Strauss-Kahn rischia settant anni

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1 MARTEDÌ 17 MAGGIO 2011 ANNO N. 116 In Italia EURO 1,20 Milano, Via Solferino 28 - Tel Servizio Clienti - Tel Fondato nel Roma, Piazza Venezia 5 Tel Banca centrale europea Draghi candidato unico La scelta dell Eurogruppo I. Caizzi, S. Tamburello apagina31 Medio Oriente Napolitano ai palestinesi: un ambasciatore a Roma Francesco Battistini Marzio Breda apagina33 Antonio Ferrari apagina57 Corte dell Aja «Gheddafi e figlio vanno arrestati» di Luigi Offeddu apagina > Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Delusione nel centrodestra per la città simbolo: non ce l aspettavamo. «Stupore» della Lega: serve una riflessione. Bersani: il vento è cambiato Sorpresa a Milano, Pisapia in testa Moratti sotto di quasi 7 punti, si va al ballottaggio. Giù il Pdl, il terzo polo non sfonda Il Pd vince subito a Torino e Bologna. Ma a Napoli è superato da de Magistris (Idv) LO SCHIAFFO di MASSIMO FRANCO del Nord» mostra una sofferenza e una L «asse precarietà inaspettate: almeno, se con il termine si intende l alleanza protagonista di una campagna incline all estremismo, che si è manifestata nel voto amministrativo di ieri e l altro ieri. Il ballottaggio a Milano umilia non tanto il sindaco uscente, Letizia Moratti, ma Silvio Berlusconi, che chiedeva un referendum su se stesso e sul governo e riceve uno schiaffo personale e politico; e in parallelo ridimensiona le ambizioni di sfondamento della Lega. Il silenzio di Umberto Bossi è più rumoroso di qualunque commento. Trasmette l immagine di un Carroccio che fatica a saltare il recinto delle città medie e piccole; ed è costretto a farsi molte domande sul futuro. Ma l effetto va oltre il capoluogo lombardo, che pure è destinato a diventare l epicentro delle tensioni nel centrodestra. Un opposizione rinfrancata dai risultati che si delineavano ieri notte già sogna la rottura fra Pdl e lumbard, una crisi di governo e l archiviazione in tempi rapidi del berlusconismo. La situazione, in realtà, rimane aperta. Fra due settimane, i ballottaggi potrebbero restituire la vittoria alla maggioranza, che ieri a Milano e Napoli l ha mancata anche per eccesso di sicurezza e di aggressività. E la silhouette delle opposizioni si tinge di un rosso forte, radicale, col «Polo dei moderati» allo stato embrionale. Insomma, il responso di ieri è netto nell indicazione degli sconfitti; non altrettanto univoco nel presentare un alternativa di governo: a meno che, in prospettiva, si ritenga davvero che l Italia possa essere guidata da una sinistra dominata dagli eredi di Rifondazione comunista, dall Idv e dai «grillini», oggi in grado di imporre candidati al Pd. In attesa dei risultati definitivi, per il partito di Pier Luigi Bersani le uniche eccezioni, importanti, sono Torino e Bologna. Per il resto, la soddisfazione e il sollievo degli avversari sono un rimbalzo della battuta d arresto berlusconiana. Anche nella sconfitta, il presidente del Consiglio disegna il territorio circostante e lo condiziona: nel proprio campo e in quello avverso. Ma con un rovesciamento della percezione del suo ruolo che fa prevedere un periodo di instabilità e di altre rese dei conti nel centrodestra. In fondo, se ne può intravedere un assaggio nei voti mancati alla Moratti: consensi che sarebbe ingeneroso attribuire solo ai suoi errori. Le frasi fatte filtrare dal «cerchio magico» di Bossi, secondo le quali con Berlusconi la Lega perde, sono un indizio. Trasformano il tocco berlusconiano, che ancora nel 2010 faceva vincere la quasi sconosciuta Renata Polverini nel Lazio, in un handicap da «re Mida alla rovescia». Probabilmente era forzata la visione precedente, ed è eccessiva l attuale. Ieri è cominciato il ridimensionamento di un leader che dopo essersi presentato ed essere stato considerato da militanti e alleati come un demiurgo ora rischia di diventarne il capro espiatorio. Il caso di pedofilia «Li voglio giovanissimi» Gli sms del sacerdote L AMARA SFIDA SULLE PREFERENZE di GIAN ANTONIO STELLA al punto di vista «D politico, quello che conta è il primo turno», esultò Letizia Moratti dopo la vittoria della destra alle ultime provinciali. «È una legge iniqua, va abolito il secondo turno», ribadì Mariastella Gelmini. «È giunto il momento di mettere da parte i ballottaggi: l ho già detto a Berlusconi ed è d accordo», sentenziò Ignazio La Russa. Strauss-Kahn rischia settant anni La giudice di New York ha negato la libertà su cauzione a Dominique Strauss-Kahn (foto). Il direttore del Fondo monetario internazionale arrestato sabato con l accusa di stupro resta in cella: per i sette capi d imputazione rischia 70 anni. ALLE PAGINE 28 E 29 Farkas, Montefiori e un intervento di Bernard-Henri Lévy di GIAN GUIDO VECCHI ALLE PAGINE 36 E 37 Dellacasa, Focarete La sorpresa delle elezioni amministrative 2011 viene da Milano, dove il candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia, è in testa. Il sindaco uscente, Letizia Moratti, centrodestra, sotto di quasi sette punti: si va al ballottaggio. Tensioni nella maggioranza. La Lega chiede una riflessione. Scende il Pdl, il terzo polo non sfonda. Il Pd vince a Torino e a Bologna. Ma a Napoli è superato dal candidato idv, de Magistris. Il segretario del Pd, Bersani: «Il vento è cambiato». Funerali dopo il delitto Il marito in ginocchio sulla bara di Melania di GOFFREDO BUCCINI DA PAGINA 2 A PAGINA 27 Negata la cauzione, il capo del Fondo monetario resta in cella per stupro Gli errori LA METROPOLI CHE NON AMA GLI ECCESSI di GIANGIACOMO SCHIAVI E ballottaggio a parti rovesciate, con numeri che ribaltano sondaggi e previsioni. E in testa Pisapia, la Moratti insegue. Ma il segnale di Milano è un piccolo terremoto. CONTINUA A PAGINA 9 Giannelli Tutte le crepe dell asse del Nord di DARIO DI VICO A PAGINA 57 Ally Condie Il rischio 1993 L IPOTECA DELLA SINISTRA RADICALE di ALDO CAZZULLO Il Pd sbaglierebbe a trarre auspici troppo favorevoli dalla netta sconfitta di Berlusconi a Milano. Certo, il risultato di ieri se sarà confermato dai ballottaggi può avviare l alternanza al governo del Paese. CONTINUA A PAGINA 57 Lo sfogo del premier contro «la sinistra estrema» Maggioranza in difficoltà Gelo tra Berlusconi e Bossi Maggioranza di governo in difficoltà. Sfogo del premier contro «la sinistra estrema». Disappunto della Lega per i risultati di Milano. E gelo tra Berlusconi e Bossi. ALLE PAGINE 10 E 11 CONTINUA A PAGINA 10 A PAGINA 39 FAZI EDITORE La scelta COPIE VENDUTE NEL MONDO

