NOTE INTEGRATIVE ALLA CARTA GIACIMENTOLOGICA Bacino Gioia-Piastrone M.te Beneo

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1 NOTE INTEGRATIVE ALLA CARTA GIACIMENTOLOGICA Bacino Gioia-Piastrone M.te Beneo 1. PREMESSA Per incarico delle Società: Gualtiero Corsi s.r.l. (cava 168 Cima di Gioia e cava 163 cava Scalocchiella), Cooperativa Cavatori di Gioia s.c.r.l. (cava Gioia Piastrone n 173), Nuova Gioia s.r.l. (cava Venedretta n 167), Società Apuana Marmi s.r.l. (Cava n.172 e Bonifica/messa in sicurezza M.nte Beneo), F.lli Antonioli srl (Cava n.171), i tecnici scriventi hanno redatto le presenti NOTE INTEGRATIVE ALLA CARTA GIACIMENTOLOGICA del Bacino di Gioia - Piastrone, che vengono a costituire parte integrante del Piano comune di coltivazione delle cave n.168, n.163, n. 173, n.167 e Bonifica M.te Beneo (ai sensi della LR 78/98) ed il Piano Comune tra le Cave n. 171 e n.172, site nel Bacino Marmifero di Colonnata; la presente integra la relazione Geologica già depositata, mentre gli elaborati grafici (Tav. 5, Tav.6 e Tav. 6bis) sono già compresi nelle tavole del Progetto redatto a firma dell Ing. Min. Massimo Gardenato. 2. GIACIMENTOLOGIA Nel corso del rilevamento di campagna, sono stati cartografati i contatti tra le diverse varietà marmoree sui fronti di cava attuali che, se da un lato agevolano il compito del rilevatore con sezioni naturali che geometricamente tagliano le strutture nelle direzioni caratteristiche del complesso metamorfico e del marmo (verso, contro e secondo), d altro canto evidenziano una complessità strutturale alla scala metrica che riproduce le megastrutture che caratterizzano il Nucleo Metamorfico Apuano. Visti gli scopi del lavoro non si è entrati nel dettaglio dell assetto strutturale (strutture minori ) in quanto si sarebbero resi necessari approfondimenti e diverse modalità di indagine; la finalità è stata quindi di individuare, all interno della formazione dei marmi s.l. le diverse facies litologiche, risultato del metamorfismo che ha agito sugli originari litotipi sedimentari che, per quanto coevi, si erano depositati in ambienti paleogeografici con condizioni estremamente mutevoli sia in senso spaziale che fisico-chimico. Quanto sopra, inteso come differenziazione primaria di carattere sedimentario caratteristico della piattaforma carbonatica dalla quale hanno avuto origine i marmi s.l., trova una sua continuità e per certi aspetti un accentuazione, nel regime metamorfico-strutturale (regime plastico e poi rigido) che ha accompagnato l orogenesi appenninica e lo specifico del Complesso Metamorfico Apuano. Dal punto di vista geologico il bacino di Gioia, di cui le cave in oggetto rappresentano la componente più significativa in termini di estensione e produttività, si estende sul fianco diritto della sinclinale di Carrara (già lente inferiore dello Zaccagna). Come evidenziato nella cartografia allegata, il versante interessato dalle coltivazioni espone da Nord-Est a Sud-Ovest la serie quasi completa dei litotipi che formano la successione carbonatica triassica mediosuperiore dell Autoctono Metamorfico.

2 Marmo dolomitico Bianco Carrara CD Venato Gioia Brouillè Foto n. 1 Veduta da OVEST: Cima di Gioia. Calcare selcifero Zebrino Marmi grigi Venato Gioia Brouillé Foto n. 2 Veduta da SUD-EST: Gioia e M.te Beneo. Venato Gioia

