PIANO DI EMERGENZA COMUNALE

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1 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE Redatto: anno 2012

2 INDICE GENERALE PIANO EMERGENZA COMUNALE Sezione 1 Introduzione e riferimenti normativi Sezione 2 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Sezione 3 Risorse e Infrastrutture Sezione 4 Struttura Organizzativa Sezione 5 Modello di intervento e Procedure standard Sezione 6a Scenari e procedure specifiche Rischio Industriale Sezione 6b Scenari e procedure specifiche Rischio Idraulico Gruppo di lavoro: Dott. Geol. Antonio Galizzi Ing. Andrea Pellegrini (estratto ERIR) Arch. Luca Bettinelli Uffici Comunali Sezione 6c Scenari e procedure specifiche Rischio Sismico Sezione 6d Scenari e procedure specifiche Rischi Naturali Sezione 7 Post Emergenza Ordinanze e avvisi Tavole Grafiche

3 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 1 INTRODUZIONE E NORME

4 Introduzione e Normativa di riferimento INDICE SEZIONE 1 1. INTRODUZIONE Il piano di emergenza comunale L INQUADRAMENTO NORMATIVO PER LA PIANIFICAZIONE DELL EMERGENZA E LA GESTIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE La distribuzione dei ruoli nella pianificazione dell emergenza Funzioni mantenute dallo STATO in materia di protezione civile Funzioni attribuite alle REGIONI Funzioni attribuite alle PROVINCIE Funzioni attribuite ai COMUNI Riferimenti normativi per la pianificazione dell emergenza Norme e indicazione emanate dalla comunità Europea Norme e linee guida emanate a livello nazionale Norme e linee guida emanate dalla Regione Lombardia LA STRUTTURA DEL PIANO DI EMERGENZA Supporti informatici per la redazione del piano Documenti, dati e fonti utilizzati o consultati durante la redazione del Piano di Emergenza comunale Redatto: anno 2012 Sezione 1 4 P a g

5 Introduzione e Normativa di riferimento 1. INTRODUZIONE 1.1 Il piano di emergenza comunale Con la legge 225/92 modificata e integrata con il successivo d.lgs 112/98, viene regolato il servizio di protezione civile nazionale, con l importante compito di tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni o dal pericolo dei danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Successivamente altre norme più generali relative alle attività degli enti locali, come il d.m. 28 maggio 1993 art. 1 e il d.lgs 267/2000, annoverano tra i servizi fondamentali erogati al cittadino quello appunto fornito dalla protezione civile. La legge 152/2005 assegna al Sindaco il compito della prima gestione dell emergenza sul territorio di competenza, rendendo necessaria la redazione da parte di tutti i comuni di un documento che regoli le modalità di intervento nelle specifiche situazioni emergenziali. Negli ultimi anni la pianificazione dell emergenza ha visto un radicale mutamento dei criteri di riferimento, puntando sempre più l attenzione verso un analisi degli scenari di rischio e delle procedure ad essi collegate. La Direttiva Regionale per la Pianificazione degli Enti locali, (la cui revisione è stata approvata con la d.g.r del 21 febbraio 2003 prima e con d.g.r. n. 8/4732 del 16 maggio 2007 poi), il Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di Protezione Civile, e la l.r. n. 16 del 22 maggio 04, hanno come principale obbiettivo quello di modificare la gestione dell emergenza, spostando l attenzione dalla semplice raccolta di dati e numeri ad una più ampia analisi del territorio e dei rischi incombenti su di esso, al fine di fornire indicazioni metodologiche e un architettura generale di riferimento che aiutino gli Enti locali nel processo di redazione di Piani di Emergenza efficaci e pratici. Lo scopo principale della stesura di un, partendo dall analisi delle problematiche esistenti sul territorio, è quindi l organizzazione delle procedure di emergenza, dell attività di monitoraggio del territorio e dell assistenza alla popolazione. Conseguentemente è fondamentale l analisi dei fenomeni, naturali e non, che sono potenziali fonti di pericolo per la struttura sociale e per la popolazione. Sezione 1 5 P a g

6 Introduzione e Normativa di riferimento 2. L INQUADRAMENTO NORMATIVO PER LA PIANIFICAZIONE DELL EMERGENZA E LA GESTIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE 2.1 La distribuzione dei ruoli nella pianificazione dell emergenza Come detto nel paragrafo precedente, la legge 225 del 1992 e nel dettaglio l art 15 della stessa, assegnano al comune, la responsabilità di tutte le attività di protezione civile, dalla prevenzione e, in coordinamento con il Prefetto, al superamento dell emergenza. Il sindaco e' autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al prefetto e al presidente della giunta regionale. 1 Sempre la legge 225 del 1992, decreta il diritto-dovere da parte di ogni Comune di dotarsi di una struttura di Protezione Civile per il corretto espletamento di quanto richiesto in caso di emergenza. Il d.lgs. 112/98 ripartisce inoltre, all interno del capo VIII, Protezione civile, art. 107 le funzioni mantenute dallo STATO in materia di protezione civile Funzioni mantenute dallo STATO in materia di protezione civile a) l'indirizzo, la promozione e il coordinamento delle attività delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle regioni, delle province, dei comuni, delle comunità montane, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale in materia di protezione civile; b) la deliberazione e la revoca, d'intesa con le regioni interessate, dello stato di emergenza al verificarsi degli eventi di cui all'art. 2, comma 1, lettera c), della legge 24 febbraio 1992, n. 225; c) l emanazione, d'intesa con le regioni interessate, di ordinanze per l'attuazione di interventi di emergenza, per evitare situazioni di pericolo, o maggiori danni a persone o a cose, per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi e nelle quali e' intervenuta la dichiarazione di stato di emergenza di cui alla lettera b); d) la determinazione dei criteri di massima di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225; e) la fissazione di norme generali di sicurezza per le attività industriali, civili e commerciali; f) le funzione operative riguardanti: 1) gli indirizzi per la predisposizione e l'attuazione dei programmi di previsione e prevenzione in relazione alle varie ipotesi di rischio; 2) la predisposizione, d'intesa con le regioni e gli enti locali interessati, dei piani di emergenza in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e la loro attuazione; 3) il soccorso tecnico urgente, la prevenzione e lo spegnimento degli incendi e lo spegnimento con mezzi aerei degli incendi boschivi; 1 Art. 15 legge n. 225/92 Sezione 1 6 P a g

7 Introduzione e Normativa di riferimento 4) lo svolgimento di periodiche esercitazioni relative ai piani nazionali di emergenza; g) la promozione di studi sulla previsione e la prevenzione dei rischi naturali ed antropici. 2 E, nell art. 108, le funzioni conferite agli enti locali per l emergenza e la gestione della protezione civile: Funzioni attribuite alle REGIONI a) alla predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, sulla base degli indirizzi nazionali; b) all'attuazione di interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall'imminenza di eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, avvalendosi anche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; c) agli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 225 del 1992; d) all'attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi; e) allo spegnimento degli incendi boschivi, fatto salvo quanto stabilito al punto 3) della lettera f) del comma 1 dell'articolo 107; f) alla dichiarazione dell'esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica, ivi compresa l'individuazione dei territori danneggiati e delle provvidenze di cui alla legge 14 febbraio 1992, n. 185; g) agli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del volontariato Funzioni attribuite alle PROVINCIE a) all'attuazione, in ambito provinciale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali, con l'adozione dei connessi provvedimenti amministrativi; b) alla predisposizione dei piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali; c) alla vigilanza sulla predisposizione da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da attivare in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b) della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Funzioni attribuite ai COMUNI a) all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; b) all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; c) alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, e, in 2 Capo VIII, art. 107, d.lgs 112/98 Sezione 1 7 P a g

8 Introduzione e Normativa di riferimento ambito montano, tramite le comunita' montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; d) all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; e) alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; f) all'utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. 3 Estratto dagli allegati alla D.g.r. 8/4732, Figura 1 3 Capo VIII, art. 108, d.lgs 112/98 Sezione 1 8 P a g

9 Introduzione e Normativa di riferimento 2.2 Riferimenti normativi per la pianificazione dell emergenza Norme e indicazione emanate dalla comunità Europea VADEMECUM of Civil Protection in European Union Risoluzione del Consiglio dell Unione Europea 2002/C 43/01 gennaio 2002, intesa a rafforzare la cooperazione in materia di formazione nel settore della protezione civile Decisione del Consiglio Europeo del 23 ottobre 2001: Meccanismo comunitario per una cooperazione rafforzata in materia di protezione civile Norme e linee guida emanate a livello nazionale D.P.C.M. 16 febbraio 2007 Linee Guida per l informazione alla popolazione sul rischio industriale ai sensi del comma 4, art.20 del d.lgs.334/99 e ssmi DPCM 10 febbraio 2006: Linee guida nazionali per la pianificazione dell'emergenza connessa al trasporto di materiali radioattivi e fissili Direttive del P.C.M. del 4 aprile 2006 e del Capo Dipartimento di Protezione Civile del 2 maggio 2006 D.lgs. n. 238 del 21 settembre 2005: Attuazione d ella direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose D.P.C.M. 2 marzo 2002: Costituzione del Comitato operativo della Protezione civile. Costituzione del Comitato presso il Dipartimento di protezione civile, sua composizione e funzionamento Legge n. 401 del 9 ottobre 2002: Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile. Modificazioni urgenti al D.Lgs. 300/99 con conseguente soppressione dell Agenzia di Protezione civile D.P.R n. 194 del 8 febbraio 2001: Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile Disciplina l iscrizione delle organizzazioni di protezione civile nell elenco nazionale, la concessione di contributi, la partecipazione alle attività di protezione civile e i rimborsi per le spese sostenute dalle stesse organizzazioni D.P.C.M. n. 429 del 18 maggio 1998 Regolamento concernente norme per l organizzazione e il funzionamento della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi D.P.R. 6 febbraio 1981, n. 66 Regolamento di esecuzione della L. 8 dicembre 1970, n. 66 D.P.C.M. 13 febbraio 1990, n. 112 Regolamento concernente istituzione ed organizzazione del Dipartimento della Protezione Civile nell ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri Legge n. 266 del 11 agosto 1991 Sezione 1 9 P a g

10 Introduzione e Normativa di riferimento Legge Quadro sul Volontariato Legge n.225 del 24 febbraio 1992 Istituzione del Servizio nazionale di Protezione civile D.lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge n. 59 del 15 marzo 1997 D.lgs. n. 267 del 18 agosto 2000 Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali Circolare n del, del 30 settembre 2002 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Ripartizione delle competenze amministrative in materia di protezione civile Norme e linee guida emanate dalla Regione Lombardia Regolamento regionale 18 ottobre n. 9 Regolamento di attuazione dell albo regionale del volontariato di protezione civile (ai sensi dell art. 9-ter della legge regionale22 maggio 2004, n. 16, «Testo unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile») D.g.r. 22 dicembre 2008 n. 8/8753 (aggiornata con Dduo n12722 del 22 dicembre 2011) Determinazioni in merito alla gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile Direttiva regionale per la pianificazione di emergenza degli enti locali (L.R. 16/ art. 7, comma 11) Approvata con D.G.R. n.viii/4732 del 16 maggio 2007 Direzione Generale Sicurezza, Polizia Locale e Protezione Civile - numero direzione generale: Procedure per la dichiarazione dello stato di crisi regionale e atti connessi alle emergenze di protezione civile di livello regionale ai sensi l.r. 5 gennaio 2000 n. 1, art.3 commi 147, 148, 149 e 150 (in attuazione del decreto segretario generale n del ) D.g.r. 7 novembre n. 7/14964 Disposizioni preliminari per l attuazione dell Ordinanza Presidenza del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo 2003 «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica L.r. 22 maggio 2004 n. 16 Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile (aggiornato con il collegato ordinamentale 2010) D.g.r dicembre 2003 Direttiva sperimentale sui Grandi Rischi" Decreto n Procedure per la gestione delle emergenze regionali D.g.r. 23 dicembre 2003 n Direttive sulla "Post Emergenza" D.g.r. 21 febbraio 2003, n Direttiva Regionale per la Pianificazione di Emergenza degli Enti locali (sostituita dalla D.G.R. n. VIII/4732 del 16 maggio 2007) D.g.r. 20 dicembre 2002, n : Sezione 1 10 P a g

11 Introduzione e Normativa di riferimento Direttiva Regionale per la prevenzione dei rischi indotti dai fenomeni meteorologici estremi sul territorio regionale, ai sensi della L.R. 1/2000, art.3, comma 131, lett. i L.r. 5 gennaio 2000, n.1 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n.112 (conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n.59) D.g.r. 28 gennaio 2000, n : Individuazione delle figure idonee alla funzione di Coordinamento di Emergenza in caso di calamità. Attuazione L.R. 54/90, art. 29 ssmi D.g.r. 29 dicembre 1999, n di approvazione delle Linee guida sui criteri per l individuazione e la costituzione dei centri polifunzionali sul territorio regionale D.g.r. 26 novembre 1999, n : Approvazione della graduatoria relativa al bando di concorso per l assegnazione di contributi agli enti locali finalizzati alla elaborazione del ed Intercomunale, ai sensi della D.G.R. n del 23 agosto 1999 D.g.r. 5 agosto 1999, n. 6/44922 Contributi agli enti locali finalizzati all elaborazione del Piano di emergenza Comunale ed Intercomunale. Individuazione dei criteri ed approvazione del bando di concorso per la formazione delle graduatorie D.g.r. 26 marzo 1999, n. 6/42189 Approvazione delle linee-guida per l'accertamento dei danni conseguenti ad eventi calamitosi e della modulistica relativa D.g.r. 2 luglio 1999 n Integrazione della delibera n. 6/25596 del 28 febbraio1997 per l iscrizione dei gruppi comunali ed intercomunali di protezione civile nell elenco regionale D.g.r. 23 giugno 1998, n Approvazione del Programma regionale di previsione e prevenzione D.g.r 28 febbraio 1997, n. 6/25596: Istituzione elenco dei gruppi comunali e intercomunali di protezione civile aggiornamento al BU 15 maggio98 Sezione 1 11 P a g

12 Introduzione e Normativa di riferimento 3. LA STRUTTURA DEL PIANO DI EMERGENZA Come descritto nei capitoli precedenti, con l entrata in vigore della Direttiva Regionale per la Pianificazione degli Enti locali, la tendenza è stata quella di evolvere il piano di emergenza comunale da semplice raccolta di dati a strumento analitico del contesto territoriale sul quale agisce, e quindi dei rischi, rilevati negli studi di pianificazione comunale e sovra comunale, costruendo un modello di azione condiviso con gli operatori che poi si troveranno a gestire materialmente l emergenza. La Regione Lombardia per costruire le linee guida per la redazione del piano di emergenza comunale si è ispirata, come indicato dal Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1997, al metodo Augustus, un modello di gestione dell emergenza di origine anglosassone che mette al centro l approfondita analisi territoriale necessaria ad individuare il contesto in cui deve operare il modello d intervento gestendo le risorse umane e i materiali a disposizione. In prima battuta la redazione del piano di emergenza comunale deve occuparsi della raccolta dei dati territoriali e infrastrutturali, rappresentandoli su cartografie a scala appropriata mettendo cosi a sistema una visione d insieme di tutte le strutture con le caratteristiche del territorio. Successivamente verranno incrociate le caratteristiche infrastrutturali rilevate con la pericolosità legata ai fenomeni attesi, costruendo così differenti scenari di evento, distinti per tipologia di rischio e per livello di intensità ipotizzata dei fenomeni. A ciascun scenario dovrà quindi essere associato un modello d intervento, tarato sulla base dell Unita di Crisi Locale. Il piano deve essere corredato di allegati, contenenti l elenco delle persone coinvolte nella gestione dell emergenza (Unità di Crisi Locale, volontari di protezione civile, funzionari dell Amministrazione Comunale che ricoprono ruoli strategici ed utili in emergenza anagrafe, ufficio tecnico, ), l elenco delle risorse esterne con i relativi contatti e di mezzi ed attrezzature disponibili al momento della stesura del piano (ditte convenzionate). Inoltre, sarà utile prevedere una serie di modelli di provvedimenti d urgenza (Ordinanze Sindacali) e di comunicazioni, sia istituzionali che dirette alla popolazione. Infine, verranno segnalate le modalità con cui il piano verrà testato e aggiornato nel tempo, individuando una figura interna al comune responsabile dell aggiornamento, assicurandosi in questo modo un piano sempre allineato alla realtà del territorio interessata. Come si evince dalla tabella di seguito riportata, alcuni rischi sono caratterizzati dal fatto di essere preannunciati da fenomeni precursori e pertanto nel modello di intervento e nelle procedure verranno previste anche le procedure che la UCL dovrà seguire durante tutte le fasi: preallarmeallarme ed Emergenza. Chiaramente altri rischi, che non possono essere previsti per tempo, vengono affrontati direttamente nella fase di Emergenza. Al fine di mantenere il presente documento snello ed efficiente si è optato nel non riportare tutte le descrizioni degli elementi naturali e antropici che concorrono ad individuare i rischi presenti, ma si rimanda ai documenti preposti all analisi di dettaglio degli stessi. Sezione 1 12 P a g

13 Introduzione e Normativa di riferimento Nel capitolo seguente pertanto vengono elencati i rischi individuati sul territorio comunale, sulla base dell incrocio dei dati presenti negli studi di settore, incrociandoli con l urbanizzato e le previsioni contenute nel PGT. Estratto dagli allegati alla D.g.r. 8/4732, Figura 3 Sezione 1 13 P a g

14 Introduzione e Normativa di riferimento 3.1 Supporti informatici per la redazione del piano Il formato di redazione del piano di emergenza comunale è un formato di tipo aperto ovvero che consente la modifica e l aggiornamento costante dei dati. L evoluzione dei software di tipo GIS, e l applicazione degli stessi alla pianificazione dell emergenza, permette l utilizzo di dati georefenziati derivanti dai recenti strumenti di pianificazione territoriale, e messi a disposizione degli strumenti cartografici della Regione Lombardia. Il formato shapefile, dei sistemi GIS permette inoltre di associare al disegno grafico database analitici, che, interrogati, possono restituire informazioni dettagliate e puntuali per le diverse necessità. I dati derivanti dai piani di protezione civile comunale dovranno essere implementati attraverso il portale PEWEB all interno dei database della Regione Lombardia, andando cosi ad alimentare il Mosaico Regionale Informatizzato dei Piani di Emergenza Comunali. 3.2 Documenti, dati e fonti utilizzati o consultati durante la redazione del Piano di Emergenza comunale Fonte dato Documento Anno Regione Lombardia Geoportale della Lombardia \ Provincia di Piano di Emergenza Provinciale Rischio Industriale 2011 Bergamo Provincia di Piano di Emergenza Provinciale 2012 Bergamo Comune di Piano di Protezione Civile 2001 Levate Comune di Piano di Governo del Territorio 2012 Levate Comune di Aggiornamento della componente Geologica, Levate idrogeologica e sismica del Piano di governo del Territorio Comune di Piano Urbano di gestione dei Servizi nel Sottosuolo 2012 Levate Comune di Elaborato Tecnico Rischio Incidente Rilevante 2012 Levate Comune di Levate e Regione Lombardia Studio idrologico e idraulico del torrente Morletta 2012 Sezione 1 14 P a g

