Locali ad uso medico (Generalità)

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1 Classificazione dei locali La sicurezza degli impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico é analizzata nella Norma 64-8 ed in particolare nella sezione 710. Tale Norma si applica agli ospedali, cliniche mediche, studi medici ed odontoiatrici, cliniche veterinarie (in relazione alla destinazione d uso che il medico veterinario responsabile intende stabilire), locali per fisiomassoterapia, e in tutti quegli ambienti in cui si utilizzano apparecchi elettromedicali o per uso estetico con parti applicate al paziente, sia esso persona o animale. I locali ad uso medico si classificano in: Locali di gruppo 0 - Sono locali ad uso medico nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate. A questo tipo di locali si applica la Norma generale impianti e non la Norma sui locali ad uso medico. Locali di gruppo 1 - Sono locali ad uso medico nei quali si fa uso di apparecchi con parti applicate destinate ad essere utilizzate esternamente o anche invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, esclusa la zona cardiaca. Locali di gruppo 2 - Sono locali ad uso medico con pericolo di microshock dove sono utilizzate apparecchiature con parti applicate destinate ad essere utilizzate in operazioni chirurgiche, o interventi intracardiaci, oppure dove le funzioni vitali del paziente possono essere compromesse dalla mancanza dell'alimentazione elettrica. In questi locali viene individuata una particolare zona, definita dalla Norma "zona paziente", che delimita il volume all'interno del quale il paziente può venire a contatto con masse o masse estranee pericolose. La classificazione del locale e l'individuazione della zona paziente deve essere frutto della collaborazione tra progettista e direttore sanitario i quali devono giungere ad un compromesso tra l'esigenza di semplificazione e adeguatezza dell'impianto in previsione di eventuali esigenze future. All'interno della zona paziente gli accorgimenti da adottare per la sicurezza del paziente sono più restrittivi che all'esterno perciò si rende necessario stabilire l'effettiva posizione che possono assumere il paziente o le apparecchiature che possono entrare in contatto con il paziente. Sono da considerare interne alla zona paziente le masse e le masse estranee che si trovano in verticale ad una quota inferiore a 2,5 m dal pavimento (fig. 1) o, in orizzontale, ad una distanza inferiore a 1,5 m dal paziente ( fig. 2) considerando anche le eventuali diverse posizioni che il paziente, quando può entrare in contatto con apparecchi elettromedicali, potrebbe assumere se fosse spostato dal posto originario.

2 Fig.1 - La zona paziente in verticale Fig. 2 - La zona paziente in orizzontale

3 Una struttura con locali ad uso medico potrebbe essere classificabile come luogo a maggior rischio in caso d'incendio per l'elevato tempo di sfollamento in caso d'incendio. Tipo di locale, destinazione d'uso e gruppo di possibile appartenenza Di seguito é riportato un elenco di locali ad uso medico ed una loro possibile classificazione in funzione della loro destinazione d'uso. Gruppo 0 Ambulatorio medico in cui non si utilizzano apparecchi elettromedicali o dove si utilizzano apparecchi senza parti applicate Gruppo 1 Ambulatorio medico in cui si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate senza anestesia generale Camera di degenza o gruppi di camere adibite ad uso medico nelle quali i pazienti sono alloggiati per la durata del loro soggiorno in un ospedale od in un altro ambiente ad uso medico Locale per esami di fsiopatologia in cui i pazienti sono collegati ad apparecchi elettromedicali di misura e controllo Locale per idroterapia in cui i pazienti sono sottoposti a cure mediante acque, fanghi, vapori, ecc.. Locale per radiologia in cui si utilizzano apparecchi radiologici Locali per terapia fisica in cui il paziente é sottoposto a onde magnetiche, calore, vibrazioni, raggi ultravioletti, massaggi, ginnastica curativa, ecc.. Locali per uso estetico Sala parto Gruppo 2 Locale per sorveglianza o terapia intensiva di pazienti sottoposti a controllo ed eventualmente a stimolazione o sostituzione di determinate funzioni vitali attraverso apparecchiature elettromedicali Locale per anestesia dove si praticano anestesie generali o analgesie generali Locale per cateterismo cardiaco Locale per esami angiografici o emodinamici Sala chirurgica dove persone o animali sono sottoposti ad interventi chirurgici come ad

