Rassegna Stampa. Conferenza stampa. Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata TUMORI: LA QUALITÀ DI VITA È TUTELATA SOLO NEL 10% DELLE DONNE
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1 Rassegna Stampa Conferenza stampa TUMORI: LA QUALITÀ DI VITA È TUTELATA SOLO NEL 10% DELLE DONNE ONCOLOGI E GINECOLOGI INSIEME PER IL BENESSERE DELLE PAZIENTI Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata Via Malta, 12/B Brescia Tel Fax intermedia@intermedianews.it Roma, 14 Marzo 2017
2 Segnalazioni INTERMEDIA Marzo 2017 RILEVAZIONI Programma SKY TG 24 Data 14/03/2017 Emittente SKY TG 24 Durata Programma GR Data 14/03/2017 Emittente RADIO Durata Programma GR Data 14/03/2017 Emittente RADIO LATTE E MIELE Durata Programma GR Data 14/03/2017 Emittente RADIO 24 Durata Programma GR Data 14/03/2017 Emittente RADIO CAPITAL Durata
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4 Tumori: qualità vita tutelata solo per 1 donna su 10 Frequenti i disturbi di secchezza vaginale,ma laser è risolutivo - ROMA, 14 MAR - Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
5 Lettori TUMORI: LA QUALITÀ DI VITA È TUTELATA SOLO NEL 10% DELLE DONNE Oncologi e ginecologi insieme per il benessere delle pazienti La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante - spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti
6 dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti.
7 Tumori, qualità vita tutelata solo nel 10% delle donne Roma, 14 mar. (askanews) - La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell'utero e dell'ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell'asco (American Society of Clinical Oncology) e dell'esmo (European Society of Medical Oncology). "Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la
8 malattia - spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica '1' dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione 'Insieme contro il Cancro' -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell'ovaio proprio a causa della rimozione dell'organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l'uso del laser che consente di trattare in modo efficace l'atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche". (Segue
9 Tumori, qualità vita tutelata solo nel 10% delle donne -2- Roma, 14 mar. (askanews) - "È importante anche l'adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante - continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l'esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormonodipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell'età fertile, l'obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari". "L'atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi 'fisiologica' nelle donne in menopausa, ma debilitante - spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o
10 impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti". La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l'alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine (infatti da un'indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). "L'uso dei laser è un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore - continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa". Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. "Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti - continua il prof. Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall'intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato". Un ulteriore campo di applicazione dei
11 laser è quello dell'incontinenza urinaria da stress. "Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne - conclude il prof. Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall'unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi".
12 SANITÀ. TUMORI, QUALITÀ VITA TUTELATA SOLO PER IL 10% DELLE DONNE AL VIA PROGETTO 'FEMILIFT' PER BENESSERE PAZIENTI (DIRE) Roma, 14 mar. - La qualita' di vita delle pazienti oncologiche e' ancora trascurata. Gli stessi clinici, infatti, spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell'utero e dell'ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficolta' o impossibilita' di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, oncologi e ginecologi lanciano la campagna nazionale 'FemiLift, per la qualita' della vita della paziente oncologica', presentata oggi a Roma presso il ministero della Salute. Il progetto prevede anche attivita' di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell'asco (American society of Clinical Oncology) e dell'esmo (European society of MedicalOncology). "Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia- ha spiegato il professor Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione 'Insieme contro il Cancro'- va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell'ovaio proprio a causa della rimozione dell'organo. Un disturbo che puo' avere un impatto negativo sulla qualita' di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficolta' nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l'uso del laser che consente di trattare in modo efficace l'atrofia vaginale, presente in piu' del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche".(segue) (Cds/Dire) 11: NNNN
13 SANITÀ. TUMORI, QUALITÀ VITA TUTELATA SOLO PER IL 10% DELLE DONNE 2 (DIRE) Roma, 14 mar. - È importante, soprattutto per le pazienti oncologiche, anche l'adozione di stili di vita sani: no al fumo, quindi, dieta corretta e attivita' fisica costante. "È stato dimostrato che nel tumore del senoha proseguito Cognetti- l'esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioe' con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell'eta' fertile, l'obesita' e' responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari". L'atrofia vaginale, intanto, rappresenta una condizione quasi 'fisiologica' nelle donne in menopausa, ma debilitante. Ha fatto sapere quindi il professor Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale 'Cannizzaro' di Catania e past president della Societa' italiana di Ginecologia e Ostetricia: "La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticita'. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti".(segue) (Cds/Dire)
