ARPA SEDE CENTRALE Settore Attività Produttive e Controlli. Modalità di campionamento dei soil gas in ambito di bonifica e relativi controlli

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1 PAG. 1 di 19 INDICE 1 SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE RIFERIMENTI Riferimenti esterni Riferimenti interni ABBREVIAZIONI RESPONSABILITA APPLICABILITA TECNICHE DI CAMPIONAMENTO CONDIZIONI GENERALI DI CAMPIONAMENTO ATTIVO Valutazione delle condizioni di campo Installazione delle sonde Tempi di riequilibrio dei soil gas nel sottosuolo Verifiche di tenuta del sistema Spurgo della linea Campionamento in doppio Campionamento del bianco di campo Conservazione del campione prelevato Attività analitica Precauzioni generali VERBALE DI CAMPIONAMENTO INDICAZIONI OPERATIVE PER LA RACCOLTA DEL CAMPIONE DI SOIL GAS Fase di investigazioni iniziali Fase di caratterizzazione di dettaglio Fase di revisione dell Analisi di Rischio DOCUMENTI DI CAMPIONAMENTO Piano di Campionamento dei soil gas Rapporto di campionamento dei soil gas SPECIFICHE TECNICHE E ANALITICHE ALLEGATI Compilata da Verificata da Verifica CODIGEN Funzione e Nome Firma DATA Settore APC UO SBAER L. Bellaria Dip. Milano UO SBAE S. Puricelli Settore LAB UO Lab. MI A. De Gregorio Settore APC RUO SBAER B. Melillo Settore APC Staff Direzione R. Racciatti Dip. Milano RUO SBAE M.Torretta Settore LAB RUO Lab. MI L. Clerici DOP DTS Per il gruppo: L. Bellaria B. Melillo R. Racciatti M.Torretta L. Clerici Luca Marchesi Giuseppe Sgorbati 08/01/ /01/ /01/2014 Approvata da DS APC - T. Cazzaniga T. Cazzaniga 15/04/2014 Emessa da RSGQ A Carla Piras Carla Piras 16/05/2014 Rev. Data Descrizione delle modifiche 0 15/11/2012 Prima emissione 1 24/06/2013 Revisione del Protocollo Tecnico Analitico e del fac simile di verbale 2 16/05/2014 Precisazioni ai paragrafi Revisione MO.BN.005 e MO.BN.006 Protocollo Tecnico

2 PAG. 2 di 19 1 SCOPO Lo scopo della presente istruzione operativa è definire le modalità con cui effettuare il monitoraggio dei gas interstiziali (soil gas) in siti potenzialmente soggetti ad inquinamento da composti organici volatili/semivolatili e/o per individuare la distribuzione della contaminazione, al fine di fornire una procedura standard che sia applicabile e riproducibile nello stesso modo dai diversi operatori. Si evidenzia che tale istruzione potrà essere rivista ed aggiornata a seguito delle osservazioni che deriveranno dall esperienza maturata in campo e dai laboratori ARPA in relazione a questa tematica 2 CAMPO DI APPLICAZIONE Il rilievo dei soil gas condotto secondo quanto indicato nella presente Istruzione Operativa può avere diverse finalità: - in linea generale può essere di supporto ad altre tecniche di indagine; - in fase di investigazione iniziale può essere utile per rilevare la presenza sul sito di contaminanti volatili e per effettuare una preliminare mappatura della contaminazione nel terreno e/o nelle acque sotterranee, in modo tale da finalizzare al meglio i campionamenti della successiva fase di caratterizzazione e contribuire a definire l estensione della sorgente secondaria; - in fase di caratterizzazione finalizzata all implementazione dell Analisi di Rischio o per effettuarne una sua revisione, valutando il potenziale impatto sul recettore umano dovuto alla via di esposizione inalazione vapori. Le modalità operative con cui rilevare i soil gas in ogni fase sono riportate nei paragrafi che seguono. 3 RIFERIMENTI 3.1 Riferimenti esterni - D.LGS. n. 152/2006 e s.m.i. Norme in materia ambientale (Titolo V della Parte IV e allegati) - LR 16/1999 e s.m.i Istituzione dell Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente - DGR n. 2838/ Modalità applicative del Titolo V della Parte IV del D.lgs.152/06 - DGR 11348/2010 Linee Guida in materia di bonifica dei siti contaminati - APAT - Criteri metodologici per l applicazione dell analisi assoluta di rischio ai siti contaminati - rev.2 (marzo 2008) - APAT - Manuale per le indagini ambientali nei siti contaminati Linea Guida Provincia Milano n.8 Controllo e monitoraggio di interventi di bonifica in situ Banca dati ISS/ISPESL - Banca dati ChemIDplus Riferimenti interni - PG.BN Gestione del procedimento tecnico amministrativo per la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti contaminati e relativi controlli - Regolamento Organizzativo di ARPA Lombardia - Regolamento per le modalità di esercizio della responsabilità dirigenziale, la disciplina dei procedimenti amministrativi e l accesso ai documenti amministrativi - Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione ARPA Lombardia