4 esempio le camere operatorie, preoperatorie, di risveglio, di lavaggio, sterilizzazione e le sale parto se collegate alle camere operatorie Ambulatorio chirurgico dove persone o animali vengono sottoposti ad operazioni chirurgiche Classificazione secondo la Norma dei locali ad uso medico Il sistema di protezione IT- M nei locali del gruppo 2 Nei locali di gruppo 2 la Norma richiede per tutti gli apparecchi che possono entrare nella zona paziente, ad esclusione degli apparecchi per radiografie e di quelli con potenza superiore a 5 kva, un sistema elettrico isolato da terra con le masse collegate a terra denominato sistema IT-Medicale (fig. 3). Fig. 3 - Sistema IT-M E' un sistema IT particolare che prevede l'impiego di un trasformatore di isolamento (da non confondere nemmeno col modo di protezione per separazione elettrica dove non si richiede un controllore dell'isolamento e la messa a terra delle masse é addirittura vietata), appunto di tipo Medicale, un'estensione dei circuiti limitata e un controllore permanente

5 dell'isolamento di adeguate caratteristiche. Le prese a spina alimentate da sistema IT-M devono essere disposte in modo che siano installati almeno due distinti circuiti che le alimentino, oppure che esse siano protette individualmente o a gruppi (almeno due) contro le sovracorrenti. Le prese a spina alimentate da sistema IT-M non devono essere intercambiabili con quelle alimentate con altri sistemi. Il trasformatore non deve avere una potenza maggiore di 10 kva, al fine di limitare le correnti di dispersione. Se fossero necessarie potenze superiori, possono essere installati più trasformatori di isolamento. L'apparecchio di controllo e di misura dell'isolamento può essere posto nel quadro elettrico, ma un sistema di segnalazione acustica/ottica ed un pulsante di controllo devono essere posti nel locale in cui si presume la stabile presenza degli operatori. caratteristiche trasformatore di isolamento: non deve essere disinseribile; potenza compresa tra 0,5 kva a 10 kva; tensione nominale al secondario non superiore a 250 V anche se trifase; rispondente alla Norma IEC ; corrente verso terra sul secondario non superiore a 0,5 ma; corrente di dispersione sull'involucro non superiore a 0,5 ma; corrente magnetizzante non superiore a 12 volte la corrente nominale. caratteristiche del dispositivo di controllo permanente dell'isolamento: segnalazione ottico-acustica se la resistenza di isolamento dell'isolamento R<=50 kohm; impedenza interna <=100kohm; tensione del circuito di allarme non superiore a 25 V; corrente di prova anche in caso di guasto non superiore a 1 ma; dispositivo non disinseribile; rispetto della Norma CEI EN separazione dagli altri circuiti: deve essere garantita la separazione verso gli altri circuiti (anche nel quadro elettrico), deve essere garantita la non intercambiabilità delle spine degli apparecchi alimentati dal sistema IT-M con quelle alimentate da altri sistemi. prese a spina Per migliorare la continutà di servizio per l'alimentazione delle prese a spina devono essere installati almeno due circuiti distiniti oppure le prese a spina devono essere protette individualmente o a gruppi (almeno due) contro le sovracorrenti.

