SINTESI DELLA CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI Tipizzazione Corpi idrici fluviali Corpi idrici lacustri Corpi idrici di transizione Corpi idrici marino-costieri Analisi delle pressioni PROGRAMMI DI MONITORAGGIO Il monitoraggio di Sorveglianza Il monitoraggio Operativo Il monitoraggio di Indagine Progettazione delle reti di monitoraggio della Regione Sardegna MONITORAGGIO DI SORVEGLIANZA Rete di Monitoraggio dei corpi idrici fluviali Parametri e frequenze Rete di Monitoraggio dei corpi idrici lacustri Parametri e frequenze Rete di Monitoraggio dei corpi idrici di transizione Parametri e frequenze Rete di Monitoraggio dei corpi idrici marino-costieri Parametri e frequenze Monitoraggio conoscitivo per lo stato chimico MONITORAGGIO OPERATIVO Rete di Monitoraggio dei corpi idrici fluviali...26

6 5.1.1 Parametri e frequenze Rete di Monitoraggio dei corpi idrici lacustri Parametri e frequenze Rete di monitoraggio dei corpi idrici di transizione Parametri e frequenze Monitoraggio conoscitivo per lo stato chimico Rete di Monitoraggio dei corpi idrici marino-costieri Parametri e frequenze Monitoraggio conoscitivo per lo stato chimico... 52

7 1 Introduzione e contesto La Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE (Water Framework Directive - WFD) ha individuato delle disposizioni comuni a livello europeo per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee. L obiettivo fondamentale stabilito dalla Direttiva per tutti i corpi idrici è quello di raggiungere o mantenere lo stato buono entro il 2015 e, a tal fine, ha individuato nel Piano di Gestione del Distretto Idrografico, lo strumento per la pianificazione, l attuazione e il monitoraggio delle attività e delle misure necessarie per il raggiungimento degli obiettivi ambientali e di sostenibilità nell uso delle risorse idriche. La Direttiva prevede all art. 5 che per ciascun distretto idrografico, gli Stati membri effettuino, secondo le specifiche tecniche riportate negli allegati II e III, la Caratterizzazione dei tipi di corpi idrici superficiali ed un esame dell'impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sulle acque sotterranee. Inoltre all articolo 8, recante Monitoraggio dello stato delle acque superficiali, dello stato delle acque sotterranee e delle aree protette prevede che gli Stati membri provvedano ad elaborare programmi di monitoraggio delle acque al fine di definire una visione coerente e globale dello stato delle acque all'interno di ciascun distretto idrografico. In particolare, stabilisce il monitoraggio quantitativo e qualitativo finalizzato alla classificazione dello stato ecologico e dello stato chimico. La citata Direttiva è stata recepita dallo Stato Italiano col D.Lgs n. 152/06 che, nell allegato 1 alla parte terza, delinea le specifiche per l adozione dei programmi di monitoraggio e all allegato 3 da indicazioni per il rilevamento delle caratteristiche dei bacini idrografici e per l analisi delle pressioni e impatti. L allegato 1 sopraccitato è stato sostituito dal D.M. 14 aprile 2009, n. 56, recante «Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del Decreto legislativo medesimo». Il Decreto stabilisce, all articolo 3 c.1, che le Regioni, sentite le Autorità di bacino, e comunque entro novanta giorni dalla pubblicazione di tale regolamento, adeguino e attuino i programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato delle acque superficiali, sulla base delle modalità e dei criteri tecnici riportati nell Allegato 1 dello stesso Decreto. In base a quanto riportato nel Decreto i programmi di monitoraggio hanno valenza sessennale al fine di contribuire alla predisposizione del Piano di Gestione e del Piano di Tutela delle Acque 1. Secondo quanto definito dallo stesso D.M. 56/2009 il monitoraggio è articolato in: - monitoraggio di sorveglianza - monitoraggio operativo - monitoraggio di indagine 1 Piani previsti dal Titolo IV, Capo I, art. 117 del D.Lgs 152/06 7

8 L allegato 3 del D.Lgs. 152/06 è stato modificato dal Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del n. 131 (D.M. 131/08) Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale», predisposto ai sensi dell articolo 75 comma 4, dello stesso Decreto. In applicazione del suddetto Decreto la caratterizzazione dei corpi idrici è stata effettuata sulla base delle informazioni acquisite ai sensi della normativa pregressa, compresi i dati esistenti sul monitoraggio ambientale. Sulla base dell analisi delle pressioni inoltre è stata associata a ciascuno dei corpi idrici individuati una delle seguenti categorie di rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla WFD al 2015: - a rischio - non a rischio - probabilmente a rischio L attribuzione della classe di rischio per i singoli corpi idrici ha tra l altro lo scopo di individuare un criterio di priorità attraverso il quale orientare i programmi di monitoraggio. Lo stesso D.M. 56/2009 prevede che il monitoraggio di sorveglianza debba essere effettuato nei corpi idrici non a rischio e probabilmente a rischio per almeno un anno ogni sei (periodo di validità del Piano di Gestione), e che il monitoraggio operativo debba essere effettuato sui corpi idrici a rischio con frequenze che variano in funzione dell elemento di qualità. In particolare sia i parametri, per ogni elemento di qualità, che le frequenze sono riportati nelle tabelle 3.6 e 3.7 del Decreto. 8

