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1 3 Il Database 3.1 Struttura di Dal punto di vista informatico, la banca dati è realizzata utilizzando il linguaggio di programmazione Visual Basic. I dati si riferiscono ad un unica entità costituita dalla specie vegetale: si ha, quindi, un archivio che contiene, per ogni specie vegetale, i dati che la caratterizzano ed i collegamenti alle relative immagini fotografiche. Si accede all archivio da una prima videata che guida l utente nelle diverse modalità di ricerca (fig. 4.1, pag. 28). In considerazione del numero consistente di informazioni da gestire per ciascuna specie vegetale, si è scelto di organizzarle in quattro diverse finestre di visualizzazione, raggruppandole a seconda dell aspetto specifico a cui si riferiscono. Relativamente ad ogni specie vegetale viene quindi presentata una serie di dati ordinati in 4 schede, ciascuna relativa ad un aspetto specifico: la prima (scheda 1: SCHEDA DI IDENTIFICAZIONE) riporta i dati essenziali per l identificazione della specie (nome scientifico, famiglia, eventuali sinonimi, nomi comuni, distribuzione); la seconda (scheda 2: CARATTERISTICHE ESTETICO-FORMALI) descrive le caratteristiche estetiche, formali ed ornamentali della specie (portamento, caratteristiche dimensionali, caratteristiche di chioma, corteccia, foglie, fiori e frutti); la terza (scheda 3: ESIGENZE ECOLOGICHE) specifica le esigenze ecologiche della specie vegetale, che sono indispensabili per la sua sopravvivenza e sviluppo (limiti altitudinali, caratteristiche del substrato, esigenze climatiche, resistenza all inquinamento, alla salinità, al gelo, al vento, frugalità o rusticità); l ultima scheda (scheda 4: CARATTERISTICHE FUNZIONALI) evidenzia invece tutti gli aspetti legati al funzionamento della specie in relazione agli obiet-

2 18 tivi progettuali (manutenzione, fattori limitanti l utilizzo e avversità ricorrenti, proprietà specifiche). Ogni specie è corredata di immagini fotografiche relative a portamento, foglie, fiori, frutti e corteccia, che compaiono nella scheda 1. Le informazioni fornite per ciascuna specie, e quindi i campi presenti nel database, sono 60. Una GUIDA IN LINEA consente di approfondire e verificare il significato di ciascun campo, l importanza e le motivazioni del suo inserimento all interno del database. 3.2 Le specie in VEGET@CTION La scelta delle specie Capitolo 3 Vengono presentate le schede relative a 142 specie vegetali, appartenenti a 38 diverse famiglie. Il lavoro si presta, ovviamente, ad essere applicato ad un numero molto più elevato di specie, ma in questa fase ci è sembrato opportuno selezionarle in base ad alcuni caratteri ritenuti prioritari, soprattutto in funzione delle tipologie progettuali alle quali ci si è specificamente riferiti. Sono trattate specie vegetali arboree, arbustive, cespugliose e lianose spontanee sul territorio italiano. Le specie arboree, arbustive, cespugliose e lianose sono, infatti, quelle più adatte e con le maggiori possibilità di utilizzo relativamente alle tipologie progettuali cui si fa principalmente riferimento. Si è scelto di trattare esclusivamente le specie autoctone 1, cioè quelle presenti allo stato spontaneo sul nostro territorio nazionale o in parti di esso (Italia settentrionale, Italia centrale, Italia meridionale). Non sono quindi state prese in considerazione le specie esotiche 2 in Italia, siano esse coltivate 3 o avventizie 4. Le specie coltivate sono in genere presenti a scopo ornamentale in parchi e giardini (per esempio cedri, tuie, lillà, catalpa), o sono state introdotte a fini pratici, per la produzione di frutta o legname, per il conso- 1 Si definisce autoctona una specie o entità presente o pervenuta naturalmente in una determinata area prima della comparsa dell uomo o comunque senza il suo intervento. È quindi insediata stabilmente e naturalmente su un territorio (Viegi L., Cela Renzoni G., Garbari F., Flora Esotica d Italia, Lav. Soc. Ital. Biogeogr., n.s., 4: , 1974). È sinonimo di autoctona, nativa, indigena. 2 Sono esotiche le entità introdotte intenzionalmente o accidentalmente dall uomo in zone non comprese nell area naturale della loro distribuzione. Ovvero sono entità estranee ad un determinato territorio, provenienti da diverse e talora lontane regioni della terra, arrivate più o meno recentemente a far parte della flora di un territorio (Viegi et al., 1974, op. cit.). 3 Sono coltivate le entità utilizzate dall uomo per scopi ed usi economici, ornamentali, officinali. 4 Sono avventizie le entità esotiche introdotte accidentalmente con le attività umane, non oggetto di coltura. Possono essere arrivate occasionalmente con l importazione di specie destinate alla coltivazione, o attraverso spostamenti turistici, migratori, eventi bellici, ecc. (Viegi et al., 1974, op. cit.).

