La ROMANIA. ed il SISTEMA LAZIO

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1 La ROMANIA ed il SISTEMA LAZIO Aprile 2005

2 SOMMARIO Capitolo I Profilo Paese 1.1 Profilo generale Profilo Politico-Istituzionale Profilo sociale Crollo del comunismo ed avvicinamento all UE Il processo d adesione della Romania Profilo economico Sistema Fiscale, dogane, dazi Mercato del lavoro Mercato immobiliare Mercato energetico e delle materie prime 29 Cap. II Le opportunità nel paese La Romania e l Italia Opportunità per le PMI laziali Opportunità per Sviluppo Lazio 48 Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 2

3 Cap. I Profilo Paese Profilo Generale Forma di Stato: Capo dello Stato: Traian Basescu Capo del governo: Ministro degli esteri: Calin Popescu Tariceanu Mihai Razvan Ungureanu Repubblica Parlamentare Superficie: km 2 Popolazione: Densità: Distribuzione: Capitale: Lingua: Moneta: abitanti 92 ab/km 2 52,7% popolazione urbana 47,3% popolazione rurale Bucarest Romeno Tasso di disoccupazione: 7,4% PIL (al 2003): PIL pro-capite: Tasso di crescita: +4,9% Inflazione: 9,3% Debito/PIL: 21,8% Deficit/PIL: -1,6% Indebitamento netto: Produzione industriale: +8,4% IDE cumulati (in entrata): IDE cumulati (in uscita): Debito estero: Leu (1 Euro uguale a Lei). 50,3 Miliardi di Euro euro annui ( 160 mensili circa) -2,4% sul PIL milioni di dollari (2002) 16 milioni di dollari (2002) 21,4 miliardi di dollari Esportazioni: milioni di dollari (8,3%) Importazioni: milioni di dollari (8,0%) Relazioni internazionali: WTO, FMI, NATO, WORLD BANK, BERS Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 3

4 1.2 - Profilo Politico-Istituzionale Con il collasso del blocco sovietico avvenuto tra il 1989 ed il 1991, il regime dittatoriale decennale di Nicolae Ceausescu ebbe fine. Si assistette ad una profonda opera di riforma politica che condusse ad una nuova forma di Stato: la Repubblica Parlamentare. La prima Costituzione approvata tramite referendum popolare nel Dicembre del 1991 e modificata tramite la riforma del 2003, proclama la Romania una Repubblica Democratica e sociale che fonda la sua sovranità sul popolo. La costituzione prevede un Presidente, un Parlamento bicamerale, la Corte Costituzionale ed un sistema separato di corti inferiori che includono la Corte Suprema. Il Presidente, capo del potere esecutivo, è eletto a suffragio universale ogni 5 anni per un massimo di due mandati consecutivi e nomina il primo ministro, il quale compone e presiede il Consiglio dei ministri. Il Presidente rappresenta lo Stato, vigila sull attività dell autorità pubblica ed è il comandante supremo delle forze armate. Il Parlamento è composto da due camere, il Senato (140 membri) e la Camera dei Deputati (346 membri), eletti a suffragio universale per quattro anni su base proporzionale. L assetto istituzionale della Romania vuole, accanto ad un governo unitario centrale, la presenza di 41 judeţe (contee) e la capitale Bucarest. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 4

5 Figura 1 - Cartina Romania (Regioni) Dal 1998 la Romania si è dotata di 8 unità amministrative definite "macro-regioni programmatiche", associazioni spontanee di enti locali che, pur non comportando la creazione di nuove strutture amministrative e lasciando inalterata la rete di autonomie locali esistente, consentono di perseguire in modo più efficace obiettivi e politiche di sviluppo regionale. Tale divisione territoriale permette anche di ottenere un quadro generale dello sviluppo economico e delle produzioni settoriali dei vari centri industriali del Paese divisi per contee. Queste sono le specializzazioni produttive delle otto macro-regioni: Regione Nord-Est Bacau: industria dei combustibili, del legname, ingegneristica, chimica e agroalimentare. Botosani: industria del tessile/abbigliamento, agroalimentare, ingegneristica. Iasi: metallurgia, industria ingegneristica e macchinari, chimica, agroalimentare, tessile/abbigliamento. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 5

6 Neamt: industria metallurgica, del legname, carta e cellulosa, chimica, industria leggera. Suceava: industria del legname, carta e cellulosa, agroalimentare. Vaslui: industria ingegneristica, materiali da costruzione, legname, tessile/abbigliamento, agroalimentare e chimica. Regione Sud-Est Braila: costruzioni navali, chimica, industria della carta e della cellulosa, abbigliamento. Buzau: industria metallurgica, chimica, tessile, macchinari e materiali ferroviari. Costanta: costruzioni navali, industria chimica, tessile. Galati: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, tessile. Tulcea: costruzioni navali, industria tessile. Vrancea: industria del legname, tessile/abbigliamento. Regione Sud Arges: industria dei combustibili, chimica e tessile. Calarasi: industria della carta, carbone e acciaio. Dambovita: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, chimica, abbigliamento. Giurgiu: tessile, abbigliamento, agroalimentare, chimica, macchinari per l'industria estrattiva. Ialomita: industria della carta e della cellulosa, abbigliamento, fertilizzanti chimici, costruzioni, costruzioni navali. Prahova: industria dei combustibili, ingegneristica, chimica e petrolchimica, carta e cellulosa. Teleorman: industria ingegneristica e chimica. Regione Sud-Ovest Dolij: industria ingegneristica, materiali da costruzione, agroalimentare. Gorj: industria estrattiva, riparazione macchinari minerari. Mehedinti: industria della carta e della cellulosa, costruzioni navali, chimica. Olt: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature. Valcea: industria calzaturiera, chimica, legnami, pellami e pellicce, calzature. Regione Ovest Arad: industria della lavorazione dei metalli, ingegneristica, chimica, materiali da costruzione, legname, agroalimenatre, industria leggera. Caras Severin: metallurgia ferrosa, pellami e pellicce, industria calzaturiera. Hunedoara: industria ferrosa, combustibili, minerali non ferrosi. Timis: industria ingegneristica, chimica, industria del vetro, porcellana, ceramica, industria tessile. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 6