9 2 Sintesi della caratterizzazione dei corpi idrici Come previsto dal D.M. 131/08, una delle fasi fondamentali per la progettazione delle reti di monitoraggio si basa sull analisi delle pressioni insistenti sui corpi idrici superficiali e sulla relativa classificazione del rischio di non raggiungimento degli obbiettivi di qualità. La caratterizzazione dei corpi idrici superficiali della Sardegna è stata suddivisa in due fasi pricipali: la prima ha previsto l individuazione dei tipi e la delimitazione dei corpi dirici superficiali; la seconda si è basata sull analisi delle pressioni finalizzata all attribuzione della classe di rischio ai corpi idrici individuati nella prima fase. 2.1 Tipizzazione Si riportano di seguito i tipi e il numero di corpi dirici individuati per ciascuna categoria di acqua superficiale sulla base dei criteri tecnici previsti dall allegato 1 sezione A e sezione B del D.M. 131/08 (criteri idrogeomorfologici) Corpi idrici fluviali In seguito alle attività di caratterizzazione sono stati individuati 724 corpi idrici fluviali suddivisi in 12 tipologie, di cui si riporta la sintesi in Tabella 1. Tabella 1: Numero dei corpi idrici fluviali per ciascun tipo individuato Numero corpi idrici 21 EF7Tsa EF8Tsa 8 Temporanei 21EP7Tsa 14 (intermittenti, effimeri, episodici) 21EP8Tsa 1 21 IN7Tsa IN8Tsa 6 21 SR1Tsa 9 Perenni 21SS1Tsa 5 21SS2Tsa 32 21SS3Tsa 32 Perenni grandi e molto grandi 21SS4Tsa 12 21SS5Tsa 2 Corpi idrici totali 724 9

10 2.1.2 Corpi idrici lacustri Per quanto riguarda la categoria acque lacustri, sono stati tipizzati 32 corpi idrici, di cui 31 invasi e un lago naturale. I 32 corpi idrici sono così stati così ripartiti nei diversi tipi secondo lo schema sottoriportato: Tabella 2: Numero dei corpi idrici per ciascun tipo individuato Codice N corpi idrici ME-1 Laghi mediterranei, polimittici 2 ME-2 Laghi mediterranei, poco profondi, calcarei 7 ME-3 Laghi mediterranei, poco profondi, silicei 7 ME-4 Laghi mediterranei, profondi, calcarei 8 ME-5 Laghi mediterranei, profondi, silicei 7 S Laghi ad elevato contenuto salino Corpi idrici di transizione L attività di caratterizzazione ha portato alla tipizzazione di 57 corpi idrici di cui: - 32 hanno superficie compresa tra i 0,5 Km 2 e i 2,5 Km 2 ; - 10 con superficie maggiore di 2,5 Km 2 ; - 15 con superficie minore di 0,5 Km 2. La caratterizzazione delle acque di transizione in base al suddetto Decreto tiene conto delle condizioni geografiche, geomorfologiche, mareali, dimensionali e chimiche dei tipi da identificare in applicazione dell allegato II della Direttiva 2000/60/CE. Dall analisi dei dati pregressi derivanti dal monitoraggio per lo stato ambientale effettuato ai sensi del D.Lgs 152/99 dal 2002 al 2006, le acque di transizione della Sardegna possono essere così suddivise: Tabella 3: Numero dei corpi idrici per ciascun tipo individuato Superficie S<0,5 0,5<S<2,5 S>2,5 e descrizione 10 Corpi idrici individuati AT01- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/oligoaline 2 AT02- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/mesoaline 3 AT03- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/polialine 1 AT04- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/eurialine 6 AT05- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/iperaline 2 AT21- Foce fluviale 1 AT01- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/oligoaline 1 AT02- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/mesoaline 3 AT03- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/polialine 6 AT04- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/eurialine 13 AT05- Lagune costiere non tidali di piccola dimensione/iperaline 9 AT07- Lagune costiere non tidali di media dimensione/mesoaline 1 AT08- Lagune costiere non tidali di media dimensione/polialine 2 AT09- Lagune costiere non tidali di media dimensione/eurialine 3 AT10- Lagune costiere non tidali di media dimensione/iperaline 4 TOTALE 57

11 2.1.4 Corpi idrici marino-costieri La caratterizzazione dei corpi idrici marino-costieri tiene conto delle peculiarità naturali, geomorfologiche e idrodinamiche dei tipi da identificare in applicazione dell allegato II della Direttiva 2000/60/CE. In seguito alle attività di caratterizzazione in Sardegna sono stati individuati e tipizzati 217 corpi idrici. Si riportano nella Tabella 4 il numero di corpi idrici per ciascun tipo. Tabella 4: Numero dei corpi idrici per ciascun tipo individuato Tipi e corpi idrici marino costieri Descrizione Numero ACA3 Rilievi montuosi/bassa stabilità 117 ACC3 Pianura litoranea/bassa stabilità 28 ACE2 Pianura alluvionale/media stabilità 4 ACE3 Pianura alluvionale/bassa stabilità 64 ACF3 Pianura di dune/bassa stabilità 4 Totale Analisi delle pressioni L attività di caratterizzazione dei corpi idrici, condotta ai sensi del D.M. 131/08, ha permesso di attribuire la classe di rischio a tutti i corpi idrici del territorio regionale, sulla base delle pressioni esercitate dalle attività antropiche su di essi, sia direttamente che indirettamente. Si è, pertanto, proceduto per step successivi, analizzando le singole pressioni derivanti da fonti diffuse (attività agricole, zootecniche etc.) e puntuali (scarichi di acque reflue domestiche, urbane e industriali, scarichi di attività produttive contenenti sostanze pericolose, etc.). Attraverso le informazioni inerenti le attività antropiche presenti all interno dei diversi bacini idrografici e sulla base dei dati di monitoraggio ambientale pregressi è stata assegnata a ciascun corpo idrico una specifica classe di rischio. L analisi delle pressioni derivanti da fonti diffuse è stata condotta principalmente mediante l utilizzo della carta dell uso del suolo (CORINE LAND COVER scala 1:25.000), considerando quattro macrocategorie di uso del suolo: - Zone urbanizzate; - Zone industriali e commerciali; - Zone minerarie; - Zone agricole. L analisi delle pressioni da fonte puntuale è stata eseguita principalmente considerando gli scarichi di acque reflue domestiche, urbane e industriali (principalmente di quelli soggetti ad autorizzazione integrata ambientale secondo la direttiva IPPC 2 ) provenienti dagli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale. Le tipologie di pressioni individuate e la relativa codifica, sono riportate nella Tabella 5. 2 Attuazione della Direttiva 96/61/CE (Direttiva IPPC, Integrated Pollution Prevention and Control) che stabilisce le regole per il rilascio delle autorizzazioni alle installazioni industriali in Europa. 11