6 L'egualizzazione dei potenziali E' un accorgimento che permette nei locali con pericolo di microschock di limitare notevolmente le differenze di potenziale che si stabiliscono in occasione di un guasto, e di ridurre al minimo le correnti pericolose che possono attraversare il paziente. Si realizza approntando un nodo equipotenziale al quale fanno capo sia i conduttori di protezione (PE) delle masse sia i collegamenti equipotenziali supplementari (EQS) alle masse estrane: Il collegamento al nodo può essere limitato a tutte le masse e masse estranee che si trovano all'interno della zona paziente ad esclusione quindi di tutte le masse estranee e di tutte le masse degli apparecchi fissi poste fuori; Le masse poste fuori dalla zona paziente devono essere collegate a terra, ma non necessariamente al nodo equipotenziale; I conduttori di protezione delle prese a spina devono invece essere collegate al nodo perché potrebbero alimentare apparecchi utilizzati nella zona paziente; Per i locali del gruppo 2 la resistenza dei conduttori equipotenziali e di protezione misurata, compresa la resistenza delle connessioni, deve essere inferiore a 0,2 ohm (conduttori da 6 mm 2 di lunghezza inferiore a 50 m e connessioni eseguite a regola d'arte rispondono a tali requisiti); Per i locali del gruppo 1 e 0 é sufficiente che sia accertata la continuità dei collegamenti equipotenziali. Per massa estranea si intende una parte metallica non facente parte dell'impianto elettrico quando presenta una resistenza verso terra inferiore a: 0,5 Mohm nei locali di gruppo 2 dove c'é pericolo di microshock, 200 ohm nei locali del gruppo 1 dove non c'é pericolo di microshock, 1000 ohm nei locali del gruppo 0. Il nodo equipotenziale Il nodo equipotenziale é necessario per i locali del gruppo 1 e 2 e deve rispondere alle seguenti prescrizioni: deve essere collegato al conduttore principale di protezione con un conduttore di sezione almeno equivalente a quella del conduttore di protezione di sezione più elevata collegato al nodo stesso; deve essere posizionato nei pressi del locale ma non necessariamente all'interno del locale; deve essere facilmente accessibile e deve essere possibile individuare e scollegare singolarmente ciascun conduttore (fig. 4);

7 a valle del nodo é ammesso un solo nodo intermedio (subnodo) tra ogni massa o massa estranea ma, se si rispetta tale prescrizione, é ammesso avere nello stesso locale più nodi intermedi. Fig.4 - Il nodo equipotenziale a) Identificazione di ciascun conduttore mediante targhette b) Non é ammesso il collegamento contemporaneo di più conduttori su di un unico morsetto Al nodo equipotenziale devono essere collegate, in modo chiaramente identificabile ed accessibile, con possibilità di scollegamento individuale, le seguenti parti che entrano o possono entrare nella zona paziente: - conduttori di protezione PE delle masse; - collegamenti equipotenziali EQS (sezione nominale dei conduttori di rame non inferiore a 6 mm 2, R<=0,2 ohm) delle masse estranee (limite di resistenza per le masse estranee 200 ohm per locali del gruppo 1 e 0,5 Mohm per i locali del gruppo 2 - In particolare devono esser collegate al nodo equipotenziale le seguenti masse estranee: tubazioni metalliche nell'area paziente, acqua calda/fredda, scarichi, ossigeno, gas medicali, condizionamento, ecc, in questo caso é sufficiente che il collegamento sia effettuato in un solo punto, meglio se all'ingresso del locale; infissi metallici posti nell'area del paziente, escluse le parti mobili su di esse montate quali le ante di porte e finestre, e basamento del tavolo operatorio