15 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 2 DESCRIZIONE DEL TERRITORIO E ANALISI DEI RISCHI

16 Descrizione del territorio e analisi dei rischi INDICE SEZIONE 2 4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE RISCHI INDIVIDUATI Rischio idraulico (rischio localizzato) Rischio sismico Rischi considerati e descritti dalla Dgr 8/8753 Direttiva allertamento Rischio temporali forti Rischio neve Rischio vento forte Rischio industriale (rischio localizzato) Rischio viabilistico ANALISI DELLE AREE ALLAGABILI DEL TERRITORIO DI LEVATE INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE PRESENTI SABO S.r.l Inquadramento geografico Informazioni generali dell azienda Descrizione delle sostanze pericolose - assoggettabilità al D.Lgs. 334/ Analisi dei rischi e metodi di prevenzione Analisi della vulnerabilità territoriale ed ambientale Valutazioni di Compatibilità Territoriale Valutazioni di Compatibilità Ambientale BRENNTAG S.p.A Inquadramento geografico Informazioni generali dell azienda Descrizione delle sostanze pericolose - assoggettabilità al D.Lgs. 334/ Analisi dei rischi e metodi di prevenzione Analisi della vulnerabilità territoriale ed ambientale Valutazioni di Compatibilità Territoriale Valutazioni di Compatibilità Ambientale INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI ATTENZIONE (ai sensi del DPCM 25 febbraio 2005).. 38 Redatto: anno 2012 Sezione 2 15 P a g

17 Descrizione del territorio e analisi dei rischi 4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Levate si trova circa 7 km a sud-ovest del capoluogo di provincia Bergamo. Ha un estensione di kmq e una popolazione rilevata al 31 dicembre 2010 di abitanti, con una densità di circa 720 ab/kmq. I comuni confinanti sono, partendo da nord-est ed in senso orario, Stezzano, Comun Nuovo, Verdello, Verzellino, Osio Sotto, Osio Sopra e Dalmine. L area urbanizzata copre circa il 30% della superficie totale del comune ed è localizzata nella porzione centrale del territorio. Ampie zone poco distanti dal nucleo centrale dell abitato sono occupate da insediamenti industriali, concentrati prevalentemente a nord-ovest e a sud-est, tra i quali troviamo anche alcune realtà dedicate alla lavorazione chimica. Piccoli insediamenti rurali sono distribuiti nella fascia nord occidentale del territorio comunale e sono per lo più collocati all interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Morla (L.R. 86/83 art. 34). Il territorio agricolo ricopre, sia per estensione che importanza economica, un dato importante, caratterizzato anche dalla presenza di aree destinate a coltivazioni intensive attraverso serre. Il Comune di Levate è attraversato, in senso NNE-SSW dalla linea ferroviaria Bergamo Treviglio e dalla strada ex SS 42 ed in senso circa E-W dalle Strade Provinciali N. 120 e 149. Il territorio comunale è inquadrato nelle sezioni C5A4 e C5B4 della Carta Tecnica Regionale della Lombardia. Per quanto riguarda gli inquadramenti climatico, geologico idrogeologico, si rimanda agli studi di settore e analizzati per l analisi dei rischi presenti sul territorio del Comune di Levate. Inquadramento comunale nella Carta Tecnica Regionale Sezione 2 16 P a g

18 Descrizione del territorio e analisi dei rischi 5. RISCHI INDIVIDUATI Di seguito si riporta l elenco dei principali rischi da analizzare per la predisposizione dei pian di emergenza comunale. 1. Rischi naturali a. Rischio idraulico b. Rischio idrogeologico c. Rischio sismico d. Rischio temporali forti e. Rischio neve f. Rischio valanghe g. Rischio vento forte h. Rischio ondate di calore i. Rischio incendio boschivo 2. Rischi antropici j. Rischio industriale k. Rischio viabilistico l. Rischio nucleare Dall incrocio dei suddetti rischi con i dati geografici, geologici e climatici, e con l urbanizzato, è stato possibile valutare quale rischi siano realmente associabili alla realtà del comune di Levate: Tipo di rischio Grado a. Rischio idraulico Medio b. Rischio idrogeologico Assente c. Rischio sismico Basso d. Rischio temporali forti Non valutabile e. Rischio neve Basso f. Rischio valanghe Assente g. Rischio vento forte Non valutabile h. Rischio ondate di calore Non valutabile i. Rischio incendio boschivo Assente j. Rischio industriale Alto k. Rischio viabilistico Medio-non valutabile l. Rischio nucleare Assente 5.1 Rischio idraulico (rischio localizzato) La valutazione del rischio idraulico relativa al comune di Levate deriva dall analisi degli studi geologici a supporto della pianificazione e del recente studio idrologico ed idraulico del torrente Morletta, che ha individuato le aree interessate da esondazioni con tempo di ritorno di 20, 50, 100 e 200 anni. La descrizione delle aree allagabili, individuate dal suddetto studio, è riportata nel paragrafo successivo. 5.2 Rischio sismico Nel 2006 è stata redatta dal dipartimento di protezione civile la carta nazionale della classificazione sismica. Questa associa a ogni comune un livello di pericolosità sismica, da 1 (alto) a 4 (molto basso). Sezione 2 17 P a g

19 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Il comune di Levate risulta essere in zona 4, quindi rischio sismico molto basso. Per quanto riguarda la caratterizzazione sismica del territorio comunale si rimanda alla componente geologica del PGT del comune di Levate. Pur essendo molto basso il rischio sismico del territorio, comunque, a seguito di sismi di magnitudo >4 si potrebbero registrare delle lesioni negli edifici in muratura del centro storico e nelle vecchie cascine isolate. 5.3 Rischi considerati e descritti dalla Dgr 8/8753 Direttiva allertamento Rischio temporali forti La DGR n.8/8753, definisce il rischio di temporali forti come la conseguenza indotta da un insieme di fenomeni intensi, che si sviluppano contemporaneamente su aree ristrette: rovesci di pioggia, fulmini, raffiche di vento, spesso grandine, a volte trombe d aria 4. Il rischio sul territorio è valutato considerando i bollettini di vigilanza meteorologica regionale emessi dalla Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente. Questi bollettini individuano le dimensioni precipitative in mm di pioggia valutandoli nelle successive 12/24 ore all emissione dello stesso, e la probabilità di temporali forti come assenti, poco probabili, molto probabili. I dati emessi dai bollettini sono relativi a aree omogenee nella quale è suddivisa la Lombardia, Levate si trova nella zona omogenea LombD Rischio neve Sempre la DGR 8/8753, considera il rischio neve, come le conseguenze indotte dalle precipitazioni nevose, e la permanenza al suolo della neve in quantità tali da generare difficoltà alle attività ordinariamente svolte dalla popolazione. Anche in questo caso, la valutazione del rischio si basa sui bollettini di vigilanza meteorologica emessi da ARPA come per il rischi di temporali forti Rischio vento forte Per il rischio di vento forte si considera le conseguenze indotte da condizioni di vento particolarmente intenso. il pericolo diretto è riconducibile all azione esercitata sulla stabilità delle impalcature, cartelloni, alberi e strutture provvisorie. Inoltre il vento provoca difficoltà alla viabilità, soprattutto dei mezzi pesanti e costituisce un elemento aggravante per altri rischi. 5.4 Rischio industriale (rischio localizzato) Il rischio industriale deriva dalla presenza di due industre a rischio incidente rilevante sul territorio di Levate e una sul territorio di Osio Sopra, che in caso di incidente avrebbe ripercussioni sul territorio di Levate. Le industrie site in Levate sono la Brenntag S.p.A e la SABO S.r.l., che sono localizzate nella zona industriale a sud est del comune, l industria sita in Osio Sopra è la SIAD S.r.l.. La Prefettura di Bergamo, in collaborazione con la Provincia, si è dotata di un piano di emergenza provinciale rischio industriale, che, partendo dalle analisi del rischio per ciascuna industria ha portato ad individuare sul territorio provinciale le zone di sicuro impatto, di danno e di attenzione, valutando i rischi connessi all ipotesi dell accadimento di un incidente industriale e le procedure di intervento da seguire. Il Comune di Levate ha da poco adottato il nuovo ERIR a supporto del P.G.T.. Il nuovo ERIR è stato redatto sulla scorta dei dati più recenti (2011) forniti dai gestori delle due ditte e pertanto le 4 DGR n.8/8753 Sezione 2 18 P a g

20 Descrizione del territorio e analisi dei rischi zone di sicuro impatto, di danno e di attenzione, discostano leggermente rispetto a quanto contenuto nel Piano di Emergenza Provinciale per Rischio Industriale approvato con DCP 134 del 29/11/2010, ma redatto su dati degli anni precedenti. Pertanto in attesa che vengano recepiti i nuovi dati e venga aggiornato il nuovo Piano di Emergenza Provinciale Esterno, gli scenari e le procedure previste nel presente piano sono conformi con quanto previsto dal PEE stesso. Si specifica altresì che gli scenari previsti sono più cautelativi rispetto alle zone di attenzione individuate nell ERIR. Un eventuale incidente industriale può manifestare i suoi effetti nei confronti dell uomo e dell ambiente. Pertanto nel paragrafo successivo dove vengono descritte nel dettaglio le attività presenti sul territorio, viene fatta anche una valutazione del rischio ambientale. 5.5 Rischio viabilistico Il rischio viabilistico è connesso alla probabilità che accada, sul territorio comunale, un incidente viabilistico che coinvolga mezzi che trasportino materiali pericolosi tali da poter creare situazioni del tutto simili ad un incidente industriale. Il Comune di Levate è interessato dalla presenza della strada ex.ss 42 nel settore orientale, mentre è attraversato dalla linea ferroviaria Bergamo-Treviglio. Per il territorio di Levate il rischio trasporto è direttamente collegato con il rischio industriale, in quanto vi è un traffico di camion che forniscono o esportano il materiale lavorato dalle due industrie a rischio di incidente rilevante e pertanto, non potendo creare uno scenario diffuso su tutto il territorio comunale per tale rischio, le procedure da seguire nel caso di un incidente di questo tipo, sono le medesime di quelle previste per l incidente industriale. Sezione 2 19 P a g

21 Descrizione del territorio e analisi dei rischi 6. ANALISI DELLE AREE ALLAGABILI DEL TERRITORIO DI LEVATE Nel mese di ottobre 2012, è stato validato dal tavolo tecnico di valutazione, lo studio idraulico e idrologico del Torrente Morletta, che ha individuato lungo tutta l asta del torrente le aree interessate da eventi di esondazione con tempi di ritorno di e 200 anni. Lo studio individua anche degli interventi di messa in sicurezza mediante la realizzazione di vasche di laminazione dislocate lungo l asta del corso d acqua al fine di eliminare il rischio nelle zone urbanizzate dei comuni interessati dal transito del torrente stesso. Lo studio redatto dalla società Idroprogetti Srl di Firenze ha individuato, anche sulla base di riscontri sul territorio, delle aree che sono interessate da fenomeni di esondazione periodica. In particolare sono state evidenziate le aree interessate da allagamenti con tempi di ritorno di 20 anni lungo le rogge Colleonesca e Morlana: via Moncenisio e le via laterali, fino ad arrivare nel centro del paese. Mentre il manufatto presente lungo il torrente Morletta in via Kennedy è causa degli allagamenti che si registrano lungo via Kennedy e via Marconi e strade laterali e in secondo ordine via Mazzini. Stralcio delle tavole con evidenziate le arre allagabili. Studio Idraulico e Idrologico del Torrente Morletta Idroprogetti Srl Sezione 2 20 P a g

22 Descrizione del territorio e analisi dei rischi 7. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE PRESENTI Di seguito si riporta l analisi delle industrie a rischio di incidente rilevante condotta per la redazione dell ERIR. Come già accennato, l individuazione delle aree di attenzione è leggermente differente rispetto all analisi condotta per la redazione del PEE provinciale. Pertanto per la predisposizione degli scenari di rischio si è mantenutala perimetrazione del PEE. I riferimenti cartografici riportati nei paragrafi successivi sono quelli dell ERIR e di cui si allega lo stralcio in A3 (Tav.Sez2.1 Tav.Sez2.3) 7.1 SABO S.r.l Inquadramento geografico Nella figura seguente si riporta l inquadramento geografico del territorio comunale su base cartografica tecnica (rilievo aerofotogrammetrico del Comune di Levate), in cui si evidenzia la posizione della ditta SABO S.r.l. soggetta a rischio di incedente rilevante. Fig. 4.1 Sezione 2 21 P a g

23 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Informazioni generali dell azienda Le seguenti informazioni sono tratte dai seguenti documenti trasmessi dalla ditta SABO S.r.l.: - Notifica ai sensi dell art. 6 del D.Lgs. 334/99 (notificata al Comune in data 12 maggio 2010); - Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e lavoratori secondo le modalità previste dall all. V del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. (notificata al Comune in data 12 maggio 2010). - Estratto Rapporto di sicurezza (maggio 2011) Ragione Sociale SABO S.r.l. Sede legale Sede insediamento produttivo Via dei Caravaggi - Levate (Bg) Attività svolta Classe D.Lgs. 334/99 e s.m.i. Produzione di: - Ausiliari per l industria della detergenza; - Prodotti per il settore cosmetico e tensioattivi; - Additivi per materie plastiche. All interno del ciclo di produzione dello stabilimento si distinguono i seguenti impianti: - Impianto di stoccaggio ossido di etilene - Impianto di ossietilazione - Impianti di stoccaggio materie prime infiammabili - Linea di produzione cementi (reparto fine chemicals) - Linea di produzione PMP (reparto fine chemicals 1) - Linea di produzione HA70 e simili (reparto fine chemicals 1) - Linea di produzione HA62 e simili (reparto fine chemicals 2) - Linea di produzione UV62 e simili (reparto fine chemicals 2) - Linea di produzione UV70 e simili (reparto fine chemicals 2) - Linea di confezionamento polveri (reparto fine chemicals 2) - Linea di produzione solfonazioni (reparto ausiliari sintetici) - Linea di produzione cosmetica (reparto ausiliari sintetici) - Linea di produzione tessili (reparto ausiliari sintetici) Art. 8 Sezione 2 22 P a g

24 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Descrizione delle sostanze pericolose - assoggettabilità al D.Lgs. 334/99 Con riferimento all allegato I parti 1 e 2 del D.Lgs. 334/99, si riporta il prospetto seguente, tratto dalla Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e lavoratori: Sezione 2 23 P a g

25 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Pertanto si deduce che la ditta SABO S.r.l. ricade nel campo di applicazione dell art. 8 del D.Lgs. 334/99 sulla base delle seguenti conclusioni: - sostanze pericolose per l ambiente (R50: Molto tossico per gli organismi acquatici): 370 t > 200 t. Esaminando maggiormente il prospetto si evidenzia inoltre che la ditta SABO S.r.l. ricadrebbe nel campo di applicazione dell art. 6 del D.Lgs. 334/99 sulla base delle seguenti conclusioni: - ossido di etilene: 25 t > 5 t; - sostanze tossiche: 129,6 t > 50 t; - sostanze facilmente infiammabili: 119,1 t > 50 t; - sostanze estremamente infiammabili: 25 t > 10 t; - sostanze pericolose per l ambiente (R51/53: Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata): 468,5 t > 200 t Analisi dei rischi e metodi di prevenzione Il Gestore ha proceduto all individuazione dei possibili eventi che potrebbero dare luogo ad incidenti negli impianti e negli stoccaggi delle sostanze pericolose. Dalle informazioni tratte dai documenti in precedenza elencati, si evidenzia che le cause che possono provocare un incidente rilevante all interno dello stabilimento sono le seguenti: - rilasci di prodotti infiammabili e formazione di pozza incendiata; - rilasci di prodotti tossici e conseguente dispersione in atmosfera. Si riporta la seguente tabella riassuntiva, relativa alle ipotesi incidentali valutate e alla tipologia degli scenari incidentali conseguenti. Ipotesi incidentale Tipologia degli effetti Rilascio di sostanza tossica e infiammabile (Ossido di etilene). Evento originato dalla rottura totale della tubazione con rilascio di prodotto liquido, formazione di pozza e successiva dispersione in atmosfera. Evento originato dalla rottura significativa della tubazione con rilascio di prodotto liquido, formazione di pozza e successivo incendio. Rilascio di sostanza infiammabile (Metanolo, Cicloesano, n-eptano). Evento originato dalla rottura della tubazione di trasferimento, oppure dalla rottura della manichetta, oppure dalla tenuta della pompa di trasferimento agli impianti, con rilascio di prodotto liquido, formazione di pozza e successivo incendio o formazione di nube infiammabile. Rilascio di sostanza tossica (Cloridrina Solforica). Evento originato dalla perdita significativa della tubazione di trasferimento, oppure dalla tenuta della pompa con rilascio di prodotto liquido, formazione di pozza e successiva dispersione in atmosfera. Pool-fire Flash-fire Dispersione tossica Pool-fire Flash-fire Dispersione tossica Dispersione tossica Sezione 2 24 P a g

26 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Nel caso di un ipotetico rilascio di sostanza infiammabile, in base alle condizioni ambientali al contorno e allo stato della sostanza, si può determinare una tipologia di incidente che consiste nell incendio e/o dispersione dell inquinante in atmosfera. Dalle valutazioni trasmesse dal Gestore si evidenzia che tale ipotetico rilascio di sostanza infiammabile coinvolge solo un area limitata e circoscritta all interno dello stabilimento. È perciò da escludersi il coinvolgimento della popolazione. Nel caso invece di rilascio di sostanza tossica si può determinare il caso di dispersione in atmosfera di sostanza pericolosa. Si riporta di seguito la tabella riepilogativa, trasmessa dal Gestore, delle conseguenze degli scenari incidentali di dispersione tossica. N CAUSE INIZIATRICI Rottura parziale tubazione D<3 Rottura parziale tubazione D<3 FRE Q. (occ/anno) 1, , SCENARI INCIDENTALI Rilascio di Ossido di Etilene per rottura totale tubazione da 2 DISPERSIONE TOSSICA Vento 2 m/s Portata evapor. 0,3 kg/s Vento 5 m/s Portata evapor.: 0,5 kg/s Rilascio di Cloridrina Solforica per rottura totale tubazione da 2 DISPERSIONE TOSSICA Vento 2 m/s Portata evapor. <0,1 kg/s Vento 5 m/s Portata evapor.: <0,1 kg/s FREQ. (occ/anno) 1, , CONSEGUENZE DISPERSIONI VAPORI TOSSICI Distanze (m) alle quali si ottengono le concentrazioni LC LC IDLH mg/mc IDLH 75 mg/mc LOC 144 mg/mc 70 (*) 287 LOC 7,5 mg/mc (*) i tempi di intervento indagati consentono di affermare che nel caso di combinazione F2, si assiste ad una diminuzione della concentrazione tale per cui, in linea con il DPCM del 25 febbraio 2005 relativo alla pianificazione delle emergenze esterne, la distanza di danno corrispondente alla terza zona di attenzione è pari a quella corrispondente alla seconda soglia (riferita all IDLH) Come si può osservare dalla tabella sopra esposta, gli eventi incidentali che implicano possibili distanze di danno e di attenzione che non rimangono confinate all interno dello stabilimento sono rappresentate da: - TOP EVENT n. 4: Rilascio di Ossido di Etilene per rottura totale tubazione da 2 ; - TOP EVENT n. 55: Rilascio di Cloridrina Solforica per rottura totale tubazione da 2 ; Le dispersioni sono state valutate al variare delle classi di stabilità atmosferica secondo Pasquill: - classe D5 (atmosfera neutra, vento a 5 m/s): è considerata la classe che si verifica con più probabilità, si applica a cieli molto coperti, a qualsiasi velocità del vento, giorno o notte; - classe F2 (atmosfera stabile, vento a 2 m/s): rappresenta una scelta estremamente conservativa a carattere tipicamente notturno (*) 450 Sezione 2 25 P a g