12 Tabella 5: Codifica delle tipologie di pressioni individuate e degli altri fattori determinanti il rischio CODIFICA P1 P2a P2b P3 PRESSIONI impianti di trattamento delle acque reflue urbane scarichi industriali ippc scarichi industriali non ippc porti P4 foci fluviali 3 P5 P6 D1 D2 D3 D4 D5 I1 I2 M1 scarichi da insediamenti turistici scarichi da acquacoltura diffuse agricole diffuse industriali diffuse minerarie diffuse urbane diffuse zootecniche idrologica (prelievi) morfologica militare Q1 qualita' 4 R1 discariche AS aree sensibili 5 L attività sopra descritta ha portato all individuazione dei corpi idrici ai sensi del D.M. 131/08, in accordo con quanto contenuto nella WFD 2000/60/CE, e della classe di rischio di non raggiungimento degli obiettivi al 2015 per ciascuno di essi. I risultati sono sintetizzati nella seguente tabella: Tabella 6: Sintesi delle classi di rischio per categoria di corpo idrico Categoria di acque superficiali a rischio probabilmente a rischio non a rischio Totale corpi idrici fluviali corpi idrici lacustri corpi idrici di transizione corpi idrici marino costieri Le foci fluviali sono state individuate come potenziale sorgente d inquinamento per i corpi idrici marino-costieri, in quanto l apporto di acque dolci è correlabile ai numerosi descrittori di pressione antropica che insistono sulla fascia costiera (nutrienti, sostanze contaminanti quali organo-clorurati, metalli pesanti, ecc.) 4 Lo stato di qualità non buono, rilevato dai monitoraggi pregressi, rappresenta uno dei fattori determinanti il rischio di non raggiungimento degli obbiettivi di qualità al Le aree sensibili sono individuate in base allo stato di eutrofizzazione o potenziale eutrofizzazione dei sistemi idrici ricadenti in tali zone, pertanto sono definitie a rischio di non raggiungimento degli obbiettivi di qualità da D.M..131/08, allegato 1, sezione C. 6 In base alle attività di attribuzione della classe di rischio, tutti e 32 i corpi idrici lacustri tipizzati, rientrano nella categoria a rischio in quanto Aree Sensibili ai sensi del sez C. par. C2 del D.M. 131/08, il quale prevede che siano identificati come corpi idrici a rischio quelli definiti Aree Sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE. 7 Le acque di transizione,tipizzate in Sardegna, sono quasi tutte a rischio, alcune perchè ricadenti nella categoria Aree Sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE, altre perché classificate a rischio sulla base delle caratteristiche di qualità emerse da monitoraggi pregressi. 12

13 3 Programmi di Monitoraggio Nel presente capitolo si descrivono sinteticamente i programmi di monitoraggio così come previsti dal D.M. 56/ Il monitoraggio di Sorveglianza Il monitoraggio di sorveglianza è realizzato su un numero sufficiente e, comunque, rappresentativo di corpi idrici al fine di fornire una valutazione dello stato complessivo di tutte le acque superficiali di ciascun bacino e sotto-bacino idrografico compreso nel distretto idrografico. Gli obiettivi perseguiti con il monitoraggio di sorveglianza vengono di seguito riportati: - integrare e convalidare i risultati dell analisi dell impatto di cui alla sezione C del punto 1.1 dell Allegato 3 alla parte III del Decreto Legislativo n. 152/2006; - la progettazione efficace ed effettiva dei futuri programmi di monitoraggio; - la valutazione delle variazioni a lungo termine di origine naturale (rete nucleo); - la valutazione delle variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica (rete nucleo); - tenere sotto osservazione l evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento; - classificare i corpi idrici (stato ecologico e stato chimico). I criteri di cui tener conto nella selezione dei corpi idrici rappresentativi e i siti in cui effettuare il monitoraggio di sorveglianza sono i seguenti: - corpi idrici rappresentativi per ciascun bacino idrografico ricadenti nelle categorie non a rischio e probabilmente a rischio, con priorità dell attuazione rivolta ai corpi idrici probabilmente a rischio al fine di stabilire l effettiva condizione di rischio; - corpi idrici nei quali la proporzione del flusso idrico è significativa nell ambito dell intero bacino idrografico; - corpi idrici a chiusura di bacino e dei principali sottobacini; - corpi idrici nei quali il volume d'acqua presente è significativo nell'ambito del bacino idrografico; - corpi idrici identificati per la definizione delle condizioni di riferimento; - corpi idrici di interesse locale. I parametri monitorati per la valutazione e classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici sono quelli indicativi di tutti gli elementi di qualità biologica, idromorfologica, fisico-chimica indicati al punto A.1 del D.M. 56/2009 e contenente anche le altre sostanze chimiche appartenenti alle famiglie di sostanze non appartenenti all elenco di priorità. Le conoscenze acquisite sia attraverso l analisi delle pressioni e degli impatti che attraverso i dati provenienti da monitoraggi pregressi, vengono utilizzate per selezionare le sostanze chimiche da controllare nell ambito del monitoraggio di sorveglianza. Per quanto riguarda la valutazione e la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici, sono da monitorare quelle sostanze appartenenti all elenco di priorità di cui al punto A.2.6 del D.M. 56/2009 per le quali, a 13

