Nucleo di Valutazione

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO AL CONTO CONSUNTIVO 2009 NUCLEO DI VALUTAZIONE

2 La presente relazione è stata redatta dal Nucleo di Valutazione (NuV) di Ateneo, composto da: Prof.ssa Anna Maria Arcari (Coordinatore) Ing. Paolo Borzatta Dr.ssa Paola Carlucci Prof.ssa Laura Castelvetri Avv. Fabio Fedi Prof. Piero Martinoli Prof.ssa Daniela Negrini Prof. Alberto Parola Prof.ssa Daniela Parolaro La raccolta, l analisi statistica dei dati e delle informazioni e la stesura del rapporto è stata curata dall Ufficio di Programmazione e Statistiche Gestionali composto da Gabriella Margaria, Elena Beretta, Simona Dalla Valle. Inoltre, per la redazione della presente relazione, il NuV e l Ufficio Programmazione e Statistiche Gestionali si sono potuti avvalere del prezioso contributo delle strutture amministrative, tecniche e scientifiche dell Ateneo. Nucleo di Valutazione Università degli Studi dell Insubria Via Ravasi, Varese Tel /02/03 Fax nucleo.valutazione@uninsubria.it

3 INDICE 1. PREMESSA PAG CONTO CONSUNTIVO 2.1 L ANALISI DEL CONTO CONSUNTIVO: INTRODUZIONE 2.2 L ANALISI DEI VALORI DEL 2009: PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA 2.3 ANALISI DELL AVANZO DI AMMINISTRAZIONE 3. RICERCA 3.1 FINANZIAMENTI E VALUTAZIONE 3.2 DOTTORATI 3.3 LA VALUTAZIONE CIVR 4. STRUTTURE 4.1 LE ATTUALI STRUTTURE SCIENTIFICHE: DIPARTIMENTI E CENTRI DI RICERCA 4.2 CENTRI DI SERVIZI 4.3 RIORGANIZZAZIONE PAG. 3 PAG. 23 PAG. 65

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5 1. PREMESSA La presente relazione ha come fulcro l analisi delle performance di ateneo connesse ai valori del Conto Consuntivo del 2009, ma contiene anche alcune considerazioni riferibili a tendenze registrate nel corso del 2010, e valutazioni prospettiche formulate sulla base di dati che il Nucleo di Valutazione (NuV) ha appositamente raccolto ed elaborato. Nel corso del 2009 il nostro Ateneo ha portato a termine il processo di ridefinizione dell offerta formativa per adeguarla al DM 270/2004 e, nel corso del 2010, essa è stata implementata consentendo di disporre, già da ora, di alcuni elementi utili per una sua prima valutazione. A questo proposito il Nucleo rileva una prima e importante flessione nella storia dell ateneo della numerosità degli iscritti, e invita gli Organi di Governo a considerare attentamente i motivi di questa tendenza negativa. Essa, peraltro, è destinata a subire ulteriori contraccolpi, se non altro in relazione ad un ulteriore revisione che l offerta formativa dell Insubria dovrà subire, per renderla compatibile con i vincoli imposti dalla normativa in materia di requisiti minimi. Nei primi due mesi del 2011, infine, l ateneo dell Insubria ha avviato un interessante processo interno attraverso la costituzione di commissioni che hanno ricevuto il mandato rettorale di dar seguito alla recentissima legge in materia di governance 1 e al lavoro di consulenza commissionato alla The European House-Ambrosetti. La revisione dello statuto e il ripensamento strategico e organizzativo delle proprie strutture rappresentano le nuove sfide da affrontare per rispondere alle istanze di miglioramento delle condizioni di efficacia e di efficienza di funzionamento insite nel progetto di revisione dell assetto delle pubbliche amministrazioni. La riforma Gelmini, in particolare, si pone l ambizioso obiettivo di ridisegnare i tratti fondamentali del sistema universitario per adeguarlo alle sollecitazioni che pervengono dalla società in costante sviluppo, apportando nel contempo i correttivi necessari per eliminare criticità e anomalie che, sedimentandosi nel tempo, hanno di fatto impedito una sana e rapida crescita del nostro sistema di istruzione superiore. All interno di queste importanti prospettive di cambiamento, il Nucleo di Valutazione dell Insubria ha ritenuto di concentrare i propri sforzi sull analisi di un particolare aspetto: l attività di ricerca e le strutture in cui la stessa si svolge o che forniscono servizi di supporto. Operando in tal modo il NuV intende mettere a disposizione dei ricercatori e degli Organi di Governo del nostro 1 DDL 1905 sulla riforma universitaria è divenuto legge in seguito all approvazione in via definitiva del Senato del 23 dicembre 2010 e alla firma del capo dello Stato Giorgio Napolitano il 30 dicembre

6 ateneo un lavoro preparatorio al processo di valutazione nazionale della ricerca universitaria che sta per partire (VQR - Valutazione Quadriennale della Ricerca) ed offrire alcuni spunti di riflessione critica in materia di riorganizzazione con particolare riguardo alle strutture dipartimentali e di servizio. 2

7 2. IL CONTO CONSUNTIVO L ANALISI DEL CONTO CONSUNTIVO: INTRODUZIONE Il conto consuntivo oggetto di analisi comprende, come di consueto, il rendiconto finanziario, la situazione patrimoniale e la situazione amministrativa, una relazione di accompagnamento ed una serie di allegati finalizzati a dettagliare l analisi finanziaria presentata nei documenti di bilancio 1. Il NuV ha ritenuto opportuno effettuare un analisi più sintetica rispetto a quella degli scorsi anni, esaminando solo i macroaggregati di entrata e spesa scendendo nel dettaglio solamente per le poste principali o quelle ritenute più critiche. Tale impostazione è finalizzata ad agevolare la lettura relativa al capitolo di analisi del consuntivo (già adeguatamente commentato nella Relazione al Bilancio presentata dal Rettore e nella Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti), e a lasciare un maggiore spazio per l analisi delle strutture dipartimentali. Quindi, l analisi del bilancio si è sviluppata mediante: un analisi delle principali voci aggregate per fonte di finanziamento dal lato delle entrate, e per natura, dal lato delle spese effettuando un analisi della composizione delle maggiori poste di entrata e di spesa e dei relativi trend, disaggregata per macrovoci e volta a valutare l equilibrio di gestione dell Ateneo (paragrafo 2.2); un analisi della composizione dell avanzo di amministrazione (paragrafo 2.3). 2.2 L ANALISI DEI VALORI DEL 2009: PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA L analisi dei dati dell esercizio 2009, posti a confronto con quelli passati, consente di visualizzare le variazioni maggiormente rilevanti e di interpretare tali variazioni in relazione alle politiche di governo attuate dagli organi politici e di gestione. Le Tabelle e pongono a confronto le entrate e le uscite che risultano rispettivamente accertate e impegnate a consuntivo nel triennio evidenziando la rilevanza percentuale delle diverse categorie sul rispettivo totale al netto delle partite di giro. 1 Allegato 1: dettaglio finanziario delle attività in conto terzi, Allegati n. 2 e n. 3: situazione patrimoniale e finanziaria dei centri autonomi di gestione, Allegato 4: analisi di cassa dei centri autonomi di gestione, Allegato n. 5: riepilogo dei residui attivi e passivi dei centri autonomi di gestione. 3

8 La Figura illustra, in un quadro sintetico, il peso percentuale delle principali voci di finanziamento e di destinazione sui rispettivi totali di entrata e di uscita degli anni 2008 e 2009, secondo l aggregazione prevista in bilancio. Tabella Entrate accertate nel triennio (al netto delle partite di giro) ENTRATE % % % Risorse ministeriali ,43 70,8% ,82 71,6% ,89 67,0% FFO ,00 55,4% ,00 51,6% ,00 52,0% Edilizia - 0,0% - 0,0% - 0,0% Cofinanziamento per la Ricerca Scientifica (PRIN) - 0,0% ,00 0,6% ,00 0,8% Altre ,43 15,4% ,82 19,4% ,89 14,1% Contribuzione studentesca ,80 15,9% ,18 16,7% ,72 21,6% Trasferimenti da enti pubblici e privati ,91 7,8% ,39 7,8% ,36 7,3% Trasferimenti da enti partecipanti all'accordo di programma - 0,0% ,00 0,1% ,00 0,1% Altri enti pubblici ,65 1,7% ,95 0,8% ,82 1,1% Assegnazioni da enti privati ,74 1,6% ,52 2,8% ,22 1,2% Altri contributi ,52 4,6% ,92 4,1% ,32 5,0% Entrate per vendita di beni e servizi ,53 2,7% ,19 1,4% ,10 1,1% Altre entrate ,78 2,9% ,27 2,6% ,35 3,0% Totale ,45 100,0% ,85 100,0% ,42 100,0% Tabella Spese impegnate nel triennio (al netto delle partite di giro) USCITE % % % Spese per il personale ,93 57,4% ,18 58,8% ,23 61,5% Interventi per studenti ,39 13,7% ,87 14,3% ,15 13,4% Spese per acquisto di beni e servizi ,34 8,1% ,35 8,0% ,36 8,5% Trasferimento alle strutture ,20 11,2% ,68 11,3% ,07 7,2% Funzionamento strutture didattiche, scientifiche e di servizio ,36 8,4% ,42 8,2% ,78 5,1% Spese per ricerca scientifica ,84 2,9% ,26 3,1% ,29 2,1% Altro - 0,0% - 0,0% - 0,0% Spese per investimento ,50 4,1% ,94 2,0% ,51 4,2% Immobili ,97 1,5% ,87 1,3% ,93 3,0% Altro ,53 2,6% ,07 0,7% ,58 1,1% Altre uscite ,99 5,4% ,43 5,6% ,72 5,2% Totale ,35 100,0% ,45 100,0% ,04 100,0% 4

9 Figura Finanziamento e destinazione esercizi 2008 e ,6% F.F.O. 52,0% 0,0% Edilizia 0,0% 0,6% Cofinanziamento per Ricerca Scientifica (PRIN) 0,8% 19,4% Altre 14,2% 0,8% Altri enti pubblici 1,1% 2,8% Assegnazioni da enti privati 1,2% 4,2% Altri contributi 5,0% 71,6% Risorse ministeriali (MIUR) 67,0% 16,7% Contribuzione studentesca 21,6% 7,8% Trasferimenti da enti pubblici e privati 7,3% 1,4% Vendita beni e servizi 1,1% 2,6% Altre entrate 3,0% ,85 (100%) ENTRATE: ,42 (100%) ATENEO ,45 (100%) USCITE: ,04 (100%) Legenda: Esercizio 2008 Esercizio ,8% Spese per il personale 61,5% 14,3% Interventi per gli studenti 13,4% 8,0% Spese per acquisto di beni e servizi 8,5% 11,3% Trasferimento alle strutture 7,2% 2,0% Spese per investimento 4,2% 5,6% Altre uscite 5,2% 8,2% Funzionamento 5,1% 3,1% Ricerca Scientifica 2,1% 1,3% Immobili 3,0% 0,7% Altro 1,1% 2 Il grafico pone a confronto solo le poste gestite direttamente dall Amministrazione Centrale, sia per l anno 2009, che per quello precedente 5

10 La gestione del 2009 si chiude con un avanzo di competenza, ovvero le entrate di competenza sono complessivamente maggiori delle spese di competenza di circa due milioni e mezzo di euro (al netto delle partite di giro). La gestione evidenzia entrate quasi in linea a quelle dello scorso anno, che si incrementano di circa (al netto delle partite di giro), ed uscite superiori di circa (al netto delle partite di giro). Come si evince anche dalla composizione relativa delle entrate e delle spese riportata in Figura a fronte di un sostanziale pareggio di bilancio, il risultato di gestione è stato sostanzialmente garantito dalla permanenza su valori costanti dell FFO, dall incremento dei contributi degli studenti (che nel 2009 rappresentano il 22% delle entrate, mentre nel 2008 ne rappresentavano il 17%) e dalla riduzione dei trasferimenti alle strutture (che nel 2009 rappresentano il 7% delle spese, mentre nel 2008 ne rappresentavano l 11%) che hanno bilanciato l incremento delle spese di personale (che nel 2009 rappresentano il 62% delle spese, mentre nel 2008 ne rappresentavano il 59%) e delle spese di funzionamento. Si sottolinea come sembrino in costante flessione le entrate per vendita di beni e servizi e le spese per ricerca scientifica. Da quanto sopra evidenziato appare chiaro come, a fronte di alcuni elementi positivi come l incremento delle entrate contributive, il pareggio di bilancio ed in particolare l incremento della spesa del personale iniziano ad essere garantiti e coperti sottraendo risorse alle strutture decentrate. Questo fenomeno, se confermato da dati di trend, appare ovviamente preoccupante in quanto rischia di comprimere l attività produttiva dei dipartimenti in termini di qualità della didattica e della ricerca realizzata dalle stesse. Si rileva ancora, come dato preoccupante, la ridotta capacità di acquisire risorse dal territorio per la ricerca (anche nel 2009 sono in calo le entrate acquisite dall esterno per vendita di beni e servizi e per convenzioni/collaborazioni di ricerca). 2.2.a LA COMPOSIZIONE DELLE ENTRATE Per meglio comprendere la composizione delle entrate, verranno analizzate di seguito le categorie di bilancio maggiormente rilevanti. 6

11 ENTRATE CONTRIBUTIVE Le entrate contributive rilevano un incremento significativo rispetto allo scorso anno, pari a circa 4 milioni di euro, da porre in relazione sia al consolidamento del potenziamento dell offerta formativa, sia all adozione del nuovo sistema di contribuzione basato sull ISEEU come indicatore reddituale. Si ricorda, inoltre, che nel luglio 2007 il CdA aveva deliberato un aumento del 15% dei contributi da versare da parte degli studenti a partire dall a.a. 2007/2008. Maggiori risorse sono anche derivate dall Istituzione di due nuovi master universitari di Ateneo e di due nuovi corsi di formazione permanente attivati dalla Facoltà di Economia, dalla Facoltà di Giurisprudenza e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia. TRASFERIMENTI DAL MIUR In questa categoria di bilancio confluiscono diversi tipi di trasferimenti. I più importanti sono: Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) Nel 2009 il riparto dei fondi a valere sul Fondo di Finanziamento Ordinario è stato determinato con Decreto Ministeriale n. 45/2009 e con Decreto Interministeriale 23 settembre Si rimanda alla precedente relazione del NuV (relazione al conto consuntivo 2008 pagg e pagg ) per un analisi dettagliata dei criteri per il riparto del FFO 2009 ed in particolare per quanto riguarda la cosiddetta quota 7% (che dà seguito alle previsioni dell art. 4, Legge n. 1 del 9 gennaio 2009). Si riporta la Tabella relativa all assegnazione, mantenendo ove possibile un confronto con il passato, anche se i criteri di assegnazione sono in parte differenti. L importo inizialmente consolidabile del 2009 era pari a , dato dall 87% della quota consolidabile del 2008 al netto degli interventi non consolidabili. A tale importo si sono aggiunte assegnazioni consolidabili per dovute essenzialmente: agli interventi di riequilibrio ( ) e sua accelerazione ( ), tale quota è stata attribuita secondo i criteri di riparto definiti in passato dal Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario è già da più anni utilizzati; alla copertura dei maggiori oneri del personale ( ). Sono stati attribuiti a valere sulla quota non consolidabile una serie di finanziamenti tra cui: 7

12 gli incentivi 7% per la qualità dei processi formativi ( ) e per la qualità della ricerca scientifica ( ); l assegnazione a valere sull accordo di programma per l edilizia, che per la prima volta viene assegnato insieme all FFO ( ). Tabella Composizione del FFO Composizione FFO Assegnazioni Assegnazioni Assegnazioni FFO consolidabile Interventi consolidabili Saldo incentivi mobilità docenti e chiamate dirette Incentivi mobilità docenti Incentivo miglior risultato processi formativi e attività di ricerca scientifica (per 2009 quota 7%) Maggiori oneri assegni di ricerca - Interventi di valutazione e riequilibrio Interventi accelerazione del riequilibrio Copertura maggiori oneri personale e rinnovi contrattuali Altri interventi consolidabili (**) Celebrazioni decimo annivarsario Totale FFO consolidabile Interventi non consolidabili (una-tantum) Maggiori oneri retribuzioni dei ricercatori non confermati Integrazione assegni di ricerca Incentivo rapporto Assegni fissi /FFO Copertura differenziale FFO 2007 e Interventi straordinari % - qualità dei processi formativi % - qualità della ricerca scientifica Interventi per studenti disabili Celebrazioni decimo anniversario Recuperi programma rientro cervelli Oneri contrattuali personale dirigente Incentivazioni progetto lauree scientifiche Rivalutazione borse di dottorato Recuperi Accordi di programma non in FFO non in FFO Totale FFO Quota ricercatori DM 565/ e Ulteriori integrazioni (art. 1, comma 1, D.I ) Totale FFO Insubria L importo accertato in bilancio diverge leggermente da quanto riportato nelle lettere di assegnazione annua in quanto tiene conto di poste correttive derivante da gestione di anni precedenti. 8

13 I dati riportati in Tabella evidenziano come l Ateneo nel 2009 abbia avuto una assegnazione a valere sul FFO in linea con l assegnazione dell anno precedente ( al netto di per l accordo di programma per il primo anno inserito nelle quote di FFO) mentre l FFO 2009 a livello nazionale ha avuto una leggera riduzione, di circa l 1,5%, rispetto all anno precedente. Le assegnazioni per il 2010 sono state meno severe di quanto previsto inizialmente 4 ma comunque, attualmente 5, in riduzione rispetto all FFO 2009 (per l Università dell Insubria l assegnazione provvisoria dell FFO 2010 è stata pari a cui corrisponde una riduzione di circa il 2%) e per il 2011 si stima una riduzione per tutto il sistema contenuta entro il 7%-10%. Tale prospettiva non è certo incoraggiante soprattutto per un ateneo come quello insubre che vede crescere le spese fisse di personale con un trend in costante e significativa crescita (negli ultimi anni l incremento è stato tra i due e tre milioni di euro ovvero più del 5% ogni anno) anche in regime di blocco delle assunzioni. Altri Fondi ministeriali Nel 2009 l ateneo ha ricevuto, oltre alla somma pari a compresa nell assegnazione del FFO ma destinata all edilizia universitaria (accordo di programma) e già evidenziata in Tabella 2.2.3, un finanziamento di a valere sulla programmazione triennale (D.M. n. 362 del 3 luglio 2007) e altre assegnazioni per la somma complessiva di (di cui per assunzioni di ricercatori in deroga L. 350/03 e somme di entità inferiore a valere sul Fondo Sostegno giovani ed assegni di ricerca). Cofinanziamento per i Programmi di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) Nel 2009 sono stati accertati dall ateneo i fondi per i progetti di rilevante interesse nazionale approvati sui bandi del 2008 per una somma complessiva pari a , valore in aumento rispetto al trend degli ultimi anni. Tale quota, ancora non versata dal MIUR, non è stata trasferita nel corso del 2009 ai dipartimenti, cui è stata trasferita nel corso del 2009 solamente la quota di cofinanziamento erogata dall ateneo pari a La mera applicazione della finanziaria per il 2010 e della legge n. 1/2009 portavano a stimare una riduzione complessiva del 20% a valere sul Fondo di finanziamento ordinario e sul Fondo per la programmazione e lo sviluppo. 5 In data 4 gennaio 2011 sono pervenute ai singoli atenei le comunicazioni delle assegnazioni provvisorie (FFO 2010 Interventi di assegnazione di cui al D.M. 21 dicembre 2010, n.655 ed al D.I. 25 ottobre 2010) che dovrebbero essere completate ancora da alcune assegnazioni una tantum. 9

14 TRASFERIMENTI DA ALTRI ENTI PUBBLICI E PRIVATI La somma complessivamente attribuita all Ateneo è di La composizione dettagliata di tale voce di entrata è rappresentata dalla Tabella I finanziamenti ricevuti nel 2009 sono inferiori rispetto a quelli dell anno precedente: in particolare si sottolinea la diminuzione dei finanziamenti da parte di enti privati (2,18 M nel 2008 e 0,9 M nel 2009 derivanti da contratti e convenzioni di ricerca e collaborazione). Si ricorda che da tali somme sono esclusi i finanziamenti incassati direttamente dai dipartimenti a valere su tali voci di entrata sempre per contratti e convenzioni con i privati e che saranno oggetto di analisi successive. Per quanto riguarda le altre poste si registra un incremento rispetto allo scorso esercizio, di circa , dall azienda ospedaliera per competenze del personale che svolge attività assistenziale ma tale incremento in entrata, come già evidenziato più volte, trova un analogo incremento in uscita nelle spese per il personale. Tabella Trasferimenti da parte di enti pubblici e privati nel triennio Trasferimenti degli enti pubblici e privati Anno 2007 Anno 2008 Anno 2008 Trasferimenti da enti partecipanti all'accordo di programma Assegnazione di altri enti pubblici Regioni Comuni Provincie CNR ,78 Ospedali Altri enti pubblici Istituto Superiore di Sanità Altre Università Assegnazione da enti privati Assegnazioni di altri Ministeri Contributo Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Contributi da enti ospedalieri convenzionati Contributi da estero ,6 Contributo mobilità Programma Erasmus Contributo progetto Jean Monnet History of European Integration Totale Trasferimenti da enti pubblici e privati

15 PRESTAZIONI A PAGAMENTO Le entrate accertate dall ateneo per prestazioni e pagamento conto terzi, che trovano un analogo corrispettivo in uscita sotto forma di compensi al personale o altri trasferimenti, ammontano a (di cui di IVA), mentre lo scorso anno tali entrate ammontavano a (di cui di IVA) mostrando una riduzione di circa il 20%. Occorre però rilevare che tale somma riflette solamente le dinamiche di gestione interna tra amministrazione centrale e dipartimenti (vengono contabilizzate in entrata nel bilancio della AC solo le poste che prevedono un analogo impegno in uscita) e non la reale capacità dell ateneo di acquisire fondi per vendita di beni e servizi. La tabella riportata, invece, a pag. 124 negli allegati al bilancio, che riporta il totale delle fatture attive emesse (dato non gestito in contabilità finanziaria) dai dipartimenti o dall amministrazione centrale per attività di conto terzi, evidenzia un totale di al netto di IVA, che considerando quest ultima diventa b LA COMPOSIZIONE DELLE USCITE Con riferimento alle spese, le categorie di bilancio di particolare interesse sono: SPESE PER IL PERSONALE Nel 2009 le spese per il personale sono state pari a 46,6 M, con un incremento di circa 3,2 M rispetto al Occorre ricordare, come già evidenziato nel paragrafo 2.2.a, che l incremento di circa per indennità al personale medico è compensato da un analogo incremento delle entrate da enti ospedalieri: il reale incremento della spesa per il personale ammonta quindi a circa 2,4 M. La Tabella riporta la composizione dettagliata delle spese sostenute dall Ateneo nel triennio per le diverse categorie di personale, consentendo un esame comparativo. 11

16 Tabella Composizione del costo del lavoro nel triennio Spese impegnate 2007 Var. % su Var. % su Var. % su Docenti ,2% ,3% ,5% 2a.Ricercatori ,8% ,5% ,3% 2b.Ricercatori a tempo determinato Personale Tecnico-Amministrativo/Dirigente ,0% ,6% ,8% 4.Arretrati Personale TA tempo indeterminato ,8% 5.Dirigenti a tempo determinato ,6% ,1% ,2% 6. Retribuzione accessoria personale dirigente (t.ind./det.) ,1% ,6% ,5% 7.Indennità, compensi, trattamento accessorio pers. TA (compreso ex art.18 L:109/94 Merloni) ,4% ,9% % 8.Retribuzione accessoria e fondo miglioram. produttività ,9% ,5% ,6% 9.Compensi a personale doc e TA su prestazioni c/terzi ,5% ,1% ,3% 10.Oneri previdenziali e assistenziali ,4% ,6% ,6% 11.Personale TA assunto a tempo determinato ,9% ,2% ,6% 12.Arretrati Personale TA assunto a tempo determinato ,8% 13.Supplenze e affidamenti al personale docente ,0% ,5% ,4% 14.Professori a contratto ,9% ,7% ,6% 15.Assegni di ricerca ,0% ,9% ,3% 16.Borse per attività di ricerca ,1% ,9% ,2% 17.Indennità personale medico e paramedico convenzionato ,6% ,9% ,1% 18.Servizio mensa e buoni pasto al personale ,5% ,8% ,2% 19.Attività didattica integrativa e seminari ,6% ,7% ,2% 20.Spese utilizzo obiettori di coscienza - 0,0% Spese per prevenzione e sicurezza sul lavoro ,9% 22.Indennità di missione e rimborsi spese ,1% ,9% ,3% 23.Indennità, compenso componenti commissioni concorso ,1% ,0% ,3% 24.Spese per rimborso INAIL per infortuni e visite fiscali Spese aggiornamento personale Tecnico-Amministrativo ,1% ,8% ,8% 26.Spese per le pari opportunità ,4% ,2% ,3% 27.Collaborazioni coordinate e continuative ,6% ,9% TOTALE ,1% ,7% ,4% Al netto di quanto già evidenziato: l incremento registrato nel 2009 si spiega essenzialmente: con un incremento di circa (+ 6,5%) sulle spese per il personale docente;. con un incremento di circa (+ 15,3%) sulle spese per il personale ricercatore; con un incremento di circa (+ 3%) sulle spese per il personale tecnico amministrativo (l incremento di circa a valere sugli stipendi è compensato in parte dal fatto che nel 2009 non sono stati pagati arretrati, pari a circa nel 2008); con un incremento della spesa per professori a contratto di circa con un incremento delle borse per attività di ricerca di circa

17 con un incremento di circa per spese di personale a tempo determinato (in particolare è stata introdotta la figura del ricercatore a tempo determinato in precedenza non utilizzata dall ateneo). Si riscontra, invece, una riduzione delle seguenti poste: un decremento per il fondo di miglioramento e produttività per il personale tecnico amministrativo di circa (tale fondo negli anni passati era praticamente nullo). Infine l incremento delle spese per affidamenti e supplenze, di circa , è compensato da un analoga riduzione delle spese per collaborazioni coordinate e continuative. Come in passato l esercizio 2009, pur in una situazione di blocco parziale al reintegro del turn over, secondo quanto previsto dalla L. n.1/2009, è stato caratterizzato da un rilevante incremento dei costi di personale, da ascriversi alla spesa per ricostruzioni di carriera del personale docente e agli automatismi stipendiali. Il numero di personale docente e tecnico amministrativo di ruolo, infatti, non è variato nel 2009 rispetto al 2008 mentre sono stati assunti a tempo determinato 3 ricercatori e 12 unità di personale tecnico amministrativo (questi ultimi non rientrano nel regime di blocco delle assunzioni). A completamento dell analisi sopra riportata, la Figura 2.2.2, per il periodo , presenta una rappresentazione grafica dell incidenza percentuale delle spese per il personale di ruolo (assegni fissi al netto degli oneri) sul FFO (banca dati PROPER). 13

18 Figura Incidenza percentuale delle spese per il personale, al netto degli oneri, sul FFO per il periodo (Fonti: banca dati PROPER) L Ateneo mostra di posizionarsi al di sotto del tetto massimo previsto per legge del rapporto tra AF/FFO, ma tale percentuale mostra, comunque, un rapido progressivo peggioramento nel tempo raggiungendo un valore pari all 85% nel Si ricorda, peraltro, che tale valore, preso a riferimento dal MIUR per la verifica che il rapporto AF/FFO si mantenga al di sotto del limite del 90%, è stato calcolato operando delle riduzioni per il personale assistenziale e per le entrate da convenzioni, mentre il rapporto AF/FFO senza tali riduzioni ammonta per l ateneo al 94%. Il Nuv ha espresso da anni la preoccupazione per il forte incremento di spese per il personale, non tanto per il superamento della soglia del 90% del rapporto tra spese fisse di personale e FFO controllata dal MIUR per identificare gli atenei in maggiore sofferenza da sottoporre a meccanismi sanzionatori, quale il blocco totale del turn over, ma per la crescente rigidità del bilancio che, in assenza di interventi strutturali come quelli delineati nel capitolo 4 della presente relazione, rischia di non lasciare più alcun margine di discrezionalità agli Organi di Governo, ovvero di poter solo attuare politiche di mera sopravvivenza senza poter in alcun modo attuare strategie di sviluppo o riposizionamento strategico. 14

19 SPESE PER ATTIVITÀ ISTITUZIONALI DEGLI STUDENTI Nella Tabella viene, infine, evidenziato il dettaglio della spesa per attività a favore degli studenti suddivisa nelle due categorie: Borse di studio e Altri interventi. Tra le diverse spese, complessivamente in calo rispetto allo scorso anno, si riscontra una diminuzione della spesa per le scuole di specializzazione (circa in meno) a fronte di un lieve incremento della spesa per borse di dottorato (circa in più da porre in relazione al fatto che nel FFO è stata attribuita una quota pari a per rivalutazione delle borse di dottorato) e contributi per la mobilità internazionale degli studenti (circa ). Tabella Le spese per attività istituzionali a favore degli studenti nel triennio Spese impegnate 2007 Var. % Var. % Var. % su 2006 su 2007 su 2008 Dottorato di ricerca ,8% ,2% ,1% Scuole di specializzazione D.Lgs. 257/ ,1% ,4% ,1% Borse di studio Erasmus ,8% ,8% ,0% Borse di tutorato ,4% ,0% ,4% Borse di merito agli studenti decreto MIUR 20/09/ ,1% ,4% ,6% Totale Borse di studio ,9% ,3% ,4% Contributi straordinari per viaggi di studio e attività didattica ,7% ,0% fuori sede ,5% Attività di collaborazione studentesca part-time ,8% ,3% ,0% Spese per iniziative di orientamento degli studenti ,2% ,7% ,2% Spese per attività culturali e sociali agli studenti ,4% ,7% ,5% Spese per concorso agli interventi di sostegno per il diritto ,0% ,5% allo studio 7.022,20-67,0% Totale Altri interventi ,0% ,7% ,5% TOTALE COMPLESSIVO ,0% ,5% ,6% SPESE PER ACQUISTO DI BENI E SERVIZI La Tabella evidenzia il dettaglio delle voci di spesa per acquisto di beni e servizi. Tali spese sono aumentate di circa il 10% nell esercizio Tale crescita è stata generata principalmente dall incremento delle spese relative alla gestione degli spazi (che mostrano un trend di costante crescita): le spese di vigilanza, traslochi e facchinaggi aumentano di circa (+5%), anche le spese per le utenze aumentano di circa (+18%), le spese per combustibili aumentano di circa (+44%), le spese per locazioni aumentano di circa (+125%). Le altre spese di consumo, già piuttosto contenute, sono caratterizzate da una generale riduzione ad eccezione delle spese per prestazioni di servizi che aumentano di circa (+46%). All interno di tali spese è compresa la convenzione per l attivazione di un servizio di reference delle biblioteche per un importo di