8 fisso); - eventuali schermature contro le interferenze elettriche; - eventuale rete conduttrice nel pavimento; - eventuale schermo metallico del trasformatore d'isolamento. Riassunto delle disposizioni più importanti fornite dalle Norme in relazione al gruppo di appartenenza del locale medico Gruppo di appartenenza del locale: 0 Ambulatorio medico senza apparecchi con parti applicate o Valore limite della resistenza delle masse estranee:1000 OHM o Necessità del nodo e ammissibilità del subnodo: NO o Sistema I -TM (eccetto gli apparecchi RX o di potenza superiore a 5 kva e per gli apparecchi fissi fuori dalla zona paziente): NO o Collegamenti equipotenziali supplementari: Non Necessari o Interruttore differenziale Tipo A o B con I dn inferi ore a 30 ma: Non indispensabile (consigliato) Gruppo di appartenenza del locale: 1 Ambulatorio medico con apparecchi con parti applicate, camera di degenza, locale per esami di fisiopatologia, per idroterapia, per radiologia, per terapia fisica, sala parto o Valore limite della resistenza delle masse estranee:200 OHM o Necessità del nodo e ammissibilità del subnodo: SI o Sistema I -TM (eccetto gli apparecchi RX o di potenza superiore a 5 kva e per gli apparecchi fissi fuori dalla zona paziente): NO o Collegamenti equipotenziali supplementari: SI o Interruttore differenziale Tipo A o B con I dn inferi ore a 30 ma: Per prese fino a 32 A Gruppo di appartenenza del locale: 2 Locale chirurgico, ambulatorio chirurgico, locale per sorveglianza o terapia intensiva, locale per anestesia, locale per esame agiografico, sala per cateterismo cardiaco o Valore limite della resistenza delle masse estranee:0,5 MEGAOHM o Necessità del nodo e ammissibilità del subnodo: SI

9 Condutture o Sistema I -TM (eccetto gli apparecchi RX o di potenza superiore a 5 kva e per gli apparecchi fissi fuori dalla zona paziente): SI o Collegamenti equipotenziali supplementari: SI o Interruttore differenziale Tipo A o B con I dn inferi ore a 30 ma: Per tutti i circuiti non alimentati dal sistema IT-M I locali ad uso medico sono generalmente considerati ambienti a maggior rischio in caso d'incendio pertanto le condutture devono essere scelte ed installate in conformità alle prescrizioni della sezione 751 della norma CEI Nei tratti su passerella o nei canali non incassati devono essere utilizzati del tipo non propagante l'incendio. IL DM 18/09/02 Il DM 18/09/02 "Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione costruzione ed esercizio delle strutture sanitarie, pubbliche e private" si applica a tutte le strutture sanitarie di nuova costruzione o esistenti anche se non soggette al controllo dei Vigili del Fuoco in base al DM 16/02/82: -strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o diurno (ospedali); - strutture che erogano prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno (case di cura); - strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio (ambulatori medici) Relativamente agli impianti elettrici il DM 18/09/02, ai titoli II e III, formula le seguenti prescrizioni: Quadro generale e quadri principali di distribuzione di piano il quadro elettrico generale e quelli di piano devono essere ubicati in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio. il quadro di piano può essere installato in un locale compartimentato al fuoco o in un vano con pareti e porte resistenti al fuoco, in accordo con l'articolo 3.1 dello stesso DM, (REI 90 per edifici di altezza fino a 24 m e REI 120 per piani interrati e per edifici con altezza

10 oltre 24 m). Impianti elettrici devono essere eguiti a regola d'arte secondo i dettami della legge 186/68 ed all legge 46/90 e devono possedere i seguenti requisiti: o non devono essere causa primaria di incendio o di esplosione e non devono costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento degli incendi; o devono presentare adeguate caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possibilità di intervento individuate nel piano di gestione delle emergenze; o non devono alimentare o costituire una via privilegiata di propagazione degli incendi (le condutture elettriche devono garantire un comportamento al fuoco compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali); o devono essere suddivisi in circuiti tra loro selettivi; o devono disporre di apparecchi di manovra installati in quadri elettrici ubicati in posizione protetta, con chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. Alimentazione di sicurezza L'alimentazione degli apparecchi utilizzatori e delle parti di impianto indispensabili per la sicurezza delle persone deve essere garantita da un sistema di alimentazione si sicurezza. L'alimentazione di sicurezza, in funzione del tempo di intervento, può essere così classificata: o classe 0 - Senza interruzione - Disponibile entro zero secondi (UPS); o classe 0,15 - Interruzione brevissima - Disponibile entro 0,15 secondi (UPS); o classe 0,5 - Interruzione breve - Disponibile entro 0,5 secondi (UPS); o classe 15 - Interruzione media - Disponibile entro 15secondi (Gruppo elettrogeno); o classe >15 - Interruzione lunga - Disponibile entro più di 15 secondi (Gruppo elettrogeno).