3 PAG. 3 di 19 4 ABBREVIAZIONI AdR: Analisi di Rischio CSC: Concentrazione Soglia di Contaminazione DS: Desorbimento con Solvente DT: Desorbimento Termico RI: Responsabile di Istruttoria RUO: Responsabile dell Unità Organizzativa UO: Unità Organizzativa 5 RESPONSABILITA Il RUO verifica la corretta applicazione della presente Istruzione Operativa ed individua il RI e il personale incaricato di effettuare le attività di campionamento dei soil gas, fornendo le indicazioni necessarie contenute nel presente documento. Il personale incaricato esegue il campionamento in conformità alla presente Istruzione e provvede alla compilazione del relativo verbale adottando il fac simile allegato. 6 APPLICABILITA Le principali sostanze volatili/semivolatili rilevabili con le indagini di soil gas sono elencate nell allegato 1, definito sulla base dei valori della costante di Henry (H) e della pressione di vapore (Pv), selezionando le sostanze con H 0,01 [-] e/o con Pv 0,075 mm Hg (pari a circa 10 Pa) e considerando quanto riportato dalla banca dati ISS/ISPESL. Per le sostanze non contenute in questa, si è fatto riferimento alle banche dati ChemIDplus, TOXNET e EPACAL. Questo elenco è da intendersi indicativo, gli specifici contaminanti da ricercare nei soil gas nell area da investigare devono essere pertanto individuati tenendo conto delle caratteristiche sitospecifiche dell area in oggetto, valutando le attività svolte in passato sul sito, le sostanze volatili/semivolatili utilizzate nei cicli produttivi e i relativi sottoprodotti. Per tale motivo è importante effettuare, preliminarmente all avvio della ricerca dei soil gas, una ricostruzione storica del sito, esaminando l eventuale documentazione disponibile relativa alle attività lavorative impattanti svolte in passato o ancora in essere, e una valutazione sia degli elementi antropici presenti sull area (quali sottoservizi, serbatoi d accumulo...) sia degli aspetti naturali (ad esempio variazioni litostratigrafiche) che possono costituire delle vie preferenziali di migrazione dei gas interstiziali. La scelta degli analiti da monitorare nei soil gas e il tipo di supporto da utilizzare per il campionamento dipendono dalla tipologia e dall entità della contaminazione, dalle informazioni storiche del sito e dalle attività produttive svolte sullo stesso. 7 TECNICHE DI CAMPIONAMENTO Campionamento attivo Il campionamento attivo si realizza estraendo i soil gas dal terreno per mezzo di un sistema aspirante (schema in allegato 2). Il prelievo può essere effettuato direttamente, raccogliendo un fissato volume di aria in idonei contenitori (ad esempio i canister), oppure indirettamente per ad- /as-sorbimento dell inquinante su un opportuno substrato (posizionato ad esempio all interno di fiale). Allo stato attuale si utilizzano più di frequente le fiale, commercializzate in varie tipologie, dalle quali l inquinante ad-/as-sorbito viene recuperato, una volta in Laboratorio, per desorbimento (termico o con solvente, a seconda dei casi) e avviato all analisi quali-quantitativa strumentale.

4 PAG. 4 di 19 Alcune sintetiche indicazioni tecniche relative alle fiale e ai canister sono riportate in allegato 3. Eventuali altri supporti di campionamento potranno essere valutati caso per caso, previo confronto con il Laboratorio. I sistemi attivi permettono di quantificare la concentrazione dei composti di interesse presenti nei gas interstiziali e non sono utilizzabili in terreni con bassa permeabilità o con elevato tenore di umidità (oltre 80% 90%) a causa della carenza di vuoti interconnessi nella matrice solida. A fronte di questa limitazione, il vantaggio del campionamento attivo è rappresentato dalla possibilità di acquisire dati a diverse profondità e ricavare il profilo verticale della contaminazione. Campionamento passivo Con il campionamento passivo gli analiti di interesse vengono raccolti mediante trappole di materiale ad-/as-sorbente alloggiate in perfori praticati nel terreno a profondità dell ordine di 1 m (schema in allegato 2) e rimosse dopo un periodo di tempo sufficientemente lungo (da ore sino a 3 settimane). I campionatori sono in genere costituiti da vial in vetro contenente un materiale adsorbente (resine polimeriche o carbonatiche) sigillato all interno di una membrana in politetrafluoroetilene (PTFE) porosa, che consente ai vapori contaminanti di migrare dagli interstizi del terreno al materiale adsorbente, bloccando al contempo le particelle di terreno e l acqua eventualmente presente. L inquinante ad-/as-sorbito viene recuperato per desorbimento e analizzato in laboratorio. I sistemi passivi sono caratterizzati da semplicità e rapidità di installazione, non richiedono una particolare manutenzione e possono essere utilizzati anche in terreni poco permeabili e/o con tenori elevati di umidità. Il sistema di campionamento attivo è, in genere, da preferire al campionamento passivo, in quanto quest ultimo, oltre a richiedere tempi di campionamento più lunghi, fornisce risultati espressi come quantità di contaminante rilevato da ogni campionatore e non come concentrazione di contaminante, non essendo nota la quantità di gas del suolo che entra in contatto con il materiale adsorbente. 8 CONDIZIONI GENERALI DI CAMPIONAMENTO ATTIVO 8.1 Valutazione delle condizioni di campo Preliminarmente all avvio delle misure è opportuno verificare la situazione di campo, controllando quei parametri ambientali (quali temperatura, precipitazioni, pressione atmosferica, stato di irrigazione del suolo...) che possono influire sulle misurazioni. Qualora si ritenga che nel corso del campionamento le condizioni ambientali non siano adeguate, in base alle considerazioni riportate di seguito, è opportuno interrompere il campionamento stesso. In particolare deve essere prestata attenzione a: - tasso di umidità dei terreni: il contenuto di acqua interstiziale influenza la diffusione dei gas nel sottosuolo e pertanto si raccomanda di effettuare il campionamento dopo almeno 36 ore di tempo secco e fino a 3 giorni per piogge molto intense (indicativamente oltre 13 mm/d); - temperatura ambiente: deve essere superiore a 0 C; - pressione atmosferica: l incremento di pressione atmosferica può favorire l ingresso di aria nel sottosuolo. Occorre inoltre considerare questi aspetti: - contenuto di carbonio organico: la presenza di carbonio organico aumenta la capacità del terreno di trattenere i composti organici volatili;