27 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Pertanto, come si può osservare, l area di danno riguardante la categoria lesioni irreversibili IDLH dello scenario incidentale ipotizzato n. 55 (rilascio di Cloridrina Solforica) fuoriesce dai confini dello stabilimento e coinvolge un area esterna limitata e non transitata di pertinenza della ditta CMS REAL ESTATE S.p.A.. La ditta SABO si preoccuperà di informare e formare, e di allertare in caso di incidente, gli operatori della ditta CMS REAL ESTATE S.p.A.. Le aree di attenzione riportate sono relative allo scenario peggiorativo, che per la ditta SABO, è rappresentato dalla classe di stabilità atmosferica D5. In relazione alle misure si sicurezza e di prevenzione adottate dalla ditta si riporta di seguito quanto contenuto nella Notifica trasmessa agli enti ai sensi dell art. 6 del D.Lgs. 334/99: La ditta SABO ha adottato criteri progettuali e sistemi di sicurezza atti a prevenire eventuali cause iniziatrici di potenziali incidenti rilevanti; inoltre sono previsti sistemi di sicurezza passivi atti a contrastare e/o minimizzare eventuali effetti di incidenti rilevanti. In particolare i serbatoi di stoccaggio e i reattori di ossietilazione sono provvisti di una serie di controlli acustici/visivi, blocchi e valvole di sicurezza progettati secondo le norme e standard di buona tecnica e nel rispetto della sicurezza. Recentemente è stata costruita una nuova rete antincendio capace di affrontare le più difficili emergenze. Inoltre l adozione di manutenzioni programmate e specifiche garantiscono l efficienza delle misure preventive. Quanto sopra è supportato da un Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) che garantisce nel tempo il mantenimento delle condizioni di sicurezza della strumentazione e delle apparecchiature oltre ad un adeguato livello di formazione degli operatori e della squadra di emergenza in caso di attivazione del Piano di Emergenza Interno Analisi della vulnerabilità territoriale ed ambientale Nell elaborato tecnico Allegato Tav.7.1 Carta della vulnerabilità territoriale, viene riportata l individuazione e la rappresentazione su base cartografica tecnica (rilievo aerofotogrammetrico del Comune di Levate) degli elementi territoriali vulnerabili. Il territorio comunale è stato pertanto rappresentato in funzione delle categorie territoriali di cui alla tabella 1 del D.M , Allegato, paragrafo 6.1.1, con inclusi elementi vulnerabili di natura puntuale o lineare. Come si può osservare nell allegato n. 1, la ditta SABO è sita in area produttiva industriale e artigianale, distante a minimo 350 m dai primi centri residenziali. Lo stabilimento è delimitato: - a nord dalla nuova strada comunale e dalla ditta BRENNTAG S.p.A.; - a sud e ad ovest da insediamenti ad uso produttivo industriale; - a est alla SS42 del Tonale e della Mendola, ora strada di competenza provinciale. Il rilevamento del traffico a cura della Provincia di Bergamo per l anno 2010 evidenza che il TGM (Traffico Giornaliero Medio) della SS42 si attesta a quasi veicoli/giorno. Di seguito vengono riportate le distanze baricentriche dalla ditta agli elementi territoriali vulnerabili: Elementi territoriali vulnerabili Scuola dell infanzia A. Diaz Scuola primaria e secondaria di primo grado A. Moro Parco pubblico di corso Italia Santuario Madonna del Bailino Mercato settimanale Biblioteca comunale Distanza da SABO 825 m 849 m 613 m 565 m 591 m 770 m Sezione 2 26 P a g

28 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Elementi territoriali vulnerabili Municipio Sala civica Oratorio Ambulatorio medico Chiesa parrocchiale SS Pietro e Paolo Nuovo istituto scolastico Parco pubblico di via Alcherio da Levate Cappella di San Rocco Centro sportivo Cimitero comunale Asilo privato L aquilone Linea ferroviaria Treviglio-Bergamo Autostrada A4 Via Caravaggi SS42 del Tonale e della Mendola, ora strada di competenza provinciale Distanza da SABO 814 m 829 m 792 m 729 m 743 m 1039 m 1096 m 771 m 535 m 642 m 580 m 400 m 2700 m adiacente adiacente Vulnerabilità ambientale (Tav. 7.2) Dall indagine sull eventuale presenza di risorse ambientali appartenenti alle categorie tematiche indicate nel D.M. 9 maggio 2001 si è riscontrato che nell area di indagine nell intorno dello stabilimento della ditta SABO S.r.l. non sono presenti né aree protette dal punto di vista ambientale né beni ambientali o paesaggistici di pregio. I pozzi ad uso potabile del territorio comunale di Levate distano minimo 680 m dallo stabilimento e la soggiacenza della falda freatica risulta essere di circa m da piano campagna. Gli unici elementi ambientali individuati risultano essere rappresentati dal reticolo idrografico. Lo stabilimento della SABO confina infatti a sud con le rogge Morlana (ramo principale) e Colleonesca. Sezione 2 27 P a g

29 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Valutazioni di Compatibilità Territoriale Il processo di valutazione della compatibilità territoriale prevede la sovrapposizione dell inviluppo delle aree di danno degli scenari incidentali valutati dal gestore con il territorio medesimo. Nell elaborato tecnico Allegato n. 4a - Verifica della compatibilità territoriale - viene riportata la classificazione delle aree di danno fornite dal gestore ai sensi del D.M. 9 maggio 2001 (Allegato, paragrafo 6.3.1), confrontate con le categorie territoriali di cui alla tabella 1 del D.M , Allegato, paragrafo Secondo quanto dichiarato dal gestore, le aree di danno riguardanti le categorie elevata letalità e inizio letalità degli scenari incidentali ipotizzati non fuoriescono dai confini dello stabilimento. Mentre, come già detto, l area di danno riguardante la categoria lesioni irreversibili IDLH dello scenario incidentale ipotizzato n. 55 (rilascio di Cloridrina Solforica) fuoriesce dai confini dello stabilimento e coinvolge un area esterna limitata e non transitata di pertinenza della ditta CMS REAL ESTATE S.p.A. Secondo quanto previsto dal D.M. 9 maggio 2001 Allegato, paragrafo 6.3.1, e considerando la frequenza di accadimento dell evento incidentale, tale categoria dispersione tossica lesioni irreversibili è compatibile con le categorie C, D, E, F definite dalla tabella 1 del D.M. 9 maggio 2001 Allegato, paragrafo 6.1.1, ed è pertanto compatibile con l area produttiva industriale (categoria E) interessata dall area di danno. Pertanto, ai sensi del D.M. 9 maggio 2001, lo stabilimento SABO S.r.l., risulta compatibile con il territorio. Ulteriori aree di attenzione che interessano il territorio comunale al di fuori dello stabilimento riguardano la categoria lesioni reversibili relativa allo scenario incidentale rilascio tossico e sono rappresentate dei seguenti scenari incidentali: TOP EVENT n. 4: Rilascio di Ossido di Etilene per rottura totale tubazione da 2 TOP EVENT n. 55: Rilascio di Cloridrica Solfonica per rottura totale tubazione da 2 frequenza Classe D5 Classe F2 1,5E- 03 eventi/ 287 m 70 m anno 2,6E- 05 eventi/ 450 m 60 m anno Come indicato nell Estratto del Rapporto di sicurezza di maggio 2011, i tempi di intervento indagati consentono di affermare che nel caso di combinazione F2, si assiste ad una diminuzione della concentrazione tale per cui, in linea con il DPCM del 25 febbraio 2005 relativo alla pianificazione delle emergenze esterne, la distanza di danno corrispondente alla terza zona di attenzione è pari a quella corrispondente alla seconda soglia (riferita all IDLH). Tale categoria lesioni reversibili relativa allo scenario incidentale rilascio tossico non è prevista dal D.M. 9 maggio 2001 (tabella 2 Allegato, paragrafo 6.2.1), ma viene individuata come terza zona di attenzione ai sensi del DPCM 25 febbraio 2005: Le valutazioni quantitative correntemente utilizzate anche in campo internazionale fanno sovente riferimento al LOC (Level of Concern) inteso pari ad 1/10 del IDLH,..) Valutazioni di Compatibilità Ambientale Dalla descrizione delle sostanze pericolose elencate all allegato I parti 1 e 2 del D.Lgs. 334/99 che possono essere presenti nello stabilimento della SABO S.r.l. si è potuto verificare una sostanziale presenza di preparati classificati Pericolosi per l ambiente con le seguenti frasi di rischio: - R50 (Molto tossico per gli organismi acquatici); - R51/53 (Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata). Sezione 2 28 P a g

30 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Il Gestore comunica che dall analisi condotta si può concludere quanto segue in merito alla non credibilità di possibili scenari con impatto ambientale: - gli imballi utilizzati sono al massimo da 1000 Kg, riducendo al minimo quindi le quantità potenzialmente sversate; - tutte le aree di pertinenza SABO sono (e saranno) pavimentate, come sistema di protezione passiva, con una platea in calcestruzzo impermeabile, e gli eventuali sversamenti possono essere raccolti in caditoie di contenimento. - per quanto riguarda un eventuale attraversamento delle Rogge Morlana e Colleonesca, si prevede la costruzione di un ponte con tutte le caratteristiche tecniche e di resistenza per consentire il passaggio in sicurezza anche di eventuali autocisterne (calcestruzzo impermeabile). Infatti il ponte sarà dotato di paratie di contenimento alte non meno di 25 cm al fine di confinare e far defluire l intero contenuto di una autocisterna verso i pozzetti di raccolta, opportunamente posizionati per far arrivare lo sversamento alla rete di raccolta dedicata e da lì all impianto di trattamento. - eventuali situazioni di sversamenti accidentali, rientrano, ormai nella prassi consolidata di gestione della Sicurezza OHSAS ed ambientale UNI EN ISO Entrambi questi sistemi sono certificati in SABO da ente terzo. Sulla base dunque delle misure infrastrutturali e gestionali di prevenzione e mitigazione del rischio ambientale dichiarate sopra dal Gestore, si può sostenere che non sussistano particolari ed evidenti condizioni di incompatibilità tra lo stabilimento e gli elementi ambientali circostanti. Sezione 2 29 P a g

31 Descrizione del territorio e analisi dei rischi 7.2 BRENNTAG S.p.A Inquadramento geografico Nella figura seguente si riporta l inquadramento geografico del territorio comunale su base cartografica tecnica (rilievo aerofotogrammetrico del Comune di Levate), in cui si evidenzia la posizione della ditta BRENNTAG S.p.A. soggetta a rischio di incedente rilevante. Fig. 4.2 Sezione 2 30 P a g

32 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Informazioni generali dell azienda Le seguenti informazioni sono tratte dai seguenti documenti trasmessi dalla ditta BRENNTAG S.p.A.: - Notifica ai sensi dell art. 6 del D.Lgs. 334/99; - Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e lavoratori secondo le modalità previste dall all. V del D.Lgs. 334/99 e s.m.i.. - Rapporto di sicurezza (maggio 2011) Ragione Sociale Sede legale Sede insediamento produttivo Attività svolta Accessi allo stabilimento Classe D.Lgs. 334/99 e s.m.i. BRENNTAG S.p.A. via Kuliscioff 22 - Milano (Mi) Via San Carlo Borromeo Snc, Levate (Bg) Attività di vendita e distribuzione di prodotti chimici di base e specialità chimiche. I magazzini A e B sono utilizzati per lo stoccaggio di prodotti, suddivisi per categorie e per compatibilità e confezionati in sacchi, sacchetti e fusti. I prodotti classificati come tossici o comburenti vengono stoccati nelle confezioni originali (sacchi, sacchetti o fusti metallici o di plastica), non subiscono manipolazione alcuna e vengono rivenduti nelle stesse confezioni perfettamente integre. Il parco serbatoi fuori terra in bacino di contenimento è utilizzato per lo stoccaggio di prodotti liquidi. Per questi prodotti il ciclo prevede: approvvigionamento, stoccaggio, diluizione, infestamento, rivendita. L approvvigionamento avviene in autobotte mentre la rivendita viene effettuata in autobotte o in cisternette o in fusti da 10 a 200 litri dopo infestamento. n. 1 accesso automezzi situato in Via San Carlo Borromeo n. 1 accesso autovetture situato in Via San Carlo Borromeo n. 1 uscita autoveicoli situata in via Caravaggi n. 1 accesso sempre chiuso situato in via Caravaggi utilizzabile in caso di emergenza Art. 8 Sezione 2 31 P a g

33 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Descrizione delle sostanze pericolose - assoggettabilità al D.Lgs. 334/99 Con riferimento all allegato I parte 2 del D.Lgs. 334/99, si riporta il prospetto seguente: Pertanto si deduce che la ditta BRENNTAG S.p.A. ricade nel campo di applicazione dell art. 8 del D.Lgs. 334/99 sulla base delle seguenti conclusioni: - sostanze tossiche: 264 t > 200 t; - sostanze comburenti: 300 t > 200 t; - sostanze pericolose per l ambiente (R50): 688 t > 200 t. Sezione 2 32 P a g

34 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Analisi dei rischi e metodi di prevenzione Nell identificazione delle ipotesi incidentali il Gestore ha tenuto conto: - dei risultati dell analisi storica (sono state considerate le sostanze più pericolose in relazione alla frequenza degli incidenti ed alla gravità delle conseguenze); - dell esperienza dei tecnici dello stabilimento, in relazione ad eventuali incidenti già verificatesi; - dall analisi hazop condotta all interno del deposito. Dalle informazioni tratte dal Rapporto di sicurezza BRENNTAG S.p.A. (maggio 2011), viene redatta la seguente tabella riassuntiva, relativa alle ipotesi incidentali valutate e alla tipologia degli scenari incidentali conseguenti. Ipotesi incidentale Scenario incidentale N. Descrizione Tipologia degli effetti Frequenza (eventi/anno) 1 Rilascio di liquido infiammabile durante le fasi di scarico/carico dell autobotte per rottura Pool-fire 6,0E-05 manichetta flessibile 2 Rilascio di liquido infiammabile per perdita da pompa di trasferimento Pool-fire 1,05E-04 Le quantità rilasciate non risultano 3 significative in termini di magnitudo del Rilascio di liquido infiammabile durante le fasi di danno che potrebbero causare e pertanto trasferimento per perdita da valvole o flange tale evento non viene ulteriormente analizzato 4 Rilascio di liquido infiammabile durante le fasi di trasferimento per perdita da tubazione Pool-fire 6,4E Rilascio di liquido infiammabile durante le fasi di infustamento Contaminazione delle acque superficiali e delle acque sotterranee a seguito di rilascio accidentale di sostanze eco-tossiche durante le fasi di scarico/carico dell autobotte o infustamento Rilascio di sostanze tossiche durante le movimentazioni dei sacchi/fusti Rilascio di gas tossici per incendio nell area di stoccaggio dei solidi tossici Rilascio di gas tossici per incendio di comburenti durante la movimentazione dei sacchi/fusti Rilascio di gas tossici per incendio nelle aree di stoccaggio dei comburenti Rilascio di gas tossico per incendio di sodio idrosolfito durante la movimentazione dei fustini Rilascio di gas tossici per incendio nel capannone B Le quantità rilasciate non risultano significative in termini di magnitudo del danno che potrebbero causare e pertanto tale evento non viene ulteriormente analizzato In seguito alle misure adottate non viene riportata la valutazione delle conseguenze di tale ipotesi nell analisi di rischio Non si ritiene credibile tale ipotesi incidentale Non si ritiene credibile tale ipotesi incidentale Non si ritiene credibile tale ipotesi incidentale Non si ritiene credibile tale ipotesi incidentale Dispersione Dispersione 1,0E-03 1,80E Contaminazione delle acque superficiali e delle In seguito alle misure adottate non viene Sezione 2 33 P a g

35 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Ipotesi incidentale acque sotterranee a seguito di rilascio accidentale di sostanze eco-tossiche in sacchi, fusti e cisternette Scenario incidentale riportata la valutazione delle conseguenze di tale ipotesi nell analisi di rischio In relazione al tipo di effetto dannoso per la popolazione e per l ambiente (intossicazione, malessere da irraggiamento; onde d urto, ecc.), dalle informazioni tratte dai documenti trasmessi dalla ditta BRENNTAG S.p.A. si riporta di seguito la tabella riepilogativa riguardante la definizione delle distanze di danno calcolate. Come si può osservare dalla tabella sopra esposta, gli eventi incidentali che implicano possibili distanze di danno e di attenzione che non rimangono confinate all interno dello stabilimento sono rappresentate da: - TOP EVENT n. 3a: Dispersione di anidride solforosa per incendio del sodio idrosolfito durante la movimentazione dei fustini -- Dispersione all esterno del magazzino A; - TOP EVENT n. 3b: Dispersione di anidride solforosa per incendio del sodio idrosolfito durante la movimentazione dei fustini -- Dispersione all esterno in area di carico/scarico. Le dispersioni sono state valutate al variare delle classi di stabilità atmosferica secondo Pasquill: - classe D5 (atmosfera neutra, vento a 5 m/s): è considerata la classe che si verifica con più probabilità, si applica a cieli molto coperti, a qualsiasi velocità del vento, giorno o notte; - classe F2 (atmosfera stabile, vento a 2 m/s): rappresenta una scelta estremamente conservativa a carattere tipicamente notturno. Come per la ditta SABO, nell elaborato tecnico Allegato n. 3 Rischio rilascio tossico, aree di danno e attenzione - viene riportata l individuazione e la rappresentazione su base cartografica tecnica (rilievo aerofotogrammetrico del Comune di Levate) delle aree di danno e di attenzione. Pertanto, secondo quanto dichiarato dal gestore, tutte le aree di danno riguardanti le categorie elevata letalità, inizio letalità e lesioni irreversibili degli scenari incidentali ipotizzati non fuoriescono dai confini dello stabilimento. Sezione 2 34 P a g

