Il consumo di legna in Italia nel 2012

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1 Il consumo di legna in Italia nel 2012 Gianluca Iarocci Italian National Institute for Environmental Protection and Research Environment Department Monitoring and Prevention of Atmospheric Impacts Anno

2 INDICE INTRODUZIONE.... pag. 3 METODI. pag. 4 RISULTATI pag. 6 CONCLUSIONI..... pag. 13 BIBLIOGRAFIA. pag. 14 2

3 INTRODUZIONE La società SECENARI ha realizzato per ISPRA una base di dati riguardante il consumo di biomasse legnose in Italia. L indagine è stata condotta nel periodo 2012 con interviste CATI ed ha permesso di raccogliere tante informazioni, alcune di queste sono state il consumo familiare di legna in Italia insieme alle condizioni climatiche e alle superfici da riscaldare, al fine di stimare il consumo della legna in base alle tecnologie utilizzate negli appartamenti. Un'altra fonte di dati italiana è il Bilancio Energetico Nazionale del Ministero dello Sviluppo Economico, in questo caso le quantità non sono solo riferite al calore (stime che riguardano le famiglie) ma anche ci sono dati di quantità che riguardano la produzione di energia elettrica nazionale. L archivio costruito da SCENARI ha permesso, una volta applicati i fattori di emissione, di avere un elenco riguardante le emissioni in atmosfera riguardanti il consumo familiare di legna in Italia. 3

4 METODI L indagine è stata effettuata tramite la redazione del questionario fornito direttamente da ISPRA e implementato nel sistema CATI I.T.A.C.A. di Scenari. Allo scopo di soddisfare gli obiettivi e di garantire un elevato grado di affidabilità delle informazioni raccolte, la società SCENARI ha ritenuto opportuno avviare, preliminarmente all indagine, una fase di pre-test (indagine pilota) realizzata nel periodo 6-16 Giugno 2012, mediante somministrazione del questionario ad un piccolo campione in target. L indagine pilota ha previsto la realizzazione di 602 contatti, che tra rifiuti e non rispondenti ha prodotto, rispettando i criteri definiti a priori, 35 interviste a utilizzatori frequenti di legna per uso domestico (almeno 5 volte/anno), e 77 interviste a non utilizzatori. Nell ambito di questa fase non sono state riscontrate particolari difficoltà in tema di comprensione delle domande, flusso del questionario e sequenza degli argomenti. Con la validazione definitiva del questionario si è quindi proceduto all avvio dell indagine estensiva. Il campionamento utilizzato è stato quello casuale con allocazione proporzionale, le variabili di stratificazione utilizzate sono state le regioni, le zone climatiche e l ampiezza demografica, il campione è stato strutturato in modo da ottenere un numero di interviste pari a , di cui almeno il 10% catalogabili come utilizzatori frequenti di legna. Per il raggiungimento di tale quota è stato effettuato un sovra-campionamento di soggetti di cui utilizzatori frequenti (2.739 utilizzatori di legna nella prima abitazione e 39 nella seconda abitazione). Sono state effettuate in totale interviste, ottenendo così un numero totale di utilizzatori frequenti pari a [1]. L ISPRA ha, una volta applicati i fattori di emissione medi per le emissioni dalla combustione di legna, stimato i seguenti inquinanti presenti in atmosfera: CO2, CH4, 4

5 N2O, NOx, CO, NMVOC, SO2, NH3, PM10, PM2.5, PAH, Diox ( g/gj), PCB, HCB, As, Cd, Cr, Cu, Hg, Ni, Pb, Se, Zn [2]. Le elaborazioni statistiche dei dati del presente rapporto tecnico sono state effettuate con il software statistico SPSS Version 15.0 [3]. 5

6 RISULTATI Questa indagine statistica campionaria vuole essere un utile strumento per stabilire qual è il consumo familiare di legna comune, legno lavorato, pellets, cippato e briquettes grazie alla stima del totale di Horvitz Thompson [4], applicati poi i fattori di emissione medi per le emissioni dalla combustione della legna si sono ottenute le emissioni inquinanti presenti in atmosfera in Italia. Il consumo di legna comune, legno lavorato, pellets, cippato e briquettes in Italia è di ,8 (t) ed è riportato nella Tabella 1. Tabella 1 Consumo legna comune Consumo legno lavorato Consumo pellets Consumo cippato Consumo briquettes in quintali in quintali in quintali in quintali in quintali Il consumo di legna può essere espresso in funzione del numero di gradi giorno, del numero di stanze riscaldate e dell altitudine. La variabile consumo di legna comune è stata suddivisa in quattro parti grazie ai quartili, ciò ha permesso di avere l alto consumo di legna considerate le modalità superiori al terzo quartile. Tabella 2 primo secondo terzo Quartili 10 quintali di legna 25 quintali di legna 40 quintali di legna 6

