Piano triennale di prevenzione della corruzione (P.T.P.C.) Ente parco naturale delle Prealpi Giulie

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1 Ente parco naturale delle Prealpi Giulie Piano triennale di prevenzione della corruzione (P.T.P.C.) Predisposto dal responsabile per la prevenzione della corruzione Adottato in data con Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 3 Pubblicato sul sito internet nella sezione Amministrazione trasparente 1

2 Indice 1. Processo di adozione del P.T.P.C Analisi del contesto interno ed esterno Coinvolgimento attori esterni ed interni Relazione con il Piano della Performance Gestione del rischio Individuazione delle attività a più elevato rischio di corruzione e misure per la prevenzione della corruzione Modalità di valutazione delle aree di rischio Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi Controlli Formazione in tema di anticorruzione Codici di comportamento Trasparenza Altre iniziative Indicazione dei criteri di rotazione del personale Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione Regolamento per disciplinare gli incarichi e le attività non consentite ai pubblici dipendenti Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell attribuzione degli incarichi e dell assegnazione ad uffici Adozione di misure per la tutela del whistleblower Realizzazione del sistema di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dal regolamento, per la conclusione dei procedimenti Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra l amministrazione e i soggetti che con essa stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell ambito dei contratti pubblici Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive Organizzazione del sistema di monitoraggio sull attuazione del P.T.P.C.,

3 1. Processo di adozione del P.T.P.C. La legge 6 novembre 2012 n. 190, al fine di contrastare il fenomeno della corruzione nella P.A., ha previsto un articolato sistema di prevenzione che, a livello nazionale, si concreta nell adozione di un Piano Nazionale Anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica e approvato dalla CIVIT. A livello di ciascuna amministrazione, invece, devono essere adottati Piani di prevenzione triennali formulati dal Responsabile della Prevenzione della corruzione, nominato ai sensi dell art. 1, comma 7, della Legge ed approvati dall organo di indirizzo politico. Con delibera n. 72/2013 dell 11/09/2013 della CIVIT è stato approvato il Piano Nazionale Anticorruzione. Il Piano della prevenzione della corruzione è lo strumento attraverso il quale l Amministrazione individua le strategie e gli strumenti prioritari per prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione. In riferimento al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici approvato con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 2013, che definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare; l Ente parco naturale delle Prealpi Giulie con Delibera di Consiglio direttivo n. 35 del 20/12/2013 ha approvato il Codice di comportamento dei dipendenti dell Ente parco naturale delle Prealpi Giulie. Per l elaborazione del seguente Piano sono state prese in considerazione le direttive impartite dall Autorità Nazionale Anticorruzione con la determinazione n. 12 del28/10/2015. Per l elaborazione del presente Piano in data è stata pubblicata la bozza sul sito internet dell Ente. Il responsabile della anticorruzione per questa Amministrazione è il Direttore dell Ente dott. agr. Stefano Santi, nominato con decreto del Presidente n. 21 dell , il quale riveste anche il ruolo di responsabile della trasparenza. La proposta di piano triennale per la prevenzione della corruzione (di seguito PTPC), elaborata dal responsabile anticorruzione deve indicare le aree a più elevato rischio di corruzione e le concrete misure organizzative da adottare dirette a contrastare il rischio rilevato. Nella medesima sottosezione del sito è stata pubblicata, a cura del Responsabile anticorruzione, la relazione recante i risultati dell'attività svolta. Il Piano può essere modificato anche in corso d'anno, su proposta del Responsabile anticorruzione, allorché siano state accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano rilevanti mutamenti organizzativi o modifiche in ordine all'attività dell'amministrazione oppure in occasione della definizione