Consultazione pubblica
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- Bruno Barone
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1 Consultazione pubblica Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni dell Appennino Centrale Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e del D.lgs. n. 49 del BACINO DEL FIUME TEVERE Progetto di Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE - D.Lgs 23 febbraio 2010, n. 49) Distretto Idrografico dell Appennino Centrale Regioni Abruzzo e Molise Auditorium P. Gioia Palazzo Ignazio Silone Ore 9,30 Via Leonardo da Vinci L Aquila Roma 21 maggio 2015
2 Siamo qui L implementazione della Direttiva 2007/60/CE Direttiva Alluvioni definisce un processo di formazione del Piano di gestione degli alluvioni strutturato in diverse fasi intermedie alla fine di ciascuna delle quali deve essere predisposto uno specifico prodotto. Fino ad oggi: 1 Le mappe di pericolosità e rischio sono state presentate al Comitato Istituzionale nel giugno E in corso la partecipazione pubblica dal giugno Le mappe di pericolosità sono state presentate al Comitato Istituzionale nel dicembre 2013 con modifiche derivanti dalla fase di partecipazione 4 E stato elaborato il progetto di Piano di gestione dei rischi alluvionali (PGR - AC) alla scala del Distretto idrografico del Fiume Tevere entro il mese di giugno 2014 e avviata le attività di consultazione pubblica 5 Il Comitato istituzionale allargato alle Regioni del Distretto ha preso atto del progetto di Piano di gestione nel mese di dicembre 2014
3 Il progetto di Piano di gestione dei rischi alluvionali (PGRA- AC) si compone di tre documenti: - Relazione generale - Allegato 1: Piano di Gestione del Rischio Alluvioni per i territori del Distretto dell Appennino Centrale esterni al Bacino del Tevere. Integrato con il Sistema di allertamento e protezione civile (art.7 comma 3 lett.b del D.Lgs.49/2010) Progetto di Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE - D.Lgs 23 febbraio 2010, n. 49) Distretto Idrografico dell Appennino Centrale Dicembre Allegato 2: Schede delle Aree Omogenee e delle Aree a Rischio Significativo di alluvione (ARS) per il bacino del Tevere. oltre che delle Mappe di pericolosità e rischio
4 INDICE del PIANO 1. Le fasi principali per l implementazione della Direttiva 20007/60CE aspetti normativi Premessa La valutazione preliminare del rischio Le mappe di pericolosità e rischio Il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto dell'appennino Centrale (PGRA - AC). La consultazione pubblica nel PGRA - AC 2. Il distretto dell Appennino centrale Lineamenti fisici La componente sociale La componente economica 3. Il bacino del Tevere, il suo ambiente idrico e l impatto antropico Il bacino del Tevere Aspetti geologici, morfologici ed idrogeologici Le risorse idriche del bacino Il regime idrologico Le piene del Tevere Popolazione L agricoltura L industria Lo sviluppo economico L uso della risorsa idrica 4. La pianificazione di bacino nel Distretto idrografico dell Appennino Centrale.
