FONDATO NEL 1876 Domani Dal meteo al sesso A che ora cerchiamo e che cosa (in Rete) di Costanza Rizzacasa d Orsogna a pagina 27

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1 SABATO 1 AGOSTO In Italia (con IO Donna ) EURO 2,00 ANNO N. 181 Milano, Via Solferino 28 - Tel Roma, Via Campania 59/C - Tel Diamo solide sicurezze per guardare al futuro con ottimismo! Vieni a scoprire i nostri prodotti su Tempi liberi FONDATO NEL 1876 Google Domani Dal meteo al sesso A che ora cerchiamo e che cosa (in Rete) di Costanza Rizzacasa d Orsogna a pagina 27 Orizzonti Ulisse lo scienziato: la sete di sapere oltre i limiti morali di Mauro Bonazzi nel supplemento Servizio Clienti - Tel mail: servizioclienti@corriere.it UNIQA Assicurazioni SpA - Milano - Aut. D.M /08/1966 (G.U /09/1966) CISGIORDANIA NETANYAHU: E TERRORISMO Molotov e rogo contro i palestinesi Muore un bimbo Palazzo Chigi e l economia reale IL VERO RIBELLE È IL PARTITO DEL PIL di Dario Di Vico di Davide Frattini cciso in seguito al raid di due uomini mascherati: Ali, 18 mesi, è morto nel rogo scate- U nato nell'attacco. I genitori e il fratello, 4 anni, sono gravi. La polizia sospetta gli estremisti delle colonie attorno al villaggio di Duma, nel Nord della Cisgiordania vicino a Nablus. Sul muro gli assalitori hanno scritto «vendetta» in ebraico. Il primo ministro israeliano Netanyahu parla di «terrorismo» e promette ad Abu Mazen, il presidente palestinese, di arrestare i responsabili. (Nella foto, un parente con una foto del piccolo Ali) alle pagine 12 e 13 con gli interventi di Yair Lapid e Khaled Diab Il governo Primo sì alla legge sulla Rai. Il premier: subito la nomina del consiglio. Con le vecchie norme «Non siamo passacarte dei pm» Renzi difende la scelta su Azzollini. E sul Senato: abbiamo i numeri per governare AP / MAJDI MOHAMMED Matteo Renzi alla fine ce l ha fatta e sulla Rai il governo ha incassato con ampio scarto di voti l imprimatur del Senato. Senza voler sottovalutare il peso numerico della sinistra dem e soprattutto la sua indubbia autorevolezza, gli avversari interni del premier appaiono come quei calciatori più bravi nel rilasciare le interviste pre partita che nel farsi valere nelle mischie sottoporta. Anche Matteo Salvini quando deve passare dalla propaganda spicciola, e spesso scontata, a dare prova di vera incisività politica mostra tutte le sue lacune o comunque i suoi ritardi. I Cinquestelle, dal canto loro, sono bravissimi nell esercitare la critica feroce del potere fino allo sberleffo ma si perdono un attimo dopo. Così il vero partito di opposizione al renzismo resta il Pil, un partito dannatamente concreto e che non si piega ai desiderata di Palazzo Chigi. Aspettiamo i dati di metà agosto sul secondo trimestre del 2015 ma intanto i riscontri che di volta in volta vengono dalla produzione industriale, dall occupazione e dagli indici di fiducia ci fanno vivere sull ottovolante, un giorno sembrano autorizzare l ottimismo più limpido, il giorno dopo ci riservano una doccia scozzese. E ieri con le ultime rilevazioni sul tasso di disoccupazione è successo proprio così. continua a pagina 24 GIANNELLI I CINQUE STELLE IN SICILIA Colletta per riaprire la strada di Alessio Ribaudo a pagina 19 Matteo Renzi difende il voto di coscienza dei senatori pd che ha salvato dall arresto il senatore ncd Azzollini: «I senatori non sono passacarte della procura». Parole forti, dietro le quali l ex procuratore Caselli vede sottesa una riflessione sprezzante: «Quello che hanno acquisito i magistrati ci interessa poco o niente». Ma il premier ostenta sicurezza anche sulla sua maggioranza, spiegando che i numeri per governare li ha. E il voto della minoranza pd che ha fatto saltare in Aula un articolo della riforma Rai (ieri il primo sì) «è poco rispettoso, ma non ci fa paura». da pagina 2 a pagina 6 Dentro la crisi I senza lavoro salgono al 12,7% Riforme, investimenti ma gli occupati calano di Enrico Marro gravi sulle assunzioni a S tempo indeterminato e tagli Irap per 40 miliardi fino al Ma questo non è sufficiente per innescare la crescita dell economia: ripresa debole. alle pagine 8 e 9 Di Frischia, Di Giacomo Querzé, L. Salvia LA TV PUBBLICA L indipendenza ha bisogno di regole certe di Michele Ainis L Italia va al mare (come ai bei tempi) Sulle spiagge a luglio: è l estate più affollata del decennio. Record in Campania e Sicilia a pagina 25 SETTEGIORNI di Francesco Verderami Quel segnale ai magistrati e ai dissidenti pd una dichiarazione scontata eppure è senza pre- È cedenti. E solo questo paradosso basterebbe a descrivere lo stato in cui versano i rapporti tra il potere politico e l ordine giudiziario. Ma ancor più paradossale è che sia toccato al capo del governo difendere le prerogative delle Camere, spiegare cioè che non sono «il passacarte delle procure». Lo stesso Renzi l ha fatto notare dopo la sua esternazione, quando a microfoni spenti ha ricordato che «la difesa dell autonomia del Parlamento tocca ai presidenti delle Camere». continua a pagina > di Gian Luigi Paracchini estate più affollata del decennio, secondo i dati di L luglio. Effetto della crisi o no, effetto del super caldo o no, gli italiani non dimenticano le vacanze e il mare, proprio come ai bei tempi. Abbandonato il pessimismo della scorsa stagione, la partita è cambiata. Benissimo (+30% luglio) in Campania e Sicilia, ma molto bene (+25%) pure in Abruzzo, Liguria, Puglia e Toscana. A seguire, (dal +10 al 20%) gli altri litorali. a pagina 23 IDEE& INCHIESTE NEOLOGISMI DA BUROCRATI LENZUOLA, OVVERO EFFETTI LETTERECCI di Gian Antonio Stella he cosa saranno mai quegli C «effetti letterecci» che si leggono nella disposizione su carta intestata del materiale in uso al personale di Expo? È burocratese: sono solo lenzuola. a pagina 19 IL NUOVO REGOLAMENTO POLIZIA, LA DIVISA VIETATA AI GRASSI di Mariolina Iossa l nuovo regolamento approvato dal Consiglio dei mini- I stri dice che per entrare nelle forze armate, in polizia, nei carabinieri e nei vigili del fuoco va valutata la massa grassa. a pagina 23

2 2 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Primo piano Il governo «I senatori non sono i passacarte dei pm, hanno guardato gli atti» E rilancia: ho i numeri in Senato, vado avanti. Il Cda Rai non è a tempo Renzi difende il voto su Azzollini I nodi Sul tavolo di Matteo Renzi ci sono diversi provvedimenti che sono fonte di contrasti e polemiche dentro e fuori la maggioranza Dalla riforma della Rai a quella della pubblica amministrazione, dal disegno di legge sugli enti locali (con i tagli alla sanità) a quello sulle intercettazioni, il presidente del Consiglio deve fare i conti con una maggioranza risicata al Senato Come segretario del Pd Renzi deve anche gestire i rapporti con il sindaco di Roma Ignazio Marino e con il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. Dopo le tensioni delle scorse settimane, negli ultimi giorni il clima sembra essersi rasserenato C è chi vuole che i politici giudichino le accuse ai politici a prescindere dal lavoro fatto dai magistrati MILANO Il caso Azzollini? «I senatori non sono passacarte della procura». L inciampo del governo sulla Rai, in Senato? «Le polemiche del Pd dovrebbero essere gestite all interno del partito». Finito il consiglio dei Ministri, prima di imbarcarsi per Milano, per l ennesimo blitz all Expo, il premier Matteo Renzi manda messaggi chiari, senza indugiare nella ricerca di forme garbate. Indirizzati più al perimetro della sua maggioranza e del suo partito, che agli alleati o al campo avverso. Sul «salvataggio» del parlamentare ncd dall arresto, il premier dice: «Ho molta fiducia nei senatori. Non si sta parlando del bar dello sport. Qui si sta parlando della libertà o della privazione della libertà di una persona. Il Pd è quel partito che quando si è trattato di mandare Le critiche di Stefàno Il presidente della Giunta per le autorizzazioni: il premier tenga presente l autonomia delle Camere L ex procuratore di Fiorenza Sarzanini ROMA Giudice Caselli il presidente del Consiglio riapre lo scontro tra magistrati e politica? «Formalmente la frase è ineccepibile, ma attenzione perché potrebbe sottintendere una filosofia pericolosa: quello che hanno acquisito i magistrati ci interessa poco o niente. E soprattutto: vogliamo che siano i politici a giudicare i reati addebitati ai politici a prescindere dalle prove raccolte dalla magistratura. Ciò porta troppe volte alla negazione delle responsabilità penali, senza che si parli di responsabilità politica o morale». L ex procuratore Gian Carlo in galera un proprio deputato lo ha fatto perché non riteneva ci fosse fumus persecutionis». Quindi aggiunge: «Il voto su Azzollini lo considero un segno di maturità perché i senatori non sono passacarte della Procura di Trani. Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri». Renzi indugia nel fornire le sue spiegazioni sulla vicenda: «Il capogruppo pd ha visto le carte su Azzollini dice ancora si è convinto che sia una vicenda molto complicata su cui il fumus persecutionis potrebbe esserci e ha lasciato libertà di coscienza. Io non so dire come avrei votato perché non ho letto le carte. Ma considero il voto un segno di maturità, credo alla buona fede e all intelligenza dei senatori pd». Non è, evidentemente, dello stesso avviso il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere Dario Stefàno, che giudica «imbarazzante» il punto di vista renziano, «così affrettato e superficiale» e replica: «Il premier conservi equilibrio anche nei momenti di difficoltà e rispetti l assoluta Premier Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palazzo Chigi per la conferenza stampa Caselli: dietro parole giuste vedo una filosofia pericolosa Torna l ostilità verso le toghe Caselli è in pensione da oltre un anno. Secondo molti suoi colleghi l attacco è ricominciato da tempo. Lei è d accordo? «Non so se sia giusto parlare di attacco, certamente da tempo è tornato quel che si sperava fosse in fase di superamento, cioè un clima di insofferenza e ostilità nei confronti della magistratura, considerata troppo indipendente». Pensa a norme particolari? «L esempio più clamoroso sono le ferie ridotte con decreto legge, nonostante fosse al di fuori di ogni ipotesi di necessità e urgenza. E poi la disciplina sulla responsabilità civile (Italy Photo Press) Avere rispetto per i giudici significa rispettare le loro competenze ma anche quelle degli altri I voti contro da parte dei dissidenti? Messaggio politico Ma credo che le polemiche vadano gestite dentro il Pd Trovo surreali le critiche sulla tv di Stato Abbiamo deciso di cambiare la legge ma non d imperio Magistrato Gian Carlo Caselli, 76 anni, già procuratore della Repubblica a Palermo e Torino autonomia delle Camere in materia di immunità parlamentari». Il presidente del Consiglio parla chiaro alla minoranza del suo partito anche sulla questione Rai, dopo «l incidente» che 24 ore prima aveva mandato il governo in minoranza in Senato sulla legge di riforma: «È ovvio che una parte del Pd ha voluto approfittare di molte assenze per dare un messaggio, ma credo che il nostro obiettivo è andare avanti e ognuno si assume le proprie responsabilità. Credo che le polemiche nel Pd dovrebbero essere gestite all interno del partito e poi credo che si debba fare quello che viene stabilito nel gruppo». E rilancia: «È stato un messaggio politico, ma non ci preoccupa. Se si fanno mancare i voti in aula ne prendiamo atto, è poco rispettoso, ma non ci fa paura. Abbiamo un patto con gli italiani, andiamo avanti più determinati di prima». Quindi spiega gli effetti pratici della riforma in itinere: «Il nuovo consiglio di amministrazione durerà tre anni dall agosto 2015 al bilancio 2017 e considerando che le elezioni saranno a febbraio 2018, sarà il Parlamento successivo a eleggere i consiglieri di amministrazione, sempre che la legge passi. Nel momento in cui entrerà in vigore la nuova legge, i poteri previsti per l ad vengono trasferiti al dg che è in carica fino al Trovo surreali alcune polemiche nei nostri confronti. Abbiamo deciso di cambiare la legge ma non d imperio». Renzi ostenta ottimismo anche sugli effetti del Jobs act e sulla riforma della pubblica amministrazione, quindi vola a Milano, dove ministri e delegazioni della cultura di 83 Paesi lo attendono all interno della creatura che il premier sta coccolando con particolare attenzione: l Expo. «Siamo al giro di boa, adesso inizia il girone di ritorno dice quando prende la parola a Rho, mancano tre mesi esatti alla fine di Expo. Che deve renderci più ricchi. Deve renderci più ricchi dentro». Giampiero Rossi dei magistrati: un invito a scegliere, tra le diverse opzioni sempre possibili in fatto e in diritto, quelle meno fastidiose che non turbano il quieto vivere». Secondo molti bilanciano lo strapotere delle toghe. «In questo modo ci si limita a consigliare un interpretazione burocratica del ruolo dei magistrati». Sul caso Azzollini si sospetta un voto determinato da valutazioni politiche anziché tecnico; ha ancora senso mantenere l autorizzazione? «Per abitudine non parlo di processi in corso. Ma non posso non rilevare che nello stesso procedimento sono indagati cittadini comuni arrestati per le stesse accuse. Non c è dubbio che il politico ha uno status particolare e bisogna tenerne conto, ma se si determina una sostanziale disparità di trattamento rispetto agli altri inquisiti in un identico contesto c è qualcosa che stride profondamente». Prevale l idea del baratto politico? «Sono ipotesi che non rendono un buon servizio alle istituzioni, a cui bisognerebbe invece restituire credibilità e fiducia». La riforma del processo penale è un buon servizio ai cittadini? «Io credo che il processo vada rivisto senza timidezze, perché se non eliminiamo il macigno dell arretrato rimarremo sempre schiacciati. Lo dico da tempo: va abolito il grado di appello, in modo da liberare magistrati e personale amministrativo per smaltire l arretrato e accelerare il primo grado. Il processo breve con la certezza del diritto sono la soluzione». Che cosa pensa della norma che concede solo tre mesi dopo la fine delle indagini? «Tutto ciò che va nella direzione di comprimere lo spazio delle indagini si frappone alla completa ricerca della verità». E le intercettazioni? «Il tema è stato riproposto sull onda dello scandalo Crocetta che potrebbe anche essere fondato sul niente. Colgo una fretta eccessiva di regolare una questione che scotta perché può scoperchiare arcana impèrii che si vorrebbero tenere nascosti». fsarzanini@corriere.it