36 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Le aree di attenzione riportate sono relative allo scenario peggiorativo, che per la ditta BRENNTAG, è rappresentato dalla classe di stabilità atmosferica F2. Le misure di sicurezza e di prevenzione adottate dalla ditta BRENNTAG sono per entrambi gli scenari valutati: - utilizzo di fustini omologati; - procedure di movimentazione dettagliate, procedure d intervento della squadra d emergenza in caso di sversamenti, esercitazioni periodiche da parte della squadra d emergenza; - impianto antincendio con idranti a colonna UNI 70 e a muro UNI 45, estintori portatili e carrellati; - videosorveglianza. I possibili effetti domino valutati dal Gestore sono: - irraggiamento dovuto a pozze e/o superfici incendiate o per incendio; - concentrazioni tossiche sottovento al punto di rilascio dovute ai prodotti di combustione emessi a seguito di incendi di sostanze infiammabili/combustibili. Gli scenari incidentali che comportano sovrappressioni da esplosioni non confinate di nubi di vapori infiammabili non sono ritenuti credibili per la mancanza di quantitativi significativi di vapori ricadenti nel campo d infiammabilità. Il Gestore conclude che, vista la presenza di un piano d emergenza e di una squadra di emergenza con personale appositamente addestrato e dotato di idonee attrezzature antincendio, si ritiene lo sviluppo di un possibile effetto domino assai improbabile. Gli scenari che comportano dispersione di sostanze tossiche possono causare danni agli operatori eventualmente esposti ma non diretti effetti domino. Per lo scenario valutato di dispersione di anidride solforosa per incendio del sodio idrosolfito la ditta BRENNTAG si preoccuperà di informare e formare, e di allertare in caso di incidente, gli operatori delle ditte interessate incluse nella terza zona di attenzione valutata per la classe di stabilità atmosferica D5 secondo Pasquill (classe che si verifica con più probabilità, giorno o notte) Analisi della vulnerabilità territoriale ed ambientale Con riferimento all elaborato tecnico Allegato n. 1 Tav. 7.1 Carta della vulnerabilità territoriale in precedenza descritto, la ditta BRENNTAG S.p.A. è sita in area produttiva industriale e artigianale, distante a minimo 230 m dai primi centri residenziali. Lo stabilimento è delimitato: - a sud dalla nuova strada comunale e dalla ditta SABO S.r.l.; - a nord da terreni ad uso agricolo; - a ovest da strada comunale e da insediamenti ad uso produttivo industriale; - a est alla SS42 del Tonale e della Mendola, ora strada di competenza provinciale. Di seguito vengono riportate le distanze baricentriche dalla ditta agli elementi territoriali vulnerabili: Elementi territoriali vulnerabili Distanza da BRENNTAG Scuola dell infanzia A. Diaz 979 m Scuola primaria e secondaria di primo grado A. Moro 1001 m Parco pubblico di corso Italia 781 m Santuario Madonna del Bailino 764 m Mercato settimanale 731 m Biblioteca comunale 886 m Municipio 931 m Sala civica 935 m Sezione 2 35 P a g

37 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Elementi territoriali vulnerabili Oratorio Ambulatorio medico Chiesa parrocchiale SS Pietro e Paolo Nuovo istituto scolastico Parco pubblico di via Alcherio da Levate Cappella di San Rocco Centro sportivo Cimitero comunale Asilo privato L aquilone Linea ferroviaria Treviglio-Bergamo Autostrada A4 Via San Carlo Borromeo e Via Caravaggi SS42 del Tonale e della Mendola, ora strada di competenza provinciale Distanza da BRENNTAG 877 m 834 m 839 m 1113 m 1161 m 810 m 586 m 667 m 350 m 400 m 2700 m adiacente adiacente Vulnerabilità ambientale - si è riscontrato che nell area di indagine nell intorno dello stabilimento della ditta BRENNTAG S.p.A. non sono presenti né aree protette dal punto di vista ambientale né beni ambientali o paesaggistici di pregio. I pozzi ad uso potabile del territorio comunale di Levate distano minimo 650 m dallo stabilimento e la soggiacenza della falda freatica risulta essere di circa m da piano campagna. Gli elementi ambientali individuati risultano essere rappresentati da: - il Parco Locale di Interesse Sovracomunale PLIS del Morla (confinante a nord dello stabilimento); - il reticolo idrografico: lo stabilimento confina a nord con la roggia del Ponte Perduto ramo di Spirano e a sud-ovest dista circa 40 m dalla roggia Colleonesca Valutazioni di Compatibilità Territoriale Il processo di valutazione della compatibilità territoriale prevede la sovrapposizione dell inviluppo delle aree di danno degli scenari incidentali valutati dal gestore con il territorio medesimo. Come già detto, nell elaborato tecnico Allegato n. 4a - Verifica della compatibilità territoriale - viene riportata la classificazione delle aree di danno fornite dal gestore ai sensi del D.M. 9 maggio 2001 (Allegato, paragrafo 6.3.1), confrontate con le categorie territoriali di cui alla tabella 1 del D.M , Allegato, paragrafo Secondo quanto dichiarato dal gestore, tutte le aree di danno riguardanti le categorie elevata letalità, inizio letalità e lesioni irreversibili degli scenari incidentali ipotizzati non fuoriescono dai confini dello stabilimento. Pertanto, ai sensi del D.M. 9 maggio 2001, lo stabilimento BRENNTAG S.p.A., risulta compatibile con il territorio. Ulteriori aree di attenzione che interessano il territorio comunale al di fuori dello stabilimento riguardano la categoria lesioni reversibili relativa allo scenario incidentale rilascio tossico e sono rappresentate dei seguenti scenari incidentali: TOP EVENT n. 3a: Dispersione di anidride solforosa per incendio del sodio idrosolfito durante la movimentazione dei fustini Dispersione all esterno del magazzino A frequenza Classe D5 Classe F2 1,0E- 03 eventi/ anno 81 m 433 m Sezione 2 36 P a g

38 Descrizione del territorio e analisi dei rischi TOP EVENT n. 3b: Dispersione di anidride solforosa per incendio del sodio idrosolfito durante la movimentazione dei fustini Dispersione all esterno in area di carico/scarico 1,0E- 03 eventi/ anno 85 m 461 m Tale categoria lesioni reversibili relativa allo scenario incidentale rilascio tossico non è prevista dal D.M. 9 maggio 2001 (tabella 2 Allegato, paragrafo 6.2.1), ma viene individuata come terza zona di attenzione ai sensi del DPCM 25 febbraio 2005: Le valutazioni quantitative correntemente utilizzate anche in campo internazionale fanno sovente riferimento al LOC (Level of Concern) inteso pari ad 1/10 del IDLH,..). Tuttavia nel processo di pianificazione comunale la terza zona di attenzione riveste importanza qualora nel territorio di interesse siano presenti centri sensibili e insediamenti con presenza di soggetti particolarmente vulnerabili (anziani, bambini, disabili, ecc.). È necessario precisare che, come illustrato negli elaborati cartografici allegati, nella predetta zona è presente l asilo privato L aquilone Valutazioni di Compatibilità Ambientale Dalla descrizione delle sostanze pericolose elencate all allegato I parti 1 e 2 del D.Lgs. 334/99 si è potuto verificare che la BRENNTAG S.p.A. ricade nel campo di applicazione dell art. 8 del D.Lgs. 334/99 anche per la presenza nel proprio stabilimento delle seguenti sostanze: - sostanze pericolose per l ambiente (R50 Molto tossico per gli organismi acquatici): 688 t > 200 t. Dalle informazioni tratte dal Rapporto di sicurezza BRENNTAG S.p.A. (maggio 2011), viene redatta la seguente tabella riassuntiva, relativa alle ipotesi incidentali ambientali valutate e alle misure di prevenzione e di sicurezza adottate dalla ditta al fine di ridurre il rischio di impatto ambientale Ipotesi incidentale Contaminazione delle acque superficiali e delle acque sotterranee a seguito di rilascio accidentale di sostanze ecotossiche durante le fasi di scarico/carico dell autobotte o infustamento Contaminazione delle acque superficiali e delle acque sotterranee a seguito di rilascio accidentale di sostanze ecotossiche in sacchi, fusti e cisternette Misure di prevenzione e di sicurezza I liquidi pericolosi per l ambiente sono stoccati in serbatoi dedicati, dotati di idoneo bacino di contenimento. Le zone di carico/scarico da autobotte e le zone delle pompe di trasferimento e di infustamento sono impermeabilizzate e dotate di griglie di raccolta in grado di contenere eventuali sversamenti accidentali. Le operazioni di carico/scarico e infustamento sono sempre presidiate e si ritiene credibile l intervento immediato della squadra di emergenza dotata di idonei sistemi di assorbimento. Nel caso di sversamento di sostanze solide basta raccogliere il prodotto utilizzando mezzi meccanici ed indossando adeguati dispositivi di sicurezza. Nel caso di sversamento di sostanze liquide, esse vengono convogliate mediante apposite griglie e pozzetti nella vasca di raccolta degli sversamenti. Sezione 2 37 P a g

39 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Sulla base dunque delle misure infrastrutturali e gestionali di prevenzione e mitigazione del rischio ambientale dichiarate sopra dal Gestore, si può sostenere che non sussistano particolari ed evidenti condizioni di incompatibilità tra lo stabilimento e gli elementi ambientali circostanti. 7.3 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI ATTENZIONE (ai sensi del DPCM 25 febbraio 2005) Tali aree riguardano la categoria lesioni reversibili relativa allo scenario incidentale rilascio tossico e individuate come terza zona di attenzione ai sensi del DPCM 25 febbraio 2005: Le valutazioni quantitative correntemente utilizzate anche in campo internazionale fanno sovente riferimento al LOC (Level of Concern) inteso pari ad 1/10 del IDLH,..). Con riferimento alle conseguenze sull'uomo ed i beni, la terza zona di attenzione è caratterizzata dal possibile verificarsi di danni (disagi lievi o danni reversibili), generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili (anziani, bambini, ecc.), o comunque da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico, nella valutazione delle autorità locali. Nella figura seguente si riporta l area di attenzione per la classe D5 (atmosfera neutra, vento a 5 m/s): è considerata la classe che si verifica con più probabilità, si applica a cieli molto coperti, a qualsiasi velocità del vento, giorno o notte. Fig. 4.3 Mentre nella seguente figura si riporta l area di attenzione per la classe F2 (atmosfera stabile, vento a 2 m/s): rappresenta una scelta estremamente conservativa a carattere tipicamente notturno. Sezione 2 38 P a g

40 Descrizione del territorio e analisi dei rischi Fig. 4.4 Nelle carte degli scenari del rischio industriale sono state assunte le aree di attenzione così come sono state individuate nel PEE della Prefettura in collaborazione con la Provincia di Bergamo, che sono maggiormente cautelative. Sezione 2 39 P a g

41 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 3 RISORSE E INFRASTRUTTURE

42 Risorse e infrastrutture INDICE SEZIONE 3 8. STRUTTURE VULNERABILI, RISORSE E INFRASTRUTTURE INFRASTRUTTURE ESPOSTE AI RISCHI Edifici strategici Edifici particolarmente vulnerabili RETI TECNOLOGICHE RISORSE Elenco mezzi Elenco strumenti di allertamento Elenco Infrastrutture Volontariato Ditte di somma urgenza AREE ED EDIFICI UTILIZZABILI IN EMERGENZA Aree di emergenza Aree di Attesa Aree di accoglienza e ricovero Strutture di accoglienza Tendopoli e insediamenti abitativi di emergenza Redatto: anno 2012 Sezione 3 40 P a g

43 Risorse e infrastrutture 8. STRUTTURE VULNERABILI, RISORSE E INFRASTRUTTURE 8.1 INFRASTRUTTURE ESPOSTE AI RISCHI Sulla Tav. 2 - Sintesi delle infrastrutture vengono ubicati gli edifici strategici e particolarmente vulnerabili Edifici strategici CODICE EDIFICIO INDIRIZZO TELEFONO M Municipio Piazza Roma, Edifici particolarmente vulnerabili Viene riportato di seguito un elenco di edifici che, per la presenza di particolari categorie di persone (bambini, anziani, ecc.) e/o per la possibile presenza contemporanea di numerose persone, sono giudicati particolarmente vulnerabili nel caso di eventi di tipo calamitoso. CODICE EDIFICIO INDIRIZZO TELEFONO V1 Scuola Primaria - Aldo Moro Via Santuario, (fax) V2 Scuola Media - Aldo Moro Via Santuario, (fax) V3 Micronido L acquilone Via S. Maria, (fax) V4 Scuola dell Infanzia. Fond A. Diaz Via Alcherio da Levate, (fax) V5 Oratorio parrocchiale SS Pietro e Piazza Amedeo Duca d Aosta 035/ Paolo V6 Chiesa Piazza Amedeo Duca d Aosta 035/ V7 Sala Civica Piazza Amedeo Duca d Aosta V8 Santuario del Bailino Via Bailino V9 Biblioteca comunale Piazza Roma V10 Ambulatorio medico Via F.lli Savio V11 Centro sportivo Via Olimpia V12 Cimitero comunale Viale Rimembranza Reti tecnologiche Sul territorio comunale sono presenti le reti tecnologiche di servizio all'urbanizzato: rete elettrica rete dell acquedotto rete fognaria rete di distribuzione del metano rete telefonica Il comune di Levate si è dotato del PUGSS a cui si rimanda per quanto riguarda gli aspetti tecnici più approfonditi. Di seguito si riportano gli estratti in A3 con indicati i principali sotto servizi (Tav.Sez3.1-Tav.Sez3.5). Le suddette reti tecnologiche che per loro natura e potenzialità di rischio potrebbero essere interessate da eventi calamitosi o essere causa di innesco di un evento calamitoso, sono gestite da diversi gestori. Ogni gestore ha procedure interne pertanto si riporta l elenco dei gestori: Sezione 3 41 P a g

44 Risorse e infrastrutture ENEL PRODUZIONE UNITÁ BUSINESS BERGAMO Via Pastrengo, 9 - Seriate Tel PUNTO ENEL Viale Lombardia, 7 Seriate Segnalazione guasti (24h) Servizio Clienti Enel Distribuzione FOGNATURA - DEPURAZIONE ED ACQUEDOTTO: Gestito dalla società UNIACQUE. S.p.a. di Ghisalba (Bg) Ufficio Informazioni (Tel ) Pronto intervento (Tel ) GAS METANO: Enel Gas Tel RISORSE In questo capitolo vengono riepilogate tutte le risorse immediatamente disponibili, sia di proprietà dell'amministrazione Comunale che private. Si tratta sia di risorse materiali (mezzi di trasporto, attrezzature, ecc.) che di infrastrutture (fabbricati, aree, ecc.) e di tutto quanto può essere utilizzato in condizioni di emergenza CARICA Nome Cognome Telefono SINDACO Federica Bruletti Servizi alla persona, all'infanzia, agli anziani Politiche per la famiglia Integrazione e coesione sociale Solidarietà Rapporti con associazioni sindaco@comune.levate.bg.it VICE SINDACO Ass. Lavori Pubblici - Politiche sovracomunali Ass. Politiche Educative e Culturali Ass. Rapporti con il cittadino e Politiche Ambientali Giorgio Pezzetti Stefano Asperti Roberto Lomuto ass.lavori.pubblici@comune.levate. bg.it ass.istruzione.cultura@comune.lev ate.bg.it ass.cittadino.ambiente@comune.le vate.bg.it Il personale comunale attualmente in servizio è distribuito nei vari uffici presso la sede. In allegato sarà riportato l organigramma del personale. 9.1 ELENCO MEZZI N. Descrizione mezzo/risorsa Portata 1 Autocarro cassonato Kg 1 Motocarro ribaltabile 700 Kg 1 Furgone attrezzato per trasporto persone invalide 2 2 carrozzelle + 4 o 8 posti 1 Autoveicolo Polizia Locale Sezione 3 42 P a g

45 Risorse e infrastrutture 9.2 ELENCO STRUMENTI DI ALLERTAMENTO SISTEMI DI ALLERTAMENTO PER LA POPOLAZIONE Scheda E Aggiornamento: marzo 2012 Mezzo Proprietà Ubicazione punto attivazione Responsabile attivazione Allarme con Riparo al chiuso Sirene Comune Corso Europa ditte Suono bitonale Sirene Comune Via dei Caravaggi ditte Suono bitonale Sirene Comune Via Olimpia ditte Suono bitonale Campane Parrocchia *procedure convenzionate Piazza Duca d'aosta Comune Suono a martello intermittente per 3 minuti Evacuazione Suono modulato continuo Suono modulato continuo Suono modulato continuo Suono a martello senza intermittenza per 3 minuti Cessato allarme Suono monotonale Suono monotonale Suono monotonale N.B. Verificare che le procedure sopra descritte siano concordate in modo univoco con le ditte e la parrocchia, aggiornando le convenzioni e fornire le procedure alla Provincia per l aggiornamento del suo PEE. 9.3 ELENCO INFRASTRUTTURE Vedi Scheda B allegata 9.4 VOLONTARIATO Per quanto riguarda il volontariato, il Comune di Levate si appoggia al gruppo di volontariato di Protezione Civile afferente all area Dalmine-Zingonia. Il referente per il Comune di Levate è il sig. COGNOME NOME TELEFONO ABITAZIONE CELLULARE 9.5 DITTE DI SOMMA URGENZA In caso di emergenza è importante il reperimento delle risorse distribuite sul territorio. Il Comune potrà stipulare convenzioni con le ditte cosiddette di somma urgenza per la propria fornitura - in caso di emergenza - di mezzi speciali quali autospurghi, ruspe, bobcat e altre macchine per il movimento terra, materiali e attrezzi quali sacchetti, sabbia, pale, picconi etc. Le schede relative alla ditte presenti sul territorio sono allegate alla presente N. DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO FAX D1 BRENTAG V. San Carlo Borromeo D2 SITEC V. Fratelli Kennedy D3 FRATUS M Srl V. Fratelli Kennedy D4 ELETTROINDUSTRIALE V.le. Italia D5 ASS. MATO GROSSO Pres. Bruletti Efrem Cel Sezione 3 43 P a g

46 Risorse e infrastrutture CENTRI LOGISTICI Scheda L1 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: MAGAZZINO COMUNALE Indirizzo: viale ITALIA Numero telefono: 035/ Nome e recapito referente: sindaco BRULETTI FEDERICA CARATTERISTICHE Estensione totale: 2.143,00 mq Superficie coperta: 190,00 mq Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No Servizi tecnologici presenti: N.0 PC N.0 stampanti N.0 postazioni lavoro Connessione internet Si No Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 1,00 km PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da viale Italia UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 44 P a g

47 Risorse e infrastrutture 10. AREE ED EDIFICI UTILIZZABILI IN EMERGENZA 10.1 AREE DI EMERGENZA Le aree di emergenza sono luoghi nei quali avvengono svolte le attività di soccorso alla popolazione durante un emergenza. A secondo delle attività che si svolgeranno in ciascuna di essa si possono dividere in: Aree di attesa Aree di accoglienza e ricovero AREE DI ATTESA Sono luoghi sicuri in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazione preventive, o successivamente al verificarsi di un evento calamitoso. Le aree di attesa individuate sul territorio comunale e riportate nella carta di sintesi sono: Sigla identificativa Destinazione d uso Ubicazione A1 Parcheggio e prato Via IV Novembre A2 Parcheggio Via della Fornace A3 Parcheggio Via Europa A4 Parcheggio Via Fermi A5 Parcheggio Via Giovanni Cavalleri Aree di accoglienza e ricovero Sono le aree destinate ad accogliere la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa, per periodi più o meno lunghi in funzione del tipo di emergenza. Le caratteristiche tecniche inserite per questa categoria di risorse sono quindi l'indirizzo, l'estensione di area coperta e scoperta, il tipo di pavimentazione, la presenza di fabbricati e la presenza di servizi quali: acqua, luce, gas, telefono e servizi igienici. Si possono distinguere tre tipologie di aree di accoglienza: Strutture di accoglienza Tendopoli Insediamenti abitativi di emergenza Strutture di accoglienza Per strutture di ricettività s'intendono quegli edifici atti ad accogliere parte della popolazione nell'eventualità che si verifichi un incidente di gravità tale da dovere adottare come misura cautelativa l'evacuazione. Queste strutture possono offrire posti letto, servizio mensa, oppure soltanto una superficie coperta con locali igienici Nel territorio comunale sono presenti diverse strutture che possono essere impiegate a questo scopo. Di seguito si riporta elenco delle strutture individuate sul territorio comunale di Levate. Sezione 3 45 P a g

48 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B1 Aggiornamento scheda: marzo 2012 Denominazione: ANAGRAFICA Indirizzo: via SANTUARIO 3 SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI 1 GRADO "ALDO MORO" E PALESTRA ANNESSA Nome e recapito referente: sig. COGLITORE NATALE 035/ Estensione totale: Superficie coperta: CARATTERISTICHE 7.530,00 mq circa 1.300,00 mq circa Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Servizi igienici: Piazzola elisoccorso: Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No N.7 docce N.13 servizi igienici N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,8 km Presenza di cucina: a piastre riscaldanti c/o mensa Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. Da via Santuario 3 Da via IV Novembre PRINCIPALI VIE D'ACCESSO per il vitto n. UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 46 P a g