5 5. La fase della mappatura di pericolosità e rischio Sintesi del processo di redazione delle mappe Mappe di pericolosità Caratteristiche idrauliche degli scenari di inondazione Trasporto solido e colate detritiche Le zone costiere Le zone costiere Mappe del danno I beni esposti La vulnerabilità Il danno potenziale Mappe del rischio Matrice di rischio relativa al danno di tipo Da) Ruolo di coordinamento dell Autorità di bacino del Tevere ed attività delle Regioni del Distretto dell Appennino centrale Integrazione e modifica alle mappe successiva alla fase di pubblicazione 6. Dalle mappe al Piano Principali criticità idrauliche nel bacino del Tevere Sintesi dei dati relativi alle aree comunali comprese in zone a pericolosità idraulica. Sintesi delle condizioni di pericolosità e rischio Comuni interessati 7. Piano di Gestione del rischio alluvioni: struttura e programma delle misure Il livello del Distretto idrografico Il livello delle aree omogenee Il livello delle aree a rischio significativo di alluvioni ( ARS) Le misure non strutturali Le misure strutturali Prima ipotesi della struttura normativa del Piano di Gestione del rischio alluvioni per l ambito distrettuale 8. Sistema di allertamento e protezione civile ( art.7 comma 3 lett.b del D.Lgs.49/2010) Parte di competenza regionale Sintesi delle attività relative ai Piani di laminazione. 9. Il rapporto tra la Direttiva 2000/60 EC e la Direttiva 2007/60EC 10. La partecipazione pubblica Azioni adottate per informare e consultare il pubblico Descrizione soggetti competenti Elenco autorità competenti. 11. Il Piano di gestione delle alluvioni e la valutazione ambientale strategica
6 Le mappe di pericolosità e rischio sono state presentate al Comitato Istituzionale nel giugno 2013 Mappa della pericolosità Mappa del danno Mappa del rischio
7 Le mappe di pericolosità e rischio sono state presentate al Comitato Istituzionale nel dicembre 2013con modifiche derivanti dalla fase di partecipazione Mappa di rischio Rio Galeria mappa aggiunta da giugno 2013 a dicembre 2013
8 Prima Le Aree proposta e Rischio di Aree Significativo Omogenee del PGR - AC.gli Stati membri individuano per ciascun distretto idrografico o unità di gestione di cui all articolo 3, paragrafo 2, lettera b), o parte di un distretto idrografico internazionale situato sul loro territorio le zone per le quali essi stabiliscono che esiste un rischio potenziale significativo di alluvioni o si possa ritenere probabile che questo si generi L implementazione della Direttiva Alluvioni richiede di superare le frontiere amministrative e valutare le criticità alla scala delle aree a rischio significativo (ARS) La Direttiva prevede che la gestione del rischio alluvioni sia prioritariamente sviluppata nelle aree dove esiste un rischio potenziale significativo di alluvioni o si possa ritenere probabile che questo si generi (ARS). Spesso gli ARS sono ambiti territoriali molto estesi che coinvolgono il territorio di più comuni Gli obiettivi di riduzione delle conseguenze negative delle alluvioni e le correlate misure devono essere strettamente collegati ad ogni singola Area a rischio significativo (ARS). Così come per la Direttiva Acque gli obiettivi di qualità devono essere riferiti a ciascun Corpo Idrico
9 Struttura del piano Livello di applicazione delle misure A scala di distretto Individuazione di misure a carattere generale. Non tutte le misure generali potranno trovare applicazione nei bacini/sottobacini/aree omogenee, infatti ogni area può presentare diverse caratteristiche fisiche, differenti scenari di evento, tipologie di insediamento peculiari, ed attività economiche differenti, oltre che diversi beni culturali ed ambientali, diversa potrà quindi essere l'individuazione delle misure da applicare in particolari porzioni di territorio A scala di area omogenea Individuazione di misure specializzate per singole aree omogenee/bacini/sottobacini secondo la tipologia di evento, il tipo di danno e di risposta idraulica A scala di area a rischio significativo ARS Per proseguire nelle attività di redazione del Piano è necessario individuare e condividere, anche per le inevitabili relazioni tra le parti A) (a carattere Pianificatorio) e B) (a carattere di Protezione Civile) del Piano possibili aree di omogeneità e di rischio significativo in cui adottare misure di livello locale