3 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 PRIMO PIANO 3 SetteGiorni Quel tabù rotto a sinistra e il segnale alla magistratura La scelta di una posizione impopolare per una parte del partito Il ministro Orlando condivide: nelle sue parole niente di scandaloso La vicenda Il 10 giugno la Procura di Trani ha chiesto l arresto del senatore di Ncd Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio L accusa è associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e riguarda il crac della Divina Provvidenza. Ad Azzollini viene imputato anche di aver abusato della sua posizione di presidente della commissione Bilancio per favorire l ente ecclesiastico che gestiva l ex ospedale psichiatrico di Bisceglie L 8 luglio la Giunta per le autorizzazioni vota sì alla richiesta di arresti domiciliari. In Aula il 29 luglio il Senato ribalta la decisione e respinge la richiesta dei magistrati di Trani SEGUE DALLA PRIMA Il rispetto dei parametri istituzionali in Italia è più complicato del rispetto dei parametri di Maastricht: è da oltre venti anni che le regole del gioco in tema di giustizia sono saltate, che la consuetudine è diventata legge. Perciò ieri il presidente del Consiglio ha destato scandalo quando si è appellato a un principio costituzionale che nel tempo era stato impropriamente trasformato in un privilegio di casta. Mai era accaduto fino ad oggi, né sul finire della Prima Repubblica quando un intera classe dirigente chinò il capo di fronte al vento giustizialista né all acme dello scontro tra Silvio Berlusconi e le toghe, che produsse solo norme ad personam e non una riforma del sistema. Ieri Renzi ha chiesto invece solo «il rispetto» del Parlamento e delle sue decisioni. Il voto con cui palazzo Madama ha rigettato la richiesta di arresto del senatore centrista Antonio Azzollini poteva anche rispondere a logiche politiche, e il premier poteva anche avere (e aveva) interesse a garantirsi la stabilità di maggioranza, ma dopo le sue parole persino il capo dell Anm Rodolfo Sabelli ha dovuto riconoscere che magistratura e Camere hanno «un diverso ruolo e un diverso ambito di valutazione». Dunque la «sentenza» del Senato va tutelata dagli attacchi. E poco importa se la sua sortita desterà polemiche: così dicendo infatti il leader del Pd ha abbattuto un tabù, assumendo una posizione impopolare soprattutto presso l elettorato di sinistra. Ma è proprio «la fatica di spiegare», come la definisce Giorgio Tonini, che può far cadere certi pregiudizi. E secondo il senatore democratico bisognava spiegare perché nel caso Azzollini la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Trani andava respinta, con argomentazioni coraggiose e al contempo gravi, sottolineando che l ordinanza «segnava una netta invasione di campo della magistratura ai danni del Parlamento» e «metteva in discussione il principio della separazione dei poteri»: «È inaccettabile che l impianto accusatorio ruoti attorno all approvazione Schifani (Ncd) «Dal capo del governo frasi importanti che mi sarei aspettato dai presidenti delle Camere» di alcune norme da parte del Senato. Allora che vengano i procuratori a fare i legislatori. E poi quella citazione che sembra un atto di intimidazione...». Già, per quale motivo i magistrati hanno voluto ricordare che, all epoca, il relatore di quelle leggi era l attuale vice presidente del Csm Giovanni Legnini? Il merito e il metodo. Sul merito il premier non si è espresso, ma nel metodo il Guardasigilli Andrea Orlando è dalla sua parte: «Non c è niente di scandaloso nelle parole di Matteo», ha commentato con un compagno di partito. Ed è anche al suo La soddisfazione del segretario dem Il sindaco di Molfetta ritira le dimissioni Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, che qualche giorno fa si era dimessa in polemica con il Pd, è ritornata sui suoi passi. Natalicchio, eletta nel 2013 con una colazione di centrosinistra dopo il secondo mandato di Azzollini, aveva definito «irrespirabile» il clima tra i dem nella città pugliese. Ieri il ritiro delle dimissioni che ha suscitato la soddisfazione di Renzi: si è congratulato con il vice segretario Debora Serracchiani, che si era adoperata per far rientrare il caso. In Senato Antonio Azzollini (a destra) nell Aula di Palazzo Madama discute con il collega di Ncd Gaetano Quagliariello «Non possiamo gettarci nelle braccia del leader pd» Lupi: costruiamo una zattera per i moderati. Il centrodestra è imploso ma anche l altro fronte è dilaniato (Ansa) Ambiti separati Sabelli, presidente Anm: noi e il Parlamento abbiamo diversi ruoli e ambiti di valutazione partito che ieri si è rivolto Renzi. Sulle questioni da codice penale finora il leader del Pd aveva oscillato tra atti intransigenti e dichiarazioni garantiste, e sulla vicenda Azzollini l opportunità rischiava di sfociare nell opportunismo. Non poteva tacere, dopo gli attacchi della minoranza e soprattutto dopo le parole pronunciate da Debora Serracchiani: quelle «scuse» che ad avviso della vice segretaria andavano rivolte agli elettori del Pd stavano per destabilizzare il gruppo al Senato. Per questo era intervenuto poco dopo l altro vice segretario Lorenzo Guerini, per «coprire» il capogruppo Luigi Zanda ed impedirne la delegittimazione. Insomma, sulla giustizia c è stato un vero e proprio scollamento nell area del renzismo e il leader doveva intervenire per comporre la vicenda e dettare la linea. Quel voto di coscienza ha finito per indagare la coscienza di una forza che per anni ha tratto forza dal giustizialismo e lo ha a sua volta alimentato. Bisognerà vedere fino a che punto davvero Renzi vorrà cambiar verso al Pd. Di sicuro ha impresso una svolta nei rapporti istituzionali, invocando il rispetto del ruolo delle Camere. «Parole importanti e impegnative», secondo Renato Schifani, che ha guidato l Assemblea di palazzo Madama e che ieri si chiedeva «come mai quelle parole le ha pronunciate il presidente del Consiglio. Mi sarei aspettato che lo avessero fatto prima i presidenti di Camera e Senato». Francesco Verderami Chi è Maurizio Lupi, 55 anni, è capogruppo di Area popolare dall aprile scorso. In precedenza, è stato vicepresidente della Camera dal 2008 al 2013 e ministro dei Trasporti dal 2013 al 2015 MILANO A sentirlo, «non esiste nessuna tentazione renziana». Ovvio che l onorevole Maurizio Lupi ha letto e riletto le dichiarazioni prima di Pier Ferdinando Casini, poi di Fabrizio Cicchitto, ma insiste: «Sarebbe un errore clamoroso gettarsi nelle braccia di Renzi. Noi ci impegneremo fino alla morte per costruire una zattera su cui portare quei milioni di elettori che non si riconoscono né in Renzi né in Salvini o in Grillo e non votano più Forza Italia». Intanto però le parole di Casini e di Cicchitto sono nere su bianco. Sbagliano loro? «In una situazione di grande confusione sono certamente un contributo, ma credo che sia sbagliato dire che l unica strada che abbiamo sia il rapporto con Renzi». Sbagliato perché? «Il problema non è solo l alleanza. Se pensiamo di risolvere tutto il tema della nostra proposta politica sulla base della scelta dell alleato, non centriamo l obiettivo. La domanda di partenza deve essere: perché un elettore deve votare noi invece di Renzi, Salvini o Grillo? Qual è la mia proposta politica?». La sua posizione non è isolata all interno del partito? «La relazione di Alfano giovedì ha confortato questa linea: noi siamo lontani dagli estremismi, tutti». A sinistra «Le unioni civili? Ogni volta che Renzi fa una riforma poi spezza una lancia per la sinistra» Alle Amministrative valuteremo e decideremo Per Palazzo Marino è naturale seguire lo schema della alleanza di centrodestra che governa bene in Lombardia Alle amministrative che alleanze vedremo? «Valuteremo e decideremo. In Lombardia c è un esempio di proposta politica di centrodestra basata sul buon governo riformatore e sul contributo di tutti gli alleati che si contrappone all esempio negativo della sinistra al governo di Milano. È naturale seguire questo schema anche per Palazzo Marino». E se in altre città non ci fossero esempi analoghi? «Sarà la realtà dei fatti, come sempre, a dettarci le scelte». Con Renzi state già governando: perché non pensare ad un alleanza definitiva? «Con questo governo abbiamo raccolto la sfida di riformare radicalmente il Paese. Finché le proposte saranno quelle della riduzione fiscale, della riforma del lavoro, della scuola, la giustizia, noi ci siamo. La sfida è contro i conservatorismi che sono sia nello schieramento di Renzi che in quello da cui proveniamo. Ciò detto, abbiamo una vocazione, oggi ancora più urgente se si pensa al disfacimento in tanti rivoli della grande esperienza del Pdl: dare un punto di riferimento politico ai moderati italiani». Ma il centrodestra può ancora stare unito? «Siamo ormai quasi all implosione del centrodestra tradizionale, e oggettivamente sembra prevalere solo la proposta di leadership forte nella Lega. Ma ci sono contraddizioni altrettanto forti nel Pd, fra Renzi e la sinistra, come si è visto nel voto sulla Rai. Sono dilaniati non su uno scontro di potere, ma sul senso della loro identità». Quindi? «Renzi decida: o riforma il Paese con il nostro apporto fondamentale o cede ai ricatti della sinistra. Per un azione riformatrice non gli basta solo una maggioranza numerica ma deve avere il coraggio di riconoscere il ruolo fondamentale della parte di governo che rappresenta i moderati. Non è un uomo solo al comando, come molti gli stanno dicendo». Governare con Renzi significa fare la legge sulle unioni civili? «Guardi che questo è il problema di Renzi, non il nostro. Pare quasi che ogni volta che attua un azione riformatrice, poi deve spezzare una lancia per la sinistra usando i temi a loro cari, dai diritti civili alla liberalizzazione delle droghe». Elisabetta Soglio

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5 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto Primo piano Le riforme La Nota Matteo Renzi ammette che al Senato ha ricevuto «un messaggio politico» dalla minoranza del proprio partito. Ma giura di non di Massimo Franco essere preoccupato. «Ci sono i numeri per andare avanti più convinti e decisi di prima», sostiene. La sicurezza del premier PREMIER STRETTO non sembra scalfita dalla bocciatura della maggioranza dell altro ieri sulla Rai, dunque; NELLA MORSA né dal pasticcio sul «no» all arresto del senatore del Ncd, Antonio Azzollini. «Non siamo passacarte della Procura di Trani», DEL PARTITO commenta con una punta di spavalderia. In realtà, continuano ad emergere analisi agli E DELL ECONOMIA antipodi su quella votazione, tutte degne di rispetto. Il fatto che Renzi prenda onestamente atto di questi segnali conflittuali finisce comunque per riproporre il problema dei confini della coalizione a Palazzo Madama. Il premier invita a fare polemiche dentro il partito: anche perché lì la sua leadership è incontrastata. Eppure, il sospetto è che sarà il Parlamento, e soprattutto il Senato, il luogo dove si ritroverà a RAI combattere con gli avversari; e cioè dove è più debole. Dire che non ha paura della minoranza dei Democratici, e rivendicare «un patto con gli italiani» sembra un invito alla responsabilità difficilmente accolto dai suoi interlocutori. L ipotesi, fondata, che il governo possa trovare sponde presso altri gruppi, a cominciare dalla pattuglia ex Forza Italia di Denis Verdini, è destinata a riproporre e ad incattivire lo scontro a sinistra; e a saldare strane alleanze trasversali non solo a favore ma anche contro Palazzo Chigi. La cosa preoccupante è che in una situazione così sfilacciata diventa gioco facile, per il Movimento 5 Stelle e le altre opposizioni, accreditare un esecutivo «alla frutta»; e darne la colpa, come fa il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, «alle varie correnti all interno della maggioranza». Un nemico irriducibile di Palazzo Chigi come Renato Brunetta arriva a dire che Renzi dovrebbe essere convocato al Quirinale. Secondo il capogruppo di FI alla Camera, si sarebbe creata una situazione simile a quella che portò Silvio Berlusconi a gettare la spugna nel Ma le parole di Brunetta sembrano soprattutto tese a difendere il suo leader e ad attaccare il predecessore di Sergio Mattarella, Giorgio Napolitano; e a contestare i governi che si sono succeduti da allora fino a quello di Renzi, appunto. Per il presidente del Consiglio non è questo il fronte più scivoloso, tuttavia; e nemmeno le polemiche su una riforma della Rai fatta con la vecchia legge Gasparri. A rimettere in tensione il governo è l andamento dell economia. I segnali altalenanti sul mercato del lavoro, arrivati ieri dall Istat, costringono Renzi sulla difensiva. E lo espongono a critiche abrasive. Il Jobs act continua a non garantire una vera ripresa. Le percentuali di giugno dicono che c è un nuovo aumento della disoccupazione, con quella giovanile al 44,2 per cento: una percentuale toccata solo nel Può darsi che le prossime rilevazioni forniscano risultati meno negativi. Renzi spera nel settore della scuola e della cultura. Ma intanto il sindacato attacca. E questi alti e bassi propagano un senso di incertezza sull efficacia delle misure dell esecutivo. Ecco come cambierà la governance della tv di Stato Ma il nuovo cda partirà con le vecchie regole Totonomi ROMA Con 142 voti a favore e 92 contrari (tra questi il Pd Corradino Mineo), il governo porta a casa l approvazione in Senato della riforma della Rai. Matteo Renzi supera così l incidente di ieri l altro, quando una saldatura della sinistra del suo partito con le opposizioni aveva mandato sotto l esecutivo su un articolo che disciplinava il canone. Ma deve bere l amaro calice di una «rivoluzione» che, seppur blindata dai numeri futuri della Camera, non servirà per la nomina del cda che entrerà in carica la prossima settimana. In vista della doppia riunione della Commissione di Vigilanza martedì si vota per il consiglio, mercoledì sul presidente Renzi si muove secondo un copione consolidato. «Ascolta i consigli di tutti e all ultimo minuto decide da solo», dicono i suoi. L unica ipotesi concreta, che ha preso corpo ieri, è quella di cercare l accordo col centrodestra (serve una maggioranza qualificata in Vigilanza) su un «presidente donna». Su questo fronte, entra nel totonomi Antonella Mansi, 40enne, senese, ex presidente della Fondazione Montepaschi. E scalza dalla prima fila Luisa Todini (per ora non ha l ok del suo ex partito, Forza Italia) e anche Franco Bassanini (che comunque rimane in campo). Nel resto del board troveranno spazio, oltre al nome indicato dal Tesoro, un renziano ortodosso, un Pd eletto collegialmente, uno scelto dalla minoranza interna insieme a Sel (Stefano Balassone?) e un altro figlio dell asse con Ncd. Il M5S potrebbe occupare una casella, lasciando gli altri due al centrodestra (uno dei due potrebbe essere Giancarlo Mazzuca). E il direttore generale? Col presidente donna, il numero uno operativo sarà uomo. La lista si fa sempre più ristretta. E vede, in cima, Antonio Campo dall Orto (è stato a Mediaset, La7 e Mtv), seguito da Giulio Anselmi. T. Lab. Per i vertici della tv di Stato circolano diversi nomi. Uno dei più accreditati per la carica di presidente è quello di Antonella Mansi (foto in alto), 41 anni, senese, ex presidente della Fondazione Montepaschi. Oltre a lei in lizza anche Luisa Todini, presidente di Poste Italiane, e Franco Bassanini Favorito per la carica di direttore generale (e in prospettiva di amministratore delegato) Antonio Campo Dall Orto (foto in basso), già a Mtv, La7 e Mediaset Il vertice Il dg avrà presto i poteri di un amministratore delegato Q uando la riforma Rai verrà approvata definitivamente, si chiamerà ancora direttore generale ma sarà di fatto il nuovo amministratore delegato. Con un emendamento del governo, approvato in Aula al Senato, si è stabilito infatti che mentre il pacchetto di regole della nuova governance si applicherà dal primo rinnovo successivo all entrata in vigore della legge, il dg invece, sia pure nominato con la legge Gasparri, avrà i poteri rafforzati conferiti dalla riforma sulla capacità autonoma di spesa (fino a 10 milioni) e sull applicazione del piano industriale. L ad nominerà i dirigenti, ma per i direttori di reti e testate necessiterà del parere vincolante del cda. Il 5 agosto, come confermato da Renzi, il governo ne proporrà il nome. La tassa Il governo spera di riprendersi la delega sul canone a delega al governo in materia di canone, L uscita dalla porta al Senato con un emendamento soppressivo votato anche dalla minoranza dem, potrebbe rientrare con il passaggio della riforma a Montecitorio. «Vedremo ha detto ieri il presidente del Consiglio Renzi se e come correggere alla Camera il testo». L altra opzione, potrebbe essere un intervento del governo «con una proposta sulla legge di Stabilità». La delega prevedeva per il canone criteri di equità ed effettività della riscossione (si era parlato nei mesi scorsi di rateizzarlo nella bolletta elettrica), e anche la possibilità di rivedere le modalità di finanziamento pubblico dell emittenza locale. In Senato Maria Elena Boschi e Antonello Giacomelli ieri in Aula per la discussione del ddl Rai La composizione Fra tre anni sette consiglieri e un presidente di garanzia componenti del consiglio di I amministrazione con la legge di riforma Rai passano da nove a sette, e tra questi verrà eletto un «presidente di garanzia», che dovrà poi ottenere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza. Cambia così il volto del cda della Rai. Ma tutto questo avverrà tra tre anni. In attesa che l iter della legge si perfezioni col passaggio alla Camera, il consiglio verrà, infatti, rinnovato martedì prossimo con le vecchie regole. Cioè sarà la Commissione di Vigilanza ad eleggere sette consiglieri, altri due, tra cui il presidente, saranno indicati dal ministero dell Economia. Dal prossimo rinnovo, il cda avrà quattro membri eletti da Camera e Senato, due nominati dal governo e uno designato dall assemblea dei dipendenti. Il contratto di servizio Crescono i poteri dell esecutivo che deciderà gli «indirizzi» a riforma rafforza il ruolo del governo nella L Rai, prevedendo la delibera, da parte del Consiglio dei ministri, di appositi «indirizzi» prima del rinnovo del contratto di servizio, che è stato anche prolungato a cinque anni, dagli attuali tre. Il ddl detta, inoltre, norme sulla responsabilità dei componenti del Cda e prevede una deroga, rispetto all applicazione del codice dei contratti pubblici, per quelli che hanno per oggetto acquisto, sviluppo, produzione o commercializzazione di programmi radiotelevisivi. Deroga che vale anche per i contratti per lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria. testi a cura di Melania Di Giacomo