2 2 Primo Piano Martedì 17 Maggio 2011 Corriere della Sera # Il voto I risultati ( È una inequivoca sconfitta del centrodestra e della linea estremista di Berlusconi e una affermazione del centrosinistra Walter Veltroni,Pd Ballottaggio a Milano e a Napoli I Democratici prendono subito Torino (Fassino) e Bologna (Merola). Delude il terzo polo Provinciali, tre a due per il centrosinistra: sei sfide rinviate al secondo turno L analisi Una campagna dura La Lega paga un «ruolo» moderato ma rimane decisiva La sinistra Il risultato di Napoli mostra la fiacchezza del partito di Bersani che, dopo un esperienza disastrosa alle primarie, manca il ballottaggio di RENATO MANNHEIMER La competizione milanese era divenuta simbolica anche sul piano nazionale. Come si sa, è passata da una mera elezione amministrativa ad un vero e proprio referendum che coinvolgeva lo stesso Berlusconi. Proprio quest ultimo aveva sostenuto che era necessario un segnale forte da Milano, consistente in una netta vittoria al primo turno. Di qui una campagna elettorale volutamente molto politicizzata, sempre più legata a temi nazionali, con un forte impegno personale dei leader del Pdl e, non a caso, un posizionamento assai più defilato della Lega. La quale, un po paradossalmente, ha assunto l immagine di una componente «moderata», a fronte di una posizione più «forte» (o, in certi casi, «estrema») del Pdl. Bossi ne ha pagato almeno in una certa misura lo scotto, tanto che una parte di elettori leghisti delle ultime consultazioni pare non avere rinnovato a Milano la fiducia al Carroccio. L esito costituisce dunque una sconfitta per il Cavaliere. Le dinamiche che hanno portato a questo risultato potranno essere meglio evidenziate quando saranno disponibili le analisi scientifiche sui flussi elettorali. Ma, già da ora, appaiono ragionevolmente evidenti almeno due elementi. In primo luogo, dato il carattere sempre più politico della competizione, vanno considerate le componenti più generali che, anzi, data la connotazione della campagna elettorale, diventano in questo caso centrali. Specialmente il trend di erosione di popolarità del presidente del Consiglio, già evidenziato sul Corriere nelle scorse settimane, e riaffermato con questo voto. Il calo contemporaneo di Pdl e Lega ne accentua le implicazioni a livello nazionale, di fronte alle quali Berlusconi dovrà in qualche modo reagire. Ha poi certo influito la campagna elettorale della Moratti e, specialmente, l ultimo clamoroso errore in occasione del dibattito con Pisapia. Quest ultimo è invece riuscito, in queste settimane, ad allontanare progressivamente da sé il connotato di estremista (che vanamente il sindaco uscente ha cercato all ultimo di ricordare), per conquistare via via un immagine più moderata, che è riuscita a persuadere anche svariati ambienti della borghesia milanese. Ciò non significa tuttavia che riuscirà necessariamente a prevalere anche al secondo turno. Tutto dipenderà dalla posizione della Lega, da quella dei centristi (il cui rilievo politico si accresce anche sul piano nazionale, sempre che riescano a non spaccarsi da subito tra loro), ma anche dalle scelte del Movimento 5 Stelle che, nelle scorse settimane, aveva dichiarato di non voler votare al ballottaggio. Ma se Berlusconi ha (per ora) perso, il Pd non ha (per ora) vinto. Specie il risultato di Napoli mostra, ancora una volta, la fiacchezza del partito di Bersani che, dopo avere subito una esperienza disastrosa con le primarie, non è riuscito ad accedere al ballottaggio, malgrado avesse presentato un candidato di grande valore. Anche a Milano, peraltro, l esponente indicato dal Pd aveva perso le primarie. È l effetto dei forti conflitti interni al partito, particolarmente accentuati a Napoli, ma presenti anche notevolmente sul piano nazionale. Nel loro insieme, i risultati di queste amministrative indicano il frequente prevalere della figura del candidato nelle decisioni di voto degli elettori (evidente anche dalla diffusione del voto disgiunto) a fronte dell ulteriore allontanamento dalle già erose fedeltà di partito. E sanciscono, in una certa misura, la debolezza delle forze politiche maggiori. Il successo dei grillini in diversi contesti segnala nuovamente il trend di distacco di una parte crescente dell elettorato dai partiti tradizionali, l insoddisfazione per un quadro politico che a molti appare inconcludente. Anche questo mostra come queste amministrative segnino probabilmente l inizio di una più complessa fase di mutamento e di transizione dello scenario politico italiano. ROMA Il centrosinistra centra in pieno l obiettivo nelle grandi città ballottaggi a Milano e Napoli, vittoria al primo turno netta a Torino e, sul filo di lana, a Bologna, s impone alle, nei capoluoghi, 12 a 5 (7 saranno quindi i ballottaggi) e rinvia la partita delle Provinciali (vincendo comunque 3 a 2) perché in questo caso i ballottaggi sono 6 su 11. In provincia di Lecco Morterone, il Comune più piccolo: in 31 al voto MILANO Tra i Comuni andati al voto, ci sono 6 centri che hanno meno di cento cittadini iscritti nelle liste elettorali. Si tratta, nell ordine, di Morterone (in provincia di Lecco) con 31 elettori, Massello (Torino) dove possono recarsi alle urne 71 persone, Balmuccia (Vercelli) con 80 cittadini chiamati al voto, Baradili ed Oncino, rispettivamente in provincia di Oristano e Cuneo, con 91 elettori a testa, e di Bergolo, piccolo centro delle Langhe cuneesi, dove possono votare 99 persone. È quanto emerge dai dati forniti dal ministero dell Interno e da Comuniverso-Ancitel, elaborati da Comunicare-Anci. Nel complesso hanno votato 315 Comuni con meno di elettori, vale a dire il 24% del totale degli enti interessati dalla consultazione. Il centrodestra conquista i comuni di Catanzaro, Caserta, Reggio Calabria e stavolta spera di strappare anche Cosenza. Fatica a Latina, conferma (con il candidato della Lega) la provincia di Treviso ma perde Fermo e rischia nelle roccaforti di Olbia e Cagliari. La Lega non sfonda nei 43 «derby lombardi» con il Pdl e a Gallarate (Varese), dove il Carroccio ha presentato un suo candidato contro quello scelto da Silvio Berlusconi, si ferma al 31% rischiando fino all ultimo di non partecipare al ballottaggio. Si va al secondo turno anche a Novara, dove peserà il terzo polo (7,1%). Più difficili, con lo scrutinio delle ancora in corso nella notte, i calcoli sui voti di lista. Il Pdl delude a Milano (28,7%, contro il 36,9 delle ultime Politiche, facendosi agguantare dal Pd), registra un 23,3% a Napoli e un 21,4% a Reggio Calabria. Il Pd, dunque, ottiene un successo insperato a Milano (28,6%), a Torino con il 34,5% addirittura quasi doppia il Pdl (18,3%), tiene a Bologna (38,1%) e a Trieste, ma delude a Napoli (17%) e crolla in Calabria (sotto il 10%). Stabile l Idv che fa il pieno solo a Napoli La vita è fatta di alti e bassi. (8,2%), con il partito trainato da Luigi de Magistris. Exploit dei grillini anche a Bologna (sopra il 9%) e a Rimini con un 11,5% di tutto rispetto. I radicali, a Milano, portano quasi 10 mila voti a Pisapia. L Udc e Fli non brillano anche se, ai ballottaggi, faranno pesare i voti del terzo polo. Alle comunali, quando lo scrutinio è ancora in corso, il centro-

