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1 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI ESPOSIZIONE DEL FASCIO DEL MENTALE E DI ESECUZIONE DEI FORI PER IMPIANTI ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 4

2 1) scollare a tutto spessore il margine vestibolare della incisione orizzontale nella zona distale 2) eseguire la tunnellizzazione del lembo con l uso della sonda parodontale smussa o con lo scolla periostio tenuto a qualche millimetro dall angolo di riflessione del lembo 3) osservare se la corticale si introflette per dare origine al forame mentoniero 4) se non è presente il forame, estendere in sicurezza con il bisturi per qualche ulteriore millimetro la incisione orizzontale 5

3 5) estendere lo scollamento a tutto spessore in questo modo in direzione distale 6) sondare così con la sonda parodontale smussa la introflessione del forame mentoniero e la presenza del fascio vascolo nervoso del mentale 7) in base alla esposizione chirurgica del forame mentoniero spostare la posizione prevista per l impianto più distale, mantenendolo almeno a sei millimetri dalla posizione del forame mentoniero se questo non è visibile in radiografia 8) la esposizione chirurgica del forame non è mai necessaria nel caso di overdenture su quattro impianti, che si possono sempre inserire mesialmente alle linee dei canini 9) la esposizione chirurgica è spesso necessaria nel caso di protesi fissa su sei impianti interforaminali nel caso che il dato radiografico non sia chiaro 6

4 esecuzione dei fori alla profondità di sicurezza 10) con la fresa da invito tonda a bassa velocità con irrigazione esterna con micromotore per implantologia (e con movimenti alternati e intermittenti) eseguire la perforazione della corticale nella posizione mesiodistale prevista per i quattro impianti 11) eseguire le perforazioni di invito in una posizione più linguale rispetto alla cresta residua se questa è molto atrofica (per avere un valido spessore osseo corticale anteriormente agli impianti) 7

5 12) sondare le corticali vestibolare e linguale con la sonda parodontale e con la sonda odontoiatrica 13) sondare le corticali per determinare la direzione della bisettrice dell angolo da esse formato, secondo la quale si eseguirà la perforazione per i quattro impianti 14) il sondaggio della corticale linguale è anche integrato dalla palpazione linguale per analizzare eventuali sottosquadri linguali e prevenire perforazioni della corticale linguale 8

6 15) eseguire con fresa 1 iniziale corta la fresatura iniziale per i quattro impianti alla profondità di sicurezza di sette mm (determinata in base alla radiografia preoperatoria) alla quale si è certi di non perforare la corticale inferiore del corpo mandibolare calcolo della profondità di lavoro 16) collocare la fresa 1 iniziale corta, la fresa 1 iniziale media e la fresa 1 iniziale lunga all interno di tre fori 9

7 17) clampare la lastra radiografica con una pinza portaaghi ed eseguire nel paziente una radiografia endorale con proiezione di 45 gradi dal basso 18) nel simulatore rimuovere il modello della arcata inferiore svitando la vite e collocarlo sul sopporto per radiografie nella sala dove vi sono i radiografici 19) inserire la lastra nel centratore e collocare il radiografico per avere una proiezione di 45 gradi dal basso 20) calcolare nella radiografia la profondità di lavoro per i tre impianti dove sono collocate le frese, analizzando lo spazio tra la punta della fresa e la corticale inferiore del corpo mandibolare 21) misurare lo spazio nella radiografia in base ai solchi millimetrati presenti nelle frese 22) calcolare per analogia la profondità di lavoro del quarto impianto; in caso di dubbio eseguire altre radiografie con le frese utilizzate come sonde radiografiche 10

8 completamento dei fori 23) raggiungere la profondità di lavoro per i quattro impianti con la fresa 1 iniziale media 24) se la corticale è particolarmente spessa, eseguire per i quattro impianti anche la fresatura della corticale con la fresa 2 intermedia corta 25) raggiungere la profondità di lavoro per i quattro impianti con la fresa 3 finale media 11