6 6 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Primo piano I democratici Dissidenti 1 Vannino Chiti, 67 anni, originario di Pistoia; 2 Paolo Corsini, 67, di Adro (Bs); 3 Erica D Adda, 52, di Treviglio (Bg); 4 Nerina Dirindin, 66, di Torino; 5 Federico Fornaro, 52, di Genova; 6 Maria Grazia Gatti, 58 anni, Isola del Liri, (Fr) 7 Miguel Gotor, 44, Roma; 8 Maria Cecilia Guerra, 57, Nonantola (Mo); 9 Paolo Guerrieri Paleotti, 68, Roma; 10 Silvio Bachisio Lai, 49, Sassari; 11 Sergio Lo Giudice, 54, Messina; 12 Doris Lo Moro, 59, Filadelfia (Vv) 13 Maurizio Migliavacca, 64, Fiorenzuola D Arda (Pc); 14 Corradino Mineo, 65, Partanna (Tp); 15 Massimo Mucchetti, 61, Brescia; 16 Carlo Pegorer, 60, S. Vito Tagliamento (Pn); 17 Lucrezia Ricchiuti, 59, Cormano (Mi); 18 Roberto Ruta, 48 anni, Campobasso; 19 Walter Tocci, 62, Rieti I diciannove No di Alessandro Trocino Itoni del confronto si potevano intuire già ieri mattina. Leggendo i titoli della nuova L Unità: una citazione morettiana d annata, «Facciamoci del male», condita con la parola «imboscata». E leggendo le dichiarazioni dei dirigenti del Pd sui 19 franchi tiratori della minoranza, che hanno mandato giù il governo, prima che la riforma Rai passasse: dal «vigliacchi» di Luca Lotti agli «irresponsabili» di Roberto Giachetti. I 19 incriminati non indietreggiano di un millimetro. L ex sindaco di Brescia Paolo Corsini detta un comunicato che è una fucilata: «Tal Luca Lotti, insigne statista del biliardino, chiama vigliacchi i senatori del Pd che non hanno votato la delega sulla Rai, dopo averne chiesto invano l accantonamento. Fa il suo lavoro di mazziere: la perfetta incarnazione di quel servo che ubbidisce illudendosi di comandare, come avrebbe detto uno dei padri del cattolicesimo democratico. Non c è da stupirsi: da subito applica la lezione appresa alla mensa di Verdini». Parlando con Corradino Mineo, a lungo volto televisivo Rai, nonché direttore di Rainews, non ci si può aspettare un impeto minore. E se Matteo Renzi avanza l ipotesi che con «l imboscata» sull articolo 4 (la delega al governo sulla riforma del canone), sia stato mandato «un messaggio» da parte della minoranza, Mineo conferma: «Certo, è un preciso avvertimento politico, effetto collaterale della follia renziana. Sulle riforme costituzionali 25 senatori gli hanno detto che non votano con lui. E invece di aprire I ribelli in Senato: è un avvertimento Ci usano da zerbini e si concentrano sui verdiniani la discussione, che fa? Fa convergere i verdiniani e cambia la dichiarazione di voto sull arresto di Azzollini. Renzi maramaldeggia e ci sfida. Ma così mette il Paese su un piano inclinato verso il burrone: o viene al confronto o non c è più la maggioranza. E neanche il Pd». Mineo, che ha votato no alla riforma Rai nel suo complesso, la giudica «sbagliata, una presa in giro»: «Peggiora la legge Gasparri, rende la Rai subalterna al governo, che è la peggiore delle lottizzazioni. È una riforma che rende la Rai più governativa, ma lasciandola ugualmente consociativa». Maurizio Migliavacca, bersaniano, è più misurato ma ugualmente netto nel negare «imboscate»: «Federico Fornaro, che era il primo firmatario, aveva espresso quella posizione al gruppo e poi all Aula. Tutto alla luce del sole». Migliavacca considera la riforma «modesta»: «Si occupa solo della governance. E male: ho sempre pensato che un sistema pubblico debba essere indipendente dai partiti, ma anche dai governi, visto che le leggi rimangono e gli esecutivi cambiano». L intervista Mucchetti: su viale Mazzini un disegno maldestro Nessuna imboscata, avevamo chiarito le riserve già prima dell Aula È un fallo di reazione per il caso Azzollini? No, io ho votato contro i domiciliari ROMA Massimo Mucchetti, lei è uno dei 19 senatori del Pd ad aver fatto quella che la maggioranza definisce «un imboscata» sulla Rai. «Nessuna imboscata. Avevamo già chiarito le nostre riserve nel gruppo e in Commissione. In Aula avevamo chiesto di accantonare la delega sul canone Rai per migliorarla. Ma il sottosegretario Giacomelli aveva il mandato di tirare diritto. Dopo, sull altra delega, quella sul riordino legislativo, ha invece accettato di riscriverla. Non si poteva farlo anche sulla prima?». Forza Italia ha votato con voi. «La convergenza va bene se la raggiunge Renzi e va male se la raggiungono altri?». Che ne pensa del soccorso dei «verdiniani»? «Leggo sul Corriere che su 10 verdiniani solo uno o due hanno votato per la soppressione della delega, gli altri si sono astenuti. Fino a prova contraria, i verdiniani fanno parte dell opposizione. Un opposizione che non vota, aiuta il governo, sia pure a metà. L altra metà verrà quando saranno più chiari i compensi». Vi si accusa di essere ormai un «partito nel partito». «Ma quale partito nel partito. Il problema è come si costruiscono le decisioni. Se coinvolgendo quanti hanno qualcosa da dire o se in una logica brutalmente maggioritaria». Il vostro è un fallo di reazione per il caso Azzollini? «No. Io ho votato contro gli arresti domiciliari. Semmai è il vertice del Pd, un giorno giustizialista e l altro no». Contestate la mancanza di discussione interna. «Il gruppo del Senato ha discusso di Rai a giochi fatti. Sulla riforma costituzionale 25 senatori del Pd hanno presentato un documento che può ancora offrire una base di discussione. Ma Palazzo Chigi non ha mai interloquito, altro che negoziati». Martedì la Vigilanza nomina il nuovo Cda. «Il ddl Rai è stato impostato in modo maldestro nei contenuti, perché non si parla di governance prima di chiarire la mission rivedendo la Gasparri, e pure nei tempi. Diventerà legge all inizio del 2016, ma la Rai deve rinnovare i vertici scaduti. Dunque, si va con la Gasparri. Era chiaro da sempre». Si parla di elezioni. «Nessuna paura, chi le minaccia, salga al Colle e le chieda invece di fare melina. Ma non credo accadrà: si andrebbe al voto con il Consultellum, distruggendo l Italicum, la riforma costituzionale, dunque la storia politica ipermaggioritaria di Renzi. Al. T. Tensione Corsini: Lotti ubbidisce credendo di comandare Mineo: torni il confronto o il partito non c è più Fornaro ribadisce la sua tesi: «Una delega troppo generica è una delega in bianco all esecutivo e non è prevista dalla Costituzione. Miguel Gotor definisce la riforma «un occasione mancata». Quanto alla delega, non si fida più: «Nel nostro voto ha contato anche l esperienza delle deleghe nel jobs act: le votammo fidandoci e invece il governo le modificò, ignorando i pareri della Commissione lavoro, votati da tutto il Pd. Sono ferite che non si dimenticano». Per il resto, Gotor preferisce non rispondere «ai toni bellicosi» dei renziani: «Attendiamo un confronto sulla riforma del Senato. È interesse comune cercare l unità». Lucrezia Ricchiuti, civatiana, sembra aver perso ogni speranza e ribatte punto su punto: «Lotti e Giachetti sono patetici. Pensano soltanto alle lotte di potere, non alla carne e al sangue del Paese. Perché su Azzollini ci hanno dato libertà e su una materia di competenza parlamentare come la Rai ci volevano costringere a votare sì? La verità è che ci trattano come zerbini. Perché non recuperano i 500 milioni di canone evaso?». Sulla riforma costituzionale la maggioranza c è ancora? «I verdiniani sono meno di quello che speravano. Ma si son già messi d accordo con Forza Italia: gli danno qualche poltroncina Rai e si prendono i loro voti».

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8 8 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Politica Economica Calano gli occupati, a giugno 22 mila in meno Il tasso di disoccupazione sale al 12,7%, la fascia anni tocca il massimo storico dal 1977 (44,2%) In aumento chi cerca un impiego. Il premier: dati che non pregiudicano il segno positivo da inizio anno I dati Ieri l Istat ha reso noti i dati sulla disoccupazione e sull occupazione relativi al mese di giugno Il tasso di disoccupazione generale a giugno 2015 è salito al 12,7 per cento, lo 0,2 per cento in più rispetto al mese di maggio Rispetto a giugno 2014, il tasso di disoccupazione è salito dello 0,3%, mentre quello di occupazione rimane invariato Nei dodici mesi il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila unità) La disoccupazione giovanile (cioè per i cittadini tra i 15 e i 24 anni) ha raggiunto il livello record del 44,2 per cento, l 1,9 per cento in più rispetto a maggio. Si tratta del livello più alto dal 1977 A giugno in Italia c erano 55mila persone in più alla ricerca di un posto di lavoro. Nello stesso mese, gli occupati sono scesi dell 1 per cento, pari a 22mila unità Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono nell ultimo mese (-0,1 per cento, pari a -18 mila unità). Il tasso di inattività, pari al 35,9 per cento, diminuisce dello 0,1 per cento rispetto al precedente mese di maggio ROMA La disoccupazione giovanile schizza al 44,2% a giugno (+1,9% rispetto a maggio): è il massimo storico dal E gli occupati diminuiscono di 22 mila unità nello stesso periodo. Al quadro negativo si deve aggiungere il dato generale della disoccupazione che arriva al 12,7% (+1,7% rispetto sempre a maggio) con 55 mila cittadini in più senza lavoro. Dopo la forte crescita di aprile (+0,6%) e il calo di maggio (-0,3), è l Istat a fotografare la nuova frenata del mercato del lavoro. Rispetto a giugno 2014 l occupazione scende dello 0,2% (-40 mila unità), mentre il tasso di occupazione rimane invariato. Sul fronte della disoccupazione, invece, il numero dei senza lavoro aumenta del 2,7% rispetto a 12 mesi fa La protesta Brescia e Bologna Scioperi all Ikea di Rita Querzé Ieri hanno iniziato Brescia (foto) e Casalecchio (Bologna). Oggi con ogni probabilità toccherà a Napoli, Firenze e Genova. Continua così la protesta a scacchiera dei dipendenti Ikea dopo la disdetta a fine maggio dell integrativo aziendale. «Il gruppo svedese vorrebbe eliminare una voce del salario aziendale che corrisponde a 60 euro per un medio addetto alle vendite che ne guadagna mille al mese», contestano i sindacati. Sul tavolo anche la riduzione dei compensi per il lavoro festivo. Il caso di Lorenzo Salvia ROMA Abbiamo avuto due ministri che si occupavano solo di questo: Fabrizio Barca con il governo Monti e Carlo Trigilia con il governo Letta. Abbiamo avuto un sottosegretario a Palazzo Chigi, Graziano Delrio, incaricato ufficialmente di seguire il dossier. E adesso, che fine ha fatto la regia «politica» sui fondi comunitari? Di fatto si naviga a vista. Non un dettaglio, visto che quella è l unica cassaforte disponibile in tempo di austerity, e dentro ci sono 100 miliardi di euro da spendere in 9 anni. Forse un problema, perché gran parte dei soldi sono per quel Mezzogiorno a rischio «sottosviluppo permanente», come ci ha ricordato la Svimez. Cosa è successo? Da inizio aprile, cioè da quando Delrio è stato spostato al ministero delle Infrastrutture, la competenza è tornata nelle mani di Matteo Renzi. Per forza di cose affogata in un agenda dove trovare posto è un impresa. La delega non è (+85 mila unità). Per Matteo Renzi la situazione «continua a avere aspetti positivi e negativi, ma non pregiudica il segno positivo da inizio anno». «C è ancora molto da fare - aggiunge il premier -. Con il Jobs act abbiamo stimolato l occupazione, ma questa è l ultima cosa che riparte dopo un periodo di crisi». Critiche dall opposizione: Renato Brunetta (FI) sottolinea che «questi numeri inchiodano le speranze del presidente del Consiglio: tutti i segnali sono negativi e confermano le valutazioni del Fondo monetario internazionale sulla profondità della crisi». Duro commento da Serena Sorrentino della Cgil: «Per contrastare la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, occorrono posti di lavoro e politiche di orientamento e formazione che mancano nel Jobs act». E Anna Maria Furlan (Cisl) rincara la dose: «I posti di lavoro non si creano con le regole del mercato del lavoro. Servirebbe un vero programma per la crescita con investimenti di qualità». D altro canto appare diverso lo scenario oltre confine: secondo Eurostat la disoccupazione della zona euro è stabile a giugno (11,1%) rispetto a maggio e in flessione su base tendenziale (era 11,6% a giugno Il confronto Rispetto a un anno prima, nel giugno scorso in Italia c erano 85 mila senza lavoro in più L odissea dei fondi europei Cento miliardi in 9 anni ma manca la cabina di regia 97,5 per cento la quota di risorse spese dalla Polonia, che ha creato 300 mila posti di lavoro e chilometri di ferrovia stata girata al nuovo sottosegretario di Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, che ha preso il posto di Delrio. Di fatto lo stesso De Vincenti è «costretto» ad occuparsi della materia. Ma senza la forza di una completa investitura politica e, anche qui, in mezzo a mille altre grane da risolvere. E se tutte le grane sono uguali, i fondi europei sono più grana degli altri. Perché la materia è complicata. E perché, ogni santo giorno, bisogna far sentire il fiato sul collo alle Regioni, che ancora adesso non riescono a spendere i soldi a disposizione. Al 31 maggio di quest anno, l Italia ha speso il 73,6% dei fon- 73,6 per cento la quota di fondi europei che l Italia ha speso. Tre punti in meno rispetto all obiettivo del governo di Tre punti in meno rispetto all obiettivo del governo. Il tutto un anno e mezzo dopo la fine del programma, anche se per certificare le spese c è tempo fino alla primavera del Per dire, la Polonia ha speso nei tempi il 97,5% delle risorse, creando 300 mila posti di lavoro, 11 mila chilometri di strade, e di ferrovia. Non solo. Per il nuovo programma, quello , siamo ancora nella fase di approvazione. La Campania è stata l ultima Regione a presentare, nel dicembre scorso, il suo piano operativo. Ultima non in Italia ma in tutta Europa. Possibile lasciare tutto questo senza tirare le briglia da Roma? Secondo Confindustria, i fondi europei possono garantire la metà degli investimenti fino al 2020 nel Mezzogiorno. E dice il vice presidente Alessandro Laterza, responsabile per il Sud la «mancanza di deleghe e di una cabina di regia sono un problema anche in termini di trasparenza». Solo una sottovalutazione? Forse. Ma il disimpegno potrebbe anche essere intenzionale. Nel Def il documento di economia e finanza che traccia la strada per gli interventi futuri il governo ipotizza una riduzione del cofinanziamento, i soldi che lo Stato deve aggiungere ai fondi europei per finanziare i programmi. Possibile che l idea sia di spostare quei soldi su altre poste, a partire dalla mega riduzione delle tasse annunciata nei giorni scorsi. Bruxelles non gradirebbe. Renzi sta preparando il terreno. lorenzosalvia 55 mila i disoccupati in più nel mese di giugno (+1,7% rispetto a maggio). Lo stesso mese, gli occupati sono diminuiti di 22 mila unità La vicenda Che fine ha fatto la «regia politica» sui fondi comunitari? Dentro ci sono 100 miliardi da spendere in nove anni. La delega che apparteneva a Delrio non è ancora stata girata al nuovo Sottosegretario di Palazzo Chigi Claudio De Vincenti 2014) e nell Ue a 28 Paesi è stabile rispetto a maggio (9,6%) e in flessione rispetto al 10,2% dello stesso mese del Inoltre scende il tasso della disoccupazione giovanile nell eurozona (22,5% rispetto al 23,6% del giugno 2014). L Istat annuncia poi i dati sulla produzione industriale (-0,2% rispetto a maggio e -2,3 rispetto a giugno dello scorso anno), sui prezzi al consumo (-0,1 su base mensile e +0,2 su base tendenziale) e sul Pil (0,1 nel primo trimestre di quest anno). Diminuisce pure la fiducia dei consumatori: l indice, da 109,3 di giugno, tocca i 106,5 a luglio. Un po meglio va nelle imprese: la fiducia cresce leggermente da 105,9 a 106,5 per le aziende di commercio al dettaglio, mentre scende appena l ottimismo per il settore manifatturiero (da 103,9 a 103,6) e nelle costruzioni (da 119,7 a 117,6). Il capo del governo commenta: «Questi dati sono ancora timidi ma incoraggianti. Il quadro è ancora molto lontano da quello che vogliamo, ma la direzione è quella giusta». Parole condivise dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Maggiori investimenti in macchine e attrezzature e il riassorbimento di chi è in cassa integrazione sono le premesse per un aumento stabile dell occupazione». Critiche da Maurizio Sacconi (Ap): «Il mercato del lavoro non riparte: i 16 miliardi di detassazione per i nuovi assunti hanno sortito effetti modesti». Francesco Di Frischia Inps Pensioni dei commercianti, solo il 10% coperte dai contributi ROMA Conti in rosso per il fondo Inps dei commercianti e non andrà meglio nei prossimi anni. Dal 2010 la gestione riporta risultati economici negativi superiori al miliardo di euro e c è poco ricambio generazionale: il rapporto iscritti/pensionati, che è gia molto basso, 1,58 nel 2015, «è destinato a peggiorare significativamente a mediolungo termine». È lo stesso istituto a comunicarlo, nella sua operazione «Inps a porte aperte», la cui ultima puntata è dedicata appunto alla «Gestione commercianti». La voragine è presto spiegata. Aliquote al 22,74% per titolari e aiutanti, «molto inferiori» rispetto a quelle versate dai lavoratori dipendenti (32,7%), e redditi bassi (gli Studi di settore, indicano per il 2013, in media ,00 euro annui): in sostanza vuol dire non coprire con i contributi versati nemmeno le pensioni minime. Un sistema instabile e con forti squilibri sociali: in base alle regole attualmente in vigore, infatti, anche chi ha un reddito sotto la soglia minima, che è fissata in euro, paga i contributi per quell importo, a vantaggio di chi ha, invece, un reddito molto più alto. L aliquota aumenta di un punto oltre i 46mila euro e fino a un massimo di 76mila (o 100mila a seconda della anzianità). L Istituto presieduto da Tito Boeri, ha provato a ricalcolare tutte le pensioni già erogate con il solo metodo contributivo (in relazione cioè a quanto si è versato) e il 91% subirebbe una riduzione, un terzo di queste sarebbe più che dimezzata. Ad esempio, un commerciante andato in pensione di anzianità a 58 anni con un assegno di euro ne perderebbe Con la pensione di vecchiaia (a 66 anni e 3 mesi) da euro passerebbe a Melania Di Giacomo