3 Primo Piano 3 # Il premier Berlusconi si è reso conto della difficoltà obiettiva del sindaco Moratti e ha provato una strategia, onore al merito. Credo che il ballottaggio sia un altra partita Ignazio La Russa,Pdl Pisapia in vantaggio La Moratti insegue a quasi sette punti E Berlusconi perde preferenze: dimezzate rispetto al 2006 Il candidato del centrosinistra ha più voti delle sue liste La scheda sinistra può piantare 12 bandierine: Salerno, Ravenna, Savona, Fermo, Torino, Bologna, Barletta, Carbonia, Olbia, Arezzo, Siena, Benevento. Il centrodestra canta vittoria a Catanzaro, Caserta, Reggio Calabria e spera a Cosenza. Corre sul filo a Varese, a Cagliari, a Olbia e spera a Latina dove delude il candidato «fasciocomunista» sponsorizzato dallo scrittore Antonio Pennacchi. Alle Provinciali finisce tre a due per il centrosinistra. Ma si dovrà votare di nuovo tra due settimane a Mantova, Macerata, Trieste, Pavia, Reggio Calabria e Vercelli. Il centrodestra si impone al primo turno a Campobasso (strappandola a Pd e alleati) e a Treviso, mentre il centrosinistra conferma Lucca, Gorizia e Ravenna. Ad Orbetello (Grosseto) vince con il 56,5% la candidata del centrosinistra, Manuela Paffetti, che manda a casa dopo molti anni l amministrazione sponsorizzata dal ministro Altero Matteoli (sindaco uscente): lui incassa e telefona al nuovo sindaco per farle i complimenti. A Zocca (Modena), il paese natale di Vasco Rossi, vince una lista civica ma la Lega sfiora il 31%. Ad Arcore, residenza prediletta del premier Silvio Berlusconi, si va al ballottaggio ma per ora vince il centrosinistra (46,8%) contro il 40,2%. Rispetto al 2006 è rimasto a casa l 1,76% di elettori in più con un dato definitivo che passa dal 72,85 al 71,09. In controtendenza i torinesi, i milanesi e i sardi. Male i napoletani (meno 6 per cento). Dino Martirano Noi ci siamo in entrambi i casi. Lo sappiamo che la vita non sempre va come l avevi immaginata. Per questo ascoltiamo con attenzione ogni tua esigenza. Perché tu possa contare su di noi in qualunque sfida o opportunità che incontrerai sulla tua strada. Ed è così che noi siamo: una banca concreta, sempre vicino a te. unicredit.it Numero verde: Centrodestra La storia recente delle amministrative milanesi è stata tutta nel segno del centrodestra. Sin dal 1993, quando l allora leghista Marco Formentini sconfisse il candidato del centrosinistra Nando Dalla Chiesa. Albertini Nel 1997, il «borgomastro» padano non raggiunse neppure il secondo turno, dovendo cedere il passo all azzurro Gabriele Albertini, al ballottaggio con Aldo Fumagalli (centrosinistra). Nessuna sorpresa nel 2001: di nuovo Albertini al primo turno contro Sandro Antoniazzi del centrosinistra. Moratti Nel 2006, è la volta di Letizia Moratti. Anche qui, il candidato dello schieramento democratico l ex prefetto della città Bruno Ferrante non raggiunge il secondo turno: si ferma al 47%, mentre la candidata del centrodestra arriva di slancio al 52%. L ultimo sindaco di sinistra di Milano resta il riformista Piero Borghini, in carica fino al Palazzo Marino Il balcone centrale della sede del Comune di Milano (Newpress) MILANO La città del berlusconismo volta le spalle al premier e al sindaco uscente Letizia Moratti. Giuliano Pisapia non solo dopo 14 anni riporta il centrosinistra al ballottaggio, ma alla fine della giornata è avanti di oltre sei punti e costringe il candidato del centrodestra a una difficile rincorsa. «Il vento cambia davvero», è stato il leitmotiv della campagna dell avvocato Il Pd raggiunge il Pdl A Milano il Partito democratico guadagna terreno e raggiunge il Pdl sopra il 28% In calo il Carroccio che aveva già sorpreso tutti vincendo le primarie del Pd senza l appoggio del partito. E il vento a Milano ieri è cambiato sul serio, facendo crollare le preferenze di Berlusconi: nel 2006 erano 53 mila, adesso sono dimezzate ( con 1129 sezioni scrutinate su 1251). In caduta anche il suo partito così come la Lega, mentre il Pd è in crescita e si ritrova appaiato al Pdl per l effetto combinato del recupero del primo e del calo del secondo. Grande successo personale di Pisapia: avanti in tutte le zone di Milano. Dal 93 il centrosinistra inseguiva il sogno di tornare al governo della città e adesso sembra a portata di mano. «Grazie Milano, ora si cambia davvero», è lo slogan dei manifesti stampati al volo per tappezzare la città. Al terzo posto, come previsto, si è piazzato il candidato del terzo polo, Manfredi Palmeri, che per il momento non si sbilancia con il suo 5,5%: «Al ballottaggio starò con Milano», si limita a commentare, convinto di poter rappresentare l ago della bilancia. A Roma sono già partite le consultazioni tra falchi e colombe: tra chi non se la sente di appoggiare una sinistra radicale come quella di Pisapia e chi, invece, vede ancora Berlusconi come il male da evitare. Ma la rivoluzione nel laboratorio politico di Milano è partita. Pisapia è stato avanti fin dalle prime proiezioni e il dato delle urne ha ammutolito il centrodestra man mano che passavano le ore. La coalizione a sostegno della Moratti era pronta al ballottaggio, questo sì. Ma non addirittura al sorpasso del Nel mirino La Beccalossi: le campagne così aggressive non pagano. E partono le accuse alla Santanchè centrosinistra e a un distacco così consistente. Il dato ha gelato in primis il sindaco uscente. Letizia Moratti è rimasta tra l altro al di sotto della coalizione di centrodestra. Giuliano Pisapia, al contrario, ha incassato qualcosa di più delle liste a sostegno. «Berlusconi si è reso conto della difficoltà obiettiva della Moratti e ha provato una strategia, onore al merito», ha ammesso a Porta a porta il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Ma il vero sconfitto è il centrodestra e l aria di débâcle al quartier generale del Pdl di viale Monza ieri si respirava tutta. «Speriamo di andare al ballottaggio», si è lasciato sfuggire qualcuno a un certo punto. Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, ha detto di confidare nella possibilità del sindaco uscente di recuperare il distacco con Pisapia. «Il ballottaggio fa parte degli scenari previsti dalla legge elettorale ha sostenuto eravamo preparati e ci andiamo con serenità». Viviana Beccalossi, vicecoordinatore, ha invitato a riconoscere «gli errori commessi». «Le campagne così aggressive non pagano». E ha aggiunto che nel Pdl non sono mancati i «cattivi consiglieri», riferendosi alle posizioni estreme del sottosegretario Daniela Santanché e alle accuse lanciate dal sindaco all avversario. Il sorpasso di Pisapia nel Pdl ha colto tutti di sorpresa. «Nessuno se l aspettava» ha ammesso il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. E al ballottaggio il centrosinistra è sicuro che conquisterà Milano. «Vento del Nord contro Pdl e Lega», gongola il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Si è aperto un varco nel berlusconismo», incalza Nichi Vendola, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. Intanto parte la caccia ai voti. Sul fronte terzo polo, su quello di chi non è andato a votare, ma anche nel serbatoio dei grillini. Rossella Verga