degli strumenti di programmazione ed organizzazione Il presente Piano è stato approvato dal Consiglio direttivo dell Ente con deliberazione n. 3 del Analisi del contesto interno ed esterno L analisi del contesto interno ed esterno è già stata effettuata per la stesura del Piano delle performances , al quale si rimanda. Già nel 2015 sono stati analizzati alcuni processi e si è rilevato che il rischio di corruzione è basso. Riferendoci al particolare oggetto del presente Piano dall analisi dei dati riportati sulle relazioni periodiche sullo stato dell ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell Interno e pubblicate sul sito della camera dei Deputati si evince che la Provincia di Udine, in cui è situato il territorio dell Ente, non sia interessata da forme organizzate di criminalità di tipo mafioso sebbene faccia registrare la presenza di soggetti appartenenti a Cosa nostra, alla criminalità campana, alle cosche di ndrangheta e di elementi collegati ai clan baresi. Per ottemperare alle disposizioni indicate dall Autorità Nazionale Anticorruzione nella determinazione n. 12 del , considerate le modeste dimensioni dell Ente e le numerose attività che svolge malgrado la carenza di personale, per l anno 2016, si intende prendere in considerazione solo i processi a più alto rischio di corruzione ed arrivare ad una mappatura dei processi entro i

4 3. Coinvolgimento attori esterni ed interni Per l elaborazione del presente Piano in data è stato pubblicato sul sito dell Ente un avviso aperto ai portatori di interesse invitandoli a presentare contributi e osservazioni finalizzate ad la proposta di PTPC in funzione di una migliore individuazione delle misure preventive anticorruzione. Per l elaborazione del presente Piano sono stati coinvolti i seguenti attori interni all Amministrazione: componenti del Consiglio direttivo personale dell Ente. I soggetti sopra citati sono stati coinvolti attraverso i seguenti canali e strumenti di partecipazione: consultazione via mail. Nello specifico il Responsabile della Corruzione via in data ha invitato i soggetti sopra citati a presentare osservazioni e contributi finalizzati ad una migliore individuazione delle misure per prevenire la corruzione. 4. Relazione con il Piano della Performance Il Piano della Performance approvato con delibera del Consiglio Direttivo n. 2 del ha previsto nell ambito dell obiettivo strategico definizione di un assetto organizzativo della struttura operativa dell'ente l obiettivo specifico amministrazione trasparente, agenda digitale, Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e Piano Triennale per la Trasparenza e l Integrità. Questo evidenzia, tra l altro, come al fine di contrastare il fenomeno della corruzione nella P.A. deve essere adottato il piano triennale di prevenzione della corruzione dove sono individuale le strategie e gli strumenti prioritari per prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione e si traduce nelle seguenti azioni relative al tema dell anticorruzione e della trasparenza, definendone anche le relative tempistiche: Descrizione Valore target Stesura del PTPC Entro Relazione anticorruzione Entro Azioni di monitoraggio del PTTI Trimestrale Processi ed attività previsti dal PTPC nella sezione 2.4 Controlli Entro Giornata della trasparenza Entro Azioni volte all informatizzazione dei documenti Entro Pubblicazione documentazione Entro Gestione del rischio 5.1. Individuazione delle attività a più elevato rischio di corruzione e misure per la prevenzione della corruzione Sono giudicate a rischio di corruzione le seguenti aree: A) Personale Reclutamento Progressioni di carriera Autorizzazioni allo svolgimento di attività da parte dei dipendenti Conferimento di incarichi di collaborazione e consulenza, studio e ricerca B) Affidamento di lavori, servizi e forniture 4