20 Tabella Composizione delle spese per acquisto di beni e servizi nel triennio Spese impegnate 2007 Var. % su Var. % su Var. % su 2008 Assicurazioni ,52% ,18% ,11% Manutenzione ordinaria immobili e relative aree ,72% ,57% ,63% Manutenzione mobili, attrezzature, macchine d ufficio ,57% ,47% ,56% Manutenzione ed esercizio mezzi di trasporto ,55% ,92% ,74% Libretti, tessere, diplomi e pergamene ,51% ,85% ,42% Pubblicazioni universitarie ,38% ,24% ,89% Congressi, convegni e manifestazioni* ,82% ,72% ,21% Spese vigilanza locali e impianti, pulizia e disinfestazione locali, trasporti e facchinaggi ,99% ,17% ,89% Utenze varie ,85% ,26% ,11% Combustibili per riscaldamento ,35% ,33% ,65% Fitti locali e spese condominiali ,89% ,19% ,82% Prestazioni di servizi ,01% ,94% ,82% Spese postali, telegrafiche e di spedizione ,78% ,32% ,35% Acquisto materiale di consumo ,98% ,55% ,85% Noleggio attrezzature ,40% ,54% ,47% Acquisto libri, riviste, giornali e pubblicazioni varie ,70% ,97% ,56% Spese per pubblicità ,92% ,74% ,12% Consulenze tecniche, legali e amministrative ,76% ,08% ,17% Licenze d uso, software e brevetti ,05% ,14% ,18% Spese copie valori bollati per contratti ,01% ,87% ,64% TOTALE ,79% ,02% ,90% * per il 2008 comprende la spesa per la Stagione Concertistica sponsorizzata da Banca Intesa Sanpaolo Come già evidenziato in passato, le spese di gestione degli spazi sono caratterizzate da un trend crescente da porre in relazione sia all aumento del costo delle materie prime, sia all incremento degli spazi gestiti. Si ribadisce, quindi, come gli Organi di Vertice e di Gestione debbano avere ben presente come l espansione territoriale dell ateneo sia costosa non solo in termini di investimenti iniziali, ma soprattutto in termini di costi permanenti di gestione, a parità di servizi erogati. TRASFERIMENTI PASSIVI PER LE ATTIVITÀ DELLE STRUTTURE In questa categoria di bilancio rientrano tutti i trasferimenti effettuati alle strutture didattiche e alle Unità di Gestione. I trasferimenti passivi comprendono tra le voci più significative, il totale dei trasferimenti alle Unità di Gestione per il funzionamento (in totale ), i trasferimenti al SIC per impianti e attrezzature informatiche ( ) e al SIBA come contributo biblioteche ( ), i trasferimenti per contributi da Stato ed Enti pubblici e privati ( ), i trasferimenti per spese di ricerca finanziati da Ateneo FAR ( ). 16

21 Ad eccezione dei trasferimenti FAR in aumento rispetto all esercizio precedente e ai trasferimenti al SIBA, mantenuti costanti, tutte le altre voci sono in netta diminuzione portando i trasferimenti ad un calo complessivo di circa SPESE PER RICERCA SCIENTIFICA Non essendo presente in bilancio un chiaro dettaglio delle spese a sostegno delle diverse attività di ricerca, è stata elaborata la Tabella 2.2.8, che tra i trasferimenti passivi alle strutture (di cui si è già parlato brevemente), evidenzia quelli a valere su fondi di ricerca. Essa ha lo scopo di aggregare le voci più significative relative all attività di ricerca. Tabella Composizione delle spese per ricerca scientifica nel triennio Spese impegnate 2007 Var. % su Var. % su Var. % su 2008 Contratti finanziati da estero (organismi internazionali) ,61 Spese per ricerca finanziate da Ateneo (FAR)* % % % Spese per ricerca di rilevante interesse cofinanziata dal MIUR % (entrate PRIN non trasferite ai dipartimenti) ( ) 5% Spese per ricerca finanziate da altri enti 0 Trasferimenti diversi % % ,68-25% Fondo Grandi Attrezzature % 0 0 Totale ,84-48% ,86 11% ,29-30% Con PRIN ,29-2% Le spese per la ricerca scientifica trasferite dall amministrazione alle strutture sono in calo rispetto a quelle del 2008 (l analisi sarà completata quando si considereranno le dinamiche dipartimentali) e sono caratterizzate dalle seguenti variazioni: un incremento dei fondi per la ricerca di ateneo (FAR) grazie ad un finanziamento specifico di attribuito a 25 progetti; una diminuzione dei contributi per ricerca MIUR trasferiti alle strutture (l assegnazione alle strutture del contributo ai progetti PRIN 2008 sarà effettuata nel primi mesi del 2010). Da rilevare, quindi, che a fronte di un accertamento da parte dell amministrazione centrale nel 2009 delle entrate per i trasferimenti MIUR relativi a bandi PRIN 2008 non è corrisposto un analogo impegno di spesa verso le strutture. Considerando in modo fittizio anche tale somma 17

22 ( ), che in realtà è stata trasferita nel 2010, le spese trasferite per ricerca ammonterebbero ad un totale confrontabile con quello dello scorso anno. SPESE EDILIZIE Nel 2009 le spese relative all edilizia (nuovi investimenti e gestione del patrimonio immobiliare) hanno registrato una significativo incremento, superiore al 50% rispetto alle spese impegnate nel Tabella Composizione delle spese patrimoniali nel triennio Spese impegnate 2007 Ricostruzioni, ripristini, trasformazione di immobili Var. % su Var. % su Var. % su ,90% ,35% ,75% Manutenzione straordinaria immobili ,19% ,51% ,17% Interventi edilizi ,92% ,78% - - Acquisto impianti attrezzature e macchinari ,00% ,57% ,51% Acquisto arredi e macchine d ufficio ,92% ,76% ,24% Acquisto materiale librario ,94% ,25% ,56% Acquisto automezzi e altri mezzi di trasporto Manutenzione straordinaria impianti e attrezzature ,33% ,49% ,83% Altre immobilizzazioni ,31% ,56% - - TOTALE ,48% ,65% ,70% Come evidenziato in Tabella sono aumentate in particolare le spese per ricostruzioni e ristrutturazioni. Gli impegni di spesa, che ammontano a circa 1,5 M, sono relativi all avvio dell ex colonia agricola dell Ospedale Neuropsichiatrico di Varese, e al completamento della ristrutturazione dell edificio di via Ravasi. L incremento delle spese per acquisto di arredi è dovuto all approvvigionamento degli arredi tecnici per gli spazi di ricerca di Anatomia Umana e Fisiologia Umana dell Ospedale Neuropsichiatrico. 2.3 ANALISI DELL AVANZO DI AMMINISTRAZIONE L Avanzo o Disavanzo di Competenza è rappresentato dalla differenza tra le entrate accertate e le uscite impegnate nell esercizio considerato. Sommando a questo l Avanzo (o il Disavanzo) di Amministrazione dell anno precedente si ottiene l Avanzo o Disavanzo di Gestione. Sommando poi a quest ultimo il risultato della gestione dei residui si ottiene l Avanzo o Disavanzo di Amministrazione dell anno in corso. Quest ultimo può essere considerato l eredità che un esercizio finanziario lascia a quello successivo. 18

23 L esercizio 2009 si chiude con un avanzo di competenza di circa 2,6 milioni di euro. Si tratta di un avanzo generato sostanzialmente dalle maggiori entrate contributive e dalle minori spese per trasferimenti alle strutture che sono riuscite a coprire i maggiori costi di personale e di funzionamento. Un analisi della modalità di formazione e dell andamento dell avanzo di amministrazione nel triennio è riportata nella Tabella Tabella Analisi della modalità di formazione dell avanzo di amministrazione nel triennio Entrate accertate (al netto delle partite di giro) Uscite impegnate Avanzo (disavanzo) di competenza Avanzo di amministrazione esercizio precedente Avanzo di gestione Diminuzione dei residui attivi Economie di liquidazione dei Residui passivi Avanzo di amministrazione Composto da: Fondo cassa al 31/ Residui attivi al 31/ Residui passivi al 31/ Avanzo di amministrazione (totale a pareggio) di cui disponibile % 10% 11% L avanzo di competenza generato nel 2009, sommato all avanzo di amministrazione accumulato nel corso degli anni precedenti, a fine esercizio risulta composto come illustrato nella Tabella

24 Tabella Composizione dell avanzo di amministrazione negli esercizi Analisi Avanzo 2007 % 2008 % 2009 % Competenze personale docente e TA , , ,1 Assegni di ricerca e borse per attività di ricerca , , ,3 Borse di studio , ,3 Interventi a favore degli studenti , , ,2 Rimborsi tasse , , ,9 Edilizia attrezzature e sistemi informatici , ,4 Finanziamenti per la ricerca scientifica , , ,0 Finanziamenti correnti destinati alle facoltà e ai centri , , ,5 Spese per la didattica , Altre , , ,3 Avanzo vincolato , , ,1 Avanzo disponibile , , ,9 Avanzo complessivo ,0 La composizione dell avanzo 2009 mostra valori in genere simili alla composizione dell esercizio precedente, l unica eccezione è rappresentata dall avanzo sul personale in aumento di circa 1,8 M rispetto all esercizio precedente. Peso superiore rispetto allo scorso anno è assunto anche dalla altre spese che comprendono un avanzo sulle spese per prevenzione e sicurezza di circa Sulla dinamica e sulla consistenza dell avanzo (vincolato) di amministrazione si è già argomentato più volte nelle precedenti relazioni del NuV. Per quanto riguarda l esercizio 2009, si sottolinea come a fronte di un incremento dell avanzo di circa 2,7 M, l avanzo disponibile, su cui quindi sussiste una reale discrezionalità di utilizzo, si è incrementato di circa CONCLUSIONI A conclusione di questo capitolo e del proprio mandato, il NuV intende richiamare nuovamente l attenzione degli Organi di Governo sull importanza di valutare con grande attenzione ogni scelta futura in materia di articolazione dell offerta formativa e di assetto organizzativo interno, in quanto, congiuntamente alla capacità dell ateneo di rispondere a precise sollecitazioni che provengono dal territorio circostante, esse incidono nel medio-lungo periodo sulla sostenibilità e sull equilibrio economico-finanziario dell ateneo. L ateneo si trova oggi, e nel prossimo futuro, a dover subire la dinamica di alcune entrate e spese, quali l FFO e la spesa per il personale, senza poter incidere in modo significativo sul loro ammontare complessivo. Infatti, ad assetto organizzativo e struttura dell offerta formativa 20

25 costante, o in diminuzione, è molto difficile riuscire a modificare in positivo l andamento di tali voci. Inoltre, la dinamica di alcune significative voci di entrata e di spesa non sono altro che la conseguenza di scelte passate, non sempre guidate da obiettivi di crescita economico-gestionale equilibrata, che portano l ateneo a dover affrontare alcune importanti incongruenze. Così, mentre da un lato si ravvisa una forte esigenza di contenimento della spesa di personale, dall altro si riscontrano situazioni di difficoltà, per alcune discipline, nella copertura dei fabbisogni minimi di docenza richiesta per l attivazione dei corsi di studio. Il passaggio al nuovo ordinamento didattico ai sensi del D.M. 270/2004 ha offerto una possibilità di razionalizzazione dell offerta formativa che l ateneo ha saputo cogliere solo in parte: la scelta di mantenere un offerta formativa molto numerosa sulle lauree magistrali, e di ridurre, invece, il numero di lauree triennali 6, ha determinato, insieme alla generale difficoltà riscontrata in tutti gli atenei italiani di attrarre studenti, un preoccupante calo delle immatricolazioni per l a.a. 2010/2011 in tutte le facoltà 7, che si tradurrà in una probabile contrazione del FFO e in una riduzione della contribuzione studentesca. Inoltre, il permanere, soprattutto nelle facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Como e di Varese, di più corsi di laurea magistrale con una numerosità di studenti molto bassa, determina un rapporto docenti/studenti molto sbilanciato rispetto ad altri corsi di laurea. Sino ad oggi l ateneo ha cercato di contrastare la crescente difficoltà a mantenere un adeguato equilibrio economico-gestionale adottando soluzioni contingenti, quali la riduzione di alcune spese discrezionali o la riduzione di investimenti o trasferimenti alle strutture decentrate. È convinzione del NuV che siano ormai maturi i tempi per promuovere, all interno di un processo di costante revisione dei corsi di laurea e delle politiche di ricerca, interventi strutturali aventi come obiettivo prioritario la razionalizzazione organizzativa e la sostenibilità economica-finanziaria dell offerta formativa e della ricerca stessa. 6 Si ricorda che la Facoltà di Economia ha optato, con il cambio di ordinamento, per l accorpamento di due corsi di laurea triennale, la disattivazione di una sede didattica e l incremento di un corso di laurea magistrale. La Facoltà di Giurisprudenza ha mantenuto la sua originale offerta (si ricorda che il corso di laurea specialistica in giurisprudenza è ad esaurimento a seguito del passaggio alla magistrale a ciclo unico in giurisprudenza), la Facoltà di Scienze Como ha optato per la riduzione di due corsi di laurea triennale, la trasformazione di un corso in interfacoltà con Scienze Varese e l accorpamento di due corsi di laurea specialistica (mantenendone alcune con una numerosità di iscritti molto ridotta), la Facoltà di Scienze Varese ha optato per l accorpamento di tre corsi di laurea triennale e l attivazione di un corso triennale ed un corso magistrale in interfacoltà con Scienze Como. 7 La Facoltà di Medicina e Chirurgia è un eccezione dovuta dall innalzamento del numero chiuso degli immatricolati 21

26 È proprio in tale direzione che il NuV ha formulato nel capitolo 4 una proposta di razionalizzazione delle strutture, resa comunque necessaria per ottemperare alle prescrizioni normative imposte dalla Legge n.240 del 30 dicembre

27 3. RICERCA 3.1 FINANZIAMENTI E VALUTAZIONE 3.1.a. L importanza di una autovalutazione della ricerca Le modalità di finanziamento della ricerca nelle università italiane si stanno lentamente ma progressivamente aggiornando. Le performance delle università, sia nell efficienza dei processi formativi, sia nella produttività della ricerca scientifica stanno infatti acquisendo un crescente peso nei meccanismi di distribuzione dei fondi di provenienza statale. In questo contesto si inserisce la prossima valutazione della ricerca promossa dal MIUR e affidata al Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) in attesa di una, sperabilmente prossima, operatività dell Agenzia Nazionale per la Valutazione dell Università e della Ricerca (ANVUR). È chiaro che ogni università ed ente di ricerca ha quindi un crescente interesse ad acquisire in modo autonomo una visione oggettiva sul quadro delle attività presenti nella struttura al fine di indirizzare la ricerca nelle direzioni più promettenti, incentivando le linee di maggior successo all interno della visione strategica di sviluppo definita dagli Organi di Governo. Il NuV ritiene questo un obiettivo prioritario per la nostra Università, che deve ancora definire in modo compiuto una sua collocazione nel panorama italiano ed internazionale ed una identità propria di ricerca. Pertanto presentiamo in questo capitolo un analisi preliminare dei dati al momento disponibili sul finanziamento dell attività di ricerca nel nostro ateneo unitamente ad alcuni indicatori bibliometrici che possono dare una sommaria indicazione sulla quantità e qualità della ricerca complessivamente prodotta nel triennio Questi elementi, per acquisire un significato compiuto, devono essere confrontati con analoghi dati di performance riferiti ad altri atenei. In questa prima sperimentazione abbiamo scelto due università generaliste presenti sul territorio e aventi analoga anzianità: L Università di Milano-Bicocca e l Università del Piemonte Orientale. Come termine di paragone è comunque inevitabile il confronto con l Università di Milano: l ateneo più grande della regione. Infine abbiamo anche incluso nel benchmark due Università con caratteristiche segnatamente distinte: il Politecnico di Milano, ateneo focalizzato su tematiche di ingegneria ed architettura, da sempre polo di eccellenza in ambito tecnologico e l Università di Trento, ateneo che, in virtù delle precise scelte strategiche compiute in passato, ottiene lusinghieri punteggi nelle graduatorie nazionali. Per meglio comprendere i dati che verranno esposti nel seguito ricordiamo che l Università di Trento comprende 7 facoltà: Economia, 23

28 Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Sociologia, Scienze Cognitive, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Ingegneria. Le scelte di sviluppo dell Università di Trento si sono focalizzate in direzioni ben precise, con la visibile assenza di una facoltà di Medicina e di alcuni corsi di laurea portanti della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, come Chimica e Scienze Biologiche. Tuttavia, la presenza di competenze sia umanistiche che scientifico-tecnologiche qualifica Trento come università generalista. Le università considerate differiscono notevolmente in dimensione ed è quindi necessario normalizzare i dati che verranno presentati. La scelta più naturale è di riferire i dati all unità di personale docente (professori ordinari, professori associati, ricercatori a tempo indeterminato e ricercatori a tempo determinato), qui valutata alla data del 31/12/2009 (fonte dati Università dell Insubria 392 docenti; Università di Milano docenti; Università di Milano Bicocca 919 docenti; Politecnico di Milano docenti; Università del Piemonte Orientale 390 docenti; Università di Trento 577 docenti. La suddivisone del corpo docente delle diverse Università del campione analizzato nelle 14 aree scientifiche, come definite dal MIUR, è riportata in Figura Questo dato consente di valutare il grado di omogeneità dei diversi atenei rispetto alla composizione del corpo docente e illustra l effetto delle scelte strategiche effettuate dalle università nel potenziare alcune linee di ricerca. 24

29 Figura Docenti di ruolo (PO, PA, RU) e ricercatori a tempo determinato al 31/12/2009 suddivisi per area disciplinare I dati che saranno discussi in questo capitolo sono solo parziali e non posseggono l analiticità ed il grado di dettaglio necessari a mettere pienamente in luce i punti di forza e di debolezza della ricerca presente in ateneo. Sarebbe estremamente utile poter disporre di indicatori analitici, scorporati per le singole aree scientifiche, così da eliminare alcune distorsioni indotte dal diverso peso nei diversi atenei di alcune linee di ricerca particolarmente produttive. Inoltre un confronto con altri atenei europei aiuterebbe ad evidenziare il posizionamento complessivo della ricerca italiana e più specificatamente della nostra università nel contesto internazionale. Il paragrafo viene chiuso con l illustrazione di due esperienze, particolarmente significative, di autovalutazione periodica della ricerca messe in atto dal Politecnico di Milano e dall Università della Svizzera Italiana tramite l ausilio di panel internazionali di esperti. Nella speranza che in un futuro prossimo anche il nostro ateneo possa dotarsi di questi strumenti di indagine, al fine di comprendere prima ed incidere poi sulla produttività scientifica, che tanto peso sta acquisendo sulla reputazione delle università. 25

30 3.1.b. Il finanziamento della ricerca scientifica Le voci di bilancio riferibili a vario titolo ai finanziamenti alla ricerca scientifica sono state analizzate per un campione dei 6 atenei pubblici già precedentemente menzionati: Università dell Insubria, Università di Milano, Università di Milano Bicocca, Politecnico di Milano, Università del Piemonte Orientale, Università di Trento. Sfortunatamente nei bilanci di ateneo sono presenti solo dati aggregati sulle diverse aree scientifiche. Questo rende impossibile definire sia l entità del finanziamento complessivo ricevuto dalle singole aree che il grado di successo dei singoli dipartimenti nell azione di fund raising. Gran parte delle università del campione, con l eccezione del Politecnico di Milano e in qualche misura anche di Trento, sono generaliste e pertanto coprono in modo percentualmente analogo le diverse aree di ricerca, il che rende i dati acquisiti tra loro confrontabili. Per mitigare le forti oscillazioni tra i diversi esercizi finanziari mostrati dai dati abbiamo scelto di effettuare una media delle varie voci di finanziamento sul triennio Come precedentemente discusso i dati sul finanziamento sono stati normalizzati all unità di personale docente presente al 31/12/2009. Nella Tabella i dati di finanziamento per ciascun ateneo (espressi in migliaia di euro, fonte dati Rilevazione Nuclei) per unità di personale docente sono stati accorpati in 8 diverse fonti di finanziamento di cui due a carattere spiccatamente competitivo: fondi provenienti a vario titolo dalla Commissione Europea (CE) e dal Ministero dell Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) sotto forma di Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) e a carico del Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB). Seguono fonti di finanziamento più specifiche o non aperte a tutti i competitori, come i fondi ricevuti da Pubbliche Amministrazioni (PUB), da Enti di ricerca pubblici o privati (ENTI), da imprese private (IMP), da Fondazioni ed Enti no profiti (FOND) ed i fondi di ateneo specificatamente assegnati all incentivazione della ricerca (AT). Compare anche la voce ALTRO che peraltro presenta una grossa anomalia per l Università di Milano nell anno Separatamente, per le sue caratteristiche solo parzialmente assimilabili ad un finanziamento alla ricerca scientifica, vengono riportate le entrate per Conto Terzi (CT). 26

31 Tabella Fondi pro capite mediati nel triennio 2007/09 in keur/persona/anno Tipologia di Milano Piemonte Politecnico Insubria Milano finanziamento Bicocca Orientale di Milano Trento CE 2,83 5,83 2,87 2,66 4,19 6,77 MIUR 0,95 2,33 4,27 1,66 2,81 0,74 PUB 1,61 2,32 1,44 7,94 3,16 5,55 ENTI 0,60 0,50 1,11 0,59 0,92 0,51 IMP 1,87 1,52 0,73 2,31 1,29 0,94 FOND 1,36 0,50 3,49 3,09 1,21 0,57 AT 3,31 2,47 6,29 6,47 1,51 11,11 ALTRO 1,61 7,26 1,71 0,89 0,83 0,55 TOT 14,15 22,73 21,91 25,63 15,91 26,76 CT 2,62 5,69 3,80 4,80 24,18 14,25 TOT+CT 16,77 28,42 25,71 30,43 40,19 41,01 Sebbene si tratti di dati parziali ed aggregati sulle diverse linee di ricerca che pertanto non consentono analisi approfondite, la Tabella può fornire qualche utile spunto di riflessione: Il finanziamento globale complessivo oscilla tra il 14 e i 27 keur/docente tra le varie università includendo tutte le forme di finanziamento pubblico e privato (ma escluse le entrate per attività conto terzi). Tenendo conto che il costo annuo di un assegno di ricerca è di circa 20 keur, si vede come la ricerca universitaria sia globalmente sottofinanziata (almeno in media su tutte le discipline). Il finanziamento totale alla ricerca dell Insubria è il minore tra quelli delle università considerate, affiancato dal Politecnico di Milano. Non dissimile però dall Università di Milano se si esclude il dato anomalo presente sulla voce ALTRO. Il Politecnico di Milano presenta un significativo finanziamento che proviene dalle attività conto terzi. Questo risultato, peraltro prevedibile, riflette la specificità di ingegneria. Trento mostra anch essa un interessante entrata per conto terzi la cui origine è probabilmente legata alle scelte strategiche dell ateneo che hanno portato alla presenza di forti legami tra le attività di ricerca in ambito ingegneristico con il territorio. A questo proposito è opportuno sottolineare che in futuro è auspicabile un aumento dei finanziamenti legati a contratti con industrie private e attività conto terzi, anche per sopperire all annunciata diminuzione del contributo pubblico alle Università. L incentivazione di tali forme di finanziamento da parte dell Università sarebbe pertanto un salutare, opportuno e tempestivo stimolo ai ricercatori. Tra le possibili forme di incentivazione il NuV segnala l alleggerimento delle formalità burocratiche, la cui attuale complessità spesso demotiva il personale docente e non docente. 27

32 L autonomia universitaria consente infatti di predisporre procedure più snelle, come già efficacemente sperimentato dal Politecnico di Milano. Gli atenei che finanziano maggiormente la ricerca sono Milano Bicocca, Piemonte Orientale e Trento. Cioè sia le Università di recente istituzione che hanno necessità di uno start-up (Milano Bicocca e Piemonte Orientale) sia Trento, la cui situazione finanziaria probabilmente si avvantaggia del radicamento in una Regione autonoma particolarmente virtuosa. Nella ricerca di fondi su base competitiva si distinguono Trento, Università di Milano e Politecnico di Milano per quanto riguarda la CE, segnalando la presenza di punte di eccellenza internazionale nella ricerca. Per i fondi MIUR si nota una buona riuscita di Milano Bicocca e una scarsa presenza di Insubria. Questo punto verrà approfondito successivamente. Il radicamento sul territorio di Piemonte Orientale e Trento porta probabilmente al significativo contributo fornito dalle pubbliche amministrazioni (anche locali) evidenziato in tabella. Non sono presenti fonti di finanziamento in cui Insubria si distingua. Infine, per quanto riguarda il finanziamento MIUR sulla singola voce relativa ai bandi PRIN, i dati consentono un analisi più specifica, relativamente al triennio In Tabella sono riportati il numero di progetti finanziati il cui responsabile afferisce ad una delle 6 università del campione (PRIN), il numero complessivo di unità finanziate presenti in ciascuna università (UNI) e l ammontare del cofinanziamento percepito dalle singole università (COFIN). Tutti i dati sono rapportati al numero di docenti (espresso in centinaia) afferenti all ateneo al 31/12/2009. Tabella Dati PRIN relativi al periodo Tipologia Insubria Milano N.ro responsabili finanziati (PRIN) N.ro unità finanziate (UNI) Cofinanziamento percepito (COFIN) Milano Bicocca Piemonte Orientale Politecnico di Milano Trento 1,27 2,09 1,52 1,79 1,45 1,73 4,85 6,61 5,22 6,67 4,65 6,

33 Anche in questa analisi si nota una scarsa presenza dell Insubria su tutti gli indicatori e una buona performance dell Università di Milano. Il dato sul cofinanziamento ministeriale per docente (COFIN) mostra comunque un limitato intervallo di variabilità (inferiore al 20%) relativamente al finanziamento medio degli atenei del campione. I dati messi a disposizione sul sito del MIUR consentono di dettagliare il finanziamento ottenuto da ciascun ateneo nelle 14 aree scientifiche precedentemente definite. Il cofinanziamento, mediato sul triennio in esame , assegnato a progetti afferenti alle diverse aree scientifiche è stato raggruppato in 4 classi: le Scienze dure (comprendenti le Scienze matematiche e informatiche, le Scienze fisiche, le Scienze chimiche e le Scienze della Terra), le Scienze biomediche (comprendenti le Scienze biologiche, le Scienze mediche e le Scienze agrarie e veterinarie), l Ingegneria e Architettura (comprendente l Ingegneria civile ed Architettura e l Ingegneria industriale e dell informazione) e le Scienze umane e sociali (comprendenti le Scienze dell antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, le Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, le Scienze giuridiche e le Scienze economiche e statistiche). Il risultato di tale suddivisione è mostrato in Tabella sia in termini assoluti, sia per unità di personale docente presente nell ateneo al 31/12/2009 e afferente alla singola area scientifica. In Figura lo stesso dato è rappresentato graficamente per le sole aree scientifiche che raccolgono almeno il 10% del cofinanziamento totale assegnato alla singola Università. Ciò consente di esaminare la performance di ciascuna Università all'interno del suo core business. 29

34 Tabella Scienze dure (Aree ) Scienze biomediche (Aree 5+6+7) Ingegneria/Architettura (Aree 8+9) Scienze umane e sociali (Aree ) Cofinanziamento MIUR mediato sul triennio sia in termini assoluti che relativi media del cofinanziamento MIUR in keur media del cofinanziamento MIUR per unità di docente in keur/docente media del cofinanziamento MIUR in keur media del cofinanziamento MIUR per unità di docente in keur/docente media del cofinanziamento MIUR in keur media del cofinanziamento MIUR per unità di docente in keur/docente media del cofinanziamento MIUR in keur media del cofinanziamento MIUR per unità di docente in keur/docente Insubria Milano Milano Bicocca Piemonte Orientale Politecnico di Milano Trento 172, ,57 479,15 174,87 450,66 214,24 1,83 2,21 2,07 2,21 2,23 2,19 257, ,13 526,58 336,67 72,22 18,71 1,49 2,38 2,48 2,63 14,44 0,85 23,05 148,26 81, ,43 336,18 2,3 7,06 5,83 0 1,54 2,71 70,68 648,15 356,92 172,29 59,46 389,18 0,61 0,89 0,77 0,92 1,38 1,17 30

35 Figura Cofinanziamento MIUR mediato sul triennio e pesato per il personale docente È opportuno osservare preliminarmente che i fondi allocati dal MIUR a cofinanziamento dei progetti presentati nelle diverse aree scientifiche sono notevolmente disomogenei e quindi i dati mostrati non possono essere utilizzati al fine di effettuare una graduatoria delle singole aree presenti in ateneo basata sulle capacità di autofinanziamento, ma piuttosto come un confronto tra le performance di area tra le diverse università del campione. I dati mostrano che l Università dell Insubria riceve gran parte del cofinanziamento MIUR nei due settori delle Scienze dure e delle Scienze biomediche. Tale ripartizione è analoga al caso dell Università di Milano, mentre nelle Università di Milano Bicocca e Piemonte Orientale è presente un maggior contributo percentuale nei progetti che si collocano nell ambito delle Scienze umane. La quasi totalità del cofinanziamento ricevuto dal Politecnico di Milano è naturalmente nei settori di Ingegneria e Architettura, mentre nell Università di Trento spicca l assenza quasi totale di ricerche cofinanziate in ambito biomedico. Ciò è evidentemente conseguenza delle scelte strategiche dell ateneo trentino che ha preferito focalizzarsi negli altri settori. I dati tuttavia mostrano anche una minore competitività di Insubria rispetto agli altri atenei del campione in entrambi i settori portanti: nelle Scienze dure ma anche e soprattutto nelle Scienze biomediche. Come precedentemente notato 31

36 l ammontare complessivo del cofinanziamento MIUR per docente è comunque assai limitato in termini assoluti per tutte le Università: nella maggior parte dei casi è infatti inferiore a tremila euro/docente/anno. È quindi evidente che l analisi dei dati sui finanziamenti alla ricerca per area scientifica, per essere significativa, non può limitarsi ai cofinanziamenti MIUR ma deve comprendere tutte le tipologie di entrata, ed in particolare i contratti ottenuti su base competitiva a carico della Comunità Europea e le assegnazioni di ateneo, che costituiscono le due principali fonti di finanziamento per l Università dell Insubria. 3.1.c La valutazione della ricerca tramite gli indicatori bibliometrici Pur consapevole della parzialità delle informazioni che possono essere ricavate da indicatori bibliometrici, comunque siano definiti, il NuV ritiene che il dato oggettivo da essi fornito rappresenti un imprescindibile punto di partenza per qualunque più approfondita analisi dello stato della ricerca nelle diverse aree presenti in ateneo. Tuttavia, dati sulla numerosità e collocazione editoriale delle pubblicazioni riferibili alle ricerche presenti nei singoli dipartimenti e sul riscontro da queste ricevuto dalla comunità scientifica di riferimento non sono ancora oggi facilmente accessibili. Il NuV auspica che il sito U-GOV, con la sua ricca banca dati dei prodotti delle ricerche, diventi presto lo strumento attraverso il quale si possano eseguire analisi comparative tra singoli dipartimenti di atenei diversi, studio di fattori di impatto, di citazioni e di altri indicatori oggettivi specificatamente studiati per le ricerche di carattere economico-giuridico o umanistico, come verrà illustrato nel paragrafo 3 di questo stesso capitolo. Al momento tuttavia sono disponibili solamente dati aggregati per ateneo che sono stati ricavati dalla banca dati Thomson-Reuters attraverso il prodotto Web of Knowledge disponibile presso la nostra università. Come noto gli indici bibliometrici dipendono, anche sensibilmente, dalla banca dati di riferimento (copertura delle diverse collocazioni editoriali). Inoltre il numero di pubblicazioni su riviste internazionali e il numero di citazioni, elementi alla base di gran parte degli indici bibliometrici, sono altamente non omogenei tra le diverse aree di ricerca e differiscono notevolmente, non solo tra discipline scientifiche, umanistiche e scienze sociali, ma anche tra aree relativamente prossime, come ad esempio biologia e matematica. Pertanto non possiamo attribuire altro che un significato puramente indicativo ai dati aggregati per ateneo che riportiamo in Tabella 3.1.4, dove vengono mostrati indicatori relativi alla produzione scientifica nel biennio 2007/2008. È stato scelto questo intervallo di tempo in modo da mediare sulle oscillazioni nel numero di pubblicazioni in ciascun anno, avendo modo di quantificare, a tre anni dalla pubblicazione, l impatto delle ricerche di ateneo sulla comunità scientifica internazionale. Più 32