14 seguito di un analisi delle pressioni e degli impatti effettuata per ciascuna singola sostanza, risultano attività che ne comportano scarichi, emissioni, rilasci e perdite nel bacino idrografico o sottobacino. 3.2 Il monitoraggio Operativo Il monitoraggio operativo è effettuato sui corpi idrici per le seguenti finalità: - stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali previsti dalla WFD e dal D.Lgs. 152/2006; - valutare le variazione dello stato dei corpi idrici derivanti dall attuazione dei programmi di misure; - classificare i corpi idrici (stato ecologico e stato chimico). Al fine di conseguire il miglior rapporto tra costi del monitoraggio ed informazioni utili alla tutela delle acque, il D.M. 56/2009 prevede inoltre che, per il monitoraggio operativo, possano individuarsi dei gruppi di più corpi idrici e, all interno di ciascun gruppo, possano essere monitorati solo quelli più rappresentativi,. Il raggruppamento dei corpi idrici è applicabile nei casi in cui coesistano tutte le seguenti condizioni: - corpi idrici classificati a rischio di non raggiungere gli obiettivi ambientali sulla base dell analisi delle pressioni e degli impatti e dai monitoraggi pregressi; - corpi idrici nei quali sono scaricate e/o immesse e/o rilasciate e/o presenti le sostanze riportate nell elenco di priorità di cui al punto A.2.6 del D.M. 56/2009. Il D.M. 56/2009 prevede inoltre che, per il monitoraggio operativo, possano essere raggruppati i corpi idrici individuati, al fine di conseguire il miglior rapporto tra costi del monitoraggio ed informazioni utili alla tutela delle acque, nei casi in cui coesistano tutte le seguenti condizioni: - appartengano alla stessa categoria ed allo stesso tipo; - siano soggetti a pressioni analoghe per tipo, estensione e incidenza; - presentino sensibilità paragonabile alle suddette pressioni; - presentino i medesimi obiettivi di qualità da raggiungere; - appartengano alla stessa categoria di rischio. Per il monitoraggio operativo devono essere selezionati i parametri indicativi degli elementi di qualità biologica, idromorfologica e chimico-fisica più sensibili alle pressioni significative che incidono sui corpi idrici. La selezione delle sostanze chimiche da monitorare viene fatta a seguito dell analisi degli impatti e delle pressioni, in particolare vi è l obbligo del monitoraggio per le sostanze appartenenti all elenco di priorità, in caso di immissioni, scarichi o perdite nel corpo idrico considerato. Mentre le altre sostanze, non riportate nell elenco di priorità, sono monitorate qualora tali scarichi, immissioni o perdite nel corpo idrico siano in 14

15 quantità significativa da poter essere un rischio per il raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità. 3.3 Il monitoraggio di Indagine Il monitoraggio d indagine è richiesto in casi specifici e più precisamente: - quando sono sconosciute le ragioni di eventuali superamenti (ad esempio concentrazioni di inquinanti chimici superiori agli standard di qualità); - quando il monitoraggio di sorveglianza indica per un dato corpo idrico il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi, e il monitoraggio operativo non è ancora stato definito, al fine di avere un quadro conoscitivo più dettagliato sulle cause che impediscono il raggiungimento degli obiettivi; - per valutare l'ampiezza e gli impatti dell'inquinamento accidentale. Il monitoraggio di indagine si attua nel caso di superamenti di concentrazioni di taluni inquinanti per cause non note (o poco chiare), o per valutare gli effetti di fenomeni di inquinamento di natura accidentale. Poiché l analisi delle pressioni non ha posto in evidenza nessuna tra le situazioni sopra elencate, non è stata al momento individuata la rete di monitoraggio di indagine. Questa potrà essere definita, all occorrenza, durante il ciclo del monitoraggio di sorveglianza. 3.4 Progettazione delle reti di monitoraggio della Regione Sardegna In ottemperanza a quanto previsto dai regolamenti ministeriali, la Regione Sardegna emana ed adotta i programmi di monitoraggio delle acque superficiali suddivisi in programma di monitoraggio di sorveglianza e programma di monitoraggio operativo. Nella fase di progettazione delle reti di monitoraggio la Regione Sardegna ha attivato un apposito tavolo tecnico, al quale hanno partecipato tecnici dell Amministrazione regionale e dell Agenzia Regionale di Protezione Ambientale (ARPAS), nell ambito del quale è stata effettuata una verifica puntuale dei corpi idrici da sottoporre a monitoraggio. Per quanto concerne l attività di individuazione dei siti di monitoraggio, questa è tutt ora in corso ed è condotta sia tramite fotointerperetazione che tramite sopralluoghi in relazione sia alla tipologia del monitoraggio (operativo e sorveglianza) che ai parametri da monitorare (elementi di qualità biologica, parametri chimici e fisico-chimici, idromorfologici). Al presente documento si allega la rappresentazione cartografica dei corpi idrici da monitorare e dei relativi siti di monitoraggio, nella maggior parte dei casi posizionati in maniera indicativa sul corpo idrico (in generale in corrispondenza del centroide del corpo idrico). 15