7 L altitudine è stata classificata come in Tabella 3. Tabella 3 Pianura Collina Montagna Altitudine 300 m slm > m slm > 600 m slm Le 4 zone climatiche sono quelle riportate in Tabella 4. Tabella 4 Zone climatiche Zona 1 Comuni con gradi - giorno 1400 Zona 1 Comuni con gradi - giorno > 1400 e 2100 Zona 3 Comuni con gradi giorno > 2100 e 3000 Zona 4 Comuni con gradi giorno > zona più fredda Il modello statistico utilizzato al fine di trovare le relazioni tra le variabili è stato quello di regressione logistica. Si riportano sotto i risultati ottenuti con variabile dipendente alto consumo di legna comune (OR indica l odds ratio e p la significatività statistica). Tabella 5 p OR Una stanza Riferimento 1 Due stanze 0,034 1,124 Tre stanze 0,001 1,167 Quattro stanze 0,015 1,098 Cinque stanze <0,001 1,193 Sei stanze o più <0,001 4,411 Cotante <0,001 0,378 7

8 Tabella 6 p OR Pianura Riferimento 1 Collina 0,204 1,061 Montagna 0,197 1,058 Costante <0,001 0,467 Tabella 7 p OR Gradi giorno maggiore di 3000 Riferimento Zona 4 Zona più fredda 1 Gradi giorno maggiore di 2100 e inferiore a ,338 1,079 Zona 3 Gradi giorno maggiore di 1400 e inferiore a ,232 1,157 Zona 2 Gradi giorno non superiore a 1400 Zona 1 0,335 1,267 Costante <0,001 0,388 Dall analisi statistica multivariata risulta che l alto consumo di legna comune dipende dal numero di stanze riscaldate. Si noti che il consumo di legna comune è più di 4 volte maggiore in abitazioni di sei o più stanze rispetto ad abitazioni con una sola stanza (Tabella 5) mentre non è molto superiore fino a cinque stanze. La relazione tra alto consumo di legna e zona altimetrica indica un maggior consumo di legna in collina ed in montagna rispetto alla pianura anche se gli odds ratio non sono statisticamente significativi (Tabella 6). La relazione tra l alto consumo di legna e i gradi giorno che indicano le zone climatiche non è statisticamente significativa, in altre parole nelle zone più calde non c è un minore consumo di legna in quanto p >0,05 (Tabella 7). 8

9 E stata effettuata anche un analisi delle corrispondenze multiple al fine di trovare le relazioni statistiche tra le modalità delle variabili consumo di legna, altitudine, zone climatiche e superficie riscaldata. La superficie riscaldata è stata classificata come riportato in Tabella 8. Tabella 8 Superficie riscaldata 70 metri quadri > metri quadri > 120 metri quadri Con i terzili sono state identificate le modalità basso consumo, medio consumo ed alto consumo di legna espresso in quintali. Tabella 9 primo secondo Terzili 10 quintali di legna 39 quintali di legna La variabile altitudine è stata classificata in pianura, collina e montagna. Il clima è stato considerato con tre modalità: Zona 1, Zona 2, Zona 3 e 4 (queste ultime due prese insieme). Sotto si riporta il grafico dell analisi delle corrispondenze multiple. 9

10 Grafico 1 C è, come è logico attendersi in Italia, una relazione statistica tra la zona 1 (zona più calda) e la pianura, tra la zona 2 e la collina e tra le zone 3 e 4 (zone più fredde) con montagna. La relazione tra consumo di legna e superficie riscaldata non è così evidente (Grafico 1). Le famiglie che possiedono un caminetto o un sistema di riscaldamento, un forno o stufa per cucinare in cui si utilizzano legna o materiali legnosi per la combustione hanno un consumo annuo riportato nella Tabella

