STRUTTURE PER L ALLEVAMENTO OVINO. Ovile moderno. Ambiente confortevole ed idoneo all espletamento delle varie operazioni.

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1 STRUTTURE PER L ALLEVAMENTO OVINO Ambiente confortevole ed idoneo all espletamento delle varie operazioni. Strutture preesistenti riadattate Spazio necessario ad una pecora stabulata è dimq 1 Ovile moderno Capannone prefabbricato con strutture portanti in ferro o cemento Copertura in lastre di metallo o sandwich di metallo e poliuretano Pannelli di contenimento perimetrale in materiale coibente Fabbricato sufficientemente alto Accesso alle macchine per la rimozione della lettiera Idonee finestrature per la luce e la ventilazione MODULARITÀ

2 All atto della progettazione si deve tuttavia tener conto del numero massimo di capi che si potranno allevare. Si dovrà pure tener conto del giusto orientamento del fabbricato, in modo da proteggere il gregge dai venti dominanti e da un eccessiva esposizione solare. E necessario inoltre costituire all esterno dell ovile, ed in suo proseguimento, una zona di stabulazione recintata (meglio se con elementi mobili), in modo che gli animali possano muoversi liberamente. L interno del capannone sarà suddiviso in tre zone parallele con tre accessi indipendenti: quella centrale, costituita dalla corsia di alimentazione ai cui lati verranno poste le mangiatoie rivolte all interno (di tipo autocatturante o normali), e quelle laterali riservate al gregge. La pavimentazione può essere realizzata in cemento od anche lasciata in terra battuta. Per questioni igieniche e di durata è bene che le attrezzature interne siano costituite con acciaio zincato, evitando gli spigoli vivi. Le transenne interne dovranno essere ben protettive e facilmente amovibili per essere impiegate secondo le necessità dell allevamento. Nello spazio interno devono essere calcolati anche i box delle fattrici e degli agnelli.

3 Il fienile e il magazzino con deposito di mangime ed altro potranno essere ricavati sempre all interno del capannone (in zona separata dall ovile mediante pannelli), oppure in fabbricati contigui già esistenti o da costruire. Anche in questo caso dovrà essere prevista la capienza massima in rapporto alle esigenze alimentari del gregge e, se prevista, a un eccedenza vendibile. Gli abbeveratoi dovranno essere del tipo automatico e provvisti di apposita protezione, onde evitare che l acqua venga inquinata dalle deiezioni. In caso di allevamento di ovini da latte, si preveda anche il caseificio e il luogo di conservazione del formaggio E necessario anche possedere una bilancia (del tipo basculla) con relativa gabbia mobile per la pesa degli animali Oltre all ovile e alle strutture annesse, occorre predisporre un piano di recinzione perimetrale e parcellare dell azienda (rete per recinzione in metallo zincato di un metro di altezza; palo di castagno con punta di due metri d altezza) per un più razionale pascolamento e per evitare la fuga o lo smarrimento di animali e per consentire all allevatore di utilizzare in modo diverso il tempo di sorveglianza del gregge al pascolo.

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11 SISTEMAZIONE DEI TERRENI MARGINALI, IMPIANTO DEI PRATI PASCOLO E LORO COLTIVAZIONE L ovinicoltura zone vocate di collina e di montagna Carico di bestiame idoneo zone collinari non bonificate 2 pecore per ettaro Allevare 100 pecore in tali zone occorrono 50 ettari di terreno Sarebbe auspicabile aumentare e migliorare le foraggere da pascolo e da affienare elevare il numero di capi allevabili per ettaro Passare attuali 2 capi ad almeno 3-4 capi

12 Terreno fertile Seminare cereale in autunno (orzo o grano duro) Traseminare il prato pascolo all inizio della primavera Foraggere buone erba mazzolina, ginestrino, trifoglio, sulla Futuro zootecnia collinare e montana Strettamente legato al miglioramento dei pascoli naturali e soprattutto alla costituzione dei pratipascolo