3 Il Database lidamento delle scarpate o per i rimboschimenti (per esempio robinia, ailanto, pino nero). Non sono state prese in considerazione neanche nel caso in cui esse si siano spontaneizzate 5 o naturalizzate 6 sul territorio in esame. Il numero di specie introdotte dall uomo a fini ornamentali o produttivi, in Italia come in Europa, è elevatissimo, anche se molte specie sono rare e presenti solo in pochi esemplari negli Orti e Giardini Botanici o nei giardini privati. Tra le esotiche sono molto numerose le specie arboree, poiché spesso possiedono un interesse economico (specie forestali, alberi da frutto). Un conteggio completo di tutte le specie coltivate in Italia arriverebbe probabilmente ad alcune decine di migliaia 7. Sono infine state escluse anche tutte le cultivar, cioè le entità ottenute dall uomo per selezione artificiale (agronomica o forestale) nell ambito di specie, sottospecie o varietà, i cui caratteri vengono conservati artificialmente. L unica eccezione è costituita da 4 specie (Cupressus sempervirens, Juglans regia, Pinus pinea, Pinus pinaster), che sono state inserite nel database nonostante la dubbia attribuzione ad una di queste categorie (alla voce Distribuzione in Italia viene attribuito il valore Non definito ); si tratta di specie coltivate e spontaneizzate da tempo, per cui sono entrate a far parte stabilmente del nostro paesaggio, o specie delle quali non si ha la certezza che non fossero già presenti spontaneamente prima di essere anche coltivate. In linea generale la progettazione dovrebbe sempre privilegiare le specie autoctone in un determinato territorio; quando possibile, si dovrebbero utilizzare quelle che si ritrovano allo stato spontaneo anche nelle vicinanze del luogo dove si intende realizzare l impianto. È quindi da evitare l impianto di specie estranee alla flora del luogo o, perlomeno, il loro utilizzo deve rimanere subordinato alla mancanza di specie spontanee adatte allo scopo che ci si prefigge. Nelle pianure, per esempio, dove la copertura vegetale naturale è stata quasi totalmente eliminata e sostituita da aree agricole ed insediamenti, è quasi impossi- 5 Si definiscono spontaneizzate le entità esotiche sfuggite alla coltura, che si stabiliscono in un territorio dove persistono con mezzi propri (Viegi et al., 1974, op. cit.). Esse, superate le fasi di acclimatazione nel nuovo territorio, trovano condizioni ecologiche e pedologiche simili a quelle del territorio di origine, per cui riescono ad insediarsi stabilmente, a diffondersi autonomamente e a diventare parte integrante della flora del territorio. Non sono spontaneizzate le entità che si impiantano solo transitoriamente, scomparendo dopo una o poche generazioni (Viegi et al., 1974, op. cit.). 6 Si definisce naturalizzata un entità esotica avventizia a presenza costante o persistente in zone in cui riesce a riprodursi con mezzi propri (Viegi et al., 1974, op. cit.). Si tratta spesso di specie provenienti da paesi con clima simile al nostro (USA, Argentina, Cile, Sudafrica, Australia meridionale), i cui semi sono giunti per caso, hanno trovato clima favorevole e si sono impiantate stabilmente nel nostro territorio; si trovano ora soprattutto negli ambienti urbani e nelle colture, dove possono crescere in terreni scoperti, privi di concorrenza da parte delle specie locali (Pignatti, 1995, op. cit.). 7 Pignatti, 1995, op. cit. 19

4 20 Capitolo 3 bile la scelta delle specie da utilizzare sulla base dell osservazione delle specie spontanee presenti in loco. In questi casi, sarebbe opportuno utilizzare le specie che si ritiene possano essere potenzialmente presenti, sulla base di considerazioni di carattere ecologico e storico. Questa scelta è motivata da molteplici ragioni. Dal punto di vista naturalistico, l utilizzo di specie esotiche in linea generale determina una diminuzione della ricchezza floristica, una semplificazione della comunità vegetale, che è un fattore quasi sempre negativo in termini di conservazione degli equilibri naturali (fig. 3.1). Le specie esotiche presentano infatti il rischio di spontaneizzarsi o naturalizzarsi, cioè di adattarsi alle condizioni locali fino al punto di essere in grado di riprodursi e diffondersi nell ambiente naturale; in tal caso possono rappresentare temibili concorrenti delle specie spontanee, delle quali possono invadere gli habitat naturali, con il rischio di ridurne le popolazioni o addirittura metterne a rischio la sopravvivenza. FIGURA 3.1 Invasione di specie esotiche (foto P. Eusebio Bergò). Dal punto di vista paesaggistico, è opportuno privilegiare le componenti vegetali spontanee del paesaggio locale; poiché, se già presenti, o un tempo presenti, nel territorio circostante si inseriranno quasi sicuramente in modo armonico nel contesto ambientale. Le specie esotiche, oltre a comportare rischi per gli equilibri naturali, possono non inserirsi altrettanto bene e mantenere un carattere di elementi estranei nell assetto del paesaggio (fig. 3.2).