5 PAG. 5 di 19 - attività microbica: l azione di degradazione dei composti organici da parte dei microrganismi può modificare la composizione chimica dei soil gas; - granulometria del terreno: elevati percentuali di argilla riducono il numero di pori interconnessi disponibili al trasferimento di vapori nel terreno. 8.2 Installazione delle sonde Nel campionamento attivo la sonda è costituita da un tubo inserito nel terreno insaturo, aperto all estremità o fessurato nel tratto inferiore per consentire l aspirazione e il trasporto dei gas fino alla superficie. Verranno predisposte postazioni temporanee o permanenti (ricampionabili) in relazione alla finalità del monitoraggio: nei casi in cui è necessario garantire la ripetibilità del campionamento nell arco dell anno (ad esempio per i rilievi effettuati in fase di caratterizzazione finalizzata all applicazione dell AdR, cfr 10.2 punto c, nel corso della quale è consigliabile raccogliere i dati con frequenza stagionale) è utile posizionare delle sonde fisse; nella fase di indagine iniziale può invece essere più opportuno installare postazioni temporanee. Le postazioni temporanee si realizzano infiggendo nel terreno un asta cava fino alla profondità predeterminata, nella quale viene calato il tubo per il prelievo dei soil gas. Successivamente l asta cava viene estratta per esporre la sonda ai gas interstiziali. Dopo la raccolta del campione la struttura viene rimossa. Le postazioni permanenti si realizzano effettuando una perforazione nel terreno con sistemi a percussione direct push o a rotazione (sconsigliato l uso di fluidi e aria compressa) ed inserendo all interno del foro la sonda di campionamento. Il vantaggio di questa tipologia di postazione è rappresentato anche dalla possibilità di alloggiare nella stessa più sonde a differenti profondità. In entrambi i casi è necessario realizzare in corrispondenza del piano campagna una sigillatura della testa dei pozzetti (ad esempio con miscele bentonitiche/cementizie) in modo da evitare il richiamo di aria ambiente durante l aspirazione dei gas e, inoltre, è opportuno chiudere ermeticamente il tratto superficiale della sonda (con valvole a tenuta, tappi a pressione o a sfera, rubinetti a vite...) per evitare infiltrazioni d aria. I tubi in superficie devono essere adeguatamente identificati in modo da poterli rintracciare e riutilizzare in caso di ripetizione delle misure. 8.3 Tempi di riequilibrio dei soil gas nel sottosuolo Le operazioni di installazione delle sonde alterano le condizioni del sottosuolo e potrebbero favorire lo scambio dei gas con l atmosfera sovrastante, per questo motivo è necessario, prima di dare corso al campionamento, attendere che i gas interstiziali ritornino nella situazione di equilibrio. Il tempo necessario al riequilibrio varia principalmente in funzione della tecnica di perforazione utilizzata e generalmente: - alcune ore (in genere da 1 a 12 ore) nel caso di perforazioni eseguite manualmente o con metodi a percussione; - fino a 48 ore nel caso di perforazioni a rotazione; - una settimana o più in caso di sistemi di perforazioni particolari con elevati fattori di disturbo (ad esempio prescavi, trincee...). Nel caso di presenza di un impianto attivo di aspirazione vapori (SVE), il funzionamento di tale sistema potrebbe influenzare il trasporto di gas interstiziali fino ad impedire di ottenere un loro monitoraggio rappresentativo in fase di campionamento. In tale caso si suggerisce, se non ci sono problemi di ordine sanitario presenti sull area, sentita anche ASL, di valutare lo spegnimento dell impianto prima di effettuare il monitoraggio, per un tempo significativo (da valutare in relazione

6 PAG. 6 di 19 alla situazione sito-specifica). Qualora ciò non fosse possibile, si dovrà attendere il raggiungimento delle condizioni asintotiche del sistema, ovvero della sua massima efficacia, operare lo spegnimento con i tempi indicati e procedere al campionamento. 8.4 Verifiche di tenuta del sistema E opportuno effettuare, prima del rilevamento, la tenuta del sistema di campionamento dei soil gas per verificare l assenza di corto-circuitazioni tra il punto di prelievo e l atmosfera ambiente e per verificare se il campione di soil gas ha subito diluizioni da parte dei gas atmosferici penetrati attraverso le giunture della linea di campionamento e/o richiamati attraverso la superficie del terreno durante il prelievo. Nel caso di campionamento con fiale la verifica di tenuta può essere effettuata con un un test di mantenimento del vuoto con il quale si accerterà il mantenimento del vuoto sulla linea e sulle giunture di campionamento bloccando l ingresso della linea di aspirazione non ancora collegata al soil gas e verificando lo sforzo della pompa aspirante. E consigliabile effettuare un monitoraggio di ossigeno ed anidride carbonica presenti nei gas interstiziali prima del campionamento (e dopo lo spurgo) e dopo il campionamento: un incremento della concentrazione di ossigeno e/o una diminuzione del tasso di anidride carbonica possono essere indicatori di un avvenuta diluizione per aspirazione di aria ambiente. La verifica di tenuta del sistema può essere accertata anche tramite l impiego di traccianti (gassosi o liquidi), che devono avere caratteristiche tali da non interferire con la determinazione analitica delle sostanze ricercate nei soil gas. Si tratta di una verifica più approfondita ma più complessa dal punto di vista della realizzazione pratica. In questo caso i traccianti utilizzati vengono distribuiti a piano campagna in prossimità della testa del pozzo sigillata: i traccianti gassosi vengono introdotti in un contenitore che copre la parte superficiale della linea di campionamento; i traccianti liquidi vengono invece in genere utilizzati per impregnare dei panni che vengono poi disposti intorno alle giunture della linea di campionamento ed intorno alla sonda stessa in corrispondenza della superficie del terreno. La rilevazione nel campione di soil gas prelevato della sostanza impiegata come tracciante mostra una non perfetta tenuta del sistema. 8.5 Spurgo della linea Preliminarmente al campionamento è necessario effettuare lo spurgo della linea di prelievo per eliminare i gas stagnanti e l umidità all interno della linea stessa che comprometterebbero la significatività del dato rilevato. Per garantire la rappresentatività del campione è necessario spurgare un volume di soil gas adeguato, considerando che uno spurgo eccessivo potrebbe aumentare il raggio di influenza del campionamento e incrementare il rischio di esaurire il contaminante nell intorno del punto di prelievo. Il volume per questa operazione è in genere pari a 3 5 volte (tipicamente si considera 3 volte) il volume morto del sistema, valutato sommando il volume della sonda di campionamento, il volume interno dei tubi e lo spazio dei pori del dreno attorno alla punta della sonda. La portata di spurgo deve essere mantenuta approssimativamente pari a quella di campionamento e non superare di norma il doppio della portata di campionamento. 8.6 Campionamento in doppio In corrispondenza dei punti di monitoraggio ritenuti più significativi (considerando aspetti sitospecifici del sito come: le aree in cui sono state riscontrate le concentrazioni più elevate nel terreno, l ubicazione dei recettori sensibili, la presenza di possibili vie preferenziali di migrazione