49 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B2 Aggiornamento scheda: marzo 2012 Denominazione: ANAGRAFICA Indirizzo: via SANTUARIO 1 EX SCUOLA DELL'INFANZIA "A. DIAZ", MENSA SCOLASTICA ISTITUTO ALDO MORO Nome e recapito referente: sig. COGLITORE NATALE 035/ Estensione totale: Superficie coperta: CARATTERISTICHE 2.500,00 mq circa 700,00 mq circa Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Servizi igienici: Piazzola elisoccorso: Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No N.0 docce N.3 servizi igienici N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,8 km Presenza di cucina: a piastre riscaldanti c/o mensa Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. Da via Santuario 1/3 Da via IV Novembre Da via Cascine PRINCIPALI VIE D'ACCESSO UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA per il vitto n. 116 Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No Eventuali note su problematiche dell'accessibilità NOTE Sezione 3 47 P a g

50 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B3 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: SCUOLA DELL'INFANZIA "ARMANDO DIAZ" Indirizzo: via ALCHERIO DA LEVATE 3 Nome e recapito referente: sig. RIVA NERIO 035/ CARATTERISTICHE Estensione totale: 7.514,00 mq Superficie coperta: 1.283,00 mq Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No Servizi igienici: N.0 docce N.5 servizi igienici Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 1,0 km Presenza di cucina: Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. per il vitto n. PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da via Alcherio da Levate 3 UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Esiste locale refettorio senza cucina Sezione 3 48 P a g

51 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B4 Aggiornamento scheda: marzo 2012 Denominazione: ANAGRAFICA ORATORIO PARROCCHIALE SS PIETRO E PAOLO E CAMPO DA CALCETTO Indirizzo: piazza AMEDEO DUCA D'AOSTA 10 Nome e recapito referente: don GRAZIOLI MAURIZIO 035/ Estensione totale: Superficie coperta: CARATTERISTICHE 7.747,50 mq ,00 mq. Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Servizi igienici: Piazzola elisoccorso: Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No N.0 docce N.1 servizi igienici N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,4 km Presenza di cucina: Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. Da piazza Amedeo Duca d'aosta Da via Marconi PRINCIPALI VIE D'ACCESSO per il vitto n. UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 49 P a g

52 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B5 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: CENTRO SPORTIVO COMUNALE Indirizzo: via OLIMPIA 12 Nome e recapito referente: sig. BRULETTI ANTONIO 328/ CARATTERISTICHE Estensione totale: ,00 mq Superficie coperta: 1.000,00 mq Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No Servizi igienici: N.24 docce N.8 servizi igienici Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,0 km Presenza di cucina: Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. per il vitto n. PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da via Olimpia 12 UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 50 P a g

53 Risorse e infrastrutture EDIFICI PER IL RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Scheda B6 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: SALA CIVICA Indirizzo: piazza AMEDEO DUCA D'AOSTA Nome e recapito referente: sindaco BRULETTI FEDERICA 035/ CARATTERISTICHE Estensione totale: 522,00 mq Superficie coperta: 200,00 mq Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Si No Acqua potabile Si No Gas Si No Acque reflue Si No Servizi igienici: N.0 docce N.2 servizi igienici Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,6 km Presenza di cucina: Si No N. persone insediabili: per l'alloggio n. per il vitto n. PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da piazza Amedeo Duca d'aosta Da via Mirandola UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 51 P a g

54 Risorse e infrastrutture Tendopoli e insediamenti abitativi di emergenza Per aree di ricovero si intendono tutti gli spazi aperti, anche interni al centro abitato dove sia possibile organizzare una struttura provvisoria di assistenza o alloggiamento della popolazione. Nell ambito del territoriale, in caso di emergenza aree usufruibili per l allestimento di tendopoli sono quelle del centro sportivo polivalente e del campo sportivo e l area del parco giochi di via Verdi. L allestimento di una tendopoli è la soluzione più facilmente perseguibile se i tempi di permanenza della popolazione evacuata è compresa tra qualche giorno e qualche settimana, mentre la realizzazione di campi-container deve essere prevista nel caso in cui si debba pianificare la possibilità di una permanenza fuori dalle abitazioni per periodi molto lunghi, dell ordine di mesi. Sigla identificativa Destinazione d suo Ubicazione Superficie - mq C1 Parco Corso Europa Corso Europa C2 Area Feste Via Italia C3 Parco Bailino Via Bailino Di seguito si riportano le schede descrittive delle aree di ricovero individuate. Sezione 3 52 P a g

55 Risorse e infrastrutture PIAZZOLA CAMPEGGIO Scheda C1 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: PARCO CORSO EUROPA Indirizzo: CORSO EUROPA Nome e recapito eventuale referente: sindaco FEDERICA BRULETTI 035/ CARATTERISTICHE Estensione totale: ,00 mq. Tipo pavimentazione Permeabile: ,00 mq. (prato) Impermeabile: 200,00 mq. (cementato) Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Allaccio Centralina elettrica corso Europa Fornitura Gruppo di continuità Acqua potabile Allaccio Rete idrica corso Europa Fornitura Serbatoio Acque reflue Allaccio Allaccio rete fognaria via -- Fornitura Serbatoio di scarico Servizi igienici: N.0 docce N.2 servizi igienici Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 0,5 km N. persone insediabili: n. PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da corso Europa UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 53 P a g

56 Risorse e infrastrutture PIAZZOLA CAMPEGGIO Scheda C2 Aggiornamento scheda: marzo 2012 ANAGRAFICA Denominazione: AREA FESTE Indirizzo: VIALE ITALIA Nome e recapito eventuale referente: sindaco FEDERICA BRULETTI 035/ CARATTERISTICHE Estensione totale: 4.600,00 mq. Tipo pavimentazione Permeabile: 4.600,00 mq. (prato) Impermeabile: 0,00 mq. (cementato) Servizi tecnologici presenti: Energia elettrica Allaccio Fornitura Acqua potabile Allaccio Rete idrica viale Italia Fornitura Serbatoio Acque reflue Allaccio Allaccio rete fognaria viale Italia Fornitura Serbatoio di scarico Servizi igienici: N.0 docce N.1 servizi igienici Piazzola elisoccorso: N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 1,0 km N. persone insediabili: n. PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Da viale Italia Da via Selene UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No NOTE Eventuali note su problematiche dell'accessibilità Sezione 3 54 P a g

57 Risorse e infrastrutture PIAZZOLA CAMPEGGIO Scheda C3 Aggiornamento scheda: marzo 2012 Denominazione: ANAGRAFICA PARCO BAILINO Indirizzo: VIA DEL BAILINO Nome e recapito eventuale referente: sindaco FEDERICA BRULETTI 035/ Estensione totale: Tipo pavimentazione Servizi tecnologici presenti: Allaccio Fornitura Allaccio Fornitura Allaccio Fornitura Servizi igienici: Piazzola elisoccorso: N. persone insediabili: n. Da via del Bailino Da via della Fornace CARATTERISTICHE 2.298,00 mq. Permeabile: 2.298,00 mq. (prato) Impermeabile: 0,00 mq. (cementato) N.0 docce N.0 servizi igienici N.1 nella mappa In via Olimpia 12 Distante 1,5 km PRINCIPALI VIE D'ACCESSO Energia elettrica Acqua potabile Acque reflue UTILIZZO AREA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Rischio idraulico Si No Rischio industriale Si No Rischio trasporti Si No Rischio sismico Si No Altre emergenze individuate Si No Eventuali note su problematiche dell'accessibilità NOTE Sezione 3 55 P a g

58 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 4 STRUTTURA ORGANIZZATIVA

59 Struttura organizzativa INDICE SEZIONE GESTIONE DELL EMERGENZA RUOLI E PROCEDURE Albero decisionale STRUTTURE DI COMANDO E DI CONTROLLO Organismi sovraccomunali Organismi comunali operativi in emergenza Il Metodo Augustus e le funzioni di supporto Redatto: anno 2012 Sezione 4 57 P a g

60 Struttura organizzativa 11. GESTIONE DELL EMERGENZA 11.1 RUOLI E PROCEDURE Albero decisionale Alle emergenze classificabili fra gli eventi di protezione civile deve far fronte in primo luogo il Comune con i propri mezzi. Nel caso in cui la natura e la dimensione dell evento calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l intervento del Prefetto. Qualora l evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche rilevanti e tali da non poter essere affrontate da forze di livello provinciale, il Prefetto richiede l intervento dello Stato attraverso la struttura nazionale di protezione civile (Dipartimento della Protezione Civile). In ogni caso, al verificarsi di una situazione di emergenza, anche di livello comunale, il Sindaco deve darne immediata comunicazione alla Sala Operativa del Servizio Protezione Civile regionale, nonché alla Prefettura, e ne informa i responsabili per tutta la durata dell emergenza. Nel caso in cui le Amministrazioni locali possiedano sistemi di monitoraggio dei rischi, e questi prevedano il verificarsi di una situazione di emergenza, l informazione di preannuncio deve essere immediatamente comunicata, nell ordine, al Sindaco del Comune interessato, alla Sala Operativa del Servizio Protezione Civile regionale e al Prefetto competente per il territorio, per le determinazioni del caso in ordine alla valutazione delle dimensioni e delle caratteristiche dell evento atteso, nonché per le operazioni di cui ai precedenti punti. Si riporta di seguito un diagramma che evidenzia le principali attività che il Sindaco, autorità di protezione civile, deve organizzare per fornire la prima risposta di protezione civile. Sezione 4 58 P a g

61 Struttura organizzativa Sezione 4 59 P a g

62 Struttura organizzativa 11.2 STRUTTURE DI COMANDO E DI CONTROLLO Organismi sovraccomunali Al verificarsi di una situazione di emergenza, qualora l evento calamitoso non possa essere fronteggiato con mezzi e risorse comunali, il Sindaco chiede l intervento del Prefetto che si avvale di tre distinte strutture: a) C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) b) Sala Operativa della Prefettura c) C.O.M. (Centro Operativo Misto) a) Il C.C.S. viene costituito presso tutte le Prefetture una volta accertata la sussistenza di una situazione di pubblica calamità. Il C.C.S., presieduto dal Prefetto o suo delegato (Vice Prefetto, Capo di Gabinetto, ) si articola in componenti fisse e componenti eventuali. Le componenti fisse sono, di norma: Vigili del Fuoco Polizia di Stato Carabinieri Guardia di Finanza Polizia Stradale Esercito Corpo Forestale dello Stato Provveditorato alle Opere Pubbliche Regione Lombardia Amministrazione Provinciale competente Comuni capi settore dei C.O.M. ASL competente per territorio 118 competente per territorio Croce Rossa Italiana Organizzazioni di Volontariato Le componenti eventuali sono, i soggetti erogatori dei servizi essenziali (energia elettrica, gas, acqua, telefonia fissa e mobile, poste, scuole etc.) La sede del C.C.S. è di norma ubicata presso la Prefettura competente per territorio. b) La Sala Operativa della Prefettura è retta da un rappresentante del Prefetto ed è organizzata per funzioni di supporto quali: Sezione 4 60 P a g

63 Struttura organizzativa Funzioni di supporto SOP - Estratto da P.E. Provinciale La Sala Operativa dovrà mantenere un costante raccordo e coordinamento con i Centri Operativi Misti (C.O.M.), eventualmente istituiti dal Prefetto, e con la Sala Operativa (Sala Situazioni) del Servizio Protezione Civile della Regione. c) Il C.O.M. è una unità di assistenza tecnica, amministrativa e logistica ai comuni colpiti, costituita dal Prefetto nel caso in cui la situazione richieda l attivazione di operazioni a livello intercomunale o comunale. I C.O.M. fanno capo al C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) costituito presso tutte le Prefetture una volta accertata la sussistenza di una situazione di pubblica calamità. I compiti del C.O.M. sono quelli di coordinare e gestire le operazioni d emergenza sui luoghi del disastro in costante raccordo con il C.C.S. e la Sala Operativa della Prefettura e con i Sindaci dei comuni colpiti facenti capo al C.O.M. stesso. Si ricorda che il Comune di Levate è stato inserito, per finalità tecnico-logistiche della gestione d'emergenza della Prefettura di Bergamo, nel Centro Operativo Misto C.O.M. Dalmine Zingonia. Sezione 4 61 P a g

64 Struttura organizzativa Nel caso in cui le esigenze operative e geografiche lo richiedano, il Prefetto può costituire C.O.M. con competenze diverse o può individuare un diverso comune capo settore (nel caso in cui, ad esempio il comune individuato come capo settore sia stato colpito in modo tale da non assicurare le strutture ed i servizi necessari all espletamento dell attività del C.O.M.) Organismi comunali operativi in emergenza In ogni comune deve essere individuato il Referente Operativo Comunale (ROC), che può essere il Sindaco stesso, un ufficio, o semplicemente un addetto, che costituisca un riferimento fisso e permanente, in costante reperibilità. Al ROC spetta in periodi di normalità il compito di: - coordinare l attività di previsione e prevenzione dei rischi in ambito comunale - organizzare i rapporti con il Volontariato locale (comunale e/o intercomunale) - sovrintendere al (stesura e aggiornamento) - tenere contatti con le Istituzioni coinvolte in attività di protezione civile - coordinare l attività esercitativa di verifica della pianificazione In emergenza, per eventi di protezione civile, il Sindaco si avvale dell Unità di Crisi Locale (UCL), i cui componenti, reperibili h 24, mettono in atto il Piano di Emergenza e supportano il Sindaco nelle azioni decisionali, organizzative, amministrative, tecniche. L UCL è costituita da: MEMBRO NOME E COGNOME Sindaco ROC (Referente Operativo Comunale) Tecnico comunale Comandante Polizia Municipale Responsabile del Gruppo Comunale di protezione civile Responsabile Persone non Autosufficienti Ulteriore Membro UCL Comandante della Caserma dei Non presente sul territorio Carabinieri Relativamente alle nomine dei membri, e conseguentemente ai loro numeri telefonici di reperibilità da inserire nella rubrica in coda, la definizione di tali dati sarà completata dall Amministrazione Comunale. Sezione 4 62 P a g

65 Struttura organizzativa Il Metodo Augustus e le funzioni di supporto Il Metodo Augustus rappresenta, nell ambito della pianificazione di Protezione Civile, il contesto di riferimento per una pianificazione di emergenza basata sui concetti della semplicità e della flessibilità. L adozione del Metodo Augustus mediante l attuazione delle funzioni di supporto consente di rendere operativamente efficace la struttura del Piano di Emergenza. Le funzioni di supporto costituiscono l organizzazione delle risposte che occorre dare alle diverse esigenze che si possono presentare nel contesto dei diversi eventi calamitosi. Ogni funzione, rispetto alle altre, acquisterà un rilevo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento calamitoso. I referenti comunale delle varie funzioni Augustus, dovranno interfacciarsi con i propri omologhi per funzioni della SOP il cui elenco è riportato nel paragrafo precedente. La differenziazione della risposta sarà tanto più efficace quanto più il sistema del Piano sarà flessibile. Attraverso l attivazione delle funzioni di supporto si conseguono quattro distinti obiettivi: 1. si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore; 2. i singoli responsabili mantengono vivo il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto; 3. in caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell ambito della propria funzione di supporto; 4. la Sala Operativa viene strutturata a seconda del numero di funzioni di supporto attivate. Relativamente alle attività della Sala Operativa Comunale le funzioni di supporto da attivare sono le seguenti (la numerazione riprende quella ufficiale del Metodo Augustus): Funzione Augustus Tecnico Scientifica Pianificazione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria Compito del responsabile di funzione Il referente, ad esempio il rappresentante dell ufficio tecnico del Comune, dovrà mantenere e coordinare i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche Il referente, generalmente il rappresentante del Servizio Sanitario Locale, dovrà coordinare gli interventi di natura sanitaria e gestire l organizzazione dei materiali mezzi e personale sanitario (appartenenti alle strutture pubbliche, private o alle associazioni di volontariato operanti in ambito sanitario). Referente Tecnico comunale Nominativo: Recapiti telefonici: Responsabile del Servizio sanitario locale o del volontariato sociosanitario Nominativo: Recapiti telefonici: Volontariato Il referente, un rappresentante delle organizzazioni di volontariato locali provvede in tempo di pace ad Responsabile dell organizzazione locale di volontariato Sezione 4 63 P a g

66 Funzione Augustus Materiali e mezzi e Risorse umane Servizi essenziali e attività scolastica Censimento danni a persone e cose Strutture operative locali e viabilità Struttura organizzativa Compito del responsabile di funzione organizzare le esercitazioni congiunte con le altre strutture operative preposte all emergenza e in emergenza coordina i compiti delle organizzazioni di volontariato, che sono individuati nel piano di emergenza Il referente dovrà gestire e coordinare l impiego e la distribuzione dei materiali e mezzi appartenenti ad enti locali, volontariato, ecc. E indispensabile che il responsabile di funzione mantenga un quadro aggiornato dei materiali e mezzi a disposizione, essendo questi di primaria importanza per fronteggiare un emergenza di qualsiasi tipo Il responsabile, un tecnico comunale, dovrà mantenere costantemente aggiornata la situazione circa l efficienza e gli interventi sulle reti di servizio e metterne a conoscenza i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio coinvolto, compresi quelli relativi all attività scolastica Il responsabile, avvalendosi di funzionari degli uffici a livello comunale o regionale ed esperti del settore sanitario, industriale, etc. dovrà, successivamente all evento calamitoso, provvedere al censimento dei danni a: persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia Il responsabile, ad esempio della Polizia Locale, dovrà coordinare le attività delle varie strutture locali preposte alle attività ricognitive dell area colpita, al controllo della viabilità, alla definizione degli itinerari di sgombero, etc Nominativo: Referente Recapiti telefonici: Tecnico comunale Nominativo: Recapiti telefonici: Tecnico comunale Nominativo: Recapiti telefonici: Responsabile individuato e/o funzionari degli uffici comunali Nominativo: Recapiti telefonici: Responsabile individuato e/o funzionari degli uffici comunali Nominativo: Recapiti telefonici: Telecomunicazioni Assistenza alla popolazione Il coordinatore di questa funzione dovrà verificare l efficienza della rete di telecomunicazione, avvalendosi dei rappresentanti delle reti fisse e mobili e dell organizzazione dei radioamatori presenti sul territorio Il responsabile, un funzionario dell ente amministrativo locale, in possesso di competenza e conoscenza in merito al patrimonio abitativo locale, fornirà un quadro aggiornato della disponibilità di alloggiamento d emergenza Esperto in telecomunicazioni Nominativo: Recapiti telefonici: Funzionario dell amministrazione comunale Nominativo: Recapiti telefonici: Relativamente alle nomine dei referenti delle funzioni descritte, e conseguentemente ai loro numeri telefonici di reperibilità, la definizione di tali dati sarà completata dall Amministrazione Comunale. Sezione 4 64 P a g

67 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 5 MODELLO DI INTERVENTO E PROCEDURE STANDARD

68 Modello di intervento e procedure standard INIDCE SEZIONE PROCEDURE D INTERVENTO Premessa Procedure di carattere generale per l attivazione del Sistema comunale di protezione civile Fasi operative Ricezione della notizia Procedure Operative Standard (P.O.S.) generali Redatto: anno 2012 Sezione 5 65 P a g