9 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI INSERIMENTO DI IMPIANTI PER ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 12

10 26) se si apprezza manualmente una resistenza eccessiva all avvitamento, svitare l impianto ed eseguire la filettatura ulteriore del foro con un filettatore finale medio prima di riavvitare l impianto 27) avvitare progressivamente tutti gli impianti 13

11 28) alla fine dell avvitamento eseguire se necessario la ulteriore rotazione per allineare i piani inclinati dell impianto con quelli del margine osseo 29) se vi sono margini dell impianto troppo rilevati rispetto al margine osseo, è ancora possibile ridurli intraoralmente con la fresa abrasiva pietra verde ad alta velocità 30) utilizzare la fresa abrasiva senza lo spray del riunito ma con il raffreddamento della soluzione fisiologica che fuoriesce dal manipolo eventuale esercitazione accessoria 31) se il tempo disponibile lo permette inserire altri due impianti da 13 millimetri per la esercitazione accessoria distalmente ai quattro inseriti per overdenture per poter eseguire una protesi fissa su sei impianti 32) in questo caso esporre bilateralmente i forami mentonieri per analizzare chirurgicamente lo spazio disponibile distalmente 14

12 applicazione degli inserti di chiusura e dei materiali per rigenerazione guidata nella ipotesi di cresta irregolare 33) inserire nei fori interni degli impianti quattro inserti di chiusura in politetrafluoroetilene PTFE 34) comprimere l inserto di chiusura con il polpastrello per adattarlo al foro interno degli impianti 15

13 35) è anche possibile comprimere l inserto di chiusura con una fresa tonda extragrande ad alta velocità montata su turbina ed utilizzata senza farla ruotare come se fosse un otturatore tondo preparazione della filiera 36) preparare una filiera, facendo passare dapprima i fili dei punti staccati in corrispondenza degli angoli tra incisioni vestibolari e incisione rilasciante 16

14 37) collocare poi i fili corrispondenti ai punti corrispondenti gli angoli tra le festonature (senza annodarli) 38) collocare lateralmente i fili intermedi della filiera in modo che non ostacolino l inserimento dei materiali per rigenerazione guidata 17

15 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI APPLICAZIONE DI MATERIALI PER RIGENERAZIONE GUIDATA ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 18

16 39) compattare la idrossilapatite con garza asciutta 40) bagnare la membrana con una goccia della soluzione fisiologica della fiala per simulare la adesività al tessuto osseo sanguinante; questa procedura non è necessaria nel paziente 41) applicare le membrane al di sopra della idrossilapatite e sui margini ossei 42) comprimerle con garze asciutte perché aderiscano spontaneamente al tessuto osseo sottostante 19

17 43) per esercitazione ipotizzare che la cresta sia fortemente irregolare sui due impianti del terzo quadrante (come ad esempio una cresta con alveolo postestrattivo) 44) in questo caso per stabilizzare ulteriormente la membrana perforarla con una pinza foradiga 45) rimuovere un inserto di chiusura ed inserirlo nel foro della membrana; riapplicare poi l inserto con la membrana all interno del foro dell impianto 46) l inserto stabilizza ulteriormente la membrana in collagene al di sopra di un alveolo postestrattivo; si può stabilizzare la membrana anche con l altro inserto, dopo averla forata intraoralmente nella posizione del foro interno dell impianto con un escavatore 20

18 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI PARALLELIZZAZIONE DI PERNI TRANSMUCOSI ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 21

19 1) collocare tutti i perni all interno dei rispettivi fori e eseguire con la fresa al carburo di tungsteno un piccolissimo solco di riferimento vestibolare per trovare facilmente la loro posizione rotatoria 2) per parallelizzare i perni transmucosi osservarli ad arcate aperte da un punto di vista craniale a visione monoculare con la mandibola in posizone di riposo 3) il punto di vista dell operatore deve essere adiacente ai margini incisivi superiori 4) segnare con il pennarello la parte della circonferenza laterale dei perni più visibile, che indica la direzione di piegatura dei perni 22

