EPIDEMIOLOGIA DELLA DONAZIONE DI CUORE A PAVIA
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- Leopoldo Carlucci
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1 EPIDEMIOLOGIA DELLA DONAZIONE DI CUORE A PAVIA S. Poma, F. Riccardi, G. Pamploni, P. Geraci, M. Langer SERVIZIO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE II COORDINAMENTO DEL PRELIEVO DI ORGANI E TESSUTI IRCCS POLICLINICO S. MATTEO, PAVIA Nelle casistiche italiane (NITp) risulta chiaro che è aumentato progressivamente il numero di donazioni d organo ma è diminuito il numero di cuori trapiantati ( 14,6% dal 1999 al 2000, con un ulteriore decremento del 3,6% nei primi mesi del 2001). Questa evoluzione è stata spiegata con il progressivo spostamento della patologia che porta alla morte cerebrale (dal trauma alla patologia vascolare cerebrale) con il conseguente aumento dell età media dei donatori d organo. Parallelamente si sono allargati i criteri di accettazione per gli organi addominali (reni, fegato e pancreas) per cui il numero di trapianti ha continuato a salire. Non così per il cuore: un numero crescente di cuori non viene giudicato idoneo e il numero di trapianti di cuore diminuisce, in assoluto e soprattutto se confrontato con il numero di trapianti di fegato e di rene. Per affrontare con maggiore efficacia questo grave problema, proponiamo uno studio analitico dell epidemiologia della donazione di cuore presso il Policlinico S. Matteo di Pavia nel periodo tra il 1998 e il Riteniamo questo un modello valido in quanto nel periodo indicato è stato eseguito sistematicamente l accertamento di morte cerebrale anche in pazienti che non avrebbero donato organi e le valutazioni cardiologiche sono state eseguite da un numero di medici molto limitato e quindi abbastanza omogenee, anche in assenza di un preciso protocollo. Quasi tutti i cuori, inoltre, sono stati trapiantati in sede, facilitando quindi il follow up della funzione precoce del cuore trapiantato. PAZIENTI E METODI È stato eseguito uno studio retrospettivo su 93 pazienti in cui è stata accertata la morte cerebrale (potenziali donatori) e sono stati valutati: consenso / opposizione alla donazione; 103
2 idoneità al prelievo d organi (malattia trasmissibile, inidoneità clinica). idoneità al prelievo di cuore valutata attraverso la raccolta dell anamnesi, la clinica e gli esami strumentali (ecg, ecocardiografia). successo / insuccesso del trapianto di cuore (limitatamente alla ripresa funzionale precoce). L insuccesso precoce del trapianto di cuore non legato a problemi tecnici (graft failure) è stato definito come anomalia della contrattilità e prolungato bisogno di supporto ventricolare destro dopo il trapianto. RISULTATI Nel periodo nella Rianimazione II del Policlinico di Pavia è stata accertata la morte cerebrale in 93 dei pazienti ricoverati. Si è registrata opposizione al prelievo nel 31% (29/93 casi) e non-idoneità per malattia sistemica o età avanzata nel 16% (15/93 casi). In poco più della metà dei potenziali donatori (49/93, 53%) sono stati prelevati organi a scopo di trapianto. Solo il 33% (31/93) dei cuori disponibili è risultato idoneo al prelievo. Le caratteristiche dei soggetti idonei e dei soggetti inidonei sono riassunte nella Tabella I. Tabella I - Caratteristiche dei soggetti idonei ed inidonei al prelievo di cuore IDONEI NON IDONEI N / % 31/49 63% 18/49 37% ETÀ MEDIA (anni) 40±17 56±15 CAUSA MORTE CEREBRALE accidenti cerebrovascolari 55% 61% trauma cranico 45% 22% encefalopatia postanossica 0% 17% Dei 18 pazienti donatori d organo in cui il cuore è stato giudicato non idoneo al trapianto, la maggior parte (11/18, 61%) era affetto da cardiopatia pregressa e nota, 3/18 (17%) erano pazienti in cui un arresto cardiaco era stata la patologia che aveva condotto a coma postanossico e morte cerebrale, 2/18 (11%) erano pazienti che hanno presentato arresto cardiaco in corrispondenza dell evento che ha portato a morte cerebrale, mentre in altri 2 (11%) si trattava di cardiopatia insorta acutamente non nota in anamnesi caratterizzata da ipocinesia ventricolare sinistra con ridotta frazione di eiezione (Fig. 1). 104