5 Definizione dell oggetto dell affidamento Individuazione dello strumento/istituto per l affidamento Requisiti di qualificazione Requisiti di aggiudicazione Valutazione delle offerte Verifica dell eventuale anomalia delle offerte Procedure negoziate Affidamenti diretti Revoca del bando Redazione del cronoprogramma Varianti in corso di esecuzione del contratto Subappalto Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto C) Pareri vincolanti Pareri vincolanti D) Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Registrazione cronologica delle fatture di acquisto Attestazione di conformità della prestazione contrattuale Fatturazione attiva dei servizi prestati Verifica dei requisiti obbligatori per la liquidazione della spesa Gestione del magazzino commerciale Gestione delle entrate da vendita di beni e servizi Gestione dei beni mobili ed immobili e relativi approvvigionamenti 5.2. Modalità di valutazione delle aree di rischio Per la valutazione delle aree di rischio è stata utilizzato la metodologia indicata nell allegato 5 del Piano nazionale anticorruzione 1. Sulla base di tale metodologia sono emerse le valutazioni riportate nella tabella sottostante: Aree di rischio Valore medio della Valore medio Valutazione complessiva probabilità 2 dell impatto 3 del rischio 4 A) Personale L allegato 5 Tabella valutazione del rischio del piano nazionale anticorruzione è consultabile al seguente link: 2 Scala di valori e frequenza della probabilità: 0 = nessuna probabilità; 1 = improbabile; 2 = poco probabile; 3 = probabile; 4 = molto probabile; 5 = altamente probabile. Il valore della probabilità va determinato, per ciascun processo, calcolando la media aritmetica dei valori individuati in ciascuna delle righe della colonna "Indici di valutazione della probabilità" 3 Scala di valori e importanza dell impatto: 0 = nessun impatto; 1 = marginale; 2 = minore; 3 = soglia; 4 = serio; 5 = superiore. Il valore dell impatto va determinato, per ciascun processo, calcolando la media aritmetica dei valori individuati in ciascuna delle righe della colonna "Indici di valutazione dell'impatto". 4 Valutazione complessiva del rischio: Il livello di rischio è determinato dal prodotto tra il valore medio della frequenza della probabilità e il valore medio dell impatto impatto e può assumere valori compresi tra 0 e 25 (0 = nessun rischio; 25 = rischio estremo). 5

6 B) Affidamento di lavori, servizi e forniture C) Pareri vincolanti D) Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi Si individuano, in via generale, per il triennio , le attività di seguito indicate finalizzate a contrastare fenomeni di corruzione. In ogni procedimento in generale: rispettare l ordine cronologico di protocollo dell istanza, salva ragione di motivata e comprovata urgenza; predeterminare i criteri di assegnazione delle pratiche ai collaboratori; rispettare il divieto di aggravio del procedimento; distinguere, laddove possibile, l attività istruttoria e la relativa responsabilità dall adozione dell atto finale; nella formazione dei provvedimenti, con particolare riguardo agli atti con cui si esercita ampia discrezionalità amministrativa e tecnica, motivare adeguatamente l atto; l onere di motivazione è tanto più diffuso quanto è ampio il margine di discrezionalità. Per consentire a tutti coloro che vi abbiano interesse di esercitare con pienezza il diritto di accesso e di partecipazione, gli atti dell'ente dovranno ispirarsi ai principi di semplicità e di chiarezza. In particolare dovranno essere scritti con linguaggio semplice e comprensibile a tutti. Tutti gli uffici dovranno riportarsi, per quanto possibile, ad uno stile comune, curando che i provvedimenti conclusivi dei procedimenti riportino nella premessa sia il preambolo che la motivazione. Il preambolo è composto dalla descrizione del procedimento svolto, con l'indicazione di tutti gli atti prodotti e di cui si è tenuto conto per arrivare alla decisione finale, in modo da consentire a tutti coloro che vi abbiano interesse di ricostruire il procedimento amministrativo seguito. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione, sulla base dell istruttoria. La motivazione dovrà essere il più possibile precisa, chiara e completa. Ai sensi dell'art. 6-bis della legge 241/90, come aggiunto dall'art. 1, L. n.190/2012, il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale, dando comunicazione al responsabile della prevenzione della corruzione; Nell attività contrattuale: rispettare il divieto di frazionamento o innalzamento artificioso dell importo contrattuale; ridurre l area degli affidamenti diretti ai soli casi ammessi dalla legge o dal regolamento dell Ente; privilegiare l utilizzo degli acquisti a mezzo CONSIP e/o del mercato elettronico della pubblica amministrazione; assicurare la rotazione tra le imprese affidatarie dei contratti affidati in economia; assicurare la rotazione tra i professionisti nell