20 5) la superficie laterale segnata corrisponde al soprasquadro (la parte opposta al sottosquadro) rispetto al punto di vista dell operatore tangente al margine incisivo 6) il punto di vista dell operatore tangente al margine incisivo corrisponde anche all asse di inserzione della sottostruttura ritentiva che verrà cementata sui perni 7) piegando i perni verso il soprasquadro essi si dirigeranno infatti verso i margini incisivi e la superfici palatali sopracingolari degli incisivi superiori annullando il sottosquadro opposto 23

21 8) valutare a visione indiretta con lo specchietto odontoiatrico di quanto i perni devono essere piegati angolarmente per parallelizzarli 9) in questo modo essi saranno all interno delle flange vestibolare e linguale della overdenture 10) inserire la parte inferiore dei perni transmucosi nel foro del parallelizzatore cilindrico 11) inserire la parte superiore dei perni transmucosi nel foro del parallelizzatore conico 12) mantenendo una pressione di un parallelizzatore verso l altro (per piegare i perni solo al livello del colletto) piegare progressivamente i perni nella direzione del soprasquadro fino ad annullare il sottosquadro ed ottenere la parallelizzazione ottimale 13) se si utilizzano i perni grip la parallelizzazione è molto più semplice perché i perni possono ruotare di 360 gradi prima della cementazione 24

22 14) utilizzando i perni grip è sufficiente valutare con lo specchietto di quanto i perni devono essere piegati angolarmente per parallelizzarli e poi ruotarli per ottenerne la direzione ottimale 15) inserire tutti i perni parallelizzati nei rispettivi fori parallelizzazione dei perni transmucosi per protesi fissa su sei impianti interforaminali 16) se si sono esposti sei impianti interforaminali per una protesizzazione fissa da 35 a 45 la procedura di parallelizzazione è analoga: ipotizzare la altezza verticale di riposo 17) la posizione di riposo è ottenuta nel paziente facendogli pronunciare la consonante M con le labbra che appena si toccano e la muscolatura mandibolare rilasciata 25

23 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI SCOLLAMENTO DI LEMBI MUCOPERIOSTEI PER RIALZO DEL SENO E DI SUTURE ARTERIOSE ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 26

24 1) scollare cranialmente fino a visualizzare la radice del processo zigomatico del mascellare sutura emostatica di arteria emissaria della arteria palatina 1) nella ipotesi di un sanguinamento arterioso pulsante di una emissaria della arteria palatina, per prima cosa comprimere con il polpastrello verso il tessuto osseo la zona di tessuto molle con sanguinamento pulsante 27

25 2) campare il margine con una pinza portaaghi o più pinze portaaghi in funzione di pinza emostatica nel punto di sanguinamento 3) eseguire la infiltrazione del tessuto palatale nella zona sanguinante con siringa con anestetico per ottenere una compressione per infiltrazione del tessuto 4) passare l ago e il filo 2/0 in una zona palatale craniale al punto di sanguinamento, a monte del decorso della arteria emissaria, inglobando la quantità maggiore possibile di tessuto del lembo 28

26 5) stringere strettamente il nodo iniziale con tre rotazioni in senso orario ed eseguire il nodo di stabilizzazione e di sicurezza con rotazioni singole in senso antiorario ed orario 6) rimuovere la pinza emostatica per controllare se il sanguinamento arterioso è cessato 29

27 7) se il sanguinamento non è cessato eseguire un nuovo passaggio dell ago e del filo senza tagliare i capi del filo 8) annodare strettamente utilizzando lo stesso capo corto precedente per ischemizzare con la trazione del filo una zona più ampia di tessuto del lembo a monte del sanguinamento 9) eseguire quindi la progressiva ischemizzazione di zone sempre più ampie di tessuto con passaggi dell ago ed annodamenti successivi 30

28 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI USO DI MARTINETTO IDRAULICO INVERSO PER LO SCOLLAMENTO DELLA MUCOSA DEL SENO ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 31