7 PAG. 7 di 19 dei gas...) nei quali ARPA effettuerà proprie verifiche analitiche di controllo, è opportuno richiedere alla Parte di attrezzare la linea di campionamento in doppio. Il campionamento in doppio deve essere realizzato in modo tale da assicurare che i campioni raccolti siano gli stessi: potrebbero a tale scopo essere utilizzate due linee con pompe identiche ed impiegate le stesse tipologie di sistemi di raccolta (fiale o canister) oppure altri schemi realizzativi che comunque garantiscano l identicità dei campioni prelevati. In linea generale ARPA realizza il contradditorio in tutte le situazioni ritenute più critiche, prelevando indicativamente almeno il 10% dei campioni (in analogia alle procedure previste per i campionamenti dei terreni) comunque non meno di due/tre campioni per campagna. ARPA verifica in campo la linea di campionamento realizzata (pozzetti, profondità raggiunte...) segnalando eventuali difformità rispetto a quanto presentato e valutato dagli Enti inizialmente. 8.7 Campionamento del bianco di campo Durante l esecuzione del campionamento si realizzeranno dei bianchi di campo ( biancocampione ), in numero di: 1 al giorno fino a tre giorni o almeno 3 per settimana (in giorni diversi) per campagne di più giorni. I tubi di campionamento e/o canister devono essere manipolati analogamente ai tubi e/o canister di campionamento con l eccezione di non essere esposti ai gas interstiziali. Nel caso di campionamento con fiale, devono essere utilizzate fiale dello stesso tipo di supporto impiegato per le misure, aperte e subito richiuse in campo, trasportate, conservate e analizzate con gli stessi criteri adottati per i campioni. Nel caso di campionamento con canister, il bianco di campo si realizza utilizzando un canister pulito e sottovuoto in analogia a quelli usati per il campionamento, portato in campo, riportato in laboratorio con i campioni, sottoposto a prova di tenuta da parte del Laboratorio entro 24 ore, ed analizzato, per lo stesso set di composti ricercati nei campioni, insieme agli altri canister. La valutazione della eventuale contaminazione del bianco-campione è da ritenersi caso-specifica e l eventuale sottrazione del bianco dal valore dei campioni sarà da valutare a seguito di proposta presentata dalla parte e che sarà valutata dall Agenzia. 8.8 Conservazione del campione prelevato I campioni prelevati (tubi, fiale) devono essere chiusi con gli appositi tappi di plastica, avvolti con pellicola di alluminio e chiusi singolarmente in barattoli con tappo a vite adeguatamente silanizzati, al fine di evitarne la contaminazione e degradazione delle sostanze fotosensibili. I campioni andranno quindi conservati ad una temperatura inferiore a 4 C prima delle analisi di Laboratorio. Le norme suggeriscono di effettuare gli accertamenti analitici il prima possibile nel caso di campionamento con fiale ed entro 30 giorni nel caso di campionamento con canister. 8.9 Attività analitica Preliminarmente al campionamento è necessario definire le metodiche analitiche e stabilire i limiti di rilevabilità con il Laboratorio ARPA. In caso di campionamento con fiale da Desorbimento con Solvente è opportuno richiedere di analizzare sempre anche la parte B della fiala (back-up) al fine di escludere fenomeni di saturazione della fiala stessa. Se il settore di coda (parte B) della fiala contiene oltre il 5 10 % di quanto ritrovato nel settore di testa (parte A) il campionamento dovrebbe essere ripetuto.

8 PAG. 8 di 19 Nel campionamento con fiale da Desorbimento con Solvente si valuterà, sulla base della conoscenza del sito e della specificità della situazione, l utilità di realizzare un loro collegamento in serie. Qualora la prima fiale si saturasse, si procederà sommando quanto rilevato nella prima fiala (parte A + parte B) con quanto rilevato nella seconda (parte A), verificando che la seconda fiala non si sia saturata (parte B < 5 10 % della parte A della seconda fiala) Precauzioni generali Oltre alle indicazioni riportate sopra, è opportuno che il sistema di campionamento attivo dei gas sia organizzato adottando alcune accortezze generali che assicurino la rappresentatività dei campioni raccolti rispetto alla reale situazione del sottosuolo: - utilizzare materiali chimicamente e fisicamente inerti rispetto ai costituenti dell effluente gassoso; - la linea di campionamento deve essere la più corta possibile (in particolare le parti necessarie di tubi flessibili) e includere un dispositivo di filtrazione immediatamente a valle della sonda per catturare le particelle; - il sistema deve essere attrezzato per impedire la condensa. 9 VERBALE DI CAMPIONAMENTO Le informazioni fondamentali relative al campionamento dei soil gas devono essere verbalizzate, riportando gli aspetti rilevanti dell attività di campionamento, tra queste: - i dati identificativi del sito; - la tecnica di monitoraggio adottata; - l ubicazione e la profondità delle sonde di monitoraggio; - la portata e i volumi utilizzati per le operazioni di spurgo e di campionamento; - la tipologia di campionatore utilizzato; - gli analiti ricercati; - i dati medi dei gas qualora disponibili (temperatura, umidità, tenore di ossigeno, tenore di anidride carbonica); - i parametri meteo climatici (qualora non rilevati direttamente in campo saranno ricavati con riferimento alla Centralina ARPA più vicina all area). Oltre a quanto sopra il verbale deve evidenziare ogni altra informazione che può risultare utile nel corso della successiva fase di interpretazione dei dati rilevati. Il fac simile di verbale (MO.BN.006) è riportato in allegato alla presente istruzione, tale modello potrà eventualmente essere personalizzato dai Dipartimenti in relazione a specifiche esigenze territoriali. 10 INDICAZIONI OPERATIVE PER LA RACCOLTA DEL CAMPIONE DI SOIL GAS Alcune indicazioni operative con le quali realizzare il campionamento sono riportate di seguito con riferimento alla fase dell iter di bonifica in cui si trova il sito oggetto di indagine (investigazioni iniziali o caratterizzazione), alle finalità del campionamento (screening iniziale o applicazione dell AdR) e ai sistemi di raccolta impiegati (fiale o canister).