9 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 POLITICA ECONOMICA 9 I numeri Occupati valori in migliaia tassi di occupazione (%) 56,1 55,9 55,9 55,8 55,8 55,8 55,8 55,8 55,8 55,8 55,7 55,7 55, Disoccupati valori in migliaia tassi di disoccupazione (%) 13,0 12,8 12,8 12,8 12,7 12,6 12,6 12,4 12,4 12,5 12,4 12, , giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu Occupati tra 15 e 24 anni valori in migliaia tassi di occupazione (%) 16,0 15,7 15,7 15,6 15,5 15,3 15, , , , , , ,5 860 fonte: Istat fonte: Istat giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu In Europa Tassi di disoccupazione nel ,5% 24,5% 14,1% 12,7% 10,3% 8,5% 7,9% 7,4% 6,1% 5% fonte: Istat fonte: Eurostat giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu Grecia IL RILANCIO LE RIFORME E LA CRISI Spagna Portogallo ITALIA Francia Belgio Svezia Olanda Regno U. Germania Corriere della Sera Perché il lavoro non riparte? ROMA Non si può dire che il governo non vi abbia investito parecchio: circa 40 miliardi in quattro anni ( ). Una quindicina sono destinati agli sgravi contributivi triennali sulle assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015, il resto alla deduzione del costo del lavoro dall imponibile Irap. Quaranta miliardi che il governo Renzi ha deciso, alla fine del 2014 con la legge di Stabilità, di investire sull occupazione. Il tutto a corredo di una riforma legislativa anch essa coraggiosa, il Jobs act, che ha mandato definitivamente in soffitta l articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per tutti coloro che vengono assunti dal 7 marzo 2015, giorno in cui è entrato in vigore il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che rende molto più facili i licenziamenti. Adesso, disse il governo non appena varata la manovra, le aziende non hanno più scuse per non assumere. Purtroppo, però, le aspettative sono andate deluse. L occupazione non è aumentata. E il paradosso è che il governo rischia di restare intrappolato in questo meccanismo di sconti che ha messo in piedi, col risultato di dover rifinanziare gli sgravi è probabile che il miliardo e 900 milioni stanziato quest anno per la decontribuzione non basti senza raccogliere i frutti sperati. Le riforme Ma andiamo con ordine. Alla fine del 2014, cioè prima della legge di Stabilità e del Jobs act, lavoravano in Italia 22,3 milioni di persone. Da gennaio (gli sgravi sono partiti il primo dell anno) a giugno abbiamo assistito a un oscillazione minima mese per mese intorno a questo livello, con il dato diffuso ieri dall Istat che parla di 22milioni 297mia occupati, 22mila in meno di maggio. Variazioni che non intaccano il disastro provocato dalla lunga crisi. Basti dire che prima che questa si abbattesse sull occu- Sgravi e tagli Irap per 40 miliardi fino al 2019 non bastano senza la crescita dell economia Difficile uscire ora dalla trappola degli sconti La parola/1 INATTIVI pazione, in Italia lavoravano oltre un milione di persone in più di ora. Il picco fu registrato dall Istat nell aprile del 2008, con 23,2 milioni di occupati. E i disoccupati erano 1,7 milioni, quasi la metà dei 3,2 milioni attuali. Il Fondo monetario internazionale, qualche giorno fa, ha avvertito che per riportare in Italia il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi ci vorranno almeno 20 anni. Gli esperti di Washington, ha replicato il governo, non tengono conto degli effetti delle riforme e degli incentivi. Solo che essi, dati alla mano, ancora non si vedono. Consumi deboli Che fare allora? Anche chi, come per esempio l ex mini- Gli inattivi comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, cioè non sono né occupate né disoccupate. Sono le persone che non hanno un lavoro ma non sono nemmeno in cerca di una occupazione. In base ai dati diffusi ieri dall Istat, il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni in giugno è diminuito dell -0,1 per cento (pari a -18 mila), riprendendo il calo cominciato a inizio anno e interrotto a maggio. Il tasso di inattività, pari al 35,9%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto a maggio. Su base annua gli inattivi sono diminuiti dello 0,9% (-131 mila) e il tasso di inattività di 0,2 punti. stro del Lavoro Maurizio Sacconi (Ncd), è stato uno strenuo sostenitore dell abolizione dell articolo 18 e del taglio del costo del lavoro, invita il governo a «riflettere» sugli «effetti modesti» ottenuti e suggerisce di «rianimare» la domanda interna perché quella estera «non basta». Sulla stessa linea le associazioni dei commercianti, che osservano come il permanere dell inflazione intorno allo zero virgola dimostri che i Lo stanziamento Lo stanziamento di 1,9 miliardi per incentivare i posti di lavoro potrebbe non essere sufficiente La parola/2 OCCUPATI Comprendono le persone di 15 anni e più che in una certa settimana presa a riferimento dall Istat hanno svolto almeno un ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo in danaro o in natura. Sono considerati occupati anche coloro che hanno svolto almeno un ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente. Da notare che vengono conteggiati tra gli occupati anche coloro che sono in cassa integrazione mentre sono esclusi i lavoratori in mobilità, di fatto licenziati. Il tasso di occupazione è dato dal rapporto tra il numero degli occupati e la popolazione nel suo complesso. La parola/3 DISOCCUPATI Corriere.it Su sito web del Corriere, nel canale Economia, tutti gli approfondimen ti e le notizie del giorno Comprendono le persone tra i 15 e i 74 anni che hanno cercato lavoro almeno una volta nel mese precedente alla settimana presa a riferimento dall Istat per la sua rilevazione. Inoltre per essere considerati «disoccupati» bisogna essere disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive al momento del monitoraggio. Per l Istat sono disoccupati anche coloro che inizieranno un lavoro entro tre mesi dal momento dell intervista ma nel frattempo sarebbero disposti ad anticipare l ingresso in azienda. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro complessive. consumi sono ancora deboli. Insomma, dopo averle tentate tutte dal lato dell offerta adesso bisognerebbe appunto spingere la domanda. Già, ma come, visto che neppure gli 80 euro al mese, costati 10 miliardi all anno, hanno prodotto grandi risultati? Con un ulteriore maxitaglio delle tasse nei prossimi tre anni,ha deciso il presidente del Consiglio Matteo Renzi, partendo dalla prima casa, passando ancora per l Irap (e l Ires) e finendo con l Irpef. Il nodo coperture Intanto, però, ancora prima di cercare le coperture necessarie a finanziare questo piano (35 miliardi di euro nel triennio ) il governo rischia di dover trovare quelle per rifinanziare la decontribuzione delle assunzioni. Infatti, per quest anno, sono stati stanziati 1,9 miliardi presupponendo di dover incentivare un milione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Ma visto che fino a maggio sono stati agevolati più di mezzo milione di contratti, i tecnici stimano che, proiettando nei successivi sette mesi il trend osservato, alla fine le assunzioni alle quali si applicherebbe la decontribuzione sarebbero quasi 1,4 milioni. Una seconda proiezione è più prudente, ma entrambe stimano una spesa maggiore di quella prevista dal governo: da 500 milioni a un miliardo di euro. Al ministero dell Economia frenano: i conti si faranno alla fine, dicono, e poi magari ci fossero più contratti da agevolare, significherebbe un miglioramento dell economia e maggiori entrate. Insomma, trovare altre risorse non sarebbe un problema, sostengono. Taglio degli incentivi Subito dopo, però, il governo dovrà decidere che fare per il Lo sgravio triennale vale infatti solo per le assunzioni fatte nel Per evitare un rimbalzo negativo si stanno già studiando forme limitate di proroga degli sgravi. Che per esempio potrebbero andare solo alle assunzioni aggiuntive, quelle che aumentano l organico. Del resto, secondo le stesse stime del governo, l incentivo andrà quest anno anche a 637mila persone che comunque sarebbero state assunte mentre su altri 363mila contratti l agevolazione scatterà perché rapporti di lavoro a termine vengono trasformati a tempo indeterminato. Che poi è il maggior risultato ottenuto finora: le aziende ricorrono più di prima al contratto stabile (perché incentivato). Ma continuano a non assumere se non hanno ordini e clienti da soddisfare. Cioè, se l economia non cresce. Enrico Marro

10 10 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera

11 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 Il caso di Federico Fubini Una Piazza Affari rinfrancata dopo i tremori di inizio estate ieri ha chiuso il mese di luglio in crescita, con un eccezione cospicua: Trevi, una società di tecnologie e servizi di ingegneria per impianti di perforazione del suolo e di giacimenti di petrolio e gas, ha perso oltre il 14%. Il crollo è partito a metà mattinata. Ad affondare il titolo è stato l annuncio da parte della società che una commessa nel settore dell energia comporterà costi supplementari di circa cento milioni, un colpo durissimo per un gruppo che in Borsa ne capitalizza meno di trecento. Per Trevi la sfiducia degli investitori di Piazza Affari non è una novità, perché questa impresa partita a Cesena nel 1957, sempre controllata dai Trevisani, la famiglia dei fondatori, ha già perso oltre un terzo del suo valore in sei mesi e oltre metà nell ultimo anno. Quella di esattamente un anno fa del resto è una data particolare: a fine luglio del 2014 Trevi annunciava l ingresso in forze nel proprio capitale del Fondo strategico italiano (Fsi), braccio operativo della Cassa depositi e prestiti (Cdp) per investimenti a sostegno di imprese nazionali «ad Trevi crolla a Piazza Affari Sulle spalle della Cdp il peso di scelte sbagliate L entrata nel capitale con i risparmi delle famiglie negli uffici postali Un anno in Borsa 3,175 3,245 2,775 2,305 1,836 1,385 settembre novembre gennaio marzo maggio luglio ampio potenziale di crescita». Sulla carta Trevi è una di queste, se non altro perché il suo fatturato è quadruplicato a 1,2 miliardi di euro dall inizio del secolo, lavora con tecnologie avanzate e oggi dà lavoro direttamente a persone in Italia (più altre nell indotto). Eppure un occhiata da vicino all operazione voluta da Maurizio Tamagnini, l amministratore delegato di Fsi, solleva più domande di quante non ne riesca a rispondere. L operazione del veicolo di Cassa depositi è stata condotta con capitali privati il risparmio delle famiglie versato agli uffici postali ma è gestita da un veicolo la cui holding è controllata all 80% dal governo. E finora questa non si è dimostrata una buona operazione. Fsi ha impegnato 101 milioni di euro per comprare opzioni sul capitale di Trevi a un prezzo inutilmente elevato. A Il via libera della Camera Cassa integrazione retroattiva per gli ex dipendenti del Pdl Gli ex dipendenti del Pdl beneficeranno di una Cassa integrazione retroattiva al febbraio La commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento di Elena Centemero (FI) alla legge con cui si deroga all obbligo di certificazione dei bilanci 2013 e 2014 dei partiti. La seduta di ieri 1,689 euro -14,39% POLITICA ECONOMICA 11 d Arco differenza di quanto avrebbe fatto un fondo privato in condizioni simili, non sembra praticamente intervenuto a incidere sulla gestione e ha lasciato alla famiglia il controllo e la prima linea del management. Oggi però Fsi siede su perdite di molte decine di milioni di euro, che promettono di crescere nei prossimi mesi. E soprattutto fatica a rispondere al dilemma che la nuova Cassa depositi e prestiti guidata da Claudio Costamagna e Fabio Gallia continuerà a trovarsi davanti in mille varianti diverse nei prossimi mesi: davvero era necessario che un fondo a controllo pubblico entrasse in un maturo gruppo di ingegneria civile a condizioni che un privato non Il crollo Il calo di ieri in Borsa (-14,39%) del titolo del gruppo Trevi, attivo nel campo dell ingegneria del sottosuolo, è avvenuto dopo l annuncio della revisione al ribasso della stima del margine operativo Il crollo, da 70 a milioni di euro, è dovuto a «rilevanti criticità» nel «completamento della commessa della Drillmec relativa ad impianti offshore» si sarebbe mai sognato di accettare? Tutto inizia con l impegno di Fsi a comprare dai Trevisani parte dei diritti in mano alla famiglia per la sottoscrizione di nuove azioni legate a un aumento di capitale da 200 milioni. Di questi 101 verranno dal Fondo strategico, il resto in gran parte dagli azionisti di minoranza. I Trevisani scendono al 32%, ma tengono il controllo. Il veicolo di Cassa depositi avrà il 16,8% e si impegna a comprare quei diritti a un prezzo determinato dall andamento medio del titolo in autunno, poco sotto i 3 euro ad azione (oggi viaggia a 1,6). Fsi non aspetta che quei diritti vadano in negoziazione sul mercato, dove gli altri sottoscrittori strapperanno prezzi più abbordabili. Le condizioni Un anno fa l operazione del fondo Fsi a condizioni che un privato non avrebbe accettato Eppure l analisi dei bilanci di Trevi avrebbe potuto ispirare maggiore cautela. La società nel 2014 era già gravata da circa 400 milioni di debiti. Quel che è peggio, opera in un settore che richiede pesanti investimenti a debito e il costo degli interessi da versare alle banche spesso eccede la redditività dei progetti. In più il settore del petrolio, che oggi vale circa un terzo ma in passato pesava per metà del giro di affari di Trevi, appariva già in frenata agli esperti quando Fsi firmò l accordo. Ma per Costamagna e Gallia, questa vicenda contiene almeno qualcosa di utile: almeno, mostra alla Cdp del futuro ciò che è meglio evitare.