29 1) accertarsi con la sonda parodontale che il taglio della parete sia quasi completo e che si apprezzi la resistenza elastica della mucosa 2) con il polpastrello o con un otturatore tondo grande (appoggiato al tessuto osseo adiacente per non intruderlo in maniera incontrollata) introflettere appena la scheggia ossea della finestra all interno del seno mascellare 3) apprezzare tattilmente con il polpastrello o con l otturatore tondo grande la mobilizzazione della scheggia ossea 32

30 4) applicare la estremità del martinetto idraulico inverso sul raccordo connesso alla siringa 5) riempire la siringa del martinetto idraulico inverso con soluzione fisiologica prelevata dal bicchierino in plastica grande 6) applicare la siringa sul raccordo del martinetto idraulico inverso 33

31 7) provare su un polpastrello della mano sinistra la pressione progressiva che si esercita sullo stantuffo con la mano destra 8) applicare il martinetto idraulico inverso sulla prima finestra 9) applicare ad intermittenza una piccola pressione 34

32 10) applicare il martinetto fino ad ottenere il primo scollamento della mucosa 11) eseguire con le spatoline smusse preangolate per il rialzo del seno alle quali si può ulteriormente piegare la punta (con una pinza con le estremità ricoperte da plastica) un cauto ulteriore scollamento della mucosa del seno mascellare 35

33 12) scollare così la mucosa per qualche millimetro attorno alla scheggia mesialmente e distalmente, valutando quale è la resistenza allo scollamento 13) applicare già qualche piccola membrana di protezione sulla mucosa per proteggerla dalla esecuzione delle ulteriori finestre 14) eseguire altre finestre ossee (generalmente due, una mesiale ed una distale) ed introfletterle con il polpastrello applicando ancora se possibile il martinetto idraulico inverso 36

34 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI APPLICAZIONE DI IMPIANTI E DI MATERIALI PER RIGENERAZIONE GUIDATA PER RIALZO DEL SENO ESEGUITE SU TESSUTI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 37

35 15) avvitare gli impianti fino ad incontrare la parete laterale del seno oltre il livello delle finestre ossee, ottenendo quindi la stabilità primaria data dalle tre corticali della cresta, del pavimento del seno e della parete laterale del seno (anche la convergenza degli impianti aiuta la stabilità) 16) se non si riesce ad effettuare il primo avvitamento degli impianti, eseguire la filettatura con il filettatore finale medio; questa procedura non è mai necessaria con gli impianti conici con piani autofilettanti 17) eseguire se necessario la ulteriore rotazione per allineare i piani inclinati degli impianti con quelli del margine osseo 18) se vi sono margini degli impianti troppo rilevati rispetto al margine osseo, ridurli intraoralmente con la fresa abrasiva pietra verde ad alta velocità (senza lo spray del riunito ma con il raffreddamento della soluzione fisiologica del micromotore) 38

36 19) questa procedura non è pressoché mai necessaria se si utilizzano gli impianti con i margini già angolati di 20 gradi e con tutte le misure intermedie disponibili applicazione degli inserti di chiusura 20) applicare gli inserti di chiusura con la pinza odontoiatrica e comprimerli apicalmente con la pressione del polpastrello o con un otturatore grande o con la fresa tonda extragrande montata su turbina utilizzata come un otturatore grande 21) se lo spazio osseo attorno agli impianti è minimo e la cresta è regolare si possono utilizzare tre inserti di chiusura con membrana in PTFE dopo avere applicato prima nei microspazi attorno gli impianti una quantità minima di idrossilapatite con uno spingiidrossilapatite piccolo 39