7 Regione Nord-Ovest Bihor: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature e abbigliamento. Bistrita-Nasaud: industria del legname, carta e cellulosa. Cluj: metallurgia ferrosa, ingegneristica, legname. Maramures: metallurgia non ferrosa, legname. Satu-Mare: industria ingegneristica, legname, industria del vetro, porcellana, ceramiche. Salaj: industria ingegneristica, metallurgica, chimica, materiali da costruzione, industria leggera. Centro Alba: industria ingegneristica, agroalimentare, estrattiva, tessile, chimica. Brasov: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, carta e cellulosa, chimica, tessile, legname, industria leggera. Covasna: industria ingegneristica, agroalimentare, tessile. Harghita: industria ingegneristica, estrattiva, legname, agroalimentare, tessile e maglieria. Mures: industria energetica, ingegneristica, chimica, estrattiva, industria del vetro, porcellana e ceramica. Sibiu: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, industria del vetro, porcellana e ceramica, agroalimentare. Regione di Bucarest - Ilfov Bucarest: attività industriali molto diversificate, prevale l'ingegneristica e l'informatica. Ilfov: apparecchiature radio-televisive e di comunicazione, stampa, tessile, agroalimentare, carta e cellulosa Profilo sociale La Struttura etnica della Romania è costituita per l 89,4% da romeni mentre il 10,6% da minoranze etniche ungheresi ( pari al 7,1 %), roma ( pari al 1,7%), tedesche ( pari allo 0,5%), ucraine ( pari allo 0,3%), ed ebree (8.955 pari allo 0,04%). La Costituzione sancisce la libertà di culto religioso. Sono gli ortodossi (86,8%); i cattolici (5%); i riformati (3,5%); gli uniati Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 7

8 (1%); i pentecostali (1%); i battisti (0,5%); gli avventisti (0,3%); gli unitariani (0,3 %) e i musulmani (0,2%). La Lingua ufficiale è il romeno, d origine latina. La lingua romena utilizza l alfabeto latino di 31 lettere. Le minoranze etniche possono utilizzare, secondo la legge, le lingue madri nella scuola, nell amministrazione, nel sistema giudiziario. L inglese, il francese, il tedesco ed anche l italiano sono le lingue straniere più utilizzate Crollo del comunismo ed avvicinamento all UE Con il crollo dei regimi comunisti avvenuto tra il 1989 e il 1991 la Comunità Europea diede inizio ad una politica di supporto alle condizioni socio-economiche dei paesi dell Europa centrale ed orientale (PECO), che presentavano enormi carenze in tutti i campi: dalle condizioni politiche a quelle commerciali, dalle infrastrutture all industria, dai servizi fino al settore agricolo. Era necessario un impegno considerevole per: sviluppare le reti di trasporto nazionali e per integrarle alle reti transeuropee (TENs); in campo ambientale, bisognava cominciare il processo di risoluzione dei problemi dell'inquinamento delle acque, della gestione dei rifiuti e dell'inquinamento atmosferico; in materia di occupazione, invece, era necessaria una serie di interventi volti a migliorare uno scenario lavorativo nel quale la produttività del lavoro era inferiore alla media europea, le percentuali di occupati nel settore industriale e agricolo erano elevatissime, mentre il settore dei servizi rimaneva poco sviluppato al di fuori dei grandi centri urbani. La collaborazione con la CE rappresentava così una garanzia di supporto ai mutamenti che si sarebbero manifestati in queste nazioni. Il ruolo dell Europa doveva essere quello di sostenere le istituzioni per dare inizio alla non facile trasformazione politica che garantisse la tanta agognata forma di governo democratica e il cambiamento economico da un sistema centralizzato ad un sistema di mercato. La ricchezza media dei PECO espressa in Prodotto interno lordo (PIL) è ancora molto lontana da quella degli attuali Stati membri. Mentre la superficie territoriale e la popolazione dell'unione aumenteranno di un terzo, il PIL globale subirà la crescita soltanto del 5%. Dei 105 milioni di abitanti di questi paesi, oltre 98 milioni vivono infatti in regioni il cui PIL pro capite è abbondantemente inferiore alla soglia limite del 75% della media comunitaria dell'unione allargata. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 8

9 Figura 2 - I Paesi Candidati I negoziati si sono conclusi nell'aprile 2002 per quanto riguarda Cipro e la Repubblica Ceca e nel giugno 2002 per quanto riguarda l'estonia, la Lettonia e la Lituania. A fine luglio 2002, anche Malta, la Slovacchia, la Slovenia e l'ungheria sono giunte ad un accordo con la Commissione. La Polonia è l'ultimo paese candidato ad aver concluso, all'inizio dell'ottobre del 2002, i negoziati. Dal Giugno 2004 tutti e dieci i paesi sono a pieno titolo membri dell Unione Europea. L'adesione dei paesi candidati rappresenta, dunque, una sfida importante per la politica di coesione economica e sociale dell'unione europea. L'allargamento ha creato infatti un nuovo gruppo di nazioni all'interno della Comunità, con reddito inferiore al 40% della media europea. In virtù dei principi di solidarietà sanciti dai trattati, le politiche strutturali europee dovranno concentrarsi sulle regioni in ritardo di sviluppo di questi paesi, cioè sulla quasi totalità dei territori in questione. Non dimenticando che, nonostante gli interventi dei Fondi Strutturali e delle politiche di supporto regionale, non sono del tutto scomparse le disparità economiche anche all'interno dei Quindici, e che dunque ulteriori finanziamenti dovranno essere nuovamente destinati alle regioni poco sviluppate della vecchia Europa. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 9

