SERBIA RAPPORTO CONGIUNTO (II

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1 SERBIA RAPPORTO CONGIUNTO (II Semestre 2009 Aprile 2010) Aprile

2 INDICE EXECUTIVE SUMMARY 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico d) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie b) Barriere non tariffarie c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l ICE intendono realizzare nel corso del primo semestre del 2010 b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici,degli Istituti di Cultura e delle Camere di Commercio Italiane all estero c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali nel corso del

3 Executive Summary 1. Interrompendo la sostenuta crescita degli ultimi otto anni, e riflettendo la crisi mondiale, il 2009 ha fatto registrare in Serbia il peggioramento di tutti i più importanti parametri macroecomici, tra cui il PIL (meno 3,5% rispetto al 2008), la produzione industriale (meno 12,6% rispetto al 2008), il deficit del bilancio statale (4,2% alla fine del 2009), il debito estero (aumentato del 4,6%) e l interscambio commerciale con il resto del mondo (esportazioni ed importazioni rispettivamente meno 20,2% e meno 26,2%). Ciononostante, le riforme volte a mantenere la stabilità del Dinaro, contenere la spesa pubblica e ad attrarre investimenti esteri, ed il perdurante sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali, lasciano ben sperare per l uscita del Paese dalla recessione già dal 2010, anche se i livelli di crescita attesi (attorno al 2%) non consentiranno un immediato recupero dei livelli di ricchezza del pre-crisi. Sono gli investimenti programmati in due aree del Paese, la Vojvodina e la regione meridionale, a indicare alcune possibili direzioni per lo sviluppo dell economia serba. La regione della Vojvodina è infatti interessata da un processo di delocalizzazione e di privatizzazione di piccole e medie imprese, in particolar modo nel settore agricolo, al quale le aziende italiane guardano con molta attenzione. Il sud della Serbia è, invece, teatro dell accordo, firmato a settembre 2008 tra il gruppo FIAT da una parte e la Zastava e lo Stato serbo dall altra, che ha portato alla creazione di FIAT AUTO SERBIA, all acquisizione nel Dicembre 2009 degli impianti di Kragujevac e ad un investimento italiano di oltre 700 milioni di Euro. 2. L Italia, in qualità di terzo secondo, se si esclude l importazione di energia dalla Russia - partner commerciale della Serbia, svolge un ruolo di assoluto rilievo in questo quadro. Sono circa 200 le aziende italiane presenti in Serbia, per un giro d affari di 2 miliardi di euro. Le opportunita sono in crescita, grazie anche a condizioni fiscali ed incentivi economici particolarmente favorevoli per chi delocalizza od investe nel Paese. I settori in cui l attuale presenza italiana è più significativa sono quello finanziario, grazie ai gruppi Banca Intesa-San Paolo e Unicredit, quello assicurativo, grazie a Fondiaria-SAI ed a Delta Generali, e quello manifatturiero- calzaturiero, in cui si segnalano gli stabilimenti produttivi di Pompea, Golden Lady e Calzedonia. In questo contesto dinamico si inserisce l operazione FIAT, che mira alla creazione di un polo industriale, con l obiettivo di produzione di oltre veicoli all anno entro il 2012, a cui aggiungere le ricadute positive per le aziende che operano nell indotto automobilistico, e la riqualificazione industriale e infrastrutturale di un vasto territorio. Guardando alle altre aree, le più rilevanti prospettive di investimenti futuri sono nel settore dell energia, grazie alle importanti potenzialità in particolare nel campo delle 3

4 rinnovabili, e nel settore delle infrastrutture stradali e ferroviarie, anche grazie ai finanziamenti disposti da Banca Mondiale, BEI, BERS e Commissione Europea. In quest ambito vanno segnalati il completamento del Master Plan dei trasporti ferroviari da parte di ItalFer, l avanzamento del progetto dell Autostrada Bar-Belgrado, i cui lavori sono iniziati dal versante montenegrino e il buon progresso dei progetti di sviluppo della corrispondente tratta ferroviaria. Da evidenziare poi le opportunità nel settore tessileabbigliamento, grazie alla considerevole tradizione produttiva della Serbia. Altro settore di attualità è quello dei trasporti aerei, per il quale si sono aperte importanti opportunita in ragione della liberalizzazione dei servizi a terra e dell eliminazione dei visti turistici per i cittadini serbi che viaggino in Europa dal gennaio Tra i fattori che concorrono ad attirare l interesse degli investitori italiani figura la centralità della Serbia nella rete di collegamenti infrastrutturali della Regione. Il Paese, grazie anche alla fitta rete di accordi commerciali con i partners dell ex-jugoslavia, i Paesi dell ex-urss e la Turchia, costituisce infatti una porta di accesso privilegiata a questi mercati. Per quanto riguarda i rapporti con l Unione Europea, all inizio di Febbraio 2010 è entrato ufficialmente in vigore l Accordo di Libero Scambio, a cui la Serbia aveva dato applicazione unilaterale l anno precedente: nei prossimi 6 anni verrà completata l istituzione di un mercato unico con la UE. Si tratta di un importante passo in avanti nel cammino comunitario di Belgrado, in particolare per quanto concerne la modernizzazione e l internazionalizzazione dell economia. 4. Per massimizzare le opportunità di investimento e commerciali per l Italia in Serbia, l intensità e la qualità dei rapporti tra le istituzioni dei due Paesi sono state portate al massimo livello. Nel 2009, oltre alle visite del Presidente della Repubblica e del Ministro Frattini, si sono recati in Serbia il Ministro per le Attività Produttive On. Scajola ed il Vice Ministro con delega per il Commercio con l Estero On. Urso. E poi stato istituito un Vertice bilaterale annuale a livello di Capi di Stato e Governo, che ha svolto una vera funzione di trampolino per le relazioni economiche. Nella prima edizione, che ha avuto luogo a Roma il 13 Novembre 2009, sono state firmate numerose intese relative allo sviluppo della cooperazione economica, tra l altro nei settori dell energia, delle infrastrutture e trasporti, dell agricoltura, della riqualificazione ambientale e della ricerca scientifico-tecnologica. E già in programma a Belgrado la seconda edizione del Vertice. Ad essa si aggiunge la missione economica guidata dal Ministro Scajola nei giorni 25 e 26 aprile, accompagnata da un Forum per lo sviluppo della cooperazione bilaterale, che costituisce l occasione per un importante avanzamento dei principali dossier e per la creazione di un Business Council Italo-Serbo. 4

