1. INTRODUZIONE 1.1 Uso medicinale delle piante

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1 1. INTRODUZIONE 1.1 Uso medicinale delle piante La fitoterapia è la disciplina medica che utilizza piante medicinali e derivati nella prevenzione e cura delle malattie, relativamente alle proprietà farmacologiche dei costituenti chimici presenti nella pianta, o meglio nel preparato utilizzato. La fitoterapia non segue particolari filosofie o credenze religiose, ne metodologie diagnostiche o terapeutiche diverse da quelle della medicina scientifica (Fiorenzuoli, 2002). L Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da tempo si è pronunciata sull uso terapeutico delle piante medicinali, sollecitandone lo studio chimico, farmacologico e clinico ed apprezzando particolarmente le medicine tradizionali, che sono per gran parte della popolazione mondiale l unica forma di terapia (Akerele, 1992). L uso di erbe per trattare la malattia è quasi universale fra le società non industrializzate. Tra queste, un certo numero di tradizioni si sono affermate nella medicina erboristica del mondo occidentale alla fine del ventesimo secolo: - la Medicina Erboristica Europea, fondata sulla tradizione greca e romana (Ernst, 1999). - l Ayurveda, un sistema medico alternativo che è stato praticato primariamente nel subcontinente indiano da anni. L Ayurveda include diete e rimedi erboristici ed enfatizza l uso del corpo, della mente, e dello spirito nella prevenzione e nel trattamento della malattia (Padma, 2005). - La Medicina Tradizionale Cinese (TCM), un antico sistema di cura della salute. Tra i componenti della TCM ci sono la terapia erboristica e 1

2 nutrizionale, gli esercizi fisici ristoratori, la meditazione, l agopuntura, ed il massaggio terapeutico (Chan, 1995). La farmacologia occidentale usa singoli principi attivi per ottenere specifiche risposte cellulari, mentre la Medicina Tradizionale Erboristica (THM) sottolinea l importanza dell uso di miscele naturali di composti attivi, e c è un interesse emergente a fornire una base scientifica e razionale a tale disciplina. Al contrario di farmaci costruiti farmacologicamente o sintetici, che possiedono un singolo bersaglio per un singolo recettore come meccanismo d azione, gli estratti di piante sono in grado di stimolare o di inibire reti di segnali cellulari, trascrizione genica, metabolismo cellulare ecc., e in questo modo contribuire alla regolazione dello stato fisiologico generale della cellula e/o dell organismo in risposta agli agenti di stress dovuti sia a condizioni intracellulari che extracellulari. Presumibilmente, questo costituisce uno dei più grandi vantaggi dell uso di prodotti naturali sia per la prevenzione ed il trattamento di patologie sia per il mantenimento delle condizioni di salute di un organismo. Le piante hanno una capacità quasi illimitata di sintetizzare sostanze biologicamente attive; moltissime di queste sono metaboliti secondari, di cui almeno sono stati isolati, numero considerato essere meno del 10% del totale presente in natura. Questi principi attivi sono rappresentati da fenoli semplici, polifenoli, tannini, flavonoidi, glicosidi (fenilpropanoidi, antrachinoni, glucosinolati, iridoidi), terpeni, terpenoidi e saponine (fitosteroli, glicosidi cardioattivi, triterpeni), olii essenziali e resine, alcamidi, alcaloidi. In molti casi, queste sostanze (specialmente alcaloidi) servono come meccanismo di difesa della pianta contro l attacco di microrganismi, insetti ed erbivori. L uso e la ricerca di farmaci ed integratori alimentari derivati da piante sono cresciuti negli ultimi anni. Farmacologi, microbiologi, botanici e chimici dei prodotti naturali stanno portando avanti valutazioni di 2

3 prodotti fitochimici potenzialmente utili per il trattamento di diverse patologie (Cheng et al., 2006). 3

4 1.2 L incenso L incenso, detto frankincense o olibanum, è una gommoresina oleosa prodotta da diverse specie di alberi del genere Boswellia, appartenenti alla famiglia delle Burseracee. Solo poche specie producono l incenso commerciale; il tipo e la qualità della resina dipendono dalla sua origine. Le specie principali sono Boswellia carteri (Africa Orientale), B. serrata (India), B. frereana (Somalia) e B. sacra ( sud- Arabia) (Miller et al., 1988). La Boswellia è un albero alto 4-5 metri, la corteccia è di color cenere con molti canali resiniferi, presenta grosse foglie composte, ovato-lanceolate, più o meno pubescenti localizzate vicino all estremità dei rami, i fiori sono piccoli, bianchi e profumati, raggruppati in racemi ascellari. Il frutto è una drupa e contiene tre semi a forma di cuore. La gommoresina è ottenuta raschiando la corteccia o facendo una profonda, lunga incisione di 4-8 cm con un attrezzo simile ad uno scalpello. L essudato esposto all aria forma delle lacrime irregolari, globose di colore dorato che vengono raccolte dopo 14 giorni (Tucker, 1986). La consistenza desiderata della gomma è ottenuta circa 3 mesi dopo. La raccolta inizia a dicembre e raggiunge il massimo tra marzo e maggio (Hepper, 1992). Dopo lo sfruttamento, gli alberi sono lasciati a riposo per 5-6 anni (Greve, 1997; Hepper, 1969, Howes, 1949). 4