10 L'attuazione di una politica di sviluppo regionale costituisce un compito nuovo per le istituzioni dei paesi candidati. La gestione dei Fondi strutturali, cui presto avranno diritto, implica adeguamenti profondi del funzionamento e delle competenze a tutti i livelli amministrativi al fine di conformarsi al quadro giuridico regolamentare che funge da base per gli interventi strutturali. E per far fronte a queste difficoltà che l UE mise a punto una strategia di preadesione che fissava priorità specifiche basate essenzialmente sul recepimento dell'acquis comunitario da parte dei paesi candidati. Il recepimento doveva avvenire per tappe, seguendo il ritmo dell'apertura e della conclusione dei negoziati bilaterali tra la Commissione e il paese candidato sui 31 capitoli di competenza dell'unione europea. La strategia di preadesione racchiude le politiche per il potenziamento della capacità istituzionale e amministrativa di questi paesi al fine di recepire ed applicare l'acquis, nonché il rispetto delle normative comunitarie da parte delle loro imprese. I progressi compiuti dai paesi candidati nel recepimento dell'acquis sono descritti in relazioni periodiche presentate al Consiglio. Il ravvicinamento delle legislazioni non basta: è necessario anche rafforzare le istituzioni responsabili dell'attuazione e dell'applicazione dell'acquis comunitario. Uno strumento essenziale del rafforzamento delle istituzioni è il gemellaggio che comporta in particolare l'invio di esperti dell'unione nei paesi candidati. Questo processo è iniziato con il distacco di "consiglieri di preadesione", che possono essere funzionari degli Stati membri o esperti indipendenti. Grazie alla loro esperienza formano i loro omologhi dei paesi candidati all'adozione, all'attuazione e al rafforzamento dei settori chiave dell'acquis. Per rispondere alle esigenze della strategia di preadesione per i PECO, la Commissione ha messo a punto i partenariati per l'adesione che sono delle strategie di cooperazione volte a supportare l attività di avvicinamento dei nuovi paesi alle logiche tipiche del sistema comunitario, stabilendo il quadro programmatico degli aiuti di preadesione. Scopo del partenariato per l'adesione (adottato nel marzo 1998 e modificato nel dicembre 1999, nel gennaio 2002 e nel maggio 2003) è inserire in un quadro giuridico i settori di lavoro prioritari definiti nel tracciato e nella relazione periodica 2002 della Commissione riguardo ai progressi ottenuti sulla via dell'adesione, gli strumenti finanziari disponibili per consentire ai paesi di realizzare le priorità e le condizioni cui sarà soggetta l'assistenza. Il partenariato costituisce il supporto di una serie di strumenti destinati ad assistere i paesi candidati nei preparativi per l'adesione e rappresenta lo strumento essenziale della strategia che riunisce tutte le forme di assistenza ai paesi candidati in un quadro unico per l'attuazione di programmi nazionali intesi a preparare i paesi al loro statuto di membro dell'unione Europea. Mediante la programmazione pluriennale si fissano priorità a breve e medio termine per ciascun paese candidato (in particolare in materia di democrazia, stabilizzazione Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 10

11 macroeconomica, sicurezza nucleare e recepimento dell'acquis) e si indicano i mezzi disponibili per la preparazione degli Stati candidati all'adesione. Gli accordi europei hanno costituito lo strumento giuridico di preadesione preferenziale perché definiscono dettagliatamente le relazioni fra l'unione e i paesi candidati. Essi riguardano la cooperazione commerciale, le relazioni politiche e vari altri campi di collaborazione miranti alla progressiva introduzione del libero scambio tra l'unione e i paesi candidati. Tali accordi consentono di monitorare i progressi dei paesi candidati sulla via dell'adozione e dell'attuazione dell'acquis comunitario e sul rispetto delle priorità dei partenariati. L UE ha inoltre concesso agli Stati membri candidati di partecipare ai programmi comunitari. Tali programmi, che riguardano la maggior parte delle politiche comunitarie (istruzione, formazione, ambiente, trasporti, ricerca), costituiscono un'utile preparazione all'adesione in quanto consentono ai paesi associati ed ai loro cittadini di familiarizzare con le politiche e i metodi di lavoro dell'unione. L'allargamento è una grande opportunità politica ed economica per un'unione che comprenderebbe quasi 30 Stati membri. Se si prende in considerazione l'impatto economico globale dell'allargamento, la prima conseguenza evidente sarà l'espansione del mercato unico, che passerà da 370 a circa 500 milioni di consumatori e il rafforzamento della posizione dell'unione sulla scena politica internazionale e sui mercati mondiali. Tuttavia senza un adeguata strategia di supporto all adesione tramite i fondi di preadesione, l accrescimento dell eterogeneità dei territori dell'unione avrebbe potuto comportare problemi molto più rilevanti di coesione economico-sociale visto il considerevole ritardo di sviluppo delle regioni dei paesi PECO rispetto ai quindici Stati membri. Così per ottenere delle buone performances i paesi candidati hanno necessitato di tempo sufficiente per adattarsi alle modalità di funzionamento delle azioni strutturali e di supporto tecnico da parte dei paesi membri. Nel 1989, così, la CE varò il primo fondo di preadesione, il programma PHARE, un vero e proprio intervento di natura finanziaria a sostegno anticipato dei dieci paesi dell Europa centro-orientale. Gli obiettivi erano di duplice natura: rafforzare le istituzioni, le amministrazioni e gli enti pubblici per garantire la corretta applicazione del diritto comunitario e sostenere nuovi investimenti nei settori che più lo richiedevano come le infrastrutture, il sistema imprenditoriale e i servizi sociali. Il lavoro del programma si basava sul consolidamento dell efficienza delle amministrazioni e delle istituzioni, per garantire la corretta applicazione del diritto comunitario e sul sostenimento di nuovi e più cospicui investimenti nel settore delle infrastrutture, delle imprese e dei servizi sociali. Il programma PHARE prevede una serie di finanziamenti diversificati che dopo l'adesione verranno assicurati dai Fondi strutturali. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 11