3 Figura 1 - Cause di inidoneità al prelievo di cuore. Tutti i cuori giudicati idonei sono stati trapiantati. In 4 casi (13%) si è verificato insuccesso del trapianto con morte del ricevente per insufficienza cardiaca precoce (graft failure). CONCLUSIONI I risultati della ricerca da noi condotta nel Policlinico S. Matteo di Pavia confermano la ridotta disponibilità di cuori da trapiantare nonostante il numero di donatori sia rimasto costante. Si è assistito ad una progressiva riduzione del rapporto cuori prelevati/cuori prelevabili (Fig. 2). La principale causa di questo fenomeno è legata al fatto che giungono Figura 2 - Riduzione del rapporto cuori prelevati/cuori prelevabili nel Policlinico S. Matteo di Pavia dal 1998 al
4 alla donazione soggetti di età media sempre maggiore, evoluti in morte cerebrale per patologia cerebrovascolare (Fig. 3). La principale causa di inidoneità al prelievo di cuore risulta essere infatti la cardiopatia pregressa (61%), frequentemente presente in pazienti anziani. Figura 3 - Il numero di giovani donatori deceduti per trauma cranico si è ridotto dal 1998 al Sono stati reclutati sempre più donatori anziani. Per aumentare il numero di cuori disponibili sarebbe dunque auspicabile: aumentare il numero di donazioni: il numero di opposizioni risulta essere del 31% e sembra mantenersi costante negli anni, nonostante le campagne di informazione e le modifiche alle leggi in materia. ridurre il numero di cuori inidonei: nel 61% la causa di inidoneità è una cardiopatia preesistente e nel 17% è una patologia primaria del cuore (arresto cardiaco per infarto miocardico) che ha condotto a morte cerebrale. Queste percentuali non risultano essere modificabili. Esiste, tuttavia, una quota piccola, ma significativa di cuori (11%) in cui il danno cardiaco sembra poter essere correlato alla massiccia liberazione di catecolamine endogene che si verifica in corrispondenza della fase di impegno cerebrale. La bibliografia sull argomento è ricca di lavori sperimentali ed il danno cardiaco da catecolamine è ben documentato. 1,2 Questo tipo di danno è di particolare interesse perché appare reversibile se correttamente trattato. 3 Una ottimizzazione del trattamento del donatore in questo senso (protezione del miocardio da un eccesso di catecolamine) potrebbe consentire di recuperare cuori idonei e forse anche di ridurre l incidenza di graft failure. Tuttavia studi più approfonditi e completi dovrebbero essere svolti prima di poter mettere in discussione gli attuali standard di trattamento del potenziale donatore d organi. 106
5 BIBLIOGRAFIA 1. Kollin, A.; Norris, J.W.- (1984). Myocardial damage from acute cerebral lesion. Stroke, 15,6, Chiari, P.; Handonr, G.; Piriou, V.- (2000). Biphasic response after brain death induction: prominent part of catecholamin release in this phenomenon. J. Heart Lung Trasplant., 19, Zaroff, J.G.; Rordorf, G.A.; Ogilvy, C.S.; Picard, M.H.- (2000). Regional patterns of left ventricular systolic dysfunction after subarachnoid hemorrhage: evidence for neurally mediated cardiac injury. J. Am. Soc. Ecocardiogr., 13,
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