affidamenti di incarichi di importo inferiore alla soglia della procedura aperta; assicurare il confronto concorrenziale, definendo requisiti di partecipazione alla gare, anche ufficiose, e di valutazione delle offerte, chiari ed adeguati; verificare la congruità dei prezzi di acquisto di beni e servizi effettuati al di fuori del mercato elettronico della pubblica amministrazione; verificare la congruità dei prezzi di acquisto di cessione e/o acquisto di beni immobili o costituzione/cessione di diritti reali minori; validare i progetti definitivi ed esecutivi delle opere pubbliche e sottoscrivere i verbali di cantierabilità; adottare atti di approvazione di varianti in corso d opera relativi ad appalti di lavori pubblici; ridurre l affidamento di lavori complementari; acquisire preventivamente i piani di sicurezza e vigilare sulla loro applicazione; effettuare verifiche nell esecuzione del contratto; 6

7 applicare, se del caso, le penali, le clausole risolutive e proporre l azione per l inadempimento e/o di danno. Nel conferimento degli incarichi di consulenza, studio e ricerca a soggetti esterni: rendere la dichiarazione con la quale si attesta la carenza di professionalità interne; predeterminare i requisiti in fase di procedura di selezione; predeterminare in fase avviso i criteri di selezione in maniera oggettiva; acquisire la dichiarazione attestante l assenza di conflitto di interessi sul modello predisposto dall Ente; rispettare gli obblighi di trasparenza previsti dall art. 15 del D.Lgs. 33/2013. Nell esercizio del potere di autotutela di atti amministrativi (revoca/annullamento): particolare attenzione alle motivazioni e alle normative violate. Nei meccanismi di attuazione delle decisioni per la tracciabilità delle attività: redigere la mappatura di tutti i procedimenti amministrativi aggiornare l organigramma con relative funzioni dell ente in modo dettagliato ed analitico per definire con chiarezza i ruoli e compiti di ogni ufficio con l attribuzione di ciascun procedimento o subprocedimento ad un responsabile predeterminato o predeterminabile; completare la digitalizzazione dell attività amministrativa in modo da assicurare la totale trasparenza e tracciabilità; provvedere alla revisione dei procedimenti amministrativi di competenza dell Ente per eliminare le fasi inutili; rilevare i tempi medi dei pagamenti; rilevare il tempo medi di conclusione dei procedimenti Controlli Il responsabile anticorruzione in merito a qualsiasi anomalia accertata costituente la mancata attuazione del presente piano, adotta, su impulso e proposta dei responsabili, le azioni necessarie per eliminarle o dispone in merito ai singoli responsabili, affinché quest ultimi vi provvedano. I Responsabili adottano le seguenti misure: verifica a campione delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese ai sensi degli artt del d.p.r. n. 445/2000; svolgimento di incontri periodici tra dipendenti per finalità di aggiornamento sull attività, circolazione delle informazioni e confronto sulle soluzioni gestionali; regolazione dell istruttoria dei procedimenti amministrativi e dei processi mediante circolari e direttive interne; attivazione di controlli specifici, anche ex post, su processi lavorativi critici ed esposti a rischio corruzione; rispetto dell ordine cronologico di protocollo delle istanze; redazione degli atti in modo chiaro e comprensibile con un linguaggio semplice; adozione delle soluzioni possibili per favorire l accesso on line ai servizi con la possibilità per l utenza di monitorare lo stato di attuazione dei procedimenti. Gli esiti delle attività e dei controlli di cui sopra sono trasmessi al responsabile per la prevenzione della corruzione. I processi e le attività previsti dal presente piano triennale sono inseriti negli strumenti del ciclo della performance, in qualità di obiettivi e indicatori. 6. Formazione in tema di anticorruzione La Legge 190/2012 prescrive che il Responsabile della prevenzione della corruzione individui le unità di personale chiamate ad operare nei settori particolarmente esposti al rischio che siano commessi reati di corruzione allo scopo di inserirli in appositi e idonei percorsi formativi. Nel corso del 2014 tutti i dipendenti dell Ente hanno partecipato ai corsi di aggiornamento relativi alla prevenzione della corruzione. All interno del piano di formazione del personale verranno: individuati i soggetti cui viene erogata la formazione in tema di anticorruzione; individuati i contenuti della formazione in tema di anticorruzione; 7