9 PAG. 9 di Fase di investigazioni iniziali La finalità del rilevamento dei soil gas in questa fase di screening è accertare se sul sito sono presenti contaminanti volatili/semivolatili, stabilirne l ubicazione di massima ed utilizzare queste informazioni per affinare la successiva fase di caratterizzazione di dettaglio. L impiego dei soil gas può essere quindi di supporto per determinare l estensione della contaminazione e definire la sorgente secondaria e per individuare i punti più adatti in cui effettuare il campionamento nel terreno. In linea generale l opportunità di campionare i gas interstiziali è legata anche ad alcuni vantaggi operativi di questa tipologia di indagine: rapidità di esecuzione, costi più contenuti rispetto ai metodi di indagine tradizionali, evitano la perdita di contaminanti volatili. Preliminarmente al rilievo in campo dei gas è opportuno esaminare l eventuale documentazione esistente relativa alle attività svolte sul sito ed effettuare una ricostruzione storica che possa suggerire la potenziale presenza sull area di una o più sostanze volatili da ricercare e/o l esistenza di eventuali centri di potenziale pericolo da investigare più approfonditamente (ad esempio stoccaggi di rifiuti non regolamentati). a. Ubicazione e numero di punti In questa fase può essere sufficiente effettuare i rilievi adottando una griglia regolare di passo adeguato (indicativamente 50 m x 50 m per le aree di grandi dimensioni) prevedendo almeno 1 campione per maglia, con un minimo 3 di punti di campionamento. Queste indicazioni di massima devono essere valutate in relazione alla sito-specificità dell area in esame, prevedendo un possibile infittimento dei punti in corrispondenza di potenziali centri di pericolo (pozzetti, trincee, tubature, serbatoi di stoccaggio interrati, eterogeneità litostratigrafiche, eventuali recettori...). b. Profondità di campionamento La sonda deve essere collocata a profondità non inferiori a 1 1,5 m dal piano campagna, per minimizzare il rischio di richiamare area esterna dalla superficie durante il campionamento, situazione questa che potrebbe compromettere la significatività del dato rilevato. Nello stabilire la profondità alla quale effettuare i rilievi dei gas è importante tenere in considerazione la soggiacenza della falda, eventualmente desumendola da indagini indirette, in modo tale da assicurare che il campionamento avvenga nel non saturo, senza interessare la zona della frangia capillare. E inoltre opportuno mantenersi almeno 1 m al di sopra della massima escursione della falda. L ubicazione e la profondità dei campioni stabiliti adottando i criteri sopra riportati possono essere integrati in funzione degli aspetti sito-specifici dell area indagata e delle disomogeneità del terreno, valutando ad esempio la presenza di eventuali variazioni litologiche (nel qual caso la sonda dovrà essere posizionata in prossimità di ogni interfaccia litologica) e/o la presenza di elementi antropici quali tubazioni, pozzi neri, serbatoi... (nel qual caso è opportuno posizionare la sonda in prossimità delle potenziali sorgenti di contaminazione). c. Frequenza di campionamento In questa fase è sufficiente effettuare 1 solo rilievo. d. Specifiche di campionamento Il campionamento di tipo attivo, come evidenziato in precedenza, è in genere da preferire. Si potrà valutare l effettuazione di un campionamento passivo solo nei casi di evidente irrealizzabilità tecnica del campionamento attivo. Il campionamento di tipo attivo viene solitamente effettuato con i seguenti tipi di supporto: fiale e canister.

10 PAG. 10 di 19 FIALE - portata di campionamento Per evitare lo strippaggio delle sostanze e/o il richiamo di aria ambiente si raccomanda di applicare una portata bassa, indicativamente compresa 0,02 l/min e 2 l/min in funzione della tipologia di fiala collegata, della specificità della situazione e dell inquinante. Portate superiori a 0,5 l/min devono essere giustificate dalla Parte (allegando la scheda tecnica della specifica fiala di campionamento per il contaminante di interesse) e valutate caso per caso da ARPA (in relazione alla tipologia di analita ricercato, alla tecnica analitica, alla litologia del terreno, alla depressione applicata, a valutazioni di laboratorio...). La portata applicata deve essere costante e verificata in campo con un flussimetro calibrato. - durata del campionamento La durata del campionamento dipende dalle condizioni operative applicate e deve essere tale da garantire il raggiungimento del limite di rilevabilità previsto, in genere può variare da qualche ora fino a 8 ore, per compensare le fluttuazioni ed essere rappresentativa di una condizione media del suolo. CANISTER Ogni canister impiegato durante il campionamento deve essere pulito, posto sottovuoto a pressione inferiore a 0,05 mm Hg secondo corretta procedura e munito di idoneo foro tarato per regolare il flusso di aspirazione. Al termine del campionamento i canister devono essere chiusi avvitando l apposita valvola. e. Elaborazione dei dati Trattandosi di una fase di screening iniziale, è consigliabile prevedere degli approfondimenti di indagine per le sostanze che in questa fase vengono riscontrate in quantitativi apprezzabili, ovvero con valori pari o superiori a 10 μg/m 3 (compatibilmente con la disponibilità di tecniche di campionamento ed analitiche che consentono di raggiungere questo valore indicativo) o, se inferiori, comunque superiori al limite di rilevabilità. Diversamente, se la sostanza ricercata viene riscontrata con concentrazioni inferiori, e se non sussistono altri elementi, si può valutare di sospenderne le investigazioni nei soil gas Fase di caratterizzazione di dettaglio La finalità delle misure di soil gas in questo caso è quantificare in modo sito-specifico i contaminanti presenti in fase aeriforme in modo da effettuare delle simulazioni di AdR secondo uno scenario rappresentativo delle reali condizioni del sito, come da modello concettuale definito e in accordo con gli Enti. L opportunità di utilizzare in questa fase eventuali dati rilevati nel corso delle indagini preliminari deve essere valutata in accordo con gli Enti. Nei software comunemente utilizzati per l AdR la quantificazione delle concentrazioni degli inquinanti in fase aeriforme avviene a partire dalle concentrazioni misurate nella sorgente secondaria attraverso l applicazione sequenziale di un modello di partizione tra le fasi, di un modello di trasporto in terreno insaturo e di un modello di dispersione (ambiente outdoor) o intrusione e dispersione (ambiente indoor). I dati ricavati sperimentalmente dalle misure di soil gas consentono di bypassare il modello analitico di partizione e, inseriti nei software dedicati o in un foglio di calcolo, consentono di valutare il relativo rischio associato al percorso di inalazione vapori outodoor e/o indoor.