11 Tabella 10 Ore di utilizzo nell'anno di legna o materiali legnosi % , , , ,0 Il consumo familiare della legna è alto in Veneto, Lazio, Calabria, Abruzzo, Sardegna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia è medio nelle Marche, Puglia, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Liguria e Campania ed è basso in Valle d Aosta, Basilicata, Molise, Umbria, Emilia Romagna, Sicilia e Toscana (Tabella 11). Tabella 11 Regioni Consumo della legna in quintali per famiglia nel 2012 Terzili Valle d'aosta terzile - basso consumo Basilicata terzile - basso consumo Molise terzile - basso consumo Umbria terzile - basso consumo Emilia Romagna terzile - basso consumo Sicilia terzile - basso consumo Toscana terzile - basso consumo Campania terzile - medio consumo Liguria terzile - medio consumo Lombardia terzile - medio consumo Trentino-Alto Adige terzile - medio consumo Puglia terzile - medio consumo Marche terzile - medio consumo Friuli Venezia Giulia terzile - alto consumo Piemonte terzile - alto consumo Sardegna terzile - alto consumo Abruzzo terzile - alto consumo Calabria terzile - alto consumo Lazio terzile - alto consumo Veneto terzile - alto consumo 11

12 L analisi statistica multivariata k-medie evidenzia, se si esclude l Umbria che ha un comportamento familiare molto alto di pellets, l esistenza di due gruppi di regioni omogenee in quanto a consumo familiare di legna e di pellets (Tabella 12). Tabella 12 Regioni Cluster K- medie - 3 gruppi - Anno 2012 Classificazione consumo biomasse legnose legna e pellets Piemonte 1 Maggiore consumo familiare Lombardia 1 Maggiore consumo familiare Trentino-Alto Adige 1 Maggiore consumo familiare Veneto 1 Maggiore consumo familiare Friuli Venezia Giulia 1 Maggiore consumo familiare Liguria 1 Maggiore consumo familiare Marche 1 Maggiore consumo familiare Lazio 1 Maggiore consumo familiare Abruzzo 1 Maggiore consumo familiare Campania 1 Maggiore consumo familiare Puglia 1 Maggiore consumo familiare Calabria 1 Maggiore consumo familiare Sardegna 1 Maggiore consumo familiare Valle d'aosta 2 Minor consumo familiare Emilia Romagna 2 Minor consumo familiare Toscana 2 Minor consumo familiare Molise 2 Minor consumo familiare Basilicata 2 Minor consumo familiare Sicilia 2 Minor consumo familiare Umbria 3 Comportamento anomalo familiare 12

13 CONCLUSIONI La letteratura esistente in Italia riguardante il consumo familiare di legna non è molto vasta, anche se alcuni studi sono stati fatti. Il consumo di biomasse legnose è in diminuzione, nel 2012 è risultato pari a (t). Una indagine campionaria di APAT e ARPA Lombardia ha descritto per area geografica italiana il consumo della legna da ardere comune (es. pezzi di tronchi o rami), legno lavorato (es. con vernici, impregnanti, truciolato), cippato\truciolato (legna sminuzzata in scaglie di piccole dimensioni: 3-5 cm), pellets (cilindretti ottenuti dalla polvere di legno pressata, di piccole dimensionii) e altro (es. sansa, carbonella, gusci di mandorla\nocciola); in base a tale studio risultava in Italia nel 2008 un consumo di legna pari a (t) [5]. Uno studio dell ENEA del 1997 e del 1999 ha riguardato i consumi energetici di biomasse nel settore residenziale in Italia e ha prodotto i seguenti risultati: consumo di biomassa nelle famiglie utilizzatrici nel 1997 in Italia (t), consumo di biomassa in Italia nel 1999 nelle abitazioni (abitazione principale, seconda casa) (t) [6]. L indagine campionaria sul consumo di biomassa legnosa in Emilia Romagna ha permesso di stimare il consumo ad uso domestico nell anno di riferimento 2010 paria a (t) [7]. 13

14 BIBLIOGRAFIA 1. Coottimo fiduciario per il servizio di indagine telefonica sulla disponibilità ed uso delle biomasse, Scenari, ISPRA, Settembre Italian Greenhouse Gas Inventory , National Inventory Report 2013, ISPRA. 3. Statistical Package for the Social Sciences Version 15.0 (SPSS Inc., Chicago, IL., USA). 4. Cicchitelli, Herzel, Montanari, Il campionamento statistico, Il Mulino, Stima dei consumi di legna da ardere per riscaldamento e uso domestico in Italia, APAT, ARPA Lombardia, ISBN , Maggio I consumi energetici di biomasse nel settore residenziale in Italia nel 1999, ENEA, RT/ERG/2001/07 preparato per ISTAT, Roma Risultati dell indagine sul consumo domestico di biomassa legnosa in Emilia-Romagna e valutazione delle emissioni in atmosfera, ARPA Emilia Romagna, Giugno

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