12 Le modalità di intervento del programma si esplicano essenzialmente in due diverse aree d azione: supporto alle istituzioni tramite il trasferimento di know-how e di investimenti finanziari. All interno della prima area le nazioni della vecchia Europa supportano i paesi candidati nello sviluppo e nella creazione di strutture, di strategie, di formazione di risorse umane capaci di rafforzare il sistema economico, sociale ed amministrativo. Questo tipo di assistenza, che impegna circa il 30% delle risorse del programma PHARE, mira nello specifico ad accelerare e sostenere il processo di assorbimento dell acquis comunitario da parte dei candidati, garantendo l applicazione dei principi politici (istituzione e stabilizzazione del sistema democratico, stato di diritto, protezione dei diritti umani e delle minoranze) sanciti nel trattato di Copenaghen. Gli strumenti più utilizzati per il conseguimento di questi risultati sono i programmi Twinning, tramite i quali si assistono i paesi su progetti settoriali specifici. Essi sono stati creati per raggiungere risultati apprezzabili in quelle aree d intervento definite prioritarie in sede di accordi di preadesione. I programmi Twinning consentono non solo di supportare i nuovi stati membri nel recepimento delle modalità comunitarie, ma consentono di costituire stabili e durature relazioni tra stati nuovi e vecchi. Ulteriori trasferimenti di know-how si effettuano con il sistema dei sostegni transitori, i quali continuano l operato di supporto nelle aree precedentemente indicate, già realizzato dagli strumenti finanziari di preadesione. Il supporto alle istituzioni tramite il trasferimento di investimenti reali mira a sostenere i paesi candidati nell allinearsi alle norme e ai rigidi standards europei. Circa il 35% delle risorse assegnate al PHARE sono impiegate per l ottenimento di questi risultati, con particolare riferimento agli investimenti in campo infrastrutturale. Inoltre dal 1999, in attesa dell intervento diretto del Fondo di Coesione e dei Fondi Strutturali, la Commissione Europea all interno di "Agenda 2000 ha formulato una serie di proposte per rafforzare le strategie dei paesi candidati PECO. Sono stati costituiti due ulteriori strumenti di sussidio per i paesi PECO candidati: il Programma speciale di adesione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (SAPARD) e lo Strumento Strutturale di Preadesione (ISPA). Il primo, costituito dal Consiglio Europeo tramite il regolamento n 1268/99 su proposta della Commissione Europea, ha lo scopo di preparare i paesi candidati ad adeguarsi alla politica agricola comune dell'unione (PAC), e prevede un'ampia gamma di interventi per l'ammodernamento produttivo del settore agricolo, quali il miglioramento della qualità dei prodotti alimentari, la tutela dei consumatori, lo sviluppo rurale, la protezione dell'ambiente e l'assistenza tecnica. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 12

13 L ISPA, costituito dal Consiglio Europeo tramite il regolamento n 1267/99 su proposta della Commissione Europea, invece, finanzia la realizzazione di grandi progetti nel campo dei trasporti, delle infrastrutture e della tutela dell'ambiente. Entrambi gli strumenti, avendo degli obiettivi abbastanza settoriali, hanno consentito al programma PHARE di focalizzare l attenzione sul processo di coesione economico-sociale globale Il processo d adesione della Romania La Romania ha presentato domanda d adesione all UE il 22 Giugno del 1995 accompagnandola con un documento programmatico di Strategia Nazionale di preparazione e con una Dichiarazione sottoscritta dalle maggiori cariche politiche del paese. La dichiarazione contiene la chiara volontà politica e sociale di intraprendere e continuare un percorso di riforme, quali il rafforzamento del regime democratico, dello stato di diritto, dell economia di mercato, del rispetto dei diritti dell uomo, consono ai principi dell Unione Europea. La candidatura della Romania venne analizzata insieme a quelle degli altri nove paesi associati e l adesione venne subordinata al soddisfacimento di una serie di obblighi che l UE fissò al Consiglio di Copenaghen del In particolare il paese candidato deve: Raggiungere un livello di stabilità politica e sociale tale da potere garantire il rispetto della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti dell uomo e delle minoranze; Stabilizzare l economia di mercato in modo da potersi introdurre all interno del mercato internazionale in maniera concorrenziale; Adempiere agli obblighi di adesione in vista della futura unione politica, economica e monetaria. Recepire correttamente l acquis comunitario. L integrazione europea della Romania fu vista dalle istituzioni come un fattore di primaria importanza politica ed un obiettivo fondamentale per la crescita democratica del paese. Naturalmente il cammino verso l adesione necessitava di uno sforzo molto rilevante nell adempimento dei vari obblighi evidenziati dal Trattato di Copenaghen. Come tutti i paesi candidati all adesione la Romania ha stipulato il partenariato per l'adesione con le istituzioni comunitarie. Il fine fondamentale del partenariato è costituire un quadro giuridico programmatico nel quale vengono evidenziati i settori prioritari che necessitano d intervento e che vengono via via definiti dalla Commissione durante le relazioni periodiche sui progressi ottenuti verso l'adesione. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 13

14 Comprende gli strumenti finanziari disponibili per realizzare tali priorità e le condizioni cui sarà soggetta l'assistenza. Il partenariato costituisce il supporto di una serie di strumenti volti ad assistere il paese nei preparativi per l'adesione. Tale strumento è composto dal programma nazionale per l'adozione dell'acquis comunitario, dalla valutazione congiunta delle priorità a medio termine della politica economica, dal patto contro la criminalità organizzata, dal piano di sviluppo nazionale nonché da altri programmi settoriali necessari allo sfruttamento dei fondi di preadesione e dei Fondi Strutturali ad adesione avvenuta. All interno del partenariato sono state individuate e suddivise in due gruppi le priorità d intervento: a breve e a medio termine. Le questioni prioritarie del primo gruppo sono quelle che la Romania era in grado di risolvere o far progredire nel corso del La realizzazione di quelle del secondo gruppo dovrebbe essere ultimata entro la fine del La Commissione Europea, organo responsabile di dare il parere, valuta i progressi compiuti dalla Romania tramite informazioni fornite sia dal paese stesso che da varie organizzazioni internazionali, ed imposta il parere in un ottica di medio termine di circa cinque anni non fissando date precise per l adesione vera e propria. In questa maniera l esecutivo comunitario si riserva la possibilità di fornire parere contrario nel caso in cui il paese non abbia raggiunto i livelli di progresso prestabiliti. E dunque costantemente monitorato da parte della Commissione il rispetto dei criteri d adesione sanciti con il consiglio di Copenaghen. Riguardo a quelli politici, la stabilità delle istituzioni democratiche romene appare migliorata notevolmente grazie alla riforma costituzionale che ha introdotto una migliore funzionalità e una più definita separazione tra il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo. Il rispetto dei diritti fondamentali, delle minoranze e dei minori invece necessita di un maggiore impegno da parte delle autorità governative. Per quanto riguarda i criteri economici i progressi verso l introduzione di un economia di mercato sono stati notevoli. Nonostante ciò notevoli sono ancora le lacune da colmare in ambito di politiche economiche, di diritti di proprietà dei terreni e di distorsioni macro-economiche. In definitiva la Romania non è ancora in grado di potere concorrere competitivamente a livello internazionale, dovendo ancora concentrare i suoi sforzi accelerando il completamento delle privatizzazioni del rimodernamento produttivo e delle riforme strutturali. Sono invece state rispettate ampiamente o totalmente le priorità riguardanti la libera circolazione delle merci, la libera prestazione di servizi, la libera circolazione dei capitali, il diritto societario, la politica industriale, le telecomunicazioni e le tecnologie dell'informazione, la cultura e la politica audiovisiva, l'ambiente e l'unione doganale. Le restanti priorità sono state rispettate parzialmente. La Romania deve così proseguire gli sforzi al fine di recepire, attuare ed applicare l'acquis. Deve inoltre Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 14