5 1. Quadro macroeconomico a) Andamento congiunturale Nel 2009 il PIL della Serbia, arrivato a circa 31,5 miliardi di euro, ha registrato un calo, secondo le stime del Ministero delle Finanze serbo, del 3,5% in termini reali, subendo fortemente la crisi economica. Si tratta di un dato prevedibile, in contrasto con il ritmo degli ultimi otto anni, che hanno visto il prodotto nazionale aumentare ad un tasso medio del 5,5% (fig.1). I parametri macroeconomici (tab.1) della Serbia negli anni di transizione prima della crisi ( ) sono stati in generale caratterizzati da una crescita costante del PIL, dal calo dell'inflazione, da una forte crescita dell interscambio commerciale con l estero, ma anche da un forte deficit nel commercio e da una crescita delle retribuzioni superiore a quella della produttività. Il PIL pro capite, infatti, è passato dai euro nel 2001, a euro nel 2009, come conseguenza della crescita, ma anche dell apprezzamento del dinaro. In termini di percentuale sul PIL, il deficit commerciale è passato dal livello di 7,6% nel 2001, al 11% nel I principali parametri macroeconomici della Serbia DATI MACROECONOMIC I PIL in mild di dinari 768,6 938, PIL in miliardi di euro 12,9 16,2 17,5 19,1 20,4 23,6 29,1 34,2 31,5 PIL, crescita reale, % 5,4 3,6 2,8 8,2 6,0 5,6 7,1 6,0-3,5 Inflazione, % 40,7 14,8 7,8 13,7 17,7 6,6 10,1 6,8 6,6 Bilancia commerciale, in % del PIL -19,6-20,3-19,7-26,4-20,2-20,4-21,5-24,1 ND Deficit partite correnti, in % del PIL -7,6-11,4-9,6-14,1-10,0-13,1-16,5-18,2-11 IDE, netti, milioni di euro 184,0 502, , ,112 IDE, in % del PIL 1,4 3,0 6,7 3,9 5,9 14,4 6,3 5,4 3,5 Debito estero, miliardi di euro 12,6 10,8 10,9 10,3 13,1 14,8 17,8 21,8 22,8 Debito estero, % del PIL 94,3 64,0 60,3 52,5 62,0 61,4 59,5 64,3 72,3 Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia, Banca Centrale della Serbia Tabella 1 5

6 Nella struttura del PIL nel 2009 i servizi rappresentano circa il 66% del totale, seguito dall industria (circa 20%) e dal agricoltura (circa 10%). Continua, come negli ultimi anni, la forte crescita del settore dei servizi. Nel 2009 gli effetti della crisi internazionale si sono fatti sentire in modo pesante in Serbia cosi come negli altri paesi dell area balcanica. Non solo l industria ma anche il commercio estero ed il settore dell edilizia hanno subito i maggiori contraccolpi. E in atto anche un forte calo della domanda interna insieme ad un significativo deficit fiscale. Si registra una lieve crescita nei settori agricolo e delle telecomunicazioni. Tassi di crescita del PIL reale in Serbia, periodo Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Figura 1 Secondo le stime delle fonti ufficiali serbe, alla fine del 2009, l inflazione ha raggiunto il livello del 6.6%. Nel mese di gennaio 2010, secondo i dati della Banca Centrale della Serbia, la spinta inflazionistica, basata sui prezzi dei beni al consumo, e stata, su base annuale, pari al 4,8%. 6

7 Tasso di Inflazione in Serbia dal 2001 al 2009 Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Figura 3 La retribuzione lorda media in Serbia a dicembre 2009 era di circa 515 euro mentre quella netta era di circa 350 euro. Rispetto al mese di novembre 2009 si è avuto un incremento in termini reali del 16,5%. La retribuzione media più alta a novembre 2009 viene segnalata nel settore dell intermediazione finanziaria (circa 670 euro) mentre la retribuzione più bassa viene segnalata nel settore dell abbigliamento (circa 115 euro) La retribuzione media nell'industria manifatturiera ha registrato un aumento, ma rimane bassa in termini assoluti. Negli ultimi sette anni le retribuzioni medie lorde hanno registrato una crescita reale superiore ai livelli di crescita della produttività e del PIL reale, generando ulteriori spinte inflazionistiche e la crescita della domanda aggregata e delle importazioni e contribuendo quindi al deficit commerciale. Il mercato delle risorse umane serbo si sta ancora adattando lentamente alla nuova realtà economica: la domanda di personale qualificato cresce più velocemente dell offerta, soprattutto nei settori di management, finanze, marketing e terziario avanzato. Anche l occupazione ha risentito della crisi. Il tasso di dissoccupazione in Serbia risultava in diminuzione dal 2005 (21,9%) ed ha raggiunto il livello minimo nel 2008 (14,4%), prima di subire i flussi negativi della crisi economica. Nel 2009, infatti, secondo le ultime statistiche, il tasso di dissoccupazione e aumentato, assestandosi a quota 16,9%. 7

8 La produzione industriale è diminuita nel 2009 complessivamente del 12,6% rispetto all anno precedente. Le maggiori flessioni riguardano il settore della produzione manifatturiera (-15,8%) (dovute soprattutto al calo della domanda estera) ed il settore dell estrazione (-4,3%). Il settore dei trasporti e dello stoccaggio ha registrato una diminuzione del 14,9% ; il settore delle telecomunicazioni ha confermato un altro anno di forte crescita pari al 28,5%. L economia sommersa rappresenta, secondo i dati dell Unione dei datori di lavoro, il 33,9% del PIL nazionale. Questo fenomeno per le casse dello stato comporta una perdita stimata intorno a 4 miliardi di euro l anno. Il bilancio dello Stato, dopo un anno in attivo nel 2005, prevalentemente grazie agli introiti delle privatizzazioni, nel periodo è tornato in deficit. Secondo i dati del Ministero delle Finanze il deficit nel 2009 era di 121 miliardi di dinari (1.210 milioni di euro), +4,2% rispetto al I risultati della politica fiscale del governo dipenderanno in larga misura dalla capacità di ridurre i sussidi alle aziende di proprietà sociale, di operare grossi tagli nel settore pubblico (si prevede il licenziamento di circa impiegati nei prossimi anni) e di esercitare uno stretto controllo sulle spese per le pensioni. Il governo serbo, insediatosi nel 2008, ha considerato come obiettivi prioritari la riduzione dei consumi pubblici ed il proseguimento delle riforme nel settore fiscale. Nel 2009, in uno scenario di crisi economica globale, la priorità del Governo e stata quella di mantenere la stabilità macroeconomica e di fronteggiare le tensioni sociali, soprattutto nei casi delle aziende privatizzate per le quali i programmi sociali non hanno dato esiti positivi. Il debito estero (fig.4) ammontava a fine dicembre 2009 a circa 22,8 miliardi di euro, secondo i dati della Banca Centrale (+2,3% rispetto alla fine del 2008). Si è registrato, inoltre, un notevole incremento dell indebitamento privato passando da 5,3 miliardi di euro del 2005 a 15,5 miliardi di euro nel dicembre L Istituto serbo per le Ricerche sul Mercato (IZIT) prevede, inoltre, un aumento dell indebitamento estero sotto la spinta del settore statale nel tentativo di investire capitale e bloccare gli effetti della crisi economica mondiale. 8