4 Primo Piano 5 # Il voto Milano ( LEGA NORD 15,4% 12,3% 117%, 14,5% 9,6% PDL 47,7% 41,5% (Fi+An) 408%, (Fi+An+Cdu) (Fi+An) 369%,9% 37,2% 36% 28,7% ,4% 3,7% Politiche 2008 Europee 2009 Regionali Politiche 2008 Europee 2009 Regionali Milano L affluenza Al voto due elettori su tre Poco più di due milanesi su tre sono andati a votare. L affluenza è stata quasi identica a cinque anni fa: si è attestata al 67,56% degli aventi diritto, con un tasso identico alle amministrative del 2006 (67,52%). I votanti sono stati su aventi diritto Il sindaco: è un segnale forte Ora parta una nuova fase politica Amarezza nello staff: questa non è soltanto la sconfitta del premier MILANO Una batosta. E Letizia Moratti sceglie di reagire alzando il tiro: «Da Milano deve ripartire una fase nuova del centrodestra». Il sindaco uscente si presenta nel quartier generale del suo comitato, allestito nel Centro Congressi Cariplo dove cinque anni fa aveva festeggiato la sua vittoria, quando è quasi mezzanotte. Volto visibilmente tirato, gli occhi che lasciano intravedere i segni del pianto, la Moratti è accompagnata dagli assessori Giovanni Terzi e Mariolina Moioli, oltre che dal sottosegretario Laura Ravetto. E spiega: «Questo voto è sicuramente un segnale molto forte, che dobbiamo saper cogliere». Pausa: «Da domani faremo una riflessione molto profonda sulle cause di questo risultato. Ma già da ora possiamo dire che serve una fase politica nuova, in grado di riaggregare tutte le forze realmente moderate che non si sono sentite rappresentate». Si paga la presenza di Berlusconi capolista? Il sindaco ripete il concetto: «Serve una fase politica nuova». Si pagano i toni accesi dell ultima parte della campagna elettorale? «È stata una campagna che ha parlato complessivamente troppo poco di programmi e cose concrete». E ora? «Il ballottaggio è una fase completamente nuova, inizia una nuova fase elettorale». La giornata difficile di Letizia Il responsabile dei manifesti anti pm MILANO I manifesti con su scritto «Via le Br dalle Procure» alla fine non hanno pagato. Ieri notte, a scrutinio quasi terminato, il candidato al Consiglio comunale Roberto Lassini superava di poco le 753 preferenze. Deluso? «Guardi, l avevo detto a tutti di non votare me ma di scrivere direttamente Berlusconi. L aver ricevuto poche preferenze non mi dispiace. Anzi spero di non entrare nemmeno in consiglio comunale» si schermisce il candidato. Guai a chi adombra la possibilità che a contribuire al risultato negativo del centrodestra a Milano sia stata proprio la polemica scaturita dalla campagna di affissioni antiprocura. Basta suggerire questa ipotesi perché la comunicazione venga interrotta su due piedi, con un eloquente «clic». Perché tanta irritazione? «Irritato no, figuriamoci, semplicemente era caduta la linea Preoccupazione I supporter di Letizia Moratti nella sede del suo comitato elettorale (Newpress) MILANO Letizia Moratti Pdl, Lega Nord, Pensioni & lavoro, Popolari di Italia domani, La Destra, Alleanza di Centro, Unione italiana, Nuovo Psi, Milano migliore, Giovani per l Expo, Io amo Milano, Milano al Centro Giuliano Pisapia Pd, Idv, Sel, Verdi ecologisti per Milano, Lista Bonino e Pannella, Sinistra per Pisapia, Milano civica per Pisapia, Lista civica Milly Moratti per Pisapia Manfredi Palmeri 41,5% 48,1% 5,5% Dati parziali Centrodestra 43,3 Centrosinistra 47,3 Terzo polo 4,5 Udc, Nuovo polo per Milano Sindaco uscente: Letizia Moratti (centrodestra) L ultrà Lassini resta al palo: spero di non essere eletto Pdl Roberto Lassini svicola Lassini dopo qualche minuto. Sono solo molto dispiaciuto perché è stato ucciso il voto d opinione». L «assassino», secondo l avvocato, è da ricercare proprio tra le file della coalizione di centrodestra: «Dentro il partito l elettorato non ha percepito un unità d intenti» sottolinea il candidato «scaricato» da Letizia Moratti (il sindaco gli aveva chiesto una rinuncia preventiva al ruolo di consigliere anche in caso di elezione; ndr). «Per quanto mi riguarda, dopo questa esperienza posso sempre tornare a fare il mio mestiere di avvocato chiude Lassini. Ma al ballottaggio mi batterò fino all ultimo. E spero che questa volta tutta la coalizione vada avanti unita». Rita Querzé R PRODUZIONE RISERVATA COMUNALI 2011 Milano Dati parziali ministero Interni riproduzione r servata Seggi 1149 su 1251 POLITICHE 2008 (Camera) % COMUNALI 2006 % Pdl 28,7 Pdl 36,9 Forza Italia 32,2 Lega Nord 9,6 Lega Nord 12,3 An 8,6 Unione Italiana 0,3 Lega Nord 3,7 Pop. Italia di Domani 0,1 Lista Moratti 5,1 Nuovo Psi 0,2 Udc 2,4 La Destra 0,3 La Destra 2,3 Altri 2,2 Alleanza di Centro 0,1 totale centrodestra 54,2 Pensioni e Lavoro 0,3 Civ. Giovani per l Expo 0,2 Civ. Io amo Milano 0,5 Civ. Milano al centro 2,4 Civ. Milano migliore 0,5 Pd 28,7 Pd 33,6 L Ulivo 22 Sel 4,7 Idv 4,8 Idv 1,5 Rif. Com. - Com. Ital. 3,1 Rif. Comunista 4,2 Idv 2,6 Verdi 3,4 Verdi Ecologisti 1,4 Sinistra Arcobaleno 3,9 Rosa nel pugno 1,4 Pannella Bonino 1,7 Lista Ferrante 7,5 Milano Civica 3,8 Altri 4,6 Civ. Milly Moratti per Pisapia 1,3 totale centrosinistra 44,6 Partito Socialista 0,7 Udc 1,9 Udc 3,1 Nuovo polo per Milano 2,6 CANDIDATO PARTITI % LETIZIA MORATTI GIULIANO PISAPIA MANFREDI PALMERI MATTIA CALISE ELISABETTA FATUZZO GIANCARLO PAGLIARINI FABRIZIO MONTUORI MARCO MANTOVANI CARLA DE ALBERTIS Movimento 5 stelle 3,4 Partito Pensionati 0,2 Lega Padana lombarda 0,4 Civ. per il federalismo 0,2 Part. Com. dei Lav. 0,1 Forza Nuova 0,3 Civ. la tua Milano 0,2 Moratti finisce così, precisando che «non ho sentito Berlusconi e non ho parlato con nessuno. Sono rimasta tutto il giorno in famiglia». Come aveva fatto cinque anni fa, con la figlia Gilda e la nipotina Anastasia, con il marito Gianmarco. Il sindaco uscente aveva capito da un po di giorni che la vittoria al primo turno, al di là delle dichiarazioni di circostanza, non era poi così certa. E gli ottimistici sondaggi di Alessandra Ghisleri non l avevano del tutto convinta. Così durante la riunione di ieri, sempre nella casa di Galleria De Cristoforis, la Moratti aveva discusso con i vertici del Pdl su come impostare la possibile campagna del ballottaggio. Sui divani di velluto bordeaux siedono tutti i capi che l hanno sostenuta in queste settimane: dal ministro Ignazio La Russa al coordinatore cittadino Luigi Casero, dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi alla Ravetto, che verrà scelta come «portavoce» per la giornata, che poi si rivelerà della disfatta. C è anche il sottosegretario Paolo Bonaiuti, con cui la Moratti ha un rapporto molto stretto e che invitava da giorni a non sottovalutare l avversario. L idea diffusa è quella che ci saranno un paio di punti da recuperare per agguantare il secondo mandato, lavorando sul Terzo polo e sui moderati che hanno disertato le urne. Tanto, è la convinzione, Pisapia sarà comunque indietro di diverse lunghezze. La Moratti appare tranquilla e fiduciosa. Poi, nel quartier generale, le tabelle con i numeri scorrono e cominciano gli sfoghi: «Non è soltanto la sconfitta di Berlusconi», ammette qualcuno dei suoi collaboratori. Tutti a chiedersi quanto abbia pesato lo scivolone sui trascorsi di Pisapia, quando la Moratti negli ultimi venti secondi del faccia a faccia su Sky ha infilato il riferimento (falso) a una presunta condanna di Pisapia indicandolo come vicino agli ambienti del terrorismo degli anni 70. Tutti a chiedersi se questo voto faccia pagare la distanza fra il sindaco e la sua città, l insoddisfazione per i problemi lasciati non risolti, la difficoltà a costruire una squadra di lavoro stabile e affidabile. Oggi si riparte. In salita. Elisabetta Soglio Acciaio e tecnoresina. Water resistant 100 metri / 10 atm.