37 specificatamente abbiamo individuato alcuni indicatori: il numero totale di pubblicazioni di ateneo (Npub), il numero di pubblicazioni normalizzato per unità di personale docente (Npub/d), il numero di citazioni ottenute dagli articoli pubblicati nel biennio per pubblicazione (Ncit/pub) e l indice di Hirsch dell insieme delle pubblicazioni di ateneo nel biennio (indice H). Al solito l analisi è stata effettuata per i 6 atenei precedentemente selezionati. Tabella Indicatori bibliometrici relativi alle pubblicazioni del biennio Insubria Milano Milano Bicocca Piemonte Orientale Politecnico di Milano Trento Numero di pubblicazioni Numero di pubblicazioni 2,61 3,44 1,42 1,74 1,45 2,17 per docente N.ro medio di citazioni 7,29 7,40 8,71 7,38 5,49 6,33 per articolo Indice H La massima produttività nel campione si registra per i docenti dell Università di Milano, alla quale è attribuito anche il massimo indice H, seguita da Milano Bicocca. Comunque questi dati mostrano anche una buona performance dell Università dell Insubria sia come numero di pubblicazioni per docente che come qualità delle pubblicazioni (numero di citazioni per pubblicazione) e come indice di Hirsch di ateneo. In generale è evidente l effetto su questi indicatori bibliometrici della presenza di ricerche in ambito bio-medico: le Università che ne sono sprovviste (Politecnico di Milano e Trento) registrano infatti un minor numero di citazioni per pubblicazione e risultano pertanto penalizzate dall indice H. Si sottolinea inoltre che i dati così ricavati si devono considerare puramente indicativi, anche per le incertezze, al momento inevitabili, legate alla completezza delle banche dati e alla correttezza delle affiliazioni riportate nelle pubblicazioni. Per approfondire i punti di forza e di debolezza dei diversi atenei è stato anche effettuato un primo tentativo di disaggregazione dei dati relativamente alle aree scientifiche di riferimento. Le pubblicazioni che contribuiscono all indice H di ciascuna università sono state suddivise in tre macro-aree: Bio-Medica, Chimico-Fisica e Matematica-Informatica-Elettronica (si noti che per tutte le università considerate, nessuna pubblicazione riferibile alle scienze giuridiche, sociali o di area umanistica contribuisce all indice H). I dati sono mostrati in Tabella sia in 1 Secondo la definizione, a un soggetto (singolo o istituzione) è attribuito un indice H pari a n se questo soggetto ha pubblicato almeno n lavori, ciascuno dei quali, ad oggi, è stato citato almeno n volte 33

38 termini assoluti che normalizzati all unità di personale che afferisce a quell area scientifica nell ateneo. Tabella Numero di pubblicazioni dell area presenti nelle pubblicazioni di ateneo che formano l indice H Pubblicazioni Insubria Milano Milano Bicocca Piemonte Orientale Politecnico di Milano Trento Area Chimico- Fisica Area Chimico- Fisica /docenti 0,22 0,04 0,12 0,13 0,19 0,50 Area Bio-Medica Area Bio- Med/docenti 0,12 0,07 0,14 0,16 2,00 0,12 Area Mat-Inf-El Area Mat-Inf- El./docenti ,01 0,01 I dati mostrano che la quasi totalità delle pubblicazioni ad alto impatto bibliometrico si riferiscono alle due aree chimico-fisica e bio-medica, con una maggiore presenza della seconda in tutte le Università, con l eccezione del Politecnico di Milano e di Trento in cui l incidenza dell area bio-medica è limitata. Tuttavia si segnala una presenza significativa di pubblicazioni di area biomedica ad alto impatto presso il Politecnico di Milano, grazie alla elevata produttività del dipartimento di Bio-ingegneria, cui peraltro afferisce personale docente di area ingegneristica e non bio-medica (ciò spiega il dato anomalo del Politecnico di Milano nell indice H in ambito biomedico per docente). Nel singolo caso dell Università di Trento le pubblicazioni ad alto impatto in ambito bio-medico comprendono anche quelle relative all area delle neuroscienze. Di conseguenza il numero di docenti di riferimento per quest area include anche il personale di area 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche). Questi dati mostrano una buona performance complessiva dell Università dell Insubria, soprattutto in ambito fisico-chimico dove l Insubria risulta seconda in numero di pubblicazioni ad alto impatto per docente dell area, preceduta solamente dall Università di Trento, che si qualifica come polo di eccellenza nel settore. 34

39 3.1.d Lo strumento del peer review per una valutazione autonoma della ricerca Come già sottolineato in precedenza, sia gli indicatori bibliometrici che la capacità di un gruppo di ricerca nel reperire finanziamenti su base competitiva sono elementi utili ma non esaustivi per la formazione di una valutazione complessiva sulle attività di ricerca presenti nell università. Lo strumento che, a giudizio del NuV, è in grado di sintetizzare questi elementi oggettivi in un quadro soddisfacente della ricerca di ateneo è il peer review, già sperimentato con successo da alcune università italiane ed abitualmente utilizzato nel contesto internazionale. Sulla base dei documenti disponibili, sono stati esaminati, a titolo esemplificativo, due esperienze di utilizzo di questo strumento da parte del Politecnico di Milano e dell Università della Svizzera Italiana. In entrambi i casi, come ben evidenziato nella relativa documentazione, il fine di questa complessa procedura non è quello di pervenire ad una graduatoria sulla capacità di ricerca dei singoli laboratori o dipartimenti, quanto di fornire agli Organi di Governo una valutazione dell efficacia delle attività di ricerca presenti in relazione alle aspettative espressamente enunciate nel Piano Strategico di ateneo. In estrema sintesi, le principali fasi del processo di valutazione tramite peer review si possono riassumere come segue: 1. Definizione del mandato specifico di valutazione da parte degli Organi di Governo e nomina del panel di esperti internazionali ed indipendenti, scelti in funzione delle loro qualifiche nello specifico campo considerato. 2. Preparazione da parte delle strutture (laboratori o dipartimenti) interessate dalla peer review di un rapporto di autovalutazione che contiene ed integra gli indicatori quantitativi relativi sia all entità e all origine dei finanziamenti ricevuti che agli indicatori bibliometrici. La stesura di questo documento richiede la fattiva collaborazione dell Ufficio Ricerca di ateneo. Ciascuna struttura segnala un numero prefissato (tipicamente 5) di strutture estere, che si ritengono svolgere attività di ricerca analoghe. 3. Valutazione da parte del panel di esperti precedentemente nominato che, sulla base del rapporto di autovalutazione, della visita presso le strutture e di interviste, procede alla redazione di un rapporto. 4. Discussione e approvazione del rapporto da parte degli Organi di Governo che si impegnano ad agire per correggere le eventuali criticità messe in evidenza dal comitato di valutazione. 35

40 Gli indicatori alla base del processo di valutazione sono quelli sinteticamente discussi in precedenza: risorse umane associate alle diverse strutture; entità dei finanziamenti esterni, in particolare quelli ottenuti su base competitiva; indicatori bibliometrici relativi alle pubblicazioni scientifiche. A questi si affiancano, come utili elementi di valutazione dell attività di ricerca: la qualità e quantità di dottori di ricerca formati nelle diverse strutture e la definizione di alcuni indicatori relativi all integrazione tra ricerca e territorio, con particolare riferimento al trasferimento tecnologico. Il Politecnico di Milano si è impegnato, nell anno 2007, nell organizzazione di una peer review secondo le linee precedentemente illustrate. L indagine, i cui risultati sono riassunti in un rapporto del Nucleo di Valutazione del Politecnico di Milano del 2007, ha coinvolto tutti i 17 Dipartimenti presenti, comprendendo 1195 docenti e 108 linee di ricerca, con un costo complessivo di euro. L Università della Svizzera Italiana ha invece optato per la valutazione di due istituti di ricerca all'anno, a partire dal 2008, utilizzando una meccanismo di rotazione. Il Comitato di valutazione è composto di tre esperti, dei quali uno svizzero, in modo che un membro conosca il sistema universitario in cui l'università opera. Al panel è garantito il rimborso delle spese e un onorario simbolico, il che consente di limitare i costi a meno di euro per istituto valutato. In conclusione, il NuV ritiene che il processo di valutazione della ricerca possa e debba essere intrapreso dalla nostra Università nelle diverse forme precedentemente esaminate. Eventualmente selezionando, in via sperimentale di prima applicazione, un numero limitato ma particolarmente significativo di dipartimenti/aree di ricerca su cui focalizzare l attenzione. La valutazione permetterebbe di acquisire una percezione oggettiva sulle attuali potenzialità di ricerca delle aree quantitativamente più rilevanti presenti in ateneo. Ciò pare ancora più urgente nel momento in cui gli Organi di Governo sono impegnati a ridefinire la collocazione strategica della nostra Università. 3.1.e Gli strumenti di monitoraggio della produzione scientifica: l anagrafe della ricerca U-GOV U-GOV Ricerca è un sistema per la gestione dei prodotti della ricerca prodotto dal CINECA e fa parte del più complesso sistema U-GOV, modulare, che coinvolge tutti gli aspetti legati alla vita di un ateneo come didattica, personale e ricerca. Per l Insubria è lo strumento di monitoraggio della produzione scientifica del personale docente e ricercatore in uso dal La sua principale caratteristica riguarda la gestione automatica di invio dati al sito ministeriale (o sito docente) in modo del tutto trasparente all utente. Infatti U-GOV permette il caricamento dei dati relativi al 36

41 prodotto nel catalogo e contestualmente l invio degli stessi al sito docente di tutti gli autori riconosciuti mediante un unica operazione di inserimento da parte dell utente responsabile del dato. In pratica per ciascun prodotto con più autori interni all ateneo è sufficiente che un autore inserisca i dati del prodotto in U-GOV perché le medesime informazioni vengano inviate al sito docente ministeriale di tutti gli autori del prodotto interni all ateneo. Questa procedura di inserimento semplifica la gestione delle pubblicazioni con più autori perché non necessita l inserimento del prodotto da parte di tutti gli autori e poi il riconoscimento dei vari prodotti inseriti come duplicati. Al momento dell inserimento il sistema segnala la presenza di un prodotto simile già esistente e fornisce funzioni per il riconoscimento reciproco degli autori di uno stesso prodotto. L inserimento di un prodotto è possibile in qualsiasi momento ed è possibile salvarlo in bozza per poi renderlo definitivo in un successivo momento. La disponibilità di una anagrafe del personale contenete per ciascun soggetto l elenco delle pubblicazioni prodotte è un prerequisito necessario per una successiva valutazione dell attività di ricerca. La necessità di disporre di una anagrafe delle pubblicazioni a livello nazionale è stata più volte richiamata dal MIUR e si trova anche nel recente D.M. n.50 del 23 dicembre 2010 contenente le linee generali di indirizzo della programmazione delle Università per il triennio In presenza di una anagrafe nazionale delle pubblicazioni sarà possibile un confronto dell attività dei docenti dell Ateneo con quelli delle altre università italiane. La Tabella riporta il numero di pubblicazioni attualmente presenti nel catalogo U-GOV. L aggiornamento dei dati relativi ai prodotti è possibile in ogni momento, anche per quelli definitivi contattando l ufficio di riferimento, pertanto le statistiche prodotte possono variare nel tempo, in misura maggiore per gli anni recenti, anche a causa dei ritardi nella pubblicazione delle riviste, in misura minore per gli anni vecchi, a causa di anomalie riscontrate. L esperienza ha mostrato come l inserimento, poiché volontario, è più massivo in concomitanza con le scadenze dei PRIN, con l aggiornamento richiesto dal Ministero per l anagrafe dottorati ed in ogni altra occasione in cui è richiesto l aggiornamento del sito docente. La prossima rilevazione CIVR, il cui bando non è ancora uscito, dovrebbe incentivare i docenti meno attenti a questo adempimento. 37

42 Tabella Numero di prodotti della ricerca attualmente presenti nel catalogo U-GOV per gli anni Tipologia In corso di stampa Definitivo Provvisorio Totale Definitivo Provvisorio Totale Definitivo Provvisorio Totale Definitivo Provvisorio Totale Definitivo Provvisorio Totale Abstract (in Rivista) Abstract (in Volume) Articolo in Volume Articolo su Rivista Brevetto 1 1 Capitolo di Libro Coordinamento Proget. Ricerca Naz. ed Internaz Cura di Atti, Volumi, Cataloghi Direzione collane scientifiche 2 2 Direzione o Responsabilità Riviste Monografia NON SPECIFICATO Nota a sentenza Recensione Relazione (in Rivista) Relazione (in Volume) Software o Multimedia Traduzione (di Libro) Traduzione (in vol.) Voce di Enciclopedia Totale complessivo

43 3.2 I DOTTORATI DI RICERCA Nell Ateneo sono attivi 18 dottorati di Ricerca e sono presenti 2 Scuole di Dottorato, una di Scienze biologiche e mediche e una di Scienze esatte ed alta tecnologia, rispettivamente nella sede di Varese e in quella di Como. Il raggruppamento in Scuole dovrebbe permettere di individuare aree con base di formazione comune favorendo l organizzazione di percorsi formativi condivisi. Di fatto all interno di ogni Scuola, ogni dottorato ha mantenuto una discreta autonomia formativa e nelle procedure di bando e selezione. L attività e la presenza delle Scuole di Dottorato è poco visibile all esterno, e anche iniziative importanti come la riunione di tutti i Dottorandi insubrici promossa quest anno dalla Scuola in Scienze biologiche e mediche grazie al contributo della Cariplo, ha avuto una visibilità esterna solo locale, che ha comunque costituito uno dei rari momenti di aggregazione per i nostri Dottorandi positivamente valutata. A questo proposito iniziative simili, estese anche ad altre Scuole di altri Atenei, potrebbero rappresentare un momento di grande crescita. Nel loro insieme i 18 corsi di dottorato coprono le principali aree di competenza scientifica dell Ateneo e, come dimostra la provenienza degli iscritti, sembrano rappresentare essenzialmente lo sbocco naturale dei migliori laureati dell Insubria, anche se in alcuni casi esiste una buona attrattività nei confronti di altri Atenei. La territorialità può diventare un aspetto critico ed essere indice o di poca diffusione dell offerta al di fuori del territorio o della presenza nelle sedi vicine di dottorati simili con migliore attrattività. Se a questa considerazione aggiungiamo che il numero di domande al concorso per l ammissione risulta mediamente superiore solo del 50% al numero di posti offerti, sembrerebbe lecito promuovere un analisi accurata e trasparente per operare una scelta nell offerta del nostro Ateneo tesa a privilegiare i settori che risultano più competitivi. Le attività formative e le verifiche annuali sono un dato costante per tutti i dottorati anche se le modalità e la quantità delle verifiche sono diverse per ogni singolo dottorato, ma in ogni caso indicano che la formazione dello studente è seguita con attenzione dal Collegio. La possibilità di avere esperienze all estero viene sfruttata solo parzialmente e non costituisce una caratteristica comune a tutti i dottorati. L analisi conoscitiva condotta dal Nucleo con i dottorandi degli ultimi 3 cicli mostra una buona soddisfazione nei confronti delle attività organizzate dai singoli corsi ed evidenzia una discreta produttività scientifica, parametro importante anche per i giudizi ministeriali. Infine avrà rilevante 39

44 importanza l indagine che verrà effettuata dopo il conseguimento del titolo per conoscere gli sbocchi professionali dei dottori di ricerca e se il titolo ha costituito o meno un valore in più nello screening. Per quanto riguarda gli abbandoni l analisi condotta sugli ultimi 3 cicli sembra indicare una distribuzione casuale sui diversi dottorati. Il più delle volte l abbandono riguarda i posti senza borsa, dove il supporto economico è totalmente a carico dei fondi del tutor, e perciò soggetto a grandi fluttuazioni. Da dati recentemente raccolti a livello nazionale risulta che la percentuale di abbandoni dell Insubria è pari al 3%, 4,9% e 6,1% degli iscritti nel XIX, XX e XXII ciclo, rispettivamente. Nonostante la percentuale degli abbandoni sia purtroppo in crescita anche nel nostro Ateneo, esso rimane comunque notevolmente inferiore alla media nazionale pari al 9,75% nella rilevazione più recente del XXII ciclo. In particolare, nel XXII ciclo la situazione dell Insubria è decisamente migliore rispetto a quella degli Atenei concorrenti come Milano (11,3% di abbandoni), Milano-Bicocca (13,5 %), Politecnico di Milano (6,8 %) e Trento (10,6 %). Negli ultimi anni la riduzione del numero di borse d Ateneo ha costituito un grande motivo di incertezza ad ogni bando a cui si è parzialmente rimediato con le borse ministeriali ottenute sul progetto giovani e con qualche borsa recuperata su fondi esterni. Questo ha inciso negativamente provocando una comparsa tardiva dei bandi ed una totale incertezza sul numero delle borse, spesso orientando i nostri giovani verso altre scelte. Inoltre la competitività economica delle nostre borse rispetto, ad esempio, quelle erogate nella vicina Svizzera è veramente bassa ed alle volte costituisce motivo di rinuncia o di interruzione. Un attenta programmazione delle risorse dovrebbe accantonare già in fase previsionale un budget adeguato per le borse, possibilmente in crescita, ma almeno pari allo stato attuale per evitare l incertezza che si presenta ogni anno. Non dimentichiamo che i nostri dottorati rappresentano indirettamente la qualità scientifica della ricerca che si svolge in Ateneo. La stessa osservazione può essere estesa ai fondi che vengono erogati per il funzionamento del dottorato che sono totalmente inadeguati e perciò la qualità della formazione grava ancora una volta sulle disponibilità dei singoli docenti e sulla loro capacità di attrarre fondi. L insieme di queste ultime considerazioni probabilmente rappresenta il perché della riduzione delle domande che si è avuta negli ultimi cicli. Nel tentativo di fare una sintesi riassuntiva, la situazione dei dottorati dell Insubria è suscettibile di molti miglioramenti alcuni dei quali potrebbero anche passare attraverso una obiettiva e trasparente valutazione dei singoli dottorati al fine di ottimizzare le risorse e valorizzare le competenze. 40

45 3.3 LA VALUTAZIONE DELLA RICERCA 3.3.a La valutazione della ricerca nelle Scienze Umane e Sociali Il tema della valutazione della ricerca, strettamente legato alla valutazione del merito dei singoli ricercatori, dei progetti e degli enti di ricerca, costituisce il nucleo del dibattito sul futuro dell istituzione universitaria, soprattutto in considerazione della contingenza, connotata da scarsità di risorse e da incertezza sulle strategie per la loro allocazione. Sebbene sia generalizzata l aspirazione ad individuare meccanismi oggettivi e trasparenti che, nel circoscrivere la discrezionalità delle comunità scientifiche, delle Scuole e dei potentati accademici, portino all adozione di parametri di classificazione dei risultati scientifici largamente condivisi e riconosciuti sul piano internazionale, si è recentemente accesa la discussione in ordine all applicabilità e all adeguatezza dei criteri di valutazione di tipo quantitativo, basati su indicatori bibliometrici, ad alcuni dei diversi ambiti della ricerca scientifica e, in particolare, a quelli delle Scienze Umane e Sociali (A. BACCINI, Valutare la ricerca scientifica. Uso e abuso degli indicatori bibliometrici, Bologna, 2010). Obiettivo di questo paragrafo è contribuire alla consapevolezza dei ricercatori (soprattutto di alcune aree scientifiche) circa il dibattito in corso, nonché sugli specifici criteri che saranno adottati per la valutazione della loro produzione scientifica, affinché sia esplicito e condiviso ciò che è stato a lungo implicito, e perciò spesso discrezionale nel funzionamento e, potenzialmente, casuale nei suoi esiti (S. ARU, F. CELATA, A. RONDINONE, U. ROSSI, C. SANTINI, L Università che cambia, la valutazione della ricerca, il ruolo delle riviste scientifiche 2, 2010). Con specifico riferimento ai SSD relativi ai Corsi di Laurea del nostro Ateneo, dunque, se per alcune discipline scientifiche (biologia, medicina, fisica e chimica) vengono comunemente adottati indicatori quantitativi in grado di approssimare la qualità e l impatto della ricerca e di facilitare la valutazione dei prodotti e delle strutture (vedi a questo proposito le argomentazioni sviluppate nel paragrafo 1 di questo capitolo), il dibattito sulla loro attendibilità negli ambiti delle scienze umane, politiche e sociali (e non solo) merita di essere tratteggiato sinteticamente, incentrandosi il fuoco solo su alcuni dei SSD presenti nelle diverse Facoltà dell Ateneo, in quanto caratterizzati da profili molto specifici: è il caso delle scienze giuridiche, nonché, nell ambito delle scienze economiche, dell economia aziendale; ma è anche il caso delle scienze matematiche. Pertanto, alle problematiche modalità di valutazione di queste discipline sarà dedicata la parte conclusiva di

46 questo capitolo, senza dimenticare che la questione coinvolge anche altri settori, come quelli delle scienze informatiche e statistiche, ad esempio, che non si riconoscono in criteri di valutazione meramente quantitativi, ma rispetto ai quali, per la spiccata eterogeneità intrinseca, non si possono svolgere considerazioni unitarie. 3.3.b La prima valutazione della ricerca in Italia: la VTR Nel 2006 sono stati resi noti i risultati della prima e fin qui unica valutazione complessiva della ricerca (non solo, ma prevalentemente) universitaria italiana, per il triennio , ad opera del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR), istituito presso il Ministero dell Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (art. 5 del D.Lgs. n. 204/1998). La valutazione, realizzata dai diversi Comitati d Area (Panel) costituiti dal CIVR, si è fondata su un meccanismo attivato dalle singole Strutture interessate alla valutazione (dipartimenti, centri di ricerca non solo delle università statali, ma anche di altri enti pubblici e privati) tenute a selezionare preventivamente i prodotti scientifici più significativi del triennio, per ciascuna delle Aree scientifiche, e a trasmetterne un elenco ai Panel di competenza (uno per ciascuna area di ricerca), dopo la certificazione della loro effettiva esistenza operata dai rispettivi Nuclei di valutazione (pur senza un loro obbligatorio coinvolgimento nel processo di selezione). La selezione dell Area doveva essere determinata con riguardo non all autore, bensì al prodotto (tali i libri e loro capitoli, inclusi gli atti di congressi; gli articoli su riviste; i brevetti depositati e gli altri risultati di valorizzazione applicativa; i progetti, le composizioni, i disegni e design; le performance, mostre ed esposizioni; i manufatti e le opere d arte. Restavano esclusi da tale qualificazione, invece, le attività puramente editoriali; i testi o software di esclusivo interesse didattico; gli abstract di conferenze; le prove e analisi di routine; i rapporti tecnici interni). In sintesi, le Strutture dovevano selezionare un numero di contributi (articoli, capitoli in libri, ecc.) prodotti durante il periodo pari al 50% del numero medio di ricercatori a tempo pieno nel triennio, salvo adeguatamente motivare il mancato raggiungimento di tale soglia. Per l università, ove ogni ricercatore è tenuto anche alla didattica, veniva selezionato un prodotto ogni quattro unità di personale. Il sistema di trasmissione dei dati e di valutazione dei prodotti era ed è interamente fruibile via web. 42

47 VTR : LA PROCEDURA DI SELEZIONE DEI PRODOTTI AD OPERA DELLE STRUTTURE, IN GENERE E NEL NOSTRO ATENEO Le tappe della procedura per l esercizio possono così sintetizzarsi: a. Le strutture potevano aderire al processo di valutazione, effettuando la registrazione, consistente nell indicazione dei dati relativi al Responsabile di Struttura (Rappresentante legale) e con la designazione di un Responsabile del procedimento, dotato di username e password per l accesso al livello più elevato di privilegi riservati alla Struttura. b. Il Responsabile di Struttura era legittimato ad abilitare un certo numero di strutture periferiche per l inserimento nel sistema dei prodotti che i diversi Ricercatori intendessero proporre alla Struttura centrale, per la selezione definitiva dei prodotti da sottoporre alla valutazione. Il CIVR aveva dato alle Strutture centrali - come indicazione non vincolante - quella di abilitare allo scopo i Dipartimenti: il nostro Ateneo optò, invece, per la centralizzazione dell attività di inserimento delle schede: a gestire l intera operazione, compresa quella di verifica dei dati, fu delegato l Ufficio di Programmazione, Sviluppo e Rilevazioni Statistiche, che doveva farsene carico dando seguito alle scelte e alle graduatorie di merito elaborate in via preliminare dai comitati d Area e dalla Commissione di Ateneo. Le schede, diverse per tipologia di prodotto, dovevano contenere, oltre ai documenti in formato pdf e/o jpeg del prodotto, una descrizione di non più di 3500 caratteri (abstract, riferimenti bibliografici, indicazione dell Area e della disciplina di riferimento, dati sull appartenenza degli autori alla Struttura e ogni notizia utile a definire il collocamento internazionale, l eventuale carattere interdisciplinare e la notorietà del prodotto, nonché l autorevolezza della rivista/editore/manifestazione, ecc., utilizzati per la sua pubblicizzazione, inclusi, se applicabili e rilevanti, gli indici bibliometrici - ad esempio, impact factor, citation analysis e recensioni). c. Ogni Struttura poteva organizzare autonomamente sia Comitati per le diverse Aree disciplinari con il compito di redigere le graduatorie di merito tra i prodotti dell Area rispettiva sia un Comitato Scientifico di Struttura (nel nostro Ateneo, denominato Commissione), destinato a svolgere il compito più delicato di stabilire il numero di prodotti da sottoporre alla valutazione nazionale, tenendo conto delle graduatorie dei Comitati di Area (da noi, la Commissione adottò, per la scelta dei prodotti, un criterio escludente la comparazione tra i prodotti delle varie Aree, ma che ne selezionava, per ciascuna di esse, un numero commisurato alla dimensione dell Area stessa). Mediante le credenziali di accesso, il 43

48 Comitato di Struttura (o nel caso del nostro Ateneo, il Responsabile del Procedimento) poteva visionare i prodotti raggruppati per Area. Il sistema provvedeva automaticamente a calcolare le percentuali di prodotti per ogni Area e ad effettuare i controlli di coerenza con il numero complessivo di prodotti che la Struttura era tenuta a presentare, segnalando le incongruenze. VTR : I PANEL I prodotti inviati dalle Strutture venivano poi ripartiti tra i componenti dei diversi panel d Area (14 Aree CUN e 6 Aree speciali indicate dal CIVR): i panelist, esperti selezionati dal ministero e diretti referenti, a fine processo, per ciascun prodotto loro attribuito, dovevano assegnarne il referaggio a referee esterni, selezionandoli da un personale archivio di esperti, anche stranieri, tratti dai nominativi presenti nella banca dati CINECA e/o proponendone di nuovi; ogni prodotto doveva essere valutato da almeno due referee, tenuti ad esprimere giudizi anonimi in base a qualità, rilevanza, originalità e internazionalizzazione (cfr. P. SACCHETTA, B. FRABBONI, VTR : Valutazione triennale della ricerca: Struttura del sistema informatico gestito via web, notizie dal CINECA). Il Rapporto collegiale dei Panel al CIVR doveva articolarsi in tre parti: la prima, dedicata alla valutazione dei singoli prodotti, comportante un riesame critico dei giudizi di merito espressi dai referee esterni e la sintesi valutativa finale. La seconda parte, consistente in una ranking list delle Strutture, sulla base di fasce di merito predefinite dal CIVR. Il giudizio di merito comparativo sui prodotti era finalizzato anche alla predisposizione della ranking list di Area. La terza parte, infatti, consisteva in una Relazione Finale, nella quale i Panel avevano il compito di individuare i punti di forza e di debolezza dell Area, a livello complessivo, anche in termini di settori produttivi e in relazione ai vari aspetti presi in esame (merito scientifico, produttività, impatto del settore scientifico nel confronto internazionale), suggerendo, possibilmente, interventi specifici di miglioramento delle opportunità e degli aspetti critici. VTR : CRITICITÀ DENUNZIATE La metodologia utilizzata per l imponente e proficua operazione ha ricevuto un apprezzamento generalizzato, rivelando alcune criticità migliorabili. 1. Il principale aspetto critico riguarda il numero troppo ridotto di prodotti ammessi alla valutazione; poiché la richiesta del CIVR era di 0,5 prodotti per ricercatore Equivalente a Tempo Pieno (ETP) per il triennio (s è detto infatti che, per le università, si trattava di un 44

49 lavoro scientifico ogni quattro docenti, per tre anni di attività) ogni Struttura ha potuto inviare solo il meglio della sua produzione scientifica, restando del tutto trascurata la produzione totale di ciascuna Istituzione valutata, nonché la sua qualità complessiva: ciò che costituirebbe, invece, un elemento significativo per la valutazione comparata e che può aver giocato a vantaggio delle istituzioni a bassa o bassissima produttività (M. CASTELLANO, La Valutazione della Ricerca-La Relazione Finale 3, 2007). 2. Quanto ai criteri usati dalle istituzioni per selezionare i prodotti da inviare alla valutazione, poiché dal CIVR non erano state date indicazioni stringenti, la sostanziale libertà di scelta delle varie sedi locali ha determinato differenze anche notevoli, a partire da quella preliminare di presentare uno spettro completo delle attività della struttura ovvero soltanto una cernita dei prodotti migliori (anche qui, secondo criteri di volta in volta leggermente diversi): si tratta di un fattore che può incidere pesantemente sulle graduatorie finali di merito e, per conseguenza, distorcere la distribuzione meritocratica del finanziamento pubblico. 3. È stata messa in luce, altresì, l inserzione di alcuni elementi di contraddittoria interpretazione tra quelli da considerare ai fini della valutazione come, ad esempio, il grado di proprietà dei prodotti e la mobilità internazionale dei ricercatori, considerati entrambi inidonei - così come sono stati utilizzati - a fondare su elementi oggettivi la valutazione complessiva. 4. Quanto ai criteri di formazione dei panel e alla scelta dei referee, si è invocata la massima trasparenza e l adozione di modalità idonee a precludere l insorgenza di alleanze a tutela di interessi specifici, posto che la valutazione dei prodotti non può che dipendere dalla scelta dei referee, fatta da ciascun panelist. 5. Quanto ai cosiddetti criteri oggettivi, come Impact Factor e Citation Index, se ne è rilevata invece la probabile utilità decrescente, sia perché in realtà non rappresentano una misura di qualità, sia perché la loro utilità appare destinata a diminuire con la loro diffusione e con la possibile strumentalizzazione attraverso il meccanismo delle citazioni opportunistiche e pilotate. In particolare, degli indicatori bibliometrici si è detto come essi siano utili alla valutazione della ricerca solo se accurati, precisi, aggiornati, abbinati a peer review nonché interpretati e utilizzati con cautela. Dell impact factor delle riviste scientifiche si è rilevato come non fornisca una misura adeguata della performance di ricerca dei gruppi di scienziati,

50 perché non solo non è sempre accurato, ma è manipolabile, affetto dalle differenti pratiche di citazioni dei diversi campi scientifici e non rappresenta un buon predittore del reale impatto delle citazioni. Dell Indice di Hirsch, poi, si è segnalato come sia fortemente distorto a favore dei ricercatori più anziani, con carriera più lunga e di quelli attivi in campi scientifici con alta frequenza di citazioni e fornisca una rappresentazione incompleta del reale impatto delle citazioni di un gruppo. 6. Delle 6 Aree di Ricerca introdotte dal CIVR (ulteriori alle 14 del CUN) si è rilevato come esse fossero poco rappresentative e significative. Sulla base di queste diffuse considerazioni, donde risulta l impossibilità di utilizzare gli stessi indicatori per tutte le Aree e in qualche caso neppure per tutti i SSD in esse compresi, in ragione delle specificità delle discipline e delle tradizioni delle rispettive comunità, il MIUR ha richiesto al CUN di formulare proposte atte ad individuare alcuni indicatori di qualità relativi all attività scientifica e di ricerca da definire in relazione a diversi livelli concorsuali e alle peculiarità delle diverse Aree scientifiche, nonché (a) determinare standard minimi di qualità ai fini delle procedure concorsuali. Pur essendo ancora aperta la discussione all interno dei singoli SSD e rispettive comunità, il documento 4 che ne è emerso costituisce una fotografia delle attuali abitudini delle comunità. Esso non propone esclusivamente criteri qualitativi e, anzi, fa spesso riferimento a quelli quantitativi, ma attesta l acquisizione convinta del fatto che, per le scienze umane e per altre discipline la quantità, in senso lato, da sola non basta e che, comunque qualsiasi criterio non è applicabile in modo adeguato a tutte le casistiche (A. DE ROBBIO, Giornata di Studi su Humanae Litterae & New Technologies E-publishing, ricerca e letteratura scientifica, Milano, Università Statale - 14 maggio 2009)