69 Modello di intervento e procedure standard 12. PROCEDURE D INTERVENTO 12.1 PREMESSA L'attività di preparazione alla gestione delle emergenze si attua attraverso la compilazione di procedure per l attivazione del Piano comunale di protezione civile e del costante scambio d informazioni tra diversi componenti del Sistema comunale di protezione civile. In questa sezione si definiscono le principali responsabilità attribuite ai diversi attori che concorrono alla gestione delle emergenze. A tale proposito è necessario evidenziare l impostazione sintetica attribuita a tutte le procedure proposte, al fine di ottenere una garanzia di flessibilità delle stesse; nel contempo si rimanda agli specifici Piani di Settore per le procedure di dettaglio PROCEDURE DI CARATTERE GENERALE PER L ATTIVAZIONE DEL SISTEMA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Fasi operative L insieme delle azioni di protezione civile da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l evento sono definite fasi operative. Tali fasi sono classificate dalla Regione Lombardia1 secondo il seguente schema: - Preallarme Codice 1 - Allarme Codice 2 - Emergenza Codice 3 Il Preallarme è, in generale, una misura precauzionale che non necessariamente significa essere certi che si verificherà un evento calamitoso. Il suo significato principale è quello di ESSERE PRONTI. Si ha una fase di Allarme quando l evento che ha provocato il preallarme si aggrava facendo prevedere l imminente stato di emergenza, oppure se si manifesta un ulteriore evento che pone in immediato pericolo la collettività. Si ha uno stato di Emergenza quando gli eventi in atto, per tipologia, estensione, complessità e conseguenze che potrebbero determinare, richiedono per essere fronteggiati il ricorso a risorse e provvedimenti straordinari. Le tre fasi contraddistinguono diversi livelli di attivazione del Sistema comunale di protezione civile : Il Piano definisce di conseguenza le procedure operative standard (differenziate in funzione del tipo di evento da fronteggiare e definite nel dettaglio negli specifici paragrafi) per la razionalizzazione delle attività previste in ogni fase. In tale contesto è importante evidenziare che ogni segnalazione di eventuale pericolo deve essere correlata ad una risposta di intervento adeguato. L attivazione a vari livelli del Sistema comunale di protezione civile è legata alla probabilità che si verifichi, ovvero al concreto verificarsi di: Si sottolinea che l elencazione di cui sopra, pur se dettagliata, non rappresenta esaustivamente le situazioni che potrebbero comunque determinare l attivazione del Sistema. Si evidenzia inoltre che, per quanto attiene i rischi prevedibili (ad esempio alluvione), questi possono verosimilmente presentarsi attraverso tutte le fasi (preallarme allarme emergenza), Sezione 5 66 P a g

70 Modello di intervento e procedure standard mentre, per quanto riguarda i rischi non prevedibili, può essere necessario passare immediatamente all intervento di soccorso alla popolazione e, quindi, al codice 3 dell emergenza Ricezione della notizia La quasi totalità delle notizie riguardanti eventi che si verificano sul territorio comunale e che possono prefigurare emergenze (piccole o grandi) pervengono, di norma, all ufficio della Polizia Locale per via telefonica o per notizia acquisita direttamente dal personale del Corpo operativo sul territorio. L agente di PL, in qualità di primo ricettore della notizia, ha il compito di disporre immediatamente, una volta avvertito il Comandante del Corpo di Polizia Municipale, opportune verifiche intese ad accertare l attendibilità della segnalazione, nonché la tipologia e la portata di massima dell evento. Ciò consente, in tempi brevi, di effettuare un attenta ed opportuna opera di filtro delle notizie. Qualora la situazione in atto abbia caratteristiche tali da richiedere interventi straordinari si deve procedere immediatamente a: - informare il SINDACO e il ROC - dare avviso dell accaduto a: - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; - Sala operativa del SSUEm 118. Il compito del Sindaco, quale Ufficiale di Governo, è quello di valutare la gravità dell evento e la sua portata. E' un compito di primaria importanza perché, nel caso in cui l'avvenimento sia di modeste proporzioni e possa essere risolto con i mezzi localmente disponibili è inutile allarmare la catena della Protezione Civile. Una volta ricevuta e verificata la notizia, è necessario, in funzione della gravità ipotizzata, allertare la struttura comunale di protezione civile ed i vari Enti esterni. Poiché l Autorità di Protezione Civile alla quale sono attribuiti, a livello provinciale, i compiti di attivazione delle procedure di intervento e di coordinamento nella gestione dell emergenza è la Prefettura, innanzitutto il Sindaco inoltrerà ad essa la segnalazione continuando le indagini sul territorio per l acquisizione di ulteriori elementi di giudizio per valutare l entità dell evento PROCEDURE OPERATIVE STANDARD (P.O.S.) GENERALI Nel contesto indicato nel precedente paragrafo, il ROC deve: - accertare il tipo di pericolo (sulla base delle informazioni ricevute dall ufficio di Polizia Locale e da eventuali riscontri derivanti dai sopralluoghi disposti); - consultarsi con il Sindaco, il Tecnico Comunale, e il Comandante del Corpo di Polizia Municipale in relazione alla situazione in atto. Il ROC deciderà e disporrà tempestivamente per l attivazione delle procedure operative standard specifiche relative alle situazioni determinate da: - Incidente di azienda a rischio di incidente rilevante - Emergenza Idraulica - Condizioni meteorologiche avverse - rischio idrogeologico; - Emergenza sismica; Per tutte le altre tipologie di eventi6, che per intensità, dimensioni e conseguenze devono essere affrontati con strumenti straordinari, il ROC opterà tra: 1) una gestione diretta degli interventi con : - l impiego del Nucleo comunale di protezione civile; - l eventuale impiego dei vari Settori del Comune; Sezione 5 67 P a g

71 Modello di intervento e procedure standard - l eventuale coinvolgimento di associazioni di volontariato; - il pre-allertamento dei componenti dell UCL; 2) l attivazione immediata del Sistema nella sua globalità (convocazione dell UCL, attivazione della sala funzioni di supporto, etc.). L attivazione del Sistema nella sua globalità può avvenire anche come evoluzione di una gestione dell evento di cui al punto 1. Nel secondo caso, in attesa del funzionamento a pieno regime dell UCL, il ROC provvede a: - disporre per l attivazione della Sala Operativa; - rapportarsi con il tecnico comunale, con il responsabile dei volontari di Protezione Civile, fornendo elementi circostanziati della situazione; - acquisire, se le notizie pervenute dal personale del Corpo di Polizia Municipale già presente sul territorio non sono sufficienti, ulteriori elementi di merito circa il dimensionamento del fenomeno attraverso una sistematica rilevazione della situazione (danni a persone, danni a cose, danni a manufatti, etc.), impiegando : - il Nucleo comunale di protezione civile; - il personale e le altre risorse del Comune; - rapportarsi con la Prefettura e con l ufficio Regionale di Protezione civile; - rapportarsi, a seconda dell evento in corso, con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, l A.S.L., l Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente (di seguito nel testo denominata A.R.P.A.) ed il SSUEm 118; - rapportarsi con gli Enti gestori dei servizi; - disporre per il preavviso alle associazioni di volontariato relativamente ad un loro possibile imminente utilizzo (potenziamento dell azione di monitoraggio già in atto, presidi delle zone particolarmente a rischio, predisposizione di eventuali azioni di soccorso o evacuazione, collaborazione con il Nucleo comunale di protezione civile, etc.). Il Sindaco provvede a: - convocare l UCL presso la sede OPERATIVA; - rapportarsi con il Prefetto e con il Presidente della Giunta Regionale. Sezione 5 68 P a g

72 Modello di intervento e procedure standard Estratto dal Piano di Emergenza Provinciale Provincia di Bergamo. Sezione 5 69 P a g

73 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 6 RISCHIO INDUSTRIALE

74 Rischio Industriale INDICE SEZIONE 6a 13. PREMESSA COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE P.O.S. da attuare in conformità al Piano di Emergenza Esterno Stabilimento BRENTAG S.p.A P.O.S. da attuare in conformità al Piano di Emergenza Esterno Stabilimento SABO S.r.l P.O.S. da attuare in conformità al Piano di Emergenza Esterno Stabilimento SIAD S.r.l FINE DELL ALLARME ESTERNO O EMERGENZA ESTERNA Redatto: anno 2012 Sezione 6a 70 P a g

75 Rischio Industriale 13. PREMESSA La prefettura di Bergamo in collaborazione con la Provincia di Bergamo ha approvato il Piano di Emergenza Esterno per il rischio industriale Approvato con Decreto del Prefetto di Bergamo n 24187/4O3/2010/Area V del 1 dicembre 2010 e con DCP 134 del 29/11/2010. Nel suddetto Piano sono stati individuati cinque distinti stati di emergenza; stati peraltro ipotizzabili - anche se non in eguale misura e probabilità - sia in caso di eventi istantanei che in caso di eventi a dinamica veloce/lenta : 1. Stato di preallarme interno, che si realizza ogni volta vi sia fondato timore che si verifichi un evento incidentale grave i cui effetti sono comunque attesi entro i confini dello stabilimento. 2. Stato di emergenza interna, che si verifica quando si è verificato un incidente, che per il suo livello di gravità, ha effetti solo all'interno dello stabilimento e non presenta rischi di espansione. Detto incidente, in quanto avvertito o avvertibile dalla popolazione, potrebbe creare una forma incipiente di allarmismo e preoccupazione- Coincide di fatto con il primo livello di allerta ATTENZIONE previsto nelle Linee Guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna di cui all art.20 comma 4 del decreto legislativo 17 agosto 1999 n.334, approvate con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 febbraio Stato di allarme esterno, che si realizza ogni volta vi sia il fondato timore che un evento/incidente verificatosi all interno degli impianti, pur sotto controllo, possa far temere un aggravamento che comporti un danno per la popolazione e/o le strutture situate all esterno dello stabilimento Si verifica in presenza di eventi chiaramente avvertiti dalla popolazione. Sostanzialmente coincide con il secondo livello di allerta PREALLARME, previsto nelle Linee Guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna. 4. Stato di emergenza esterna che si verifica in presenza di eventi incidentali, che fin dal loro insorgere, o a causa di sviluppi incontrollati, possono produrre gravi effetti anche sull area esterna allo stabilimento. Lo stato in argomento viene definito ALLARME - EMERGENZA ESTERNA ALLO STABILIMENTO nel citato D.P.C.M.25/2/2005. Nelle relative schede viene precisato che la revoca dello stato di emergenza esterna, coincidente con il quarto livello CESSATO ALLARME, previsto dalle Linee Guida fornite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, viene assunta dal Prefetto in sede di Centro Coordinamento Soccorsi, su proposta del suo delegato presente sul posto e sentite le strutture operative e gli amministratori locali. Ciò avviene quando è stata assicurata la messa in sicurezza del territorio e dell ambiente. 5. Stato post-emergenza è la fase in cui, pur essendosi verificato un incidente avente rilevanza esterna, è stato superato lo stato di emergenza, in quanto non si ha motivo di temere l espandersi dello scenario incidentale. Si procede quindi a verificare i livelli di inquinamento della zona ed il ripristino della normalità. Sezione 6a 71 P a g

76 Rischio Industriale Tenuto conto dell attuale organizzazione del sistema provinciale di protezione civile e della diversa tipologia e dislocazione delle aziende, il piano non codifica i tempi di compimento delle singole azioni. Tuttavia, considerato che ciascuno stato di emergenza è caratterizzato da una propria durata dipendente dalla velocità con cui il fenomeno incidentale si evolve, si ritiene opportuno stabilire una priorità tra le diverse misure di protezione civile, introducendo per ogni stato ( allarme esterno, emergenza esterna e post emergenza ) tre distinte fasi Chiarito il concetto di stato di emergenza e quello di fase, occorre fornire una sintetica illustrazione dei principali problemi che un emergenza comporta e dei principi sui quali si fonda la parte relativa alle procedure da adottare. temporali a seconda del grado di urgenza delle azioni da compiere. Gli incidenti industriali che potrebbero insorgere nei due stabilimenti presenti sul territorio di Levate sono eventi a dinamica veloce con rilascio di nube tossica, pertanto si ritiene opportuno che alla prima comunicazione da parte del gestore aziendale di un evento incidentale, il Sindaco attivi la procedura di ALLARME ESTERNO (PREALLARME), attivando l intero sistema di provinciale di Protezione Civile. Nel territorio di Levate sono ubicate delle sirene per avvisare la popolazione. Di seguito si riporta tabella con ubicazione e segnale convenzionato. Mezzo Proprietà Ubicazione punto attivazione Responsabile attivazione Allarme con Riparo al chiuso Sirene Comune Corso Europa ditte Suono bitonale Sirene Comune Via dei Caravaggi ditte Suono bitonale Sirene Comune Via Olimpia ditte Suono bitonale Campane Parrocchia Piazza Duca d'aosta Comune Suono a martello intermittente per 3 minuti Evacuazione Suono modulato continuo Suono modulato continuo Suono modulato continuo Suono a martello senza intermittenza per 3 minuti Cessato allarme Suono monotonale Suono monotonale Suono monotonale Inoltre il Comune di Levate ha attivato il sistema di informazione della popolazione tramite SMS, che potrebbe essere utilizzato anche per tale evenienza 13.1 COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE Come già detto i potenziali incidenti prevedono il rilascio di una nube tossica, pertanto la migliore misura di tutela è quella di tenersi al riparo ed al chiuso, e pertanto a SIRENA SUONO BITONALE e SUONO A MARTELLO AD INTERMITTENZA (per una durata di almeno 3 minuti) la popolazione dovrà procedere come segue: 1. dovrà cercare immediatamente riparo al chiuso, nelle rispettive abitazioni, seguendo le seguenti istruzioni: cercare immediatamente riparo nella propria abitazione o nell'edificio più vicino; Sezione 6a 72 P a g

77 Rischio Industriale chiudere ogni uscita o apertura verso l esterno; non usare apparecchi che possano formare scintille; disattivare l impianto elettrico; interrompere l erogazione di gas; arrestare l eventuale impianto di aerazione; accendere la radio (alimentata a batterie) e mettersi in ascolto delle stazioni radio locali per ricevere eventuali istruzioni sul da farsi da parte delle autorità di protezione civile. Il riparo al chiuso consente, infatti, alle persone di non esporsi ai citati fumi ed attendere che gli stessi si dissolvano nell aria. In casi particolari, peraltro, può accadere che, pur essendo stata raccomandata tale misura di protezione, i singoli individui avvertano l esigenza di evacuare (ad esempio quando la concentrazione di fumi all interno dell abitazione risulti più elevata rispetto a quella esterna); gli organi di soccorso tecnico procederanno, ove possibile, al loro accompagnamento in zona sicura. 2. Qualora sia stata disposta l evacuazione (disposta, per ipotesi, con un suono di sirena modulato continuo oppure con apposito messaggio dato a mezzo di megafono) la popolazione coinvolta dovrà procedere seguendo le seguenti istruzioni: abbandonare, preferibilmente a piedi, le abitazioni e dirigersi verso le zone di raccolta temporanea (da dove verrà trasferita, con appositi mezzi, nelle aree di ricovero già individuate dal Comune competente); se necessario, respirare proteggendo la bocca con un panno bagnato. Sezione 6a 73 P a g

78 Rischio Industriale Sezione 6a 74 P a g

79 Rischio Industriale 13.2 P.O.S. DA ATTUARE IN CONFORMITÀ AL PIANO DI EMERGENZA ESTERNO STABILIMENTO BRENTAG S.P.A. il Sindaco, ricevuta la comunicazione: ALLARME ESTERNO O PREALLARME PRIMA FASE verifica che siano state attivate le strutture di soccorso urgente (115 e 118) dirama via FAX la dichiarazione di stato di preallarme (all. IND.1 Brentag) a tutti gli Enti interessati di cui (all. Ind 2 Brentag) ) e ai Sindaci dei comuni limitrofi. attiva l UCL (unità di crisi Locale) attiva il sistema di allertamento della popolazione, (se non è stato attivato dal gestore aziendale) e dirama messaggio di preallarme (all. IND.3 Brentag) dispone l informazione dell evento in corso agli stabilimenti siti nelle adiacenze (all. IND.4 Brentag), affinché adottino le misure di preallarme previste dal proprio piano di emergenza interno; dispone l informazione dell evento in corso alle strutture sensibili site nelle adiacenze (all. IND.5 Brentag), affinché adottino le misure di preallarme trasmesse dal Comune. Accerta che non vi siano manifestazioni all aperto (mercato settimanale, feste e sagre) nel caso attiva la procedura di informazione ed evacuazione (all. IND. 6 Brentag) Attiva le specifiche procedure di assistenza per le persone disabili (all. IND. 7 Brentag) fornisce agli organi di soccorso indicazioni generali circa il luogo esterno all area di rischio ove eventualmente far confluire i mezzi di soccorso e dove potrà essere eventualmente attivato il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.); si dirige presso il luogo individuato come sede del Posto di Comando Avanzato, e presi i necessari contatti con i Vigili del Fuoco, il S.S.U.EM 118 e le Forze di Polizia assume se l evento si realizza - il coordinamento generale dei primi soccorsi; fornisce disposizioni per l allestimento dei locali presso i quali si insedierà il Centro Operativo Misto; attiva il piano dei posti di blocco (all. IND. 8 Brentag) preallerta le Ferrovia dello Stato (Bergamo-Treviglio) circa l eventuale necessità di interrompere la viabilità ferroviaria nella tratta interessata. SECONDA FASE verifica l attivazione e l operatività dei propri servizi tecnici competenti; Trasmette comunicato stampa agli organi di informazione (all.9 IND. Brentag) attiva, ove necessario, il volontariato di protezione civile comunale perché fornisca supporto alle attività di soccorso e quelle attinenti alla gestione delle viabilità; Sezione 6a 75 P a g

80 Rischio Industriale assicura la funzionalità di un numero telefonico del Comune affinché la popolazione possa essere edotta in modo puntuale della situazione in atto; assume la direzione del C.O.M. fino all arrivo del Rappresentante della Prefettura; dispone, se del caso, l apertura dei centri di raccolta temporanea; informa costantemente la Prefettura ed il C.C.S. circa l evoluzione della situazione e le misure adottate a tutela della popolazione; Garantisce, se ritenuto opportuno, la presenza al P.C.A. di un proprio rappresentante anche come elemento di collegamento. Polizia Locale favorisce l afflusso dei mezzi di soccorso assumendo ogni iniziativa utile allo scopo; favorisce l allestimento e la funzionalità dei centri di raccolta. TERZA FASE se necessario, ordina la sospensione dell erogazione dei servizi essenziali (luce, acqua e gas); se l evolversi della situazione lo richiede, in conformità alle indicazioni del P.C.A./C.O.M., dispone l evacuazione della popolazione più vicina alla ditta (356 persone) presso i centri di accoglienza temporanea (all. IND. 10 Brentag); segue l evolversi della situazione e, se ricorrono i presupposti, sulla base delle indicazioni del C.O.M., propone al Prefetto la dichiarazione dello stato di emergenza esterna* ovvero la revoca dell allarme esterno informandone la popolazione; in tale ultimo caso, segue le operazioni per l ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni evacuate. informa la popolazione in ordine all evento ed alle misure adottate e da adottare; * in caso di necessità, il Sindaco procede alla dichiarazione dello stato di emergenza esterna anche senza preventiva autorizzazione del Prefetto/C.C.S.. Sezione 6a 76 P a g