5 6 Primo Piano Martedì 17 Maggio 2011 Corriere della Sera # IDV ,6% ,5% Politiche ,8% 79, % Europee ,6% Regionali ,6% 2011 PD 21,3% (Pds + Ppi) 1997 Milano Al ballottaggio Ad Arcore il Pd batte il Pdl MILANO Arcore va al ballottaggio e il Pd conquista la palma di primo partito a casa del premier, staccando di due punti il Pdl. Il candidato sindaco della sinistra, Rosalba Piera Colombo, vince con circa il 47,3% e distacca Enrico Perego, proposto da Pdl e Lega, che si ferma al 40,4%. Un 5,1% delle preferenze va poi al candidato dell Udc, Beppe Rositani. Ancora più a sorpresa il Pd si è laureato primo partito al primo turno, con il 26,2% dei voti, seguito dal Pdl con il 24,1%. Bene infine la Lega, che ha raggiunto il 15,1% e raddoppia il risultato del 2006 (7%), mentre rimane staccata l Udc (3,3%) «Ancora una piccola corsa, ce la farò» 24,1% (Ds + Dl) ,1% 22% (L Ulivo) Politiche ,6% Europee ,3% Regionali ,7% 2011 UDC 1,5% (Ccd) ,2% (Ccd) , % ,1% Politiche ,9% Europee ,1% Regionali ,9% 2011 Pisapia: «Cambieremo la città». Sostenitori in lacrime e c è chi canta Bella Ciao Sorrisi Il candidato del centrosinistra per la poltrona di sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, arriva al suo comitato elettorale (Ansa) MILANO Nel suo tweet la definisce «una scossa di adrenalina». Mai definizione fu più azzeccata. Nel quartier generale di Giuliano Pisapia, posizionato all interno del teatro Elfo-Puccini di corso Buenos Aires, sono in molti a rischiare l infarto. C è qualcuno che davanti alle prime proiezioni si sventola la mano davanti alla bocca per farsi aria. «Non ce la faccio, non ce la faccio». A una signora spuntano le lacrime. Il grumo di emozioni esplode alle 19 quando arriva lui, l avvocato, che dopo 14 anni riporta il centrosinistra al ballottaggio nella roccaforte di Silvio Berlusconi. Pisapia è riuscito nel doppio miracolo. Secondo turno, ma soprattutto il sorpasso sulla sua diretta avversaria, il sindaco uscente, Letizia Moratti. Un distacco molto pesante che sarà molto difficile da colmare. «Giuliano! Giuliano!». È un profluvio di arancione quello che accoglie Pisapia. Le prime parole sono per ringraziare il suo popolo: «Grazie a tutti per quello che avete fatto, per quello che abbiamo fatto. I nostri avversari prima ci dicevano che era impossibile, poi hanno detto che era possibile, infine che era probabile. Noi possiamo dire che è altamente probabile e che basta ancora una Fiducia «In queste due settimane la fiducia aumenterà e mi porterà al 51%. Sono pronto a un nuovo faccia a faccia» piccola corsa perché diventi una certezza. Milano merita il cambiamento e noi cambieremo Milano». Aggiunge: «Abbiamo dato una speranza e una lezione». «Forza gentile», ma molto determinata. Perché se in molti sono rimasti sorpresi dell exploit («È ancor di più di quello che mi aspettavo» dice un emozionatissima Milly Moratti, cognata di Letizia), Pisapia assicura di aver intuito «che il vento stava cambiando». «L ho capito girando per la città, confrontandomi con tutti, in molti hanno cambiato idea e altri sono passati dal dubbio alla certezza. Mi aspettavo un risultato positivo perché abbiamo intercettato un bisogno». Poco distante c è sua moglie, Cinzia Sasso, giornalista di Repubblica: «Sì me l aspettavo, bastava vedere cosa succedeva in città». Pisapia insiste «sulla piccola corsa». Quella che servirà per vincere al ballottaggio e superare il fatidico 50,1 per cento. «Sono assolutamente certo che in queste due settimane la fiducia aumenterà e porterà quel consenso oltre il 51 per cento che servirà per cambiare Milano. La città ha aggiunto parlando ai tanti militanti che hanno intonato Bella Ciao merita gente come voi». Attacca il centrodestra: «Loro hanno fatto il vuoto di voti e possono solo perdere. Il centrosinistra può solo guadagnare». Lancia messaggi al Terzo Polo e ai grillini: «Guardate il programma». Ma è pronto ad affrontare un nuovo faccia a faccia con la Moratti dopo quello di Sky: «A patto però che non sia l ultima a parlare». Baci, abbracci, carezze. Anche lo staff del candidato è travolto dal risultato. Nessuno sa dare indicazioni a chi chiede «dove si va a festeggiare». Il teatro non riesce ad accogliere tutti. I sostenitori invadono marciapiedi e bloccano la strada. Pisapia saluta. Con un messaggio: «Continuerò a parlare ai milanesi e dare quelle risposte precise che questa giunta non ha saputo dare. E offrire a Milano la certezza di un futuro diverso». Intanto la città si riempie di 25 mila manifesti: «Grazie Milano, ora si cambia davvero». Maurizio Giannattasio Chi è La carriera Giuliano Pisapia, 62 anni da compiere questo venerdì, ex parlamentare, avvocato penalista figlio di Gian Domenico Pisapia, padre del Codice di procedura penale dell 89, dal quale ha rilevato lo studio milanese Le primarie Il 14 novembre del 2010 Pisapia ha vinto le primarie del centrosinistra battendo con il 45% dei voti il candidato del Partito democratico, l architetto Stefano Boeri (40%), il costituzionalista Valerio Onida e l ambientalista Michele Sacerdoti Piero Bassetti «È come la liberazione del 45» «Si è sollevata l onda che seppellirà 17 anni di berlusconismo» MILANO «È come la liberazione dal fascismo nel 45, più o meno ci siamo anche coi tempi: il Duce è durato vent anni, il berlusconismo diciassette. Era ora». Piero Bassetti, vecchia coscienza critica della politica milanese, primo presidente della Regione Lombardia ormai mezzo secolo fa e adesso motore primo del «Comitato 51 per cento» a sostegno di Pisapia, lo sa benissimo che non è finita: «La partita vera comincia adesso», dice. Ma stupito no, non lo è neanche un po : «Si è semplicemente verificata l ipotesi nella quale speravo». Cioè? «La sollevazione dell onda che finalmente seppellirà il berlusconismo, nella culla stessa in cui era nato». Milano. «Certo, in Italia tutto nasce e muore qui: era successo con Mussolini, ora succede con Berlusconi. Perciò quel che è uscito dalle urne milanesi, questa volta più che mai, non è un episodio da collocare dentro i soliti giochini della politica, né una svolta di ordinaria amministrazione: è finalmente la sconfitta del coperchio berlusconiano, al cui servizio si era collocata Letizia Moratti». Chi ha perso di più tra i due? «Beh, a trasformare il voto in un referendum è stato Berlusconi quindi il principale sconfitto è lui. Ma anche lei, ridotta soprattutto negli ultimi giorni a recitare un copione-patacca che non le apparteneva neppure, e la sua amministrazione non hanno consegnato nulla al futuro di questa città: e Milano, invece, è proprio di futuro che ha bisogno». Ma l Expo allora? «L Expo di per sé è solo un nome che aveva e ha bisogno di contenuti, non di liti sui terreni. Ma il cambiamento ora arriverà». Beh, prima c è il ballottaggio... «E infatti, dicevo, non è finita comunque: anche perché il 51 per cento basta a vincere le elezioni, ma per governare Milano come si deve servirà molto di più». Che deve fare Pisapia? «Per vincere il ballottaggio? Innanzitutto non spaventare i milanesi: e per far questo gli basterà confermare il suo desiderio, che io so essere sincero, di allargare la coalizione e aprirsi a tutte le forze che il cambiamento