3 Foto n. 3 Veduta da SUD-OVEST: M.te Beneo. Foto n. 4 Veduta da EST: Gioia e M.te B

4 Nell area N-NE del Bacino (Cima di Gioia e Venedreta) si passa quindi dai Grezzoni, affioranti lungo il crinale subito a nord della cava Venedreta 167, al Marmo dolomitico, con sequenze carbonatiche alternate più o meno ricche in magnesio, presenti oltre che nella cava Lavagnina, sovrastante la cava 167, lungo tutto il crinale residuale che in larga parte coincide con il limite amministrativo tra i Comuni di Carrara e Massa. Lo sviluppo delle lavorazioni (dall alto verso il basso) porterà alla progressiva riduzione di questo alto morfologico, che appunto per la presenza di marmo dolomitico, risulterà di scarsa resa commerciale, ma di importanza determinante per lo sviluppo delle coltivazioni di tutte le unità estrattive comprese nel Progetto Coordinato. D altra parte, nell area S-SW, (Monte Beneo - Zuccone) in prossimità del contatto con il Metacalcare Selcifero, che segna il limite della formazione dei marmi s.l., sono in corso interventi di messa in sicurezza e preparazione che interessano orizzonti litologici che pur rientrando litologicamente nei marmi, sono di scarso o nullo valore commerciale (marmi grigi, bardigli e nuvolati). Essi presentano inoltre complicazioni di carattere strutturale e sono stati interessati da un intensa tettonizzazione, sicuramente in parte imputabile all accavallamento dell Unità di Massa. Foto n. 5 Veduta da NORD-EST : Cave 171 e 172 M.te Zuccone e M.te Beneo Di seguito, con riferimento alla Carta Giacimentologica delle Alpi Apuane (della quale è riportato uno stralcio), verranno descritte le diverse varietà di marmo cartografate, tenendo conto che i contatti rilevabili, solo in parte coincidenti con i rapporti startigrafici originari, non sono passaggi netti e definiti, ma si presentano, sfumati e/o per alternanza quando non legati ad elementi strutturali (strutture minori) fortemente tettonizzati. La finalità del rilevamento è stata quindi quella di definire e differenziare le diverse varietà litologiche che caratterizzano, nel contesto geostrutturale in esame, il giacimento ed in particolare la formazione dei marmi s.l. ; la carta prodotta è quindi una Carta

5 Giacimentologica che non prende comunque in considerazione gli aspetti merceologici, che sono la risultanza di altri elementi e variabili non direttamente, o non solo, riconducibili all assetto geologico e giacimentologico. Fig. 1 - Estratto non in scala della Carta giacimentologica dei Marmi delle Alpi Apuane, sezione Carrara (CLF=Calcari selciferi, MRZ=Marmo zebrino, MMR 8 =Marmo paonazzo, MMR 7 =Marmo arabescato, MMR 6 =Marmo calacata, MMR 5 =Marmo statuario, MMR 4 =Marmo bardiglio, MMR 3 =Marmo nuvolato, MMR 2 =Marmo venato, MMR 1 =Marmo ordinario, MDD=Marmi dolomitici, GRE=Grezzoni). Le varietà giacimentologiche dei marmi affioranti verranno illustrate richiamando la descrizione ripresa dalla legenda della carta redatta dall Università degli Studi di Siena Centro di Geotecnologie, evidenziando le specificità emerse dai rilievi effettuati nell area in esame; la successione verrà descritta dal basso verso l alto, tenendo conto della già richiamata delle presenza di eteropie laterali e/o di complicazioni di carattere strutturale dovute alla presenza di strutture di secondo ordine rispetto alla megastruttura rappresentata dalla Sinclinale di Carrara.

6 GRE = Grezzoni - Dolomie e dolomie ricristallizzate grigio scure; il passaggio con la formazione dei marmi s.l. avviene per alternanza e livelli di marmo dolomitico. MDD = Marmi dolomitici Marmi dolomitici alternati a dolomie grigio chiare o rosate ricristallizzate. Frequenti dolomie cristalline massicce grigio chiare. MMR 1 = Marmo ordinario Metacalcare di colore grigio perlaceo, a grana da fine a medio grossa, a fondo omogeneo oppure cosparso di piccole macchie e vene grigie, irregolarmente distribuite e dovute a presenza di pirite microcristallina. Sovrastanti i Marmi Dolomitici, non in modo netto ma con alternanze e passaggi graduali, si individua un livello costituito da Marmo ordinario, o meglio corrispondente alla varietà merceologica del Carrara CD (area Cava n.167), materiale di colore bianco a granulometria costante con presenza di sottili venature e punteggiature grigie. Foto n. 6-7 Area Venedreta, passaggio Marmo Dolomitico-Bianco Carrara CD MMR 2 = Marmo venato - Metacalcare di colore variabile dal bianco perlaceo al grigio chiaro, a grana media, con venature di colore grigio dovute a presenza di pirite microcristallina; localmente le venature possono diradarsi e l aspetto è quello di un Carrara C-D. Scendendo morfologicamente, ma salendo nella sequenza delle varietà merceologiche all interno della formazione dei Marmi Hettangiani, si assiste al passaggio alla varietà del Marmo Venato, con venature che assumono via via un andamento più regolare ed omogeneo, su un fondo particolarmente bianco ( Venato Gioia ); è questa la varietà merceologica che caratterizza la porzione medio bassa dell area in questione corrispondente alle cave Gioia Alta n. 168 e Piastrone n. 173.