9 Struttura del debito estero della Serbia in migliaia di euro Fonte: Elaborazioni ICE su dati della Banca Centrale della Serbia Figura 4 I positivi risultati raggiunti dal Paese in campo economico sono stati riconosciuti anche dagli organismi internazionali. La Banca Mondiale ha classificato la Serbia al primo posto per le riforme economiche volte ad attirare investimenti esteri. Nell ultima edizione del Doing Business Report della Banca Mondiale (2010), tuttavia, l economia serba si trova ancora al 88simo posto (era al 90simo posto nel 2009), se pure con un forte miglioramento nella categoria Starting a Business. Il Governo e la Banca Centrale della Serbia hanno contribuito alla stabilizzazione della situazione nel Paese ed alla ripresa economica attraverso una serie di attività e misure economiche e politiche. Per attutire l impatto della crisi economica globale sul settore finanziario, il Governo e la Banca Centrale hanno deciso di ridurre il volume totale di riserve in valuta estera di 1,5 miliardi di euro. Tale misura è era volta ad aumentare la liquidità del sistema finanziario. Inoltre, a marzo 2009 il Governo ha realizzato il Piano nazionale per la stabilità economica con l intenzione di consolidare i livelli di consumo e di produzione senza intaccare il livello occupazionale. Per questo scopo il Governo ha stanziato 1,2 miliardi di euro. Tuttavia, sono sempre piu forti le voci dal mondo imprenditoriale serbo che chiedono un ulteriore indebitamento dello Stato per risvegliare il clima del business nel Paese. Il Governo ha modificato in aprile 2009 il Bilancio dello Stato, inserendo meccanismi anti-crisi per contenere la spesa pubblica di circa 1 miliardo di euro. Successivamente il Fondo Monetario Internazionale ha approvato a maggio 2009 lo Stand-by Agreement, che prevede l erogazione di un credito di 2,87 miliardi di euro per il 2009 ed il 2010 con lo scopo di garantire la stabilità macroeconomica del Paese. Nel 2010, l FMI ha giudicato come positivo l impegno della Serbia ed ha concesso la riscossione della seconda tranche di 350 milioni di euro per rinforzare la stabilità del tasso di cambio e aumentare le riserve di valuta estera. 9

10 La Standard & Poors ha giudicato la Serbia con il BB- (poco vulnerabile a breve termine, ma con incertezze riguardanti le condizioni finaziarie ed economiche), ma ha anche cambiato a dicembre 2009 l outlook del Paese da stabile a negativo. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Interscambio Nel 2009 l interscambio della Serbia con il resto del mondo è peggiorato, mantenendo il trend della fine del 2008, con un calo del 20,2% delle esportazioni, che hanno raggiunto 5,9 miliardi di euro, ed un calo del 26,2% delle importazioni, che hanno raggiunto 11,1 miliardi di euro. Il saldo commerciale negativo è di più di 5,1 miliardi di euro, un fenomeno determinato, soprattutto negli anni precedenti, dalla forte domanda di prodotti energetici e di materie prime (ferro e rame) e, per quanto riguarda la capacità di esportare i propri prodotti, dai ritardi del processo di ristrutturazione ed ammodernamento dell industria serba. La crisi ha quindi evidenziato alcune debolezze strutturali del sistema produttivo serbo. I principali beni esportati sono stati energia elettrica e prodotti agroalimentari. L Italia e la Germania hanno scontato negli ultimi anni la notevole crescita degli acquisti dalla Serbia da parte di alcuni paesi dell area balcanica (soprattutto Montenegro e Bosnia Erzegovina, ma anche Macedonia). Le importazioni serbe sono costituite prevalentemente da semilavorati e prodotti energetici (60%), seguiti da beni di investimento (22%). La Federazione Russa mantiene il primo posto tra i fornitori, grazie soprattutto al grande fabbisogno energetico della Serbia, con 1,415 miliardi di euro. Al secondo posto tra i fornitori della Serbia è la Germania con 1,392 miliardi di euro (-23,7%), seguita dall'italia con 1,1 miliardi di euro (-25,5%) e dalla Cina con 864 milioni di euro (-26,1%). Nelle importazioni serbe partecipano, in misura minore, ma considerevole, anche alcuni paesi dell area quali la Romania, con 360 milioni di euro (-16%), l Ungheria con 349 milioni di euro (- 36,3%). Di seguito si forniscono i dati completi relativi all interscambio della Serbia nel

11 Esportazioni della Serbia nel 2009 PAESE valore in migliaia Variazione % di euro su 2008 quota (%) 1 Bosnia - Erzegovina ,1 12,15% 2 Germania ,2 10,47% 3 Montenegro ,8 10% 4 Italia ,2 9,8% 5 Romania ,7 5,7% 6 Macedonia ,3 5,1% 7 Federazione Russa ,4 4,1% 8 Slovenia ,6 4% 9 Austria ,4% 10 Croazia ,3 3,3% Mondo ,2 Fonte: Ente per la Statistica della Serbia Tabella 2 Importazioni della Serbia nel 2009 PAESE valore in migliaia di euro Variazione % su 2008 quota (%) 1 Federazione Russa ,3 12,6% 2 Germania ,7 12,4% 3 Italia ,5 9,8% 4 Cina ,1 7,7% 5 Francia ,5 3,3% 6 Romania ,0 3,2% 7 Ungheria ,3 3,1% 8 Slovenia ,1 2,9% 9 Austria ,0 2,8% 10 Bosnia - Erzegovina ,5 2,7% Mondo ,2 Fonte: Ente per la Statistica della Serbia Tabella 3 11