13 La foraggera più conveniente da affienare è l erba medica Terreni collinari non irrigui unica a consentire due o tre tagli stagionali Prati-pascolo un solo taglio a fine maggio o inizio di giugno con successiva assenza totale di ricaccio fino a metà settembre nelle aree collinari. Il foraggio va tagliato al momento giusto e nel modo più celere: fioritura per le leguminose e inizio della spigatura per le graminacee, altrimenti perde molto del suo valore nutritivo. puntare sulla qualità del fieno piuttosto che sulla quantità

14 Gli interventi per costituire un prato-pascolo sono di due tipi: 1) Totale - terreno nudo di recente sistemazione idraulico-agraria o terreno con preesistente coltura cerealicola. In questo caso bisogna procedere mediante aratura poco profonda (30 cm) per conservare lo strato fertile e per non portare in superficie eventuali sassi. Prima dell aratura distribuire concime Se si dispone di letame distribuirne q 300 ad ettaro Dopo l erpicatura si procederà alla semina La semina, sia che avvenga manualmente o meccanicamente, deve essere fatta ad una profondità massima di cm 1,5 altrimenti il seme rimane soffocato e non germoglia

15 2) Parziale - Per migliorare un pascolo naturale o un prato-pascolo Risemina dopo aver erpicato il terreno Rullare dopo la semina (può essere fatta manualmente o meccanicamente ad una profondità massima di cm 1,5). Specie foraggere prati-pascolo oligofiti, consociando 2 o 3 specie

16 Fra le graminacee si è imposto il LOIETTO INGLESE (Lolium perenne) e fra le leguminose il TRIFOGLIO VIOLETTO (Trifolium pratense). Sempre fra le graminacee sono da segnalare la Festuca Arundinacea varietà MARIS-KASBA (francese) e l ERBA MAZZOLINA Dactylis glomerata varietà CAMBRIA (francese) e fra le leguminose il TRIFOGLIO BIANCO (Trifolium repens) sia normale che nano. La Festuca e la Dactylis hanno però molta difficoltà nella fase germinativa, specie in periodi siccitosi e con letto di semina grossolano; la Festuca è più rustica ma meno appetita dalle pecore rispetto alla mazzolina. Anche allo stato secco la Festuca non è ben appetita dalle pecore che preferiscono sempre il fieno di leguminosa a quello di graminacea (un fieno ottimale sarebbe costituito dal 70% di leguminosa ed il 30% di graminacea).

17 Al pascolo la pecora ama alternare la leguminosa con la graminacea, preferendo spesso quest ultima (loietto e mazzolina) se non molto alta. Altre buone leguminose sono la LUPOLINA (Medicago lupulina), sia da pascolo che affienata e il GINESTRINO (Lotus corniculatus), meglio appetito allo stato secco che al pascolo. Fra le leguminose non si considera la MEDICA (Medicago sativa), data la sua alta pericolosità allo stato verde (mortalità dell 8% annuo nelle greggi pastorali alla continua ricerca di tale erba per una maggiore produzione di latte), consociabile eventualmente con mazzolina o festuca per la costituzione di un prato-pascolo, ricordando che d estate nelle zone aride e argillose si ha solo e non sempre il ricaccio della medica.

18 Nel caso si volesse impiantare un medicaio è bene collocarlo in una zona poco accessibile alle pecore o, meglio ancora, recintarlo con apposita rete, onde evitare l accesso delle pecore che potrebbero compromettere un eventuale sfalcio, correndo nel contempo il pericolo di morte per meteorismo. Un medicaio di collina produce mediamente in tre tagli circa 100 q.li di fieno secco, mentre un prato-pascolo produce in un taglio circa 40 q.li di fieno secco. Per la semina del prato-pascolo si consiglia il seguente miscuglio: kg 5 di LOIETTO INGLESE (o kg 8 di erba mazzolina se trattasi di terreno sciolto e fresco) + kg 2 di TRIFOGLIO BIANCO + kg 10 di TRIFOGLIO VIOLETTO, ad ettaro, avendo cura che il seme sia interrato ad una profondità non superiore a cm 1/1,5.