14 SANITÀ. TUMORI, QUALITÀ VITA TUTELATA SOLO PER IL 10% DELLE DONNE 3 (DIRE) Roma, 14 mar. - La maggior parte delle pazienti, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l'alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che pero' hanno un'efficacia solo a breve termine (da un'indagine e' emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). "L'uso dei laser e' un'opzione efficace- ha spiegato Scollo- perche' agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore. Il collagene riacquista la capacita' di produrre muco e la vagina torna all'elasticita' originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa". Un particolare strumento, il laser CO2, e' adatto anche alle pazienti oncologiche perche' ha una sonda piu' piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. "Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti- ha aggiunto Scollo- e' proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall'intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura e' rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È
15 completamente esente da rischi, non e' dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualita' e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico e' un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene e' triplicato". Un ulteriore campo di applicazione dei laser e' quello dell'incontinenza urinaria da stress. "Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne- ha concluso infine l'esperto- Non dimentichiamo che e' stata classificata dall'unione europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi". (Cds/Dire) 11: NNNN
16 Intervista al prof. Francesco Cognetti Intervista al prof. Paolo Scollo
17 Tumori: La qualità di vita è tutelata solo nel 10% delle donne, oncologi e ginecologi insieme per il benessere delle pazienti Al via il progetto nazionale FemiLift per sensibilizzare clinici e malate sull impatto dei piccoli disturbi. La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante - spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda
18 più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
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20 Lettori Quei piccoli disturbi che rendono difficile la vita delle donne Le terapie delle neoplasie femminili provocano spesso atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali. Al via il progetto nazionale FemiLift per sensibilizzare clinici e pazienti sul loro impatto di IRMA D'ARIA ATROFIA VAGINALE, incontinenza, difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali. Sono piccoli ma fastidiosi disturbi che possono rendere la qualità di vita delle pazienti oncologiche davvero pessima. Anche perchè solo il 10% delle donne ne parla con il medico che spesso non affronta questo genere di problemi. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Disturbi quotidiani. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Fino ad ora l'obiettivo primario sia per gli oncologi che per le
21 pazienti era salvare la vita. Ma ora che molti tumori si sono quasi cronicizzati, possiamo occuparci anche di migliorare la qualità di vita delle pazienti" spiega Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. "Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. L atrofia vaginale. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma anche se si tende a sottovalutarla può essere molto fastidiosa. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie in particolare estrogeni e progesterone spiega Paolo Scollo, direttore di ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Le possibili soluzioni. Sono disturbi inevitabili o la donna può fare qualcosa per attenuare i fastidi? Finora le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche spiega Cognetti. Missione collagene. L uso dei laser viene considerato efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa spiega Scollo. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste tre sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Da un punto di vista psicologico, per le pazienti è un vero e proprio ritorno alla vita. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude Scollo. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
22 Lo studio. Presso l'ospedale Cannizzaro di Catania è stato condotto uno studio pilota su 35 pazienti oncologiche per la valutazione del collagene dopo il laser: "Lo studio, che è in corso di pubblicazione su una rivista internazionale, ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Inoltre, abbiamo condotto anche un questionario sulle pazienti a distanza di 6 mesi e poi di un anno e mezzo per valutare il loro grado di soddisfazione. Il punteggio ottenuto è stato dell'80% ed è stato confermato anche dai risultati delle biopsie condotte prosegue Scollo. Attualmente il laser non è offerto come trattamento gratuito dal Sistema sanitario nazionale: "Il nostro obiettivo" prosegue il ginecologo "è quello di aumentare la casistica delle pazienti trattate e condurre in collaborazione con gli oncologi degli studi che siano validati dal punto di vista scientifico e ci consentano di portare dati seri per poter chiedere poi la rimborsabilità". Stili di vita sani. Naturalmente conta molto anche lo stile di vita: No al fumo, dieta corretta e attività fisica costante. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni prosegue il presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. La testimonianza. "Nel 2011 mi hanno diagnosticato un tumore all'utero e il professor Scollo mi ha subito operata" racconta Corradina Musso, 48 anni, che arriva dalla provincia di Siracusa. "Dopo mi sono sottoposta alla chemioterapia e poi sono iniziati dei piccoli disturbi come secchezza vaginale e dolore ai rapporti sessuali che rendevano la mia vita di coppia difficile. Così mio marito ed io abbiamo deciso di parlarne con l'oncologo che mi ha suggerito di provare il laser. Mi sono fidata di lui ed ho provato questo trattamento nuovissimo. Così tornata alla vita normale e la mia relazione di coppia ne ha senz'altro beneficiato". La campagna. Il progetto FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell Asco (American Society of Clinical Oncology) e dell Esmo (European Society of Medical Oncology). La campagna realizzerà anche dei sondaggi sulle donne con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza delle pazienti e anche quella dei medici,