51 3.3.c La nuova valutazione: VQR Dopo la prima esperienza, l attività di valutazione della produttività scientifica degli atenei è rimasta bloccata per anni, così come la stessa attivazione dell ANVUR ancorché già normata nella passata legislatura. Solo nel marzo 2010 il processo è stato formalmente riattivato. Il D.M. 19 marzo 2010, n. 8 Linee guida per la Valutazione Quinquennale della Ricerca (VQR ), infatti, autorizza la ripresa delle attività, affidandone il primo passo ad un bando mediante il quale il CIVR raccoglie e segnala al Ministro i panelist di ciascuna Area per la nomina: il termine originario del bando (fine giugno) è stato poi procrastinato al 31 agosto La VQR è rivolta alla valutazione della performance scientifica delle seguenti Strutture: Università statali; Università non statali autorizzate a rilasciare titoli accademici; Enti di ricerca pubblici vigilati dal MIUR, ad eccezione degli Enti con esclusive funzioni di agenzia; altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca, su esplicita richiesta e previa intesa che preveda la compartecipazione alle relative spese. Le differenze tra i due esercizi di valutazione sono così riassunte dal presidente del CIVR, per quanto riguarda le Università statali, non statali (escluse le telematiche) e gli Enti di ricerca controllati dal MIUR (F. CUCCURULLO, Linee guida per la valutazione quinquennale della ricerca, Università di Pisa, 20 ottobre 2010): le Strutture partecipanti erano state 102 per la VTR e sono ora, per la VQR , ; i Ricercatori del sistema sono passati da a ; le Aree di Ricerca, che erano 20, sono ora le 14 coincidenti con quelle del CUN e per ciascuna di esse, come in passato, viene costituito un Comitato di Area o Panel (il CIVR può provvedere alla costituzione di sub-panel); i Panelist erano in totale 151 e passeranno ora ad un numero massimo di 540 esperti, di cui una parte, secondo criteri fissati dal CIVR, panelist già coinvolti nell esercizio passato; gli Esperti esterni coinvolti nella VTR erano stati 6.661, ma, in relazione al molto accresciuto numero dei prodotti da valutare, ammonteranno ad un totale molto superiore; i Prodotti selezionati nella VTR sono stati (con il 6% di prodotti ripetuti ), mentre ne saranno selezionati, ora, ; 47

52 i Prodotti sottoposti alla valutazione sono stati , per il triennio , mentre saranno, nel quadriennio , circa Come si può constatare, i soli dati quantitativi già rivelano un considerevole aggiustamento del processo, rispetto alle criticità riscontrate nell esercizio precedente. Ma la differenza più rilevante, rispetto all esercizio , è che le Strutture sottoposte a valutazione saranno tenute a selezionare, per poi presentarle al competente panel d Area, almeno due pubblicazioni riferite al quinquennio (più altre due se il ricercatore è affiliato anche ad un Ente) per ciascun docente/ricercatore di ruolo o a contratto per ricerca, anche se a tempo definito. Sono ammessi alla valutazione: articoli su riviste solo se dotate di ISSN; libri e loro capitoli, inclusi atti di congressi, solo se dotati di ISBN, nonché edizioni critiche e commenti scientifici; brevetti depositati; composizioni, disegni, design, performances ed esposizioni organizzate, manufatti, prototipi e opere d arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche, solo se corredati da pubblicazioni, atte a consentirne la valutazione. Sono prodotti esclusi dalla valutazione CIVR: attività editoriali e di curatela; lettere, correzioni e abstract di conferenze, anche se pubblicati su riviste; testi o software di esclusivo interesse didattico o divulgativo; prove e analisi di routine; rapporti tecnici interni (working papers ecc.). Il processo di selezione delle pubblicazioni da parte delle strutture durerà tre mesi a partire dalla pubblicazione del Bando e si svolgerà con le seguenti fasi e modalità. I. CANDIDATURA DELLE PUBBLICAZIONI DA PARTE DEL SINGOLO DOCENTE/RICERCATORE Ogni ricercatore/docente universitario dovrà presentare, con procedura on-line predisposta dal CINECA, una propria graduatoria di almeno 2 pubblicazioni con affiliazione all Università ed eventualmente altre 2, in caso di affiliazione anche ad altro ente di ricerca. II. SELEZIONE DA PARTE DELL ATENEO DELLE PUBBLICAZIONI DA PRESENTARE AL CIVR In questa seconda fase, l Ateneo seleziona e trasmette ai Panel tematico-disciplinari del CIVR due pubblicazioni (affiliate all ateneo) per ogni docente/ricercatore di ruolo o a contratto di ricerca. L Ateneo (e non solo il singolo ricercatore) viene penalizzato nella valutazione finale qualora i docenti vengano considerati non attivi (zero pubblicazioni) o parzialmente attivi (una sola pubblicazione), poiché per ciascuna pubblicazione mancante, rispetto alle due richieste, il punteggio dell Ateneo è decurtato di mezzo punto. 48

53 Per ogni pubblicazione selezionata è richiesta la compilazione on line di una scheda tecnica di accompagnamento, contenente le seguenti informazioni: dati bibliografici, nominativo e genere degli autori, Area, SSD, dipartimento di afferenza; copia in formato PDF della pubblicazione; abstract della pubblicazione; parole chiave per un massimo di 5; altre informazioni utili ai fini della valutazione da parte dei Panel (premi e riconoscimenti, collocazione internazionale, notorietà e autorevolezza del mezzo di diffusione, specifiche ricadute); per i brevetti: riferimenti sugli utilizzatori e sui risultati socio economici. III. VALUTAZIONE DA PARTE DEI PANEL (ART. 8) Entro un mese dal termine della seconda fase (e due mesi dalla pubblicazione del bando), i Panel rendono noti gli indirizzi metodologici che intendono adottare con riferimento alle prassi consolidate in ambito scientifico internazionale. I Panel valutano la qualità di ciascuna pubblicazione selezionata, per predisporre una graduatoria delle Strutture, articolata per ciascuna Area CUN e adottando singolarmente o in combinazione due metodologie: analisi delle citazioni (ove applicabile), condotta direttamente da ciascun Panel, che utilizza a tal fine le banche dati concordate con il CIVR; peer review, affidata a (non più di due) esperti esterni scelti dal Panel, cui è affidato il compito di esprimersi in modo anonimo sulla qualità delle pubblicazioni selezionate. Il rapporto finale deve pervenire al CIVR entro dodici mesi dall emissione del Bando. Vengono presi in considerazione dai Panel, al fine del giudizio di qualità, i seguenti Criteri di valutazione: rilevanza = valore aggiunto e ricadute a livello generale nel progresso scientifico; originalità/innovazione = valore aggiunto (avanzamento o nuove acquisizioni) nel settore scientifico di riferimento; internazionalizzazione e/o potenziale competitivo = posizionamento nello scenario internazionale e collaborazione esplicita con ricercatori e gruppi di ricerca di altre nazioni (in questo caso la presenza di più autori diviene fattore positivo); ove opportuno, i prodotti in collaborazione vengono pesati sulla base del ruolo avuto dagli autori: primo o ultimo autore o autore corrispondente, secondo le prassi delle diverse comunità scientifiche. 49

54 Ad ogni pubblicazione viene attribuito un giudizio sintetico: Eccellente: peso 1; Buono: peso 0,8; Accettabile: peso 0,5; Limitato: peso 0. Non sono considerate valutabili, e determinano un punteggio negativo -1: le pubblicazioni non rientranti nelle categorie ammesse; le pubblicazioni non corredate della documentazione PDF, abstract o altri dati richiesti (ad es. cod. ISSN ISBN); casi accertati di plagio o periodo non corrispondente al quinquennio. IV. VALUTAZIONE DA PARTE DEL CIVR Entro diciotto mesi dalla pubblicazione del Bando, il percorso valutativo si articolerà sui seguenti livelli (art. 11): 1. Valutazione del Sistema Nazionale della Ricerca. 2. Valutazione delle Strutture (Atenei), fondata sui rapporti dei Panel, nonché sui dati conoscitivi e le informazioni trasmesse dalle stesse strutture sui seguenti aspetti: Qualità delle pubblicazioni valutate dai Panel (peso 5); Grado di proprietà delle pubblicazioni eccellenti (peso 1); Propensione alla formazione alla ricerca (peso 1): n. giovani in formazione dottorati, assegnisti, specializzandi area sanitaria; Mobilità internazionale (peso 1): mesi uomo di ricercatori in entrata e in uscita per periodi superiori a tre mesi; Capacità di impegnare risorse proprie per la ricerca; Capacità di attrarre risorse finanziarie per la ricerca (PRIN, FIRB, FAR, Programmi UE, ERC, Altri soggetti pubblici privati). 3. Valutazione dei Dipartimenti (basata sugli stessi criteri indicati per la valutazione delle Strutture), integrata dalla valutazione dei Ricercatori attivi (costituita dal rapporto tra la somma pesata dei ricercatori attivi - peso 1 - e parzialmente attivi - peso 0,5 -) e il numero totale dei ricercatori afferenti) e dalla valutazione delle attività di trasferimento tecnologico. 50

55 SUGGERIMENTI IN VISTA DEL PROSSIMO ESERCIZIO DI VALUTAZIONE Il processo di valutazione vero e proprio dovrebbe essere avviato dal CIVR in tempi brevi, posto che il termine preannunziato del settembre 2010 è ampiamente superato: ciò avverrà mediante la pubblicazione del bando, la costituzione dei Panel e la definizione puntuale, da parte dei Panel stessi, dei criteri specifici che saranno utilizzati per ciascuna Area. Appena disponibile il bando, dunque, sarebbe opportuno: che l Amministrazione fornisca ogni tempestiva informazione sugli adempimenti e sulla relativa procedura informatica CINECA-MIUR; che la verifica e la preselezione delle pubblicazioni da presentare per la valutazione sia guidata - all interno dell Ateneo - da un apposito Comitato di Coordinamento, espressivo delle competenze necessarie e supportato da una struttura tecnica. Infatti, nella prima fase, dovrebbe essere individuata una distribuzione delle pubblicazioni e degli altri prodotti (brevetti) da sottoporre a valutazione, funzionale alla massima valorizzazione delle performance delle Strutture (i Dipartimenti e l Ateneo) e delle Aree, non necessariamente coincidente con le priorità proposte dei singoli docenti. Sembra opportuno suggerire, altresì, la consultazione dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento ovvero, ulteriormente, di altre qualificate competenze. Al termine della pre-selezione, ciascun docente/ricercatore potrà conoscere le due pubblicazioni individuate dal Comitato di Coordinamento ricollegandosi alla procedura web sul portale di Ateneo. Solo a questo punto ogni docente/ricercatore, tenendo presente l operazione di prevalutazione svolta in Ateneo, dovrà indicare le pubblicazioni candidate alla VQR ed allegare il PDF delle pubblicazioni stesse e quant altro previsto dal Decreto ministeriale e nel bando. 3.3.d L Area 12. Scienze giuridiche: specificità dei SSD di diritto positivo In vista della nuova VQR, i delegati delle associazioni scientifiche dei più numerosi settori disciplinari dell Area delle Scienze giuridiche hanno prodotto un documento unitario (che raccoglie la richiesta proveniente dal MIUR e dal CUN cui si è fatto cenno) che ne esprime il comune punto di vista rispetto alle peculiarità della ricerca nei settori del diritto positivo e alle specifiche esigenze delle quali si dovrà tener conto, solo in via transitoria, per la selezione delle pubblicazioni dell Area da sottoporre alla VQR Questa Relazione, beninteso, si limiterà a segnalare quelle che 51

56 nel documento vengono indicate come esigenze transitorie, tralasciando quelle definitive di applicazione dei criteri, da utilizzarsi in futuro (G. DELLA CANANEA, La politica della ricerca: le prospettive per l area giuridica 5, Bologna, 22 ottobre 2010, Apertacontrada). Più recentemente, alle comunità dei SSD di diritto positivo interno, si sono aggiunte altre associazioni scientifiche dell Area (storici, filosofi, comparatisti e internazionalisti, i cui studi hanno un oggetto - almeno in gran parte - internazionalmente condiviso) mediante la costituzione di un tavolo congiunto che si avvia a riunire l intera comunità degli studiosi dell area giuridica, elaborando iniziative in ulteriore sviluppo: tale, ad esempio, il 14 febbraio 2011 presso il CNR, un apposito convegno sul tema della valutazione della ricerca in campo giuridico 6, al quale hanno aderito altre associazioni di giuristi. Le acquisizioni comuni a tutte queste iniziative si fondano sull esperienza maturata dai giuristi nei comitati d ateneo per la ripartizione dei FAR, in seno ai quali l adozione dei criteri tipici delle scienze dure e di quelle economiche (peer review, impact factor, accreditamento I.S.I.) si è dimostrata inadeguata alla ricerca giuridica e penalizzante sul piano dei finanziamenti anche perché per tali discipline, le istanze di allineamento con i criteri di valutazione internazionale, da un lato, e di internazionalizzazione degli studi, dall altro, pongono problemi delicati di carattere scientifico e culturale. Ai fini della prossima valutazione delle pubblicazioni, pertanto, con il Documento comune Valutazione della produzione scientifica: criteri e soluzioni unitarie per l area giuridica 7 stilato il 1 ottobre 2010, le associazioni delle discipline giuridiche si sono date questi compiti: in primo luogo, quello senz altro più rilevante e preliminare agli altri, consistente nella classificazione delle riviste in ragione di quattro classi (A, B, C, D) da svolgersi, però, con due diversi obiettivi: consentire la valutazione dei prodotti giuridici nella situazione attuale delle riviste (fissando criteri classificatori da adottarsi per la VQR ) e quello destinato ad applicarsi a termine breve (dal 2012 e in un prossimo esercizio della valutazione della ricerca), consistente nell individuazione di criteri che incentivino l adozione di misure adeguate ad allineare le riviste di area giuridica a quelle di altre aree senza stravolgerne i caratteri peculiari. ;

57 si tratta, poi, di individuare i criteri relativi alle collocazioni di scritti brevi diverse dalle riviste (volumi collettivi, atti di convegno, scritti in onore ecc.); di individuare i criteri relativi a parti di commentari, voci enciclopediche, capitoli di trattati; e, da ultimo, di individuare gli indicatori di massima, relativi alla valutazione distinta per generi letterari (monografia, saggio, commento alla giurisprudenza ecc.). CRITERI DI VALUTAZIONE TRANSITORI DELLE RIVISTE PER LA VQR Il documento rileva, preliminarmente, come negli studi giuridici non sia affatto usuale giudicare un prodotto in relazione al rilievo della rivista in cui viene pubblicato, essendo anzi frequente che, si faccia riferimento a scritti di primaria importanza e notorietà, ancorché pubblicati in periodici a rilevanza regionale o di mero commento a caldo di sentenze. Né, d altro canto, gli studi giuridici non comparatistici hanno una vocazione all internazionalizzazione, data la disomogeneità dei sistemi nazionali: non essendo possibile quindi riferirsi ad una graduatoria qualitativa già consolidata delle riviste o adottare come prevalente il criterio della rilevanza internazionale, si ritiene indispensabile specificare quali siano le qualità che le consentano di identificare le quattro categorie di riviste (A, B, C, D) richieste ai fini della valutazione dei prodotti che vi compaiono. Un altro carattere delle scienze giuridiche positive è che il suo oggetto di ricerca è sempre orientato alla soluzione di problemi concreti, onde esse svolgono la loro funzione solo se siano in grado di dialogare efficacemente con la pratica. Quindi, i criteri da articolare dovranno essere tali da evitare senz altro l appiattimento della dottrina sulle esigenze quotidiane degli operatori, senza però incentivare l assunzione di un atteggiamento autoreferenziale. Un altro aspetto importante è quello della pluralità di metodi e di prospettive che possono caratterizzare il progetto culturale perseguito a mezzo di una rivista, onde è essenziale che i criteri di valutazione siano il più possibile neutrali e non comportino, in sé stessi, la prevalenza di un metodo su altri. In via generale, la classificazione delle riviste in classi può essere operata sulla base della combinazione dei seguenti criteri: a) qualità dei contenuti; b) prestigio della rivista; c) diffusione nella comunità scientifica nazionale; d) diffusione nella comunità scientifica internazionale 8. 8 Per i criteri enunciati sub a) e c) è possibile articolare interpretazioni immediatamente utilizzabili e soddisfacenti anche per il futuro; quanto ai criteri di cui alle lettere b) e d) si pongono i già citati problemi di allineamento con le aree diverse da quella giuridica. Il documento formula una prima provvisoria interpretazione tarata sull organizzazione attuale delle riviste giuridiche, onde rendere possibile una immediata classificazione i cui esiti rispondano ai valori che, allo stato, si possono reputare generalmente riconosciuti. I criteri enunciati sub b) e c) vengono poi specificati, già in via definitiva, così: b) per prestigio di una rivista si intende l alta considerazione della quale la medesima gode presso la comunità scientifica in ragione del suo impegno civile, 53

58 Ai fini della classificazione delle riviste da operare nell immediato, attribuendo ai quattro criteri generali a), b), c), d) le definizioni motivate e illustrate in nota (da utilizzare come Criteri di valutazione transitori), si perviene alla seguente sintesi classificatoria: A riviste di prestigio e tradizione e/o di qualità eccellente e primaria diffusione nella comunità scientifica italiana e/o internazionale, anche specializzata. B riviste di livello scientifico alto o medio, anche a contenuto giurisprudenziale, secondo i medesimi criteri di cui sub a). della sua continuità culturale e dell autorevolezza scientifica del direttore e/o del comitato scientifico; c) per diffusione nella comunità scientifica nazionale si intende la diffusione rilevata, tra l altro, dalla evidente incidenza sulla dottrina successiva e dalla presenza della rivista nelle principali biblioteche scientifiche. Diffusione scientifica da non confondersi con divulgazione, che non necessariamente corrisponde alla vocazione scientifica della rivista. Al contrario, si deve considerare positivamente il requisito della diffusione anche per le riviste che ospitano il dibattito scientifico proprio di una comunità specializzata, anche quando non corrispondente ad un intero settore scientifico disciplinare. Ciò, in particolare, ove si tratti di riviste di alto profilo scientifico, alle quali è presumibile che qualsiasi autore che scriva, anche occasionalmente, nella specifica materia preferisca indirizzare il proprio contributo per avere una maggiore visibilità tra gli studiosi a essa interessati. Per una classificazione seria e soddisfacente, con riguardo al criterio della qualità e della diffusione internazionale, si è ritenuto indispensabile individuarne modalità transitorie di applicazione, posto che i metodi fondati su impact factor, peer review, accreditamento ISI non sono per ora applicabili alle riviste giuridiche di diritto positivo italiano. D altro canto si è anche ritenuto necessario esplicitare le ragioni che inducono ad escludere l utilizzabilità di criteri attualmente utilizzati dal Ministero per diverse finalità ovvero da altri proposti in altra sede. Tali sono: 1) l apprezzamento della qualità degli studiosi componenti le direzioni delle riviste, sulla base della loro partecipazione a PRIN ammessi al cofinanziamento; 2) l apprezzamento della qualità degli studiosi componenti le direzioni, sulla base della loro afferenza ad Atenei valutati positivamente. Infatti il criterio 1) ha profili critici, poiché i PRIN vengono presentati da gruppi numerosi senza che si possa stabilire quanto della ideazione o della realizzazione del progetto sia riferibile a ciascuno studioso del gruppo. Inoltre, la valutazione dei progetti non è libera, nel senso che l ammissione al cofinanziamento dipende non soltanto dalla qualità dei progetti ma altresì, principalmente, dalle risorse disponibili, il che facilmente produce la necessità di selezionare tra progetti omogenei sul piano della qualità. Ancora, criterio principale di selezione ai fini dei finanziamenti PRIN è l attualità dell oggetto della ricerca (per definizione il progetto deve essere di interesse nazionale ): è culturalmente inaccettabile che per diversi fini si valuti la qualità di uno studioso sulla base della valutazione nel merito della sua scelta in ordine all oggetto della sua ricerca. Infine, è vero invece esattamente il contrario. Ove la valutazione della ricerca fosse fatta seriamente, i suoi esiti dovrebbero rappresentare un importante elemento di valutazione ai fini dell accreditamento dei gruppi di studiosi che presentano PRIN. Il criterio 2), poi, pecca di circolarità: se si valutano gli Atenei sulla base della valutazione della ricerca non si può valutare la ricerca sulla base della valutazione degli Atenei. Va peraltro sottolineato un difetto di impostazione anche in ordine alla funzione della valutazione, la quale deve fondarsi esclusivamente sulla qualità individuale degli studiosi. Ove punto di riferimento fosse invece l Ateneo, il prestigio degli studiosi nella specie, dei direttori delle riviste sarebbe la risultante della media della produttività di un numero assai cospicuo di suoi colleghi e, nella sostanza, avrebbe come fattore determinante la delibera della facoltà che lo ha chiamato. Si è ritenuto pertanto ragionevole che, in una fase transitoria, si intenda: per qualità dei contenuti stante l ovvia impossibilità di valutare oggettivamente il merito in senso assoluto la risultante della ponderata combinazione dei seguenti indicatori: l eventuale ruolo svolto dalla rivista, di punto di riferimento editoriale di studiosi costituenti una parte significativa della comunità scientifica; la frequenza di contributi di autori di riconosciuta autorevolezza scientifica; il livello di approfondimento scientifico dei contributi, a prescindere dal prestigio del loro autore o dei direttori; in questo senso, si dovrà sempre, in ogni caso, distinguere tra contributi dottrinali compiuti, contributi pubblicati allo stato grezzo (es. relazioni a convegni) in attesa di una maggiore rifinitura, commenti a caldo di decisioni giurisprudenziali e novità legislative, contributi a carattere informativo. per diffusione nella comunità scientifica internazionale, l eventuale presenza della rivista in biblioteche straniere. E sembrato decisivo il dato che distingue le aree qui rappresentate: non esiste una comunità internazionale unitaria che si esprima attraverso riviste comuni poiché non vi è unitarietà della materia oggetto di ricerca né dei linguaggi tecnici, legati alla singolarità di ciascuna tradizione. Se per alcune tematiche è possibile l utilizzazione di linguaggi comuni, lo stesso non sarebbe possibile per gran parte della materia né sarebbe culturalmente opportuno incentivare la concentrazione degli studi sulle tematiche ad oggi internazionalizzabili. Del resto, il medesimo criterio conduce a reputare massimo il livello di internazionalizzazione di riviste giuridiche straniere quali la Harvard law review o il Yale law journal, le quali non possiedono alcun elemento intrinseco di internazionalità (i.e. nazionalità prevalente degli autori, ispirazione transnazionale del metodo o dei temi trattati, lingue utilizzate) ma, più semplicemente, sono riviste domestiche presenti nella maggior parte delle biblioteche giuridiche del mondo. 54

59 C riviste contenenti prevalentemente annotazioni alla giurisprudenza, anche locale; riviste a carattere prevalentemente informativo con diffusione nazionale; annali. D riviste a carattere prevalentemente informativo di interesse locale; altre riviste di interesse scientifico medio-basso. (A. Calore, Criteri per la valutazione della ricerca nelle scienze umane e sociali 9, in Index n. 38, 2010: Quaderni camerti di studi romanistici. International Survey of Roman Law, sulla necessità di realizzare al più presto la certificazione scientifica delle riviste, tramite il riconoscimento delle comunità scientifiche o di loro Consorzi nell ambito di ciascun settore). CRITERI DI VALUTAZIONE DEI LAVORI NON PUBBLICATI SU RIVISTE Criterio generale per la valutazione dei lavori non pubblicati in riviste è quello del prestigio della collocazione editoriale. Si dovrà distinguere solo tra editori di rilevanza locale e nazionale e il giudizio sarà poi formulato solo sulla base delle caratteristiche della singola opera, collana, trattato o commentario secondo i parametri di seguito articolati. 1. Condizione essenziale ai fini della valutabilità delle opere in forma monografica o a più mani è che siano collocate in collane o in trattati o commentari. 2. La valutazione in ordine al prestigio dipenderà dalla presenza di un sistema di revisione paritaria. 3. La revisione potrà essere affidata anche alla direzione o al comitato scientifico delle collane, purché vi sia ragionevole proporzione tra il numero dei componenti e quello dei volumi pubblicati. La revisione si reputa attendibile quando: collane, trattati e commentari siano dotati di una direzione o di un comitato scientifico o di revisori composto da un numero di studiosi adeguato con riferimento alle specifiche aree disciplinari interessate ovvero quando il singolo volume sia pubblicato sotto la responsabilità di uno o più curatori; sia effettuata da almeno due studiosi, il cui nome sia riportato nella pubblicazione; sia richiesto ai revisori di garantire il rispetto dei criteri qualitativi e quantitativi che lo stesso documento individua e illustra in apposito allegato

60 Affinché i direttori o i componenti del comitato scientifico o di revisori siano considerati nella valutazione, è necessario che essi non appartengano a organi con analoghe funzioni per più di cinque tra collane, trattati e commentari. (Per la classificazione in AA i direttori o i componenti del comitato scientifico o di revisori non possono appartenere a più di due differenti Atenei e devono appartenere o essere appartenuti al ruolo dei professori ordinari; per la classificazione in A è sufficiente la seconda di tali condizioni). GENERI LETTERARI DELL AREA GIURIDICA L allegato n. 1 del Documento dei giuristi è dedicato ai criteri di valutazione dei diversi generi letterari: vi si osserva in premessa che, sebbene la loro classificazione (intesa come attribuzione a ciascuno di essi di un valore (ad esempio A) o di una forbice di valori (ad es. A-C)), sia inevitabile quando la valutazione non si fondi sull apprezzamento diretto e discrezionale di un singolo o di una commissione, resta vero, però, che esse conseguono effetti eccessivamente semplificatori in un ambito in cui le diverse forme letterarie compongono un quadro molto complesso e vario, irriducibile a standard valutativi. Nel merito, un articolo può ben valere assai più di una monografia : perciò, se l esistenza di criteri di valutazione oggettiva può sicuramente accrescere la serietà dei giudizi concorsuali e rafforzare (o implicare necessariamente) l esigenza di motivazioni specifiche dei giudizi, questo tipo di criterio non può per sé stesso fondarne la sola giustificazione. Proprio per ridurre tale scarto, il documento dei giuristi prospetta l introduzione di una serie di accorgimenti: a. una definizione dei generi letterari che privilegi la loro sostanza rispetto alla forma editoriale; b. l adozione di criteri valutativi che si concretizzino sempre con riferimento alla collocazione editoriale, poiché essa consente strumenti di valutazione non standardizzati, ma di merito, come la revisione paritaria; c. l introduzione di limiti quantitativi di valutabilità per le pubblicazioni di rango medio/basso, onde evitare che una mera somma algebrica privilegi la quantità rispetto alla qualità degli studi. Ai fini della valutazione individuale (per partecipare alle commissioni di concorso o per la progressione economica), la classificazione deve comunque fondarsi su parametri elastici (minimi e massimi). Invece, con riguardo alla produttività degli Atenei, i criteri standardizzati funzionano in maniera più attendibile, purché la comparazione operi tra aree omogenee, quanto a tipologia dei 56

61 prodotti della ricerca. E infatti problematica la riduzione ad unità di prodotti recanti la medesima qualifica (ad esempio articolo ), ma appartenenti a settori scientifici tra loro non assimilabili (medicina, fisica, diritto ecc.). Anziché delegare in toto la valutazione ai Nuclei di Ateneo, meglio sarebbe allora la prospettazione di una graduatoria nazionale per macroaree, dove a ciascuna posizione corrisponda un punteggio. Anche con riguardo all adozione di limiti quantitativi di valutabilità, il documento sottolinea che essi sono senz altro efficienti per comparare la produzione scientifica di studiosi della stessa area scientifica. Nel confronto con le altre aree, invece, si dovrebbe ipotizzare una sorta di sistema di reciprocità consistente nell adozione di misure analoghe per tutte. In mancanza di ciò, l adozione degli stessi limiti determinerebbe uno squilibrio. Il documento, pertanto, giudica inadeguato il metodo frequentemente utilizzato dai Nuclei di valutazione degli Atenei, di comparazione diretta dei prodotti di tutte le aree. Per risultare attendibile, implicherebbe non solo l adozione di classificazioni e di criteri omogenei ma anche, a monte, l omogeneità delle rispettive forme di pubblicazione dei risultati della ricerca e delle forme della ricerca. A questo metodo orizzontale, se ne dovrebbe quindi preferire uno verticale simile a quello adottato dal CIVR, consistente nella comparazione degli esiti di una valutazione per aree omogenee a livello nazionale. Gli Atenei dovrebbero cioè soltanto comparare le valutazioni date alle singole Aree nei rispettivi ranking nazionali. DEFINIZIONI, QUALITÀ E VALUTAZIONE Con riguardo alla definizione dei generi letterari, il documento ritiene necessario fare invece riferimento a tipi ideali, rappresentativi delle modalità ed entità dello sforzo scientifico e ridefinire le quattro categorie sostanziali: monografia (scientifica/divulgativa); articolo; nota a sentenza; recensione. Le restanti categorie individuabili sulla base di caratteri meramente formali potranno così trovare referenti sostanziali omogenei. È poi opportuno chiarire le qualità che determinano il valore delle opere ricondotte ai vari tipi ideali, i quali sono valutabili in astratto, individuando per lo più un arco di valori, da un massimo a un minimo. La valutazione concreta è poi la risultante della combinazione tra la valutazione della tipologia con la categoria di appartenenza della rivista (o collana/enciclopedia/trattato ecc.) ove il contributo è ospitato. Il documento specifica poi in dettaglio sia i caratteri qualificatori dei diversi generi (definizioni) sia i parametri qualitativi specifici per ciascuna tipologia di prodotto scientifico definita. 57

62 3.3.e Area 13 - Scienze economiche e statistiche. Specificità del SSD SECS-P/07 Come si è anticipato, i problemi che investono l area delle scienze giuridiche, e in particolare i settori disciplinari di diritto positivo, sono in parte comuni all ambito della ricerca economicoaziendale, che, per gli evidenti profili sociali ed istituzionali, è sensibilmente condizionata dalle specificità di contesto. Con riguardo all Area delle Scienze economiche e statistiche, nel suo complesso, il documento 10 elaborato in seno al CUN dal Comitato d Area 13, nel dicembre 2008, sugli indicatori di attività scientifica e di ricerca esprimeva alcune considerazioni su alcuni caratteri distintivi, degni di particolare attenzione. L Area 13, infatti, oltre a caratterizzarsi per una produzione prevalentemente su base pubblicistica, in gran parte in lingua italiana e inglese (talvolta in francese), registra una presenza crescente di riviste che adottano criteri bibliometrici internazionalmente riconosciuti, ma anche la persistenza di una componente nient affatto banale di riviste, anche internazionali, che non li adottano. Inoltre vengono utilizzate, al suo interno, sia metodologie di valutazione consolidate dalla tradizione sia metodologie basate sulla rilevanza e sulla qualità della sede editoriale di pubblicazione. Dunque, la grande articolazione delle discipline dell Area 13 consente solo parzialmente di adottare criteri e riferimenti univoci nella valutazione dei risultati della ricerca scientifica perché, nei vari SSD che la compongono sono diversi gli oggetti di studio, i metodi prevalenti, il tasso di internazionalizzazione degli studi nonché le modalità pubblicistiche, auspicandosi il coinvolgimento delle società scientifiche dell Area 13 in un processo di progressivo affinamento dei criteri condivisi di rating di riviste scientifiche nazionali e internazionali e di case editrici. Il documento riservava una segnalazione speciale agli esempi estremi della differenziazione scientifico disciplinare dell area, e cioè i SSD SECS-P/04 (Storia del pensiero economico) e SECS-P/12 (Storia economica) per essere caratterizzati da spiccate analogie con i settori a valenza storico-umanistica: ovvero, una produzione scientifica in cui la monografia ha particolare rilevanza e pubblicazioni per lo più in italiano, presso editori ancora privi di referaggio e ad un livello iniziale di internazionalizzazione. DALLA VTR ALL ACCREDITAMENTO DELLE RIVISTE INTERNAZIONALI L Area 13 delle Scienze economiche e statistiche prevede tre distinti aggregati, che, espressi in lingua inglese, riprendono la classificazione ISI: mathematics, economics e management. Quest ultimo aggregato, identifica il settore delle ricerche economiche aziendali (G. REBORA, Liuc