12 Andamento delle quote di mercato dei 4 principali Paesi fornitori della Serbia Fonte: elaborazione dell Ufficio ICE su dati dell Ente per la Statistica della Serbia Figura 5 Investimenti diretti esteri Nel 2009, secondo i dati preliminari del Ministero delle Finanze, gli IDE in Serbia hanno totalizzato milioni di dollari. Il principale investitore in questo periodo è stata la Russia (537 milioni di dollari), seguita da Austria (268 milioni), Olanda (169 milioni) e Italia (92 milioni). Per quanto riguarda la provenienza geografica degli investimenti esteri in Serbia, secondo i dati della Banca Centrale, riferiti esclusivamente agli investimenti liquidi nel periodo , l Austria è risultata il primo investitore con 2,6 miliardi di dollari, seguita da Grecia (1,6 miliardi di dollari), Norvegia (1,55 miliardi di dollari) e Germania (1,3 miliardi di dollari). L Italia, con 804 milioni di dollari, è al quinto posto tra i Paesi investitori (tab.4). I dati disponibili forniti dalla Banca Centrale della Serbia (che si riferiscono solo al primo semestre 2009) indicano che i settori maggiormente coinvolti dagli IDE sono stati, in ordine decrescente: il settore dell estrazione mineraria (514 milioni di dollari), il settore manifatturiero (226 milioni di 12

13 dollari), il settore finanziario (201 milioni di dollari), il settore immobiliare (197 milioni di dollari), il settore del commercio e della distribuzione (190 milioni di dollari). La struttura settoriale dell IDE nel periodo mostra che il settore finanziario ha attirato la maggior parte degli investimenti, seguito da telecomunicazioni, trasporti, industria chimica, industria manifatturiera e settore immobiliare. Investimenti diretti esteri in Serbia nel periodo (valori in migliaia di dollari) N Paese Austria 201, ,356 1,161, , ,626,950 2 Grecia 249, , ,401 48, ,619,713 3 Norvegia 29 1,546,993 3,187 6, ,555,406 4 Germania 187, ,824 69,530 88, ,301,191 5 Italia 18,316 52, , , ,264 6 Slovenia 183, ,241 92, , ,880 7 Federazione Russa 14,324 15, , , ,433 8 Lussemburgo 108,885 8, ,537 76, ,893 9 Francia 62, ,085 84,391 78, , Olanda 92, ,119-27, , , Ungheria 24, ,045 31,494 31, , Montenegro 0 12, ,288 73, , Svizzera 56,990-15,421 96, , , Croazia 40,484 25,240 35, , , Gran Bretagna 63, ,915-26,584 14, , Bulgaria ,270 46,916 21, ,608 Fonte: Banca Centrale della Serbia Tabella 4 Investimenti previsti Per i prossimi anni, essendo ormai in via di conclusione il ciclo di privatizzazioni delle aziende piccole e medie, con oltre duemila aziende a capitale sociale vendute dal 2000 ad oggi, il Governo serbo considera la crescita degli investimenti greenfield come una delle priorità da perseguire per lo sviluppo dell economia e per l aumento dell occupazione. La firma, avvenuta a fine 2008, dell accordo tra la FIAT da una parte e della Zastava di Kragujevac e lo Stato serbo dall altra ha posto le basi per quello che e il più grande investimento industriale estero in Serbia, non solo dell Italia ma in assoluto, dall inizio del processo di transizione, di oltre 700 milioni di euro. 13

14 La compagnia aerea di bandiera JAT, la compagnia telefonica Telekom, l azienda del settore costruzioni ed ingegneria Energoprojekt, il produttore di pentole Metalac ed il produttore di farmaci Galenika Fitofarmacija sono tra le aziende più interessanti rimaste per eventuali acquirenti. JAT e Telekom sono grandi aziende di cui ai mercati sono ben noti gli asset come le difficoltà. Merita spendere alcune parole sugli altri soggetti, meno noti. La Energoprojekt di Belgrado ha una buona reputazione internazionale, con più del 50% del fatturato generato nei mercati d Africa, Asia, Sud America e Medio Oriente. La Fitofarmacija di Zemun gode di un ottima collaborazione con i principali produttori mondiali, come la Dow Chemicals, la United Phosphorus da un lato, ma richiederà sostanziali investimenti nel caso decidesse di esportare nel mercato dell UE. La Metalac di Gornji Milanovac è detenuta per il 40% dagli impiegati e dal management ed è uno dei migliori produttori di attrezzature per cucine in Europa. Metalac attualmente esporta nell UE, in Russia e nei Paesi della Regione. Tenendo presente gli investimenti pianificati da gruppi stranieri già presenti nel Paese e le concessioni strategiche, nonché la ristrutturazione del settore energetico e delle grandi aziende statali, per il 2010 si prevede un andamento degli investimenti che dovrebbe permettere perlomeno di bilanciare il peggioramento del deficit delle partite correnti, anche se la crisi economica potrebbe compromettere e ritardare ulteriormente questi piani. c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali L interscambio commerciale tra Serbia e Italia Nel 2009, secondo i dati pubblicati dall Ente per la Statistica della Serbia, l Italia è risultata il terzo partner commerciale della Serbia, con un interscambio complessivo di milioni di euro, costituito da 586 milioni di euro di importazioni e da 1,099 miliardi di euro di esportazioni. Saldo commerciale tra Serbia e Italia ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI SALDO Variazione (%) Esp. Imp ,2-25,5 Fonte: Ente per la Statistica della Serbia Tabella 5 Il saldo commerciale a favore dell Italia è stato pari a circa 513 milioni di euro con una considerevole flessione sia delle esportazioni (-23,2%) che delle importazioni (-25,5%). Comparando i dati relativi alle esportazioni ed alle importazioni complessive della Serbia non si rileva un trend particolarmente diverso nell interscambio con altri paesi. Il calo è infatti notevole con tutti i partner e rappresenta all incirca un quarto del volume complessivo scambiato. L Italia è stata nel periodo 2009 il terzo Paese fornitore della Serbia, preceduto dalla Federazione Russa (gas e petrolio) e dalla Germania, ed il quarto Paese acquirente. E da notare il fatto che 14