5 FIGURA 3.2 Specie non autoctone (araucaria, olivo, palma nana) nella collina morenica di Rivoli (TO) (Foto D. Bouvet). Dal punto di vista tecnico, le specie locali, trovandosi in condizioni ecologiche adatte (crescono spontaneamente dove trovano un ambiente adatto alle loro esigenze), richiedono in genere una ridotta manutenzione, crescono più velocemente e con un buon vigore, e possono anche innescare una successione naturale, fenomeno che raramente può avvenire con le specie esotiche. Questo può rappresentare un fattore molto positivo, per esempio negli interventi di riqualificazione, di recupero ambientale, nei rimboschimenti L elenco delle specie Il Database VEGET@CTION Per la realizzazione dell elenco delle specie si è, quindi, operata una prima scelta nell ambito delle circa 7634 entità vegetali presenti allo stato spontaneo in Italia (basandosi sulle indicazioni distributive di Conti et al., 2005) 8. La successiva selezione ha adottato come criterio la forma biologica riportata in Pignatti (1982) 9, la cui classificazione è stata semplificata al fine di renderla più agevole per l utente. Pertanto le specie selezionate sono state ricondotte a arboree, arbustive, cespugliose e lianose. Si sono escluse le specie che non si ritiene opportuno vengano utilizzate nella progettazione, essendo rare sul territorio o di particolare interesse ecologico o 8 Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), An annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi, Roma Pignatti S., Flora d Italia, Edagricole, Bologna

6 22 Capitolo 3 conservazionistico. La loro introduzione al di fuori del proprio areale naturale di distribuzione potrebbe causare danni o alterazioni negli equilibri degli ecosistemi, o dare luogo a fenomeni di inquinamento verde 10. A questa importante restrizione motivata su basi scientifiche e conservazionistiche si aggiunge la difficoltà di ordine pratico di reperire in vivaio esemplari di queste specie. L elenco delle specie così compilato conta 142 specie (tab. 3.1). Tabella 3.1 Elenco specie trattate, in ordine sistematico secondo Pignatti (1982) 11. Abies alba Miller Picea excelsa (Lam.) Link Larix decidua Miller Pinus pinaster Aiton Pinus sylvestris L. Pinus uncinata Miller Pinus mugo Turra Pinus halepensis Miller Pinus pinea L. Pinus cembra L. Cupressaceae Cupressus sempervirens L. Cupressaceae Juniperus communis L. Cupressaceae Juniperus phoenicea L. Cupressaceae Juniperus oxycedrus L. Cupressaceae Juniperus sabina L. Taxaceae Taxus baccata L. Salicaceae Salix pentandra L. Salicaceae Salix alba L. Salicaceae Salix triandra L. Salicaceae Salix myrsinifolia Salisb. Salicaceae Salix appendiculata Vill. Salicaceae Salix cinerea L. Salicaceae Salix caprea L. Salicaceae Salix viminalis L. Salicaceae Salix elaeagnos Scop. Salicaceae Salix purpurea L. Salicaceae Salix daphnoides Vill. Salicaceae Populus alba L. Salicaceae Populus tremula L. Salicaceae Populus nigra L. 10 Introduzione di alberi di specie diverse anche se fisionomicamente simili, o con patrimoni genetici diversi da quelli degli esemplari spontanei sul nostro territorio, soprattutto se provenienti da altre aree geografiche; in casi estremi, una eventuale ibridazione con gli esemplari spontanei può portare ad un inquinamento genetico delle popolazioni autoctone. Da Pignatti, 1995, op. cit. 11 Pignatti, 1982, op. cit.