15 proseguire la riforma dell'amministrazione pubblica e giudiziaria al fine di dotarsi delle capacità necessarie. In tutti gli sforzi per il recepimento ed il rispetto dei dettami definiti dall UE la Romania ha potuto contare su grandi finanziamenti provenienti dai tre fondi di preadesione, PHARE, SAPARD e ISPA, dei quali cui oggi è la maggiore beneficiaria dopo la Polonia. Queste sono le specifiche dei finanziamenti provenienti dai singoli fondi destinati alla Romania: PHARE: La Romania ha potuto usufruire nel decennio di uno stanziamento di più di 1500 milioni di euro proveniente dal programma PHARE, utilizzato per le finalità competenti per tale fondo di preadesione. Nel periodo che va invece dal 2000 fino al 2006, la Romania riceverà un contributo annuo di circa 260 milioni di euro, più i complementi finanziari destinati alla cooperazione transfrontaliera con la Bulgaria e l'ungheria e per il potenziamento delle capacità istituzionali. Tali finanziamenti dovrebbero essere d aiuto nella fase finale dei sostegni di preadesione prima dell ingresso vero e proprio della Romania all interno dell UE. SAPARD: Per quanto riguarda il SAPARD, la Romania per il periodo potrà giovarsi di un programma di assistenza comunitaria di circa 1 miliardo di euro (a cui si aggiunge il contributo dello Stato del 25%) grazie al quale riceve annualmente fondi per un importo pari a circa 150 milioni di euro. La prima tappa per l utilizzo dei fondi provenienti dai finanziamenti del Programma SAPARD comprendeva due misure di investimenti: miglioramento della lavorazione e del marketing dei prodotti agricoli; sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali. All inizio del dicembre 2003 la Commissione Europea ha accreditato altre quattro misure, per rendere il programma più completo ed efficiente: 1- investimenti nelle aziende agricole; 2- sviluppo e diversificazione delle attività economiche per generare attività multiple e redditi alternativi; 3- miglioramento della formazione professionale; 4- assistenza tecnica. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 15

16 ISPA: Nel periodo di tempo verranno elargiti in favore della Romania finanziamenti annui per un importo compreso fra 208 e 270 milioni di euro nel quadro dello strumento ISPA. La variabilità della somma dipende dalla efficacia e dalla efficienza dimostrata dalle istituzioni nell utilizzo dei fondi. PHARE SAPARD ISPA 23% 40% 37% Grafico 1 Suddivisione dei fondi di preadesione sul totale dei finanziamenti UE destinati alla Romania Profilo economico Dopo il collasso del Blocco sovietico, la Romania rimase con una base industriale obsoleta ed un paniere di capacità industriali totalmente inadatto ai suoi bisogni. Dovette così cominciare una grandiosa opera di riconversione della struttura economica e produttiva. Nel febbraio1997, la Romania si imbarcò in un programma comprensivo di stabilizzazione macroeconomica e riforme strutturali di grande portata, che in realtà si dimostrò un tentativo di cambiamento poco efficace ed a singhiozzo. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 16

17 I programmi di ristrutturazione includevano la liquidazione di grandi industrie ad alto consumo elettrico e maggiori riforme nel settore dell agricoltura e della finanza. I risultati sperati non arrivarono infatti nel 1999 l'economia della Romania si contrasse per il terzo anno consecutivo all incirca del 4,8%. Il governo romeno raggiunse così in agosto un accordo con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito di 547 milioni di dollari, ma il rilascio della seconda rata fu rinviato in ottobre a causa dei requisiti non raggiunti sul prestito per il settore privato e sui cambiamenti nelle spese budgetarie. Bucarest ha evitato di dichiararsi insolvente per gli interessi di metà anno, ma ha dovuto usare le riserve monetarie per farlo, riserve che sono arrivate approssimativamente a 1,5 miliardi di dollari alla fine dell'anno Nel programma di ripresa economica e ristrutturazione del sistema le priorità indicate dal governo sono state quelle di ottenere un rinnovo del prestito del FMI, di concentrarsi sulla politica fiscale, di accelerare la privatizzazione e di dare inizio all innovazione del sistema imprenditoriale. Ed i primi risultati non sono tardati ad arrivare. Infatti nel biennio si sono registrati buoni risultati economici e la crescita economica stimata per il 2004 è del 5,5%. Il salario netto medio mensile nel Novembre 2004 era di Lei, cioè circa 120 Euro, con una crescita del 2,1% in un solo mese. Questo mostra che il tasso d aumento dei salari supera quello d inflazione, che è di circa 1,2% per mese, con buoni effetti sul potere d acquisto delle retribuzioni dei lavoratori. Il passaggio all'economia di mercato ha significato per la Romania, come per gli altri stati in transizione, una profonda ristrutturazione della propria struttura economica. Il contributo al PIL nazionale da parte del settore industriale è dunque andato via via riducendosi, passando dal 57% al 36,6% registrato nel Resta comunque da completare la ristrutturazione e la privatizzazione di quelle imprese pubbliche d eredità comunista, del settore dell'ingegneria pesante, metallurgico e chimico, che incidono fortemente sul bilancio statale. Il predominio appartiene ora al settore dei servizi, che contribuiscono al PIL con circa il 50%. Meuro Crescita del PIL Grafico 2 Livelli di crescita del PIL (i dati relativi al 2004 sono previsionali) Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 17