12 12 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Esteri Attacco con molotov in Cisgiordania: muore bruciato vivo un bimbo palestinese di 18 mesi. Sotto accusa i coloni «Terroristi». L ira di Netanyahu La parola DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME Già mezzo ustionato, il padre ha cercato di strisciare ancora tra le fiamme, di tornare dentro casa e tirare fuori il piccolo Ali. Non c è riuscito, l incendio era troppo intenso, la stanza avvolta dal fuoco. Il bambino, diciotto mesi, è stato estratto solo quando sono arrivati i pompieri, ormai la casa era devastata. I genitori e il fratello di quattro anni sono in un ospedale israeliano, Ali è stato seppellito al tramonto, il corpicino avvolto nella bandiera palestinese. I vicini raccontano di aver visto due uomini mascherati, hanno aperto la finestra e tirato una bottiglia incendiaria, colpendo anche il palazzo a fianco (dove non c era nessuno). La polizia sospetta gli estremisti delle colonie attorno a Duma, Cisgiordania del nord, vicino a Nablus. Sul muro gli assalitori hanno lasciato la scritta «Vendetta» in ebraico e disegnato la Stella di Davide. Benjamin Netanyahu, premier israeliano, definisce l attacco «terrorismo» e promette in una telefonata ad Abu Mazen, il presidente palestinese, di arrestare i responsabili. È la seconda volta che si parlano in poche settimane, dopo che i contatti erano rimasti interrotti per un anno. Il governo palestinese vuole chiedere un indagine della Corte penale internazionale, invoca l intervento della comunità internazionale per proteggere i palestinesi. Abu Mazen cerca per ora la strada diplomatica, vuole evitare quanto Netanyahu di tornare alla situazione dell estate scorsa, disordini e caos ogni giorno durante il conflitto con Hamas. Che dalla Striscia di Gaza minaccia: «Qualunque soldato o colono è un obiettivo legittimo», un appello a vendicare l attentato contro la famiglia Dawabshah. Gli scontri ci sono stati alla fine della preghiera del venerdì nelle moschee, i palestinesi avevano già proclamato «un giorno della rabbia» tra La politica La telefonata con Abu Mazen Il premier: «Troveremo i colpevoli». Il presidente Rivlin: «Provo vergogna» Gerusalemme e la Cisgiordania per protestare quelle che considerano provocazioni sulla Spianata delle moschee, il terzo luogo più sacro per i musulmani. L opposizione israeliana accusa il governo di essere stato troppo morbido con la violenza dei coloni in Cisgiordania, di aver troppe volte evitato di imporre la legge, di limitare le azioni dei gruppi più radicali. Il presidente Reuven Rivlin ammette di provare «vergogna», come Netanyahu è andato in ospedale dai feriti: «Le parole non basteranno, dobbiamo dimostrare che il terrorismo non è la strada scelta dal popolo ebreo e dallo Stato di Israele». TAG MEHIR In ebraico, «cartellino del prezzo». Equivalente dell inglese «price tag». L espressione è riferita a una serie di atti di violenza commessi da giovani coloni estremisti contro chiunque, a loro giudizio, ostacoli l insediamento in Cisgiordania. Una sorta di «occhio per occhio». Nella foto sopra la parola «vendetta», in ebraico, scritta sul muro di una casa. La vicenda Nella notte tra il 30 e il 31 luglio, almeno due persone incappucciate sarebbero state viste lanciare delle bottiglie incendiarie contro due abitazioni nella periferia del villaggio palestinese di Duma, nel Nord della Cisgiordania. Nell incendio di una delle due case, in cui abitava una famiglia, ha perso la vita Ali Dawabshah, un bimbo di diciotto mesi. Anche il resto dei componenti ha riportato delle lesioni: il fratello maggiore di Ali, che ha 4 anni, è ferito gravemente. Sulle pareti della casa, gli ignoti assalitori hanno poi lasciato delle scritte in ebraico: «Vendetta» e «Viva il Messia» L intervento di Khaled Diab A vremmo voluto partecipare alla sfilata del Gay Pride di Gerusalemme, ma i nostri figli avevano in mente altro. Si divertivano troppo a giocare sull erba del parco da cui sarebbe partita la marcia. Purtroppo, la giornata è stata segnata più dal pregiudizio e dall odio che dall orgoglio e dalla tolleranza. Yishai Schlissel, un ebreo ultraortodosso, ha accoltellato sei partecipanti del corteo. Il fanatico Haredim («Colui che trema davanti alla parola di Dio») aveva precedenti di crimini d odio ed era appena uscito di prigione, dopo una condanna per un assalto simile in occasione della parata dell orgoglio omosessuale del «Dobbiamo garantire che in Israele ogni uomo e donna viva UN CLIMA TOSSICO E SELVAGGIO I BAMBINI PAGANO LA NOSTRA INERZIA in sicurezza a prescindere dalle proprie scelte», ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, malgrado l impegno della sua coalizione di estrema destra per minare tale sicurezza e demonizzare sinistra e progressisti. Mentre i nostri figli giocavano, discutevamo la storia triste ma edificante di un altro ragazzino. Nel 2005, Ahmed Khatib, 12 anni, di Jenin, fu ucciso da un soldato israeliano che scambiò per vera la sua arma giocattolo. Quando Ahmed morì in ospedale, i suoi genitori non si arresero all amarezza e all odio, e decisero che la morte del loro figlio avrebbe dovuto dare vita e speranza ad altre persone. Quattro ebrei e due arabi ricevettero i suoi organi. «Sei israeliani ora hanno una parte palestinese e forse lui vive ancora dentro di loro», affermò all epoca il padre afflitto di Ahmed. «I bambini non c entrano niente con questo conflitto». Ma i bambini di entrambe le parti opposte sono, tristemente, coinvolti nel fuoco incrociato di questa dura guerra in corso da diverse generazioni. L ultimo esempio è quanto accaduto poco dopo l attacco al corteo. Poco lontano, un gruppo di coloni israeliani ha bruciato con una bomba incendiaria due case nel villaggio palestinese di Duma, nei pressi di Nablus, uccidendo Ali Saad Dawabshah, un neonato di 18 mesi, e ferendo il fratello di 4 anni e i genitori, oltre a un vicino di casa. «Questo attacco contro la popolazione civile è niente di L autore Khaled Diab è un giornalista e scrittore arabo di nazionalità belga-egiziana. Vive tra il Medio Oriente e l Europa, ora è in pianta stabile a Gerusalemme. Il suo account Twitter meno che un barbaro atto di terrorismo ha dichiarato il portavoce dell esercito Peter Lerner. È in corso un indagine approfondita per identificare i terroristi e assicurarli alla giustizia». La condanna dell esercito israeliano fa piacere. Al contempo, l annosa inerzia di Israele nell opporsi alla violenza dei coloni e il suo sostegno agli insediamenti alimentano un atmosfera tossica di impunità, da molti descritta come la mentalità della «Selvaggia sponda occidentale» (del fiume Giordano, ndt). Le conseguenze di questo attacco sono difficili da misurare. Se l estate del 2014 è indicativa, questo incendio potrebbe degenerare e diventare furioso, tanto più che poco o niente è cambiato dallo scoppio della violenza dell anno scorso. Se le autorità israeliane intervengono tempestivamente per assicurare i colpevoli alla giustizia, si può arginare il deterioramento della situazione... per il momento. Ma non è sufficiente. Si deve realizzare un più ampio ordinamento giuridico. Data l improbabile fine dell occupazione in un futuro prevedibile, Israele deve smettere di vivere con due ordinamenti giuridici: uno per gli israeliani e uno per i palestinesi. La legge Dolore Un momento dei funerali del piccolo Ali Saad Dawabshah, ucciso a 18 mesi nel rogo appiccato alla sua casa a Duma, nel nord della Cisgiordania. I genitori e il fratellino di 4 anni del bimbo sono ricoverati in un ospedale israeliano (Reuters/ Abed Omar Qusini) marziale nella «Sponda occidentale» deve finire, e tutti gli israeliani e palestinesi devono godere degli stessi diritti. Il doppio sistema legale ha contribuito a creare una mentalità di superiorità e persino supremazia tra molti israeliani nella «Sponda occidentale» e a Gerusalemme. All inizio, le vittime di questa pratica erano prevalentemente palestinesi, ma gli ebrei stanno sempre più soccombendo a questo senso Il doppio sistema Nella Sponda occidentale israeliani e palestinesi non hanno uguali diritti. Basta con la legge marziale di eccezionalismo dell estrema destra israeliana riflesso nel fenomeno crescente di pregiudizi e crimini d odio contro gli ebrei di sinistra, gli attivisti pacifisti e chi è diverso. Salvaguardare la giustizia solo per una minoranza, alla fine, comporterà una situazione di ingiustizia per la maggioranza. (Traduzione di Ettore C. Iannelli)

13 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 ESTERI 13 GLI ESTREMISTI LA «GENERAZIONE LEGO» In azione Attivisti israeliani di destra costruiscono nuovi avamposti «illegali» su una collina vicino alla colonia di Elazar, a sud di Betlemme (foto d archivio). I «giovani delle colline» sono i più radicali tra i coloni (Afp) dal nostro corrispondente Davide Frattini GERUSALEMME Il campeggio estivo ammette solo ragazze. Quattro giorni senza acqua corrente e senza elettricità per imparare a sopravvivere in quello che per queste adolescenti è il far west biblico. Corsi di autodifesa, istruzioni su come costruirsi un riparo temporaneo o coltivare qualche vegetale. Esposte al vento della Cisgiordania e alla forza dell ideologia: perché per resistere lassù ripetono i loro leader bisogna credere. Credere che la terra d Israele, tutta la terra della Grande Israele, vada popolata e difesa. Hanno sedici anni o poco più e vengono chiamati «i giovani delle colline» o «i ragazzi del Lego», sono capaci di tirar su un avamposto in una notte (prefabbricati semplici da mettere insieme quanto i mattoncini dei bambini) e di lottare mesi per impedire alle ruspe dell esercito israeliano di abbattere quelle baracche che per loro rappresentano una patria più che una casa. Pochi giorni fa si sono asserragliati a Beit El dopo che la Corte Suprema ha ordinato di demolire due edifici costruiti su terra privata palestinese, un operazione che ha rischiato di demolire anche il governo di Benjamin Netanyahu. Ayelet Shaked, la ministra della Giustizia e volto laico nel partito dei coloni, ha minacciato di togliere ai giudici il potere di decidere il destino delle costruzioni in Cisgiordania, mentre il suo capo Naftali Bennett è andato a tenere un discorso da uno dei tetti destinato a crollare. Gli scontri dei giovani estremisti ebrei con l esercito e la polizia fanno scrivere ad Asher Schechter sul quotidiano Haaretz che «Israele non potrà mai ritirarsi dalla Cisgiordania», districarsi dai territori e dalle pressioni dei coloni come riuscì ad Ariel Bibbia e fucili sulle colline La trincea dei coloni ultrà Sharon con l evacuazione di Gaza dieci anni fa. «Da allora la destra è ancora meno disposta a cedere centimetri di terra o di potere. Gli edifici a Beit El non avevano alcun valore (religioso o strategico) eppure i coloni hanno La mappa delle violenze Legenda Colonie israeliane Insediamenti illegali Muro costruito Muro in progetto Linea verde Checkpoint principali Controllo palestinese o misto Municipalità di Gerusalemme Valichi I TRE ASSALTI RECENTI PIÙ GRAVI 1 31 luglio 2015 A Duma, incendio doloso appiccato a due case palestinesi. Muore Alì, 18 mesi. Altre tre persone ferite 2 5 marzo 2015 A Mughayyir, vicino Ramallah, due auto bruciate e muri imbrattati con scritte in ebraico «morte agli arabi» e «gloria agli ebrei» 3 29 novembre 2014 Nel quartiere di Pat, Gerusalemme, una scuola mista arabo-ebraica viene imbrattata con scritte in ebraico come «stop all assimilazione» e «non si può convivere con un cancro» LA POPOLAZIONE Circa gli israeliani in Cisgiordania Circa gli israeliani a Gerusalemme Est Circa i palestinesi in Cisgiordania LE AGGRESSIONI NEGLI ANNI 3 6 dimostrato di essere pronti ad andare alla guerra per difenderli». È la tattica che in ebraico è definita «tag mehir», rispondere con la violenza, le minacce, le proteste a qualunque tentativo di ristabilire l ordine. 10 ISRAELE 3 Hebron 24 Fahm Tulkarem Gerusalemme Jenin Nablus CISGIORDANIA Betlemme 1 Duma Gerico km Allenby LIBANO Mar Morto 25 Fiume Giordano GIORDANIA Corriere della Sera 56 2 Ramallah ISRAELE EGITTO GIORDANIA SIRIA CISGIORDANIA «La polizia deve capire spiega un boss del movimento che qualunque intervento contro di noi ha un costo altissimo». Sono questi «i cartellini del prezzo»: le scritte razziste sulle case dei palestinesi, le chiese e le moschee bruciate, i raid mortali come quello di ieri notte a Duma. A pagare sono i contadini palestinesi con la distruzione dei loro ulivi, i pastori ai quali vengono avvelenate le pecore, le bambine assaltate a colpi di pietra sulla strada verso scuola. «L indulgenza mostrata dal governo in tutti questi anni commenta Amos Harel su Haaretz ha convinto gli estremisti di poter commettere atrocità senza venire puniti». Yesh Din, organizzazione israeliana per i diritti umani, ha pubblicato di recente un dossier che testimonia l inerzia dei soldati davanti agli attacchi contro i palestinesi: «La legge internazionale e le decisioni della Corte Suprema obbligano l esercito a imporre la legge nei territori occupati. Il rapporto dimostra che questo dovere non è stato assolto e il compito è stato lasciato alla polizia». I giovani estremisti rappresentano la generazione traumatizzata dal ritiro da Gaza. Sono cresciuti e si sono cementati nell idea che non dovrà mai più accadere. È proprio dal 2005 che lo Shin Bet, i servizi segreti interni, ha rafforzato la squadra per monitorare questi gruppi. «Sono molto difficili da infiltrare racconta un agente al quotidiano Jerusalem Post, è più facile reclutare gli informatori tra i fondamentalisti di Hamas o della Jihad Islamica». Fanatici come Yinon Reuveni e Yehuda Asraf, arrestati con l accusa di aver dato fuoco alla Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci sul lago di Tiberiade in Israele a metà giugno. Nell avamposto ebraico in mezzo ai villaggi palestinesi dove Reuveni vive, la polizia ha sequestrato un manuale con le istruzioni su come alzare il livello degli attacchi terroristici. Dagli incendi dei luoghi sacri fino alla violenza contro i Il commento Mio figlio soldato e il nemico in casa di Yair Lapid* hi dà fuoco a un neonato palestinese C dichiara guerra allo Stato di Israele. Chi accoltella dei giovani alla Marcia dell orgoglio gay dichiara guerra allo Stato di Israele. Chi incendia e distrugge una chiesa dichiara guerra allo Stato di Israele. Chi minaccia di attaccare la Corte Suprema con un bulldozer D-9 dichiara guerra allo Stato di Israele. Chi lancia pietre ai servizi di sicurezza dichiara guerra allo Stato di Israele. I membri di «Lehava» (organizzazione ebraica di estrema destra) sono traditori che aiutano il nemico in tempo di guerra. I giovani che hanno attaccato gli arabi a Gerusalemme: traditori. Chiunque canti «A morte gli arabi» ad una partita della Beitar Jerusalem: è un traditore della nostra patria. Di là nell altra stanza, mio figlio sta indossando la sua uniforme. È tornato a casa la scorsa notte e ha appena ricevuto una telefonata. «Chiamata di emergenza», dice, con il viso contratto. È stato richiamato perché il nemico ha colpito la scorsa notte a Duma. In un incursione notturna, dei terroristi hanno dato fuoco a un neonato. Come sempre, l Idf farà la guerra al nemico. È solo questa volta che il nemico è di qui, interno, interno a noi. Sono la quinta colonna. Sono i complici naturali di Hamas, Hezbollah, Isis. Assomigliano a noi, ma non sono come noi. Sono traditori di tutto quello che per noi è sacro, traditori dell idea stessa su cui è stato fondato lo Stato di Israele, traditori del giudaismo. E cercano come fa sempre il nemico di distruggere lo Stato di Israele. Non lo permetteremo. Questa non è una guerra tra la destra e la sinistra, ma tra il centro israeliano assennato e le frange folli. La nostra arma è la legge. La nostra roccaforte è la Corte Suprema. Il nostro esercito sono tutti coloro che si rifiutano di rimanere zitti mentre lo Stato di Israele crolla sotto un governo debole ed esitante. Siamo in guerra. Per il futuro, il sionismo, la nostra esistenza. Come in tutte le guerre di Israele, non possiamo permetterci di perdere. *Giornalista, conduttore tv, politico, è stato ministro delle Finanze israeliano fino al dicembre 2014 (Traduzione di Ettore C. Iannelli) THE TIMES OF ISRAEL