81 Rischio Industriale EMERGENZA ESTERNA PRIMA FASE Ove non vi sia stato un preavviso sufficiente per procedere alla dichiarazione dello stato di allarme esterno, ricevuta la comunicazione dal gestore aziendale circa l evento incidentale ed acquisite le prime informazioni sulla situazione, il Sindaco: verifica che siano state attivate le strutture di soccorso urgente (115 e 118) dirama via FAX la dichiarazione di Emergenza Esterna (all. IND.12 Brentag) a tutti gli Enti interessati di cui (all. Ind 2 Brentag) ) e ai Sindaci dei comuni limitrofi. attiva l UCL (unità di crisi Locale) attiva il sistema di allertamento della popolazione, (se non è stato attivato dal gestore aziendale) e dirama messaggio di Emergenza Esterna (all. IND.13 Brentag) dispone l informazione dell evento in corso agli stabilimenti siti nelle adiacenze (all. IND.4 Brentag), affinché adottino le misure di Emergenza Esterna previste dal proprio piano di emergenza interno; dispone l informazione dell evento in corso alle strutture sensibili site nelle adiacenze (all. IND.5 Brentag), affinché adottino le misure di Emergenza Esterna trasmesse dal Comune. Accerta che non vi siano manifestazioni all aperto (mercato settimanale, feste e sagre) nel caso attiva la procedura di informazione ed evacuazione (all. IND. 14 Brentag) Attiva le specifiche procedure di assistenza per le persone disabili (all. IND. 7 Brentag) fornisce agli organi di soccorso indicazioni generali circa il luogo esterno all area di rischio ove eventualmente far confluire i mezzi di soccorso e dove potrà essere eventualmente attivato il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.); si dirige presso il luogo individuato come sede del Posto di Comando Avanzato, e presi i necessari contatti con i Vigili del Fuoco, il S.S.U.EM 118 e le Forze di Polizia assume se l evento si realizza - il coordinamento generale dei primi soccorsi; fornisce disposizioni per l allestimento dei locali presso i quali si insedierà il Centro Operativo Misto; attiva il piano dei posti di blocco (all. IND. 8 Brentag) allerta le Ferrovia dello Stato (Bergamo-Treviglio) circa la necessità di interrompere la viabilità ferroviaria nella tratta interessata. SECONDA FASE attiva i volontari di protezione civile comunali perché forniscano, ove opportuno, supporto alle attività di soccorso e quelle attinenti alla gestione delle viabilità; assicura la funzionalità ed il costante presidio di un numero telefonico del/i Comune/i affinché la popolazione possa essere edotta in modo puntuale della situazione in atto e delle misure disposte; Sezione 6a 77 P a g

82 Rischio Industriale assume la direzione del C.O.M. fino all arrivo del funzionario/dirigente prefettizio; dispone, se del caso, l apertura dei centri di raccolta temporanea; informa costantemente il C.C.S. - se istituito - circa l evoluzione della situazione e le misure adottate a tutela della popolazione. Polizia Locale favorisce l afflusso dei mezzi di soccorso assumendo ogni iniziativa utile allo scopo; favorisce l allestimento e la funzionalità dei centri di raccolta. TERZA FASE se non già effettuato e se necessario, ordina la sospensione dell erogazione dei servizi essenziali (luce, acqua e gas); qualora sia stata accertata una situazione di rischio per la popolazione più vicina, dispone l evacuazione della stessa ed il ricovero nelle aree/strutture designate all accoglienza; (all. IND10 Brentag) propone al Prefetto/C.C.S. la dichiarazione dello stato di post-emergenza ovvero la revoca dello stato di emergenza in tal caso, segue le operazioni per l ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni evacuate e accessibili, provvedendo alle necessità della popolazione che non può tornare presso le proprie perché inagibili. Sezione 6a 78 P a g

83 Rischio Industriale 13.3 P.O.S. DA ATTUARE IN CONFORMITÀ AL PIANO DI EMERGENZA ESTERNO STABILIMENTO SABO S.R.L. il Sindaco, ricevuta la comunicazione: ALLARME ESTERNO O PREALLARME PRIMA FASE verifica che siano state attivate le strutture di soccorso urgente (115 e 118) dirama via FAX la dichiarazione di stato di preallarme (all. IND.1 Sabo) a tutti gli Enti interessati di cui (all. Ind 2 Sabo) e ai Sindaci dei comuni limitrofi. attiva l UCL (unità di crisi Locale) attiva il sistema di allertamento della popolazione, (se non è stato attivato dal gestore aziendale) e dirama messaggio di preallarme (all. IND.3 Sabo) dispone l informazione dell evento in corso agli stabilimenti siti nelle adiacenze (all. IND.4 Sabo), affinché adottino le misure di preallarme previste dal proprio piano di emergenza interno; dispone l informazione dell evento in corso alle strutture sensibili site nelle adiacenze (all. IND.5 Sabo), affinché adottino le misure di preallarme trasmesse dal Comune. Accerta che non vi siano manifestazioni all aperto (mercato settimanale, feste e sagre) nel caso attiva la procedura di informazione ed evacuazione (all. IND. 6 Sabo) Attiva le specifiche procedure di assistenza per le persone disabili (all. IND. 7 Sabo) fornisce agli organi di soccorso indicazioni generali circa il luogo esterno all area di rischio ove eventualmente far confluire i mezzi di soccorso e dove potrà essere eventualmente attivato il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.); si dirige presso il luogo individuato come sede del Posto di Comando Avanzato, e presi i necessari contatti con i Vigili del Fuoco, il S.S.U.EM 118 e le Forze di Polizia assume se l evento si realizza - il coordinamento generale dei primi soccorsi; fornisce disposizioni per l allestimento dei locali presso i quali si insedierà il Centro Operativo Misto; attiva il piano dei posti di blocco (all. IND. 8 Sabo) preallerta le Ferrovia dello Stato (Bergamo-Treviglio) circa l eventuale necessità di interrompere la viabilità ferroviaria nella tratta interessata. SECONDA FASE verifica l attivazione e l operatività dei propri servizi tecnici competenti; Trasmette comunicato stampa agli organi di informazione (all.9 IND. Sabo) attiva, ove necessario, il volontariato di protezione civile comunale perché fornisca supporto alle attività di soccorso e quelle attinenti alla gestione delle viabilità; Sezione 6a 79 P a g

84 Rischio Industriale assicura la funzionalità di un numero telefonico del Comune affinché la popolazione possa essere edotta in modo puntuale della situazione in atto; assume la direzione del C.O.M. fino all arrivo del Rappresentante della Prefettura; dispone, se del caso, l apertura dei centri di raccolta temporanea; informa costantemente la Prefettura ed il C.C.S. circa l evoluzione della situazione e le misure adottate a tutela della popolazione; Garantisce, se ritenuto opportuno, la presenza al P.C.A. di un proprio rappresentante anche come elemento di collegamento. Polizia Locale favorisce l afflusso dei mezzi di soccorso assumendo ogni iniziativa utile allo scopo; favorisce l allestimento e la funzionalità dei centri di raccolta. TERZA FASE se necessario, ordina la sospensione dell erogazione dei servizi essenziali (luce, acqua e gas); se l evolversi della situazione lo richiede, in conformità alle indicazioni del P.C.A./C.O.M., dispone l evacuazione della popolazione più vicina alla ditta (356 persone) presso i centri di accoglienza temporanea (all. IND. 10 Sabo); segue l evolversi della situazione e, se ricorrono i presupposti, sulla base delle indicazioni del C.O.M., propone al Prefetto la dichiarazione dello stato di emergenza esterna* ovvero la revoca dell allarme esterno informandone la popolazione; in tale ultimo caso, segue le operazioni per l ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni evacuate. informa la popolazione in ordine all evento ed alle misure adottate e da adottare; * in caso di necessità, il Sindaco procede alla dichiarazione dello stato di emergenza esterna anche senza preventiva autorizzazione del Prefetto/C.C.S.. Sezione 6a 80 P a g

85 Rischio Industriale EMERGENZA ESTERNA PRIMA FASE Ove non vi sia stato un preavviso sufficiente per procedere alla dichiarazione dello stato di allarme esterno, ricevuta la comunicazione dal gestore aziendale circa l evento incidentale ed acquisite le prime informazioni sulla situazione, il Sindaco competente per territorio: verifica che siano state attivate le strutture di soccorso urgente (115 e 118) dirama via FAX la dichiarazione di Emergenza Esterna (all. IND.12 Sabo) a tutti gli Enti interessati di cui (all. Ind 2 Sabo) ) e ai Sindaci dei comuni limitrofi. attiva l UCL (unità di crisi Locale) attiva il sistema di allertamento della popolazione, (se non è stato attivato dal gestore aziendale) e dirama messaggio di Emergenza Esterna (all. IND.13 Sabo) dispone l informazione dell evento in corso agli stabilimenti siti nelle adiacenze (all. IND.4 Sabo), affinché adottino le misure di Emergenza Esterna previste dal proprio piano di emergenza interno; dispone l informazione dell evento in corso alle strutture sensibili site nelle adiacenze (all. IND.5 Sabo), affinché adottino le misure di Emergenza Esterna trasmesse dal Comune. Accerta che non vi siano manifestazioni all aperto (mercato settimanale, feste e sagre) nel caso attiva la procedura di informazione ed evacuazione (all. IND. 14 Sabo) Attiva le specifiche procedure di assistenza per le persone disabili (all. IND. 7 Sabo) fornisce agli organi di soccorso indicazioni generali circa il luogo esterno all area di rischio ove eventualmente far confluire i mezzi di soccorso e dove potrà essere eventualmente attivato il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.); si dirige presso il luogo individuato come sede del Posto di Comando Avanzato, e presi i necessari contatti con i Vigili del Fuoco, il S.S.U.EM 118 e le Forze di Polizia assume se l evento si realizza - il coordinamento generale dei primi soccorsi; fornisce disposizioni per l allestimento dei locali presso i quali si insedierà il Centro Operativo Misto; attiva il piano dei posti di blocco (all. IND. 8 Sabo) allerta le Ferrovia dello Stato (Bergamo-Treviglio) circa la necessità di interrompere la viabilità ferroviaria nella tratta interessata. SECONDA FASE attiva i volontari di protezione civile comunali perché forniscano, ove opportuno, supporto alle attività di soccorso e quelle attinenti alla gestione delle viabilità; assicura la funzionalità ed il costante presidio di un numero telefonico del/i Comune/i affinché la popolazione possa essere edotta in modo puntuale della situazione in atto e delle misure disposte; Sezione 6a 81 P a g

86 Rischio Industriale assume la direzione del C.O.M. fino all arrivo del funzionario/dirigente prefettizio; dispone, se del caso, l apertura dei centri di raccolta temporanea; informa costantemente il C.C.S. - se istituito - circa l evoluzione della situazione e le misure adottate a tutela della popolazione. Polizia Locale favorisce l afflusso dei mezzi di soccorso assumendo ogni iniziativa utile allo scopo; favorisce l allestimento e la funzionalità dei centri di raccolta. TERZA FASE se non già effettuato e se necessario, ordina la sospensione dell erogazione dei servizi essenziali (luce, acqua e gas); qualora sia stata accertata una situazione di rischio per la popolazione più vicina, dispone l evacuazione della stessa ed il ricovero nelle aree/strutture designate all accoglienza; (all. IND10 Sabo) propone al Prefetto/C.C.S. la dichiarazione dello stato di post-emergenza ovvero la revoca dello stato di emergenza in tal caso, segue le operazioni per l ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni evacuate e accessibili, provvedendo alle necessità della popolazione che non può tornare presso le proprie perché inagibili. Sezione 6a 82 P a g

87 Rischio Industriale 13.4 P.O.S. DA ATTUARE IN CONFORMITÀ AL PIANO DI EMERGENZA ESTERNO STABILIMENTO SIAD S.R.L. Nel caso di incidente rilevante presso lo stabilimento SIAD, il Sindaco comunicazione dal gestore della ditta e/o dal Sindaco del Comune di Osio Sopra. Si interfaccia con il Sindaco di Osio Sopra attiva l UCL (unità di crisi Locale) una volta ricevuta la Dovrà mantenersi in contatto con il Sindaco di Osio Sopra, recandosi presso il C.O.M.; Informerà la Sala Operativa della Prefettura circa le misure adottate e le difficoltà eventualmente riscontrate. attiva il sistema di allertamento della popolazione, e dirama messaggio di preallarme (all.ind.1 SIAD) Sezione 6a 83 P a g

88 Rischio Industriale 14. FINE DELL ALLARME ESTERNO O EMERGENZA ESTERNA Non appena venuto a conoscenza del cessato stato di ALLARME ESTERNO o di EMERGENZA, il Sindaco, sentito il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e la Prefettura, dispone per la diramazione del messaggio di cessato stato di ALLARME ESTERNO o di EMERGENZA. Di conseguenza: Il ROC dirama via fax a tutti gli Enti interessati di cui (all. Ind 2) ) e ai Sindaci dei comuni limitrofi, la dichiarazione di cessato stato di allarme o emergenza (all. IND 15 ). Il ROC dispone per la diffusione del messaggio di cessato stato di allarme alla popolazione (all. IND 16/17 Brentag-Sabo ed all. IND 2 Siad), utilizzando i veicoli del Corpo di Polizia Municipale dotati di altoparlanti secondo itinerari prestabiliti e provvedendo altresì a disattivare gli specifici servizi. Il Comandante del Corpo di Polizia Municipale disattiva gli specifici servizi e dispone per la completa riattivazione della circolazione veicolare e pedonale Sezione 6a 84 P a g

89 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 6 RISCHIO IDRAULICO

90 Rischio Idraulico INDICE SEZIONE 6b 15. PREMESSA INFORMAZIONE AI CITTADINI P.O.S. PER CONDIZIONI METEOROLOGICHE AVVERSE RISCHIO IDRAULICO PREMESSA ATTIVAZIONE DEL SISTEMA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Redatto: anno 2012 Sezione 6b 85 P a g

91 Rischio Idraulico 15. PREMESSA Per quanto riguarda il territorio di Levate, si registrano problemi legati ai corsi d acqua presenti sul territorio a seguito delle condizioni meteorologiche avverse. Pertanto come nel caso della gestione dei rischi naturali trattati nella sezione 6d, anche per il rischio idraulico, trattandosi di un rischio prevedibile si potranno avere tre fasi di allertamento della macchina di protezione civile. Pertanto, visto che il rischio idraulico è consequenziale a condizioni meteorologiche avverse, anche per questo rischio si assume che il territorio regionale è stato suddiviso in aree omogenee per caratteristiche fisiche e climatiche e per ogni area vi è una rete di monitoraggio regionale. Il comune di Levate ricade nell area omogenea LOMB D In relazione ai livelli di criticità indicati nella Direttiva Regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile (DGR 22/12/2008 n. 8/8753 e aggiornamento tecnico DDUO 22/12/2011 n ) la corrispondenza tra le fasi e il livello di criticità è la seguente: Sezione 6b 86 P a g

92 Rischio Idraulico Per il rischio idraulico per un comune di pianura come Levate, la Regione Lombardia ha assunto un criterio di definizione di soglie di allertamento che, sulla scorta di un analisi statistica, ha permesso di definire dei valori di precipitazioni per intervalli di tempo di 24 ore e tempi di ritorno pari a 2 e 5 anni, come evidenziato nella tabella seguente: Dove: PMA= precipitazione media annua S0 = Soglia passaggio da normalità a criticità ordinaria S1 = Soglia passaggio da criticità ordinaria a criticità moderata S2 = Soglia passaggio da criticità moderata a criticità elevata Di seguito si riporta un esempio di comunicato bollettino di vigilanza meteorologica nel quale sono stati evidenziati i dati che interessano il territorio di Levate. Agli stati di criticità riportati corrispondono di massima, salva ogni altra misura che localmente le Autorità di protezione civile ritengono di assumere a carattere precauzionale, le seguenti attivazioni delle strutture locali di protezione civile: Sezione 6b 87 P a g

93 Rischio Idraulico preallarme (cod. 1); allarme (cod. 2) emergenza (cod. 3) Ad esempio nel caso in cui il Comune ricevesse un bollettino come quello dell esempio, dovrebbe attivare la procedura di allarme. B Sezione 6b 88 P a g

94 Rischio Idraulico 15.1 INFORMAZIONE AI CITTADINI Una delle risorse più importanti per affrontare eventi estremi di natura idrogeologica e idrica, è l informazione. Di seguito sono riportate alcune informazioni ai cittadini sulle misure da attivare in caso di inondazione: In ogni caso, se possibile, allontanatevi in fretta verso luoghi sicuri Se siete in casa e vi accorgete in tempo dell'inondazione Se l'alluvione vi ha sorpreso all'interno della casa e non potete più uscire Se siete in automobile e l'acqua ha già invaso la sede stradale chiudete il gas e l'impianto elettrico; evitate comunque di venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati; interrompete se possibile l'erogazione dell'impianto di riscaldamento a gasolio, per impedire la fuoriuscita del combustibile salite ai piani superiori o addirittura sul tetto; non tentate di arginare le piccole falle: masse d'acqua maggiori potrebbero sopraggiungere all'improvviso e con grande forza. moderate la velocità per non perdere il contatto del mezzo, ma non fermatevi perché correte il rischio di non riuscire più a ripartire moderare la velocità per poter valutare le condizioni di percorribilità dei sottopassi. Sezione 6b 89 P a g

95 Rischio Idraulico 15.2 P.O.S. PER CONDIZIONI METEOROLOGICHE AVVERSE RISCHIO IDRAULICO PREALLARME Al ricevimento del fax o fonogramma di preallarme di avverse condizioni meteo, il Sindaco prende atto della situazione e procede ad informare: - Il ROC; - Il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - Il Responsabile dei volontari di protezione civile, che dispone il pre-allertamento degli stessi, ove occorra, al fine di attivare il monitoraggio delle zone del paese che in passato sono state soggette ad allagamenti. - Il ROC informa i residenti della aree a rischio del possibile principio di allagamento degli scantinati. - Il Tecnico comunale preavvisa il magazzino comunale per le corte di mezzi materiali. Una volta informati della situazione di preallarme ed in attesa dell evolversi della situazione, il ROC, il Comandante del Corpo di Polizia Municipale, ed il Responsabile dei volontari di protezione civile hanno il compito di mantenersi in stretto contatto con la Centrale Operativa. Cessato Preallarme Quando viene trasmesso il messaggio di cessato preallarme, il Sindaco da avvio alle medesime procedure descritte nel paragrafo precedente. Ha il compito, pertanto, di informare: - Il ROC; - Il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - Il Responsabile dei volontari di protezione civile; Sezione 6b 90 P a g