11 Servizi di sicurezza da alimentare - esempi di sorgenti adatte - autonomia richiesta - tipo di commutazione Secondo la Norma 64-8/7 V2 o tempi ad interruzione breve (non superiore a 0,5 s) o apparecchi elettromedicali specificati dal responsabile sanitario, illuminazione tavolo operatorio (lampade scialitiche o batterie - UPS o autonomia di 3 ore oppure di 1ora se commutabile su gruppo elettrogeno o commutazione automatica o tempi di interruzione media (non superiore a 15 s) (intervento se su quadro elettrico si verifica una diminuzione di tensione maggiore del 12% per tempi superiori ai 3 s) o illuminazione di sicurezza (vedi anche DM 18/09/02), locali con servizi essenziali o batterie - UPS - gruppo elettrogeno o autonomia maggiore o uguale a 24 ore oppure maggiore o uguale a 1 ora se i trattamenti e l'evacuazione sono completabili entro un ora o commutazione automatica o tempi di interruzione lunga (tempi superiori a 15 s ) o servizi ritenuti necessari dal progettista sentito il parere del direttore sanitario o gruppo elettrogeno o autonomia maggiore o uguale a 24 ore o commutazione automatica o manuale Secondo il DM 18/09/02 Se i locali ad uso medico sono considerati a maggior rischio in caso d'incendio devono poter disporre dei seguenti impianti di sicurezza: o allarme; o illuminazione; o rivelazione; o ascensori antincendio; o impianti di estinzione incendi;

12 o impianto di diffusione sonora. I tempi di interruzione e l'autonomia dell'alimentazione di sicurezza devono consentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima e i tempi di interruzione sono stabiliti per ogni impianto come segue: o impianti di rilevazione e allarme antincendio automatica ad interruzione breve (interruzione <0,5 s; autonomia >30 minuti primi) o illuminazione di sicurezza automatica ad interruzione breve (interruzione <0,5 s; autonomia >2 ore) o ascensori antincendio ad interruzione media (interruzione <15 s; autonomia >2 ore) o impianti idrici antincendio ad interruzione media (interruzione <15 s; autonomia >2 ore) o impianto di diffusione sonora ad interruzione media (interruzione <15 s; autonomia >2 ore) I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza, per evitare che un guasto elettrico ne possa compromettere il regolare funzionamento, devono essere separati ed indipendenti dagli altri circuiti non di sicurezza. Può rendersi necessario l'impiego di cavi multipolari distinti, canalizzazioni distinte, cassette di derivazione distinte o con setti separatori, materiali resistenti al fuoco, circuiti con percorsi diversi. Filtri a prova di fumo Per le strutture nuove o per quelle esistenti ma completamente rifatte devono essere provvisti dispositivi di intercettazione a comando manuale degli impianti elettrici, degli impianti di condizionamento e ventilazione e degli impianti di distribuzione dei gas medicali che interessano i compartimenti attigui al filtro. Si rende quindi necessaria l'installazione, in un quadro posizionato nel filtro stesso, di uno o più sezionatori per i circuiti elettrici. Un pannello di segnalazione dovrà inoltre indicare lo stato di funzionamento degli impianti elettrici, di distribuzione dei gas medicali, di allarme e spegnimento incendi installati nei compartimenti adiacenti. Ascensori antincendio