15 l Italia ha aumentato la propria quota del mercato serbo, raggiungendo il 9,8% (rispetto al 9,5% del 2008). Le tabelle di seguito riportano i dati sui principali settori merceologici dell interscambio tra Serbia e Italia nel 2009 ESPORTAZIONI DELLA SERBIA VERSO L ITALIA (anno 2009, valori in migliaia di euro) Variazione % su Abbigliamento ,2 2. Ferro e acciaio ,0 3. Calzature ,9 4. Metalli non ferrosi ,2 5. Materie plastiche in forme primarie ,5 6. Frutta e verdura ,0 7. Prodotti di caucciù ,5 8. Filati, tessuti e prodotti tessili ,8 9. Mangimi ,3 10. Legno ,1 IMPORTAZIONI DELLA SERBIA DALL ITALIA (anno 2009, valori in migliaia di euro) Variazione % su Veicoli ,2 2. Macchine d impiego generale ,9 3. Filati, tessuti e prodotti tessili ,5 4. Abbigliamento ,8 5. Macchine per impieghi speciali ,8 6. Prodotti di metallo non menzionati ,4 7. Pelle e pelletteria ,2 8. Prodotti medicinali e farmaceutici ,3 9. Apparecchi ed impianti elettrici ,9 10. Carta, cartone e cellulosa ,9 Fonte: Elaborazione Ice Belgrado su dati Ente per la Statistica Tabella 6 15

16 La quota maggiore delle esportazioni riguarda il settore dell abbigliamento, ferro e acciaio, calzature, metalli non ferrosi. Va comunque considerato che una componente rilevante delle esportazioni serbe verso l Italia è rappresentata dai lavori per conto terzi commissionati da imprese italiane, soprattutto nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento e del legno-arredamento. Non e privo di significato, a testimonianza della vitalita di queste forme di collaborazione industriale tra i due paesi, il fatto che sia stato proprio il settore dell abbigliamento quello in cui maggiormente tengono le esportazioni serbe verso l Italia con una diminuzione di solo (se comparata al 23,2% del totale) il 10,2%. I settori merceologici più rilevanti per il 2009, per quanto riguarda le importazioni serbe dall Italia sono stati: veicoli, macchine d impiego generale, filati, tessuti e altri prodotti tessili, macchine per impieghi speciali e abbigliamento. In termini di variazione percentuale risulta evidente la flessione considerevole (rispetto alla media) dei settori della meccanica strumentale (con cali intorno al 40%) e la sostanziale tenuta del settore dei veicoli che, oltre a continuare ad essere la voce piu importante, diminuisce, in un anno di crisi, solo del 3,2%. Registra un trend positivo, invece, il settore dei prodotti farmaceutici e medicinali. Investimenti italiani Pur non esistendo un meccanismo di calcolo completamente affidabile (il Paese investitore è considerato quello dell ultima transazione bancaria) l Italia, con una quota di capitale investito stimata intorno agli 800 milioni di euro, si attesta tra i primi cinque investitori in Serbia. Vi sono circa 200 aziende italiane presenti in Serbia, per un giro d affari e un numero di addetti stimati rispettivamente intorno a circa 2 miliardi di euro e a circa unità. Il numero di aziende italiane che hanno delocalizzato in Serbia negli ultimi anni è quasi triplicato. Nel quadro del processo di privatizzazione, le aziende italiane figurano al secondo posto per numero di aziende acquistate. Settore finanziario Con gli investimenti di Intesa-San Paolo (entrambi presenti prima della fusione) Unicredit e Findomestic, le banche italiane contano oggi su una quota di mercato di circa il 25% dell intero settore bancario serbo. Quanto al settore assicurativo, il Gruppo Generali ha acquistato nel 2006 il 50% della Delta Osiguranje primo Gruppo assicurativo privato e terzo operatore del mercato e Fondiaria-SAI nel 2007 ha acquistato in privatizzazione la Compagnia statale D.D.O.R. di Novi Sad che, con una quota di mercato del 30%, è la seconda società assicuratrice in Serbia. La quota complessiva di mercato controllata dalle aziende italiane è intorno al 44%. Settore industriale 16

17 A dicembre 2008 il Gruppo FIAT ed il Governo serbo hanno firmato gli annessi al contratto della joint venture per la creazione di Fiat Automobili Serbia (FAS), al 67% proprietà della Fiat e il 33% dello Stato serbo. In base all investimento del gruppo torinese (per oltre 700 milioni di Euro, quasi un quarto del PIL serbo) gli impianti di Kragujevac sono passati a Dicembre 2009 nella proprietà della nuova società costituita dal gruppo torinese (al 70%) e dal Governo serbo, che e impegnato ad ammodernare la fabbrica e le infrastrutture dell area per contribuire all investimento. Mentre prosegue l assemblaggio della FIAT Punto (che ha conquistato posizioni di primato nel mercato interno grazie anche ad un aggressiva politica di incentivi concessi dal Governo), la costruzione dei nuovi modelli destinati ai mercati mondiali inizierà verosimilmente l anno prossimo, per raggiungere a fine 2012 le unita di produzione annuali. Anche Magneti Marelli, che ha sottoscritto un memorandum d intesa con il governo serbo, dovrebbe nei prossimi mesi definire il proprio piano di investimenti nel quadro dello sviluppo del polo automobilistico di Kragujevac. Il settore industriale italiano tradizionalmente presente in Serbia è quello della maglieria e dell intimo: tra i nomi di maggior peso presenti con propri stabilimenti produttivi si segnalano Pompea, Golden Lady e Calzedonia. Calzedonia ha annunciato inoltre, a settembre 2009, la costruzione di una nuova fabbrica a Sombor che nel 2010 dovrebbe impiegare 500 dipendenti. Altri nomi italiani di rilievo in Serbia sono Adige Bitumi nel settore stradale (asfalti, bitumi e inerti) Fantoni nel legno-arredamento, Decotra e AcegasAPS nelle multi-utilities, Fantini e Ferrariplast nelle costruzioni e prodotti per l edilizia, Amadori nell agro-industria, Applicazioni Elettriche Generali nell elettromeccanica, Mondatori e Giunti nell editoria. Da segnalare che Italferr si è aggiudicata nel 2008 due importanti gare dell Agenzia Europea per la Ricostruzione (fondi CARDS): la progettazione ingegneristica del ponte ferroviario Zezelj di Novi Sad e la predisposizione del Master Plan dei Trasporti per il Governo serbo fino al Italferr sta completando le diverse fasi di approvazione del Master Plan, ormai completamente realizzato, e dello studio di fattibilità della ristrutturazione della ferrovia Belgrado Bar (Montenegro), che dovrebbe essere presentato nella prima metà del I rappresentanti del Governo e della Commissione Europea dovrebbero siglare a breve l accordo finanziario che prevede la costruzione del ponte stradale/ferroviario di Zezelj sul Danubio, sulla base del progetto Italferr. L UE finanziera il progetto con 30 milioni di euro, mentre la regione Vojvodina partecipera con 20 milioni e la citta di Novi Sad con 10 milioni. Il tratto ferroviario Belgrado Bar, di lunghezza complessiva di 455km (di cui 280km in Serbia), attualmente consiste in un singolo binario elettrificato e permette una velocita media di appena 45 km/h. Piu di 250 tunnel (per il 24% del tratto) e circa 230 ponti rendono il progetto particolarmente articolato. Italferr ha iniziato i lavori a fine Individuazione delle Aree di intervento 17