18 Il settore industriale ha visto negli ultimi anni emergere comparti quali il tessile/abbigliamento, l'agroalimentare, la produzione di macchinari e ha fatto registrare buoni ritmi di crescita. In particolare, il manifatturiero ha visto nei primi dieci mesi del 2002 un'espansione del 7,2% circa su base annua (grazie soprattutto all'export), mentre altre attività quali la produzione di energia elettrica, termica, gas naturale, subiscono da qualche tempo una contrazione. E' certo comunque che la ripresa industriale è ormai guidata da quei settori nei quali eccellono le produzioni delle PMI, che costituiscono il tessuto imprenditoriale più competitivo della Romania: in primo luogo beni di consumo quali alimentari e bevande, tessile, pellami e calzature, macchinari e apparecchiature elettriche. Il settore delle costruzioni ha subito nell'ultimo decennio un fortissimo declino, ma secondo gli osservatori, presenta attualmente promettenti possibilità, grazie sia al lungo periodo di stallo sia alla possibilità di finanziamenti internazionali per le infrastrutture. L'edilizia scolastica, residenziale e sanitaria, rappresentano un altro spettro di opportunità insieme alle attrezzature turistiche, settore che ha già attratto l'interesse degli investitori esteri. L'attività mineraria e la lavorazione dei metalli rappresentano un'attività tradizionale per il Paese, in particolare miniere di rame e piombo sono localizzate nelle regioni di Caras Severin, Harghita e Maramures. Il Paese dispone inoltre di riserve di minerale di ferro, bauxite, zinco, oro e uranio. Il settore risente però della mancanza di investimenti e manutenzione. L'agricoltura è ormai quasi totalmente privatizzata (circa il 75% dei terreni coltivabili è in mano privata). Il settore è in crescita, malgrado oggettive difficoltà dovute alle limitate possibilità d'investimento da parte dei coltivatori e alla eccessiva parcellizzazione dei terreni, fattori che finiscono per rendere il settore sottocapitalizzato ed estremamente vulnerabile alle avverse condizioni esterne. A dispetto di queste difficoltà, la produzione agricola negli ultimi anni ha fatto registrare buoni ritmi di crescita. Per quanto riguarda invece i servizi, è stato soprattutto il commercio ad aver trainato il forte incremento degli ultimi anni e, a dispetto di un livello di vita mediamente ancora molto basso, si sono affacciati sul mercato romeno anche grandi operatori del settore delle vendite, dalla francese Carrefour, alla britannica Tesco, ai tedeschi della Metro. Il turismo rappresenta un'altra opportunità, per le notevoli risorse di carattere storicoartistico e naturalistico che il paese offre (Mar Nero, Carpazi, delta del Danubio, ma anche numerosi siti termali e località adatte all'agriturismo). Anche in questo caso tuttavia, le attrezzature restano inadeguate e fortemente bisognose di investimenti che ne innalzino la qualità, per attirare sia la clientela interna (si calcola che meno di un terzo dei romeni scelga di passare le vacanze nel paese) sia ovviamente i turisti stranieri. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 18

19 Settori Produttivi Primario 16,0% 14,9% 12,4% 14,7% 13,0% Secondario 34,7% 33,3% 36,0% 36,6% 37,6% Terziario 49,3% 51,8% 51,7% 48,7% 49,4% Tab. 1 - Percentuali di addetti per settore La Romania è stata la prima nazione dell Europa dell Est ad intrattenere rapporti di natura economico-commerciale con i paesi appartenenti alla Comunità Europea. Nel 1974 si sono manifestati i primi segnali di avvicinamento quando fu siglato un accordo sulle preferenze generalizzate e nel 1980 con la stipula di un accordo sul commercio di prodotti industriali. Le relazioni commerciali si sono rivelate nella loro interezza nel 1991 con l Accordo sul Commercio e la Cooperazione, siglato con tutti gli stati appartenenti alla CE. L Accordo mirava ad un rafforzamento del dialogo politico tra le parti, ma soprattutto all espansione di armoniose relazioni economiche e commerciali tali da sostenere e favorire lo sviluppo della Romania. Non a caso a tutt oggi tre dei più importanti paesi fondatori della CE, Italia Francia e Germania, nell ordine rappresentano i maggiori partner commerciali romeni. Italia Germania Francia Destinatari delle esportazioni Romene (sul totale delle esportazioni) Importazioni Romene dall UE (sul totale delle importazioni) 24,1% 15,7% 7,3% 19,5% 14,8% 7,1% Tab. 2 Maggiori partner commerciali dell import e dell export romeno al 2003 Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 19

20 Settori merceologici di maggiore esportazione (Sul totale delle esportazioni) Tessile/Abbigliamento 26% Macchinari 16% Prodotti metallurgici 12,7% Calzature 8,4% Settori merceologici di maggiore importazione (Sul totale delle importazioni) Macchinari 25% Tessile 23% Trasporti 10% Prodotti chimici 8% Tab. 3 Settori merceologici di import-export La categoria di rischio paese assegnata dalla SACE alla Romania è la quarta su sette, è stato rimosso il vincolo del plafond, le operazioni con debitori sovrani sono assicurabili nel rispetto delle condizionalità del FMI, mentre per le controparti bancarie e le corporate si opera in relazione al merito di credito della controparte Sistema Fiscale, dogane, dazi Nel 1990 il sistema fiscale romeno ha subito cambiamenti rilevanti diretti ad allineare il sistema stesso alle esigenze di un economia di mercato. Queste trasformazioni hanno riguardato in particolare l introduzione dell IVA e di un nuovo sistema per valutare l imposta sul reddito delle persone giuridiche. Attualmente, il sistema fiscale romeno comprende le seguenti principali imposte, le cui aliquote potrebbero però essere ampiamente modificate, come annunciato dal nuovo ministro delle finanze: imposta sul valore aggiunto: l imposta è stata introdotta nel luglio del 1993 e prevede dal 1 febbraio 1998 un aliquota generale del 22% (precedentemente era del 18%). Su alcuni beni e prodotti (in particolare, generi alimentari di prima necessità, fertilizzanti, medicinali, servizi agricoli, etc.) si applica un aliquota ridotta pari all 11%. E' prevista l'aliquota zero per l'esportazione di beni e servizi, per gli investimenti finanziati tramite aiuti o prestiti (in particolare da parte delle organizzazioni internazionali) non rimborsabili e per i beni e servizi delle missioni diplomatiche. tassa sul reddito delle persone fisiche: la tassa è regolata dalla Legge n. 32/1991 e dall ordinanza di Governo n. 70/1994 per la tassa sul profitto. È applicata sui salari sia dei rumeni che degli stranieri operanti in questo Paese (purché abbiano lavorato per un periodo di almeno 183 giorni) e prevede Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 20