63 Papers n. 209, novembre 2007 Ricerca senza qualità? Il caso delle scienze aziendali e del management 11 ) molto penalizzato nell esperienza della VTR proprio in ragione dei criteri di valutazione applicati dal corrispondente panel d Area. La relazione finale del Consensus Group Management/Finanza del Panel 13, infatti, si è espressa criticamente rispetto ai prodotti presentati per questo settore, in netto svantaggio rispetto ad altri, già da tempo avviati verso l internazionalizzazione della ricerca e per questo considerati meritevoli di valutazioni migliori. Nel settore del management erano stati presentati solo 249 prodotti sui complessivi 971 dell Area 13, secondo una proporzione nettamente inferiore al peso percentuale dei docenti e ricercatori del settore entro l Area stessa; il grado di internazionalizzazione dei prodotti è risultato nettamente inferiore rispetto agli aggregati economics e mathematics; la quota di prodotti giudicati eccellenti è stata ugualmente più limitata, ridotta a soli 13, quindi il 5,2% contro un valore medio del 18% per l intera Area 13 e del 30%, come media di tutte le Aree considerate dal CIVR. Infine, nell esercizio VTR si è registrato un netto dissenso tra i diversi membri del panel d Area 13 sul modo di applicare i criteri di valutazione previsti dal CIVR, con la conseguente messa agli atti di una nota sui punti di dissenso, ciò che ha probabilmente influito sulla severità dei giudizi. Tra l altro, gli studiosi delle Scienze aziendali hanno avuto una rappresentanza numericamente debole nel panel e non sono stati direttamente coinvolti nel conflitto di idee che sembra essere rimasto all interno della componente degli economisti. Questi risultati hanno indotto gli esponenti delle Scienze aziendali ad accompagnare l autocritica con alcune puntualizzazioni. Così, in relazione all esercizio VTR, un documento del comitato direttivo dell Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) ha rilevato come l Area 13 sia un area intermedia fra la hard e la soft science... in cui è latente una grande complessità metodologica, entro cui convivono concetti e metodi scientifici ricchi e articolati. Si può andare, a parità di qualità, da sperimentalità empiriche e formali entro ristretti circuiti internazionali - che trovano naturale esito in articoli pubblicati in specifiche riviste in lingua inglese - a confronti più orientati al versante dottrinale e speculativo, di norma risultanti in monografie necessariamente in italiano. D altro canto si è anche osservato come, probabilmente, la limitata presenza di aziendalisti nei Panel e nei comitati scientifici possa aver prodotto un asimmetria tra competenze tecniche dei valutatori e prodotti da valutare a danno proprio dell area aziendale. Tutto ciò ha sollecitato l AIDEA, alla definizione di criteri più adeguati alle caratteristiche dello specifico dibattito scientifico degli aziendalisti, anche in considerazione del fatto che la mancanza

64 di indicatori affidabili è ritenuto un fattore che incoraggia i migliori studiosi ad impegnarsi solo nelle aree per le quali siano già individuati e diffusamente utilizzati criteri valutativi univoci e rispetto alle quali, dunque, il riconoscimento del merito individuale risulta agevolato: con la conseguenza di un deprecabile appiattimento dei temi e delle metodologie di studio sulla ricerca mainstream (prevalentemente di ordine empirico-quantitativo, BORGONOVI, 2006, FERRARIS, FRANCESCHI, 2007) a scapito sia della diversificazione degli studi sia delle peculiarità della ricerca economico-aziendale (sui dati di dettaglio circa i risultati della VTR in questo ambito, REBORA, 2007). Questa rilevata debolezza della ricerca economico-aziendale, rispetto all ambito complessivo dell Area 13 (G. REBORA 2007, AIDEA 2005, E. ZANINOTTO, 2006), ha posto con urgenza il problema dell accettazione di standard internazionali di pubblicazione delle (...) ricerche come elemento non esclusivo, ma decisivo, per valutarne la qualità (R. CAFFERATA, 2006), onde la stessa AIDEA ha, come primo passo, approvato un documento di classificazione delle riviste internazionali considerate significative per la ricerca economico-aziendale (elenco consultabile sul sito 12, facendo proprie le conclusioni di un gruppo di studio sulla valutazione della ricerca, i cui sviluppi hanno avviato un secondo passo e innescato il processo che nei due anni ha portato al progressivo accreditamento, su base volontaria, delle Riviste italiane. ACCREDITAMENTO DELLE RIVISTE ITALIANE Secondo l AIDEA, infatti, una progressiva perdita di rilevanza delle riviste italiane - nella diffusione della produzione scientifica economico aziendale - diverrebbe inevitabile, perché il contesto scientifico in cui tale produzione si colloca valorizza sempre più gli articoli pubblicati in periodici che adottano sistemi rigorosi e "ciechi" di valutazione e selezione: per invertire questo declino e favorire i periodici nazionali nella concorrenza con le riviste internazionali nella diffusione della produzione scientifica italiana si è imposto, negli stessi termini già segnalati per l Area 12, l avvio del processo di accreditamento volontario delle nostre riviste che identifica quelle già adeguate a standard editoriali qualitativi di livello internazionale e ne facilita il percorso a quelle che intendano uniformarsi Scarica documento JR AIDEA Nel 2008 il Gruppo di Studio ed Attenzione su Monitoraggio e Aggiornamento Journal Rating AIDEA è stato incaricato da AIDEA di proseguire il lavoro svolto dal precedente GSA sviluppandone una Release 2009, tramite la considerazione di riviste che non erano state inizialmente considerate o che nel frattempo erano state pubblicate per la prima volta.: Scarica il documento JR AIDEA Release 2009 Il Consiglio direttivo AIDEA, nella seduta del ha deliberato di istituire una Commissione Triennale di Lavoro (CTL) JR2010 per la redazione del JRAIDEA versione Requisiti di accreditamento (aggiornamento C.D. 20/6/08): 1. Presenza nel Comitato Editoriale e/o nel Comitato Scientifico di accademici autorevoli, italiani e stranieri. 2. Attribuzione della Direzione scientifica ad un accademico di elevato profilo scientifico 60

65 VQR Più recentemente, (Firenze 9 giugno 2010), proprio in vista del prossimo esercizio della VQR, , il presidente del Consiglio Direttivo della Società Italiana dei Docenti di Ragioneria e di Economia Aziendale (SIDREA), Angelo Riccaboni ha ribadito l importanza di favorire il numero maggiore possibile di candidature al Panel d Area da parte dei docenti del settore SECS-P/07, onde garantire la necessaria rappresentatività ed evitare i gravi inconvenienti del precedente esercizio, in merito ai criteri per la selezione, confermando con decisione l importanza che per il settore sia data rilevanza alla peer review. Al riguardo si preannunziano riflessioni ulteriori da presentare anche alle altre società scientifiche aziendali. 3.3.f Area 01 - Scienze matematiche e informatiche. Specificità del SSD MAT/* Considerazioni radicalmente critiche sull impiego dell impact factor nella valutazione dei prodotti scientifici delle discipline matematiche sono state espresse autorevolmente già nel recente passato da A. FIGÀ TALAMANCA, (L Impact Factor nella valutazione della ricerca e nello sviluppo dell editoria scientifica 14. SINM 2000) secondo il quale...l uso dell IF per la valutazione della ricerca scientifica individuale o collettiva, ad esempio, di dipartimenti o gruppi di ricercatori, o paesi interi, ha costi altissimi in termini dei danni che può recare al sistema scientifico e pochissimi, incerti, benefici. Senza contestare i comportamenti delle comunità scientifiche italiane (in gran parte del settore biologico e medico) che usano entusiasticamente l IF nella valutazione della ricerca scientifica individuale e collettiva, Figà Talamanca incoraggia però le comunità scientifiche (ad esempio i matematici ed i fisici) che ancora resistono all invasione dell IF, a perseverare nella loro resistenza. Nel novembre 2008, l Unione Matematici Italiani, si esprime sul tema dei criteri statistici per la valutazione degli articoli scientifici con una Mozione 15, approvata all unanimità dalla Commissione Scientifica dell UMI nel corso di una riunione con il rappresentante al CUN per le Scienze (che può anche non coincidere con il direttore responsabile). 3. Chiaro riferimento, fra gli obiettivi della rivista, all avanzamento delle conoscenze scientifiche. 4. Esplicita indicazione delle modalità mediante le quali i paper vanno sottoposti alla rivista e delle caratteristiche dei processi di referaggio. 5. Presenza di un organo collegiale responsabile delle procedure di gestione dei referaggi. In tale organo dovrebbero essere presenti rappresentanti di istituzioni di ricerca universitarie, nazionali e/o internazionali. 6. Almeno doppio referaggio anonimo da parte di studiosi accademici impegnati nello stesso campo di studio del lavoro presentato. 7. Rendicontazione periodica, almeno annuale, dei nominativi dei referee. 8. Mantenimento nel tempo di un archivio dei referaggi. 9. Presenza della rivista in modalità a pagamento in un numero significativo di Biblioteche delle Università italiane (per le riviste on line numero significativo di accessi al sito). 10. Vendita tramite abbonamento di almeno 1/3 (un terzo) della tiratura (per le riviste on line numero significativo articoli scaricati). 11. Periodicità almeno semestrale. 12. Acquisizione del codice ISSN. 13. Pubblicazione per ogni articolo di un abstract in inglese. 14. Presentazione di un rendiconto annuale, definito dall AIDEA, in merito al possesso dei suddetti requisiti nonché ad altre informazioni ritenute utili (ad esempio, n. papers ricevuti, n. papers accettati, etc.). 15. Disponibilità a rispondere ad eventuali richieste di informazioni e/o approfondimenti da parte di AIDEA. Elenco riviste già accreditate

66 matematiche ed Informatiche e il coordinatore dei Presidenti dei Consigli di CdL in Matematica. Scontato l apprezzamento per il progetto del ministero di sollecitare l individuazione di criteri internazionalmente riconosciuti da utilizzare nelle procedure comparative, la mozione sottolinea con forza, tuttavia, come nessun criterio basato unicamente su indicatori numerici di tipo statistico possa sostituirsi al giudizio scientifico motivato da parte di un gruppo di esperti. Nel segnalare l opinione concorde dei massimi organi scientifici della comunità matematica mondiale (R. ADLER, J. EWING, P. TAYLOR: Citation Statistics, June 2008), che, con riguardo ai parametri bibliometrici, ne ridimensiona l affidabilità valutativa a mero elemento di giudizio concorrente con altri, auspica che siano considerati in posizione predominante, la qualità, l originalità, il rilievo e la persistenza dei risultati scientifici ottenuti dai candidati. Sulla base dell esperienza internazionalmente collaudata, infatti, tali parametri non possono essere calcolati automaticamente a partire da dati statistici, ma determinati solo sulla base del parere di un gruppo di esperti che si assume la responsabilità del giudizio scientifico, onde, nel caso delle valutazioni comparative per il reclutamento dei ricercatori, la soluzione più naturale è affidare questo compito alla stessa commissione giudicatrice, che potrebbe, ove lo ritenesse opportuno, richiedere il parere di riconosciuti esperti internazionali. Per concludere, in coerenza con tali considerazioni, il documento elaborato dal CUN (dicembre 2008) sugli indicatori per la valutazione della ricerca formula alcune considerazioni preliminari che sintetizzano le peculiarità delle discipline afferenti all Area 01: essa si compone di 10 SSD suddivisibili, per le caratteristiche delle attività e per quanto riguarda i criteri e gli indicatori di qualità scientifica, in 2 sotto Aree sufficientemente omogenee, quali Matematica settori MAT/01-09 e Informatica settore INF/01. Quanto alla produzione scientifica della sotto Area della Matematica, ne descrive i caratteri in questi termini: essa si manifesta principalmente attraverso articoli su riviste, libri, parti di libro, seminari, presentazioni a convegni, sistemi software e brevetti. Inoltre, gli articoli e i libri di ricerca sono in gran parte a non più di tre autori, e l ordine degli autori è strettamente alfabetico; la dimostrazione di un singolo teorema significativo richiede spesso un tempo lungo e imprevedibile e la produzione di articoli, soprattutto in certi settori, è di conseguenza molto inferiore a quella di altre Aree; le citazioni, diversamente da altre Aree disciplinari, appaiono lentamente e permangono per lungo tempo; non esiste una banca dati che comprenda tutte le riviste scientifiche di interesse per l Area matematica; la qualità e la notorietà internazionale dei risultati sono solo parzialmente correlabili con il prestigio della sede in cui sono pubblicati e con il numero di citazioni; l impact factor della rivista non è un indicatore significativo della qualità del risultato pubblicato; il cosiddetto H index assume in genere valori molto piccoli, anche per eminenti matematici, risulta quindi essere poco discriminante e poco attendibile; i massimi organismi internazionali per la ricerca 62

67 matematica hanno recentemente preso posizioni ufficiali per mettere in guardia dall uso indiscriminato di indicatori bibliometrici per la valutazione di individui, progetti di ricerca e riviste, anche a causa delle distorsioni che tale uso potrebbe indurre nel comportamento dei ricercatori (Documento di lavoro del CUN su: indicatori di attività scientifica e di ricerca 16, trasmesso al ministro il 24 dicembre 2008)

68 64

69 4. STRUTTURE 4.1 LE ATTUALI STRUTTURE SCIENTIFICHE: DIPARTIMENTI E CENTRI DI RICERCA 4.1.a. I dipartimenti nella normativa attuale e futura I dipartimenti così come li conosciamo oggi sono stati istituiti con DPR 11 luglio 1980, n. 382 (in SO alla GU 31 luglio 1980, n. 209) - Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonché sperimentazione organizzativa e didattica. In questo decreto, oltre a definire le peculiarità dei ruoli e dell accesso al ruolo di professori di I e II fascia e ricercatori, si tratteggiavano elementi di novità per quanto attiene le modalità organizzative della ricerca e della didattica. L art 83, in particolare, definisce i criteri per la definizione dei dipartimenti. Nell'ambito della sperimentazione citata è consentito alle Università di costituire i dipartimenti, intesi come organizzazione di uno o più settori di ricerca omogenei per fini o per metodo e dei relativi insegnamenti anche afferenti a più facoltà o più corsi di laurea della stessa facoltà. I dipartimenti promuovono e coordinano le attività di ricerca nelle università, ferma restando l'autonomia di ogni singolo docente ricercatore. Essi organizzano le strutture per la ricerca e ad essi vengono affidati, di norma, i programmi di ricerca che si svolgono nell'ambito dell'università. Le attività di consulenza e di ricerca su contratto o convenzione da eseguirsi all'interno delle università si svolgono, di norma, nell'ambito dei dipartimenti. I dipartimenti concorrono alle attività didattiche nei modi stabiliti da successivi articoli cui si rinvia per eventuali approfondimenti. La proposta di chiamata, invece, deve essere adottata con la maggioranza dei due terzi dei professori ordinari del consiglio di facoltà, che si pronuncia sulla qualità scientifica dello studioso (omissis). La recente legge in materia di riforma universitaria, approvata il 23 dicembre dal Senato e firmata dal Presidente della Repubblica il 30 dicembre 2010, dà attuazione alle linee guida del Governo per l università definite nel Dossier del 6 novembre Queste ultime intendono ridisegnare in maniera organica il sistema universitario, almeno nei suoi tratti fondamentali, apportando correttivi necessari a eliminare criticità e anomalie che, sedimentandosi nel tempo, hanno di fatto impedito una sana e rapida crescita del sistema secondo principi di efficienza ed efficacia, già a suo tempo enunciati ma in molte occasioni disattesi. In questo quadro legislativo, il Titolo I del disegno di legge in oggetto, enuncia alcuni criteri che dovrebbero informare le scelte di organizzazione del sistema universitario. Più specificatamente (Art. 2- comma 1) si fa riferimento a 65

70 principi di semplificazione, efficacia, efficienza, trasparenza e accessibilità delle informazioni relative all ateneo, da attuare sulla base delle seguenti indicazioni: semplificazione dell articolazione interna, con contestuale attribuzione al dipartimento delle funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, nonché delle attività rivolte all esterno ad esse correlate o accessorie; riorganizzazione dei dipartimenti assicurando una dimensione minima e una affinità per fini e metodi di ricerca: numero di professori, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato non inferiore a trentacinque, ovvero quaranta nelle università con un numero di professori, ricercatori di ruolo e a tempo determinato superiore a mille unità, afferenti a settori scientifico-disciplinari omogenei; possibilità di istituire tra più dipartimenti, raggruppati in relazione a criteri di affinità disciplinare, strutture di raccordo denominate facoltà o scuole, con funzioni di coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche e di gestione dei servizi comuni; previsione della proporzionalità del numero complessivo delle strutture di cui al punto precedente alle dimensioni e alla tipologia scientifico-disciplinare dell ateneo, fermo restando che il numero delle stesse non può essere superiore a dodici; previsione della possibilità, per le università con un organico di professori, di ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato inferiore a cinquecento unità, di darsi un articolazione organizzativa interna semplificata cui vengono attribuite unitariamente le funzioni indicate nei precedenti punti (strutture di raccordo); istituzione di un organo deliberante delle strutture di raccordo precedentemente citate, ove esistenti, composto dai direttori dei dipartimenti in esse raggruppati, da una rappresentanza degli studenti nonché, in misura complessivamente non superiore al 10 per cento dei componenti dei consigli dei dipartimenti stessi, da docenti scelti, tra i componenti delle giunte dei dipartimenti, ovvero tra i coordinatori di corsi di studio o di dottorato ovvero tra i responsabili delle attività assistenziali di competenza della struttura, ove previste; attribuzione delle funzioni di presidente dell organo ad un professore ordinario afferente alla struttura eletto dall organo stesso ovvero nominato secondo modalità determinate dallo statuto; durata triennale della carica, rinnovabilità della stessa per una sola volta; istituzione, in ciascun dipartimento, ovvero in ciascuna struttura di raccordo, di una commissione paritetica docenti-studenti, competente a svolgere attività di monitoraggio dell offerta formativa e della qualità della didattica nonché dell attività di servizio agli 66

71 studenti; ad individuare indicatori per la valutazione dei risultati delle stesse; a formulare pareri sull attivazione e la soppressione di corsi di studio. Si omettono altri punti della legge che non riguardano il tema oggetto di questa relazione ma si rammenta semplicemente che essa non contempla più la presenza delle facoltà all'interno delle università statali italiane così come sono state fino ad oggi concepite. 4.1.b. I dipartimenti dell Insubria: articolazione, composizione e costo degli organici Attualmente all Insubria sono presenti 17 dipartimenti e 29 centri di ricerca, di cui 6 centri di ricerca speciali. L articolazione e la composizione dei dipartimenti per il 2010 è rappresentata in Tabella a. In estrema sintesi, l ateneo opera con 5 dipartimenti a Como e 12 a Varese. Tabella a Situazione al 31/12/2010: 5 dipartimenti a Como e 12 a Varese (Il totale afferenti comprende PO, PA, RU) DIPARTIMENTO SEDE TOTALE N. AREA AFFERENTI DOCENTI BIO 5 ICAR 6 AMBIENTE-SALUTE-SICUREZZA (DASS) VA 15 ING-IND 1 IUS 1 MED 2 BIO 20 CHIM 5 BIOLOGIA STRUTTURALE E FUNZIONALE (DBSF) VA 29 FIS 1 GEO 2 MED 1 AGR 2 BIOTECNOLOGIE E SCIENZE MOLECOLARI (DBSM) VA 22 BIO 19 CHIM 1 IUS 13 DIRITTO ED ECONOMIA DELLE PERSONE E DELLE IMPRESE CO 20 L-LIN 2 (DDEPI) SECS-P 5 DIRITTO PUBBLICO ED INTERNAZIONALE (DDPI) CO 20 IUS 20 IUS 8 DIRITTO ROMANO, STORIA E FILOSOFIA DEL DIRITTO L-LIN 3 CO 13 (DDRSFD) M-STO 1 SPS 1 IUS 10 ECONOMIA (DE) VA 41 SECS-P 24 SECS-S 7 FIS 24 FISICA E MATEMATICA (DFM) CO 38 INF 1 67

72 DIPARTIMENTO SEDE TOTALE AFFERENTI INFORMATICA E COMUNICAZIONE (DICOM) VA 36 AREA N. DOCENTI MAT 12 SECS-S 1 INF 17 ING-INF 4 L-ART 1 L-FIL- LET 1 L-LIN 2 MAT 1 M-FIL 3 M-STO 4 SPS 3 MEDICINA CLINICA (DMC) VA 28 BIO 5 MED 23 MEDICINA E SANITA' PUBBLICA (DMSP) VA 10 MED 8 M-PSI 2 MEDICINA SPERIMENTALE (DMS) VA 21 FIS 2 MED 19 MORFOLOGIA UMANA (DMU) VA 14 BIO 6 MED 8 BIO 10 SCIENZE BIOMEDICHE SPERIMENTALI E CLINICHE (DSBSC) VA 15 MED 5 AGR 1 BIO 3 SCIENZE CHIMICHE E AMBIENTALI (DSCA) CO CHIM GEO 3 M-DEA 1 MED 1 SCIENZE CHIRURGICHE (DSC) VA 22 MED 22 SCIENZE CHIRURGICHE RICOSTRUTTIVE E TECNOLOGIE AVANZATE (DSCRTA) VA 13 MED 13 Totale complessivo 392 Riportiamo qui di seguito anche la situazione del 2009 poiché alcuni dati di dettaglio che saranno illustrati nelle prossime pagine sono riferiti a questo anno solare. 68

73 Tabella b Situazione al 31/12/2009: 6 dipartimenti a Como e 12 a Varese (Il totale afferenti comprende PO, PA, RU) Dipartimenti Sede Numero di SSD Docenti afferenti BIO 5 ICAR 6 AMBIENTE-SALUTE-SICUREZZA (DASS) VA 16 ING-IND 1 IUS 1 MED 3 BIO 18 CHIM 5 BIOLOGIA STRUTTURALE E FUNZIONALE (DBSF) VA 27 FIS 1 GEO 2 MED 1 AGR 2 BIOTECNOLOGIE E SCIENZE MOLECOLARI (DBSM) VA 23 BIO 20 CHIM 1 IUS 14 DIRITTO ED ECONOMIA DELLE PERSONE E DELLE IMPRESE (DDEPI) CO 18 SECS-P 4 DIRITTO PUBBLICO ED INTERNAZIONALE (DDPI) CO 21 IUS 21 IUS 8 DIRITTO ROMANO, STORIA E FILOSOFIA DEL DIRITTO (DDRSFD) CO L-LIN 3 14 M-STO 1 SPS 2 IUS 10 ECONOMIA (DE) VA 40 SECS-P 23 SECS-S 7 FIS 24 FISICA E MATEMATICA (DFM) CO INF 1 37 MAT 11 SECS-S 1 INF 16 ING-INF 3 L-ART 1 L-FIL-LET 1 INFORMATICA E COMUNICAZIONE (DICOM) VA 32 L-LIN 2 MAT 1 M-FIL 3 M-STO 3 SPS 2 MEDICINA CLINICA (DMC) VA 28 BIO 5 MED 23 MEDICINA E SANITA' PUBBLICA (DMSP) VA 11 MED 8 M-PSI 3 MORFOLOGIA UMANA (DMU) VA 14 BIO 6 MED 8 BIO 10 SCIENZE BIOMEDICHE SPERIMENTALI E CLINICHE (DSBSC) VA 15 MED 4 69

74 Dipartimenti Sede Numero di SSD Docenti afferenti M-FIL 1 AGR 1 BIO 2 SCIENZE CHIMICHE E AMBIENTALI (DSCA) CO CHIM GEO 3 M-DEA 1 MED 1 SCIENZE CHIRURGICHE (DSC) VA 22 MED 22 SCIENZE ORTOPEDICHE E TRAUMATOLOGICHE (DSOT) (dal 2010: SCIENZE CHIRURGICHE RICOSTRUTTIVE E TECNOLOGIE AVANZATE - VA 12 MED 12 DSCRTA) SCIENZE CLINICHE E BIOLOGICHE (DSCB) (dal 2010: MEDICINA VA 21 FIS 2 SPERIMENTALE - DMS) MED 19 INF 1 DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA CULTURA, POLITICHE E L-LIN 1 CO 5 DELL'INFORMAZIONE (DSCPI - disattivato dal 2010) M-STO 1 SPS 2 Totale complessivo 388 Nelle Tabelle e sono dettagliati i dati di organico (docente e personale tecnicoamministrativo) nel In particolare la Tabella illustra la composizione del personale docente rispetto al ruolo ricoperto (Professore Ordinario (PO), Professore Associato (PA) e Ricercatore (RU)), gli assegnisti di ricerca ed i dottorandi. La Tabella pondera i valori della Tabella in ragione del tempo che mediamente i docenti di ruolo dedicano alla ricerca (per convenzione si stima che il 50% del tempo dei PO e dei PA sia dedicato alla ricerca mentre per RU la percentuale sale al 70%). 70

75 Tabella Composizione del personale docente, assegnisti e dottorandi rispetto al ruolo ricoperto (Dati al 31/12/2009) SIGLA DIP PO PA RU TOT. ASSEGNISTI DI RICERCA DOTTORANDI DASS 4 25,00% 5 31,25% 7 43,75% DBSF 6 22,22% 9 33,33% 12 44,44% DBSM 8 34,78% 6 26,09% 9 39,13% DDEPI 6 33,33% 3 16,67% 9 50,00% DDPI 7 33,33% 7 33,33% 7 33,33% DDRSFD 3 21,43% 4 28,57% 7 50,00% DE 12 30,00% 11 27,50% 17 42,50% DFM 10 27,03% 16 43,24% 11 29,73% DICOM 9 28,13% 8 25,00% 15 46,88% DMC 9 32,14% 5 17,86% 14 50,00% DMSP 4 36,36% 3 27,27% 4 36,36% DMU 6 42,86% 4 28,57% 4 28,57% DBSC 5 33,33% 4 26,67% 6 40,00% DSCA 6 18,75% 13 40,63% 13 40,63% DSC 9 40,91% 5 22,73% 8 36,36% DSCB (DMS dal 2010) 5 23,81% 4 19,05% 12 57,14% DSCPI (disattivato dal 2010) 1 20,00% 0 0,00% 4 80,00% DSOT (DSCRTA dal 2010) 4 33,33% 5 41,67% 3 25,00% Totale dipartimenti ,38% ,87% ,75% ,0 217 Tabella Numerosità ponderata del personale docente in relazione al tempo dedicato alla ricerca: 50% per PO e PA e 70% per RU (Dati al 31/12/2009) SIGLA DIP PO PA RU TOT. DASS 2,0 2,5 4,9 9,4 DBSF 3,0 4,5 8,4 15,9 DBSM 4,0 3,0 6,3 13,3 DDEPI 3,0 1,5 6,3 10,8 DDPI 3,5 3,5 4,9 11,9 DDRSFD 1,5 2,0 4,9 8,4 DE 6,0 5,5 11,9 23,4 DFM 5,0 8,0 7,7 20,7 DICOM 4,5 4,0 10,5 19,0 DMC 4,5 2,5 9,8 16,8 DMSP 2,0 1,5 2,8 6,3 DMU 3,0 2,0 2,8 7,8 DBSC 2,5 2,0 4,2 8,7 DSCA 3,0 6,5 9,1 18,6 DSC 4,5 2,5 5,6 12,6 DSCB (DMS dal 2010) 2,5 2,0 8,4 12,9 DSCPI (disattivato dal 2010) 0,5 0,0 2,8 3,3 DSOT (DSCRTA dal 2010) 2,0 2,5 2,1 6,6 Totale dipartimenti 57,0 56,0 113,4 226,4 71

76 Nella Tabella si rappresenta, invece, la composizione del personale tecnicoamministrativo presso i dipartimenti, rispetto alla qualifica funzionale. Tabella SIGLA DIP Composizione del personale tecnico-amministrativo presso i dipartimenti dell Insubria (Dati al 31/12/2009) Amministr. Amministr.- Gestionale (Segr. Amm.) Serv. Gen. e Tecnici Socio- Sanitaria Tecn., Tecn.- Scient. ed Elaboraz. dati TOT. AMM.VI TOT. DOCENTI DASS DBSF DBSM DDEPI DDPI DDRSFD DE DFM DICOM DMC DMSP DMU DBSC DSCA DSC DSCB (DMS dal 2010) DSCPI (disattivato dal 2010) DSOT (DSCRTA dal 2010) Tot. Dip TOT. DIP. 72

77 4.1.c. I centri di ricerca dell Insubria: numerosità e dipartimenti di afferenza Nella Tabella sono elencati i centri di ricerca attualmente attivi in Insubria, l unità organizzativa di riferimento (dipartimenti o ateneo) e la numerosità degli aderenti. Tabella Struttura Afferenza ATENEO DBSF DBSM Centri di ricerca attualmente attivi in Insubria Centro Ruolo N. Totale aderenti* afferenti PA 1 PO 9 Centro Speciale "Centro internazionale Insubrico 'Carlo Cattaneo' e 'Giulio Preti' per la filosofia, RU 2 l epistemologia, le scienze cognitive e la storia della scienza e delle tecniche" PTA 1 24 ESTERNO 11 PA 1 Centro Speciale di Alta Formazione e Ricerca "Insubria International Summer School" PO 7 9 ESTERNO 1 PA 7 Centro Speciale di Ricerca "International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities" PO 17 RU 4 29 ESTERNO 1 Centro Speciale "Centro internazionale di ricerca e formazione per la storia delle dottrine politiche e delle istituzioni giuridiche e sociali" n.d. n.d. n.d. Centro Speciale sulla Sicurezza Internazionale - Insubria Center on International Security (ICIS) n.d. n.d. n.d. Centro Speciale sulla Simbolica Politica e delle Forme Culturali n.d. n.d. n.d. PA 4 Centro di Ricerca in NeuroScienze PO 13 RU ESTERNO 8 PA 5 Centro di Ricerca in Biotecnologie per la Salute Umana PO ESTERNO 1 Centro di Ricerca sul Lago di Varese e sulle Risorse Ambientali Locali PA

78 Struttura N. Totale Centro Ruolo Afferenza aderenti* afferenti PO 2 RU 1 ESTERNO 1 PA 1 Centro di Ricerca in Etica degli Affari e Responsabilità Sociale - CreaRes PO 3 5 RU 1 PA 2 DE PO 7 Centro di Ricerca sull'internazionalizzazione delle Economie Locali - CRIEL 15 RU 1 ESTERNO 5 Centro di Ricerca in Economia Sanità Innovazione e Territorio CRESIT n.d. n.d. n.d. PA 2 DFM Centro di Ricerca per i Sistemi Non Lineari e Complessi PO 3 RU 1 9 ESTERNO 3 PA 5 Centro di Ricerca "Informatica Interattiva" - CRII PO 5 11 RU 1 PA 1 DICOM Centro di Ricerca "Knoledge and Service Management for Business Application" PO 4 8 RU 3 PA 3 Centro di Ricerca in Analisi di Immagini ed Informatica Medica (CRAIIM) PO 8 14 RU 3 PA 3 Centro di Ricerca sulle Dislipidemie PO 8 16 RU 5 DMC Centro di Ricerca "Centro Insubrico italo-svizzero per lo studio ed il trattamento delle malattie n.d. n.d. n.d. cardiovascolari - ITASCA" Centro di Ricerche sulle Malattie tromboemboliche e le terapie antitrombotiche n.d. n.d. n.d. DSCA Centro di Ricerca "Centro di Calcolo Scientifico" PA