10 Aree omogenee del bacino del Tevere Per quanto riguarda il solo bacino Tevere le aree omogenee sono le seguenti:
11 Le Aree Omogenee del PGRA - AC AREA Omogenea 1: (Regione Lazio) 1.1 Bacino del tratto metropolitano del F. Tevere da Castel Giubileo alla Foce. /Zona allerta Regione Lazio D_Roma ; 1.2 Corridoi Fluviali del Tevere ed Aniene tratto metropolitano (Tevere a valle di Castel Giubileo, Aniene a valle del serbatoio di S. Giovanni - Tivoli)./ Zona allerta Regione Lazio D_Roma e E_Aniene; 1.3 Area della foce del Tevere e Comprensorio bonifica. /Zona allerta Regione Lazio D_Roma AREA Omogenea 2: (Regione Lazio) 2.1 Area bacino Aniene dalla sorgente fino al serbatoio di S. Giovanni - Tivoli/Zona allerta Regione Lazio E_Aniene; AREA Omogenea 3: (Regioni Lazio e Umbria) 3.1 Area bacino basso Tevere dal confine Regione Lazio a Castel Giubileo/Zona allerta Regione Lazio B_Bacino Medio Tevere; 3.2 Area bacino basso Tevere dalla confluenza con il Paglia al confine Regione Umbria/Zona allerta Regione Umbria B_Medio Tevere;
12 AREA Omogenea 4: (Regioni Lazio ed Abruzzo) 4.1 Area bacino del Velino (dalle sorgenti fino al canale emissario del Lago di Piediluco) /Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti; 4.2 Area bacini Salto e Turano (dalle sorgenti alla confluenza nel Velino)/ Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti - Zona allerta Regione Abruzzo E_Marsica AREA Omogenea 5 :(regioni Umbria e Marche) 5.1 Bacino Nera (dalle sorgenti alla confluenza Tevere)/Zona allerta Regione Umbria B_Medio Tevere D_Nera Corno - Zona allerta Regione Marche C; 5.2 Bacino Piediluco (tratto umbro del fiume Velino)/Zona allerta Regione Umbria D-Nera Corno; AREA Omogenea 6: (Regione Umbria) 6.1 Bacino Medio Tevere dalla confluenza del fiume Chiascio a confine Regione Lazio/ Zona allerta Regione Umbria A_Alto Tevere e B_Medio Tevere; 6.2 Bacino Nestore (tutto il bacino idrografico)/ Zona allerta Regione Umbria E_Trasimeno Nestore. 6.3 Bacino Trasimeno (compreso tutto il relativo bacino idrografico)/ Zona allerta Regione Umbria E_Trasimeno Nestore. AREA Omogenea 7: (Regione Umbria) 7.1 Bacino del Chiascio/Zona allerta Regione Umbria C_Chiascio Topino Marroggia; 7.2 Bacino del Topino Marroggia/ Zona allerta Regione Umbria C_Chiascio Topino Marroggia;
13 AREA Omogenea 8 :(regione Umbria Toscana e Lazio) 8.1 Bacino del Paglia (dalle sorgenti alla confluenza in Tevere)/ Zona allerta Regione Umbria F_Chiani Paglia - Zona allerta Regione Toscana F4 - Zona allerta Regione Lazio A-Bacini Costieri Nord ; 8.2 Bacino del Chiani (dalle sorgenti alla confluenza in Paglia)/ Zona allerta Regione Umbria F_Chiani Paglia - Zona allerta Regione Toscana F4 ; AREA Omogenea 9 :(regioni Toscana e Emilia Romagna) 9.1 Bacino Alto del Tevere (dalle sorgenti alla confluenza del Chiascio)/ Zona allerta Regione Umbria A_Alto Tevere - Zona allerta Regione Emilia-Romagna A_Forli - Zona allerta Regione Toscana E4 ;
14 Le Aree Omogenee dell Abruzzo o nel bacino del fiume Tevere PGRA - AC AREA Omogenea 4: (Regioni Lazio ed Abruzzo) 4.1 Area bacino del Velino (dalle sorgenti al canale emissario di Piediluco)/Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti; 4.2 Area bacini Salto e Turano (dalle sorgenti alla confluenza nel Velino)/ Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti - Zona allerta Regione Abruzzo E_Marsica AO4 5 AO 4.1 AO 4.2
15 Consideriamo l area omogenea AO4 (AO 4.1 ed AO 4.2) AO 4.1 AO 4.2 Per ogni area omogenea sono state redatte schede monografiche per caratterizzare: AREA Omogenea 4: (Regioni Lazio ed Abruzzo) 4.1 Area bacino del Velino (dalle sorgenti al canale emissario di Piediluco)/Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti; 4.2 Area bacini Salto e Turano (dalle sorgenti alla confluenza nel Velino)/ Zona allerta Regione Lazio C_Appennino di Rieti - Zona allerta Regione Abruzzo E_Marsica PROGRAMMA DELLE MISURE A LIVELLO DI AREA OMOGENEA Contesto territoriale e quadro idrologico Superfici a rischio Superfici beni esposti Stima della popolazione esposta Beni storico ambientali esposti