7 Foto n. 8-9 Cava Piastrone: bancata Venato Gioia; cava n.172: Blocchi Venato Gioia Foto n. 10 Blocchi Venato Gioia (cava n.171) MMR 3 = Marmo nuvolato - Metacalcare grigio a grana fine e media, attraversato da vene e bandature più chiare: Il colore grigio è dovuto a pirite microcristallina variamente diffusa. Entro questo litotipo si trovano frequenti passaggi a corpi bardigliacei e tasche di metabrecce tendenti ai tipi arabescati.

8 Passando ai termini superiori della formazione dei marmi, affioranti alla base e sul M.te Beneo, si passa ad un livello di marmo a fondo scuro, dall aspetto merceologico variabile (dal Nuvolato al Brouillé) caratterizzato dalla presenza di dolomia in tarsi, duree e frescume. Questo livello costituisce un termine di transizione al Bardiglio, marmo grigio scuro a granulometria più fine, che dalla sommità del Monte Beneo si estende verso Sud- Ovest, fino alla zona di Artana. Foto n Monte Beneo: passaggio venato marmi grigi Foto n Area Monte Beneo: Marmi grigi e Grigio scuri MMR 4 = Marmo bardiglio Metacalcare a grana fine di colore grigio scuro dovuto a diffusa pirite microcristallina; la presenza di venature (ancora più scure)in questo litotipo dà luogo al bardiglio venato.

9 Foto n. 13 Passaggio Venato/Marmi grigi / Bardiglio Foto n. 14 Blocco Arabescato (chiaro) e blocco Bardiglio MMR 7 = Marmo arabescato Brecce a clasti marmorei eterometrici, bianchi o chiari in subordinata matrice metacalcare grigia: i clasti sono riferibili un pò a tutte le varietà, ma soprattutto a ordinario, venato e nuvolato/bardiglio. Nel comparto di Cima di Gioia affiora un sottotipo definito come bianco brouillé, caratterizzato da regolarità di taglia e distribuzione dei clasti.

10 Caratteristica del bacino estrattivo di Gioia e poi la presenza della varietà Brouillè, un arabescato costituito da una breccia monogenica di clasti bianchi rotondeggianti, non sempre ben definiti; immersi in un cemento grigio per la probabile presenza di pirite: da notare, come riportato nella Carta giacimentologica dei Marmi delle Alpi Apuane, con la sigla MMR7 Marmo Arabescato, l affioramento del Brouillé viene cartografato come facente parte di un anticlinale ripiegata e reincisa successivamente; dal rilievo effettuato l affioramento di Brouillé risulta meno esteso di quanto risultava dalla citata ed allegata cartografia e confinato nella parte più meridionale della cava Piastrone n.173. Foto n. 15 Affioramento della qualità Brouillè all interno della cava Gioia 173. Foto n Bancata Brouillé e informe Foto n. 16 Particolare di un informe della qualità Brouillè all interno della cava Gioia 173.

11 MRZ = Marmo zebrino - Livelli decimetrici subparalleli alla scistosità primaria di meta calcare biancastro-giallognolo alternati ad intervalli decimetrici di metacalcare grigio-verde ricco di fillosilicati (clorite e muscovite). Foto n. 17 Area M.te Beneo: Marmo Zebrino molto tettonizzato Foto n. 18 Sommità M.te Beneo: Marmo Zebrino

12 CLF = Calcari selciferi - Metacalcilutiti grigio scure, con liste e noduli di selce. Gli affioramenti presenti nell area rilevata si presentano nella loro tipica facies e localmente si rinvengono sottili livelli all interno del sovrastante Marmo zebrino. Foto n. 17 Area M.te Beneo: affioramento Metacalcare selcifero UNITA DI MASSA - Più a Sud affiorano gli scisti dell Unità di Massa, sovrascorsi sulla serie metamorfica ( Autoctono Aut.); lungo il crinale che unisce la vetta del Monte Beneo al monte della Rocchetta, è individuabile una piccola faglia diretta con rigetto di una ventina di metri, che trasla il contatto Marmi-Calcari Selciferi. Carrara, lì 20 Maggio 2015 Dott. Geol. Carlo Musetti

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