79 Struttura N. Totale Centro Ruolo Afferenza aderenti* afferenti PO 5 RU 2 PA 2 Centro di Ricerca in Chirurgia Toracica PO RU 1 PA 1 Centro di Ricerche in Chirurgia mini-invasiva PO 1 RU 1 15 ESTERNO 12 PA 3 Centro di Ricerche in Endocrinochirurgia PO 2 RU 3 12 DSC ESTERNO 4 PA 2 Centro di Ricerche in Senologia PO 1 11 ESTERNO 8 PA 3 Centro di Ricerche per lo Studio e l'applicazione di Nuove Tecnologie in Chirurgia Vascolare PO 3 7 RU 1 PA 1 Centro di Ricerche per lo Studio e lo Sviluppo dei Trapianti d'organo PO 4 7 RU 2 Centro di Ricerche Interdisciplinare di Patologia e Chirurgia del Rachide n.d. n.d. n.d. DDPI Centro di Ricerca di Diritto Svizzero n.d. n.d. n.d. DMU Centro di Ricerche in Radiologia Interventistica n.d. n.d. n.d. Totale complessivo * il numero di aderenti è indicato solo per i centri che hanno risposto alla richiesta inviata a suo tempo. Va segnalato che diversi docenti aderiscono a più centri di ricerca. Il docente da un punto di vista organizzativo può afferire ad un solo dipartimento mentre può aderire a più centri di ricerca. Per l anno 2009 non risulta personale tecnico-amministrativo con incarico esclusivo su centri di ricerca o centri speciali. 75

80 Si tratta di 29 centri di ricerca, di cui 6 centri di ricerca speciali. Questi ultimi fanno capo all ateneo per la gestione economico-finanziaria, mentre tutti gli altri fanno capo ai dipartimenti di riferimento. Nella Tabella di seguito riportata è presentata una sintesi della distribuzione numerica dei centri di ricerca rispetto ai dipartimenti attualmente attivi presso l Insubria. Tabella SIGLA DIP DASS DBSF DBSM DDEPI DDPI DDRSFD DE DFM DICOM DMC DMSP DMU DSBSC DSC DSCA DSCB DSCPI ex DSOT Centri Speciali ATENEO Distribuzione numerica dei centri di ricerca rispetto ai dipartimenti attualmente attivi presso l Insubria NUMEROSITA E DENOMINAZIONE DEI CENTRI DI RICERCA PRESENTI NEI DIVERSI DIPARTIMENTI Nessun Centro di Ricerca n. 1 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca in Neuroscienze CNS n. 2 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca in Biotecnologie per la Salute Umana; Centro di Ricerca sul Lago di Varese e sulle Risorse Ambientali Locali Nessun Centro di Ricerca n. 1 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca di Diritto Svizzero Nessun Centro di Ricerca n. 3 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca in Economia Sanità Innovazione e Territorio CRESIT; Centro di Ricerca in Etica degli Affari e Responsabilità Sociale CREAReS; Centro di Ricerca sull'internazionalizzazione delle Economie Locali CRIEL n. 1 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca per i Sistemi Non Lineari e Complessi n. 3 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca "Informatica Interattiva" CRII; Centro di Ricerca "Knowledge and Service Management for Business Application"; Centro di Ricerca in Analisi di Immagini ed Informatica Medica CRAIIM n. 3 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca "Centro Insubrico italo-svizzero per lo studio ed il trattamento delle malattie cardiovascolari - ITASCA"; Centro di Ricerche sulle Dislipidemie; Centro di Ricerche sulle Malattie tromboemboliche e le terapie antitrombotiche Nessun Centro di Ricerca n. 1 Centro di Ricerca: Centro di Ricerche in Radiologia Interventistica Nessun Centro di Ricerca n. 7 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca in Chirurgia Toracica; Centro di Ricerche in Chirurgia mini-invasiva; Centro di Ricerche in Endocrinochirurgia; Centro di Ricerche in Senologia; Centro di Ricerche Interdisciplinare di Patologia e Chirurgia del Rachide; Centro di Ricerche per lo Studio e l'applicazione di Nuove Tecnologie in Chirurgia Vascolare; Centro di Ricerche per lo Studio e lo Sviluppo dei Trapianti d'organo n. 1 Centro di Ricerca: Centro di Ricerca "Centro di Calcolo Scientifico" Nessun Centro di Ricerca Nessun Centro di Ricerca Nessun Centro di Ricerca n. 6:"Centro internazionale di ricerca e formazione per la storia delle dottrine politiche e delle istituzioni giuridiche e sociali"; "Centro internazionale Insubrico 'Carlo Cattaneo' e 'Giulio Preti' per la filosofia, l epistemologia, le scienze cognitive e la storia della scienza e delle tecniche"; Alta Formazione e Ricerca "Insubria International Summer School"; "International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities"; Sicurezza Internazionale - Insubria Center on International Security (ICIS); Simbolica Politica e delle Forme Culturali 76

81 L analisi dipartimentale fin qui condotta potrebbe assumere maggior significato se letta alla luce delle situazioni in cui versano le altre realtà universitarie. Per questo motivo nei paragrafi successivi, al fine di formulare confronti e relativizzare la situazione dell Insubria, si riportano alcuni dati e si calcolano alcuni indicatori con riferimento al panorama italiano degli atenei pubblici e privati. 4.1.d. I dipartimenti negli atenei italiani: alcuni indici dimensionali e di composizione Nella Tabella 4.1.7, è riassunta la numerosità dei dipartimenti presenti negli atenei italiani, pubblici e privati, con l indicazione del numero totale dei docenti in carico all ateneo e del numero medio dei docenti afferenti ai diversi dipartimenti (d ora in poi detto indice di affollamento ). Tabella Numerosità dei dipartimenti presenti negli atenei italiani, pubblici e privati, con l indicazione del numero totale dei docenti in carico (Dati al 31/12/2009) Ateneo N N Docenti Indice di Dip. afferenti affollamento Libera Univ. degli Studi "Maria SS.Assunta" - LUMSA - Roma ,0 Libera Univ. Inter.le Studi Sociali "Guido Carli" LUISS-ROMA ,7 Libera Università "Vita Salute S.Raffaele" MILANO ,8 Libera Università di BOLZANO ,4 LUM "Jean Monnet" ,5 Politecnico di BARI ,8 Politecnico di MILANO ,8 Politecnico di TORINO ,2 Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di TRIESTE ,6 Scuola Normale Superiore di PISA ,5 Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento S.Anna di PISA ,2 Seconda Università degli Studi di NAPOLI ,9 UKE - Università Kore di ENNA ,0 Università "Cà Foscari" VENEZIA ,3 Università "Campus Bio-Medico" ROMA ,0 Università Cattolica del Sacro Cuore ,3 Università Commerciale "Luigi Bocconi" MILANO ,1 Università degli Studi "G. d'annunzio" CHIETI-PESCARA ,6 Università degli Studi "Magna Graecia" di CATANZARO ,3 Università degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA ,7 Università degli Studi de L'AQUILA ,2 Università degli Studi del MOLISE ,6 Università degli Studi del PIEMONTE ORIENTALE "Amedeo Avogadro"-Vercelli ,3 Università degli Studi del SALENTO ,3 Università degli Studi del SANNIO di BENEVENTO ,4 Università degli Studi della BASILICATA ,8 Università degli Studi della TUSCIA ,8 Università degli Studi di BARI ALDO MORO ,9 Università degli Studi di BERGAMO ,2 77

82 Ateneo N N Docenti Indice di Dip. afferenti affollamento Università degli Studi di BOLOGNA ,8 Università degli Studi di BRESCIA ,7 Università degli Studi di CAGLIARI ,6 Università degli Studi di CAMERINO ,1 Università degli Studi di CASSINO ,9 Università degli Studi di CATANIA ,9 Università degli Studi di FERRARA ,4 Università degli Studi di FIRENZE ,3 Università degli Studi di FOGGIA ,8 Università degli Studi di GENOVA ,8 Università degli Studi di MACERATA ,4 Università degli Studi di MESSINA ,3 Università degli Studi di MILANO ,9 Università degli Studi di MILANO-BICOCCA ,3 Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA ,2 Università degli Studi di NAPOLI "Federico II" ,4 Università degli Studi di NAPOLI "L'Orientale" ,4 Università degli Studi di NAPOLI "Parthenope" ,4 Università degli Studi di PADOVA ,5 Università degli Studi di PALERMO ,6 Università degli Studi di PARMA ,5 Università degli Studi di PAVIA ,6 Università degli Studi di PERUGIA ,4 Università degli Studi di PISA ,7 Università degli Studi di ROMA "Foro Italico" ,7 Università degli Studi di ROMA "La Sapienza" ,4 Università degli Studi di ROMA "Tor Vergata" ,1 Università degli Studi di SALERNO ,6 Università degli Studi di SASSARI ,1 Università degli Studi di SIENA ,9 Università degli Studi di TERAMO ,6 Università degli Studi di TORINO ,6 Università degli Studi di TRENTO ,5 Università degli Studi di TRIESTE ,7 Università degli Studi di UDINE ,1 Università degli Studi di URBINO "Carlo BO" ,8 Università degli Studi di VERONA ,6 Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como ,6 Università degli Studi ROMA TRE ,4 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - NAPOLI ,0 Università della CALABRIA ,4 Università della VALLE D'AOSTA ,0 Università IUAV di VENEZIA ,7 Università per Stranieri di PERUGIA ,5 Università per Stranieri di SIENA ,0 Università Politecnica delle MARCHE ,1 78

83 La tabella evidenzia con sfumature differenti, dal nero al bianco, classi di atenei raggruppati in funzione del valore crescente dell indice di affollamento, come specificato nella seguente legenda: meno di 15 afferenti tra i 15,1 e i 20 afferenti tra i 20,1 e i 25 afferenti tra i 25,1 e i 30 afferenti tra i 30,1 e i 35 afferenti tra i 35,1 e i 40 afferenti sopra i 40,1 afferenti La situazione complessiva è riassunta nella Tabella 4.1.8: Tabella Indice di affollamento dei dipartimenti negli atenei italiani: un quadro di sintesi Indice di affollamento N di atenei con indice di affollamento omogeneo meno di 15 afferenti N 2 # tra i 15,1 e i 20 afferenti N 5 tra i 20,1 e i 25 afferenti N 11 tra i 25,1 e i 30 afferenti N 18 tra i 30,1 e i 35 afferenti N 16 tra i 35,1 e i 40afferenti N 7 sopra i 40,1 afferenti N 16 Totale atenei N 75 # si stratta di strutture universitarie molto particolari: Scuola Superiore di Trieste e Scuola Superiore S. Anna di Pisa. I dati della tabella sono stati sottoposti ad un analisi di regressione per mettere in relazione l indice di affollamento con le dimensioni degli atenei, e verificare se tra le due variabili esiste una sorta di correlazione. Escludendo dal data base i politecnici e le università private, che in genere hanno peculiarità non presenti negli atenei statali, non emergono correlazioni ma si evidenzia che gli atenei piccoli hanno un comportamento molto diversificato (Figura 4.1.1). Si è scelto, pertanto, di approfondire l analisi avendo a riferimento gli atenei più grandi (numero di docenti afferenti maggiore di 1.000) eliminando dal campione due atenei con comportamento anomalo (Perugia e Tor Vergata). La Figura evidenzia un certo grado di correlazione, anche se non statisticamente significativo tra l indice di affollamento e le dimensioni di ateneo. 79

84 Figura Correlazione tra numero docenti dell ateneo e numerosità dei dipartimenti (atenei statali esclusi i Politecnici) Figura Correlazione tra numero docenti dell ateneo e numerosità dei dipartimenti (atenei statali con numero di docenti > 1.000, esclusi i Politecnici) 80

85 Le tendenze che si evincono dai dati raccolti e dalle elaborazioni fatte, sono le seguenti: a) i casi di atenei con grado di affollamento particolarmente basso sono concentrati nella fascia dimensionale più ridotta, anche se questa tipologia dimensionale di atenei ha comportamenti variegati (Figura 4.1.1). Si rileva infatti la presenza di atenei piccoli, ma con dipartimenti numericamente contenuti e particolarmente popolati, (ad esempio Trento, Brescia, etc.). Ne consegue che, l'efficienza, così come è auspicata dal Ministero, si dimostra possibile e può diventare un obiettivo realistico da perseguire per ogni ateneo a prescindere dalle dimensioni. b) All interno degli atenei più grandi (numero di docenti afferenti maggiore di 1.000) è evidente come al crescere delle dimensioni aumenta il grado di affollamento dei dipartimenti (Figura4.1.2) configurando strutture allineate per dimensioni con le attuali richieste del ministero (35-40 afferenti in ragione delle dimensioni degli atenei); Alla luce di questi rilievi è possibile concludere che esiste, probabilmente, una soglia minima dimensionale di ateneo che se non viene raggiunta può pregiudicare l efficienza organizzativa a livello dipartimentale (numero eccessivo di dipartimenti con numero di afferenti troppo basso) ma che l efficienza può essere perseguita anche negli atenei di minori dimensioni. Il nostro ateneo con 21,6 docenti in media per ogni dipartimento non è tra quelli più virtuosi. Alla luce di questo rilievo, potrebbe essere interessante procedere nell analisi considerando anche il grado di diversificazione della didattica di ateneo (numero di facoltà) e un indice che misuri l omogeneità degli afferenti (in rapporto al settore scientifico-disciplinare di appartenenza dei ricercatori stessi). Il rilievo di quest ultimo fattore potrebbe risultare particolarmente significativo per individuare quegli atenei che, oltre al requisito della numerosità minima degli afferenti, rispettano anche quello della uniformità scientifico-disciplinare auspicato dal legislatore nel disegno di legge. Nonostante la normativa del 1980 prevedesse già che ai dipartimenti afferissero ricercatori appartenenti a settori di ricerca omogenei per fini o per metodo..., questo criterio non è sempre stato rispettato, contribuendo ad adottare soluzioni organizzative non sempre efficienti sul piano gestionale, o funzionali sul piano dell efficacia operativa o competitiva. 81

86 Si completa, pertanto, il rilievo quantitativo precedentemente illustrato con indicazioni specifiche in ordine al: grado di diversificazione della didattica (misurato dalla numerosità delle facoltà); 1 grado affinità scientifica disciplinare degli afferenti (misurato da un indice che mette in relazione il numero dei settori scientifico-disciplinari presenti nei dipartimenti col numero totale degli afferenti al dipartimento). 2 Consideriamo innanzitutto la situazione del nostro ateneo, per estendere successivamente la stessa analisi ad alcuni atenei considerati significativi come realtà di confronto rispetto alla nostra, o per dimensioni (come l Università del Piemonte Orientale, l Università del Molise, l Università di Brescia, l Università di Trento) o perché particolarmente virtuosi, da utilizzare quindi come benchmark (come i politecnici di Milano e Torino, l Università di Bologna, La Sapienza di Roma) o perché, infine, operative all interno dell area competitiva territorialmente più prossima al nostro ateneo (come l Università Statale di Milano e Milano Bicocca). Sarebbe interessante avviare anche un osservazione in ambito internazionale ma la reperibilità dei dati al momento non è fattibile. Nella Tabella si illustra una sintesi comparativa all interno del campione di atenei di dimensioni minori. Le informazioni disponibili consentono di evidenziare alcune tendenze: Tabella Il campione degli atenei piccoli 3 Ateneo N Dip. N docenti di ruolo Indice di affollamento dei dipartimenti Indice di omogeneità scientifica degli afferenti Indice di diversificazione didattica di ateneo MOLISE ,1 11,6 7 PIEMONTE O ,3 19,5 7 INSUBRIA ,6 17,7 5 BRESCIA ,7 29,8 4 TRENTO , gli atenei che hanno l indice di affollamento dei dipartimenti più elevato sono anche quelli che meglio rispettano il requisito della omogeneità scientifica degli afferenti; l indice di diversificazione didattica, per contro, non necessariamente influisce positivamente sul tasso di omogeneità scientifica degli afferenti (così è per l ateneo di Brescia che con 4 1 meglio sarebbe stato utilizzare il numero dei corsi di laurea ma il lavoro di recupero di tali informazioni a livello nazionale avrebbe impegnato il nucleo oltre misura. 2 Avremmo potuto utilizzare indici più sofisticati ricorrendo a fattori di ponderazione per tener conto della numerosità dei docenti all interno di ciascun SSD, ma abbiamo ritenuto non particolarmente significativo questo ulteriore dettaglio ai fini dell indagine in questione. 3 Si assumono piccoli gli atenei fino ad un massimo di 1000 docenti, limite indicato dalla normativa per poter istituire dipartimenti con 35 docenti. Tale limite è alzato a 40, per gli atenei con più di 1000 docenti. 82

87 facoltà ha un indice di omogeneità complessivo pari a 29,8 ma non per il nostro ateneo che con 5 facoltà ha un indice di omogeneità complessivo solo pari a 17,7); l ateneo che ha l indice di omogeneità complessivo più simile al nostro (Piemonte Orientale) registra comunque un valore più elevato (19,5 contro il nostro pari a 17,7) e opera con un grado di diversificazione della didattica superiore al nostro (7 facoltà in luogo di 5); l ateneo che ha un indice di omogeneità complessivo più elevato pari a 36 (Università di Trento), ha anche il numero medio di afferenti ai dipartimenti più consistente, oltre a gestire 7 facoltà. Certamente questi rilievi non sono sufficienti per trarre conclusioni in merito a possibili correlazioni generalizzabili che si innestano tra soluzioni organizzative dipartimentali che ottimizzano la numerosità media degli afferenti, il loro grado di omogeneità, la diversificazione didattica e la qualità della ricerca stessa sulla quale ovviamente influiscono molti e diversificati fattori. Ciò non toglie che è e rimane un dato di fatto sul quale riflettere. A questo fine si è voluto ampliare l indagine estendendola a quegli atenei che sono risultati ai primi posti nelle classifiche della prima valutazione CIVR: il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma, l Università di Bologna. Questo ulteriore rilievo potrebbe essere utile per capire se esiste una relazione tra modalità organizzative dei dipartimenti (numerosità dei dipartimenti in rapporto alle dimensioni dell ateneo, grado di affollamento dei dipartimenti, grado di omogeneità degli afferenti, grado di diversificazione della didattica) e qualità della ricerca svolta dai singoli dipartimenti. Nella Tabella si illustra una sintesi comparativa dei dati precedentemente dettagliati che pongono in evidenza ulteriori tendenze. Tabella Campione degli atenei medio-grandi Ateneo N Dip. N docenti di ruolo Indice di affollamento dei dipartimenti Indice di omogeneità scientifica degli afferenti Indice di diversificazione didattica di ateneo POLITECNICO TORINO ,2 62,35 6 POLITECNICO MILANO ,8 76,5 9 BOLOGNA ,8 118,8 23 LA SAPIENZA- ROMA ,4 161,

88 Gli aspetti interessanti da evidenziare sono i seguenti: tutti questi atenei hanno dimensioni decisamente maggiori rispetto a quelli precedentemente analizzati. Gli indici assumono, in alcuni casi anche in ragione delle dimensioni, valori molto differenti da quelli calcolati per gli atenei più piccoli; ad eccezione dell indice di affollamento dei dipartimenti del Politecnico di Milano (decisamente al di sopra della media), questo indice assume, per gli altri atenei elencati nella Tabella , un valore molto prossimo a quello dell Università di Trento che registra la miglior performance di affollamento tra i piccoli atenei ; l indice di omogeneità scientifica è molto più elevato di quello registrato nei piccoli atenei. Il grado di omogeneità più elevato tra i piccoli si registra presso l Università di Trento che, all interno di questa categoria dimensionale, è quello più apprezzato per la qualità della ricerca. Questo indice, a nostro avviso, potrebbe avere una relazione non casuale con le ottime posizioni ottenute dagli atenei in questione nelle classifiche di valutazione della ricerca: dipartimenti omogenei sul piano delle competenze scientifico-disciplinari presenti, generano una massa critica di competenze che non può che incidere positivamente sulla qualità della ricerca condotta; si conferma, inoltre, come il grado di diversificazione didattica dell ateneo non necessariamente influisca positivamente sul tasso di omogeneità scientifica degli afferenti. Infatti, il Politecnico di Milano, che ha un tasso di omogeneità elevatissimo (76,5) ha un livello di diversificazione contenuto (solo 9 facoltà), mentre atenei come La Sapienza e Bologna pur avendo un indice di diversificazione elevatissimo (23 facoltà) hanno un indice di omogeneità pari alla metà circa di quello registrato dal Politecnico di Milano o pari a quello del Politecnico di Torino che però ha solo 6 facoltà. Le considerazioni contenute in queste pagine verranno riprese nel capitolo finale quando saranno formulate alcune ipotesi di riorganizzazione dipartimentale presso il nostro ateneo e suggeriti alcuni criteri che potrebbero essere seguiti per migliorare l efficienza e l efficacia organizzativa, anche a vantaggio dei risultati della ricerca. Infine, si è ritenuto di completare l indagine considerando altri due atenei, la Statale di Milano e Milano Bicocca che, trovandosi nel territorio sul quale insiste l Università dell Insubria, potrebbero rappresentare realtà interessanti con cui ulteriormente confrontarsi. 84

89 Nella Tabella si illustra una sintesi comparativa dei dati precedentemente dettagliati che pongono in evidenza ulteriori tendenze. Tabella Gli atenei milanesi concorrenti dell Insubria Ateneo N Dip. N docenti di ruolo Indice di affollamento dei dipartimenti Indice di omogeneità scientifica degli afferenti Indice di diversificazione didattica di ateneo MILANO ,9 78,9 9 MILANO BICOCCA ,3 38,1 8 In particolare, Milano Bicocca ha indici di affollamento e di omogeneità scientifica degli afferenti molto prossimi all Università di Trento, già indicata come benchmark organizzativo, mentre la Statale di Milano, pur in presenza di un grado medio di affollamento non particolarmente alto, mantiene un elevato grado medio di omogeneità degli afferenti, addirittura maggiore di quello registrato nei politecnici. È stata condotta, infine, un ultima analisi di correlazione, mettendo in relazione gli indici di affollamento di omogeneità scientifica delle diverse classi di atenei qui sopra analizzati Da tali risultati, che non possono essere considerati significativi data l esiguità del campione analizzato, si può comunque evincere che oltre alla dimensione (n. complessivo di docenti dell ateneo) anche il grado di omogeneità scientifica degli atenei sembrerebbe influire sulla numerosità media dei dipartimenti. 4.1.e. Le condizioni di efficienza gestionale dei dipartimenti dell Insubria Alla luce dei dati resi disponibili nei paragrafi precedenti, è possibile approfondire ulteriormente l analisi dipartimentale per finalizzarla ad un apprezzamento delle condizioni di efficienza organizzativa delle strutture decentrate dell Insubria. Questa può essere particolarmente utile nel momento attuale in quanto l ateneo si trova oggi a dover ripensare alle proprie strategie di sviluppo e alle proprie scelte organizzative nell ottica di perseguire una maggiore efficienza di gestione imposta sia dalle recenti prescrizioni normative, sia dalla prospettiva di scarsità di risorse disponibili per i prossimi anni. Essa appare ancora più urgente in quanto, come si è rilevato nei precedenti paragrafi, le strutture dipartimentali dell ateneo oltre ad essere caratterizzate da una rilevante eterogeneità scientifica, sono particolarmente numerose rispetto alle dimensioni dell ateneo stesso. In considerazione del fatto che ogni struttura amministrativa comporta una serie di costi tangibili (indennità di carica, personale amministrativo di supporto, costi organizzativi e logistici) e intangibili (tempo dedicato dai docenti per attività di 85

90 gestione e sottratto all impegno per le attività didattiche e di ricerca), l attuale articolazione dipartimentale dovrebbe, quindi, essere oggetto di valutazione critica a prescindere dagli obblighi di legge. In questo paragrafo il NuV intende effettuare un analisi dei dipartimenti dell ateneo presenti nel 2009, per portare alla luce, attraverso la definizione di alcuni indicatori che mettono in relazione variabili economico-finanziarie con indici dimensionali, possibili spazi di miglioramento nella loro organizzazione e gestione. Il NuV è consapevole che un analisi di tale genere, che si basa solo su dati numerici, che per loro natura non possono cogliere esattamente la significatività del fenomeno indagato, e prescinde dalle peculiarità organizzative delle diverse strutture, è molto delicata e non può che essere interpretata in termini relativi. Non è, infatti, pretesa del Nucleo formulare giudizi assoluti sulle capacità gestionali delle singole strutture, ma solo offrire spunti di riflessione. In termini operativi si precisa che le analisi effettuate si basano sui dati di bilancio del 2009 delle unità autonome, integrati con alcuni approfondimenti resi possibili dai dettagli del piano dei conti disponibili nel sistema di contabilità CIA di CINECA e da alcuni dati sui carichi di lavoro dei dipendenti afferenti a ciascun dipartimento richiesti direttamente ai singoli interessati e verificati con i loro responsabili. Al fine di rendere l analisi più attendibile, si è effettuata un indagine presso i singoli dipartimenti per verificare, con gli stessi operatori (personale tecnico-amministrativo) la corretta attribuzione degli organici alle diverse strutture, in funzione delle attività prestate per ognuna di esse, indipendentemente dalla formale afferenza ad una struttura piuttosto che ad un altra. Le Tabelle e contengono dati utili per avere una dimensione dei volumi finanziari gestiti da tutte le unità autonome (che comprendono anche i centri di servizio SIC, SiBA, SISRIT) espressi in termini di entrate e uscite registrate a bilancio nell ultimo triennio. 86

91 Tabella Entrate accertate dalle Unità di Gestione nel triennio Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 ENTRATE Accertamenti % Accertamenti % Accertamenti % Entrate contributive - 0,0% - 0,0% - 0,0% Vendita di beni e prestazioni di servizi 221 2,4% ,1% 943 9,9% Rendite e interessi attivi 55 0,6% 56 0,5% 43 0,5% Entrate patrimoniali e diverse 6 0,1% - 0,0% 5 0,1% Entrate da mutui e prestiti - 0,0% - 0,0% - 0,0% Entrate proprie 282 3,1% ,6% ,4% Trasferimenti dal MIUR 289 3,2% 555 4,7% 11 0,1% Trasferimenti da altri enti pubblici e privati ,3% ,2% ,3% Assegnazioni e Trasferimenti alle Strutture ,5% ,0% ,2% Poste correttive e compensative 172 1,9% 279 2,4% 672 7,0% Entrate per trasferimenti ,9% ,4% ,6% Totale al netto partite di giro ,0% ,0% ,0% Partite di giro Totale complessivo Tabella Spese impegnate dalle Unità di Gestione nel triennio Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 USCITE Impegni % Impegni % Impegni % Funzionamento organi universitari - 0,0% - 0,0% - 0,0% Spese per il personale (risorse umane) ,6% ,6% ,8% Attività istituzionali a favore degli studenti - 0,0% - 0,0% - 0,0% Spese per acquisto di beni e servizi ,9% ,7% ,6% Trasferimenti passivi ,8% ,4% ,1% Oneri finanziari e Tributari 15 0,2% 176 1,6% 114 1,1% Poste corrispettive e comp. 21 0,2% 42 0,4% 212 2,1% Fondi in attesa di destinazione - 0,0% - 0,0% - 0,0% Spese di funzionamento ,6% ,7% ,8% Spese investimento in immobili - 0,0% - 0,0% - 0,0% Altre spese per investimento ,4% ,3% ,2% Spese per l investimento ,4% ,3% ,2% Acquisto titoli pubblici e privati - 0,0% - 0,0% - 0,0% Rimborso mutui e prestiti - 0,0% - 0,0% - 0,0% Totale al netto partite di giro ,0% ,0% ,0% Partite di giro Totale complessivo Il dettaglio dei volumi di finanziamenti gestiti dai singoli dipartimenti è illustrato nella Tabella

92 Tabella Valore finanziario delle entrate e spese gestite dai dipartimenti, anno 2009 Dipartimento Sede Entrate gestite (accertamenti) Spese gestite (impegni) Somma entrate e spese gestite DIP. AMBIENTE-SALUTE-SICUREZZA (DASS) Varese , , ,01 DIP. DI BIOLOGIA STRUTTURALE E FUNZIONALE (DBSF) Varese , , ,59 DIP. DI BIOTECNOLOGIE E SCIENZE MOLECOLARI (DBSM) Varese , , ,40 DIP. DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLE PERSONE E DELLE IMPRESE (DDEPI) Como , , ,68 DIP. DI DIRITTO PUBBLICO ED INTERNAZIONALE (DDPI) Como , , ,78 DIP. DI DIRITTO ROMANO, STORIA E FILOS. DEL DIRITTO (DDRSFD) Como , , ,43 DIP. DI ECONOMIA (DE) Varese , , ,80 DIP. DI FISICA E MATEMATICA (DFM) Como , , ,45 DIP. DI INFORMATICA E COMUNICAZIONE (DICOM) Varese , , ,54 DIP. DI MEDICINA CLINICA (DMC) Varese , , ,69 DIP. DI MEDICINA E SANITA' PUBBLICA (DMSP) Varese , , ,33 DIP. DI MEDICINA SPERIMENTALE (DSCB) Varese , , ,47 DIP. DI MORFOLOGIA UMANA (DMU) Varese , , ,90 DIP. DI SCIENZE BIOMEDICHE SPERIM. E CLINICHE (DSBSC) Varese , , ,74 DIP. DI SCIENZE CHIMICHE E AMBIENTALI (DSCA) Como , , ,59 DIP. DI SCIENZE CHIRURGICHE (DSC) Varese , , ,28 DIP. DI SCIENZE CHIRURGICHE RICOSTRUTTIVE E TECNOLOGIE AVANZATE (DSCRTA) Varese , , ,57 DIP. DI SCIENZE DELLA CULTURA, POLITICHE E DELL'INFORMAZIONE (DSCPI) Como , , ,54 TOTALE , , ,79 La Tabella riporta il numero di dipendenti tecnico-amministrativi per dipartimento ripartiti per qualifica funzionale, pesato in funzione del tempo lavorato nell anno per ogni struttura e della eventuale percentuale di part- time. In tal modo si è ottenuto un numero di persone full time equivalent (FTE) per dipartimento che permette di confrontare i carichi di lavoro realmente prestati nei diversi dipartimenti. L attribuzione dei dipendenti alle diverse strutture è avvenuta mediante un indagine interna che ha verificato con gli stessi dipendenti la percentuale di tempo prestata nell anno 2009 a servizio delle diverse strutture. 4 4 L indagine ha rilevato l impiego del personale tecnico-amministrativo presso tutte le strutture decentrate, ma in tabella si sono riportati i risultati solo per le strutture dipartimentali oggetto di analisi. 88