16 VELINO Quadro idrologico e dati di riepilogo AO 4.1 Bacino del fiume Velino (dalle sorgenti alla confluenza con il fiume Tevere) Dati di riferimento idrologia Dati riepilogativi
17 VELINO Beni esposti nella AO 4.1 Bacino del fiume Velino (dalle sorgenti alla confluenza con il fiume Tevere)
18 VELINO Beni storico ambientali nella AO 4.1 Bacino del fiume Velino (dalle sorgenti alla confluenza con il fiume Tevere)
19 SALTO E TURANO Quadro idrologico e dati di riepilogo AO 4.2 (Fiumi Salto e Turano) Dati di riferimento idrologia Dati riepilogativi
20 SALTO E TURANO Beni esposti nella AO 4.2 (Fiumi Salto e Turano)
21 SALTO E TURANO Beni storico ambientali nella AO 4.2 (Fiumi Salto e Turano)
22 Programma di Misure per l Area Omogenea AO4 4.1 Bacino del fiume Velino (dalle sorgenti alla confluenza con il fiume Tevere) 4.2 Fiumi Salto e Turano
23 Tipologia delle misure di Piano indicate dalla Guidance n. 29 M1 nessuna misura - M2 prevenzione - M3 protezione M4 preparazione M5 ritorno alla normalità e analisi M6 altro
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26 VELINO MISURE DI PREVENZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.1 BACINO DEL VELINO FINO ALL EMISSARIO DEL LAGO DI PIEDILUCO CAT COD.TIPO DESCRIZIONE ENTE ATTUATORE PRIORITA' STATO C. PROGR. LAZIO ABRUZZO ALTRI A.B.T LAZIO ABRUZZO A.B.T M2.1 Norme di pianificazione Normativa governo uso del territorio per limitazione rischio, norme PGRALL COM M2.1.1 M2.2 Rilocalizzazione Promozione iniziative per attuazione delocalizzazioni in aree critiche Riduzione della M2.3 vulnerabilità Incentivazione applicazione sistemi di sicurezza locale su singoli edifici o gruppi OGC Indirizzi gestione territorio funzionale alla M2.4 Altre misure di conoscenza difesa idrogeologica OGC M2.4.1 Indirizzi per modellazioni idrologiche e idrauliche OGC M2.4.2 Indirizzi per studi di invarianza idraulica OGC M2.4.3 PREVENZIONE M2 AREA OMOGENEA 4.1 Bacino del Velino dalle sorgenti fino all'emissario del Lago di Piediluco (REGIONI LAZIO, ABRUZZO) Indirizzi programmi manutenzione idraulica OGC M2.4.4 Catalogo opere idrauliche a scala regionale Sviluppo ed aggiornamento mappature di rischio M2.4.5 M2.4.6
27 PROTEZIONE M3 M3.1 VELINO Gestione deflussi con sistemi naturalistici RIQ_VEL_TUR Misure volte a limitare deflussi ripristinando e potenziando capacità di laminazione dei tratti naturali Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali NS NS M3.1.1 RIQ_VEL_PES Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali NS NS M3.1.2 M3.2 Regolazione delle portate Interventi strutturali per laminazione delle portate M3.3 Opere di mitigazione Interventi sul reticolo idrografico INT_VEL_1 Arginature, sovralzi arginali, risagomature d'alveo, cassa di espansione POG M3.3.1 INT_VEL_2 Arginature, risagomature d'alveo POG M3.3.2 Opere di mitigazione Interventi sistemazione versanti Opere di mitigazione Interventi difesa costiera Gestione delle acque Misure volte a limitare deflussi superficiali in M3.4 superficiali ambiti urbani per infiltrazione e capacità Comuni M3.5 Altre misure RICADONO NELLA REGIONE LAZIO Programmi di manutenzione ordinaria reticolo idrografico RICADONO NELLA REGIONE LAZIO MISURE DI PROTEZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.1 BACINO DEL VELINO FINO ALL EMISSARIO DEL LAGO DI PIEDILUCO Consorzi
28 VELINO MISURE DI PREPARAZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.1 BACINO DEL VELINO FINO ALL EMISSARIO DEL LAGO DI PIEDILUCO PREPARAZIONE M4 Sistemi di allarme M4.1 previsionale Risposta capacità in M4.2 emergenza Migliorare preparazione M4.3 evento Altre misure di M4.4 preparazione g Misure per potenziamento sistema di allarme Prot.Civ. e previsione Promozione redazione aggiornamento piani Prot.Civ. di protezione civile M4.2.1 Organizzazione presidi territoriali Prot.Civ. M4.2.2 Protocolli operativi per gestione fase di evento Prot.Civ. - regolazione volumi M4.2.3 Campagne di informazione ed educazione Prot.Civ. pubblica su rischio idraulico Prot.Civ.