16 4 Monitoraggio di Sorveglianza Qui di seguito si descrivono le reti, il tipo di monitoraggio, i parametri e le frequenze individuate per ogni categoria di corpo idrico. 4.1 Rete di Monitoraggio dei corpi idrici fluviali Come precedentemente illustrato, l analisi delle pressioni per l attribuzione della classe di rischio dei corpi idrici fluviali, condotta secondo quanto previsto alla Sezione C del D.M. 131/08, ha portato i seguenti risultati 464 Corpi idrici non a rischio 25 Corpi idrici probabilmente a rischio 235 Corpi idrici a rischio Tra tutti i corpi idrici fluviali caratterizzati, sono stati individuati, in base ai criteri esposti al capitolo precedente, 144 corsi d acqua da monitorare. Di questi sono da sottoporre a monitoraggio di sorveglianza 48 corpi idrici di cui 19 ricadenti nella classe non a rischio e 29 nella classe probabilmente a rischio. Si riportano nelle Tabella 7 e Tabella 8 i corpi idrici sottoposti al monitoraggio di sorveglianza. Tabella 7: Rete di monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali non a rischio N Corpo Idrico Id Bacino Bacino Idrografico Codice Corpo Idrico Denominazione Id Stazione Classe di Rischio Pressioni Monitoraggio Riu Geremeas EF8Tsa Riu Geremeas NON A RISCHIO sorv Riu Solanas EF7Tsa Riu Solanas NON A RISCHIO sorv Rio Picocca EF7Tsa Rio Picocca NON A RISCHIO sorv Rio Picocca IN8Tsa Rio Picocca NON A RISCHIO sorv Flumini Durci SS3Tsa Flumini Durci Rio di Quirra NON A RISCHIO sorv Fiume Pelau SR1Tsa Fiume Pelau NON A RISCHIO sorv Fiume Pelau SS2Tsa Fiume Pelau NON A RISCHIO sorv Fiume Pelau SS1Tsa Riu Sant'Andrea NON A RISCHIO sorv Fiume Foddeddu IN8Tsa Fiume Foddeddu NON A RISCHIO sorv Riu Pramaera SS2Tsa Riu Pramaera NON A RISCHIO sorv Riu Pramaera SS3Tsa Riu Pramaera NON A RISCHIO sorv Riu Codula Sisine IN7Tsa Riu Codula Sisine NON A RISCHIO sorv Fiume Cedrino SS2Tsa Fiume Cedrino NON A RISCHIO sorv Fiume Cedrino SS3Tsa Riu Flumineddu NON A RISCHIO I2 sorv Riu Berchida EF7Tsa Riu Berchida NON A RISCHIO sorv Fiume Posada EF7Tsa Fiume Posada NON A RISCHIO sorv Fiume Posada EF7Tsa Riu Mannu NON A RISCHIO sorv Riu di san Teodoro EF7Tsa Riu di San Teodoro NON A RISCHIO sorv Fiume Padrogiano IN7Tsa Riu Santo Simone NON A RISCHIO sorv Riu di Pedralonga EF7Tsa Riu di Pedralonga NON A RISCHIO sorv Fiume Liscia EF7Tsa Fiume Bassacutena NON A RISCHIO sorv Riu Sperandeu EF7Tsa Riu Sperandeu NON A RISCHIO sorv Riu Mannu SS3Tsa Riu Mannu NON A RISCHIO sorv Riu Mannu EF7Tsa Riu Mannu di Berchidda NON A RISCHIO P2a sorv 16

17 N Corpo Idrico Id Bacino Bacino Idrografico Codice Corpo Idrico Denominazione Id Stazione Classe di Rischio Pressioni Monitoraggio Fiume Temo EF7Tsa Riu Badu e Poscu NON A RISCHIO I2 sorv Fiume Tirso SR1Tsa Fiume Taloro NON A RISCHIO I2 sorv Fiume Tirso SS3Tsa Fiume Massari NON A RISCHIO sorv Riu Gutturu Flumini EP7Tsa Riu Gutturu Flumini NON A RISCHIO sorv Rio di Chia SS2Tsa Rio di Chia NON A RISCHIO sorv Tabella 8: Rete di monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali probabilmente a rischio N Corpo Idrico Id Bacino Bacino Idrografico Codice Corpo Idrico Denominazione Id Stazione Classe di Rischio Pressioni Monitoraggio Riu Foxi EF7Tsa Riu Foxi PROB. RISCHIO P1 sorv Fiume Flumendosa IN7Tsa Riu Stanali Flumineddu PROB. RISCHIO P1-D3 sorv Riu Girasole IN7Tsa Riu Girasole PROB. RISCHIO I1-I2 sorv Riu di Siniscola EF7Tsa Riu di Siniscola PROB. RISCHIO P2a sorv Fiume Padrogiano EF7Tsa Riu de su Piricone PROB. RISCHIO sorv Fiume Padrogiano EF7Tsa Riu de su Piricone PROB. RISCHIO sorv+pot Riu Vignola EF7Tsa Riu Vignola PROB. RISCHIO D4-Q1 sorv Fiume Coghinas SS3Tsa Fiume Coghinas PROB. RISCHIO I1-I2-Q1 sorv Fiume Coghinas SS4Tsa Fiume Coghinas PROB. RISCHIO I1-I2-Q1 sorv Fiume Coghinas EF7Tsa Riu Iscia Palma PROB. RISCHIO sorv+pot Rio Barca IN7Tsa Riu Serra PROB. RISCHIO I1-I2-Q1 sorv Rio Barca EF7Tsa Riu su Mattone PROB. RISCHIO D4-Q1 sorv Riu de Calvia EF7Tsa Riu de Calvia PROB. RISCHIO Q1 sorv Riu di Mare Foghe EF7Tsa Riu di Mare Foghe PROB. RISCHIO D4-Q1 sorv Fiume Tirso SS2Tsa Fiume Tirso PROB. RISCHIO I1-I2-Q1 sorv Fiume Tirso SS3Tsa Fiume Tirso PROB. RISCHIO Q1 sorv Flumini Mannu EF7Tsa Canale s'acqua Cotta PROB. RISCHIO sorv Riu de Leonaxiu EF8Tsa Riu de Leonaxiu PROB. RISCHIO M1 sorv Riu de Leonaxiu EF7Tsa Rio di Teulada PROB. RISCHIO M1 sorv 8 Per tali corpi idrici utilizzati a scopo idropotabile dovrà essere predisposto un monitoraggio suppletivo come descritto nella Tabella