14 14 ESTERI Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Il caso DALLA Cani e recinzioni La linea dura di Cameron sui migranti Il personaggio dal nostro inviato Massimo Gaggi NOSTRA INVIATA LONDRA David Cameron e François Hollande ieri sera si sono consultati a lungo. Ma la strategia contro l onda di migranti che preme, oltre Manica, per toccare le coste inglesi, era stata già tracciata nel pomeriggio con l annuncio dell invio di cani poliziotto e nuove barriere in Francia. Il premier britannico ha rassicurato così i suoi cittadini, dopo l ennesimo bollettino di assalti notturni all ingresso dell Eurotunnel a Calais. «Durerà tutta l estate», ha ammesso, come se si fosse accorto solo ora che il pattugliamento di Frontex, l unica fragile operazione congiunta che l Unione europea è riuscita a produrre finora, non può fermare la marea in arrivo attraverso il Mediterraneo. La Gran Bretagna, da sempre terra d accoglienza basta un breve tragitto in metrò per comprendere il lascito multiculturale del suo passato imperiale è presa all improvviso da una viscerale paura dello straniero che bussa alle sue porte. Quasi una «sindrome da assedio», a leggere i tabloid, che invocano l intervento dell esercito. Cameron sceglie dunque la linea intransigente: dopo aver promesso, giovedì, di «fermare lo sciame in arrivo» frase che gli è costata più di una critica ieri si è schierato dalla parte dei vacanzieri imbottigliati in Kent, ultimo lembo di terra inglese, e dei camionisti che restano bloccati anche 18 ore ai bordi dell autostrada (ora potranno fermarsi nelle caserme). «Questa situazione è inaccettabile», ha concluso il premier, senza fare parola dello sciopero dei traghettatori francesi del gruppo SeaFrance, che anche ieri hanno inscenato L emergenza Dopo l ennesimo bollettino di assalti notturni all ingresso dell Eurotunnel a Calais, il primo ministro ha ammesso: «Durerà tutta l estate» durissime proteste sulle bretelle autostradali di Calais. Il «nemico» restano i migranti, che ora toccherà ai cani scovare sui Tir diretti verso il Regno Unito (giovedì, ad una gara ippica, è emerso un sudanese da sotto al trailer di un cavallo). Non proprio un invasione, a dire il vero: tocca al Times ricordare che i disperati del campo di Calais (3-5 mila in tutto) «non sono una minaccia del calibro di Napoleone o Hitler». Il quotidiano, però, accusa Parigi di «inerzia» e richiama alle regole della Convenzione di Dublino: «Se i clandestini riescono a passare dall Italia e dalla Grecia fino alla Francia, devono essere rispediti indietro al primo porto di scalo». Insomma, la Gran Bretagna è pilatescamente pronta a lavarsene le mani. E a piangere pure miseria, come le autorità del Kent «travolte dall enorme stress» di dover ospitare 605 minori richiedenti asilo. Sì, il numero è proprio quello: 605 a fronte delle migliaia che arrivano sulle coste siciliane. Sara Gandolfi Suonatore Warren Buffett, 84 anni, suona l ukulele prima di un incontro con gli azionisti della sua holding (Ap/ Nati Harnik) Chi finanzia (in segreto) gli anticoncezionali negli Usa? Il ricchissimo Warren Buffett Controllo nascite C è l Oracolo di Omaha dietro i filantropi che promuovono il controllo delle nascite Il profilo Warren Buffet, 84 anni, è detto «l oracolo di Omaha» per la sua capacità unica di investire in borsa. Ma non solo: per le ricerche della sua fondazione sui contraccettivi femminili, il settimanale Bloomberg Businessweek si chiede, foto a sinistra, se Buffett sia un icona femminista Omicidio Litvinenko «Da Putin l ordine di uccidere» La licenza di uccidere Litvinenko l ha data Vladimir Putin in persona. Lo dice, al processo in fase di chiusura a Londra, l avvocato della famiglia dell ex agente del Kgb, stroncato nel 2006 da una dose letale di polonio. Per Ben Emmerson, Putin «ordinò personalmente» l assassinio. A compierlo materialmente, secondo la polizia inglese, altri due ex del Kgb, Aleksandr Lugovoi e Dmitri Kovtun. Mosca, però, bolla il processo come «non trasparente». 50 dollari: il prezzo politico di «Liletta», il nuovo prodotto venduto agli ospedali (per un accordo con il finanziere) NEW YORK In diversi Stati americani la diffusione dei sistemi anticoncezionali, come l impianto di diaframmi intrauterini, ha scatenato negli anni polemiche politiche, coi conservatori poco disposti a lasciare spazio a ogni forma di contraccezione e, comunque, contrari all uso di fondi pubblici in quest area. Eppure, nonostante tutti questi divieti, in Stati come il Colorado o a St. Louis, in Missouri, la distribuzione di anticoncezionali e l impianto di diaframmi ha avuto grande diffusione, grazie ai finanziamenti di un organizzazione filantropica anonima che, poi, ha investito 20 milioni di dollari in un indagine sull efficacia di questi interventi di controllo delle nascite. Una politica che ha consentito di ridurre in modo sostanziale le gravidanze delle ragazze minorenni e ha fatto calare di molto anche gli aborti. A un certo puntò, però, i fondi stanziati dal benefattore sono andati esauriti e i politici conservatori si sono opposti di nuovo all uso di fondi pubblici per continuare questo tipo d intervento. Nel frattempo, però, è arrivato sul mercato un nuovo strumento anticoncezionale a basso costo denominato «Liletta» prodotto e distribuito da un azienda «biotech», la Allergan, ma sviluppato dalla Medicines360, una società non-profit che fa capo allo stesso misterioso filantropo che per anni ha finanziato tutti questi interventi che hanno inciso profondamente sul modo in cui le donne americane affrontano la contraccezione. Mistero relativo: più che per volontà di segretezza, il benefattore ha preferito non esporsi perché sa che il suo impegno, rispondente alla sua visione di impegno civile nella società, non piace a molti conservatori, cittadini dell America «profonda» che investe anche nei suoi fondi. Ma ai giornalisti del settimanale Bloomberg-Business Week è bastato fare qualche verifica, soprattutto negli archivi del Fisco Usa, per scoprire che il misterioso benefattore altro non è che Warren Buffett, il miliardario del Nebraska che ha messo insieme una fortuna con la sua holding Berkshire Hathaway. Buffett cominciò a investire e conobbe la prima moglie, Susan Thompson, all inizio degli anni Cinquanta. L azione filantropica della coppia cominciò quasi subito, già negli anni Sessanta, con un impegno su due fronti molto diversi: il controllo delle nascite e le campagne per il disarmo nucleare. All inizio Buffett fece filantropia attraverso la Berkshire ma, davanti alle prime controversie, cambiò rotta usando la fondazione che porta il nome della moglie, scomparsa 11 anni fa per un ictus. L «oracolo di Omaha», convinto di morire prima di Susan, non si era mai preoccupato del destino del suo enorme patrimonio. Dopo la scomparsa della moglie la fondazione ereditò l intero patrimonio di Susan, Il dietrofront britannico E Ai Weiwei ottiene il visto Contrordine. Ieri il Regno Unito ha assegnato all artista cinese Ai Weiwei un visto di sei mesi dopo averglielo negato il giorno prima e avergliene concesso uno da tre settimane. A intervenire, scusandosi, è stata direttamente la ministra dell Interno britannico, Theresa May. Ai Weiwei, 57 anni, è il più noto tra gli artisti e dissidenti cinesi: è atteso in Gran Bretagna per inaugurare una sua mostra alla Royal Academy of Arts. Anonimato Il benefattore non si espone per non irritare i conservatori che investono nei suoi fondi 2,5 miliardi di dollari, mentre poco dopo anche Warren prese l impegno, sull esempio di Bill Gates, di donare almeno l 85 per cento del suo patrimonio. È il 2006: il finanziere del Nebraska destina gran parte dei suoi averi (40 miliardi di dollari), proprio alla Gates Foundation, affidando il resto, circa 3 miliardi, alla fondazione che porta il nome della moglie. La fondazione di Buffett la terza più grande d America dopo quella di Bill e Melinda Gates e la Ford Foundation si trovò, così, improvvisamente a disporre di diversi miliardi e a dover investire ogni anni, per obbligo di legge, almeno il 5 per cento del suo patrimonio in attività filantropiche. Dal 2006, quindi, la disponibilità di fondi per il controllo delle nascite è cresciuta di molto. Nonostante l opposizione a questi interventi di molti suoi investitori, Warren ha deciso di andare avanti a titolo personale, senza dare pubblicità alla cosa, perché convinto che in questo modo avrebbe fatto non solo gli interessi delle donne, ma anche quelli dell economia americana. L «oracolo di Omaha» pensa, infatti, che se le donne non riescono a controllare la loro fertilità e vanno incontro a gravidanze non desiderate, ad essere penalizzata e ridimensionata è soprattutto la capacità della società americana e delle donne americane di produrre lavoro intellettuale. Ora, con «Liletta», che la Allergan è obbligata a vendere agli ospedali ad appena 50 dollari in base a un accordo tra la società e l ente filantropico, Warren Buffett può parlare di missione compiuta. Ma adesso il grande successo dell iniziativa impone una verifica al contrario: bisogna accertarsi che non ci siano donne che vengono obbligate dai datori di lavoro ad adottare queste tecniche anticoncezionali per aumentare il loro rendimento professionale.

15 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 IL REPORTAGE DAL TETTO DEL MONDO ESTERI 15 Storia L impero tibetano viene fondato nel VII secolo d.c. Il buddismo è religione di Stato XIII secolo: Gengis Khan invade il Tibet. Nel 1271, il sovrano mongolo Kublai Khan diventa anche imperatore della Cina. È l origine della rivendicazione cinese sul Tibet, che sarà nell impero per 700 anni 1911, il Tibet diventa Stato indipendente, guidato dal Dalai Lama Nel 1950, Mao Zedong invade il Tibet e lo riannette alla Repubblica popolare 1959: la grande rivolta del popolo di Lhasa finisce nel sangue, con 65 mila vittime. Il Dalai Lama fugge in India. Non tornerà più 1964: Pechino crea la «Regione autonoma del Tibet» , Rivoluzione Culturale: distrutti oltre 6 mila monasteri, i tibetani deportati sono 1,2 milioni Marzo 2008, disordini a Lhasa nella ricorrenza della grande rivolta del 59 (nella foto in alto, agenti cinesi in pattuglia davanti al palazzo Potala a Lhasa) dal nostro inviato Paolo Salom LHASA L aria leggera, impalpabile che spinge i visitatori, appena scesi dall aereo giunto da Pechino, a protendere in avanti il naso nello sforzo di inalare più ossigeno, regala inaspettatamente un euforia condivisa, pare, anche da molti abitanti del Tibet. Almeno quelli autentici. «Siamo un popolo allegro, amiamo gli scherzi e le battute di spirito», dice la guida che accompagna la delegazione di giornalisti occidentali nella visita all antico tempio di Jokhang, ai piedi del Potala: «Questo spiega è il luogo preciso dove è nata Lhasa, mille e più anni fa». Sotto un sole implacabile, non filtrato dai metri di altitudine, decine di fedeli si prostrano di fronte all antico luogo sacro buddhista. La loro devozione è totale. Sui loro volti non c è spazio per i sorrisi, solo per una concentrazione assoluta che li guida nei movimenti ripetuti all infinito, rasenti il terreno, come bruchi che si inarcano per proseguire il cammino. «Ci sono due mondi in Tibet annuisce la guida mondi che difficilmente si incontrano». Uno è quello della spiritualità, profonda, coltivata da secoli di buddhismo che la Cina mostra di rispettare. Una dimensione dove, sembra incredibile, la figura del Dalai Lama è continuamente evocata: non solo dai fedeli che, al Palazzo d Estate di Norbulingka, ultima dimora di Tenzin Gyatso prima della fuga nel marzo 1959, si inginocchiano di fronte al trono vuoto del loro antico sovrano assoluto. Sono in effetti gli stessi accompagnatori della piccola delegazione di reporter occidentali a raccontarne le gesta pre rivolta, stando attenti a non uscire dal seminato della religione. E se qualcuno osa chiedere come mai il capo del buddhismo tibetano non possa rientrare in Patria, la risposta è pronta quanto gelida: «Non ho Rifugio Tibet Viaggio nel cuore segreto dell Asia Dal trono di Lhasa ai villaggi socialisti (basta non chiedere del Dalai Lama) mai sentito di una simile questione», taglia corto una guida cinese. E questo è il secondo mondo: quello della politica, che viene decisa nel centro dell impero, e non può essere messa in discussione. Perché il prezzo può essere molto alto. Tanto è vero che un contatto non ufficiale rifiuta l incontro i metri di altitudine a cui sorge Lhasa, città principale del Tibet. La regione è definita il «Tetto del mondo» 560 milioni di renminbi (cento milioni di euro). È la cifra investita per realizzare il nuovo campus universitario di Lhasa e, al telefono, si limita a dire: «Giornalista? No, no, la situazione». La situazione: politica e religione, che una volta erano una cosa sola, come testimonia l imponenza del Potala, ottava meraviglia che domina su Lhasa e nasconde nei suoi meandri i sarcofagi in oro massiccio di una linea ancora vitale di Dalai Lama, adesso sono separate. Ai nostri occhi tutto questo può apparire una normale evoluzione. Ma nelle valli scavate dai ghiacciai eterni dell Himalaya il tempo non scorre necessariamente in senso lineare. E molti monaci si sentono custodi di una tradizione che non può essere interrotta se non per volere dell Illuminato (Buddha). Pechino torna ad aprire le porte del Tetto del Mondo alla stampa internazionale. E il Corriere è l unico quotidiano italiano presente, evento alquanto raro considerato che durante analoghi viaggi nella provincia autonoma, i giornalisti erano stati testimoni negli anni scorsi di continui «disordini», con decine di monaci che cercavano di denunciare «l oppressione cinese». Nulla di questo è accaduto nei cinque giorni di spostamenti tra montagne brulle, villaggi modello e templi di incantevole bellezza. Soldati pochi, discreti ma bene armati. Gli ospiti sono gentili anche se rendono cortesemente improbabile una passeggiata solitaria. Il volto sorridente della guida compare all improvviso: «Meglio non stare da soli». Intorno al nucleo di quella che fu la capitale di un impero la cui influenza raggiunse gran parte dell Asia orientale, Lhasa Siamo un popolo allegro, amiamo gli scherzi e le battute di spirito Ma ci sono due mondi in Tibet, due mondi che difficilmente si incontrano INDIA AMDO TIBET Lhasa RUSSIA MONGOLIA è avvolta oggi da una moderna città cinese cresciuta, in contrasto alle «sorelle» delle altre province, in maniera ordinata, precisa, pulita. Lhasa sembra destinata a diventare un modello di sviluppo: quello portato da Pechino e voluto, forse, solo da una parte di tibetani. «Vi spiego io qual è il sogno dei miei concittadini dice a gran voce Jigme Wangtso, energico direttore dell ufficio comunicazione del governo autonomo. Il sogno è quello di tutti: una casa, risorse per curarsi, per l istruzione dei figli. Strade per muoversi e modernità per stare al passo con il resto del nostro Paese, che è la Cina». Jigme Wangtso è un autodidatta: ha imparato il cinese che era già un ragazzino. Ora i suoi figli sono entrambi all università: a Pechino e Shanghai. «Tutto questo spiega deciso il Dalai Lama non lo ha mai permesso. Con lui i contadini erano schiavi, la società immobile. E un involucro vuoto: nessuno lo considera più». Pechino Qinghai Gansu CINA Sichuan KHAM Yunnan d Arco Le regioni Creata dalla Cina nel 1964, la «Regione autonoma del Tibet» corrisponde a una parte di quello che per i tibetani è il Tibet «originale». Le altre due zone, Amdo e Kham, per Pechino rientrano nelle province cinesi di Qinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan Il convitato di pietra continua a essere evocato. D altro canto il governo di Pechino si sente legittimamente titolato a gestire quella che considera una provincia autonoma e a spingere sullo sviluppo economico e sociale. E le rivolte? L unica «ammissione» viene da Lu Guangjin, direttore dell Ufficio diritti umani: «Abbiamo incontrato delle frizioni nella modernizzazione del Tibet». A Lhasa è stato da poco aperto un campus universitario per 4 mila studenti: un investimento da 560 milioni di renminbi (cento milioni di euro) che ha, tra i vari compiti, spiega il professor Sherab Sangpo, docente di letteratura tibetana, anche quello di recuperare e restaurare le antiche pergamene devastate dalle Guardia Rosse durante la Rivoluzione Culturale ( ). Uscendo da Lhasa la presenza cinese si assottiglia: le case tradizionali, per quanto rare e sparse come chicchi di riso nell aia, prendono il posto degli edifici a scatola. La politica di Pechino arriva comunque anche nelle riarse campagne. Da due anni, per esempio, è in corso un programma per la creazione di «nuovi villaggi socialisti», dove le famiglie più povere si raggruppano, ricevono una casa e i mezzi di produzione condivisi per occuparsi dei propri campi. Sarà un caso, ma sulle pareti interne, sono i ritratti di Mao e dei padri della Rivoluzione (Marx, Engels, Lenin e Stalin) a «proteggere» le vite misere di questi contadini. All antico ospedale di Lhasa (800 pazienti in day hospital; 300 letti), dove la medicina tradizionale si interseca con quella dell Occidente, il dottor Tsewang Tanpa, spiega la «dottrina del caldo, del freddo e del neutro, i tre stati del nostro corpo», alla base di una conoscenza antica. Ma alla domanda su quale sia il segreto per una sana esistenza, in Tibet come altrove, risponde, serafico: «Il Buddha ha detto: moderarsi in tutto aiuta a vivere a lungo». AFP