8 indicati i canali e gli strumenti di erogazione della formazione in tema di anticorruzione; quantificate le ore/giornate dedicate alla formazione in tema di anticorruzione. 7. Codici di comportamento In data 20 dicembre 2013 il Consiglio Direttivo dell Ente parco naturale delle Prealpi Giulie, con deliberazione n. 35, ha approvato il Codice di comportamento dei dipendenti dell Ente Parco, pubblicato sul sito internet dell Ente nella sezione Amministrazione trasparente. Qualunque violazione del codice di comportamento deve essere denunciata al responsabile della prevenzione della corruzione, attraverso comunicazione scritta tramite posta elettronica. 8. Trasparenza La trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l efficienza e l efficacia dell azione amministrativa. Il piano triennale di prevenzione della corruzione e il programma triennale per trasparenza e l integrità sono stati predisposti quali documenti distinti, garantendone opportunamente il coordinamento e la coerenza fra i contenuti. Il Consiglio direttivo dell Ente parco ha approvato il programma triennale per la trasparenza e l integrità con deliberazione n. 4 del che verrà reso pubblico con pubblicazione sul sito internet dell Ente nella sezione amministrativa. 9. Altre iniziative 9.1. Indicazione dei criteri di rotazione del personale Come previsto nel piano nazionale anticorruzione, questa amministrazione in ragione delle ridotte dimensioni dell Ente e del numero limitato di personale operante al suo interno ritiene che la rotazione del personale incaricato di responsabilità di servizio causerebbe inefficienza e inefficacia dell azione amministrativa tale da compromettere la stessa attività. Pertanto l amministrazione ritiene opportuno non applicare alcuna rotazione del personale Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione I riferimenti normativi statali per il ricorso all arbitrato sono i seguenti: gli articoli 4, 241, 242, 243 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture che prescrivono, tra le altre cose, che l arbitrato debba essere previamente e motivatamente autorizzato dall organo di governo dell Amministrazione, a pena di nullità; il Decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 dicembre 2000, n. 398, art. 10, commi 1, 2, 4, 5, 6 e tariffa allegata (Regolamento recante le norme di procedura del giudizio arbitrale); le disposizioni, le disposizioni del Codice di Procedura Civile Libro IV Dei procedimenti speciali Titolo VIIII artt ; direttiva del 5 luglio 2012 del Ministro delle infrastrutture e trasporti che limita il più possibile la clausola compromissoria all interno dei contratti pubblici. L Amministrazione si impegna a limitare, laddove possibile, il ricorso all arbitrato, nel rispetto dei principi di pubblicità e rotazione definiti dai riferimenti normativi sopra richiamati e nei limiti consentiti dalla propria organizzazione interna Regolamento per disciplinare gli incarichi e le attività non consentite ai pubblici dipendenti L articolo 53, comma 3 bis, del decreto legislativo n. 165/2001 prevede che con appositi regolamenti emanati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con i Ministri interessati, ai sensi dell articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, sono individuati, 8

9 secondo criteri differenziati in rapporto alle diverse qualifiche e ruoli professionali, gli incarichi vietati ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all articolo 1, comma Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto Ai fini dell applicazione dell articolo 53, comma 16 ter, del decreto legislativo n. 165 del 2001, l Amministrazione verifica, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, che: 1. nei contratti di assunzione del personale sia inserita la clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l apporto decisionale del dipendente; 2. nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, sia inserita la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex-dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; 3. sia disposta l esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente; 4. si agisca in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex-dipendenti