18 4.1.1 Parametri e frequenze Il D.M. 56/2009 prevede che nel monitoraggio di sorveglianza, ai fini della valutazione e classificazione dello stato ecologico, siano monitorati, almeno per un periodo di un anno, i parametri indicativi di tutti gli elementi di qualità biologici, idromorfologici, fisico-chimici di cui al punto A.1 e le sostanze appartenenti non appartenenti all elenco di priorità. Il Decreto prevede, inoltre, che per la valutazione e la classificazione dello stato chimico siano monitorate le sostanze di cui alla tabella 1/A appartenenti all elenco di priorità. Si riportano nella Tabella 9 gli elementi di qualità da monitorare per lo stato ecologico e chimico e i relativi parametri e frequenze. Tabella 9: Elementi di qualità, parametri e frequenze per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali STATO ECOLOGICO STATO CHIMICO ELEMENTI DI QUALITÁ PARAMETRI FREQUENZE DI CAMPIONAMENTO (nell arco di un anno) BIOLOGICI Macroinvertebrati 3 volte 9 Diatomee 2 volte in coincidenza con il campionamento dei macroinvertebrati 10 Macrofite 2 volte 11 Pesci 1 volta 12 FISICO-CHIMICI E CHIMICI Condizioni termiche temperatura dell acqua, temperatura dell aria Ossigenazione ossigeno disciolto, BOD 5, COD Conducibilità Stato dei nutrienti Stato di acidificazione Altre sostanze non appartenenti all elenco di priorità 13 conducibilità azoto nitrico, azoto nitroso, azoto ammoniacale, azoto totale, fosfato inorganico, fosforo totale ph tab. 1/B Standard di qualità ambientale nella colonna d acqua per alcune delle sostanze non appartenenti all elenco di priorità Trimestrale e comunque in coincidenza del campionamento dei macroinvertebrati e/o delle diatomee Trimestrale nella matrice acqua. Possibilmente in coincidenza con campionamento dei macroinvertebrati e/o delle diatomee IDROMORFOLOGICI Continuità fluviale 1 volta Regime Idrologico Continuo 14 alterazione morfologica 1 volta Morfologia caratterizzazione degli habitat 1 volta in coincidenza con il campionamento prevalenti dei macroinvertebrati Sostanze dell'elenco di tab. 1/A Standard di qualità nella priorità 13 colonna d acqua per le sostanze dell elenco di priorità Mensile nella matrice acqua Il D.M 56/2009 prevede nelle note alla tabella 3.6 par. A.3.5, riportate nella Tabella 9 del presente documento, delle variazioni nella frequenza di monitoraggio per alcuni parametri, in base al tipo di corpo 9 La frequenza di campionamento è ridotta a 2 volte per i fiumi temporanei mentre è aumentata a 4 volte per fiumi ad elevata variabilità idrologica naturale o artificiale e grandi fiumi 10 La frequenza di campionamento è aumentata a 3 volte per fiumi ad elevata variabilità idrologica naturale o artificiale e grandi fiumi 11 Monitoraggio facoltativo per i fiumi ricadenti nelle idroecoregioni alpine e per i fiumi grandi e molto grandi così come definiti nella sezione A punto 1.1 dell Allegato 3 del D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. 12 Nel caso di corsi d acqua temporanei il monitoraggio dei pesci è facoltativo 13 Nel monitoraggio di sorveglianza se scaricate e/o rilasciate e/o immesse e/o già rilevate in quantità significativa nel bacino idrografico o nel sottobacino 14 Le misurazioni in continuo sono da prevedersi per i siti idrologicamente significativi della rete, è possibile utilizzare interpolazioni per gli altri siti 18

19 idrico monitorato. In applicazione di tali indicazioni, si sintetizzano in Tabella 10 i parametri e le frequenze da applicare nell arco di un anno, per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali. Nelle tabelle è riportato sotto ogni parametro il rispettivo codice (QE --), così come previsto dal Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 luglio 2009 recante Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque. Tabella 10: Frequenza e parametri per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali non a rischio N Corpo Idrico Codice corpo idrico Diatomee Macroinvertebrati Macrofite Pesci Idromorfologici Fisico-chimici Chimici non prioritari Chimici prioritari QE QE 1-3 QE QE 1-4 QE 2 QE 3 QE 3-2 QE EF8Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte IN8Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SR1Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS2Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS1Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte IN8Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS2Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte IN7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS2Tsa 3 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 3 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte IN7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SR1Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte EP7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS2Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte 19

20 Tabella 11: Frequenza e parametri per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici fluviali probabilmente a rischio N Corpo Idrico Codice corpo idrico Diatomee Macroinvertebrati Macrofite Pesci Idromorfologici Fisico-chimici Chimici non prioritari Chimici prioritari QE QE 1-3 QE QE 1-4 QE 2 QE 3 QE 3-2 QE EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte IN7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte IN7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS4Tsa 2 volte 3 volte facoltativo 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte IN7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte SS2Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte SS3Tsa 2 volte 3 volte 2 volte 1 volta 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF8Tsa 2 volte 3 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte EF7Tsa 2 volte 2 volte 2 volte facoltativo 4 volte 4 volte 12 volte Legenda: Colore in tabella Temporanei Perenni Per quanto riguarda i corpi idrici monitorati anche per la specifica destinazione in cui le risorse idriche sono destinate all uso potabile, il D.M. 56/2009 prevede un monitoraggio suppletivo. Tale monitoraggio riguarda oltre che i parametri previsti dalle tabelle 1/A e 1/B, rispettivamente per il monitoraggio dello stato chimico e dello stato ecologico, anche i parametri riportati nella tabella 2/B secondo le frequenze in Tabella 12. Tabella 12: Corpi idrici da sottoporre a monitoraggio suppletivo Corpi idrici Tab.1/A Tab. 1/B Tab. 2/B 21EF7Tsa Mensile Mensile Mensile 21EF7Tsa Mensile Mensile Mensile 20

