PROVINCIA DI CROTONE CONSULTA PROVINCIALE SULLA SICUREZZA STRADALE
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- Fabio Sarti
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1 CONSULTA PROVINCIALE SULLA SICUREZZA STRADALE
2 Il progetto intitolato Centro di Monitoraggio, Consulta, Piano Provinciale per la Sicurezza Stradale della Provincia di Crotone è promosso dalla Provincia di Crotone, nell ambito del Primo Programma di Attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale. Il responsabile del progetto per la Provincia di Crotone è Fabio Pisciuneri. La realizzazione del progetto è affidata all ATI costituita da RST Ricerche e Servizi per il Territorio s.r.l. (società capofila), CP s.a.s TMS Consultancy Italy s.r.l. ed Esosfera s.p.a. che ha costituito il seguente gruppo di lavoro. Coordinamento Per la RST s.r.l. Maurizio Coppo Marco Maggioli Stefania Pisanti Per Ecosfera s.p.a Roberto Bonanni Nicola Tamma Per CP s.a.s TMS Consultancy Italy s.r.l. Per il Centro di Monitoraggio della Provincia di Crotone Raimondo Polidoro Martin Belcher Steve Proctor Fausta Ricci Giuseppe Rizzo Giuseppe Schifino Piero Serravalle Ferdinando Varano CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 2
3 L IMPORTANZA DELLE CONSULTE LOCALI NEL PIANO NAZIONALE PER LA SICUREZZA STRADALE Le Consulte Locali sulla Sicurezza Stradale (regionali, provinciali e comunali per le grandi città), al fine di rafforzare e rendere più efficace il contributo della Consulta nazionale, sono poste all interno del sistema di organismi di governo di quelle azioni strategiche contemplate dal Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale a seguito delle direttive comunitarie emanate in materia. Esse costituiscono una rete capillare di strutture di supporto scientifico e consulenziale, che, con i loro risultati, costituiscono il contributo primario alla realizzazione del Piano stesso. CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 3
4 AZIONI PRIMARIE DELLA CONSULTA La Consulta come sede organizzata e luogo di incontro/confronto per attività di : consultazione delle parti sociali relativamente agli in dirizzi e alle linee di attività del Piano nonché la sua attuazione; acquisizione di indicazioni, valutazioni e proposte sui contenuti del Piano e sulle sue modalità di attuazione; promozione di una partecipazione attiva alla realizzazione del Piano da parte del sistema delle imprese, delle rappresentanze dei lavoratori e delle rappresentanze sociali, con l esplicita assunzione di oneri e impegni in relazione alle finalità e alle azioni del Piano stesso. CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 4
5 LA CONSULTA COME LUOGO DI INCONTRO DELLE ISTANZE PUBBLICHE E PRIVATE NEL CAMPO DELLA SICUREZZA STRADALE Le Consulte locali svolgono il compito di raccolta dei contributi provenienti dal mondo dell Imprenditoria, delle Professioni, dell Associazionismo e devono: fornire i supporti conoscitivi e interpretativi a supporto del confronto e della concertazione tra le associazioni civili, le rappresentanze economiche e professionali e il sistema delle istituzioni per la definizione di obiettivi, linee di azione e priorità in materia di sicurezza stradale; costituire la sede di riferimento per la definizione di accordi e impegni specifici che comportano una partecipazione diretta al processo di miglioramento della sicurezza stradale della più ampia platea di soggetti pubblici e privati e una specifica assunzione di oneri a tale fine; esaminare i risultati dell azione di monitoraggio sullo stato di attuazione e sui risultati delle azioni e dei programmi di sicurezza stradale ed effettuare una valutazione generale sull efficacia delle misure adottate in grado di orientare le scelte dei decisori pubblici e privati. CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 5
6 LA CONSULTA, STRUMENTO DI GOVERNANCE E LUOGO DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA STRADALE Le Consulte locali sono il luogo di raccolta e di presenza attiva di tutte quelle realtà, pubbliche o private che, rivestendo ruoli istituzionali, di rappresentanza o di semplice esperienza, possono proporsi come portatori di opinioni, idee, contributi specifici nel campo della sicurezza stradale. Contribuiscono, con un metodo autogenerativo, maieutico, ai lavori di costruzione di quella cultura della sicurezza stradale, a tutti gli effetti, tema cardine del Piano Nazionale. La messa in rete dei vari uffici tecnici (non solo comunali), portatori di soluzioni ed esperienze comunicabili, costituisce, di fatto, una vera e propria comunità di pratica CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 6
7 PROVINCIA DI CROTONE SCHEMA DELLE RELAZIONI INTERE ED ESTERNE ALLA CONSULTA LOCALE CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 7