13 E' richiesto un elevatore antincendio (montalettighe) per tutte le strutture che contengono aree di tipo D ( aree destinate a ricovero in regime ospedaliero e/o residenziale, nonché aree adibite ad unità speciali: terapia intensiva, neonatologia, reparto di rianimazione, sale operatorie, ecc..). Il vano corsa e il locale macchinario devono essere compartimentati almeno REI 120 e separati da quelli degli altri ascensori. e montacarichi. L'elevatore antincendio deve disporre di due alimentazioni elettriche di cui una di sicurezza con sistema di commutazione automatica in caso d'incendio, con intervento minore a 15 s e durata maggiore di due ore. I montanti di alimentazione devono resistere al fuoco per almeno due ore. Nelle strutture esistenti l'elevatore antincendio é richiesto solo se l'edificio ha altezza antincendio superiore a 12 m. Illuminazione di sicurezza L'illuminazione di sicurezza deve essere prevista almeno nei seguenti ambienti: o vie di esodo e uscite di sicurezza, compresa la relativa segnaletica di sicurezza ; o locali di cabine, quadri elettrici, sorgenti di impianti di produzione; o locali con servizi essenziali, quali locali macchinario ascensori, cucine, centrali di climatizzazione, centri di elaborazione dati o locali ad uso medico del gruppo 1 (almeno un apparecchio) e del gruppo 2 (almeno la metà degli apparecchi). L'illuminazione di sicurezza può essere ottenuta tramite gruppi centralizzati o apparecchi autonomi provvisti di batteria di accumulatori purché assicurino, almeno per quanto concerne l'illuminazione di sicurezza ai fini antincendio, il funzionamento per almeno 2 ore con ricarica completa degli accumulatori entro 12 ore.. Il livello di illuminamento minimo (deve essere raggiunto al 50% entro 5 s), il grado di uniformità, il grado di abbagliamento, e l'indice di resa cromatica della fonte luminosa é indicato dalla Norma UNI EN Il DM 18/09/02 richiede all'impianto di illuminazione di sicurezza un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal piano di calpestio nelle vie di esodo e nelle aree destinate a prestazioni medico sanitarie di tipo ambulatoriale in cui non é previsto il ricovero (aree di tipo C) e nelle aree destinate a ricovero in regime ospedaliero e/o residenziale nonché nelle aree adibite ad unità

14 speciali (aree di tipo D). Nota: il DM 18/09/02 richiede un'alimentazione automatica dell'illuminazione di sicurezza con tempi non superiori a 0,5 s in contrasto con quanto indicato dalla Norma CEI 64-8/7 che ammette una commutazione entro i 15 s. Per quanto concerne l'illuminazione di sicurezza ai fini antincendio prevale quindi il decreto ministeriale. Le strutture di seguito elencate, se di superficie inferiore a 500 m2, non sono soggette a tali prescrizioni. Per tali strutture sono previste specifiche prescrizioni (impianti elettrici a regola d'arte ed eventuale impianto elettrico d'allarme a comando manuale con dispositivi di segnalazione ottici ed acustici) al titolo IV. - ambulatori in genere - ospedali e case di cura, esistenti o di nuova costruzione, fino a 25 posti letto che erogano solo prestazioni a ciclo diurno (day-ospital) - case di cura esistenti fino a 25 posti letto Segnalazioni di sicurezza Per la segnaletica di sicurezza, con i segnali illuminati internamente o esternamente, la Norma UNI EN 1838 indica i livelli minimi di luminanza e il tempo in cui devono essere raggiunti al fine di consentirne una adeguata individuazione. Per quanto riguarda la segnaletica di sicurezza é in vigore il DLgs 493/96. Obbligo di denuncia all'asl, all'arpa, o all'ispesl: devono essere denunciati i seguenti impianti, mediante invio della dichiarazione di conformità (senza allegati) da parte del datore di lavoro, se sono presenti lavoratori come definiti dal Dlgs 81/08 e se: Impianto di terra o non si tratta di cabine e centrali di produttori o distributori di energia elettrica. Impianti di protezione contro le scariche atmosferiche o si tratta di un edificio non autoprotetto e l'attività rientra fra quelle previste nella tabella A o B del DPR 689/59 o si tratta di un camino o di una struttura metallica all'aperto non autoprotetti