21 4.2 Rete di Monitoraggio dei corpi idrici lacustri L analisi delle pressioni e in particolare la prima identificazione del rischio effettuata così come previsto al paragrafo C.2, della sezione C del D.M. 131/2008, ha portata a classificare come a rischio tutti i corpi idrici lacustri della Sardegna da sottoporre a monitoraggio. L attribuzione della classe di rischio è dovuta essenzialmente al fatto che tutti i corpi idrici sono identificati come Aree sensibili, ai sensi dell art. 91 del D.Lgs. 152/2006 e secondo i criteri dell allegato 6 del medesimo decreto (Direttiva 91/271/CEE). Detta analisi comporta che, attualmente in Sardegna, non siano previsti siti per il monitoraggio di sorveglianza sui corpi idrici lacustri. Tuttavia si prevede, in seguito alle classificazioni che si effettueranno al termine del primo ciclo di monitoraggio, la revisione della rete di monitoraggio con la possibilità di inserimento di siti di monitoraggio di sorveglianza in corpi idrici in stato buono ed elevato Parametri e frequenze I parametri e le frequenze per il monitoraggio di sorveglianza sono quelli previsti dalla tabella 3.6, al paragrafo A.3.5 del D.M. 56/ Rete di Monitoraggio dei corpi idrici di transizione L analisi delle pressioni e la prima identificazione del rischio, effettuate così come previsto alla sezione C del D.M. 131/2008, ha portata a classificare come a rischio tutti i corpi idrici delle acque di transizione della Sardegna da sottoporre a monitoraggio. L attribuzione della classe di rischio è dovuta essenzialmente al fatto che quasi tutti i corpi idrici sono identificati come Aree sensibili, ai sensi dell art. 91 del D.Lgs. 152/2006 e secondo i criteri dell allegato 6 del medesimo decreto (Direttiva 91/271/CEE), e alcuni in seguito ai risultati dei monitoraggi pregressi. Detta analisi comporta che, attualmente in Sardegna, non siano previsti siti per il monitoraggio di sorveglianza sulle acque di transizione. Tuttavia si prevede, in seguito alle classificazioni che si effettueranno al termine del primo ciclo di monitoraggio, la revisione della rete di monitoraggio con la possibilità di inserimento di siti di monitoraggio di sorveglianza in corpi idrici in stato buono ed elevato Parametri e frequenze I parametri e le frequenze per il monitoraggio di sorveglianza sono quelli previsti dalla tabella 3.7, al paragrafo A.3.5 del D.M. 56/

22 4.4 Rete di Monitoraggio dei corpi idrici marino-costieri In seguito alle attività di caratterizzazione in Sardegna sono stati individuati e tipizzati 217 corpi idrici. L analisi delle pressioni sui 217 corpi idrici marino costieri ha permesso di individuare le seguenti classi di rischio: 151 corpi idrici non a rischio 5 corpi idrici probabilmente a rischio 61 corpi idrici a rischio I corpi idrici non a rischio e probabilmente a rischio sono 156, di cui 18 sono stati selezionati per essere sottoposti a monitoraggio di sorveglianza. Tra questi, 13 appartengono alla categoria non a rischio e 5 alla categoria probabilmente a rischio. In considerazione del fatto che l esposizione del versante influenza il regime idrodinamico, correntometrico e meteo-marino delle aree costiere, al fine di meglio rappresentare le diverse casistiche, la regione Sardegna è stata suddivisa in quattro versanti principali (N, S, O, E). Per ciascun versante si è proceduto ad individuare i corpi idrici da monitorare elencati nella Tabella 13. Tabella 13: Rete di monitoraggio di sorveglianza su corpi idrici marino costieri non a rischio N Corpo Idrico Codice Corpo Idrico Denominazione Esposizione Classe di Rischio Pressioni Kal'e Moru ACE3 SUD NON A RISCHIO sorv Capo Carbonara ACA3 SUD NON A RISCHIO sorv Fronte Serpentara ACA3 EST NON A RISCHIO sorv Muravera ACE3 EST NON A RISCHIO sorv Olbia ACA3 EST NON A RISCHIO sorv Capo d'orso ACA3 EST NON A RISCHIO sorv Trinità d'agultu ACE3 NORD NON A RISCHIO sorv Capo Mannu ACA3 OVEST NON A RISCHIO sorv Is Arenas a Is Benas ACF3 OVEST NON A RISCHIO sorv S.Giovanni di Sinis ACC3 OVEST NON A RISCHIO sorv Porto Botte ACE3 OVEST NON A RISCHIO sorv Forte Village ACC3 SUD NON A RISCHIO sorv Isola dell'asinara ACA3 NORD NON A RISCHIO sorv Monitoraggio Tabella 14: Rete di monitoraggio di sorveglianza su corpi idrici marino costieri probabilmente a rischio N Corpo Idrico Codice Corpo Idrico Denominazione Esposizione Classe di Rischio Pressioni Spiaggia del Poetto ACE3 SUD PROB.RISCHIO I2 sorv Campu Longu ACE3 SUD PROB.RISCHIO P1 sorv Cala Gonone ACC3 EST PROB.RISCHIO P1-Q1 sorv Costa Smeralda ACA3 EST PROB.RISCHIO P5-D4 sorv Stagno di Mistras ACE3 OVEST PROB.RISCHIO sorv Monitoraggio Parametri e frequenze Come già riportato sopra, nel monitoraggio di sorveglianza, ai fini della valutazione e classificazione dello stato ecologico, devono essere monitorati, almeno per un periodo di un anno, i parametri indicativi di tutti gli 22