8 LA CONSULTA PROVINCIALE DI CROTONE E LE SUE FUNZIONI (1) COMPITI GENERALI fungere da tramite tra il livello tecnico-scientifico del Centro di Monitoraggio e quello delle istituzioni, del mondo delle rappresentanze e delle associazioni che a vario titolo possono essere coinvolti, fornendo elementi conoscitivi ed interpretativi validi a supporto del confronto e della concertazione tra questi; regolare, attraverso accordi e protocolli, i rapporti e gli impegni assunti dai diversi soggetti, in ordine al perseguimento della comune strategia di contrasto del fenomeno incidentale; operare valutazioni, sulla base delle analisi svolte dal CdM, in particolare sull efficacia delle azioni intraprese finalizzate all accrescimento della sicurezza, e sulla conseguente validità di piani e programmi in tema di sicurezza o aventi ricadute su questa (trasporti, urbanistica, etc.) CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 8
9 LA CONSULTA PROVINCIALE DI CROTONE E LE SUE FUNZIONI (2) QUADRO DELLE ATTIVITA coordinamento e informazione costante sul progredire delle fasi di conoscenza e monitoraggio del fenomeno incidentale; supporto alle attività finalizzate all individuazione di linee strategiche ed operative; organizzazione del programma di lavoro della Consulta e costruzione di un calendario di appuntamenti; elaborazione di bozze dei documenti base; aggiornamento seminariale su tematiche, tecniche, amministrative, di programmazione, rilevanti per la sicurezza; CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 9
10 GLI ORGANI DI GOVERNO DELLA CONSULTA 1) l Assemblea Generale che raccoglie tutti i soggetti con competenze istituzionali in materia di sicurezza stradale e tutti i soggetti, tra quelli che possono contribuire al miglioramento della stessa, risiedenti o operanti prevalentemente all interno del territorio provinciale. L Assemblea opera per gruppi di lavoro istituiti con modalità decise in sede di regolamento stesso e con il supporto della segreteria tecnica; 2) Il Presidente che rappresenta la Consulta, convoca le sessioni plenarie, tiene i rapporti con l Amministrazione, rappresenta le posizioni ufficiali della Consulta, approva il programma delle attività; 3) Il Comitato di Presidenza che organizza i lavori dell Assemblea e ne costituisce la struttura di gestione e controllo. Esso istituisce gruppi di lavoro su temi individuati dall Assemblea, adotta il programma delle attività, promuove, su istruttoria della Segreteria Tecnica le linee di azione della Consulta. 4) Il Centro di Monitoraggio come struttura di Segreteria Tecnica preposta alla raccolta, formazione e restituzione delle informazioni, elaborazioni, verifiche e valutazioni tecniche necessarie per le finalità stesse della Consulta. A tal fine esso acquisisce le informazioni, le analisi e gli input dalla rete degli operatori (comunità di pratica) e da altre strutture tecniche. La struttura di Segreteria istruisce le attività di eventuali Gruppi di lavoro e predispone lo schema di attività della Consulta da adottare su decisione del Comitato di Presidenza e approvato dal Presidente. CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 10
11 SCHEMA FUNZIONALE DELLA CONSULTA CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 11
12 FIGURE ISTITUZIONALI COINVOLTE Della Consulta fanno parte tutte le figure istituzionali e tutti gli attori operanti con esperienze tecnico-territoriali riconducibili alle specifiche competenze nel campo della sicurezza stradale, della prevenzione del rischio, della formazione ed educazione alla guida, alla repressione dei comportamenti errati, alla rimozione tecnica dei fattori di rischio. Amministratori, rappresentanti delle diverse Amministrazioni coinvolte e presenti sul territorio; Tecnici rappresentanti delle diverse Amministrazioni coinvolte e territorialmente responsabili; Tecnici e/o amministratori rappresentanti di Enti gestori o proprietari di tratte stradali o di servizi di trasporto; Autorità di polizia; Autorità sanitarie; Rappresentanti delle istituzioni scolastiche e di ricerca; Rappresentanti del mondo del lavoro; Rappresentanti del mondo dell associazionismo. CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 12
13 FIGURE ISTITUZIONALI COINVOLTE La formazione della Consulta e le condizioni del suo funzionamento sono legittimate da strumenti deliberativi che ne sanciscono l avvio, ne definiscono la composizione istituzionale, stabiliscono i ruoli, le linee di attività e gli strumenti operativi. Questi strumenti di governo e controllo possono essere così elencati: La delibera costituente che sancisce la formazione della Consulta ; Il regolamento o statuto che istituisce gli scopi primari della Consulta, ne definisce gli organi di governo e la composizione consiliare, stabilisce i ruoli e le modalità di lavoro, le regole e le disposizioni interne Gli eventuali protocolli di intesa con enti ed istituzioni (sia esterni alla Consulta sia membri interni ad essa) CONSULTA SULLA SICUREZZA STRADALE / 13
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