29 MISURE DI PREVENZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.2 BACINI DEL SALTO E DEL TURANO DALLE SORGENTI ALLA CONFLUENZA NEL VELINO CAT COD. TIPO DESCRIZIONE ENTE ATTUATORE PRIORITA' STATO C. PROGR. LAZIO ABRUZZO ALTRI A.B.T LAZIO ABRUZZO A.B.T M2.1 Norme di pianificazione Normativa governo uso del territorio per limitazione rischio, norme PGRALL COM M2.1.1 M2.2 Rilocalizzazione Promozione iniziative per attuazione delocalizzazioni in aree critiche Riduzione della Incentivazione applicazione sistemi di sicurezza M2.3 vulnerabilità locale su singoli edifici o gruppi OGC PREVENZIONE M2 M2.4 AREA OMOGENEA 4.2 Bacini del Salto e del Turano dalle sorgenti alla confluenza nel Velino (REGIONI LAZIO, ABRUZZO) Altre misure di conoscenza Indirizzi gestione territorio funzionale alla difesa idrogeologica OGC M2.4.1 Indirizzi per modellazioni idrologiche e idrauliche OGC M2.4.2 Indirizzi per studi di invarianza idraulica OGC M2.4.3 Indirizzi programmi manutenzione idraulica OGC M2.4.4 Catalogo opere idrauliche a scala regionale M2.4.5 Sviluppo ed aggiornamento mappature di rischio M2.4.6 SALTO E TURANO
30 SALTO E TURANO RICADONO NELLA REGIONE ABRUZZO MISURE DI PROTEZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.2 BACINI DEL SALTO E DEL TURANO DALLE SORGENTI ALLA CONFLUENZA NEL VELINO PROTEZIONE M3 M3.1 Gestione deflussi con sistemi naturalistici RIQ_IME INT_TUR_1 Opere di mitigazione Opere di mitigazione Gestione delle acque M3.4 superficiali Misure volte a limitare deflussi ripristinando e potenziando capacità di laminazione dei tratti naturali Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali NS NS M3.1.1 Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali NS NS M3.1.2 RIQ_TUR Regolazione delle M3.2 portate Programma di laminazione Salto e Turano NS M3.3 Opere di mitigazione Interventi sul reticolo idrografico Difese spondali, arginature, cassa di espansione, adeguamento ponte POG M3.3.1 Interventi sistemazione versanti Interventi difesa costiera Misure volte a limitare deflussi superficiali in ambiti urbani per infiltrazione e capacità Comuni M3.5 Altre misure Programmi di manutenzione ordinaria reticolo idrografico Consorzi RICADE NELLA REGIONE ABRUZZO
31 MISURE DI PREPARAZIONE PER L AREA OMOGENEA 4.2 BACINI DEL SALTO E DEL TURANO DALLE SORGENTI ALLA CONFLUENZA NEL VELINO PREPARAZIONE M4 Sistemi di allarme M4.1 previsionale Risposta capacità in M4.2 emergenza Migliorare preparazione M4.3 evento Altre misure di M4.4 preparazione g Misure per potenziamento sistema di allarme e Prot.Civ. previsione Promozione redazione aggiornamento piani di Prot.Civ. protezione civile M4.2.1 Organizzazione presidi territoriali Prot.Civ. M4.2.2 Protocolli operativi per gestione fase di evento - Prot.Civ. regolazione volumi M4.2.3 Campagne di informazione ed educazione Prot.Civ. pubblica su rischio idraulico Prot.Civ. SALTO E TURANO
32 MISURE PER LE AREE A RISCHIO SIGNIFICATIVO DI ALLUVIONE NELL AREA OMOGENEA AO4 ABRUZZO
33 Con il progetto di Piano di gestione dei rischi alluvionali di giugno 2014 Prima proposta di Aree a Rischio Significativo (ARS) Avviate le attività di consultazione pubblica LE MISURE NON STRUTTURALI Misure di limitazione delle trasformazioni del suolo; Misure di conservazione delle capacità naturali e delle peculiarità ambientali ; Misure di coordinamento con i PAI vigenti e con la pianificazione esistente (di Bacino e di Distretto) LE MISURE STRUTTURALI Tipo I)M3.3 Interventi per la messa in sicurezza di aree a rischio Tipo II) M3.1 Interventi per la salvaguardia ed il recupero delle caratteristiche naturali degli ambiti fluviali