18 a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale I prodotti italiani dei settori tradizionalmente di punta, come il tessile-abbigliamento, calzature, arredamento, design, sono conosciuti ed apprezzati, ma la loro penetrazione nel Paese è circoscritta ad una ristretta fascia di consumatori, mentre una prospettiva di dilatazione del bacino dei consumatori di tali prodotti è condizionata dalla crescita del potere d acquisto della fascia sociale media, che per ora non è in grado di partecipare al mercato esprimendo una domanda di beni comparabile con gli standard occidentali. Per quanto riguarda i beni d investimento, la mancanza di manutenzione e di aggiornamento tecnologico negli ultimi anni determina una potenziale domanda di impianti e macchinari che sono di necessita vitale per la ripresa e lo sviluppo dell attività produttiva. Le aziende locali guardano con interesse alla possibilita di effettuare lavorazioni per conto terzi che favoriscono i contatti e le collaborazioni con aziende estere. Vi sono pertanto condizioni particolarmente favorevoli per le aziende italiane orientate a delocalizzare le proprie produzioni o ad effettuare investimenti, attratte dalla possibilità di beneficiare di un notevole vantaggio competitivo, per il costo ancora contenuto di una manodopera mediamente qualificata ed i bassi costi di trasporto dovuti alla contiguità geografica del paese rispetto all Italia. Occorre inoltre rilevare l interesse della nostra industria per il settore dell edilizia e delle costruzioni in Serbia. Il settore delle infrastrutture stradali e ferroviarie offre delle opportunita sostanziali, tenendo conto dei finanziamenti da parte di UE, Banca Mondiale, BEI e BERS. Tra i settori che il Governo serbo ha posto come priorita spicca anche quello dell energia costruzione di nuovi impianti e ricostruzione di quelli esistenti (soprattutto l idroelettrico ed il termoelettrico, ma anche quello dell energia rinnovabile). La qualificata offerta italiana di beni e servizi per costruzioni trova spazi in un mercato locale la cui domanda è sostenuta dalle esigenze sia di ristrutturazione del patrimonio immobiliare che di realizzazione di nuovi edifici. b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia Per quanto riguarda gli investimenti diretti, i settori individuati come prioritari sono: Infrastrutture dell Energia (termo-elettrico, idro-elettrico, fotovoltaico ed eolico in particolare); Infrastrutture dei Trasporti; Meccanica, Meccatronica e componentistica automotive; Agro-Industriale; Legno-Arredamento; Chimico-Farmaceutico Tessile-Abbigliamento 18

19 Calzaturiero c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Esistono interessanti possibilita di investimento in settori ad alto contenuto tecnologico, come l ICT, energia, ambiente, meccanica di precisione. Istituti di ricerca, enti scientifici e centri universitari sono in grado di portare avanti progetti di ricerca e sviluppo a livello internazionale, disponendo di personale altamente qualificato e specializzato e con un costo relativamente basso. In Serbia è migliorabile il rapporto tra il mondo scientifico e quello delle imprese un fatto dovuto a diversi fattori (la crisi economica, i pochi investimenti nel settore della scienza negli ultimi anni e la mancanza di un quadro istituzionale di tipo occidentale). E necessario, pertanto, creare modelli operativi precisi, individuare partners scientifici e tecnologici e costituire un quadro di interscambio di informazioni e servizi di R&D, utilizzando possibilmente anche fondi europei previsti per tali attività sinergiche. d) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La SACE ha riattivato il proprio servizio per le operazioni in Serbia gia a partire dal La collocazione del Paese nella settima categoria rende tuttavia i premi assicurativi particolarmente onerosi, compromettendo così un più esteso utilizzo dello strumento in questione. La SIMEST opera in loco con i suoi ordinari strumenti finanziari, cui si aggiungono due fondi di Venture Capital, il Fondo Jugoslavia e il Fondo Balcani. Tali Fondi consentono una partecipazione (SIMEST + Fondo di Venture Capital) fino a un massimo del 49% delle società locali partecipate da imprese italiane. La BERS, la Banca Mondiale e l IFC dispongono di fondi appositamente stanziati dal nostro Ministero dell Economia per lo sviluppo del settore privato e delle iniziative imprenditoriali in Serbia. Il supporto finanziario riguarda ingenti crediti per le infrastrutture nel settore dei trasporti stradali per facilitare il trasporto ed il commercio transfrontaliero. La BERS ha, inoltre, recentemente promosso un progetto per lo sviluppo dell energia sostenibile e rinnovabile in Serbia per cercare di contenere gli effetti del cambiamento climatico. Un primo finanziamento prevede l utilizzo di 13,5 milioni di euro come spinta iniziale per l implementazione di progetti a lungo termine a favore di nuove fonti di energia rinnovabili. Sostegno italiano alle PMI serbe Il sistema produttivo serbo è composto per la quasi totalità da aziende di dimensioni medie o piccole (a volte micro imprese). Le PMI serbe contano per il 34% sul PIL nazionale, impiegano il 66% della forza lavoro occupata e pesano per il 68% sul fatturato complessivo delle aziende, per il 50% sulle esportazioni e per il 51% sulle importazioni. 19