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24 Lettori Donne e tumori: nasce FemiLift per il benessere delle pazienti. Solo una su 10 cura la qualità della vita Atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali sono le principali conseguenze delle terapie per il trattamento dei tumori femminili. Solo il 10% delle donne, però, affronta questi argomenti con il proprio medico. Per invertire questa tendenza, da oggi, nasce il progetto nazionale FemiLift. 14 MAR - Quando si è troppo concentrati sulla cura della malattia, può accadere che la qualità della vita dello stesso paziente passi in secondo piano. Oncologi e ginecologi hanno lanciato la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, proprio per sensibilizzare tutti i pazienti e le persone a loro vicine su questa tematica. Le conseguenze dei trattamenti oncologici Atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono solo alcune delle conseguenze più frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Nel 2016, in Italia, sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, oltre 8 mila dell utero e dell ovaio. E solo una donna su dieci, tra quelle colpite da questi tumori, ha parlato del proprio benessere psico-fisico con il medico. Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia ha spiegato Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche.
25 La Campagna FemiLift, presentata oggi al Ministero della Salute, prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Gli stili di vita È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante ha continua il prof. Cognetti - È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica, invece, nelle donne in menopausa: è una condizione debilitante ha spiegato Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie - in particolare estrogeni e progesterone - provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine, da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio. I rimedi L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore ha continuato Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti ha aggiunto Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne ha concluso Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
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28 (TESTATA ONLINE IL FEMMINILE DEL CORRIERE DELLA SERA) Lettori Tumori: qualità vita tutelata solo per 1 donna su 10 ROMA, 14 MAR Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
29 Tumori: qualità vita tutelata solo per 1 donna su 10 - ROMA, 14 MAR - Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
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35 Tumori: la qualità della vita è tutelata solo nel 10% delle donne La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata A cura di Filomena Fotia La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va
36 incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è
37 adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
38 umori: qualità vita tutelata solo per 1 donna su 10 Frequenti i disturbi di secchezza vaginale,ma laser è risolutivo - ROMA, 14 MAR - Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
39 LETTORI TUMORI: LA QUALITÀ DI VITA È TUTELATA SOLO NEL 10% DELLE DONNE ONCOLOGI E GINECOLOGI INSIEME PER IL BENESSERE DELLE PAZIENTI Le terapie delle neoplasie femminili provocano spesso atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali. L uso del laser opzione efficace per risolvere queste condizioni che compromettono le relazioni sociali Roma, 14 marzo 2017 La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia
40 e Ostetricia). La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
41 Tumori: La qualità di vita è tutelata solo nel 10% delle donne Roma, 14 marzo 2017 La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormonodipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine
42 dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante - spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
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46 Il laser per migliorare la qualità di vita delle pazienti oncologiche Le cure dei tumori femminili provocano spesso atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali o impossibilità ad averne. Ma la qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché i medici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne gliene parla. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Per sensibilizzare medici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata martedì 14 marzo a Roma. Il progetto prevede tra l'altro attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno (circa nuovi casi nel 2016 in Italia) «va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia» spiega Francesco Cognetti, direttore dell'oncologia medica 1 dell Istituto tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il cancro. Ma il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio e anche chemioterapia e radioterapia possono avere queste conseguenze. Oggi, però, sono disponibili nuovi strumenti come il laser «che assicura Cognetti - consente
47 di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche». L atrofia vaginale è «una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa ricorda Paolo Scollo, direttore della Ginecologia dell ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sig) - ma debilitante. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie, in particolare estrogeni e progesterone, provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia». La maggior parte delle donne però, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. D'altronde, le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine. L uso dei laser, tuttavia, ora «è un opzione efficace conferma Scollo - perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore». Con l'opportuno utilizzo di queste apparecchiature «il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa».