93 Area Amministrativa Area Amministrativa - Gestionale Area Servizi Generali e Tecnici Area Socio-Sanitaria Area Tecnica, Tecnico- Scientifica ed Elaborazione dati Totale complessivo Tabella Numero di personale tecnico-amministrativo FTE per dipartimento e per area funzionale, anno 2009 Sede DIP. AMBIENTE-SALUTE-SICUREZZA (DASS) 2,0 0,5 0,2 2,7 5,4 DIP. DI BIOLOGIA STRUTTURALE E FUNZIONALE (DBSF) 1,5 0,5 1,3 6,1 9,4 DIP. DI BIOTECNOLOGIE E SCIENZE MOLECOLARI (DBSM) 1,0 0,2 0,2 5,6 7,0 DIP. DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLE PERSONE E DELLE IMPRESE (DDEPI) 1,2 0,3 1,5 DIP. DI DIRITTO PUBBLICO ED INTERNAZIONALE (DDPI) 1,2 0,2 1,4 DIP. DI DIRITTO ROMANO, STORIA E FILOSOFIA DEL DIRITTO (DDRSFD) 0,9 0,2 1,1 DIP. DI ECONOMIA (DE) 3,8 0,7 1,0 5,5 DIP. DI FISICA E MATEMATICA (DFM) 1,6 0,3 0,8 2,8 5,4 DIP. DI INFORMATICA E COMUNICAZIONE (DICOM) 2,8 0,4 1,0 4,2 DIP. DI MEDICINA CLINICA (DMC) 2,7 0,4 3,9 6,9 DIP. DI MEDICINA E SANITA' PUBBLICA (DMSP) 0,5 0,2 2,0 2,7 DIP. DI MEDICINA SPERIMENTALE (DSCB) 3,2 0,6 2,0 5,7 DIP. DI MORFOLOGIA UMANA (DMU) 3,0 0,2 2,9 6,1 DIP. DI SCIENZE BIOMEDICHE SPERIMENTALI E CLINICHE (DSBSC) 1,9 0,2 4,0 6,1 DIP. DI SCIENZE CHIMICHE E AMBIENTALI (DSCA) 1,7 0,5 1,0 8,3 11,4 DIP. DI SCIENZE CHIRURGICHE (DSC) 3,0 0,2 0,5 3,7 DIP. DI SCIENZE CHIRURGICHE RICOSTRUTTIVE E TECNOLOGIE AVANZATE (DSCRTA) 0,4 0,2 0,6 DIP. DI SCIENZE DELLA CULTURA, POLITICHE E DELL'INFORMAZIONE (DSCPI) 0,5 0,3 1,0 2,0 3,8 Totale complessivo 32,9 5,7 4,5 0,5 44,2 87,8 A partire dai dati dimensionali contenuti nelle precedenti tabelle, la Figura illustra: 1.a) il rapporto tra il numero dei ricercatori del dipartimento (docenti strutturati e assegnisti) e il solo personale amministrativo (che esclude gli assunti con qualifica di tecnico); 1.b) il rapporto tra il numero dei ricercatori del dipartimento (docenti strutturati e assegnisti) e il personale tecnico-amministrativo nel suo complesso; Tali indicatori sono assunti a misura del grado di efficienza relativa dei dipartimenti nella gestione amministrativa dei ricercatori (quanto personale viene gestito da una singola unità di personale amministrativo o tecnico-amministrativo all interno di ogni singolo dipartimento). Il primo indicatore (1.a) è teoricamente più significativo in quanto rapporta il numero di personale del dipartimento al solo personale amministrativo (ovvero considera solo il personale che si dovrebbe occupare della gestione amministrativa del dipartimento e del personale) ma la 89

94 classificazione funzionale del personale tecnico-amministrativo può non corrispondere in modo preciso al tipo di attività (amministrativa o tecnica) realmente svolta all interno del dipartimento. Pertanto, potendo essere compromessa la significatività del dato, si è utilizzato per l analisi anche l indicatore (1.b) che rapporta il numero di persone che lavorano all interno del dipartimento alla totalità del personale tecnico-amministrativo del dipartimento stesso. Figura Numero medio di ricercatori (docenti strutturati, assegnisti) gestiti da un unità di personale amministrativo o tecnico-amministrativo full time equivalent L indicatore calcolato utilizzando la numerosità del personale tecnico-amministrativo delinea una situazione più omogenea tra i dipartimenti rispetto a quella che si configura utilizzando il dato del solo personale amministrativo. In particolare per i dipartimenti DBSM e DFM il numero di persone gestite dal solo personale amministrativo (rispettivamente 23 e 24 per ogni unità di personale amministrativo) appare decisamente fuori scala, ossia molto più elevato rispetto al valore medio (12). Per il dipartimento DBSM tale effetto viene annullato se si considera la numerosità complessiva del personale TA afferente al dipartimento (prestano attività 1,2 amministrativi e 5,8 tecnici in termini di personale full time equivalent). 90

95 Dell area varesina il dipartimento più efficiente in termini di gestione amministrativa del personale appare essere il DSOT. Si è inoltre proceduto in modo analogo per costruire un indice idoneo a misurare il grado di efficienza relativa dei diversi dipartimenti nella gestione contabile dei finanziamenti. Con i dati raccolti è stato possibile costruire la Figura che illustra: 2.a) il rapporto tra i volumi finanziari gestiti (somma delle entrate e delle spese contabilizzate a bilancio) e il personale amministrativo (escludendo gli assunti con qualifica di tecnici); 2.b) il rapporto tra i volumi finanziari gestiti (somma delle entrate e delle spese contabilizzate a bilancio) e il personale tecnico-amministrativo nel suo complesso. Attraverso il ricorso a tali indicatori è possibile comparare il grado di efficienza relativa dei dipartimenti nella gestione contabile dei finanziamenti (quante migliaia di euro vengono gestite da una singola unità di personale tecnico-amministrativo all interno di ogni singolo dipartimento). Sulla significatività di questi due diversi indicatori valgono le medesime considerazioni effettuate in precedenza (in particolare in merito alla considerazione che il solo personale assunto con la qualifica di amministrativo dovrebbe svolgere attività amministrativa). 91

96 Figura Migliaia di euro gestite da un unità di personale tecnico-amministrativo Come nel caso precedente l indicatore calcolato su tutto il personale tecnico-amministrativo è più omogeneo tra i dipartimenti rispetto a quello calcolato utilizzando il solo dato del personale amministrativo. Si rileva il comportamento anomalo del dipartimento DBSM, che appare con un valore di efficienza decisamente superiore alla media quando si considera il solo personale amministrativo, mentre assume un valore allineato agli altri dipartimenti quando si considera nel calcolo tutto il personale del dipartimento. Sia a Como che a Varese si trovano dipartimenti con una gestione amministrativo contabile più efficiente (DBSF, DBSM, DSCA, DFM) accanto a dipartimenti che operano con minore efficienza relativa in quanto caratterizzati da volumi finanziari molto ridotti. Si chiude questo paragrafo finalizzato a delineare le condizioni di efficienza gestionale ed organizzativa con alcuni indicatori considerati idonei a misurare le capacità di autofinanziamento dei singoli dipartimenti. Come già sostenuto in altre parti della presente relazione (capitolo della ricerca) il NuV ritiene infatti molto importante che le strutture di ricerca del nostro ateneo, oltre a portare importanti e non quantificabili benefici alla società in termini di sviluppo e conoscenza, 92

97 debbano contribuire con crescente autonomia al proprio sostentamento economico ed essere concorrenziali nell acquisizione di grant competitivi. La Tabella evidenzia gli importi dell autofinanziamento esterno che ciascun dipartimento dell Insubria è riuscito ad acquisire in autonomia nel corso del La Tabella , invece, riporta le assegnazioni e i trasferimenti interni alle strutture decentrate. In nessun caso sono state considerate le partite di giro e le poste correttive e compensative. A partire dai dati riportati, la Figura illustra: 3.a) il rapporto tra il valore dell autofinanziamento e il numero dei ricercatori del dipartimento; 3.b) il rapporto tra il valore delle assegnazioni e trasferimenti e il numero dei ricercatori del dipartimento. Il primo indicatore esprime la capacità di autofinanziamento per ricercatore in ciascun dipartimento, il secondo indicatore esprime il livello di supporto finanziario (per funzionamento e ricerca) per docente garantito dall amministrazione centrale di ateneo. Questi indicatori devono essere utilizzati con cautela in quanto i dati di origine potrebbero celare delle incongruenze: ad esempio, nelle voci di trasferimento potrebbero essere comprese poste di autofinanziamento incassate dall ateneo e successivamente trasferite alle strutture, oppure, la voce dei trasferimenti alle strutture non include elementi relativi ad eventuali spese sostenute direttamente dall ateneo a favore dei diversi dipartimenti. Un ulteriore fattore che limita la loro significatività è rappresentato dal fatto che i valori di autofinanziamento soffrono (in modo ancora più accentuato rispetto agli altri valori) delle oscillazioni finanziarie tipiche dei bilanci redatti in contabilità finanziaria che non tengono conto, nella dinamica delle registrazioni contabili, della possibile pluriennalità dei fondi iscritti a bilancio (sarebbero sicuramente più significativi dati mediati negli ultimi 3 anni). 93

98 Tabella Le entrate dei dipartimenti considerate come autofinanziamento, anno 2009 ENTRATE DA VENDITA BENI E PREST. SERVIZI RENDITE E INTERESSI ATTIVI TRASFERIMENTI DAL MURST TRASFERIMENTI DA ALTRI ENTI PUBBLICI DASS DBSF DBSM DDEPI DDPI DDRSFD DE DFM DICOM DMC DMSP DMU DSBSC DSC DSCA DSCB DSCPI DSCRTA TOTALE F.E F.E F.E F.E AUTOFINANZIAMENTO Tabella Le entrate dei dipartimenti per trasferimenti e assegnazioni interne, anno 2009 ASSEGNAZIONI TRASFERIM. STRUTTURE E A DASS DBSF DBSM DDEPI DDPI DDRSFD DE DFM DICOM DMC DMSP DMU DSBSC DSC DSCA DSCB DSCPI DSCRTA TOTALE F.E

99 Figura Rapporto tra autofinanziamento e trasferimenti dall ateneo su numero di docenti Pur con tutti i limiti sopra evidenziati, i dati mostrano in generale come vi siano situazioni diversificate: a fronte di una prevalente e limitata capacità di autofinanziamento all interno dell ateneo (valore medio di ateneo ), vi sono alcuni dipartimenti con volumi di autofinanziamento pro-capite decisamente alti (DBSF, DBSM, DE, DMC, DSCB) e altri molto bassi (DDEPI, DDPI, DDRSFD, DMU) che, se confermati nel tempo, dovrebbero suggerire agli Organi di Governo, a prescindere dalla normativa in essere, interventi di riorganizzazione tesi a ricostituire condizioni di efficienza strutturale. 95

100 4.2 CENTRI DI SERVIZI DI ATENEO I Centri di Servizi di Ateneo sono unità di gestione dei diversi servizi a supporto della didattica, della Ricerca e dell amministrazione dell Ateneo, nel rispetto degli indirizzi formulati dal Senato Accademico, istituiti con decreto rettorale su deliberazione del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Ad oggi i Centri di Servizi attivi nell Ateneo sono: il Sistema Bibliotecario di Ateneo (SiBA), il Centro Grandi Attrezzature per la Ricerca Biomedica, il Centro di Servizi Sistema di Supporto alla Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico (SiSRIT), il Centro Servizi e Grandi Attrezzature per lo Studio e la Caratterizzazione della Materia; il Centro Servizi per la gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como, il Centro di Servizi Sistemi Informativi e Comunicazione (SIC). Con riguardo all oggetto della presente relazione, saranno presi in considerazione specifica solo i centri di servizi più direttamente coinvolti nel supporto alla ricerca, con la sola esclusione, quindi, del SIC. 4.2.a Sistema Bibliotecario di Ateneo (SiBA) ORGANIZZAZIONE Il SiBA gestisce l informazione bibliografica nonché i documenti, acquisiti dall Ateneo o resi disponibili, a supporto della ricerca, della didattica e dell amministrazione, e provvede all acquisizione di beni e servizi per l Ateneo e per le singole Biblioteche (Scienze Bio-Mediche ed Economia a Varese; Giurisprudenza e Scienze a Como) nel rispetto di indirizzi e priorità definiti dai rispettivi Consigli Scientifici o dai docenti e dalle strutture che hanno finanziato l'acquisizione. Le unità organizzative del Centro Servizi SiBA sono: la Direzione, che promuove e coordina le attività del SiBA, la gestione delle risorse finanziarie e delle risorse umane, l organizzazione della formazione specialistica, lo sviluppo e coordinamento di progetti, lo sviluppo e coordinamento della biblioteca digitale, lo 96

101 sviluppo e coordinamento del sistema informativo per il monitoraggio e la valutazione delle attività; la Segreteria di Direzione, che riproduce, nell ambito del SiBA, le attività svolte da diversi Uffici dell'amministrazione Centrale; la Contabilità, Bilancio e Patrimonio, che coordina e realizza tutti gli adempimenti amministrativi e contabili relativi all Unità di gestione e ai 5 centri di spesa afferenti; i Servizi informativi e gestione risorse elettroniche che cura tutti servizi e la gestione tecnica, amministrativa ed informatica per le Biblioteche e l utenza dell'ateneo (docenti, studenti, personale tecnico amministrativo); le quattro Biblioteche: Economia (Varese), Medicina e Scienze (Varese), Giurisprudenza (Como), Scienze (Como). Il Centro, alla tradizionale gestione gerarchico-funzionale ha affiancato dal 2002 un modello a matrice che consente più flessibilità nell assolvimento dei compiti statutari, in relazione ad un contesto costantemente investito dalla evoluzione tecnologica. Modalità operative per processi (attraverso gruppi di lavoro) e coordinamento di unità di personale funzionalmente afferenti a strutture diverse (per la realizzazione di progetti definiti) favoriscono la specializzazione delle risorse e un coordinamento orientato al risultato nonché la motivazione e lo sviluppo professionale del personale. Pertanto, nell ambito del SiBA operano sei gruppi di lavoro a carattere permanente in cui competenze professionali biblioteconomiche, informatiche ed amministrative, funzionalmente afferenti alle diverse biblioteche e agli uffici centrali del SiBA, operano per presidiare altrettante aree di sviluppo (ALEPH, Catalogazione, Formazione, tatoo, InsuBRE, Web). Altri gruppi di lavoro, a carattere temporaneo, sono invece costituiti per la realizzazione di specifici progetti (ad es., la razionalizzazione e standardizzazione del servizio di prestito interbibliotecario e document delivery). Inoltre, a fini di razionalizzazione organizzativa e di risparmio, il SiBA collabora con altri Atenei per la realizzazione di progetti particolarmente onerosi e complessi e per l acquisizione di beni e servizi documentali. Sotto il profilo organizzativo questo si è tradotto anche nella partecipazione di personale del SiBA a gruppi di lavoro interateneo permanenti per la gestione di servizi (come il gruppo di lavoro ALEPH Bicocca-Insubria o per il raggiungimento di specifici obiettivi come il gruppo di lavoro SFX-Metalib Bicocca-Insubria). 97

102 Al sulle 25 posizioni previste in organico erano in servizio 23 unità, di cui sette (3 con profilo amministrativo-contabile e 4 con profilo area biblioteche), pari a circa un terzo dell organico (31,8 %), usufruiscono di rapporti di lavoro a tempo parziale. SERVIZI ALL UTENZA Le attività complessivamente svolte dal personale afferente al SiBA sono dirette a promuovere e coordinare i servizi rivolti a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo dell Ateneo a supporto dell attività delle diverse aree dell Amministrazione Centrale, dei Centri Servizi e delle strutture di Didattica e di Ricerca (Facoltà e Dipartimenti). Tali attività riguardano i seguenti servizi: Gestione monografie, periodici cartacei e risorse elettroniche. Prestito utenti. Gestione e presidio delle sale al pubblico. Reference strutturata. Inter Library Loan (ILL) attivo e passivo. Document Delivery (DD) attivo e passivo. Formazione utente. Gestione web. Gestione infrastruttura tecnologica. Gestione help desk sistemi di automazione. Gestione amministrativa. Gestione progetti di innovazione. Rispetto al 2008, nel corso del 2009 si è verificato un incremento netto dei servizi forniti, come indicato da alcuni parametri oggettivi: a. le sessioni di autenticazione per l utilizzo delle postazioni informatiche sono state , con un incremento del 33,63%, rispetto al 2008; b. i prestiti, al 31 dicembre 2009, sono stati , con un aumento del 6,85%, rispetto al Disaggregando il dato per Facoltà, si sono registrati aumenti del 19.2 % per Medicina e 98

103 Scienze/Varese; del 7.6 % per Economia; del 16.1 % per Giurisprudenza e una diminuzione del 17.5 % per Scienze/Como; c. i prestiti interbibliotecari (1.828) e document delivery (5.588) sono aumentati del 30,75%, rispetto al 2008; d. il servizio di fotocopiatura e stampa ( copie nel 2009) ha subito un incremento del 7,1%, rispetto al 2008; e. l accesso a risorse elettroniche è aumentato in maniera significativa. Nel 2009 sono stati effettuati: download di articoli dalle collezioni elettroniche; collegamenti sulle risorse a disposizione dell utenza; sessioni di lavoro sul portale InsuBRE; richieste per il servizio SFX. In aggiunta, nel 2009, sono state fornite 60 occasioni di formazione per l utenza (62,2% circa in più rispetto al 2008), con la partecipazione di utenti (il 115,2% circa in più rispetto al 2008). INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI ALL UTENZA Onde incrementare efficacia ed efficienza dei servizi, il SiBA ha molto puntato sull aggiornamento e la formazione dello staff, favorendone la partecipazione a gruppi di lavoro e progetti di settore (personale SiBA partecipa o ha partecipato, anche con ruoli di coordinamento, a gruppi di lavoro nazionali promossi dalla CRUI e da associazioni fra enti, nell ambito dell automazione bibliotecaria, dei servizi documentali, degli standard catalografici). Per migliorare l uniformità d azione, il coordinamento e l autonomia operativa del personale e le attività di back-office sono stati organizzati nel triennio i seguenti interventi: Nel 2007: piano articolato di aggiornamento per il passaggio alla nuova versione di ALEPH; per la gestione automatizzata dei servizi di biblioteca; per la realizzazione del portale per le risorse elettroniche e per il completamento del Deposito Istituzionale Tesi di Dottorato. Insieme ad Università di Milano Bicocca e Cilea, corso di formazione per la gestione del data base Oracle in rapporto all applicativo ALEPH. Specifica formazione del personale con profilo bibliotecario è stata organizzata sui temi dell interazione con l utente finale. Nel 2008: piano di formazione di 713 ore complessive per le 24 unità di personale, modulato sulla base delle attività di servizio svolte o progettate (portale InsuBRE; 99

104 riorganizzazione del lavoro per l acquisizione di materiale monografico in ALEPH; aggiornamento del personale amministrativo-contabile ed informatico). Nel 2009: piano di formazione di 838 ore complessive per le 23 unità di personale, articolato in tre ambiti (utilizzo degli applicativi in uso per la gestione dei servizi di biblioteca; biblioteconomia specialistica; quadro normativo di riferimento per l organizzazione e gestione dei servizi di Biblioteca). Tra il 2007 e il 2009 sono stati messi in atto 13 interventi finalizzati alla riorganizzazione e potenziamento dei servizi all utenza: Sostituzione thin client per postazioni al pubblico. Automazione autenticazione postazioni al pubblico. Servizio Wireless. Affidamento in outsourcing del servizio di fotocopia e stampa. Servizio notifica via per materiale in prestito in scadenza e scaduto. Interfaccia in lingua inglese per la consultazione del Catalogo di Ateneo. Sistema integrato per l accesso alle risorse documentarie in formato elettronico e alle informazioni bibliografiche. Riversamento delle descrizioni bibliografiche del patrimonio ISU conservato presso la Biblioteca di Medicina e di Scienze Varese nel Catalogo di Ateneo. Deposito Istituzionale Tesi di Dottorato. Servizio di consegna volumi in prestito per gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza presso la sede di Via Ravasi. Riorganizzazione dei Servizi per la Biblioteca di Scienze a Como. Servizio Audio tatoo, finalizzato a favorire la fruibilità delle risorse multimediali dell Ateneo. Servizio Google Ricerca Libri. Nella Rilevazione Nazionale sui Sistemi Bibliotecari di Ateneo effettuata sotto l egida della CRUI e pubblicata nel maggio 2009, il SiBA dell Insubria si colloca al 22 posto su 73 Atenei italiani. Per quanto riguarda le voci "fruibilità" del servizio da parte degli utenti e efficacia del servizio, la valutazione è molto migliore rispetto all indicatore nazionale. Possono essere migliorati, invece, alcuni aspetti inerenti l efficienza del servizio (la percentuale di spese per il personale rispetto alle 100

105 spese totali e il sistema di prestiti). Va precisato però che la rilevazione riguarda soltanto i dati raccolti nel 2006, mentre nel triennio molti interventi sono stati finalizzati al miglioramento delle precedenti criticità. QUADRO FINANZIARIO Il finanziamento complessivo del SiBA per l anno 2009 ammonta a ,67, di cui il 92,7 % ( ,35) assegnato dall Ateneo e il rimanente 7,3 % ( ,32) derivante da fonti di finanziamento esterne (Convenzione con Ospedale di Circolo e con la Fondazione Istituto Insubrico Ricerca per la Vita) e proprie (interessi attivi e quota da esternalizzazione servizio fotocopie e stampa). Le spese complessive sostenute dal SiBA per l anno 2009 ammontano a ,22 di cui: le spese per il funzionamento complessivo della struttura ( ,07) rappresentano l 11,53% del totale; le spese per le missioni di aggiornamento del personale ( ,21) rappresentano l 1,09%; il restante 87,38% ( ,94) è costituito da spese di investimento in conto capitale. Paragonando le spese di investimento del 2009 rispetto al 2002, si nota: una drastica riduzione (-48%) della spesa per materiale cartaceo e librario un significativo incremento delle spese per sostenere la realizzazione e implementazione di banche dati (dal 6 % delle spese di investimento nel 2002 al 16 % nel 2009) e l abbonamento alle riviste elettroniche (dal 10 % nel 2002 al 59 % nel 2009) la spesa per il materiale documentario in formato elettronico è passata da (17% del totale) nel 2002 a (73% del totale) nel Questi dati rivelano il grande sforzo di modernizzazione e implementazione del servizio con il passaggio, ove possibile delle risorse documentarie cartacee al formato elettronico. 4.2.b Centro Grandi Attrezzature per la Ricerca Biomedica Il Centro Grandi Attrezzature per la Ricerca Biomedica è un Centro di Servizi interfacoltà e interdipartimentale, istituito il 3 maggio 2001 su proposta delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze MM.FF.NN. della sede di Varese per consentire la gestione di strumentazioni di costo e manutenzione rilevanti e d uso comune a molti gruppi di ricerca. 101

106 ORGANIZZAZIONE La gestione del Centro è demandata ad un Comitato Tecnico-Scientifico, composto da membri appartenenti alle due Facoltà coinvolte e a cui competono: 1. l approvazione del bilancio preventivo e consuntivo, 2. l approvazione dei programmi di attività di ricerca, 3. le deliberazioni in merito alla utilizzazione dei fondi. Il Comitato Tecnico-Scientifico può inoltre formulare proposte di acquisto di apparecchiature complesse e di altri strumenti scientifici alle competenti Autorità Accademiche, anche accedendo a fondi appostati in modo specifico nel bilancio dell Ateneo (Fondi grandi attrezzature). Il Centro non dispone né di personale amministrativo, né di personale tecnico, essendo gli aspetti amministrativi e tecnici gestiti rispettivamente dall Amministrazione Centrale e dal Personale tecnico dei singoli Dipartimenti che ospitano le apparecchiature scientifiche in questione. SERVIZI ALL UTENZA Le finalità del Centro sono quelle di garantire: a. l efficienza e la manutenzione delle strumentazioni scientifiche che fanno capo al Centro b. il loro utilizzo a tutti i ricercatori dell Ateneo che ne fanno richiesta. QUADRO FINANZIARIO Fanno parte del patrimonio di strumenti del Centro tutte le apparecchiature di costo unitario, a nuovo, superiore a , dislocate presso diversi Dipartimenti delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze MM. FF. NN. Il patrimonio degli strumenti inventariati attualmente presso il Centro ammonta a , comprende 27 apparecchiature complesse, l ultima delle quali (Microscopio digitale Leica DM5000B), acquisito nel Nel periodo , il Centro si è arricchito di strumentazione di alta qualità e innovatività (microscopio confocale a scansione, citofluorimetro sorter, stazione per comparative genomic su microarray, microscopio digitale), con un investimento complessivo di , pari al 19,9% del capitale totale del Centro. 102

107 Le risorse economiche necessarie per l acquisto della strumentazione sono derivate da contributi di Ateneo appositamente destinati al Fondo Grandi Attrezzature e dalla somma dei fondi di ricerca messi a disposizione dai singoli docenti/ricercatori interessati all acquisto. Ogni anno, in sede di definizione del bilancio di previsione dell Ateneo, viene prevista una quota da destinare per il funzionamento ordinario (dotazione di funzionamento), che deve servire alla copertura dei costi connessi alla gestione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli strumenti e ad ogni eventuale altra attività del Centro. 4.2.c Centro di Servizi Sistema di Supporto alla Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico (SiSRIT) Il Centro di Servizi Sistema di Supporto alla Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico (SiSRIT) è unità di gestione delle attività volte a coadiuvare ricercatori e docenti dell Ateneo ad accedere ai fondi di finanziamento della ricerca e a facilitare il processo di trasferimento di competenze, tecnologia e personale tra ricerca e imprese. Il Servizio si rivolge al personale delle strutture scientifiche e degli uffici amministrativi dell Ateneo e può inoltre fornire servizi ad Enti e privati secondo le modalità previste nei Regolamenti o stabilite dagli Organi Accademici. ORGANIZZAZIONE Il SiSRIT dispone di tre unità di personale: n 1 unità part-time di livello D3, con competenze specifiche legate alla gestione dei progetti nazionali ed alla rendicontazione. n 1 unità full-time di livello C3, attualmente in congedo presso il Technology Transfer Network del CERN (Ginevra) fino al 1 Aprile Le competenze specifiche riguardano la gestione delle proprietà intellettuali, gli accordi consortili e legali, nonché le attività di TT. n 1 unità full time di livello C1, assunta con contratto a tempo indeterminato dal 2 Novembre 2010 ed attualmente in fase di formazione. Il SiSRIT ha una struttura flessibile, in cui a personale di staff si affianca personale a tempo determinato con contratti a carico dei singoli progetti. Queste unità di personale integrativo operano nella struttura del Centro, ma con focus su specifici progetti, soprattutto nei casi in cui un unità di ricerca di Ateneo svolga funzioni di coordinamento rispetto ad un progetto europeo. 103

108 SERVIZI ALL UTENZA Nel 2009, il SiSRIT ha assorbito le competenze dell Ufficio Ricerca, con l obiettivo di omogeneizzarne i servizi, consistenti nel fornire ai docenti/ricercatori dell Ateneo: a. informazioni sui programmi di finanziamento alla ricerca e sulle procedure ed i requisiti necessari per accedere ai finanziamenti. È inoltre cura del personale del Centro recepire richieste ed esigenze nonché acquisire informazioni sulle fonti di finanziamento specifiche di ogni disciplina; b. assistenza alla progettazione e realizzazione dei progetti di ricerca. Il SiSRIT, su richiesta dei ricercatori, fornisce loro assistenza durante la fase di progettazione dall interpretazione dei bandi alla ricerca di partner, la reazione della proposta progettuale, la negoziazione del contratto e preparazione degli accordi di partenariato, eventualmente tramite contatti diretti con i funzionari degli enti finanziatori; c. assistenza alla gestione amministrativa, finanziaria e contabile dei fondi di ricerca acquisiti. Il SiSRIT si coordina con le strutture amministrative coinvolte a vario titolo nei vari stadi della vita del progetto, garantendo consulenza nella rendicontazione e, a fronte di richiesta, predisposizione le delibere del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione per la stipula di contratti relativi a progetti di ricerca; d. sviluppo di contatti con altre Università e organismi nazionali e internazionali (networking) per il rafforzamento della posizione dell Ateneo nel contesto della politica della ricerca a livello nazionale ed internazionale, in particolare a livello europeo; e. supporto al trasferimento tecnologico, attraverso analisi di mercato e ricerca delle applicazioni collaterali delle invenzioni, individuazione e contatto con imprese competitive ed innovative negli specifici settori di ricerca, partecipazione a fiere e convegni; f. tutela e valorizzazione delle conoscenze nell ambito della gestione della proprietà intellettuale. Il Centro provvede, nel rispetto delle disposizioni statutarie e del Regolamento di Amministrazione finanza e contabilità, agli adempimenti connessi alla gestione della proprietà intellettuale. Inoltre fornisce assistenza ai ricercatori dell Ateneo nell individuazione delle migliori soluzioni per la protezione dei risultati inventivi e dei consulenti necessari nelle varie fasi; stipula di accordi di co-proprietà; ricerche di anteriorità; brevettazione e registrazione di copyright e marchi; 104

109 g. assistenza nelle richieste di deposito del brevetto, predisposizione della delibera o del Decreto Rettorale di autorizzazione alla spesa; contatto diretto con lo studio di consulenza che gestisce il brevetto; verifica e autorizzazione del pagamento delle spese relative ai depositi dei brevetti ed al loro mantenimento in vita; h. assistenza alla costituzione di società spin-off su proposta dell Ateneo o di docenti e/o ricercatori. Per tali attività il Centro interagisce con: Rettore, Delegato del Rettore alla ricerca, Delegato del Rettore per l'innovazione Tecnologica e gli Spin-Off Universitari, Commissione ricerca di Ateneo. QUADRO FINANZIARIO Dal punto di vista finanziario, il SiSRIT ha un fondo di funzionamento ordinario, eventualmente integrato dai proventi derivanti dalla gestione di specifici progetti, su richiesta dei proponenti. 4.2.d Centro Servizi e Grandi Attrezzature per lo Studio e la Caratterizzazione della Materia Il Centro di Servizi Grandi Attrezzature per lo Studio e la Caratterizzazione della Materia di Como (GRATT SCM Como), istituito nel 2002, ha lo scopo di provvedere all acquisizione e gestione di attrezzature tecnico/scientifiche di particolare complessità e pregio scientifico, comportanti un impegno gestionale rilevante in termini umani e finanziari e dotate di potenzialità di servizio comuni a più strutture di coordinamento scientifico e didattico. ORGANIZZAZIONE La struttura organizzativa prevede un Direttore ed un Comitato tecnico-scientifico composto da nove membri, compreso il Direttore del Centro, che è titolare di tutti i fondi gestiti dal Centro stesso. Attualmente il Centro non ha in carico alcuna unità di personale tecnico per l uso e la manutenzione della strumentazione. Tali funzioni vengono svolte da docenti afferenti al Dipartimento di Scienze Chimiche ed Ambientali ed al Dipartimento di Fisica e Matematica. La gestione contabile-amministrativa delle risorse del Centro è curata da una unità di personale già in precedenza competente allo svolgimento di analoghe attività gestionali a favore dei Dipartimenti di Scienze Chimiche e Ambientali e di Fisica e Matematica e che, a partire dalla sua costituzione, nel 2009, è ora coordinata dal Centro Servizi per la gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como. 105

110 SERVIZI ALL UTENZA Il GRATT SCM Como costituisce il centro di riferimento strumentale per l attività di ricerca della sede di Como in diversi ambiti scientifici (chimica analitica, inorganica, organica, strutturale e teorica; scienze dell ambiente e fisica dello stato solido). Il Centro eroga servizi inquadrabili nel campo della caratterizzazione della materia, i cui utenti sono sia operatori scientifici dell Università dell Insubria, sia di altre Università, di Enti pubblici e privati nonché di imprese industriali. Nel triennio , le strumentazioni del Centro sono state utilizzate per lo svolgimento di attività in conto terzi nei settori della caratterizzazione della materia (Diffrattometria Raggi X, Risonanza Magnetica Nucleare, analisi termo-gravimetriche e calorimetriche, analisi della composizione elementare di campioni solidi e liquidi, analisi della composizione anionica e cationica di solidi e liquidi, analisi in traccia di metalli, analisi elementare CHNS e Gascromatografiche, analisi spettrofotometriche UV-Vis e IR, determinazione di rapporti isotopici di isotopi stabili e radiogenici). Nel triennio , l utilizzazione delle strumentazioni gestite dal Centro non solo ha consentito ai vari utenti scientifici la pubblicazione di circa trecento pubblicazioni sulle più importanti riviste internazionali, ma anche di garantire un introito considerevole. Nel 2009 si è proseguita, con particolare intensità, l attività di promozione presso Piccole e Medie Industrie del territorio, mediante l invio di materiale illustrativo e/o contatti personali, ciò che, congiuntamente a iniziative dei diversi Dipartimenti della Sede di Como, ha permesso di instaurare nuovi proficui rapporti di ricerca e consulenza. QUADRO FINANZIARIO Il valore inventariato delle strumentazioni presenti a fine 2009 ammonta a circa Nel triennio , la strumentazione del Centro è stata utilizzata per attività in conto terzi che hanno procurato una entrata finanziaria di IVA a fronte di un finanziamento d Ateneo per il funzionamento e la manutenzione del Centro di (IVA inclusa). In considerazione degli elevati livelli di competenza del personale che utilizza le varie attrezzature del centro, il Comitato tecnico-scientifico ha deliberato una strategia che prevede lo svolgimento della manutenzione ordinaria e straordinaria da parte di detto personale, onde evitare, per quanto possibile, la stipula di onerosi contratti di manutenzione, contenendone i costi nei limiti del solo acquisto di eventuali parti danneggiate. Solo in casi eccezionali è stato necessario ricorrere all assistenza tecnica esterna. 106