20 A sostegno delle PMI locali, il Governo italiano ha avviato nel 2005 una linea di credito di 32,25 milioni di euro per l acquisto di macchinari italiani a condizioni particolarmente vantaggiose (tasso di interesse del 4,9% e 8 anni per la restituzione, di cui 2 anni di grazia). I fondi sono stati completamente erogati in meno di tre anni a favore di 90 aziende serbe, che a seguito degli investimenti finanziati con la linea di credito italiana hanno creato 500 nuovi posti di lavoro. A luglio del 2009 e stato firmato un accordo per la concessione di una seconda linea di credito di 30 milioni di euro. Oltre che alle PMI, tale secondo finanziamento sarà aperto anche alle aziende municipalizzate per l acquisto di attrezzature utili ai servizi cittadini (distribuzione di gas, luce e acqua, monitoraggio ambientale, trattamento dei rifiuti, gestione delle acque reflue). La linea in questione potrebbe diventare operativa a metà Con le linee di credito, l Italia dove operano oltre 2 milioni di PMI punta sullo sviluppo delle PMI serbe per facilitare la crescita economica del Paese. Oltre ai settori tradizionali (tessile, abbigliamento, meccanica, agro-alimentare, arredamento) le aziende italiane sono fortemente interessate ad investire in Serbia in altri comparti strategici quali quelli delle energie rinnovabili e delle intrastrutture. Strumenti UE di assistenza pre-adesione (Fondi IPA) La principale priorità per la Serbia di oggi riguarda senza dubbio l'integrazione europea. La strategia d'integrazione europea deve essere considerata "l'incentivo fondamentale" per realizzare le riforme necessarie ai fini della stabilità e dello sviluppo economico sostenibile. I fondi IPA hanno lo scopo di assistere i paesi candidati e pre-candidati nella fase di attuazione delle riforme e delle strategie nazionali e regionali, necessarie al processo d'integrazione di questi paesi nell'unione Europea. La Commissione ha già da tempo presentato la ripartizione degli aiuti pre-adesione per il ; secondo le cifre presentate, la dotazione per la Serbia sarà di 186,7 milioni nel 2007, 190,9 nel 2008, 194,8 nel Politica commerciale e di accesso al mercato a) Barriere tariffarie Per quanto riguarda le barriere tariffarie, vanno riconosciuti i notevoli passi avanti realizzati dal Paese, pur in presenza di una situazione economica estremamente precaria, caratterizzata dalla difficoltà delle aziende locali, soprattutto di proprietà sociale, di rimettere in moto il proprio apparato produttivo e di rendere competitivi i propri prodotti rispetto alla concorrenza internazionale. Principali accordi in materia di commercio estero ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA RUSSIA L accordo prevede la graduale eliminazione delle barriere all esportazione dei prodotti di Serbia e Montenegro verso il mercato russo. L'accordo stabilisce che è il paese importatore che regola le questioni relative all origine dei prodotti, in conformità con i principi dell Organizzazione Mondiale per il Commercio. La lista dei prodotti non compresi dall'accordo sull esenzione da dazio è aggiornato annualmente, e include attualmente pollame, zucchero, cioccolato, bevande alcoliche, sapone, cotone, tappeti, elettrodomestici e veicoli a motore. 20

21 L accordo in questione è il primo di questo tipo che la Russia ha firmato con alcun paese al di fuori della Comunità degli Stati Indipendenti. Ad aprile 2009 l accordo e stato ulteriormente allargato ed attualmente il 95% delle voci doganali e esente dai dazi. ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA BIELORUSSIA L accordo, stipulato a Minsk il 31 marzo 2009, prevede il graduale abbandono di dazi doganali tra la Serbia e la Bielorussia per tutti i prodotti ad esclusione di zucchero, tabacco, bevande alcoliche, automobili usate, autobus e gomme. Si prevede, inoltre, la creazione di un Consiglio serbobielorusso per la cooperazione economica il cui compito sarà quello di valutare la possibilità di creazione di joint-venture. ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA TURCHIA L accordo di libero scambio prevede una liberalizzazione asimmetrica a favore della Serbia che è entrato in vigore il 1 gennaio 2010; gli imprenditori serbi potranno esportare i loro prodotti verso il mercato della Turchia con 75 milioni di abitanti senza dazi doganali mentre la liberalizzazione dalla parte Serba si attuerà per fasi alterne e si completerà il Il governo serbo ha ottenuto, durante il Summit economico a Istanbul, la possibilità di proteggere i settori agricolo, tessile e metallurgico mentre potrà mantenere i dazi sui prodotti industriali provenienti dalla Turchia. ACCORDO CEFTA (Central European Free Trade Area) - Dicembre Il CEFTA è un accordo di libero scambio multilaterale, che sostituisce gli accordi bilaterali di libero scambio in atto tra i singoli paesi della regione. In particolare, l accordo sostituisce gli accordi bilaterali esistenti tra i seguenti Paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia, Moldova, Montenegro, Serbia e l Amministrazione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo. ACCORDO EFTA Il Governo della Serbia ha sottoscritto un accordo il 17 dicembre 2009, a Ginevra, sul libero scambio con i paesi dell Associazione Europea per il Libero Scambio (EFTA) il quale è entrato in vigore nell aprile 2010 dopo la ratifica del parlamento serbo. Considerando il fatto che alcuni paesi fondatori dell EFTA sono entrati nell UE, i membri ufficiali rimasti sono quattro: l Islanda, il Lichtenstein, la Norvegia e la Svizzera. Questo accordo permetterà l apertura di un nuovo mercato senza dazi di circa 13 milioni di abitanti per gli imprenditori serbi e la possibilità di altri investimenti diretti esteri oltre ai 2 miliardi di euro già stanziati negli anni passati. ACCORDO UE A partire da Febbraio 2010 il commercio con i paesi dell UE è regolato attraverso l Interim Trade Agreement, parte dello Stabilization and Association Act (ASA) dell'aprile 2008, il cui principale obiettivo é quello di creare gradualmente, in un periodo di sei anni, una zona di libero scambio. L'Unione Europea aveva già permesso ai Balcani Occidentali esportazioni libere da dazi nel 2000, tranne che per alcune categorie di prodotti (vino, zucchero, alcuni tipi di carni ed alcuni prodotti di pescheria), e, successivamente, l'interim Trade Agreement è stato applicato unilateralmente dalla Serbia a partire dallo scorso 30 Gennaio Tale accordo commerciale impone alla Serbia di mettere in atto regolamenti idonei all acquis comunitario in cinque aree essenziali: liberalizzazione del commercio, competizione, proprietà intellettuale, trasporti, controllo delle sovvenzioni statali. L implementazione di tale accordo costituirà un importante punto di svolta nei termini di una maggiore trasparenza delle regole economiche, una maggiore protezione degli operatori, 21