5 Fig.1 Pianta di Boswellia serrata Fig. 2 B. serrata: fuoriuscita di gommoresina dal tronco 5

6 Fig.3 Foglie di Boswellia sp. Fig.4 Infiorescenza di Boswellia sp. 6

7 1.3 Etnobotanica Usi storici dell incenso L incenso ha un uso molto antico come essenza, balsamo e cosmetico (Dőrr, 1973; Klein-Rebour, 1962, 1963, 1964). Si trova menzionato nella Bibbia come fumigante utilizzato nei culti religiosi, come importante merce di scambio nei mercati, come prodotto dei giardini reali di Salomone, come dono portato dai re Magi (Moldenke, 1952). Era utilizzato dalle donne egiziane come cosmetico in preparazione galenica (Adamson, 1969). Gli egizi inoltre lo utilizzavano nelle cerimonie di purificazione e nelle imbalsamizzazioni (Greene, 1993). Nella medicina del passato l incenso era utilizzato per curare svariate malattie. Boswellia serrata è menzionata nei Veda, antichi testi indiani fatti risalire al 1500 a. C. che contengono descrizioni dettagliate di varie malattie e dei relativi rimedi. Anche nei testi antichi Cinesi si trova citato l incenso considerato come uno stimolante. In Cina è stato utilizzato per curare la lebbra e le ulcere croniche (Greeve, 1967). Lo si trova menzionato nella farmacopea greca e romana (Miller, 1988). Ad esempio Ippocrate e Galeno, raccomandavano l incenso per la cura delle ferite, delle malattie cutanee, ma anche per i disturbi dello stomaco e intestinali (Grunert, 2002). In Europa è rimasto nella farmacopea fino all inizio del 1900, poi in seguito alla nascita dei farmaci di sintesi è andato in disuso. La scoperta dell attività antinfiammatoria e antiartritica in animali da laboratorio (Singh et al., 1986; Reddy et al., 1987) ha riacceso l interesse per questa gommoresina al fine di comprenderne i meccanismi di azione e le possibili applicazioni. 7

8 1.3.2 Uso attuale dell incenso L incenso è utilizzato in tutto il mondo nelle cerimonie religiose. In Arabia lo si trova utilizzato oltre che nelle celebrazioni e feste tradizionali per profumare i capelli, i vestiti, la casa. Nello Yemen viene masticato dalle donne gravide, ed è usato per trattare problemi psicologici ed emotivi. In Arabia Saudita è utilizzato come diuretico, come aiuto per la memoria e viene o masticato o addizionato al caffè (Ghazanfar, 1994). Nella medicina tradizionale Cinese il frankincense è utilizzato per rinforzare il sangue e promuovere la circolazione, per ridurre i gonfiori e promuovere le guarigioni. Nella medicina Orientale è considerato tossico in gravidanza (Bensky et al., 1986). Nella medicina ayurvedica la gommoresina di Boswellia serrata prende il nome di salai guggul ed è usata da secoli per il trattamento delle affezioni della pelle e delle articolazioni, nella dissenteria, nei disturbi respiratori, nelle epatopatie e nei disordini dello stomaco (Ammon et al., 2002). L olio essenziale è usato nei profumi, saponi, creme, lozioni e detergenti (Abdel et al., 1987). L incenso si trova nella formulazione di numerosi profumi moderni (Fragrance Foundation, 1983), come estratto alcolico, o come olio o resina ottenuti mediante estrazione con idrocarburi (Arctander, 1960). Gli studi attuali sulla Boswellia sono incentrati sulla attività antinfiammatoria, sedativa, epatoprotettiva, antidolorifica e antitumorale. In commercio sono presenti medicinali contenenti estratto secco di Boswellia per la cura della malattie antinfiammatorie, intestinali, asma, artrite. Si trova inoltre in creme contro l invecchiamento della pelle. 8