16 16 Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera

17 17 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 # Cronache Svolta sull Ebola, c è il vaccino «Nei test risulta efficace al 100%» Domande&risposte È prevenzione non terapia Così evita l infezione L annuncio dell Oms. Sviluppato in Canada, è già utilizzato per i medici in Africa C è finalmente speranza contro l Ebola: poco più di un anno dopo l inizio della più grave epidemia del virus dalla sua scoperta nel 1976 ( contagiati e morti in 10 Paesi), potrebbe finalmente essere arrivato un vaccino capace di contenere il contagio. «È estremamente promettente» ha detto la direttrice generale dell Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Margaret Chan. La sperimentazione, conclusa in Guinea il 27 luglio, fa infatti pensare che il vaccino sia efficace nel 100% dei casi: «È sicuro e funziona così bene che nei giorni scorsi lo abbiamo già usato per immunizzare 1200 dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari che lavorano nelle zone più esposte del Paese», spiega Saverio Bellizzi, epidemiologo di Medici senza frontiere (Msf), che ha lavorato in Africa con la popolazione colpita dal virus (Msf ha collaborato alla sperimentazione anche con l Oms e l Istituto di sanità della Norvegia). L annuncio arriva neanche un mese dopo che una commissione indipendente nominata dall Oms aveva fortemente criticato la stessa agenzia dell Onu per la lentezza nel gestire la crisi scoppiata a marzo 2014, accusandola di non possedere «la capacità o la cultura organizzativa per riuscire a dare una piena risposta a un emergenza di sanità pubblica». L epidemia è ancora in corso nei tre paesi dell Africa Occidentale più colpiti dal contagio, nonostante il 9 maggio l Oms avesse dichiarato che la Liberia era libera dal virus: c è stato un nuovo caso due settimane fa, mentre sono stati 9 i malati nell ultima settimana in Sierra Leone e 21 in Guinea. Il nuovo vaccino, sviluppato Lotta al virus La sperimentazione è stata conclusa il 27 luglio in Guinea, uno dei Paesi più colpiti dall Istituto nazionale della sanità del Canada, fa ora pensare che sia possibile debellare i focolai: «Lo stanno usando con una strategia ad anello spiega Bellizzi. Vengono vaccinate tutte le persone entrate in contatto con i malati». E poi anche coloro che sono entrati in contatto con questi ultimi: per ogni nuovo caso di Ebola vengono così immunizzate tra le 50 e le 100 persone. Nella sperimentazione tutti coloro che sono stati vaccinati subito non hanno sviluppato la malattia. Per ora il farmaco sperimentale è stato autorizzato solo in Guinea, «ma noi spingiamo perché venga approvato anche negli altri Paesi coinvolti e impiegato per contenere i focolai dell epidemia dice Bellizzi. Non ha invece senso, al momento, usarlo a tappeto su tutta la popolazione: serve più ricerca per capire bene quanto tempo prima deve essere somministrato e per quanto tempo è efficace». Intanto però può offrire uno di Margherita De Bac Il vaccino sperimentale contro il virus Ebola Il virus Virus dell Ebola 2 3 Gene della glicoproteina Il gene della glicoproteina viene preso dal virus Ebola Il vaccino contiene il virus Vsv modificato ma non le molecole di Ebola vaccino L Ebola è apparsa la prima volta nel 1976 con due focolai: in un villaggio nei pressi del fiume Ebola nella Repubblica del Congo e in una zona remota del Sudan Rna Glicoproteina (GP) Il virus attacca le cellule umane agganciandole grazie alla glicoproteina che lo ricopre E trasferito nel virus Vsv 1 VSV Virus della stomatite vescicolare: colpisce i bovini ma non è pericoloso per l uomo Così che la glicoproteina riveste il virus innocuo per l uomo Il virus Vsv viene indebolito e usato come vettore per il vaccino Anticorpi L individuo vaccinato può così sviluppare anticorpi che neutralizzano la glicoproteina e impediscono all Ebola di infettare le cellule Fonte: Afp, HUG, Geneva University, WHO 11 mila I morti da quando è riesploso Ebola strumento in più contro il virus, «a patto che non si rinunci a tutte le altre misure di sicurezza e si producano abbastanza dosi», avverte l epidemiologo di Medici senza frontiere. «È un ottima notizia ha Colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé) d Arco commentato Stefano Marongiu, infermiere del 118 di Cagliari, uno dei due italiani contagiati dal virus Ebola (l anno scorso mentre lavorava in Sierra Leone con Emergency) e curato all Istituto Spallanzani di Roma. Speriamo solo che quando sarà in commercio tengano i prezzi bassi e accessibili anche per i Paesi più poveri». Elena Tebano I Paesi più colpiti sono la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone 1 Il vaccino messo a punto dall istituto nazionale di sanità canadese è l unico in corsa per superare la sperimentazione e diventare farmaco? Non è l unico, altri due candidati sono in dirittura di arrivo e stanno per concludere la terza e ultima fase di sperimentazione su un largo numero di volontari. I tre futuri farmaci agiscono secondo lo stesso meccanismo. Una frazione del virus Ebola disattivato, cioè non più infettante, viene inserito in virus di altro genere che fungono da navetta e trasportano il loro ospite nell organismo. In questo modo si ottiene una risposta del sistema immunitario che si difende producendo anticorpi ed evitando l infezione. 2 Si tratta di vaccini preventivi o anche terapeutici con cui trattare pazienti già colpiti da Ebola? Sono strumenti di prevenzione non di terapia. Ora bisognerà decidere chi vaccinare. L idea è di cominciare dalle persone entrate in contatto con un malato per evitare che l infezione si propaghi. Si chiama strategia ad anello, la stessa utilizzata per l antivaiolosa. 3 Il vaccino appena sdoganato dall organizzazione mondiale della Sanità quando sarà disponibile al di fuori della sperimentazione? Prima che possa essere prodotto dall industria e venduto bisognerà risolvere alcuni problemi. Innanzitutto serve un piano su come distribuirlo in caso di epidemia e come assicurare la buona conservazione del farmaco in Paesi dove le alte temperature e le difficoltà per raggiungere i villaggi rendono difficile il mantenimento della catena del freddo. Resta inoltre da verificare per quanto tempo la persona vaccinata mantiene l immunità. 4 E il prezzo? Il Gavi, l organismo internazionale composto da istituzioni pubbliche e private, si è già proposto per studiare le modalità di finanziamento per l acquisto del vaccino da distribuire ai governi. 5 Risultati così eclatanti erano attesi? Il vaccino aveva dimostrato efficacia nei test sugli animali e ha confermato le aspettative. È stato provato su circa 9 mila persone in Guinea che avevano avuto contatti con pazienti contagiati da Ebola. Nella prima fase di sperimentazione aveva evitato l infezione nel 100% dei casi.

18 18 CRONACHE Roma, in 50 contro gli agenti fanno fuggire due spacciatori Secondo caso in pochi giorni. Sui poliziotti lancio di bottiglie dai palazzi Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera Vicino a Londra Jet privato saudita partito da Malpensa si schianta: 4 morti «È dei Bin Laden» I casi A Tor Bella Monaca, quartiere di Roma, due pusher sono sfuggiti all arresto in seguito alla rivolta dei residenti Mercoledì identico episodio nel rione Pigneto, tre carabinieri aggrediti ROMA Residenti contro poliziotti per difendere i pusher appena arrestati. Dopo il caso del Pigneto, quartiere della movida romana dove mercoledì sera tre carabinieri sono stati accerchiati da almeno 50 africani immigrati inferociti per il fermo di alcuni connazionali sorpresi a spacciare, i disordini in strada continuano a Tor Bella Monaca, periferia est della Capitale: in seguito al fermo di due pusher, i residenti sono scesi in strada, affrontando i poliziotti impegnati nell operazione. Sputi, insulti, si è arrivati alle mani e alla fine, nel caos generale, gli spacciatori protetti dal quartiere sono riusciti a fuggire mentre quattro agenti aggrediti hanno riportato lesioni e contusioni. È successo intorno alle in via dell Archeologia, strada piagata da occupazioni selvagge e microcriminalità in un quartiere quello Tor Bella Monaca già al limite per la sicurezza. Spaccio, sassi lanciati per noia contro gli autobus in corsa: non è la prima volta che questa strada finisce sulle pagine di cronaca nera. L episodio di ieri è comunque un brutto salto di qualità. Gli agenti delle volanti e del commissariato Casilino erano impegnati in un controllo di routine quando hanno avvistato i due pusher, poi fermati, mentre vendevano delle dosi. Tutto è precipitato nel giro di pochi minuti, mentre si stava procedendo all identificazione dei due personaggi molto conosciuti in zona stando Il bilancio Quattro agenti sono finiti all ospedale Dopo la rivolta arrestati due pluripregiudicati alle prime informazioni. Agli insulti dai palazzoni bianchi che si affacciano sulla strada è seguito il lancio di oggetti, bottiglie e suppellettili. Poi i residenti almeno una cinquantina, tutti del posto sono scesi in strada accerchiando gli agenti, che nel frattempo chiamavano i rinforzi. «Liberateli, lasciateli andare via», urlavano mentre inveivano contro le forze dell ordine. Si è arrivati allo scontro fisico: quattro agenti sono finiti in ospedale per contusioni e lesioni in varie parti del corpo, mentre il quartiere ha centrato il suo (peggiore) obiettivo: proteggere i pusher che, approfittando della confusione, si sono dileguati facendo perdere le tracce. La reazione della polizia è stata immediata. Sono partiti i controlli a tappeto volanti, Falchi della Mobile e commissariato di zona per individuare i due fuggitivi e i loro sostenitori: in serata due pluripregiudicati, italiani, ritenuti responsabili di aver favorito la fuga dei pusher, sono stati arrestati. E la caccia ai fuggitivi è andata avanti tutta la notte. Intanto dal Pigneto, dove ormai lo spaccio è diventata un emergenza che si palesa anche con le siringhe abbandonate ovunque, per strada o nei giardini pubblici, i residenti chiedono interventi urgenti: «Avete letto sui giornali ha scritto il comitato «abitanti del Pigneto» in una lettera indirizzata a prefetto e alle istituzioni che cittadini e commercianti hanno difeso i carabinieri coi loro corpi, rischiando la loro incolumità. Tutto questo è l accusa perché voi non avete fatto abbastanza: questo è un pezzo di città sottratto alla legalità, i cittadini non hanno più pazienza». Erica Dellapasqua 4 Gli agenti del commissariato Casilino rimasti feriti ieri durante l intervento legato alla cattura di due spacciatori a Tor Bella Monaca. Sono tutti stati medicati in ospedale Un Phenom 300 (piccolo jet che può portare fino a nove passeggeri), decollato da Malpensa e, secondo alcuni quotidiani inglesi, di proprietà della famiglia saudita Bin Laden, è precipitato ieri alle 15 nello Hampshire, in Gran Bretagna. L aereo s è schiantato sul parcheggio di una rivendita di auto (nella foto) vicino all aeroporto di Blackbushe, a ovest di Londra, dove stava atterrando. Il pilota e i tre passeggeri a bordo sono morti. L esplosione dell aereo ha provocato un incendio tra le auto esposte, ma non vi sono state vittime a terra. Fiumicino Ancora in attesa del volo Turisti imbarcati dopo 3 giorni ROMA «Siamo prigionieri qui a Fiumicino da tre giorni, abbiamo fatto file, bivaccato, cambiato albergo due volte. Siamo stravolti, ci imbarchiamo ora». Vitaliano Greco e la sua comitiva di amici ventenni, diretti a Palma di Maiorca, sono tra gli ultimi «fantasmi» a lasciare l aeroporto romano. Passeggeri stremati, prigionieri al Leonardo Da Vinci, da quando lo scalo è stato chiuso mercoledì, a causa del rogo divampato a ridosso delle piste. Adesso però il panorama appare più tranquillo rispetto al Far West degli ultimi giorni. «Superata fase di criticità», ha assicurato l Enac. Il 6 agosto riunione tra l Ente Nazionale per l Aviazione Civile e vertici AdR, per fare il punto sui problemi del Da Vinci. Eventuali azioni correttive sulle criticità di Fiumicino saranno analizzate, ha assicurato il presidente Enac Vito Riggio. «Ancora disagi per i passeggeri, nonostante l Enac dica il contrario» attacca invece il Codacons. L intervista con il giurista Flick: «Bilanci falsi, sottovalutato l errore nella legge» La sentenza L altra sera la Cassazione ha depositato le motivazioni della prima sentenza in cui ha applicato la nuova legge che per la maggioranza di Renzi avrebbe dovuto rivitalizzare il reato di falso in bilancio. Per la Cassazione, invece, l eliminazione del riferimento ai falsi per «valutazioni» compromette l efficacia della norma MILANO E ora come si esce dal pasticcio della nuova legge che, come rilevato dalla prima sentenza di Cassazione, fuori dal reato di falso in bilancio lascia i falsi estimativi, fondati sulle valutazioni? «Si esce con l amaro in bocca in ogni caso risponde l ex presidente della Corte Costituzionale e ex ministro della Giustizia, professor Giovanni Maria Flick. Tanto tuonò che non piovve. Dopo che c erano voluti due anni per mettere tutti d accordo sul fatto che questo è un importantissimo reato sentinella della corruzione, e che la trasparenza deve riguardare non solo la Pubblica Amministrazione ma anche le imprese, è deprimente constatare che il primo tentativo di rivitalizzazione si stia risolvendo in un grosso punto interrogativo». Eppure tra audizioni e segnalazioni non era ignoto il rischio insito nell escludere le valutazioni. «E infatti non si capisce se questa castrazione sia stata voluta o se sia stata una svista. Il punto è che fino alla riforma del 2001 il problema non si poneva perché dottrina e giurisprudenza erano abbastanza consolidate nel ritenere che le valutazioni discostantesi in modo irragionevole dai parametri del codice civile potessero integrare la falsità delle comunicazioni sociali. Poi il legislatore del 2001 specificò la nozione di fatti materiali rilevanti, e, nel farlo, con una La aziende «Se le imprese non si daranno regole di trasparenza, se le vedranno imporre» mano lasciò la rilevanza delle valutazioni sopra la soglia del 10% attraverso l inciso ancorché oggetto di valutazioni, ma con l altra mano tolse efficacia al reato in tutti gli altri suoi elementi. Il legislatore del 2015 ha fatto il contrario: con una mano ha rivitalizzato il reato (procedibilità d ufficio anziché a Torino Blitz anti Islam, due indagati TORINO I consiglieri comunali torinesi Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero, della Lega Nord, sono stati indagati. Nell invito a comparire davanti ai magistrati il reato ipotizzato è la violazione della Legge Mancino. L accusa in relazione al loro blitz nel centro preghiera allestito in Municipio. Il centro per i musulmani era stato aperto nella Sala Matrimoni di Palazzo Civico per gli ospiti di un forum sulla moda islamica. «Nulla contro la religione musulmana, ma il Comune è luogo laico e istituzionale», avevano detto i due esponenti del Carroccio dopo avere rimosso il tappeto steso per la pregiera querela, reati di pericolo anziché di danno, pene alzate), ma con l altra mano ha tolto l inciso e con esso una delle componenti tipiche, appunto le valutazioni. Forse nell erroneo convincimento che si potesse salvare la giurisprudenza pre anche dopo l esplicitazione nel 2001 dei fatti materiali : e invece no, perché, dopo quella esplicitazione, l indicazione delle valutazioni non è più pleonastica, e toglierla assume un significato per l interprete». Dal ministero e dal Pd ora non si esclude un tagliando alla legge. «Vuol dire che c era una consapevolezza del problema, ma che lo si è sottovalutato: se una legge, dopo appena 48 ore dall entrata in vigore, porta alla conclusione che è necessario un tagliando, allora forse la si sarebbe potuta pensare meglio, visto tutto il tempo che si è impiegato. Ed è tutto da vedere se il tagliando lo debba fare il giudice o il legislatore». E i processi pendenti? «Si apre una prateria di contenziosi, come in passato per le varie modifiche della legislazione penale valutaria». Le imprese festeggiano l irrilevanza penale delle valutazioni. «Io, fossi un impresa, aspetterei a festeggiare. E non solo perché bisognerà vedere il contenuto del tagliando. Ma soprattutto perché, di fronte al bisogno di contrasto alla corruzione, se l impresa non si dota essa stessa di drastiche regole di trasparenza, se le vedrà imporre: imporre da un altra legge, o, nel caso in cui le norme restino insufficienti, dal giudice della supplenza, cioè da interpretazioni giurisprudenziali magari forzate per far fronte alla carente capacità delle norme di penalizzare il falso in bilancio. E vedo altri due problemi». Quali? «Il primo è che l attuale legge apre alla sperequazione tra valutazioni irrilevanti nelle false comunicazioni al mercato, e valutazioni che invece altre norme continuano a prevedere rilevanti nei falsi rivolti all autorità di vigilanza e nei reati tributari. Il secondo è che con la legge del 2001 i falsi valutativi sotto la soglia di reato erano almeno un illecito amministrativo, adesso invece non sono più niente: come reagirà l Europa ad apprendere che in Italia le valutazioni non costituiscono più falso in bilancio? Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it