23 elementi di qualità biologica, idromorfologica, fisico-chimica di cui al punto A.1 del Decreto 56/2009 e le sostanze non appartenenti all elenco di priorità. Per la valutazione e la classificazione dello stato chimico devono essere monitorate le sostanze di cui alla tabella 1/A appartenenti all elenco di priorità. Si riportano nella Tabella 15 gli elementi di qualità da monitorare per lo stato ecologico e chimico dei corpi idrici marino costieri, i relativi parametri e le frequenze ad essi associati. Tabella 15: Elementi di qualità, parametri e frequenze per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici marino costieri STATO ECOLOGICO STATO CHIMICO ELEMENTI DI QUALITÁ PARAMETRI FREQUENZE DI CAMPIONAMENTO (nell arco di un anno) BIOLOGICI Fitoplancton 6 volte Fanerogame (angiosperme) 1 volta 15 Macroinvertebrati 2 volte 16 Macroalghe 1 volta FISICO-CHIMICI E CHIMICI Condizioni termiche temperatura dell acqua, temperatura dell aria Ossigenazione ossigeno disciolto Salinità Stato dei nutrienti azoto nitrico, azoto nitroso, azoto ammoniacale, azoto totale, fosfato inorganico, fosforo totale Bimestrale e comunque in coincidenza del campionamento fitoplancton e fanerogame 17 Stato di acidificazione ph Altre sostanze non appartenenti all elenco di priorità 18 IDROMORFOLOGICI Profondità e morfologia del fondale Natura e composizione del substrato Regime correntometrico Sostanze dell'elenco di priorità 18 Tab. 1/B Standard di qualità ambientale per alcune delle sostanze non appartenenti all elenco di priorità nella colonna d acqua Tab 3/B Standard di qualità ambientale per alcune delle sostanze non appartenenti all elenco di priorità nei sedimenti Tab. 1/A Standard di qualità nella colonna d acqua per le sostanze dell elenco di priorità Tab 2/A Standard di qualità nei sedimenti per le sostanze dell elenco di priorità Trimestrale nella matrice acqua e annuale nei sedimenti 1 volta In coincidenza del campionamento delle fanerogame 1 volta Mensile in colonna d acqua e annuale nei sedimenti o biota Nella Tabella 16 si riportano in sintesi, le frequenze, i parametri e il relativo codice per ogni singolo corpo idrico da monitorare nell arco di un anno. 15 Campionamento da effettuarsi tra giugno e settembre 16 Campionamento semestrale 17 Per le fanerogame sono obbligatorie solo le misure delle condizioni termiche e della trasparenza 18 Nel monitoraggio di sorveglianza se scaricate e/o rilasciate e/o immesse e/o già rilevate in quantità significativa nel bacino idrografico o nel sottobacino 23

24 Tabella 16: Frequenza e parametri per il monitoraggio di sorveglianza dei corpi idrici marino-costieri N corpo idrico Codice corpo idrico Fitoplancton Fanerogame 19 Macroinvertebrati 19 Macroalghe 19 e morfologia Profondità del fondale Natura e composizione del substrato Fisicochimici Sost non prioritarie Matrice acqua Matrice sedimento Sost prioritarie Matrice acqua Matrice sedimento QE 1-1 QE QE 1-3 QE QE QE QE 3 QE 3-2 QE ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACF3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACC3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACC3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACC3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACA3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta ACE3 6 volte 1 volta 2 volte 1 volta 1 volta 1 volta 6 volte 4 volte 1 volta 12 volte 1 volta 19 Il monitoraggio del parametro è da valutare in funzione della tipologia del substrato sommerso presente nel corpo idrico considerato 24

25 4.4.2 Monitoraggio conoscitivo per lo stato chimico Per quanto riguarda i corpi idrici marino-costieri il punto A del D.M. 56/2009 prevede che le Regioni attuino, entro 90 giorni dalla pubblicazione dello stesso, un monitoraggio della durata di 2 mesi consecutivi all interno del quale siano eseguiti 2 campionamenti nella colonna d acqua e uno nei sedimenti. I risultati del monitoraggio saranno utilizzati per la scelta della matrice su cui effettuare la classificazione per lo stato chimico secondo le modalità descritte nella Tabella 17. Tabella 17: Schema per la scelta della matrice ai fini della classificazione Casi possibili Matrice SQA Superamento Matrice da utilizzare per la classificazione ACQUA Tab. 1/A SQA-MA 20 (altre acque di superficie) 21 SQA-CMA 22 SI SEDIMENTI Tab. 2/A SQA-MA SI ACQUA Tab. 1/A SQA-MA NO (altre acque di superficie) SQA-CMA NO SEDIMENTI Tab. 2/A SQA-MA SI ACQUA Tab. 1/A SQA-MA NO (altre acque di superficie) SQA-CMA NO SEDIMENTI Tab. 2/A SQA-MA NO ACQUA Tab. 1/A SQA-MA (altre acque di superficie) SI SQA-CMA SI SEDIMENTI Tab. 2/A SQA-MA NO SI La Regione decide su quale delle due matrici effettuare la classificazione La Regione decide su quale delle due matrici effettuare la classificazione Classificazione sulla matrice sedimento con campionamento annuale Classificazione sulla matrice acqua con campionamento mensile In ognuno dei casi soprariportati permane l obbligo del monitoraggio dei sedimenti con frequenza annuale. Nel caso in cui si verifichi la situazione prevista al punto 2, ossia il superamento avvenga nel sedimento e la classificazione sia eseguita sulla base dei dati di monitoraggio effettuato nella colonna d acqua, il Decreto pone come obbligo alle Regioni, ai fini del controllo delle alterazioni riscontrate, di effettuare un monitoraggio almeno annuale dei sedimenti che includa per almeno i primi 2 anni batterie di saggi biologici costituite da almeno tre specie-test, finalizzati ad evidenziare eventuali effetti ecotossicologici a breve e a lungo termine, nonché ogni altra indagine ritenuta utile a valutare gli eventuali rischi per la salute umana associati al superamento riscontrato. 20 Standard di qualità ambientale espresso come valore medio annuo 21 Per altre acque di superficie si intendono le acque marino costiere, le acque territoriali e le acque di transizione 22 Standard di qualità ambientale espresso come concentrazione massima ammissibile 25

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