96 Rischio Idraulico Allarme Lo stato di allarme ha inizio al ricevimento del fax o fonogramma di allarme di avverse condizioni meteo o al verificarsi di un peggioramento dello stato di preallarme. In tale caso il Sindaco prende atto della situazione e procede ad informare: - Il ROC; - attivare l UCL - Il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - Il Responsabile del Nucleo comunale di protezione civile, che dispone, ove occorra, il preallertamento dello stesso, i cui componenti vengono sollevati dalle attività istituzionali ordinariamente svolte; Qualora la fase di allarme non segua la fase di preallarme - Viene avviato il monitoraggio delle zone del paese che in passato sono state soggette ad allagamenti. - Il ROC informa i residenti della aree a rischio del possibile principio di allagamento degli scantinati. - Il Tecnico comunale preavvisa il magazzino comunale per le corte di mezzi materiali. Inoltre il Sindaco - Attua tutti gli interventi necessari per porre in sicurezza la popolazione o per garantire gli eventuali primi soccorsi. - Predispone il monitoraggio per eventuale chiusura dei sottopassi, attivando i percorsi alternativi. - Coordina l attività delle Organizzazioni di Volontariato locale. - Da seguito alle misure di protezione collettiva definite di concerto con la Prefettura e gli altri Organismi tecnici competenti in materia dell evento in corso, diramando il messaggio di allarme alla popolazione e procedendo, se così deciso, all allontanamento della stessa dalle aree a rischio, dando priorità alle persone con ridotta autonomia. - In ragione degli sviluppi della situazione, emana tutti i provvedimenti volti a tutelare la pubblica incolumità, la salvaguardia dei beni pubblici e privati e dell ambiente. - Attiva le procedure per l impiego delle risorse (persone, materiali, mezzi, strutture) necessarie per fronteggiare la possibile situazione di emergenza, manifestando al COM/S.O.P. eventuali ulteriori necessità che non sono in grado di soddisfare. SE OPPORTUNO O NECESSARIO: - Richiama in servizio il personale necessario per lo svolgimento delle attività straordinarie Predispone l utilizzo delle aree logistiche, per accogliere i mezzi di soccorso confluenti nel proprio territorio e dispone l utilizzo delle strutture di accoglienza per le persone eventualmente evacuate. - Valuta l efficienza e l efficacia delle attività di tutti gli Organismi operanti sotto il proprio coordinamento, disponendo misure alternative laddove riscontrino delle carenze. - Mantiene contatti con i Gestori di servizi essenziali riferiti al proprio territorio. - A seguito di istituzione del COM invia il proprio rappresentante. Il Sindaco chiede al Prefetto l attivazione del CCS (centro coordinamento soccorsi) e del COM 3 (centro operativo misto) se l evento alluvionale supera i confini comunali o se non può essere affrontato dalle sole strutture comunali. Il ROC predispone l area di accampamento dei soccorritori (area sportiva); predispone per l approntamento dei pasti per la fase di emergenza (mensa scuola); predispone (in collaborazione con volontariato e CRI) per la ricezione di persone sfollate presso le palestre delle scuole; si coordina con il Gruppo dei Volontari per le attività di competenza. Il Tecnico comunale: attiva i magazzini comunali (fissi e mobili); Sezione 6b 91 P a g

97 Rischio Idraulico mantiene attivo l approvvigionamento di materiali. Il Comandante della Polizia Locale: vigila il traffico veicolare ai parcheggi di emergenza; delimita e vigila le zone soggette a inondazione; collabora con il Sindaco per l informazione alla popolazione. Cessato Allarme Quando dalla Prefettura perviene il messaggio di cessato allarme, il Sindaco provvede, con le medesime modalità viste al paragrafo precedente, a informare: - il Funzionario comunale reperibile di protezione civile; - il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - il Responsabile del Nucleo comunale di protezione civile; Dispone, infine, se del caso l avviso alla popolazione mediante la diffusione di un messaggio preregistrato di revoca dello stato di allarme, utilizzando i veicoli del Corpo di Polizia Municipale dotati di altoparlanti secondo itinerari prestabiliti. Sezione 6b 92 P a g

98 Rischio Idraulico Emergenza Nel caso in cui l evoluzione dell allarme porti ad una fase di emergenza, il Sindaco, provvede a : - acquisire elementi di merito circa il dimensionamento del fenomeno, attraverso una sistematica rilevazione della situazione (danni a persone, danni a cose, danni a manufatti etc.), impiegando: - il Nucleo comunale di protezione civile; - il personale e le altre risorse del Comune; - le Associazioni di volontariato; - A seguito di istituzione del COM invia il proprio rappresentante. - Di concerto con Prefettura/COM/CCS e con gli Organismi tecnici referenti per l evento verificatosi, attua le misure di protezione collettiva da attivare se non già precedentemente fatto o da disporre ulteriormente in funzione della situazione contingente. - In ragione degli sviluppi della situazione, emana i provvedimenti necessari, per tutelare la pubblica incolumità e salvaguardare beni pubblici e privati e l ambiente. - Se non ancora effettuato, attiva le procedure per l impiego delle risorse (persone, materiali, mezzi, strutture) necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza, manifestando le necessità non soddisfatte a COM/CCS/SOP. - Coordina l attività delle Organizzazioni di Volontariato locale. - Valuta l efficienza e l efficacia delle attività di tutti gli Organismi operanti sotto il proprio coordinamento, disponendo misure alternative laddove riscontri delle carenze. - Di concerto con S.O.P./CCS/COM, valuta l opportunità di confermare o revocare la fase di emergenza. SE OPPORTUNO O NECESSARIO: - Procede all evacuazione della popolazione dalle aree a rischio, dando priorità alle persone con ridotta autonomia. - Se non ancora effettuato, richiama in servizio il personale necessario per lo svolgimento delle attività straordinarie. - Allestisce le aree e le strutture logistiche ed accolgono i mezzi di soccorso di tutti gli altri Enti, confluenti nel proprio territorio. - Coordina l accoglienza della popolazione evacuata nelle strutture ricettive a tal scopo identificate nel, utilizzando in via prioritaria le strutture già disponibili ed adoperandosi per un rapido allestimento delle altre. - Secondo necessità ed in base agli sviluppi della situazione, provvede all aggiornamento informativo della popolazione. - Valuta l attività di tutti gli Organismi operanti sotto il proprio coordinamento, disponendo misure alternative per sopperire ad eventuali carenze. - Mantiene contatti con i Gestori di servizi essenziali riferiti al proprio territorio. il ROC: se attivato il CCS e il COM presso la Prefettura si coordina con essi, in caso contrario mantiene attiva la UCL. mantiene attivo il servizio di vigilanza sui corsi d acqua; mantiene attiva la struttura operativa comunale: personale in reperibilità h24; coordina gli interventi di soccorso alla popolazione (servizio pasti, alloggio sfollati); coordina gli interventi di difesa ambientale sul territorio; coordina la gestione dell area di accampamento dei soccorritori; mantiene il coordinamento con i gruppi di volontariato; mantiene il collegamento con le aziende fornitrici di servizi (ENEL, UNIACQUE, Gestori telefonici, Aziende del trasporto pubblico). Il Tecnico comunale: mantiene attivi e riforniti i magazzini comunali fissi e volanti e valuta altre necessità; all occorrenza attiva aziende specializzate in interventi di emergenza. Il Comandante della polizia locale: Sezione 6b 93 P a g

99 Rischio Idraulico mantiene la vigilanza e la delimitazione delle zone alluvionate; vigila sulla ottemperanza alle ordinanze sindacali; collabora con il Sindaco per l informazione alla popolazione; coordina la gestione della viabilità (zone alluvionate aree di servizio emergenza). Nel caso in cui la fase di emergenza, si verificasse a seguito di un evento che si sia manifestato senza preannuncio, oltre alle procedure di cui sopra, il Sindaco, provvede per prima cosa ad avvisare: - Il ROC; - attivare l UCL - Il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - Il Responsabile del Nucleo comunale di protezione civile, che dispone, ove occorra, il preallertamento dello stesso, i cui componenti vengono sollevati dalle attività istituzionali ordinariamente svolte; - Viene avviato il monitoraggio delle zone del paese che in passato sono state soggette ad allagamenti. - Il ROC informa i residenti della aree a rischio del possibile principio di allagamento degli scantinati. - Il Tecnico comunale preavvisa il magazzino comunale per le corte di mezzi materiali. - Predisporre monitoraggio per eventuale chiusura dei sottopassi, attivando i percorsi alternativi. - Coordina l attività delle Organizzazioni di Volontariato locale. - Da seguito alle misure di protezione collettiva definite di concerto con la Prefettura e gli altri Organismi tecnici competenti in materia dell evento in corso, diramando il messaggio di Emergenza alla popolazione e procedendo, se così deciso, all allontanamento della stessa dalle aree a rischio, dando priorità alle persone con ridotta autonomia. - In ragione degli sviluppi della situazione, emana tutti i provvedimenti volti a tutelare la pubblica incolumità, la salvaguardia dei beni pubblici e privati e dell ambiente. - Attiva le procedure per l impiego delle risorse (persone, materiali, mezzi, strutture) necessarie per fronteggiare la possibile situazione di emergenza, manifestando al COM/S.O.P. eventuali ulteriori necessità che non sono in grado di soddisfare. Sezione 6b 94 P a g

100 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 6 RISCHIO SISMICO

101 Rischio Sismico INDICE SEZIONE 6c 16. PREMESSA ATTIVAZIONE DEL SISTEMA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Redatto: anno 2012 Sezione 6c 95 P a g

102 Rischio Sismico 16. PREMESSA Il territorio della Provincia di Bergamo e di conseguenza il Comune di Levate, in relazione alla particolare natura geomorfologica e litografica, non è ritenuto zona ad elevato rischio sismico, escluso quattro Comuni della bassa pianura (Calcio, Pumenengo, Fontanella, Torre Pallavicina). La spiegazione di tale limitato rischio, in un area da considerare comunque caratterizzata da una certa attività sismica, sta nella coltre di materiali sedimentari incoerenti, profonde qualche centinaio di metri, che ricopre la pianura della bassa Bergamasca e fa da cuscino alla propagazione delle onde sismiche ATTIVAZIONE DEL SISTEMA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. A seguito di anomala attività sismica che possa prefigurare uno stato di allarme è immediatamente attivato il Sistema comunale di protezione civile nella sua globalità. Al manifestarsi dell evento l ufficio di Polizia Municipale o l ufficio tecnico procede immediatamente a: - informare il Sindaco e: - il Responsabile dell ufficio tecnico; - il Comandante del Corpo di Polizia Municipale; - il ROC; - il Responsabile del Nucleo comunale di protezione civile; - il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; - la Sala operativa del SSUEm 118; - I gestori delle reti tecnologiche. - disporre per l immediato monitoraggio del territorio cittadino mediante l impiego del personale del Corpo di Polizia Municipale al fine di dimensionare l evento sia in termini di estensione territoriale che della rilevazione di eventuali danni. Il Sindaco provvede a: - convocare l UCL; - rapportarsi con il Prefetto e con il Presidente della Giunta Regionale. In attesa del funzionamento a pieno regime dell UCL, il ROC, provvede a: - disporre per l attivazione della Sala Operativa; - acquisire, se le notizie pervenute dal personale del Corpo di Polizia Municipale già presente sul territorio non sono sufficienti, ulteriori elementi di merito circa il dimensionamento del fenomeno attraverso una sistematica rilevazione della situazione (danni a persone, danni a cose, danni a manufatti, etc.), impiegando : - il Nucleo comunale di protezione civile; - il personale e le altre risorse del Comune; - rapportarsi con la Prefettura, l ufficio Regionale di Protezione Civile, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, A.S.L. ed il SSUEm 118; - rapportarsi con i gestori delle reti tecnologiche; - rapportarsi con il Responsabile dell ufficio tecnico, fornendo elementi circostanziati della situazione; - disporre per il preavviso alle associazioni di volontariato relativamente ad un loro possibile imminente utilizzo (potenziamento dell azione di monitoraggio già in atto, presidi delle zone particolarmente a rischio, predisposizione di eventuali azioni di soccorso o evacuazione, collaborazione con il Nucleo comunale di protezione civile, etc.). Sezione 6c 96 P a g

103 Rischio Sismico A UCL insediata e con un quadro della situazione sufficientemente chiaro, sulla base degli elementi già acquisiti o derivanti da ulteriori sopralluoghi disposti dall UCL stessa, gli obiettivi prioritari da perseguire sono: - Attivazione delle funzioni di supporto necessarie a rispondere all emergenza; - Organizzazione del pronto intervento per il primo soccorso dei cittadini coinvolti dall evento assicurato da Vigili del Fuoco e da personale medico e di volontariato, risorse tutte coordinate dal Responsabile della funzione di supporto strutture operative locali, viabilità. Per rendere l intervento più efficace ed ordinato, attesa la possibile confusione in atto, è opportuno che i soccorritori siano supportati dalla presenza di Forze dell Ordine. - In caso di presenza di feriti gravi o, comunque, con necessità di interventi di urgenza medico infermieristica la specifica assistenza sarà attuata in conformità a quanto previsto dal D.M Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi, secondo modalità d intervento concordate tra il Responsabile della funzione di supporto sanità, assistenza sociale e veterinaria e i referenti del S.S.U.Em 118 e dell'a.s.l.; - Attuazione del presidio dell area colpita dall evento con l impiego del personale del Corpo di Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato, coordinati dal Responsabile della funzione di supporto strutture operative locali, viabilità, con l ausilio delle altre Forze dell Ordine. In tale contesto dovranno essere effettuate le opportune deviazioni del traffico veicolare, nonché costituiti i cosiddetti cancelli, al fine di agevolare le operazioni dei soccorsi ed ottimizzare il flusso di traffico lungo le vie di fuga; - Queste attività potranno essere precedute da una ispezione e da una verifica di agibilità delle strade per consentire un immediata organizzazione complessiva dei soccorsi. - Tale operazione sarà eseguita da personale dei Settori dell Area Servizi Tecnici, con l eventuale collaborazione di altri soggetti esterni al Comune (ad es. liberi professionisti) e sotto il coordinamento del Responsabile della funzione di supporto censimento danni a cose ; - In particolare la verifica sarà eseguita in corrispondenza delle opere d arte stradali, che potenzialmente possono aver subito danni tali da inficiare la percorribilità normale delle strade; - Raggiungimento delle aree di attesa da parte del popolazione, preventivamente individuate anche sulla base degli allegati cartografici e delle correlate schede allegate. La presente operazione verrà diretta da personale del Corpo di Polizia Municipale, eventualmente supportato da volontari, coordinato dal Responsabile della funzione di supporto strutture operative locali, viabilità ; - Assistenza alla popolazione confluita nelle aree di attesa attraverso l invio immediato nelle stesse di un primo gruppo di operatori costituito da personale del Corpo di Polizia Municipale, personale di diversi Settori comunali (Servizi Demografici, Servizi Sociali, Provveditorato, etc.), volontari e, se del caso, da personale medico. Il gruppo descritto avrà il compito di focalizzare la situazione ed impostare i primi interventi. o Si provvederà inoltre alla distribuzione di generi di prima necessità quali acqua, generi alimentari, coperte ed indumenti, tende o tele plastificate necessarie per la creazione di rifugio o primo ricovero. o Quest ultima operazione, coordinata dal Responsabile della funzione di supporto assistenza alla popolazione e attività scolastica, non svolge solo funzioni di supporto alla popolazione colpita, ma serve anche come incoraggiamento alla stessa; o Una particolare assistenza dovrà essere prestata nei confronti di persone anziane, bambini e soggetti diversamente abili durante le operazioni di soccorso alla popolazione. o In caso di particolari eventi, per modalità di accadimento, per estensione o per il numero di persone coinvolte, potrebbe essere necessario un adeguato supporto psicologico, attuato da soggetti dotati di specifica professionalità. o Il coordinamento dell operazione è affidato al Responsabile della funzione di supporto assistenza alla popolazione e attività scolastica. - Verifica e ripristino della funzionalità dei servizi essenziali, nonché messa in sicurezza degli impianti o tratti di rete danneggiati, al fine di assicurare l erogazione di acqua, elettricità, gas, teleriscaldamento e servizi telefonici. o Tutto quanto sopra va effettuato provvedendo a riparazioni urgenti e provvisorie, utilizzando apparecchiature di emergenza (per es. gruppi elettrogeni, autoclavi, etc.), o Sezione 6c 97 P a g

104 Rischio Sismico o o mezzi alternativi di erogazione (per es. autobotti, etc.), avvalendosi per questo di personale specializzato addetto alle reti di servizi, secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente nell ambito della funzione di supporto servizi essenziali. Dovrà, inoltre, essere garantito il corretto smaltimento dei rifiuti. Il coordinamento delle operazioni è affidato al Responsabile della funzione di supporto servizi essenziali. - Riattivazione delle telecomunicazioni o installazione di una rete alternativa, che dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici, i Centri operativi e le strutture sanitarie dislocate nell area colpita attraverso l impiego necessario di ogni mezzo o sistema di telecomunicazione. Il coordinamento è affidato al Responsabile della funzione di supporto telecomunicazioni. - Attuazione di un idoneo sistema di informazione al cittadino attraverso: o o o o radio e televisioni locali; diffusione di specifici messaggi a mezzo di altoparlanti a bordo dei veicoli del Corpo di Polizia Municipale; l attività fornita dal personale di supporto alla sala operativa presente presso le aree di attesa. L informazione riguarderà, sia l evoluzione del fenomeno in atto e delle sue conseguenze sul territorio comunale, sia l attività di soccorso in corso di svolgimento. Con essa saranno forniti gli indirizzi operativi e comportamentali correlati all evolversi della situazione; - Mantenimento della continuità dell ordinaria amministrazione del Comune provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la Provincia, etc. Successivamente, a seconda dei casi, bisognerà provvedere: - all ispezione degli edifici situati sul territorio comunale, al fine di appurarne l agibilità e, quindi, accelerare il rientro della popolazione. Il coordinamento spetta al Responsabile della funzione di supporto censimento danni a cose. Il coordinatore di questa funzione si avvarrà di personale dei Settori dell Area Servizi Tecnici del Comune e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E altresì ipotizzabile l impiego di squadre miste di tecnici di altri enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. In particolare, quando si tratta di edifici scolastici, il rientro degli alunni e del personale scolastico nell immobile deve avvenire successivamente all autorizzazione rilasciata dal Responsabile della funzione di supporto censimento danni a cose, una volta sentiti i tecnici incaricati dell ispezione. - al censimento ed alla tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per la messa in sicurezza di reperti o altri beni artistici in aree sicure. Tale attività dovrà essere realizzata facendo riferimento alle competenti Sovrintendenze e, ove necessario, al Comando di Tutela del Patrimonio Artistico dell Arma dei Carabinieri. - la speditiva rilevazione dei danni attraverso la compilazione della scheda A-Primo accertamento dei danni (all. REG A- Sezione 7 - Post Emergenza). La scheda dovrà essere trasmessa, per le vie più brevi, al Servizio Protezione Civile della Regione Lombardia alla Prefettura e alla Struttura Sviluppo del Territorio (ex Genio Civile) Sezione 6c 98 P a g

105 Comune di Levate Provincia di Bergamo PIANO DI EMERGENZA COMUNALE SEZIONE 6 RISCHI NATURALI

106 Rischi Naturali INDICE SEZIONE 6d 17. RISCHI NATURALI RISCHIO TEMPORALI FORTI RISCHIO NEVE RISCHIO VENTO FORTE FINE DELL EMERGENZA Redatto: anno 2012 Sezione 6d 99 P a g

107 Rischi Naturali 17. RISCHI NATURALI Nel presente paragrafo vengono trattate le procedure da seguire per quei rischi prevedibili e potenzialmente presenti sul territorio di Levate e legati ad un sistema di monitoraggio. Per i rischi di Temporali forti, neve e vento, il territorio regionale è stato suddiviso in aree omogenee per caratteristiche fisiche e climatiche e per ogni area vi è una rete di monitoraggio regionale. Il comune di Levate ricade nell area omogenea LOMB D In relazione ai livelli di criticità indicati nella Direttiva Regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile (DGR 22/12/2008 n. 8/8753 e aggiornamento tecnico DDUO 22/12/2011 n ) la corrispondenza tra le fasi e il livello di criticità è la seguente: Sezione 6c 100 P a g

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