15 Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri o la sostanza pericolosa rientra nella tabella B, colonna 1 del DM 22/12/58 ed é soggetta a una delle lavorazioni previste nella tabella B, colonna 2 del DM 22/12/58 Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas o vapori o la sostanza pericolosa rientra nella tabella A, colonna 1 del DM 22/12/58, la sostanza é in lavorazione, il tipo di lavorazione rientra fra quelli previsti nella tabella A, colonna 2 del DM 22/12/58, la quantità in lavorazione é uguale o superiore a quella indicata nella tabella A, colonna 2 del DM 22/12/58 o La sostanza é in deposito e la quantità é uguale o superiore a quella indicata nella tabella A, colonna 3 del DM 22/12/58 Verifiche: Verifiche iniziali Sull'impianto ultimato, prima della messa in servizio, si devono eseguire le verifiche iniziali di cui al Cap.61 della Norma CEI 64-8, per le quali si possono seguire le indicazioni fornite dalla Guida alle verifiche CEI - ISPESL Inoltre, per i soli locali di gruppo 1 e 2, si devono effettuare le verifiche iniziali previste nella Sezione 710 art della Norma CEI In seguito, ad intervalli prestabiliti, si devono effettuare verifiche periodiche. Le verifiche iniziali da effettuare nei locali ad uso medico, in aggiunta a quelle richieste dal Cap. 61 della Norma CEI 64-8 sono le seguenti: - prova funzionale dei dispositivi di controllo dell'isolamento di sistemi IT-M edei sistemi di allarme ottico e acustico: questa prova consiste nell'accertare l'intervento dell'allarme ottico e acustico simulando che la resistenza verso terra scenda al di sotto di 50 kohm; - misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare (Norme CEI ); - misure delle correnti di dispersione dell'avvolgimento secondario a vuoto e sull'involucro dei trasformatori per uso medicale: questa prova non é necessaria se

16 é già stata eseguita dal costruttore del trasformatore per uso medicale, pur non essendo richiesta dalla Norma IEC ; - esame a vista per controllare che siano state rispettate le altre prescrizioni della sezione 710 della Norma CEI Verifiche periodiche Di seguito sono indicate le verifiche periodiche e le relative scadenze da eseguire nei locali ad uso medico del gruppo 1 e 2. Tipo di verifica - Periodicità - Prova funzionale dei dispositivi di controllo dell'isolamento (sistemi IT-M) - Semestrale - Controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili - Annuale - Esame delle misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare - Triennale - Prova funzionale a vuoto dell'alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione - Mensile - Prova funzionale a carico (minimo 30 minuti) dell'alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione - Quadrimestrale - Prova funzionale dell'alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni del costruttore - Semestrale - Prova dell'intervento, con I dn, degli interruttori differenziali - Annuale Verifiche di legge Ogni due anni o Luoghi a maggior rischio d'incendio Impianti di terra Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche o Luoghi ad uso medico Impianti di terra Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche o Luoghi con pericolo di esplosione Impianti elettrici Impianti di terra Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche

17 Ogni cinque anni o Negli altri casi Impianti di terra Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche Nota: Il decreto 462/01, che richiede verifiche ogni due o cinque anni, si sovrappone alle Norme CEI 11-1 che richiedono per gli impianti di terra in alta tensione verifiche con una periodicità di tre anni mentre le Norme 64-8 per gli impianti di terra in bassa tensione non forniscono alcuna indicazione (la tendenza, in sede internazionale, é di assumere un periodo di tre anni anche per le verifiche periodiche degli impianti in bassa tensione). La Norma 81-4 per i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche richiede visite periodiche ogni dieci anni ad esclusione dei casi ad elevata corrosione.

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