lo vogliono». Cambiamento di cosa? «Cambiamento. Che poi era stata la promessa di Berlusconi diciassette anni fa: per questo Milano e l Italia Ex governatore Piero Bassetti, 82 anni, imprenditore, ex governatore lombardo per la Dc, deputato per due legislature, dal 76 all 82 gli avevano creduto. E lui alla fine le ha deluse entrambe, perché il berlusconismo si è rivelato essere il contrario esatto della novità promessa: è stato un tappo. Finché Milano, per non soffocare, si è ribellata». Che succederà adesso? «La prima cosa riguarda gli altri ed è che a Roma, intendo nel luogo della politica nazionale, dovranno trarre le conseguenze di questo segnale: che persino a prescindere dall esito finale del ballottaggio, ripeto, indica come la città in cui il berlusconismo e Forza Italia erano nati ora li ha ripudiati». E poi? «La seconda invece riguarda noi. Ed è che questa svolta, come era stato con la liberazione del fascismo e la fine del Duce, ci impone una grandissima responsabilità. Berlusconi ci ha lasciato molte macerie: è arrivato il momento di iniziare a ricostruire». Paolo Foschini R PRODUZIONE RISERVATA

6 Il voto Milano ( Primo Piano 9 Spero che nei prossimi 15 giorni si riesca a parlare di Milano, delle due diverse Milano prospettate, senza parlare di Br e amenità varie Matteo Salvini, Lega # Milano Quinto mandato Lazzate: sindaco da record La Lega Nord con Cesarino Monti conquista a Lazzate (provincia di Milano) il quinto mandato amministrativo consecutivo. Il senatore lazzatese, in corsa con il solo simbolo del Carroccio, senza alcuna alleanza, ha raccolto quasi il 70 per cento delle preferenze (per l esattezza il 69,77%) ed è quindi di nuovo sindaco di Lazzate, paese che ha già amministrato dal 1997 al «Il buon lavoro premia sempre ha commentato il recordman leghista e questo voto a Lazzate lo dimostra ancora una volta. È una vittoria che voglio dedicare alla sezione della Lega Nord di Lazzate, che da oltre vent anni sta lavorando con grande impegno sul territorio e che ha reso possibile ottenere risultati eccezionali sotto tutti i punti di vista». Gli errori del Pdl Milano non ha capito, ha disapprovato, si è sentita a disagio in una campagna incattivita in uno sfoggio di aggressività L ex sindaco SEGUE DALLA PRIMA Colpisce l intero centrodestra, ridimensiona il sindaco uscente, cancella l effetto magico di Berlusconi. Ci sono quasi sette punti di distacco a favore di Giuliano Pisapia nel voto di una città che si rimette al centro della politica, rifiutando l immagine guerresca di una campagna elettorale impostata dal premier come referendum su se stesso. Non è servito sovrapporre la sua immagine a quella di Letizia Moratti; sono stati un boomerang i manifesti di Lassini con la vergogna delle accuse alla Procura. Milano non ha capito, ha disapprovato, si è sentita a disagio in una campagna incattivita da uno sfoggio di aggressività che ha trascurato i temi locali per giocare un altra sfida: quella politica, delle battaglie giudiziarie di Silvio Berlusconi. Anche Letizia Moratti ha sbagliato, scivolando nei toni e nello stile: l accusa, rivelatasi falsa e usata come arma dell ultimo minuto nel confronto in tv, ne ha mostrato una faccia insolita, lontana dal fair play che si conviene a chi non deve urlare per farsi sentire. E Milano, città del dialogo, del civismo responsabile di Cattaneo, della moderazione che non ama i toni acuti, ha punito con severità entrambi: sindaco e premier. Sullo sfondo di una sconfitta non annunciata c è la Lega, come un convitato di pietra: non ha gradito la personalizzazione del premier, non ha imposto i suoi temi, è rimasta sotto il dieci per LA RISPOSTA DELLA CITTÀ CHE NON AMA GLI ECCESSI Gabriele Albertini «Sbagliato colpire il terzo polo Fra 15 giorni voterà per noi» MILANO Da sindaco che si presentò come «amministratore di condominio» e ha governato Milano per due mandati, oggi Gabriele Albertini si sofferma prima di tutto sulle ultime battute della campagna elettorale. Quanto hanno pesato le «unghie» tirate fuori dalla Moratti in questo calo di consensi? «La sicumera e l aggressività non hanno giocato a nostro favore». Molti criticano in queste ore la «linea Santanchè». Condivide? «L elettore moderato e non fazioso di certo non gradisce certi atteggiamenti, soprattutto a Milano, una città dove chi affida il proprio consenso all area moderata ragiona con molto buon senso e diffida degli eccessi portati all estremo». L attacco a Pisapia, indicato dalla Moratti come «amico dei terroristi» nel confronto su Sky, è stata un arma a doppio taglio? «Il non rispetto dell avversario sicuramente non ha giovato; ma gli attacchi più feroci, quelli riservati agli nostri avversari "vicini" del terzo polo, hanno alienato consensi nella città più moderna d Italia». Pisapia festeggia. Ha ragione? Chi è Gabriele Albertini, 60 anni, sindaco di Milano per due mandati, dal 97 al 2006 «Direi che non deve esaltarsi troppo perché Bruno Ferrante, lo sfidante della Moratti nel 2006, aveva raccolto il 47 per cento dei voti. Pisapia adesso ha appena un punto percentuale in più, non mi sembra che abbia aperto una grande breccia. È un serio professionista, che si è comportato bene, ma non vedo motivi di particolare giubilo». Significa che i problemi sono tutti in casa Pdl? «Dal 52 per cento delle scorse elezioni abbiamo perso circa 9-10 punti. Dove sono? Quasi 6 sono finiti nel terzo polo, gli altri probabilmente sono stati risucchiati dall astensionismo o dal voto disgiunto». Ribaltare questo risultato e vincere al ballottaggio è possibile? «La Moratti vincerà. I francesi, che hanno inventato il ballottaggio, dicono: la prima volta per, la seconda contro. Al di là di quel che dicono i vertici, gli elettori del terzo polo sono nella nostra area, voteranno centrodestra perché è da lì che vengono. A Milano andranno alle urne contro il governo delle sinistre». Gianni Santucci Stanchezza Pisapia ha intercettato la stanchezza di Milano, la necessità di un ascolto meno plastificato Il filosofo Massimo Cacciari «Il Pd non pensi di aver vinto La formula Ulivo non va più» MILANO Il dissidente Massimo Cacciari plaude più al «tracollo di una Moratti decotta» che all «inaspettato exploit» di Pisapia. L avvocato ha strappato il ballottaggio all ex sindaco ed è avanti di parecchi punti percentuali. «Nessuno se lo aspettava. A essere ottimisti si poteva prevedere un distacco ridotto fra i due, ma non certo questa sonora caduta del Pdl». Cosa dimostrano i dati? «Una plateale debolezza della Moratti. Nel centrodestra in molti ne erano già consapevoli, soprattutto i leghisti». E il centrosinistra? «Con un gioco diverso si poteva vincere al primo turno: il nome perfetto sarebbe stato Gabriele Albertini, con una coalizione formata da Pd, Nuovo polo e la lista civica a suo nome. Questa squadra sarebbe stata la Waterloo del centrodestra». Ma la volata sulla Moratti è targata Pisapia. Con un alleanza che corre dal Pd a Sinistra e libertà più Verdi, Radicali e Idv. «Una coalizione che potrà funzionare per Milano e magari vincere, come mi auguro. Ma che non potrà mai assurgere a modello nazionale: che futuro c è per Chi è Massimo Cacciari, 66 anni, filosofo, due