19 Corriere della Sera Sabato 1 Agosto 2015 La colletta dei 5 Stelle per aprire una strada e «riunire» la Sicilia Dopo il crollo dei piloni sulla Palermo-Catania Si tassano gli stipendi, ditte al lavoro gratis CRONACHE 19 La frana Il 10 aprile scorso una frana provoca il cedimento del viadotto Himera (foto sotto) lungo l autostrada Palermo - Catania L autostrada viene interrotta costringendo ad allungare i tempi di collegamento tra le due principali città dell isola Forbici che tagliano un nastro tricolore. Un gesto tipico delle cerimonie di apertura di opere pubbliche. In Sicilia, ieri, questa tradizione però ha assunto un valore simbolico: un «taglio» con il passato. Almeno per i deputati del Movimento Cinque Stelle e per Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, nel Palermitano. Insieme hanno inaugurato, forbici alla mano, la «Via dell onestà». Una «regia trazzera» borbonica, usata un tempo per la transumanza, che è stata trasformata in tempi record in un tracciato percorribile dalle auto e ambisce a «ricucire» la Sicilia.Un isola spezzata in due dopo il cedimento di alcuni piloni del ponte Himera, lungo l autostrada A 19 che unisce Palermo a Catania. Questa nuova «via», da oggi, consente agli automobilisti La storia di Gian Antonio Stella della zona di evitare di inerpicarsi sulle tortuose strade che conducono nell entroterra. La nuova arteria è stata costruita interamente con fondi privati (360 mila euro) e non a spese dello Stato: ecco il taglio con il passato per i 5Stelle. Il contributo maggiore è arrivato proprio dai deputati regionali pentastellati che hanno staccato un assegno da 300 mila euro. «Il M5S ripara le strade tagliandosi gli stipendi ha scritto ieri Beppe Grillo su Twitter il pd salva Azzolini dalla galera. Trova le differenze». Gli altri soldi sono arrivati da una colletta «casa per casa» dei cittadini della zona e dai proventi di un concerto organizzato proprio per reperire fondi. Infine, l opera è stata realizzata grazie al lavoro gratuito di due ditte edili caltavuturesi che, dopo il crollo dei piloni del ponte, avevano riportato in vita la «regia trazzera». Sforzi che hanno consentito l apertura della «bretella» creando un percorso alternativo a quello indicato dall Anas. «Dove lo Stato è assente i cittadini si fanno Stato ha detto Giancarlo Cancelleri, deputato regionale del M5S e in 37 giorni abbiamo rispettato l impegno di riaprire una strada alternativa. Loro litigano e In festa Ieri Giancarlo Cancelleri, deputato regionale del M5S, esulta alla cerimonia d inaugurazione della «trazzera» La parola TRAZZERA promettono senza fare, noi facciamo risparmiare 25 minuti su 55 a turisti e lavoratori». La «scorciatoia» misura un chilometro, è larga cinque metri ed è stata realizzata in calcestruzzo. È dotata di canali di gronda, guardrail e semafori perché la circolazione avverrà a Per trazzera, termine derivato dal dialetto siciliano, si intende una strada sterrata di campagna, solitamente usata per il passaggio di greggi o bestiame durante le migrazioni stagionali. I percorsi sono in genere tortuosi e attraversano zone legate ai pascoli. senso unico alternato. Ci sono delle limitazioni: si può percorrere a massimo 20 km/h ed è vietata ai mezzi pesanti. Ma non sono mancate le critiche. «È una strada che va giù come una pista da sci con una pendenza del 30% dice Giovanni Pizzo, assessore regionale alle Infrastrutture. Con le ricette semplici non si va da nessuna parte». Non la pensa così il sindaco Giannopolo (eletto a giugno, unico candidato di una lista civica): «La strada è arcisicura e solo in un tratto c è una pendenza del 27% ma in media è del 15%». Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S), alza il tiro e sfida il governo Renzi: «Faccia meglio di noi e rimetta a posto il viadotto». Intanto, lunedì, l Anas aggiudicherà i lavori previsti dal Le lenzuola? Sono «effetti letterecci» Quell italiano misterioso dei burocrati Nemmeno i dizionari aiutano a comprendere le formule di certi documenti piano di protezione civile da 9 milioni di euro varato dal commissario Marco Guardabassi. Si procederà alla demolizione della carreggiata del viadotto Himera in direzione Catania, all adeguamento della strada provinciale 24 e la costruzione di una nuova rampa di accesso all autostrada. «Gli interventi consentiranno di ripristinare il collegamento tra Palermo e Catania spiega l Anas in una nota lungo un itinerario provvisorio non solo più breve dei percorsi alternativi attuali ma, soprattutto, con caratteristiche adeguate al traffico autostradale, accessibile anche dai mezzi pesanti, senza alcuna limitazione, e in qualsiasi condizione meteorologica». Alessio Ribaudo Il caso Una disposizione scritta, su carta intestata, della «Legione Carabinieri Lombardia» del 29 luglio 2015, con l elenco del materiale in uso al personale dell Expo 2015, parla di «lisciviatura degli effetti letterecci» Eppure, una norma del 2001 raccomanda l uso di un linguaggio «chiaro e comprensibile» nella stesura di documenti della Pubblica amministrazione Chi era costei?», si chiederebbe Don «Lisciviatura! Abbondio alla vista di una disposizione della «Legione Carabinieri Lombardia» del 29 luglio 2015, nove anni dopo l invenzione di Twitter, 40 dopo il primo pc portatile, 58 dopo il primo personal computer, 110 dopo il primo volo aereo, 135 dopo la prima metropolitana elettrica, 161 dopo il primo motore a scoppio, 190 dopo il primo viaggio di un treno. Eppure nella disposizione su carta intestata con l elenco del materiale in uso al personale dell Expo 2015, scritta incredibilmente con il computer (che forse l autore chiama, chissà, «macchinario elaboratore elettro-meccanico a impianto binario») si legge proprio così: «Lisciviatura degli effetti letterecci». Effetti letterecci? Qui ci potrebbe soccorrere un ipotetico «Dizionario demenzial-burocratico» del quale sempre più sentiamo la mancanza. Risponderebbe: «Trattasi di lenzuola, federe e coperte nell interpretazione comica dei burocrati più ottusi». E vabbè. Ma «lisciviatura»? Andiamo a cercarlo nel Vocabolario degli accademici della Crusca, considerata la «Cassazione» della lingua italiana. Risposta: «lisciviatura come lemma non compare all interno del Vocabolario». Andiamo bene! Proviamo con il vocabolario Treccani: «Lisciviatura. Operazione (detta anche cottura) fra le più importanti nella fabbricazione della carta. Consiste nel liberare le fibre dalle impurità e nel trasformare le sostanze coloranti dei cenci in composti facilmente eliminabili mediante opportuni agenti chimici, quali il carbonato sodico, la soda caustica e la calce. Si effettua con il lisciviatore, recipiente di norma sferico che viene posto in lenta rotazione dopo avervi messo i cenci e versato la soluzione lisciviante». La parola LISCIVIATURA Nel vocabolario Treccani la «lisciviatura» indica una delle operazioni più importanti nella fabbricazione della carta, detta anche «cottura». «Consiste nel liberare le fibre dalle impurità e nel trasformare le sostanze coloranti dei cenci in composti facilmente eliminabili mediante opportuni agenti chimici, quali il carbonato sodico, la soda caustica e la calce. Si effettua con il lisciviatore, recipiente di norma sferico». Le regole Il Codice del 2001 imporrebbe «un linguaggio chiaro e comprensibile» La fabbricazione della carta? Il lisciviatore? E che c entrano le lenzuola? Proviamo con il Sabatini Coletti: stesso risultato. Proviamo con il Gabrielli-Hoepli: stesso risultato. Proviamo con il Garzanti: stesso risultato. Conclusione: la «lisciviatura» delle lenzuola, delle federe e delle coperte non esiste. È frutto solo della ripetitività insensata di certi burocrati che copiano e incollano senza metterci un briciolo di intelligenza propria. Ma magari, dirà qualcuno, appartiene alla lingua più antica! Più pura! Più nobile! Allora andiamo sul «Dizionario della Lingua Italiana» di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini, forse il più famoso di tutti, pubblicato in 8 volumi (otto volumi!) tra il 1865 e il Sarà almeno quello all altezza dei nostri burocrati? Macché: «lisciviatura» non esiste neppure sul Tommaseo. Capiamoci: non si tratta del delirio burocratese di un mezzemaniche più o meno graduato. L autore, purtroppo, ha semplicemente copiato come un automa, senza rifletterci un attimo, una formula trita e ritrita. Cercate sul web e troverete le stesse parole decine di volte. A partire da uno spassoso decreto firmato da Sua Eccellenza Reverendissima il Vice Direttore Generale del Ministero della Difesa, poffarbacco!, del 20 dicembre 2012: «Le quote giornaliere del noleggio mobili ed effetti letterecci e le quote di lisciviatura, da porre a carico degli utenti degli alloggi A.P.P. e S.L.I. per l E.F. 2013, sono stabilite nella tabella annessa al presente decreto, che ne costituisce parte integrante». Parole così diseducative, nella loro insensatezza burocratica e illegale secondo l articolo 11 comma 4 del Codice di comportamento dei dipendenti della Pubblica amministrazione del 2001 («Nella redazione dei testi scritti e in tutte le altre comunicazioni il dipendente adotti un linguaggio chiaro e comprensibile») da rassicurare tutti i passacarte innamorati nel linguaggio più cervellotico. Quello che Italo Calvino marchiò come «l anti-lingua». S.O.S. a Marianna Madia, al ministro della difesa Roberta Pinotti e a tutti i generali: per favore, abolite la lisciviatura. Vi imploriamo in burocratese: «lisciviate» la vostra lingua!

20 20 CRONACHE Sabato 1 Agosto 2015 Corriere della Sera 2 AGOSTO 1980 L ANNIVERSARIO Ore Il 2 agosto 1980 alle ci fu una violentissima esplosione nella stazione di Bologna, affollata di turisti in arrivo e partenza per le vacanze. È considerato il più grave atto terroristico compiuto in Italia nel secondo dopoguerra. La bomba era composta da 23 chili di esplosivo chiuso in una valigia posta su un tavolino. Di una delle vittime, una donna, non venne ritrovato il corpo. L esplosione la disintegrò La strage di Bologna spiegata ai ragazzi 85 di Giovanni Bianconi processato e infine assolto per aver contribuito al depistaggio. Per quel che lo riguarda Gelli nega tutto, la sua idea è che l attentato non fu nemmeno voluto: qualcuno trasportava una valigia di Angela Fresu stava per compiere 3 anni, sua madre Maria contadina della esplosivo e un mozzicone di sigaretta provocò il provincia di Sassari ne aveva festeggiati 24 a febbraio. Sonia Burri aveva 7 per l atto di terrorismo più grave verificatosi nel disastro. Spiegazione banale quanto «minimale» anni, sua sorella Patrizia 18; venivano dopoguerra nell intera Europa occidentale. Morti L ordigno colpì la sala d attesa della seconda classe della stazione di Bologna, stracolma di persone in attesa del viaggio per le vacanze. Ci furono oltre 200 feriti, di cui molti subirono mutilazioni per la gravità dei danni fisici riportati da Bari. Roberto Gaiola, vicentino, era uno studente di 14 anni come il tedesco Eckhard Mader (il fratello Kai ne aveva 8). Antonella Ceci, diciannovenne di Rimini, era fidanzata con Leoluca Marino, operaio, 24 anni, siciliano come le sorelle Domenica e Angelina, 26 e 23 anni. Sono alcune delle vittime della strage: bambini, ragazzi o poco più. Degli ottantacinque morti, circa la metà non aveva trent anni. Giovani vite spezzate da giovani assassini, stando alla sentenza che ha individuato tre colpevoli: Valerio Fioravanti, 22 anni; Francesca Mambro, 21; Luigi Ciavardini, nemmeno 18: è stato processato a parte, dal tribunale dei minorenni. Loro, terroristi-ragazzini sotto la sigla neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari, per la bomba si proclamano innocenti nonostante la condanna definitiva. Hanno rivendicato e ammesso omicidi di poliziotti, carabinieri, magistrati, avversari politici e «camerati» accusati di tradimento; ma la strage no, ripetono da sempre. Dopo aver scontato la pena, sono tornati liberi; in Italia si può, anche con più di un ergastolo sulle spalle. Esecutori giovani, depistatori anziani Una storia di ragazzi di 35 anni fa, mescolata alla politica e alle trame del tempo, di cui i ragazzi di oggi mostrano di sapere poco o niente. Forse perché è stata digerita in fretta, a dispetto degli enigmi irrisolti e degli intrecci (reali, plausibili o solo immaginari) con le altre vicende del terrorismo italiano e straniero, che il Paese ha archiviato nonostante le risposte mancanti; dai legami col resto dell eversione nera ai possibili collegamenti con la strage di Ustica (il Dc9 precipitato con 81 persone a bordo il 27 giugno 1980) e con il terrorismo medio-orientale. Anziani, o comunque uomini maturi, furono invece i depistatori accertati. A cominciare da Licio Gelli, il «grande vecchio» dei misteri italiani, oggi novantaseienne, condannato per aver tentato di deviare le indagini, all ombra della Loggia P2, insieme a due alti ufficiali del servizio segreto militare, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, e al faccendiere Francesco Pazienza. Un altro giovane estremista nero dell epoca, Massimo Carminati, poi passato armi e bagagli alla criminalità comune e ora nuovamente in carcere con l accusa di essere il capo di Mafia Capitale, fu anche lui 2Miliardi Due miliardi, 134 milioni e 273 mila euro sono i soldi che Francesca Mambro e Valerio Fioravanti dovrebbero versare alla presidenza del Consiglio come risarcimento stabilito in sede civile: la condanna di primo grado al risarcimento è stata emessa lo scorso anno. I due sono incapienti Ci sono i nomi dei giovanissimi esecutori, mancano mandanti e intermediari. E persiste il mistero intorno al movente Il fatto Alle del 2 agosto 1980 una bomba esplode nella sala d aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. I morti saranno 85, i feriti 200 Come esecutori materiali della strage sono stati condannati all ergastolo i neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Trent anni all altro estremista di destra Luigi Ciavardini Su Corriere.it Alla strage di Bologna e alla memoria delle vittime è dedicato uno speciale su Corriere.it Politica e strategia della tensione L ultimo capitolo della cosiddetta strategia della tensione, sostengono i più; anche perché, se pure Fioravanti, Mambro e Ciavardini fossero innocenti (così si chiamava il comitato sorto in loro difesa al tempo dei processi, al quale aderirono diversi esponenti della sinistra), ciò non significherebbe che l eccidio non sia ascrivibile ai neofascisti. Anzi. Nell andamento altalenante dei verdetti (condanne in primo grado, assoluzioni in appello, annullamento della Cassazione, nuove condanne nell appello-bis e conferma in Cassazione) si sono persi per strada nomi noti dell eversione nera della generazione precedente, già coinvolti nelle indagini sulle stragi del periodo , da piazza Fontana al treno Italicus, passando per Brescia. Assolti o prosciolti, certo. Ma a star dietro alle sole condanne, per contare i responsabili del lungo rosario di bombe che hanno insanguinato l Italia basterebbero le dita di una mano. Un po poco. Ci dev essere dell altro. Anche per Bologna. Nel 1980 il quadro politico era ben diverso da quello dei primi anni Settanta: l avanzata delle sinistre si era arenata, e dopo il delitto Moro (1978) il Partito comunista era definitivamente uscito dall area di governo; ogni timore di cedimento sul fronte orientale dell Europa divisa in due poteva considerarsi superato, nonostante mancasse un altro decennio al crollo del muro di Berlino. Capo del governo era Francesco Cossiga (che bollò subito la strage come «fascista» salvo chiedere successivamente scusa), seguito da Arnaldo Forlani (travolto in pochi mesi dallo scandalo P2), e poi dal repubblicano Giovanni Spadolini, primo nondemocristiano a entrare a palazzo Chigi nella storia della Repubblica. In ogni caso, il terrorismo di sinistra bastava e avanzava per tenere alta la guardia filo-occidentale. Trentacinque anni dopo, il mistero della strage persiste intorno al movente: ci sono i nomi dei giovanissimi esecutori materiali, d accordo, ma mancano mandanti e intermediari. Pedine di un gioco inevitabilmente più grande, in un mondo che esiste più, rimaste senza manovratori. Nella ricostruzione iniziale c erano, da Gelli in giù, ma col tempo troppi anelli della catena si sono spezzati per comporre un quadro credibile. Basti dire che alla fine pure il neofascista veneto (e più in età) Massimiliano Fachini uscì assolto, così come Sergio Picciafuoco, l unico certamente presente sul luogo del delitto perché rimasto ferito. I dubbi sul movente e le altre piste L associazione dei familiari delle vittime, per bocca del suo presidente Paolo Bolognesi, attuale deputato del Pd, sostiene che in realtà sullo sfondo altri colpevoli si intravedono, e di recente un nuovo dossier è stato consegnato agli inquirenti affinché svolgano ulteriori indagini. «Sarà valutato con grande attenzione e pari riservatezza», annuncia il procuratore aggiunto di Bologna. Si vedrà. Le piste alternative degli ultimi anni (compresa quella palestinese legata al gruppo terroristico che guardava a Est guidato da Carlos) sono state archiviate perché costruite su indizi rivelati- La sentenza e la pena I tre condannati in via definitiva, dopo aver scontato la pena, sono tornati liberi; in Italia si può, anche con più di un ergastolo sulle spalle si troppo labili. E in generale è auspicabile che si proceda con cautela e diligenza, perché pure sul processo approdato alle tre condanne definitive rimangono dubbi e sospetti sulla genuinità delle prove; a cominciare dalla confessione dell informatore che «inchiodò» Mambro e Fioravanti. Tutto questo pesa su una strage di cui gli italiani continuano a sapere troppo poco. Non solo per colpa loro: anche per i più informati restano troppe zone d ombra. E restano le storie delle vite saltate in aria il 2 agosto di 35 anni fa. Come quella di un altra giovane vittima: Mauro Di Vittorio, 24 anni, romano simpatizzante dell estrema sinistra, recentemente tirato in ballo da qualche «revisionista» come ipotetico complice della trama medio-orientale. L ultimo provvedimento di archiviazione l ha del tutto scagionato. Sua sorella Anna e il marito Giancarlo (amico di Sergio Secci, stessa età di Mauro, ferito nell esplosione e morto dopo 5 giorni di agonia) continuano a studiare le carte giudiziarie per difenderne pubblicamente la memoria violata.

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