19 Si consiglia di seminare a metà Marzo per fruire delle piogge primaverili (negli ambienti con inverni non molto rigidi è preferibile la semina autunnale). Non pascolare prima di un anno dall impianto per non danneggiare le piantine. Se ben mantenuti mediante pascolamento razionale, concimazioni, erpicature e trasemine, i prati-pascolo hanno una durata illimitata e favoriscono la conservazione dell assetto idrogeologico. Si tenga comunque presente che d inverno l erba non cresce al di sotto dei +5, mentre d estate nelle zone particolarmente aride, è stentato anche il ricaccio della medica, per cui in assenza di possibilità irrigua, per non ricorrere ad un antieconomico impiego di fieno e mangime, utilizzare mediante pascolo le erbe e gli arbusti spontanei oltre al fogliame arboreo, che possiedono buone qualità nutrizionali.

20 Per una utilizzazione ottimale del foraggio e per una buona conservazione del cotico erboso, immettere il bestiame quando l erba ha una altezza di cm, perché se è troppo bassa gli animali possono «scollettarla» o sradicarla, mentre se è troppo alta si può avere un alta percentuale di perdite e sprechi. E necessario praticare anche il pascolamento turnato mediante la parcellazione con apposita rete di appezzamenti di terreno proporzionati al carico di bestiame (per esempio: 100 pecore in 5 ettari per 5 giorni per i periodi vegetativi più spinti) per evitare inappetenza per accumulo di feci ed eccessivo calpestamento.

21 Pascolo su piante erbacee spontanee, arbustive ed arboree Per affrontare estati particolarmente siccitose è necessario che gli ovini siano abituai ad alimentarsi con piante erbacee spontanee, arbustive e arboree. Fra le prime emerge per importanza il Meliloto (Melilotus altissima) che allo stato selvatico cresce in qualsiasi terreno (tranne quello acido) esposto all ombra. E una pianta con aspetto cespuglioso, molte ramificazioni, di circa 2 metri. Ha piccoli fiori gialli a grappoli e foglioline rade. Resta in fioritura da metà giugno a metà settembre, in periodi in cui anche la medica ha difficoltà di ricaccio, e possiede buone qualità alimentari essendo una leguminosa. Se affienata emana un gradevole profumo dovuto ad una sostanza aromatica denominata cumarina. Allo stato verde ha sapore di pisello fresco. Altre erbe selvatiche appetite dagli ovini sono: il tarassaco (soprattutto quando è maturo e peloso), la finocchiella (Myrrhis odorato) e la carota selvatica (Daucus carota) caratterizzate da una fitta infiorescenza bianca a forma di ombrello e dalla fragranza di anice, somiglianti alla velenosa cicuta che però emana cattivo odore e ha fusto macchiato di viola.

22 Fra le piante arbustive spiccano: la rosa selvatica (foglie e bacche contenenti vitamina C), il biancospino (foglie e bacche), il prugnolo, il rovo (foglie e more), la medica arborea, la vitalba. Fra le piante arboree spiccano: la robinia, il gelso, il pioppo, l olmo, il salice, il querciolo, la tamerice (specie in agosto-settembre, quando è più accentuato il sapore salino delle fronde). Occorre tenere presente che l altezza raggiungibile dall ovino è di circa m 1,50, pertanto per mantenere la vegetazione entro i limiti di altezza che ne consentano il pascolamento è opportuno potare le piante, a cm 15 da terra, nella stagione di riposo vegetativo. Tenere il bosco in condizioni praticabili per il bestiame per un suo più razionale utilizzo alimentare. Il foraggio prodotto dagli arbusteti e dal fogliame arboreo equivale a 0,15 UF per kg di sostanza fresca e 0,50 UF per kg di sostanza secca eguagliando il contenuto energetico delle foraggere coltivate.

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