volte sindaco di Venezia Lo scontro La mancata stretta di mano tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia al termine del faccia a faccia su Sky nel corso del quale l attuale sindaco di Milano ha parlato, sbagliando, di una condanna per furto d auto del candidato del centrosinistra, che invece per quella vicenda era stato assolto cento. Paga la mancanza di concretezza di un centrodestra che parlava d altro invece di pensare anche alle buche e ai ritardi del tram. Così è cresciuto giorno dopo giorno Pisapia, fino a quel 48,1 per cento di voti che per il centrosinistra rappresenta il massimo storico degli ultimi vent anni. Sente alle sue spalle un vento di vittoria l avvocato di Sinistra e libertà che piace alla borghesia e ai ceti popolari.. Lo stesso che qualcuno percepiva venerdì sera in piazza Duomo, con quarantamila persone che lo applaudivano al concerto di Vecchioni: mai si era vista una piazza di sinistra così convinta della possibilità di farcela, di arrivare a un ballottaggio con questi numeri nella roccaforte del centrodestra. E contro Letizia Moratti, poi: non un semplice avversario ma una corazzata Potemkin, come l aveva definita il cognato Massimo Moratti dopo la vittoria del Fino al 47 per cento dei consensi c era arrivato anche Bruno Ferrante, l ex prefetto appoggiato dall Unione di Romano Prodi. Ma la Moratti allora passò al primo turno con il 51,5 per cento: poteva ancora sommare, ai suoi, i voti di Udc e Fli, quel 5,5 per cento che oggi si è spostato sul terzo polo di Manfredi Palmeri e rappresenta un vuoto, non riempito da nessuna lista d appoggio. Ma non basta questo smottamento per spiegare la sorpresa di Milano. Pisapia ha ricompattato un area che sembrava dispersa, intercettando in città la voglia di uscire dagli schemi troppo vincolanti del berlusconismo. Gli hanno dato una mano la ritrovata passione civica e la necessità di un ascolto meno plastificato tra centro e periferia. Anche il voto di protesta raccolto dall esponente della lista di Beppe Grillo è significativo. Sarà utile per Pisapia fra quindici giorni, anche se il suo problema sarà quello di non sbilanciare troppo la coalizione verso l ala estrema. Al ballottaggio non si fanno somme matematiche: tutto è possibile. Ma è è chiaro che la partita più difficile la gioca Letizia Moratti. Dovrà trarre lezione dagli errori compiuti e riproporsi senza la maschera che ha indossato negli ultimi giorni. Si dovrà parlare più di città, adesso. E il valore aggiunto potrebbero essere le squadre, senza nomi da sottoporre alle alchimie del manuale Cencelli. Anche da questo Milano può cominciare a dare un segnale di controtendenza al Paese. Giangiacomo Schiavi gschiavi@rcs.it chi ha come alleati essenziali Vendola e Di Pietro? Se il Pd ci vede un laboratorio politico sbaglia: da Bersani in giù, hanno tutti la cattiva abitudine di non dire mai ciò che pensano. E pensare a una riedizione dell Ulivo significa votarsi a una sonora sconfitta». Lei si era schierato per Manfredi Palmeri, Nuovo polo: che giudizio dà di Pisapia? «Si è mosso con grande intelligenza, non ha mai dato l impressione di essere un candidato estremista e, radicatissimo nella borghesia milanese, è stato abile nel nascondere il marchio politico di coalizione. Palmeri, invece, ha pagato il prezzo di un polo con debolissima leadership nazionale e radicamento nullo in città». Il centrosinistra può sperare di espugnare Milano? «Se il Pd pensa di aver vinto, perderemo. Pisapia dovrà circondarsi di persone, a partire da Boeri, rassicuranti per i moderati. E aprire un canale privilegiato con Palmeri più che col Nuovo polo. Ma dipende tutto dall intelligenza di Pisapia, di cui non dubito, e dall intelligenza del Pd, di cui non faccio che dubitare». Elsa Muschella

7 10 Primo Piano Martedì 17 Maggio 2011 Corriere della Sera # Il voto Il premier ( Il ballottaggio a Milano ce lo aspettavamo. Non c è spostamento di voti dal centrodestra al centrosinistra Mariastella Gelmini, ministro dell Istruzione Lo choc del Cavaliere Telefonata «gelida» con il leader leghista Lo sfogo: non posso credere che vinca la sinistra estrema E nello staff si parla di «disastro, bagno di sangue» Montezemolo al «Nyt» «Io in politica? Non credo al one man show» MILANO «Oggi l industria più grande dell Italia è la politica, lo stato è presente dappertutto, questo significa meno mercato, più corruzione e meno meritocrazia». È stato questo il pensiero espresso dal presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, intervistato dal New York Times. Montezemolo, nel corso della conversazione sul futuro dell Italia, non si è sottratto poi alla domanda, quasi inevitabile, su un possibile futuro politico. Anche se nel ragionamento ci ha tenuto a sottolineare un concetto importante: «Non credo nel one man show, sono un uomo che ama lo spirito di squadra». Infine il presidente della Ferrari ha chiuso l intervista dicendo: «Sono sposato alla Ferrari». Il commento Aveva detto: se ne prendo meno di 53 mila mi fanno il funerale. Il risultato è molto lontano dall obiettivo A Milano il dato deludente da capolista Napoli coperta di promesse, senza successo SEGUE DALLA PRIMA Se è così davvero, quella di ieri è stata per il Cavaliere una débâcle. La Moratti può recuperare nel secondo tempo, certo. Ma ormai certe parole sono state strillate, certe scommesse avventurose sono state giocate, certe forzature apocalittiche sono state fatte. Che il boomerang stava tornando indietro, il più violento di quanto temesse, il premier lo ha capito alle otto di sera quando uno dei suoi collaboratori, con aria ferale, gli ha portato i primi risultati delle preferenze a Milano: poco più di su quasi un sesto di schede scrutinate. Ahi ahi... Lui aveva voluto candidarsi come capolista, lui aveva chiesto a tutti di battersi allo stremo («andate a conquistare casa per casa, siete missionari della libertà»), lui aveva buttato sul piatto la sfida in più: «Segnate il mio nome come capolista. Se prendo meno delle 53 mila preferenze della volta scorsa, l opposizione mi fa il funerale». Ieri notte, quando ormai lo spoglio stava per concludersi, il dato era pressoché dimezzato. Una coltellata all amor proprio che riassumeva una giornata che mai avrebbe immaginato così perdente. Buone notizie da Latina, grazie alla disfatta del Fli dell odiato Gianfranco Fini. Qualche consolazione qua e là. Per il resto, male. Il centrodestra perde Orbetello, feudo di Matteoli ROMA La parola «errori» ad Arcore si pronuncia. Ma per un padrone di casa molto demoralizzato sono ancora quelli degli altri: è colpa del partito che lo costringe sempre a fare tutto da solo, è colpa della Moratti che non sa comunicare e non sta simpatica ai milanesi, è colpa della Lega che non si è impegnata e che ha preso meno voti di quelli attesi. L aria che tira, in un pomeriggio che difficilmente Berlusconi dimenticherà, è questa. Il Cavaliere è chiuso a casa, il suo portavoce Bonaiuti non commenta: si sa che il premier ha seguito lo spoglio in tv, che non ha fatto molte telefonate, se non una piuttosto fredda con Umberto Bossi e una con Denis Verdini, chiedendo di enfatizzare i dati nazionali, la raccolta complessiva