48 Tumori: la qualità della vita è tutelata solo per 1 donna su 10 Frequenti i disturbi di secchezza vaginale, ma il laser è risolutivo Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali
49 diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
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51 Donne e tumori: nasce FemiLift per il benessere delle pazienti. Solo una su 10 cura la qualità della vita Atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali sono le principali conseguenze delle terapie per il trattamento dei tumori femminili. Solo il 10% delle donne, però, affronta questi argomenti con il proprio medico. Per invertire questa tendenza, da oggi, nasce il progetto nazionale FemiLift. 14 MAR - Quando si è troppo concentrati sulla cura della malattia, può accadere che la qualità della vita dello stesso paziente passi in secondo piano. Oncologi e ginecologi hanno lanciato la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, proprio per sensibilizzare tutti i pazienti e le persone a loro vicine su questa tematica. Le conseguenze dei trattamenti oncologici Atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono solo alcune delle conseguenze più frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Nel 2016, in Italia, sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, oltre 8 mila dell utero e dell ovaio.
52 E solo una donna su dieci, tra quelle colpite da questi tumori, ha parlato del proprio benessere psico-fisico con il medico. Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia ha spiegato Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. La Campagna FemiLift, presentata oggi al Ministero della Salute, prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Gli stili di vita È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante ha continua il prof. Cognetti - È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in
53 particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica, invece, nelle donne in menopausa: è una condizione debilitante ha spiegato Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie - in particolare estrogeni e progesterone - provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine, da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio. I rimedi L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore ha continuato Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti ha aggiunto Scollo - è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla
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55 chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne ha concluso Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
56 Tumori, la qualità della vita è tutelata solo nel 10% delle donne DI INSALUTENEWS 14 MARZO 2017 Le terapie delle neoplasie femminili provocano spesso atrofia vaginale, incontinenza e difficoltà nei rapporti sessuali. L uso del laser opzione efficace per risolvere queste condizioni che compromettono le relazioni sociali. Oncologi e ginecologi insieme per il benessere delle pazienti. Al via il progetto nazionale FemiLift per sensibilizzare clinici e malate sull impatto dei piccoli disturbi
57 Prof. Francesco Cognetti Roma, 14 marzo 2017 La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare
58 queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. Prof. Paolo Scollo L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di
59 Ginecologia e Ostetricia) La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia.
60 Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
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65 Tumori: la qualità della vita è tutelata solo per 1 donna su 10 Frequenti i disturbi di secchezza vaginale, ma il laser è risolutivo Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
66 Tumori: la qualità della vita è tutelata solo nel 10% delle donne La qualità di vita delle pazienti oncologiche è ancora trascurata. Perché gli stessi clinici spesso non affrontano questi aspetti e solo il 10% delle donne ne parla con il medico. Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati nuovi casi di cancro del seno, del corpo dell utero e dell ovaio. Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti del trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. Per sensibilizzare clinici e pazienti, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica, presentata oggi al Ministero della Salute. Il progetto prevede anche attività di educazione e informazione dai principali congressi internazionali, come quelli dell ASCO (American Society of Clinical Oncology) e dell ESMO (European Society of Medical Oncology). Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica 1 dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. E il problema interessa tutte le pazienti operate per cancro dell ovaio proprio a causa della rimozione dell organo. Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni, purtroppo sottostimate. Sia i clinici che le pazienti devono migliorare la comunicazione su questi aspetti. Oggi sono disponibili nuovi strumenti come l uso del laser che consente di trattare in modo efficace l atrofia vaginale, presente in più del 50% delle donne in menopausa e, soprattutto, nelle pazienti oncologiche. È importante anche l adozione di stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante continua il prof. Cognetti -. È stato dimostrato che nel tumore del seno l esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni. Oltre al movimento, bisogna prestare attenzione al peso sempre, in particolare in menopausa: dopo la fine dell età fertile, l obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti dovute a tumori mammari. L atrofia vaginale rappresenta una condizione quasi fisiologica nelle donne in menopausa, ma debilitante spiega il prof. Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell Ospedale Cannizzaro di Catania e past president SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) -. La mancanza degli ormoni sessuali che erano prodotti dalle ovaie (in particolare estrogeni e progesterone) provoca disturbi spesso definiti dalle pazienti come secchezza vaginale: la mancata lubrificazione della mucosa vaginale ne determina ulteriore perdita di elasticità. I rapporti sessuali diventano difficili o impossibili, con ripercussioni negative sul rapporto di coppia. Le donne con atrofia vaginale soffrono
67 anche di cistiti recidivanti. La maggior parte, per pudore o scarsa conoscenza dei sintomi, non ne parla con il medico. Inoltre le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili nelle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore per l alto rischio di favorire una ricomparsa della malattia, e da gel lubrificanti, che però hanno un efficacia solo a breve termine (infatti da un indagine è emerso che meno del 45% si ritiene soddisfatto di questo rimedio). L uso dei laser è un opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene, che nel corso della menopausa si indurisce e perde spessore continua il prof. Scollo -. Il collagene riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della menopausa. Un particolare strumento, il laser CO2, è adatto anche alle pazienti oncologiche perché ha una sonda più piccola rispetto a quella utilizzata per le ecografie endovaginali. Sono previste 3 sedute, una al mese, di circa 10 minuti. Il nuovo campo di applicazione di questi strumenti continua il prof. Scollo è proprio in queste pazienti, spesso giovani e in menopausa indotta dall intervento chirurgico, dalla chemioterapia, dalla terapia ormonale o dalla radioterapia. Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è rappresentata da coprisonda sterili e monouso con la massima garanzia di igiene per le pazienti. È completamente esente da rischi, non è dolorosa e non provoca effetti collaterali. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita. Abbiamo condotto uno studio in corso di pubblicazione su una rivista internazionale che ha dimostrato che, grazie al laser, lo spessore del collagene è triplicato. Un ulteriore campo di applicazione dei laser è quello dell incontinenza urinaria da stress. Si tratta di un problema rilevante, ne soffre circa il 20% delle donne conclude il prof. Scollo -. Non dimentichiamo che è stata classificata dall Unione Europea come malattia sociale visti i costi elevatissimi.
68 Lettori Tumori: qualità vita tutelata solo per 1 donna su 10 Frequenti i disturbi di secchezza vaginale,ma laser è risolutivo - ROMA, 14 MAR - Cistite, secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti sessuali. Sono 'piccoli' ma frequenti disturbi, troppo spesso trascurati e taciuti, che interessano una donna su dieci. Per migliorare la comunicazione tra medici e pazienti su questo problema, che incide molto sulla qualità di vita delle donne con tumore, gli oncologi e i ginecologi lanciano la campagna nazionale "FemiLift, per la qualità della vita della paziente oncologica", presentata oggi al ministero della Salute. Sono stati ben i nuovi casi di cancro del seno nel 2016, all'utero e dell'ovaio. Ma, a fronte di questi numeri, solo il 10% delle donne parla con il proprio medico degli effetti collaterali di ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia. E spesso sono anche i clinici a non chiedere informazioni. Il 70% delle donne che hanno avuto un tumore al seno e tutte quelle operate di tumore alle ovaie va incontro infatti ad atrofia vaginale, dovuta alla menopausa indotta dalla mancanza di ormoni. E' "un disturbo - spiega Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro - che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione compromettono le relazioni sociali". La maggior parte delle donne, per pudore o scarsa conoscenza, non ne parla con il medico. Ma esistono trattamenti risolutivi. Le uniche terapie finora disponibili erano i trattamenti ormonali, non utilizzabili però da donne che hanno avuto un tumore per l'alto rischio di favorire una recidiva, e da gel lubrificanti, che però hanno un'efficacia solo a breve termine. Oggi sono invece disponibili anche laser. "E' un'opzione efficace perché agiscono stimolando direttamente il collagene - spiega Paolo Scollo, direttore Ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania e past president della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - che riacquista la capacità di produrre muco e la vagina torna all'elasticità originaria". Dal punto di vista psicologico, conclude l'esperto, "un vero e proprio ritorno alla vita".
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