11 PAG. 11 di 19 a. Ubicazione e numero di punti In linea generale in questa fase (laddove la sorgente secondaria è stata già definita) è opportuno prevedere la realizzazione di almeno 3 campioni all interno della sorgente secondaria ed eventuali altri posizionati al suo esterno, tenendo in considerazione aspetti locali, quali: - gli eventuali bersagli sensibili entro 30 m (10 m nel caso di punti vendita carburante) dalla sorgente secondaria, - la presenza di potenziali percorsi preferenziali dei vapori (dovuti ad esempio a variazioni litostratigrafiche e/o alla presenza di sottoservizi), - ogni altro elemento sito-specifico significativo. In caso di presenza di strutture edilizie è consigliabile, laddove possibile, effettuare dei campioni sotto-soletta o al disotto del vespaio/strato drenante (a profondità pari a 0,5 1 m); in alternativa è opportuno effettuare dei rilievi in prossimità delle pareti esterne degli edifici, ad una distanza di circa 1,5 m e sino ad una profondità comparabile a quella delle fondazioni o degli eventuali piani interrati. b. Profondità di campionamento I criteri con cui individuare la profondità di campionamento sono gli stessi indicati nel precedente paragrafo 10.1 relativo alla fase di investigazioni iniziali, tenendo in considerazione che se sono presenti dei locali interrati è opportuno verificare la situazione dei soil gas anche a profondità maggiori, comparabili a quelle delle fondazioni/piani interrati, come evidenziato in precedenza. Qualora la sorgente secondaria sia posizionata entro il primo metro dal piano campagna si valuterà se effettuare un rilievo di soil gas all interno della sorgente stessa. c. Frequenza di campionamento Alcuni fattori atmosferici (come temperatura, pressione atmosferica e precipitazioni) e interventi stagionali quali l irrigazione, possono condizionare i valori di concentrazione del soil gas. Poiché tali valori variano periodicamente, si devono prevedere azioni atte ad assicurare che i dati raccolti in un sito siano rappresentativi delle differenti condizioni atmosferiche e stagionali, effettuando pertanto campionamenti ripetuti nell arco dell anno (si consigliano 4 campionamenti stagionali). In questa fase di norma è opportuno effettuare almeno 4 campagne di misura nel corso dell anno, in corrispondenza di ogni stagione, per garantire la rappresentatività dei dati rilevati. Qualora non sia possibile attendere la conclusione delle quattro campagne di misura, si potrà procedere alla predisposizione dell AdR considerando i valori misurati nella prima campagna di soil gas eseguita, fermo restando che tale AdR andrà rivista ed aggiornata dalla parte qualora nel corso dei monitoraggi successivi emergessero dati peggiorativi in termini di rischio atteso. d. Specifiche di campionamento Si rimanda a quanto indicati al paragrafo 10.1 relativo alla fase di investigazione iniziale. e. Elaborazione dei dati I dati acquisiti in ciascun monitoraggio stagionale andranno considerati tenendo distinti in differenti set i dati relativi a punti ubicati in differenti zone di esposizione (recettore on-site ed off-site). Nel caso di dati rilevati che interessano solo la profondità di 1 1,5 m dal piano campagna questi andranno considerati distintamente per ciascun monitoraggio stagionale, e se il set di dati è inferiore a 10 ai fini dell applicazione dell AdR dovrà essere conservativamente considerato il valore massimo, diversamente (ovvero dati disponibili pari a 10 o più) la concentrazione rappresentativa si deriverà tramite una trattazione statistica considerando l UCL95%.

12 PAG. 12 di 19 Qualora i campionamenti siano stati invece realizzati a diverse profondità, si procederà considerando separatamente ciascun monitoraggio stagionale e andranno trattati distintamente i dati rilevati in corrispondenza di ogni profondità. Per ogni profondità si ricaverà la concentrazione di soil gas rappresentativa della potenziale contaminazione, pari al valore massimo nel caso siano disponibili meno di 10 dati o all UCL95% nel caso di disponibilità di 10 o più dati. Per ogni concentrazione rappresentativa di ogni profondità si procederà alla valutazione del rischio da inalazione indoor e/o outdoor e tra i valori così ricavati si considera cautelativamente il valore più elevato. La valutazione del rischio da inalazione potrà essere effettuata attraverso l utilizzo di software che permettono l introduzione diretta del valore misurato oppure indirettamente utilizzando fogli di calcolo (tipo Excel) che andranno consegnati agli Enti e che determinano la concentrazione attesa in aria indoor e/o outdoor e il relativo rischio da inalazione associato, previa applicazione dei modelli analitici di trasporto nel sottosuolo (Jonhnson & Ettinger, 1991 o Jury et al., 1983) e, rispettivamente, intrusione e dispersione in ambiente confinato o dispersione in ambiente aperto (modello box ) Fase di revisione dell Analisi di Rischio La finalità della rilevazione dei soil gas in questa fase è stimare in maniera sito-specifica la volatilizzazione delle sostanze rilevate in concentrazioni superiori alle rispettive CSC nelle matrici ambientali. Nei casi in cui i modelli matematici adottati nell AdR di livello 2 evidenzino valori di rischio non accettabili per la via di esposizione inalazione di vapori outdoor e/o indoor può essere utile integrare l approccio matematico con misurazioni di tipo sperimentale, che consentono una più completa valutazione sito-specifica del fenomeno di migrazione dei vapori. Questo approccio è peraltro in linea con quanto previsto da ISPRA nei Criteri Metodologici per l applicazione dell AdR ai siti contaminati (marzo 2008) che prevedono che laddove l applicazione delle equazioni per il calcolo dei fattori di volatilizzazione determini un valore di rischio non accettabile per la via di esposizione inalazione vapori outdoor e/o indoor, dovranno essere previste eventuali campagne di indagini (tra queste misure di soil gas) allo scopo di verificare i risultati ottenuti mediante l applicazione del modello di AdR. Questa stessa indicazione è stata ribadita da ISPRA anche nell Appendice V relativa all applicazione dell AdR ai punti vendita carburanti di giugno Per i dettagli realizzativi (ubicazione e numero di punti, profondità di campionamento, frequenza di campionamento, portata applicabile, elaborazione dei dati) si rimanda al precedente paragrafo 10.2 relativo alla caratterizzazione. 11 DOCUMENTI DI CAMPIONAMENTO 11.1 Piano di Campionamento dei soil gas Preventivamente all avvio di ogni fase di rilevazione in campo dei soil gas deve essere predisposto a cura della Parte e presentato agli Enti il Piano di Campionamento, con l indicazione delle attività che la Parte intende effettuare, dove intende effettuare i rilievi e la strumentazione che intende utilizzare, evidenziando in particolare l idoneità del metodo per quantificare la concentrazione del/gli analita/i di interesse.