21 aliquote variabili dal 5% (per redditi fino a Lei) al 60% (per redditi oltre Lei); tassa sul reddito delle persone giuridiche: sancita dall ordinanza di Governo n. 40/1994 e dalla Legge n. 73 del luglio 1996, entrata in vigore il 1 gennaio L aliquota è unica ed è fissata al 38% del reddito societario, sebbene siano previste aliquote ad hoc per particolari tipi di attività (sulle società agricole l aliquota è del 25%); imposta sul consumo: è regolata dalla Legge n. 42/1993 sui diritti d accisa. Si applica ai beni considerati di lusso (alcolici, caffè, tabacco, gioielli, automobili, profumi, cristalli, apparecchiatura elettronica) e prevede aliquote variabili tra il 6 ed il 150%. Infine, a gennaio del 2000 il governo romeno avrebbe dovuto introdurre una tassa globale sul reddito, intesa ad allineare il sistema fiscale rumeno con la pratica internazionale. Una ordinanza governativa che è stata proposta permette di imporre la tassa globale sul reddito in maniera progressiva su tutte le principali forme di reddito in denaro, escluse le pensioni ed i redditi derivanti da lavoro agricolo e forestale. Le aliquote fiscali proposte variano dal 18 al 40%. Tale tassa verrà in particolare applicata al lavoro freelance e privato, al pagamento degli interessi e dei dividendi, ma anche ai salari e agli stipendi; non sarà invece applicata ad una gamma di pagamenti sociali. La nuova tassa persegue infatti lo scopo di regolarizzare la tassazione dei redditi di qualsiasi fonte e la tassazione delle aree di attività privata che sono finora sfuggite alle imposizioni fiscali, mentre è ordinata anche al fine di accelerare il pagamento delle tasse. Tuttavia, a causa della scarsità di capacità professionali all'interno della pubblica amministrazione rumena, è probabile che saranno necessari alcuni anni prima che la nuova tassa venga pienamente applicata. E di questi giorni tuttavia la notizia del taglio dell'aliquota per l'imposta sul profitto e sui redditi che ha rappresentato la prima misura adottata dal nuovo governo di centrodestra della Romania. Approvata nella prima riunione governativa del 29 dicembre 2004, la quota unica del 16% e' entrata in vigore già da gennaio 2005 e rende più leggero il sistema fiscale romeno finora tra i più gravosi dell Europa orientale. In linea di principio, per l ingresso sul mercato rumeno (considerato sufficientemente aperto e libero) non sono richiesti requisiti o condizioni particolari. Dal 1992 sono state praticamente eliminate licenze di importazione e restrizioni, sebbene siano in vigore normative alquanto rigide in materia sanitaria e di sicurezza mentre autorizzazioni speciali sono richieste per l importazione di sostanze tossiche, esplosivi e armi. Dal 23 marzo 1993 (Decisione Governativa n. 120) la Romania adotta una tariffa doganale a 8 cifre molto simile a quella del sistema armonizzato. In linea di massima, i dazi sulle importazioni oscillano tra lo 0% e il 50% del valore delle merci, sono Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 21

22 previsti dazi doganali ridotti (oscillanti tra lo 0 ed il 10%) per materie prime e idrocarburi, mentre tariffe particolarmente elevate si applicano sulle importazioni di beni considerati di lusso (pellicce, tappeti, attrezzature e materiali fotografici, biciclette, sigarette etc.). Attualmente, il livello medio dei dazi è dell 11,5% (sui beni strumentali le aliquote si aggirano variano tra il 10 ed il 15%), ma è probabile che a breve i livelli vengano modificati. Nel quadro dell accordo di associazione concluso con l Unione Europea è prevista la progressiva eliminazione dei dazi entro un periodo massimo di 10 anni. Infine, a marzo del 1999 la Romania ha siglato con la Bulgaria e la Turchia una dichiarazione per la creazione di una zona di libero scambio. L'accordo dovrebbe portare alla completa liberalizzazione del commercio dei prodotti industriali tra le suddette nazioni entro il 1 gennaio Tale decisione segue alla applicazione di accordi bilaterali di libero scambio tra la Romania e la Turchia, entrati in vigore nel febbraio 1998, e tra la Turchia e la Bulgaria, entrati in vigore all'inizio del Le tre nazioni stanno anche promovendo una cooperazione trilaterale per incrementare il turismo nella regione. L'accordo dovrebbe portare ad un aumento del commercio generalizzato tra le tre nazioni. Le condizioni di accesso al mercato, invece, sono conformi, a livello doganale e commerciale, agli obblighi sanciti dai trattati internazionali assunti, mentre a livello comunitario sono in fase di recepimento. Le condizioni per l autorizzazione all accesso delle piccole e medie imprese nel mercato romeno sono regolamentate da norme legislative sulle piccole e medie imprese. Le leggi di ingresso al mercato sono: La Legge n. 133/1999 concernente il sostegno delle imprese private per la costituzione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. L'Ordinanza di Urgenza del Governo 297/2000 riguardante le modifiche della Legge 133/1999 La decisione per l'approvazione delle norme metodologiche per l'applicazione della Legge 133/1999, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale 101/ Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 22

23 Inoltre affinché una società commerciale entri nel campo di attività delle piccole e medie imprese sono necessarie le condizioni seguenti: - DEVE ESSERE PRODUTTRICE DI BENI MATERIALI E/O PRESTARE SERVIZI (art. 3 della Legge 133/1999). Per essere soddisfatta tale condizione la società ha l'obbligo di svolgere attività di natura conforme con la Classifica delle attività dell'economia nazionale - CAEN ( art. 1 delle norme metodologiche). Non entrano sotto tale incidenza le persone fisiche o giuridiche che hanno come attività principale l'acquisto e la rivendita di prodotti, o l'affitto di beni mobiliari o immobiliari ( art.2 delle norme metodologiche). Se la società produce beni che verranno rivenduti, o importa beni allo scopo di assemblaggio e commercializzazione, la stessa sarà considerata una PMI. - DEVE AVERE UN NUMERO ANNUO DI REGISTRAZIONE DEL PERSONALE DA 1 A 249 DIPENDENTI ( art.4, comma 1 della Legge 133/1999). La prova del numero dei dipendenti si farà dalla Direzione del Lavoro dove svolge l'attività la rispettiva impresa, in base al numero di registrazione rapportato all'anno precedente. Nel caso in cui la PMI è stata costituita nell'anno in corso, la prova verrà rilasciata a richiesta della persona giuridica in causa, e verrà preso in calcolo il periodo compreso tra la data della costituzione e quella del rilascio della prova. La direzione del lavoro rilascerà la prova entro 5 giorni lavorativi dalla data di deposito della richiesta. (art. 5 comma 3 della Legge 133/1999). La Legge non fa distinzioni tra i dipendenti assunti con contratto individuale di lavoro e con convenzione civile di prestazioni e servizi, perciò la forma contrattuale di assunzione può essere una delle due, con la condizione che sia fatta con osservanza dei provvedimenti legali in materia. - LA PMI DEVE AVERE UN GIRO D'AFFARI ANNUO PARI A 8 MILIONI EURO (art.4, comma 4 della Legge 133/1999). La prova relativa al livello del giro d'affari viene rilasciata dall'amministrazione Finanziaria, sul territorio della quale opera la rispettiva impresa, in base alla decisione del Governo, ( art.5, comma 4, della Legge 133/1999), ed in base ai dati del bilancio contabile dell'ultimo anno fiscale chiuso. In caso di PMI costituite nell'anno in corso verrà preso in calcolo il periodo compreso tra la data della costituzione e quella del rilascio della detta prova, in base ad una dichiarazione su propria responsabilità del rappresentante legale della stessa Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 23