per i quali sia emersa la violazione dei divieti contenuti nell art. 53, comma 16 ter, decreto legislativo n. 165 del Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell attribuzione degli incarichi e dell assegnazione ad uffici Ai fini dell applicazione dell articolo 35 bis del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell articolo 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013, l Amministrazione, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica la sussistenza di eventuali precedenti penali a carico dei dipendenti e/o dei soggetti cui intendono conferire incarichi nelle seguenti circostanze: all atto della formazione delle commissioni per l affidamento di commesse o di commissioni di concorso; all atto del conferimento degli incarichi dirigenziali e degli altri incarichi previsti dall articolo 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013; all atto dell assegnazione di dipendenti dell area direttiva agli uffici che presentano le caratteristiche indicate dall articolo 35 bis del decreto legislativo n. 165 del 2001; all entrata in vigore dei citati articoli 3 e 35 bis con riferimento agli incarichi già conferiti e al personale già assegnato. L accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d ufficio ovvero mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall interessato nei termini e alle condizioni dell articolo 46 del D.P.R. n. 445 del 2000 (articolo 20 decreto legislativo n. 39 del 2013). Se all esito della verifica risultano a carico del personale interessato dei precedenti penali per delitti contro la pubblica amministrazione, l Amministrazione: si astiene dal conferire l incarico o dall effettuare l assegnazione, applica le misure previste dall art. 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013, provvede a conferire l incarico o a disporre l assegnazione nei confronti di altro soggetto. In caso di violazione delle previsioni di inconferibilità, secondo l articolo 17 del decreto legislativo n. 39, l incarico è nullo e si applicano le sanzioni di cui all articolo 18 del medesimo decreto. L Amministrazione, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, procede a: effettuare i controlli sui precedenti penali e per le determinazioni conseguenti in caso di esito positivo del controllo; inserire negli interpelli per l attribuzione degli incarichi espressamente le condizioni ostative al conferimento; adeguare i propri regolamenti sulla formazione delle commissioni per l affidamento di commesse o di concorso. 9

10 9.6. Adozione di misure per la tutela del whistleblower L articolo 1, comma 51 della legge ha introdotto un nuovo articolo nell ambito del decreto legislativo n. 165 del 2001, l articolo 54 bis, rubricato Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, il cosiddetto whistleblower. Si tratta di una disciplina che introduce una misura di tutela già in uso presso altri ordinamenti, finalizzata a consentire l emersione di fattispecie di illecito. In linea con le raccomandazioni dell Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), la tutela deve essere estesa alle ipotesi di segnalazione di casi di corruzione internazionale (articolo 322 bis del codice penale). Il nuovo articolo 54 bis prevede che: 1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. 2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. 3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.. La segnalazione di cui sopra deve essere indirizzata al responsabile della prevenzione della corruzione, al seguente indirizzo di posta elettronica: stefano.santi@parcoprealpigiulie.it La segnalazione deve avere come oggetto: Segnalazione di cui all articolo 54 bis del decreto legislativo 165/2001. La gestione della segnalazione è a carico del responsabile della prevenzione della corruzione. Tutti coloro che vengono coinvolti nel processo di gestione della segnalazione sono tenuti alla riservatezza. La violazione della riservatezza potrà comportare irrogazioni di sanzioni disciplinari salva l eventuale responsabilità penale e civile dell agente Realizzazione del sistema di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dal regolamento, per la conclusione dei procedimenti L Amministrazione, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, predispone un apposito elenco riportante i termini dei procedimenti amministrativi gestiti, al fine di verificare il rispetto dei tempi da parte dei responsabili dei diversi procedimenti amministrativi. Di seguito si propone un modello per la realizzazione del sistema di monitoraggio: Denominazione e oggetto del procedimento Struttura organizzativa competente Responsabile del procedimento Termine di conclusione previsto dalla legge o dal regolamento Termine di conclusione effettivo Mezzi e modalità di comunicazione dell'esito del procedimento 9.8. Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra l amministrazione e i soggetti che con essa stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell ambito dei contratti pubblici In merito ai rapporti tra l Amministrazione e i soggetti che con essa stipulano contratti, si richiama il vigente Codice di comportamento del personale. Tale Codice sancisce la cosiddetta terzietà tra i principi generali che devono ispirare la condotta dei dipendenti pubblici e contiene disposizioni atte ad evitare che, nell espletamento dei propri compiti d ufficio, i dipendenti possano operare scelte contrarie all interesse dell ente e dirette, invece, a conseguire utilità personali e/o di soggetti terzi. 10

11 In merito ai contratti di lavori, servizi e forniture vengono comunicati sul sito dell'"autorità per la vigilanza dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture" tramite il sistema SIMOG, come da comunicazione di data 06/02/2013, n. prot della Regione Friuli Venezia Giulia 9.9. Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive L articolo 1, comma 10, lettera a della legge n. 190/2012 prevede che il responsabile della prevenzione della corruzione provveda alla verifica dell efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività dell Amministrazione. Con l obiettivo di adempiere alla suddetta verifica, il responsabile della prevenzione della corruzione si avvale di una serie di referenti all interno dell Amministrazione. In particolare, si individuano i seguenti soggetti, che si occupano di garantire un flusso di informazioni continuo al responsabile della prevenzione della corruzione, affinché lo stesso possa costantemente vigilare sul funzionamento e sull osservanza del piano: dott. Alessandro Benzoni - Ufficio Amministrativo Organizzazione del sistema di monitoraggio sull attuazione del P.T.P.C. Ai sensi dell articolo 1, comma 14 della legge n. 190/2012 il responsabile della prevenzione della corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull efficacia delle misure di prevenzione definite dai P.T.P.C.. Questo documento dovrà essere pubblicato sul sito istituzionale nonché trasmesso al Dipartimento della funzione pubblica in allegato al P.T.P.C. dell anno successivo. Secondo quanto previsto dal piano nazionale anticorruzione, tale documento dovrà contenere un nucleo minimo di indicatori sull efficacia delle politiche di prevenzione con riguardo ai seguenti ambiti: Gestione dei rischi - Azioni intraprese per affrontare i rischi di corruzione - Controlli sulla gestione dei rischi di corruzione - Iniziative di automatizzazione dei processi intraprese per ridurre i rischi di corruzione Formazione in tema di anticorruzione - Quantità di formazione in tema di anticorruzione erogata in giornate/ore - Tipologia dei contenuti offerti - Articolazione dei destinatari della formazione in tema di anticorruzione - Articolazione dei soggetti che hanno erogato la formazione in tema di anticorruzione Codice di comportamento - Adozione delle integrazioni al codice di comportamento - Denunce delle violazioni al codice di comportamento - Attività dell ufficio competente ad emanare pareri sulla applicazione del codice di comportamento Altre iniziative - Numero di incarichi e aree oggetto di rotazione degli incarichi - Esiti di verifiche e controlli su cause di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi - Forme di tutela offerte ai whistleblowers - Ricorso all arbitrato secondo criteri di pubblicità e rotazione - Rispetto dei termini dei procedimenti - Iniziative nell ambito dei contratti pubblici - Iniziative previste nell ambito dell erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere - Indicazione delle iniziative previste nell ambito di concorsi e selezione del personale - Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive Sanzioni - Numero e tipo di sanzioni irrogate 11

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