7 Il Database Juglandaceae Juglans regia L. Betulaceae Betula pendula Roth Betulaceae Alnus glutinosa (L.) Gaertner Betulaceae Alnus incana (L.) Moench Corylaceae Carpinus betulus L. Corylaceae Ostrya carpinifolia Scop. Corylaceae Corylus avellana L. Fagaceae Fagus sylvatica L. Fagaceae Castanea sativa Miller Fagaceae Quercus ilex L. Fagaceae Quercus suber L. Fagaceae Quercus cerris L. Fagaceae Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Fagaceae Quercus robur L. Fagaceae Quercus pubescens Willd. Ulmaceae Ulmus glabra Hudson Ulmaceae Ulmus minor Miller Ulmaceae Celtis australis L. Moraceae Ficus carica L. Cannabaceae Humulus lupulus L. Ranunculaceae Clematis vitalba L. Ranunculaceae Clematis alpina (L.) Miller Berberidaceae Berberis vulgaris L. Lauraceae Laurus nobilis L. Platanaceae Platanus orientalis L. Saxifragaceae Ribes rubrum L. Saxifragaceae Ribes uva-crispa L. Rubus idaeus L. Rubus ulmifolius Schott Rubus caesius L. Rosa pendulina L. Rosa canina L. Sorbus domestica L. Sorbus aucuparia L. Sorbus torminalis (L.) Crantz Sorbus aria (L.) Crantz Amelanchier ovalis Medicus Cotoneaster integerrimus Medicus Crataegus oxyacantha L. Crataegus monogyna Jacq. Prunus spinosa L. Prunus avium L. Prunus mahaleb L. Prunus padus L. Leguminosae Cercis siliquastrum L. Leguminosae Ceratonia siliqua L. Leguminosae Laburnum anagyroides Medicus 23

8 24 Capitolo 3 Leguminosae Laburnum alpinum (Miller) Berchtold et Presl Leguminosae Lembotropis nigricans (L.) Griseb. Leguminosae Cytisus sessilifolius L. Leguminosae Cytisus scoparius (L.) Link Leguminosae Genista tinctoria L. Leguminosae Genista germanica L. Leguminosae Spartium junceum L. Leguminosae Ulex europaeus L. Leguminosae Colutea arborescens L. Leguminosae Coronilla emerus L. Anacardiaceae Cotinus coggygria Scop. Anacardiaceae Pistacia terebinthus L. Anacardiaceae Pistacia lentiscus L. Aceraceae Acer platanoides L. Aceraceae Acer campestre L. Aceraceae Acer pseudoplatanus L. Aceraceae Acer opulifolium Chaix Aceraceae Acer monspessulanum L. Aquifoliaceae Ilex aquifolium L. Celastraceae Euonymus europaeus L. Buxaceae Buxus sempervirens L. Rhamnaceae Rhamnus saxatilis Jacq. Rhamnaceae Rhamnus catharticus L. Rhamnaceae Frangula alnus Miller Tiliaceae Tilia platyphyllos Scop. Tiliaceae Tilia cordata Miller Thymelaeaceae Daphne laureola L. Elaeagnaceae Hippophae rhamnoides L. Cistaceae Cistus incanus L. Cistaceae Cistus monspeliensis L. Cistaceae Cistus salvifolius L. Tamaricaceae Tamarix gallica L. Tamaricaceae Myricaria germanica (L.) Desv. Myrtaceae Myrtus communis L. Cornaceae Cornus sanguinea L. Cornaceae Cornus mas L. Araliaceae Hedera helix L. Ericaceae Erica arborea L. Ericaceae Calluna vulgaris (L.) Hull Ericaceae Rhododendron ferrugineum L. Ericaceae Rhododendron hirsutum L. Ericaceae Arbutus unedo L. Ericaceae Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel Ericaceae Vaccinium myrtillus L. Oleaceae Fraxinus ornus L. Oleaceae Fraxinus excelsior L. Oleaceae Fraxinus oxycarpa Bieb.

9 Il Database Oleaceae Ligustrum vulgare L. Oleaceae Olea europaea L. Oleaceae Olea oleastrum L. Oleaceae Phillyrea angustifolia L. Oleaceae Phillyrea latifolia L. Apocynaceae Nerium oleander L. Labiatae Thymus vulgaris L. Labiatae Thymus gr. serpyllum Labiatae Rosmarinus officinalis L. Labiatae Lavandula angustifolia Miller Caprifoliaceae Sambucus nigra L. Caprifoliaceae Sambucus racemosa L. Caprifoliaceae Viburnum lantana L. Caprifoliaceae Viburnum opulus L. Caprifoliaceae Lonicera coerulea L. Caprifoliaceae Lonicera xylosteum L. Caprifoliaceae Lonicera caprifolium L. Palmae Chamaerops humilis L. 25

VIVAIO. Specie arboree V 001 1,00 5,00 10,00. Piccolo * Medio * Grande * Fam. Aceracee Acero Campestre ACER CAMPESTRE 1,00 5,00 10,00

VIVAIO. Specie arboree V 001 1,00 5,00 10,00. Piccolo * Medio * Grande * Fam. Aceracee Acero Campestre ACER CAMPESTRE 1,00 5,00 10,00 VIVAIO Specie arboree V 001 Fam. Aceracee Acero Campestre ACER CAMPESTRE * * * V 002 Fam. Aceracee Acero Italiano ACER OPALUS V 003 V 004 V 005 V 006 Fam. Aceracee Acero Minore ACERO MONSPESSULANUM Fam.

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