37 22) gli inserti di chiusura con membrana in PTFE sovrastano i margini ossei attorno agli impianti per circa un millimetro e permettono di non applicare le membrane in collagene sopra gli impianti applicazione dei materiali per rigenerazione guidata 23) preparare una filiera facendo passare i fili 2/0 del punto staccato in corrispondenza dell angolo tra incisione orizzontale e verticale 24) completare la filiera con un punto staccato distale che unirà distalmente i margini della incisione orizzontale (non annodare i fili: in questo modo il lembo verrà immediatamente suturato al di sopra dei materiali per rigenerazione guidata) 25) scollare se necessario il margine palatale della incisione, per poter poi introflettere la membrana per rigenerazione guidata, utilizzando lo scolla periostio con un dito di controllo alla estremità e con controllo bimanuale per evitare che possa scivolare in direzione palatale 40

38 26) per le finestre ossee ritagliare con la forbice curva una membrana in collagene in modo che i margini sovrastino i margini ossei attorno alle finestre per circa due millimetri 27) per gli impianti ritagliare con la forbice curva una membrana in collagene delle dimensioni opportune, in modo che i suoi margini sovrastino i margini ossei attorno agli impianti per circa due millimetri 28) bagnare le membrane con soluzione fisiologica per simulare la loro adesività spontanea ai piani ossei sottostanti (questa procedura non è necessaria nella situazione clinica reale) 29) riempire lo spingiidrossilapatite angolato con la idrossilapatite del bicchierino in plastica 30) applicare ulteriore idrossilapatite lateralmente agli impianti 31) controllare che la idrossiapatite riempia completamente le finestre vestibolari 41

39 32) compattare la idrossilapatite con garza asciutta 33) applicare la membrana per le finestre ossee al di sopra della idrossilapatite 34) controllare che la membrana sovrasti i margini ossei della parete laterale del seno 35) comprimerla se necessario con garze asciutte perché aderisca spontaneamente al tessuto osseo sottostante 42

40 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI IMPRONTE PER OVERDENTURE SU IMPIANTI ESEGUITE SU SIMULATORI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 43

41 preparazione delle finestre vestibolari 1) reinserire il portaimpronta su misura attorno alla arcata inferiore e segnare con il pennarello la posizione approssimativa dei transfers sulla flangia vestibolare 2) con la fresa al carburo di tungsteno montata sulla turbina con raffreddamento con spray eseguire delle finestre sulla flangia vestibolare del vallo fino a visualizzare completamente i transfers 44

42 esecuzione della impronta della arcata edentula 3) lubrificare la arcata inferiore con olio di paraffina applicato con rulli di cotone perché non vi aderisca il materiale da impronta (questa manovra non è necessaria in condizioni cliniche reali) 4) versare nel bicchierino per mescolazione 10 cc di materiale siliconico fluido per impronte 5) prelevare con la siringa una quantità corrispondente di polimerizzatore liquido per materiale siliconico fluido per impronte 6) mescolare i due componenti nel bicchierino facendo scorrere il bastoncino per mescolazione sulle pareti laterali 7) mescolare per almeno quaranta secondi e fino a che il materiale siliconico è diventato di colore blu intenso 8) applicare il beccuccio del bicchierino per mescolazione 9) riempire dal retro la siringa per monconi 10) applicare allo stantuffo alla siringa per monconi 11) applicare con la siringa materiale siliconico fluido attorno ai transfers 45

43 12) applicare materiale siliconico fluido sulla superficie inferiore del portaimpronte su misura ed inserire il portaimpronte su misura attorno alla arcata inferiore 13) fare chiudere le arcate del simulatore con un elastico nella posizione di relazione centrica tra le arcate determinata con la resina aggiunta sul vallo in cera 14) controllare che i transfers siano visibili attraverso le finestre vestibolari, e in caso contrario rimuovere da essi una parte del materiale fluido da impronta con l aspiratore e con l escavatore 46