24 ( art.5 delle norme metodologiche). L'Amministrazione Finanziaria rilascia la prova entro 5 giorni lavorativi dalla data del sollecito (art.4 delle norme metodologiche). Per dimostrare il fatturato verrà utilizzato il corso di cambio dell'euro alla BNR (Banca Nazionale della Romania) del giorno 31 dicembre dell'anno precedente. Adempiute queste condizioni il sistema economico romeno offre alle PMI una serie di benefici e di agevolazioni all ingresso e al loro operato all interno del mercato. Queste le agevolazioni più significative fornite: - LE PMI BENEFICIANO DI UNA PRIMA PARTECIPAZIONE, ESCLUSIVA, ALLE ASTE DI ACQUISTI PUBBLICI ORGANIZZATE DAGLI ISTITUTI PUBBLICI, DALLE SOCIETÀ COMMERCIALI E DALLE COMPAGNIE NAZIONALI CON CAPITALE MAGGIORITARIO STATALE (art.14 della Legge 133/1999). Per usufruire di tale agevolazione è necessario che le PMI partecipanti alle aste organizzate per acquisti pubblici di beni materiali, lavori o servizi, abbiano assolto agli obblighi di pagamento delle imposte, tasse e contributi per le assicurazioni sociali statali. - ESONERI DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI PER IL TRASFERIMENTO DI ATTREZZATURE, IMPIANTI, EQUIPAGGIAMENTI INDUSTRIALI, KNOW-HOW, IMPORTATI ALLO SCOPO DI SVILUPPARE L'ATTIVITÀ PRODUTTIVA IN LOCO. Tali esoneri vengono concessi dagli uffici doganali in base ad una dichiarazione su propria responsabilità, sottoscritta dal rappresentante legale dell'impresa, conformemente all'allegato sulle norme metodologiche (art.14 delle norme metodologiche). La dichiarazione, su propria responsabilità, si redige in tre esemplari originali di cui uno si deposita all'ufficio doganale dove si fa la dichiarazione doganale di importazione, un esemplare si deposita all'organo fiscale competente ed il terzo si conserva nei documenti finanziari contabili dell azienda. I beni esonerati dal pagamento delle tasse doganali sono esonerati anche dal pagamento della tassa sul valore aggiunto (art. 18 delle norme metodologiche). Tale provvedimento si applica solo ai beni menzionati nei capitoli 84, 85, 87 della tariffa doganale d'importazione della Romania. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 24

25 - LA QUOTA PARTE DEL PROFITTO LORDO REINVESTITO DALLA PMI NON SARA SOGGETTA ALLE IMPOSTE (Art.21 della Lg 133/1999). La somma massima su quale verrà calcolato l'esenzione è rappresentata dal saldo creditore al conto di utile e perdita (art 23/ norme metodologiche). Il profitto lordo reinvestito per il quale si calcola l'esenzione è il profitto realizzato mensilmente, cumulato dall'inizio dell'anno fino al momento di esecuzione dell'investimento, senza che tale agevolazione sia ricalcolata per il prossimo periodo o alla fine dell'anno. - LE PMI GODRANNO DELLA RIDUZIONE DELL'IMPOSTA SUL PROFITTO IN PROPORZIONE DEL 20% SE VERRANNO CREATI NUOVI POSTI DI LAVORO, E SE LE PERSONE SARANNO ASSUNTE CON CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO (art.31 / norme metodologiche). Una condizione essenziale per godere di tale agevolazione e che le persone assunte rappresentino almeno il 10% della forza lavoro esistente nell'impresa al momento dell'assunzione. Inoltre, la riduzione si applica nel periodo in cui la nuova forza di lavoro assunta rimane nell'impresa e non si fanno nuovi licenziamenti (art.23, comma 2, lettera a). Al compimento delle condizioni non si prende in calcolo la cessazione del lavoro a causa del pensionamento oppure l'interruzione del contratto di lavoro in seguito allo svolgimento di atti sanzionati per legge. Il conferimento di qualsiasi di tali agevolazioni non esclude la possibilità che la PMI goda di un'altra facilitazione relativa all'imposta sull'utile (art.34/ norme metodologiche). - LE PMI SONO ESONERATE DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI PER L'IMPORTAZIONE SU MATERIE PRIME NECESSARIE ALLA FABBRICAZIONE DEI PRODOTTI, NEL CASO IN CUI TALI PRODOTTI SONO LO STESSO ESONERATE DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI D'IMPORTAZIONE (art.21 / Legge 133/1999). Avranno esenzioni sul pagamento delle tasse doganali, ed implicitamente della tassa sul valore aggiunto, anche i prodotti ed i beni necessari alla fabbricazione dei prodotti già soggetti all'esenzione. Gli elenchi che includono le materie prime esonerate dal pagamento delle tasse doganali sono redatti dai Ministeri competenti. Inoltre come ulteriore incentivo all ingresso di nuove PMI nel mercato, la Romania, in base all Art. 49 del Codice doganale della Romania (Legge n. 30 del 22 dicembre 1978) ha istituito una serie di aree di libero scambio che favoriscono le interrelazioni commerciali tra gli attori insediati nei suddetti territori. Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione 25

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