di consensi e di vittorie, bypassando le notizie e le cifre su Milano. Sono frammenti di un atmosfera plumbea, resa più pesante dal dato delle preferenze espresse dai milanesi per il Berlusconi capolista: alla fine rischiano di essere la metà delle precedenti. Nelle prime ore dello spoglio il dato era ancora peggiore; nello staff del premier, con l accordo dell anonimato, si esternava la paura di un «bagno di sangue, un disastro». Di certo il Cavaliere cercava un test su se stesso e i primi a dire che ha sbagliato i tempi e il campo di gioco sono i suoi uomini. A questo punto contano poco le recriminazioni, appare poco consolatorio il Bondi che assicura un quadro peggiore se il Cavaliere non fosse sceso in campo. «E una tragedia di proporzioni bibliche» enfatizzano in via dell Umiltà, sede del Pdl a Roma; e dunque c è poco di cui consolarsi. Persino Lassini ha preso una manciata di voti; per qualcuno è la prova che il Cavaliere, per la prima volta, non ha aiutato il suo candidato. Forse il contrario. Berlusconi a cena riceve la figlia Barbara, l allenatore del Milan Allegri, l amministratore delegato Galliani. Cena programmata pensando ad altri risultati. Ma non c è nulla su cui brindare. Si è di fronte al rischio concreto di perdere Milano, di Il ministro era il sindaco uscente L udienza e il silenzio Silvio Berlusconi ha partecipato ieri mattina a Milano all udienza sul caso Mills. Ai giornalisti ha detto: «Sono in silenzio elettorale e di voi non mi fido» L amara sfida del premier sulle preferenze ORBETELLO Dopo tre legislature, l ultima firmata come sindaco dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il centrodestra affonda nella laguna di Orbetello e il Comune (15 mila Alle Infrastrutture Altero Matteoli Pdl Il premier Silvio Berlusconi insieme a Letizia Moratti Il no al ballottaggio Prima delle elezioni alcuni big del Pdl si erano detti favorevoli all abolizione del secondo turno: quello che conta è il primo Gli impegni Si è speso di persona anche sotto il Vesuvio per garantire lo stop alla demolizione delle case abusive e all imposta sui rifiuti abitanti) torna al centrosinistra. Monica Paffetti, medico neurologo, due figli, si è aggiudicata la poltrona di primo cittadino con il 56,5% dei consensi contro il candidato del centrodestra Rolando Di Vincenzo, pensionato, per due volte sindaco di Orbetello. Matteoli, ieri a Roma, ha telefonato al nuovo sindaco Paffetti per congratularsi e augurarle buon lavoro. «Mi ha fatto molto piacere», dice il neosindaco. Marco Gasperetti assistere a un cortocircuito imprevedibile con la Lega, alla certezza che la campagna elettorale non ha fatto centro. Viviana Beccalossi, del Pdl lombardo, è fra le poche che denuncia errori di strategia: abbiamo parlato poco dei temi della città, troppo di magistrati e di argomenti nazionali. In sostanza punta l indice contro le scelte di Berlusconi e in un partito come il Pdl non è poco. Oggi, con in mano i dati definitivi, il premier farà forse la prima analisi ufficiale del voto. Al netto di quella «sfiducia nella situazione informativa», denunciata ieri uscendo dal seggio insieme alla voglia di rispettare il silenzio elettorale. Aveva chiesto un referendum sul governo, assicurato che a Milano e a Napoli non ci sarebbero stati problemi. Sarà invece costretto a dissimulare la delusione. Per il momento non gli resta che esprimere un incredulità: «Non posso credere che alla fine vincano gli estremisti e la sinistra estrema». Marco Galluzzo Male alle Provinciali di Gorizia e di Trieste, malissimo alle della città giuliana, storicamente di destra, con un umiliante 18% dopo dieci anni di governo, male a Castellanza e in altri centri Lombardi in cui la Lega aveva deciso di andare da sola, male a Torino, male a Bologna con poco più del 15%... Ma è da Napoli e da Milano che sono arrivati i dolori più cocenti. Come poteva immaginare, dopo la trionfale passerella seguita alla rimozione della munnezza di due anni fa e le vittorie a ripetizione alle Regionali e alle Provinciali, di subire per ore l incubo di non arrivare al 22% e cioè 12 punti sotto i risultati dell anno scorso? Non avevano teorizzato Claudio Velardi e gli altri maghi elettorali che sotto il Vesuvio contavano di vincere al primo turno? Com era possibile che arrivassero notizie di una quota intorno al 37 e cioè maledettamente più bassa della somma dei candidati su cui s era staccata la sinistra? Si era speso lui, di persona, a Napoli. Coprendo la città con una colata lavica di promesse, a costo di fare arrabbiare la Lega: «È pronto un provvedimento che sospenderà gli abbattimenti delle case abusive in Campania. Questo ci permetterà di avere il tempo necessario per valutare serenamente il problema in vista di una definitiva soluzione». E poi un regalo da 270 milioni: «A Napoli si sospenderà l imposta sui rifiuti finché ci sarà un solo sacchetto per strada». E poi ancora una lisciatina ai tifosi: «State tranquilli: mai e poi mai il Milan comprerà Hamsik!». Tutto inutile: 22 percento. Ma è Milano la ferita più profonda. Gian Antonio Stella Il processo Caso Mills, Briatore in aula sugli affari dell avvocato MILANO Finisce di deporre, e già il teste Flavio Briatore (foto) sa che dovrà tornare per la terza volta nel processo in cui Silvio Berlusconi è imputato d aver corrotto nel 1999 l avvocato David Mills, teste in due processi al Cavaliere del 1997 e Perché? Perché i legali del premier, tutte le volte che un teste viene citato sia dall accusa sia dalla difesa, accettano di fare contestualmente al pm soltanto le domande di controesame del teste, mentre pretendono di rinviare l esame diretto del teste alla fine di tutte le prove del pm (quindi a dopo la rogatoria a Londra neppure ancora fissata). La tesi è conforme alla lettera della regola, pur se contrasta con la prassi che in tutti i processi gli avvocati concordano con i pm per non far tornare in continuazione i testi. E il Tribunale la accoglie, non cambiando idea anche di fronte al contrario precedente di Cassazione del 1998, valorizzato dal pm ma liquidato dai giudici come «isolato» e «non condivisibile». Ieri Briatore ha rispiegato che, per gestire i frutti della sua uscita dalla Benetton Formula 1 e della vendita della Ligier a Prost, chiese a Mills una società vuota, «Struie», salvo poi fare l amara scoperta che vuota non era affatto; e che anzi Mills l aveva usata per nascondere dietro l etichetta-briatore alcuni affari che invece erano suoi, e con i quali Mills puntava a confondere nel patrimonio dei propri clienti (come Briatore) somme di diversa origine, tra le quali 600 mila dollari che il pm collega al premier. Commistione di cui restò vittima anche la nipote del compositore Gustav Mahler, Marina, altra cliente di Mills conosciuto tramite l amica moglie di Claudio Abbado. Mahler ha infatti ricordato ieri come, di passaggio a Ginevra, nel 97 Mills in un pranzo le chiese il favore di intestarsi per 4 mesi un conto svizzero: quello poi usato, senza dirlo alla Mahler, per fare un operazione in apparenza di Briatore e cruciale ora nel processo. Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it

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