44 esecuzione della impronta di posizione dei transfers 15) versare nel bicchierino del liquido per resina autopolimerizzante per impronte di posizione e aggiungere polvere mescolando con la spatola fino ad avere un impasto molto fluido 16) senza fare aprire le arcate al paziente, applicare con la spatolina piccola la resina autopolimerizzante per impronte di posizione sui transfers in modo da unirli al portaimpronte su misura 17) applicare altra resina quando diventa meno fluida con una spatola per mescolazioneper chiudere completamente le finestre vestibolari del portaimpronte su misura 18) quando la resina è in via di consolidamento modellare la flangia vestibolare con un polpastrello e fare eseguire i movimenti funzionali di movimento passivo delle labbra e guance per definire il margine della overdenture 19) attendere il consolidamento della resina, rimuovere il portaimpronta e controllare che all interno della impronta siano stati inglobati i transfers nella loro posizione spaziale reciproca, per permettere al laboratorio di completare la overdenture in una sola seduta 20) è anche possibile utilizzare al posto della resina rossa per impronte di posizione resina composita foto polimerizzabile fotopolimerizzandola a strati successivi di circa quattro milllimetri 47

45 DESCRIZIONE DEL METODO DIDATTICO ESEMPIO DI SEQUENZE DI ESEGUITE SU SIMULATORI DAI PARTECIPANTI AL CORSO CON LA GUIDA CONTINUA DEL DOCENTE: I TESTI COMPLETI CON LA ANALISI SEQUENZIALE DI TUTTE LE PROCEDURE E CON TUTTI GLI SCHEMI ILLUSTRATIVI VENGONO CONSEGNATI AI PARTECIPANTI DURANTE LE ESERCITAZIONI E USATI COME GUIDA OPERATIVA PRATICA DOPO IL CORSO 48

46 regolazione del vallo in resina 1) versare in un bicchierino il liquido della resina autopolimerizzante per impronte di posizione e aggiungere la polvere mescolando con la spatola fino ad ottenere un impasto molto fluido 2) applicare con una spatola la resina autopolimerizzante sui transfers e tra di essi per rilevarne la posizione spaziale reciproca 3) aggiungere altra resina autopolimerizzante al di sopra dei transfers, e realizzare con essa un vallo in resina orizzontale esteso alla arcata da 35 a 45, alla altezza verticale di chiusura opportuna 4) quando il vallo in resina regolato alla altezza verticale di chiusura è consolidato, aggiungere sul vallo una ulteriore piccola quantità di resina autopolimerizzante 49

47 5) fare chiudere passivamente il paziente nella posizione di relazione centrica con la manovra di Dawson modificata, esercitando una pressione craniale sui condili verso la parte più alta delle fosse glenoidp afferrando gli angoli mandibolari 6) attendere il consolidamento della resina mantenendo le arcate del simulatore in chiusura con un elastico 7) quando la resina è consolidata, controllare che su di essa siano state riprodotte le cuspidi e i margini incisivi della arcata antagonista 8) se si utilizza resina composita foto polimerizzabile, eseguire la foto polimerizzazione prima vestibolarmente ad arcate chiuse e poi occlusalmente ad arcate aperte 9) in questo modo di potrà trasmettere al laboratorio il dato della occlusione in relazione centrica, con i condili nella parte più alta delle fosse glenoidi 50

48 esecuzione della impronta finale in alginato 10) selezionare un portaimpronte inferiore in grado di inglobare la arcata dal 35 al 45 11) prelevare il misurino forato per polvere di alginato ed il misurino non forato per liquido di alginato 12) eseguire una impronta della arcata inferiore in alginato mescolando due misurini per polvere di alginato con due misurini per liquido riempiti con il contenitore per acqua con la spatola grande per alginato nella scodella per mescolazione 13) controllare che la impronta inglobi il blocco di resina con i transfers all interno e si estenda sui tessuti molli della arcata dal 35 al 45 14) a consolidamento avvenuto del materiale, rimuovere l impronta 51

49 15) controllare che i transfers uniti dalla resina siano stati inglobati nell impronta; se sono rimasti sui perni transmucosi rimuoverli con la massa di resina e reinserirli all interno dell impronta nella corrispondente posizione 16) controllare che i tessuti molli della arcata siano stati riprodotti dal 35 al 45 per permettere al laboratorio di terminare il lavoro in un solo passaggio e di consegnare la protesi fissa definitiva nella seduta successiva 52

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