34 INTERVENTI DI PROTEZIONE NELL AREA OMOGENEA AO 4.2 INT_TUR_1 RIQ_IME ABRUZZO RIQ_TUR LE MISURE STRUTTURALI Tipo I) Interventi per la messa in sicurezza di aree a rischio Tipo II) Interventi per la salvaguardia ed il recupero delle caratteristiche naturali degli ambiti fluviali
35 Salto e Turano ARS: Tipo I Aree a rischio significativo di alluvione nel bacino del fiume Tevere Regione Abruzzo M3.3 Opere di mitigazione Interventi sul reticolo idrografico Difese spondali, arginature, cassa di espansione, INT_TUR_1 adeguamento ponte LE MISURE STRUTTURALI Tipo I) Interventi per la messa in sicurezza di aree a rischio
36 Salto e Turano ARS: Tipo II Aree a rischio significativo di alluvione nel bacino del fiume Tevere Regione Abruzzo M3.1 Gestione deflussi con sistemi naturalistici RIQ_IME RIQ_TUR Misure volte a limitare deflussi ripristinando e potenziando capacità di laminazione dei tratti naturali Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali Interventi di riqualificazione e potenziamento funzione naturale delle aree fluviali LE MISURE DI RIQUALIFICAZIONE Tipo II) Interventi per la salvaguardia ed il recupero delle caratteristiche naturali degli ambiti fluviali
37 Per ogni ARS di tipo I sono state redatte schede monografiche per caratterizzare: Contesto territoriale Superficie a rischio Superfici beni esposti Stima della popolazione esposta Beni storico ambientali esposti Stato ecologico e chimico del corpo idrico
38 Beni esposti e stima della popolazione nella ARS INT_TUR_1 Popolazione stimata in R3 +R4 515
39 Beni storico ambientali nella ARS INT_TUR_1
40 Stato ecologico e chimico del torrente INT_TUR_1
41 MISURE DI PROTEZIONE M3.3 INTERVENTI IN ALVEO Codice intervento Località Fiume R3+R4 (mq) Descrizione Importo Stato di attuazione INT_TUR_1 Carsoli Turano Realizzazione di difese spondali di protezione dell abitato di Carsoli e realizzazione di una cassa di espansione sul torrente Vallemura e sul torrente Turano entrambi mediante costruzione di un rilevato arginale e relativi manufatti di regolazione, adeguamento ponte alla confluenza Turano - Vallemura Euro Finanziamento I lotto euro cassa torrente Vallemura in corso di progettazione
42 Attività per il PGRA AC in coordinamento con le Regioni del Distretto Condivisione delle proposte di Aree omogenee Individuazione degli obiettivi specifici fissati per ogni ARS (area a rischio significativo). Valutazione dello stato di attuazione degli interventi programmati nel PAI; Verifica degli strumenti di protezione civile regionale e locale. Definizione dei programmi di misure relative 1 al Distretto (misure non strutturali già individuate nei PAI ); 2 alle aree omogenee; 3 alle ARS secondo gli schema per il reporting rilasciati dalla Comunità europea Ricognizione documentazione esistente sul climate change
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44 La partecipazione pubblica FASE 1 PERIODO Giugno 2012 Maggio 2013 Giugno 2013 FASE 2 Dicembre 2013 DOCUMENTAZIONE Metodologia di lavoro/programma Mappe di pericolosità e di rischio /relazioni e sintesi non tecniche LIVELLO TERRITORIALE Riunioni su base regionale Riunioni su base regionale FASE 3a Gennaio 2014 Dicembre 2014 Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni in bozza Riunioni su base regionale FASE 3b Gennaio 2015 Giugno 2015 (ora Dicembre 2015) Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni Sedi istituzionali
45 Grazie per l attenzione
Palazzo Ducale. Consultazione pubblica. Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni dell Appennino Centrale.
Consultazione pubblica Regione Marche Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni dell Appennino Centrale Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e del D.lgs. n. 49 del 23.02.2010 BACINO DEL FIUME
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