13 PAG. 13 di 19 La documentazione deve essere presentata con un congruo anticipo rispetto all inizio dei lavori, indicativamente 30 giorni prima del loro avvio, in modo tale da consentire ad ARPA di effettuare le opportune valutazioni ed esprimere un parere, eventualmente congiuntamente con gli altri Enti. I contenuti minimali del Piano sono indicati di seguito, fermo restando che in questo documento dovranno comunque essere riportate tutte le indicazioni utili per valutare quanto proposto: - le informazioni litostratigrafiche dell area; - il protocollo di installazione delle sonde di soil gas; - i criteri di ubicazione dei punti (riportando in cartografia la posizione degli eventuali bersagli, delle possibili vie preferenziali di migrazione dei gas note, dei potenziali centri di pericolo/anomalie, etc.;. - le profondità di campionamento; - la frequenza di campionamento; - le sostanze da ricercare e le relative caratteristiche chimico-fisiche; - la strumentazione che si intende utilizzare (tipologia di pompa e relativo range di portata, fiale e relative specifiche tecniche, canister, flussimetro, sonda biogas, termometro, igrometro, PID...) e informazioni circa la manutenzione e la taratura degli strumenti utilizzati; - i metodi di campionamento; - le condizioni di prelievo previste (portata, durata di campionamento...); - criteri di conservazione dei campioni; - la tecnica di analisi; - Limiti di Quantificazione (LOQ); - la data pianificata per effettuare il rilievo Rapporto di campionamento dei soil gas Al termine della rilevazione dei soil gas deve essere predisposto a cura della Parte e presentato agli Enti il Rapporto di campionamento che dettaglia le operazioni effettuate in campo, le eventuali variazioni adottate rispetto al piano di indagini dei soil gas valutato dall Agenzia, evidenziando le relative motivazioni, le eventuali criticità/incoerenze riscontrate in campo e ogni altro dettaglio operativo significativo. Le informazioni minimali che devono essere contenute nel report delle indagini sono indicati di seguito: - descrizione della finalità del rilievo effettuato; - identificazione dei punti di campionamento (mappa in scala con i punti di prelievo e quote); - identificazione dei campioni; - parametri di interesse relativi al metodo di campionamento (portata, volumi, spurgo...); - referti analitici e tabelle di sintesi (fornite anche in formato elettronico) dei risultati rilevati e dei valori di bianco (espressi in μg/m 3 ); - per campagne effettuate in più anni eventuali grafici indicanti l andamento della concentrazione degli analiti nel tempo; - eventuale mappa delle isoconcentrazioni dei soil gas; - descrizione dei metodi di conservazione dei campioni adottati prima dell invio ad analisi; - copie delle eventuali note di campo e/o di laboratorio; - procedure e metodica utilizzate dal Laboratorio per l analisi dei campioni; - elaborazione dei dati; - eventuali proposte.

14 PAG. 14 di SPECIFICHE TECNICHE E ANALITICHE In allegato alla presente Istruzione è riportato il Protocollo Tecnico (modello MO.BN.006) elaborato dal Dipartimento di Milano coadiuvato dal Settore Laboratori con riferimento a quanto effettuato allo stato attuale. Il Protocollo Tecnico riporta, con dettaglio applicativo rispetto alle indicazioni generali riportate nella presente Istruzione Operativa, le indicazioni pratiche relative alla realizzazione del campionamento. Tale protocollo potrà essere eventualmente modificato e/o integrato secondo esigenze sito-specifiche. Per gli aspetti analitici si rimanda al Laboratorio ARPA di riferimento. Relativamente al diritto di assistenza alle analisi presso i Laboratori ARPA, si precisa che, trattandosi di campioni ripetibili, non è di norma prevista l assistenza della Parte alle analisi. La Parte potrà richiedere di presenziare alle analisi, fornendo in tal caso i riferimenti a cui dare comunicazione di apertura del campione, che andranno riportati sul verbale. 13 ALLEGATI Allegato 1 - Principali sostanze di potenziale interesse ai fini dei soil gas Allegato 2 - Tecniche di campionamento dei soil gas Allegato 3 - Sistemi di raccolta del campione MO.BN.005 MO.BN.006 Verbale di campionamento dei soil gas fac simile Protocollo Tecnico dei soil gas

15 PAG. 15 di 19 ALLEGATO 1 Principali sostanze di potenziale interesse ai fini dei soil gas (tale elenco è da intendersi indicativo e può essere integrato/modificato in base alla situazione sito-specifica e/o agli aggiornamenti normativi/tecnici) (1, 2) Sostanza Composti di Inorganici Mercurio Piombo Tetraetile Aromatici Benzene Etilbenzene Stirene Toluene Xileni (singolo isomero o miscele) Aromatici Policiclici Naftalene (2) 2-Metilnaftalene (2) Alifatici clorurati cancerogeni e non Clorometano cancerogeni Cloruro di vinile (Cloroetene) Diclorometano (DCM, Cloruro di metilene) Esaclorobutadiene Tetracloroetilene (PCE) Tetraclorometano (Tetracloruro di carbonio, Perclorometano, Freon 10) (2) Tricloroetilene (TCE, Trielina) Triclorometano (Cloroformio, Freon 20) 1,1,1-Tricloroetano 1,1,2,2-Tetracloroetano 1,1,2-Tricloroetano 1,1-Dicloroetano 1,1-Dicloroetilene 1,2,3-Tricloropropano 1,2-Dicloroetano 1,2-Dicloroetilene 1,2-Dicloropropano Alifatici alogenati 1,2-Dibromoetano Bromodiclorometano Dibromoclorometano Tribromometano (bromoformio) Nitrobenzeni Clorobenzeni Fenoli non clorurati Fenoli clorurati Ammine aromatiche PCB Nitrobenzene 1,2,4,5-Tetraclorobenzene 1,2,4-Triclorobenzene 1,2-Diclorobenzene 1,4-Diclorobenzene Esaclorobenzene Monoclorobenzene Pentaclorobenzene Fenolo Metilfenolo (singolo isomero o miscele) 2,4-Diclorofenolo 2-Clorofenolo Anilina p-toluidina PCB