22 un aumentata competitività delle aziende serbe, un accesso meno costoso sul mercato serbo dei prodotti europei ed una maggiore spinta attrattiva per gli investitori serbi. ACCORDO USA Il commercio con gli Stati Uniti è perseguito secondo il Sistema Generalizzato delle Preferenze (Generalized System of Preferences - GSP). Il GSP fornisce attualmente un ingresso preferenziale libero da dazi per oltre 4,650 prodotti, incluso la maggior parte dei beni finiti e semi-finiti e determinati prodotti agricoli e dell industria primaria. Alcuni beni non sono idonei per il regime di esenzione da dazio del GDP, che generalmente include la maggior parte dei prodotti tessili, prodotti in pelle e calzature. La lista dei beni facenti parte del GDP viene revisionata e corretta due volte l anno, tenendo conto delle indicazioni delle industrie statunitensi. ZONE FRANCHE La creazione delle zone franche, che pure verranno progressivamente a mancare nel corso dei prossimi 6 anni, in ragione dell applicazione progressiva dell Accordo di Commercio con la UE, rappresenta attualmente la forma di agevolazione più specifica per gli investitori esteri. In Serbia sono state create 5 zone franche (Subotica, Novi Sad, Pirot, Zrenjanin, Kragujevac ed in previsione di ottenere lo status ci sono anche Apatin, Sabac, Uzice e Nis) in prossimità di grandi città o in aree ben collegate, all interno delle quali esistono diversi vantaggi per l avvio di un attività produttiva: le merci importate sono esenti da Iva; le importazioni e le esportazioni da e verso una zona franca non sono soggette alle normali procedure di controllo doganale, né a possibili quote e limitazioni imposte al commercio estero; macchinari, materiali da costruzione e materie prime (se usate per produrre beni finiti per l esportazione) possono essere importate senza dazio; all interno della zona è possibile utilizzare liberamente la valuta estera ottenuta attraverso le operazioni di importazione-esportazione; i redditi generati possono essere trasferiti senza alcuna restrizione le zone franche sono considerate extraterritoriali, quindi occorre sottoporsi alle normali procedure e pagare dazio per poter vendere in Serbia i beni prodotti al loro interno. Questa regola non si applica se: almeno il 50 percento del valore del bene è stato prodotto all interno della zona franca (nel qual caso il bene viene considerato serbo a tutti gli effetti, e può liberamente circolare nel paese); il prodotto viene portato temporaneamente al di fuori della zona libera (per esempio, per completare un passaggio della lavorazione) e successivamente vi ritorna. b) Barriere non tariffarie Le barriere non tariffarie possono essere suddivise nelle seguenti categorie: 1. Restrizioni quantitative (quote di importazione e di esportazione, la necessita' di permessi speciali, accordi bilaterali discriminatori nei confronti di paesi terzi) 2. Dazi non doganali e analoghe misure riferite alle importazioni (depositi richiesti per le importazioni, dazi di compensazione, tasse per ridurre il dazio doganale) 3. Attivita' dello Stato nel commercio e prassi commerciale restrittiva (sovvenzioni, monopoli statali o di aziende statali, misure di sviluppo regionale o industriale ecc) 4. Procedure doganali ed amministrative (valutazione e classificazione della merce) 22

23 5. Barriere tecniche (norme fitosanitarie, standard industriali, di qualità o di sicurezza, norme sull'imballaggio della merce) Alcune barriere non tariffarie hanno, in Serbia, origini più complesse: per alcune merci ingombranti (come il carbone), sono previsti soltanto pochi varchi doganali, con conseguenti ritardi e aumento di costi. L'orario di lavoro degli ispettori (sanitari, veterinari e per esami radiologici) spesso non corrisponde all'orario di lavoro delle dogane, e alcuni certificati possono essere ottenuti soltanto in pochi istituti in Serbia. Un altro problema che non e' stato ancora risolto del tutto è quello dei certificati e degli standard tecnici serbi non ancora completamente armonizzati con quelli UE. Fino ad oggi, comunque, non sono state rilevate contestazioni significative da parte delle società italiane per quanto riguarda le barriere non tariffarie in Serbia. Complessivamente, nonostante i recenti miglioramenti, le dogane della Serbia, la sua infrastruttura IT e le procedure, il sistema di analisi-rischio e le risorse umane andrebbero ulteriormente rinforzati. c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale Negli ultimi anni, l avanzamento nel processo di adesione al WTO e, quindi, l esigenza di dare attuazione agli accordi TRIPS (Accordi sui diritti di Proprietà Intellettuale relativi al commercio) ha fatto compiere alla Serbia significativi passi in avanti in materia di tutela della proprieta intellettuale e industriale. Per quanto attiene ai produttori video-cinematografici, alle emittenti ed ai creatori di database, la tutela opera se prevista da accordi internazionali o se sussiste la condizione di reciprocita. Al di fuori di queste ipotesi, i diritti sono tutelati se il prodotto video-cinematografico o il database e stato realizzato in Serbia o, per le emittenti, se il programma e stato trasmesso dal territorio nazionale. Le azioni relative a violazioni di diritti di proprietà intellettuale e industriale debbono essere intraprese innanzi ai competenti tribunali commerciali o distrettuali (in base allo status della parte attrice). Per quanto riguarda i diritti di proprietà industriali, la Serbia si sta preparando per aderire pienamente all Ufficio Europeo per i Brevetti. Un considerevole numero di convenzioni internazionali (l Accordo di Vienna, l Accordo di Strasburgo e l Atto di Ginevra) sono state ratificate dal Parlamento serbo nel maggio Nonostante le difficoltà iniziali che riguardavano l implementazione dei regolamenti per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, la legge ha incominciato a produrre i suoi effetti. Le persone fisiche e giuridiche godono davanti alla legge, in concordanza con i regolamenti dell UE, di protezione legale nelle procedure implicate in una causa davanti ai tribunali commerciali; protezione nelle procedure amministrative attraverso organi d ispezione competenti, dogane ed altri; protezione in materia penale davanti ai tribunali penali. La qualità della protezione giudiziaria è stata migliorata con l istituzione di speciali dipartimenti nelle corti distrettuali con giudici competenti che hanno conoscenze tecniche specifiche ed esperienza nel campo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale. La Serbia, come membro della WIPO (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale), ha aderito alle convenzioni e ai trattati che regolano tale materia. 23

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