16 PAG. 16 di 19 Idrocarburi Alifatici C5-C8 Alifatici C9 C18 Alifatici C19 C36 Aromatici C9 C10 Aromatici C11 C22 Altre sostanze Acetone (2) ETBE Formaldeide (3) Metiletilchetone (2) MTBE Freon 113 (1,1,2-tricloro-1,2,2-trifluoroetano) (2) (1) Selezione effettuata sulla base della costante di Henry (H 1,0E-02) e/o della pressione di vapore (P v 0,075 mm Hg 10 Pa) dalla banca dati ISS/ISPESL (maggio 2009) e, per le sostanze in questa non contenute, dalla banca dati ChemIDplus (2) Per le sole sostanze non incluse nella banca dati ISS/ISPESL per i dati chimico-fisici e/o tossicologici si può fare riferimento ad altre banche dati riconosciute, in attesa di espressione da parte di ISS (es. TOXNET EPACAL (3) Si evidenzia che in merito a questa sostanza ISS ha rilasciato uno specifico parere (prot del 3/5/2006)

17 PAG. 17 di 19 ALLEGATO 2 Tecniche di campionamento dei soil gas ESEMPIO DI SCHEMA DI SISTEMA DI RACCOLTA ATTIVO piano campagna ESEMPIO DI SCHEMA DI SISTEMA DI RACCOLTA PASSIVO piano campagna METODI DI CAMPIONAMENTO ATTIVI necessitano l installazione di sistemi di estrazione dei gas interstiziali e l adozione delle relative procedure non sono applicabili nel caso di tenori di umidità elevati e/o orizzonti a bassa permeabilità si possono prelevare ed analizzare molti campioni in un giorno possibilità di individuare le aree sorgente e i pennacchi di inquinamento METODI DI CAMPIONAMENTO PASSIVI di norma forniscono risultati solo in termini di massa di inquinante e non di concentrazione possono essere utilizzati anche in terreni poco permeabili e/o con elevati tenori di umidità semplicità e rapidità di installazione, assenza di manutenzione, minimo disturbo alle caratteristiche del sottosuolo necessità di lunghi tempi di esposizione

18 PAG. 18 di FIALE ALLEGATO 3 Sistemi di raccolta del campione Le fiale, in vetro o in metallo, rappresentano il supporto attualmente maggiormente utilizzato per la raccolta dei soil gas per diverse ragioni: sono facilmente reperibili in commercio, sono di semplice utilizzo, hanno dimensioni ridotte e sono relativamente economiche. La scelta del materiale ad-/as-sorbente (substrato) più idoneo deve essere effettuata, di volta in volta, sulla base della sua affinità con i composti da campionare, della tecnica di estrazione dell inquinante dal materiale stesso (DT o DS) e delle caratteristiche del flusso gassoso da campionare (umidità e presenza di sostanze reattive). Esistono materiali in grado di catturare un'ampia gamma di specie chimiche, materiali specifici per singoli composti e materiali idonei per classi di composti. Un elenco, non esaustivo, di alcune tipologie di substrato e le relative caratteristiche è riportato nella tabella che segue. TIPOLOGIA DI SUBSTRATO carbone attivo carbone grafitizzato gel di silice polimeri organici porosi (quali XAD-2 e PUF) polimeri organici porosi (quali Tenax, Porapak Q, Chromosorb) setacci molecolari hopcalite fiale multi-sorbente (2-3 materiali a diversa selettività in serie) dinitro-fenil-idrazina (DNPH) CARATTERISTICHE adatto per molti composti organici (idrocarburi, composti clorurati, esteri, eteri, solventi monoaromatici, MTBE), idrofilo e idoneo alla sola estrazione con solvente materiale aspecifico, idrofobico e adatto al desorbimento termico idoneo per composti organici polari (ammine, nitro-composti...); per l estrazione solitamente si utilizzano acqua o metanolo; la resa di estrazione è migliore rispetto a quella dei carboni attivi, ma l elevata affinità per l acqua può andare a scapito della capacità di trattenere le sostanze meno polari indicati per composti organici semivolatili (IPA, PCB, pesticidi), sono da estrarre con solvente indicati per composti con punto di ebollizione nel range C, sono idrofobici ed estraibili termicamente adatti solo per sostanze molto volatili e molecole di piccole dimensioni idonea per il mercurio ed estraibile mediante dissoluzione acida utilizzate principalmente per estendere il range di composti campionabili su fiala da desorbimento termico usata come impregnante di supporti inerti, idonea per composti carbonilici (aldeidi e chetoni fino a 6 atomi di carbonio), da estrarre con solvente Nel caso di sistemi attivi, il volume di aria campionabile dipende dalla concentrazione nella fase gassosa delle sostanze e dalle capacità di captazione/arricchimento/saturazione del substrato di raccolta. Per il controllo dell efficienza di cattura, nelle fiale da Desorbimento con Solvente sono presenti due settori separati, il primo (di testa, chiamato parte A) deputato alla quantificazione dei composti ed uno di coda (chiamato backup o parte B) in genere di quantitativo inferiore. In linea generale, se il settore di coda contiene il composto ricercato in quantità superiore al 5 10 % di quanto ritrovato nel settore di testa, il campionamento dovrebbe essere ripetuto. Relativamente a questo aspetto, maggiori dettagli di natura tecnico-analitica sono riportati nel Protocollo Tecnico allegato (modello MO.BN.006). Nel campionamento con fiale da Desorbimento con Solvente (DS) può essere utile, in base alla conoscenza del sito e della specificità della situazione, realizzare un loro collegamento in serie. Durante il campionamento con fiale, queste vanno mantenute possibilmente in verticale, al riparo dalla luce solare diretta. Prima e dopo il campionamento, la fiala deve essere chiusa ermeticamente per evitare contaminazioni non associabili al flusso gassoso fluito nel campionamento.

19 2. CANISTER ARPA SEDE PAG. 19 di 19 I metodi di raccolta del campione gassoso in contenitori quali i canister sono applicabili per composti sufficientemente volatili da non condensare dopo la raccolta, quali ad esempio idrocarburi alifatici e monoaromatici e composti alogenati (tricloroetilene, tricloroetano, tetracloroetilene, ecc.). I canister sono realizzati in materiale inerte (solitamente acciaio inox) per non adsorbire le specie di interesse. Sono disponibili con diverse volumetrie (da 400 ml a 32 l). Solitamente vengono portati in condizione di vuoto spinto (< 0,05 mm Hg) in Laboratorio e utilizzati per il campionamento mediante apertura in campo di una valvola di chiusura, con flussi di campionamento che in genere variano tra 0,5 e 80 ml/min. Prima dell uso devono essere sottoposti ad un severo programma di pulizia e deve essere inoltre verificato il corretto funzionamento delle varie componenti (tenuta delle valvole di chiusura, mantenimento del vuoto/pressione, ecc).

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