111 Nel 2009, a causa di malfunzionamenti di alcune attrezzature, si sono resi necessari trasferimenti di fondi al Centro da parte di diversi gruppi di ricerca per cofinanziarne la manutenzione, per un totale di circa. 4.2.e Centro Servizi per la gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como Il Centro Servizi per la gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como è una unità di spesa dotata di autonomia finanziaria, amministrativa e contabile che si occupa della gestione e dell organizzazione amministrativa centralizzata dei Dipartimenti che lo costituiscono. Esso è stato istituito formalmente con decreto del Rettore n del 16 gennaio 2009 a seguito delle delibere del Senato Accademico e del Consiglio d Amministrazione, entrambe del 18 dicembre 2008: per tale recente istituzione, la relazione può prendere in considerazione solo le attività svolte nel primo anno dalla sua nascita. ORGANIZZAZIONE Il Centro Servizi sviluppa un modello organizzativo centralizzato e trasversale alle strutture gestite, tramite lo svolgimento accentrato di funzioni comuni con lo scopo di: Provvedere all attività contabile ed amministrativa dei Dipartimenti con sede a Como e dei Centri di ricerca ad essi afferenti; Ottimizzare l impiego delle risorse umane per la gestione amministrativo contabile dei Dipartimenti; Razionalizzare la distribuzione dei carichi di lavoro tra il personale in servizio; Accorpare le procedure amministrativo-contabili delle strutture gestite. Pertanto, il Centro coordina e razionalizza ogni attività contabile ed amministrativa ordinaria dei cinque Dipartimenti e dei tre Centri di Ricerca della sede di Como. Poiché in tale sede era già in atto da alcuni anni un metodo di lavoro comportante l impiego del personale dei diversi Dipartimenti in attività amministrativo-contabili comuni alle varie strutture, il Centro ha inteso stabilizzare e razionalizzare tale modello organizzativo centralizzato e trasversale, cosicché, senza tener conto del dipartimento di afferenza, ogni unità di personale ha perfezionato la propria competenza in uno specifico settore amministrativo onde accelerare l attività amministrativo/contabile, ovviando alle carenze logistiche e di personale, ad oggi costituito da 9 unità di personale tecnico/amministrativo. 107

112 All atto dell Istituzione, fruiscono dei servizi del Centro di Servizi per la Gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti: 1. Cinque unità di gestione: Dipartimento di Fisica e Matematica, Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali; Dipartimento di Diritto Pubblico e Internazionale; Dipartimento di Diritto ed Economia delle Persone e delle Imprese; Dipartimento di Diritto Romano, Storia e Filosofia del Diritto. 1. Tre unità di spesa: Centro di Ricerca Sistemi Dinamici ; Centro di Ricerca per il Calcolo Scientifico ; Centro di Ricerca di Diritto Svizzero Comparato. Ogni dipartimenti ha mantenuto l autonomia di bilancio attribuita dal Regolamento di Amministrazione Contabilità e Finanza. A ciascun di essi è rimasto assegnato il Segretario di Dipartimento in carica. Le decisioni di spesa di ogni Dipartimento vengono assunte, come in precedenza, dal Direttore e dal Consiglio di Dipartimento secondo competenza. L elemento gestionale nuovo, intervenuto con la costituzione del Centro di servizi, è che tali decisioni vengono rese operative dal Centro stesso. Gli Organi del Centro Servizi sono: 1. il Consiglio di gestione, costituito dai Direttori delle Strutture gestite (Dipartimenti e Centri), dal Direttore del Centro e dai Segretari amministrativi dei Dipartimenti gestiti; 2. il Direttore del Centro. SERVIZI ALL UTENZA Le attività del Centro Servizi consistono nel dare esecuzione alle delibere e agli atti decisi dagli Organi di Governo dei Dipartimenti e dei Centri; curare le attività di segreteria degli Organi del Dipartimento e del Centro compresa la verbalizzazione delle riunioni; curare la gestione amministrativo/contabile del Bilancio del Dipartimento e dei fondi di ricerca. INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI ALL UTENZA Poiché il personale amministrativo ha dovuto accollarsi, senza peraltro contropartita economica, un impegno aggiuntivo nello svolgimento delle attività amministrativo/contabili 108

113 necessarie ai Dipartimenti, nel primo anno di funzionamento, si è ritenuto necessario avviare un programma di aggiornamento professionale, onde perseguire prestazioni personali più efficaci ed efficienti. QUADRO FINANZIARIO Il Centro Servizi opera con finanziamenti derivanti da: dotazione di funzionamento ordinaria, assegnata dell Ateneo; finanziamenti dai Dipartimenti e dai Centri gestiti, finanziamenti di enti pubblici o privati. Nel 2009 non è stata assegnata alcuna risorsa finanziaria al Centro, pertanto esso ha utilizzato in piena autonomia soltanto le risorse umane. Il Centro Servizi utilizza i locali, gli arredi e le attrezzature informatiche assegnati dall Ateneo o dai Dipartimenti gestiti. Il valore delle attrezzature informatiche ammonta complessivamente a f Conclusioni Dall analisi delle relazioni inviate al NuV sull attività dei Centri di Servizi di Ateneo si può concludere - al di là di una considerazione di carattere generale sulla disomogeneità dei dati sottoposti a valutazione - che : a. dei Centri esaminati, 3 (SiBA, SiSRIT e Centro Servizi per la gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como) dispongono di personale tecnico/amministrativo dedicato, mentre negli altri gli aspetti tecnico/amministrativi sono coperti da personale afferente ai Dipartimenti che costituiscono il Centro stesso; b. con l eccezione del Centro di Servizi per la Gestione Amministrativa e Contabile dei Dipartimenti della Sede di Como, che per sua natura si occupa del coordinamento gestionale/amministrativo interno tra i Dipartimenti afferenti, gli altri Centri offrono servizi indirizzati ad un utenza estesa, comprensiva sia del Personale docente e tecnico/amministrativo sia degli studenti, con interessamento multi-facoltà e multidipartimentale; c. con riguardo ai Centri per i quali la relazione dei rispettivi Direttori consente una valutazione delle rispettive situazioni finanziarie, emerge che, a fronte delle recenti difficoltà economiche, causate delle minori disponibilità di fondi di finanziamento, l efficienza delle 109

114 prestazioni fornite dai Centri di Servizi è migliorata ed il disavanzo tra entrate e uscite si mantiene positivo. A questo contribuisce, nei Centri più virtuosi e le cui caratteristiche lo consentono, anche la capacità di reperire fondi per il mantenimento del Centro stesso e per la gestione dei servizi; d. per i Centri (SiBA, SiSRIT) per cui è possibile procedere ad una valutazione più accurata dei servizi offerti nel 2009 rispetto agli anni precedenti si nota: un generale incremento degli investimenti complessivi a disposizione dei Centri di Servizi in termini di attrezzature/strumentazioni scientifiche; un generale aumento del numero e della qualità dei servizi offerti all utenza. Questo è particolarmente evidente per i Centri più recentemente soggetti a modificazioni/trasformazioni, come il SiSRIT, che dal 2009 ha sostituito l Ufficio Ricerca, implementandone il ruolo e le competenze, e per il SiBA, che ha affrontato nell ultimo triennio un notevolissimo impegno di aggiornamento professionale, necessitato soprattutto dal passaggio da una gestione di materiale bibliografico in forma cartacea ad una riguardante prevalentemente materiale in formato elettronico; e. va tenuto in considerazione il rilievo, avanzato da alcuni Direttori, riguardante i carichi di lavoro crescenti e di più elevata specializzazione richiesti al personale da cui conseguono alcune difficoltà organizzative e di coordinamento anche per l esigenza di un costante aggiornamento professionale. Al fine di conseguire l ottimizzazione e la valorizzazione delle risorse, e nel contempo migliorare lo standard delle prestazioni offerte dai Centri di Servizio di Ateneo, il Nucleo di Valutazione esprime il proposito di monitorare, mediante questionari che saranno specificamente predisposti, sia l aspetto organizzativo interno che il grado di soddisfazione da parte degli utenti di ogni Centro Servizi. 110

115 4.3 ALCUNE IPOTESI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE SCIENTIFICHE E DIDATTICHE: VANTAGGI OPERATIVI, ECONOMICI E COMPETITIVI 4.3.a. Premessa La riorganizzazione delle strutture scientifiche e didattiche auspicata dal Ministero dovrebbe comportare, nelle intenzioni del legislatore, una serie di interessanti benefici sul piano sia dell efficienza sia dell efficacia organizzativa. Come già indicato nel paragrafo 4.1 in cui si richiamava la normativa, la riorganizzazione dipartimentale dovrebbe ispirarsi ad alcuni principi tra cui: la riduzione del numero dei dipartimenti; la massima omogeneità degli afferenti sotto il profilo scientifico-disciplinare; l attribuzione al dipartimento delle funzioni relative alla ricerca scientifica e alle attività didattiche e formative, tra cui la gestione del reclutamento (compiti, questi ultimi, attualmente svolti dalle facoltà), sentito il parere dei responsabili della didattica. In questo paragrafo si intende verificare la realizzabilità di alcuni vantaggi potenzialmente connessi agli interventi auspicati dal legislatore, lavorando su una particolare ipotesi di riorganizzazione che fa suoi i principi ispiratori della normativa. Si tratta di una proposta che il NuV sottopone all attenzione della commissione dei direttori di dipartimento - che si sta occupando del problema in questione - e più in generale degli Organi di Governo del nostro Ateneo. Essa è da intendersi semplicemente come ulteriore possibile soluzione da considerare in alternativa o complementare ad altre già eventualmente prospettate in sedi diverse e di cui il NuV, al momento della stesura della presente relazione, non è a conoscenza. Attraverso un esercizio di simulazione, il NuV intende verificare in questo capitolo la possibilità di realizzare concreti vantaggi da un processo di cambiamento dipartimentale ispirato ai tre principi suggeriti dalla normativa. Nel concreto si sono simulati gli effetti sulle condizioni di efficienza e di efficacia di funzionamento della nostra realtà, ricorrendo ad alcuni indicatori ritenuti idonei per misurare l impatto della: riduzione della numerosità dei dipartimenti, e conseguentemente innalzamento del numero medio degli afferenti. Questo intervento dovrebbe consentire di realizzare interessanti economie di scala e di assorbimento dei costi fissi come conseguenza, sia delle maggiori dimensioni delle strutture scientifiche, sia delle soluzioni di accentramento di alcuni servizi tecnico/amministrativi. Nel corso di questo capitolo si tenterà, dunque, di quantificare il 111

116 vantaggio economico per il nostro ateneo connesso alla implementazione di questo principio; massima omogeneità degli afferenti. L obiettivo di aggregare a livello di dipartimento ricercatori accumunati da interessi e metodi di ricerca affini, potrebbe indurre a intervenire, oltre che sulla riduzione del numero delle strutture dipartimentali, sulla ricomposizione delle stesse per elevare il grado di omogeneità degli afferenti 5. Strutture dipartimentali articolate per comunità scientifiche omogenee potrebbero portare a concentrare in un unica struttura competenze prima disperse tra più dipartimenti, e avere un impatto positivo sulla qualità dei prodotti della ricerca, in altri termini sulle competenze distintive di ateneo alla base della sua competitività 6. Anche in questo caso, sempre a titolo puramente esemplificativo, nelle pagine seguenti si formuleranno alcune ipotesi di smembramento e successivo ri-accorpamento per verificare l impatto sulle nostre strutture dell applicazione del principio enunciato dal legislatore; l eliminazione delle facoltà, così come oggi sono intese. Il rinvio ai dipartimenti delle funzioni didattiche e di formazione impone la contestuale individuazione di strutture dedite specificatamente al governo dell offerta didattica. L individuazione di responsabili dei CdL, e di eventuali direttori di Scuole o Aree previsti dalla normativa, oltre a garantire il coordinamento della didattica, potrebbe avere effetti molto positivi sia sull efficiente impiego delle competenze didattiche presenti in ateneo (ora disseminate in più facoltà), sia sull efficacia didattica, vale a dire sulla qualità dell offerta stessa. Anche questo aspetto verrà calato nella nostra realtà e adeguatamente commentato. 4.3.b. Ipotesi di ricomposizione e riduzione del numero dei dipartimenti presso l Università dell Insubria I 388 docenti di ruolo (il riferimento è alla strutture dipartimentali attive nel 2009) afferiscono a 18 dipartimenti come dettagliato in precedenza nel paragrafo 4.1 di questo rapporto. Le aree scientifico-disciplinari in cui gli stessi operano potrebbero esse ricondotte a tre importanti poli professionali (Figura 4.3.1): polo medico-biologico (presente solo su Varese); 5 Si rammenta che il citato DPR 11 luglio 1980 n 382 già esplicitava nella definizione di dipartimento, il requisito della omogeneità dei settori di ricerca per fini e per metodo e dei relativi insegnamenti anche afferenti a più facoltà o corsi di studio della stessa facoltà. 6 si veda a questo proposito quanto affermato nel paragrafo 4.1 in merito alle relazioni che si instaurano tra il grado di affollamento dei dipartimenti, il grado di omogeneità degli afferenti e il posizionamento degli atenei nelle classifiche della valutazione della ricerca. 112

117 polo scientifico (presente su Como e Varese); polo delle scienze sociali (presente su Como e Varese). Figura Le macro-aree scientifico-disciplinari presenti all Insubria: 3 poli professionali Nella Tabella si collocano, all interno dei tre poli precedentemente individuati, i dipartimenti attualmente in essere configurando una situazione giudicata di adeguato equilibrio tra gli stessi. Per poter formulare una qualsiasi proposta di riorganizzazione dei dipartimenti occorre esplicitare alcune ipotesi di lavoro. Quelle di seguito illustrate non sono mai state verificate a livello di Organi di Governo del nostro ateneo. Ne consegue che, da questo punto in poi, ogni ipotesi e successivo sviluppo deve essere inteso come puro esercizio di simulazione teso a verificare in anticipo l applicabilità dei principi riorganizzativi enunciati dal legislatore e il loro impatto sulla nostra realtà. Le ipotesi di riorganizzazione sulle quali il NuV ha lavorato per configurare una struttura dipartimentale efficiente e efficace, sono le seguenti: innalzamento del grado di omogeneità degli afferenti ai dipartimenti; riduzione del numero di dipartimenti; mantenimento di un ragionevole equilibrio tra i tre poli professionali citati. L applicazione dei suddetti principi potrebbe comportare la realizzazione di una riorganizzazione in grado di ridurre il numero dei dipartimenti da 18 a 9. Nella Tabella si 113

118 delineano i contorni di questo ipotetico passaggio. I nuovi dipartimenti sarebbero il frutto di un processo di scomposizione e successivo ri-accorpamento dei docenti afferenti, nel rispetto delle intenzioni del legislatore: aggregazione di settori di ricerca il più possibile affini per metodologie e finalità di studio (raggruppamenti scientifico-disciplinari ministeriali omogenei 7 ). Quindi, a ciascun dipartimento così individuato si è simulato di far afferire tutti e solo i ricercatori dei settori scientifico-disciplinari caratterizzanti il raggruppamento stesso, figure attualmente disseminate su più dipartimenti. Si tratta, come già chiarito, solo di una simulazione fatta su proposte formulate esclusivamente dal NuV, da verificare ed eventualmente rettificare rispetto a fattori endogeni ed esogeni che gli Organi di Governo del nostro Ateneo riterranno di voler considerare in quanto rilevanti per la scelta di configurazione organizzativa giudicata ideale. Tabella I dipartimenti attualmente in essere che caratterizzano i tre poli professionali 7 Dal testo di legge, art. 2 comma 2 punto b) riorganizzazione dei dipartimenti assicurando che a ciascuno di essi afferisca un numero di professori, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato non inferiore a trentacinque, ovvero 40 nelle università con un numero di professori, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato superiore a unità afferenti a settori-disciplinari omogenei..omissis 114

119 Tavola L ipotetica nuova organizzazione dipartimentale La realizzabilità della proposta del NuV è, però, influenzata dal verificarsi di una serie di condizioni. In ordine: innanzitutto, il criterio di aggregazione utilizzato per accorpare i vecchi dipartimenti dimezzandone la numerosità deve essere necessariamente approvato, o eventualmente modificato, dai docenti appartenenti alle aree scientifico-disciplinari interessate; in secondo luogo non va dimenticata l autonomia riconosciuta ai singoli ricercatori di decidere a quale dipartimento afferire, quindi il criterio qui adottato o quello eventualmente suggerito dai docenti delle aree scientifico-disciplinari di riferimento (punto a), potrebbe risultare in contrasto con le intenzioni dei singoli ricercatori; infine, l esercizio di simulazione svolto evidenzia la presenza di alcuni dipartimenti sottodimensionati rispetto al limite indicato nella normativa (minimo 35 docenti), il che implicherebbe di considerare altre ipotesi di accorpamento, o la possibilità di verificare l esistenza di eventuali ulteriori condizioni di favore concesse ad atenei di piccola dimensione come il nostro. In termini di principio il NuV è del parere che la creazione di community omogenee sotto il profilo scientifico all interno di un unico dipartimento rafforzi la capacità del gruppo di produrre una ricerca di qualità, in altri termini di livello più elevato di quella che potrebbe essere raggiunta in presenza di una struttura in cui le competenze sono disperse tra più dipartimenti. Se il dipartimento è composto da docenti che appartengono ai medesimi settori scientifici, la qualità della ricerca potrebbe trarne vantaggio anche in quanto si innesterebbero più facilmente 115

120 dinamiche competitive dirette tra ricercatori affini sotto il profilo professionale. Sono di conforto i rilievi quantitativi condotti nel paragrafo 4.1 con riferimento ad alcuni indici calcolati per classi di atenei (piccoli vs grandi) tesi a cogliere le relazioni tra il dimensionamento dei dipartimenti (grado di affollamento), la loro composizione (grado di omogeneità scientifico-disciplinare) e il loro posizionamento nei ranking di valutazione dei prodotti della ricerca. Il criterio di aggregazione adottato dal NuV per questa prima simulazione risulta coerente sia con le logiche di valutazione della ricerca adottate dalle procedure nazionali (i prodotti sono raggruppati in funzione delle aree CUN, omogenee al loro interno sotto il profilo scientifico-disciplinare e per i metodi di ricerca convenzionalmente utilizzati), sia ad alcune esigenze già manifestatesi nel passato quando, in occasione della prima valutazione della ricerca (VTR) i prodotti presentati dai ricercatori del nostro ateneo sono stati raggruppati applicando il criterio della omogeneità scientifico - disciplinare, prescindendo dall area di appartenenza influenzata dal dipartimento stesso di afferenza. A titolo esemplificativo alcuni matematici del dipartimento di economia hanno presentato prodotti nell area 01 - Scienze matematiche e informatiche, insieme ad altri ricercatori del dipartimento di matematica, non identificandosi, per metodi o contenuti di ricerca, nei confini scientifici propri dell area 13 Scienze economiche e statistiche, che rappresenta l area scientifica di riferimento per i ricercatori del dipartimento di economia. 4.3.c. Ipotesi di riorganizzazione delle strutture didattiche dell Università dell Insubria Alla luce delle nuove funzioni che saranno prese in carico dai dipartimenti, gli atenei dovranno contestualmente affrontare la riorganizzazione delle strutture didattiche. La normativa, infatti, prevede: l attribuzione al dipartimento, oltre che delle tradizionali funzioni relative alla ricerca scientifica, quelle connesse con la didattica, la formazione e le procedure di reclutamento (attività tutte attualmente presidiate dalle facoltà); la costituzione, opzionale, di strutture di raccordo per il coordinamento delle attività didattiche, corredati da un organo deliberante e da una commissione paritetica. In questa prospettiva, è auspicabile che la figura dei coordinatori dei corsi di laurea (CdL) assuma maggior importanza rispetto al passato. Ad essi, infatti, potrebbero essere ricondotte, nell ambito della autonomia che ciascun ateneo vorrà esercitare, non solo adempimenti di carattere amministrativo bensì anche responsabilità gestionali. Si tratta di riqualificare questi profili assegnando loro, non più e non solo compiti connessi ad adempimenti burocratici, bensì anche e soprattutto responsabilità sui risultati, sia di mercato (numero di iscritti), sia economici 116

121 (margini) connessi ai singoli corsi di studio. Il conseguimento di risultati positivi sui due fronti presuppone, implicitamente, l offerta di corsi di qualità ben riconosciuta dal mercato, rappresentato dagli studenti e dalle loro famiglie di origine, e condizioni di erogazione dei servizi, core e peripherals, informate sulle migliori prassi operative a garanzia del miglior utilizzo possibile delle risorse disponibili. Infine, la normativa prevede la possibilità di istituire strutture di raccordo opzionali fra i dipartimenti, denominabili facoltà (o in altro modo, scuole o aree), con un organo deliberante composto dai direttori dei dipartimenti in esse raggruppati, da una rappresentanza degli studenti nonché, in misura complessivamente non superiore al 10 per cento dei componenti dei consigli dei dipartimenti stessi, da docenti scelti, tra i componenti delle giunte dei dipartimenti, ovvero tra i coordinatori di corsi di studio o di dottorato ovvero tra i responsabili delle attività assistenziali di competenza della struttura, ove previste. Le predette strutture avranno il compito di coordinare e razionalizzare le attività didattiche, gestire i servizi comuni. L istituzione di queste facoltà/scuole sarà pertanto a garanzia della qualità dell offerta didattica complessiva di area (scomposta nei differenti corsi di studio) e dell adeguatezza delle competenze necessarie per la sua erogazione. Si tratta di sollecitare i loro responsabili a mettere costantemente in discussione il mix dei prodotti che qualificano l offerta formativa in rapporto alle competenze necessarie per erogarli, intervenendo per modificare ora i primi, ora i secondi. È evidente che la costituzione di queste strutture comporta degli oneri che si giustificano solo laddove le dimensioni dell offerta formativa e la sua articolazione è tale da non consentire un coordinamento informale tra i responsabili dei vari corsi di laurea. Si corre, inoltre, il rischio di ricostituire le facoltà, quanto a struttura, non certo per i poteri delegati in quanto queste unità avrebbero, come già chiarito, solo compiti di coordinamento. La normativa, infatti, considera la loro costituzione un fatto discrezionale e indica precise proporzioni da rispettare in rapporto alla numerosità dei corsi di laurea offerti. L applicazione al caso dell Insubria di questi ultimi principi enunciati dalla normativa, porta a formulare nuove ipotesi di organizzazione anche per le strutture didattiche, ancora una volta da interpretare come semplice esercizio da sottoporre a verifiche di fattibilità e sostenibilità con gli Organi di Governo dell ateneo. Ecco una sintesi del quadro che potrebbe emergere a livello di nuove strutture didattiche. Si parta dal ruolo, e conseguente posizionamento organizzativo, dei coordinatori dei CdL. Essi, per formare la faculty dei corsi dei quali sono responsabili, potrebbero muoversi all interno dei dipartimenti e individuare, tra i docenti che vi afferiscono, quelli che a loro avviso posseggono le 117

122 competenze didattiche migliori per erogare il loro corso. Nella Tabella 4.3.3, che include i CdL dell attuale offerta formativa, sono indicati, a titolo puramente esemplificativo, gli ipotetici dipartimenti nei quali potrebbe essere ragionevole attingere i docenti di cui sopra. Operando in questo modo, si creano le premesse per un utilizzo più efficiente e più efficace delle competenze didattiche presenti in ateneo (si limitano le duplicazioni di competenze che potrebbero essere oggi disperse tra più facoltà, con opportunità di contenimento dei costi di docenza personale di ruolo e supplenze - e, teoricamente, si potrebbero utilizzare le professionalità disponibili migliori a garanzia della qualità del corso). Tabella Incrocio Corsi di Laurea-Dipartimenti: la composizione della faculty Dipartimenti OFF (alcuni esempi) 1. E.&M. 2. S.G. 3. S.C. 4. F.&M. 5. I.&S. 6. C.&S.A. 7. S.CH. 8. M. 9. S.B. Economia e Management (LT) X X X X Impr. e Management Internazionale (LM) X X X X Economia e Diritto di Impresa (LM) X X X X Economia dell'innovazione (LM) X X X X Giurisprudenza (LM a ciclo unico) X X Scienze del Turismo (LT) X X Fisica (LT) X X X Matematica (LT) X X Informatica (LT) X X Medicina e Chirurgia (LM a ciclo unico) X X X X Biol. Applic. alla Ricerca Biomedica (LM) X X X Sigla Dip. Dipartimento 1 E.&M. Dipartimento di Economia e Management 2 S.G. Dipartimento di Scienze Giuridiche 3 S.C. Dipartimento di Scienze della Comunicazione 4 F.&M. Dipartimento di Fisica e Matematica 5 I&S Dipartimento di Informatica e Statistica 6 C&S.A. Dipartimento di Chimica e Scienze Ambientali 7 S.CH. Dipartimento di Scienze Chirurgiche 8 M. Dipartimento di Medicina 9 S.B. Dipartimento di Scienze Biomediche In assenza delle facoltà, che oggi garantiscono la coerenza dell offerta formativa nella sua configurazione complessiva, la normativa suggerisce di aggregare corsi di laurea affini per contenuti scientifico-disciplinari, in Scuole o Facoltà o Aree al fine di soddisfare esigenze di 118

123 coordinamento didattico comunque presenti. La normativa impone, anche in questo caso, alcuni vincoli numerici: al massimo 6 scuole per atenei con meno di docenti di ruolo. Sempre a titolo esemplificativo nella Tabella si propone un aggregazione possibile della nostra offerta formativa in 6 Scuole, fermo restando le cautele precedentemente illustrate che è opportuno avere presenti nell eventualità in cui si intenda costituire tali strutture di raccordo. Tabella Le sei Scuole per il coordinamento dei corsi di laurea: strutture opzionali Scuole Corsi attualmente in OFF A. Scuola di Economia Tutti i corsi della ex Facoltà di Economia B. Scuola di Giurisprudenza Corsi di Giurisprudenza e Discipline giuridiche C. Scuola di Comunicazione e Informatica Corsi di Scienze del Turismo, Mediazione interl., Scienze della Comunicazione (LT e LM), Informatica (LT e LM) D. Scuola di Medicina e Chirurgia tutti i corsi della ex Facoltà di Medicina E. Scuola di Biologia e Scienze Naturali Corsi di Sc. dell amb. e natura, Sc. amb., Biologia, Sc. e tecn. Biol., Sc. ecologiche, Biotec. Mol. e ind., Ing., Biol. Appl. F. Scuola delle Scienze Pure Corsi di Fisica (LT e LM), Matematica (LT e LM), Chimica e chim. Ind., Sc. Chimiche L applicazione dei principi ri-organizzativi suggeriti dalla normativa alla realtà del nostro ateneo, che trovano espressione nelle ipotesi formulate in questo capitolo (ipotesi che possono non essere condivise dagli Organi di Governo e quindi essere messe in discussione per trovarne delle altre), portano ad una struttura complessiva di ateneo schematizzata nella Tabella

124 1. E.&M. 2. S.G. 3. S.C. 4. F.&M. 5. I.&S. 6. C&S.A. 7. S.CH. 8. M. 9. S.B. Tabella Il quadro di sintesi della nuova ipotetica organizzazione delle strutture di ricerca e didattiche dell Università dell Insubria Scuole (opzionali) CdL Dipartimenti Economia Economia e Management Impr. e Management Internazionale X X X X X X X X Giurisprudenza Giurisprudenza X X Comunicazione e Informatica Scienze Comunicazione della X Medicina Chirurgia e Medicina e Chirurgia X X X Biologia Scienze Naturali e Scienze e tecnologie Biologiche X X X Scienze Pure Matematica, Fisica X X X Alternativamente alle sei scuole potremmo adottare, come strutture/aree di raccordo/coordinamento dell offerta formativa, i tre poli individuati all inizio di questo capitolo: polo medico-biologico, polo scientifico, polo delle scienze sociali. 4.3.d. I benefici della riorganizzazione L esercizio sin qui condotto ha consentito di verificare la fattibilità organizzativa della soluzione proposta dal NuV in applicazione ai principi enunciati dalla normativa. Si tratta ora di corredare questa simulazione con alcuni elementi, sempre riferiti alla realtà dell Insubria, tesi a quantificare i possibili benefici della riorganizzazione. Qui di seguito si sintetizzano alcune considerazioni e valutazioni che il NuV ha elaborato per evidenziare potenziali vantaggi di ordine operativo, economico e competitivo. In particolare, le considerazioni più significative già emerse nelle pagine precedenti, saranno arricchite - laddove si renderà possibile - con una quantificazione dei benefici economici indotti dalla riorganizzazione. Per completezza di indagine si imporrebbe anche la quantificazione dei costi del cambiamento, che non siamo però in grado di quantificare in termini puntuali. Termineremo, pertanto, con qualche rilievo qualitativo circa le difficoltà insite nel processo di cambiamento che inevitabilmente l ateneo si troverà ad affrontare. 120

125 I VANTAGGI OPERATIVI I vantaggi operativi della riorganizzazione sono da ricondurre al miglioramento delle condizioni di efficienza e di efficacia operativa che le nuove strutture di ricerca e di didattica consentiranno di realizzare. In primo luogo, strutture dipartimentali più grandi e più omogenee comporteranno una minor dispersione di risorse a livello di organico tecnico-amministrativo e una maggior specializzazione delle competenze, fattori alla base di potenziali economie di scala, di scopo, di apprendimento e di assorbimento dei costi fissi 8. L applicazione dei suddetti concetti al caso specifico si traduce nella opportunità di godere di una contrazione complessiva del fabbisogno di organico, quindi una contrazione dei costi operativi per effetto della riduzione del numero totale delle strutture dipartimentali e del loro differente dimensionamento quali-quantitativo. La contrazione deve però essere intesa, non come mera opportunità di riduzione degli organici PTA complessivamente in carico all ateneo, bensì come occasione di riallocazione delle risorse liberate dai dipartimenti: persone, tempo e competenze da utilizzare in modo da creare maggior valore sia per i singoli, che potrebbero avere opportunità di arricchimento delle proprie mansioni, sia per l organizzazione, che potrebbe garantire lo svolgimento di attività nuove, o diversamente erogate sotto il profilo quali-quantitativo. Infatti, strutture più grandi richiedono sicuramente livelli di risorse/costo crescenti per poter funzionare (ad esempio più personale a livello di singolo dipartimento) ma in misura meno che proporzionale al tasso di crescita dimensionale della struttura stessa e del suo volume di attività (misurabile in termini di numerosità e complessità delle pratiche burocraticoamministrativo che competono ai dipartimenti). Le economie di scala si concretizzano, infatti, in un aumento dei costi complessivi per via delle maggiori dimensioni della capacità produttiva, ma in una contrazione del costo medio di produzione in quanto i costi totali aumentano in misura meno che proporzionale rispetto alle quantità di prodotto che la suddetta struttura è in grado di garantire 9. In aggiunta a ciò si consideri la contemporanea riduzione del numero totale dei dipartimenti come ulteriore fattore che contribuisce a contenere il fabbisogno di organico e, 8 Si tratta di concetti forgiati nel settore manifatturiero ma che possono essere significativamente applicati anche alle attività di servizi 9 La locuzione economie di scala (economies of scale) è usata in economia per indicare la relazione esistente tra l aumento della scala di produzione (correlata alla dimensione di un impianto) e la diminuzione del costo medio unitario di produzione. Alla base di economie di scala vi possono essere fattori tecnici, statistici, organizzativi o connessi al grado di controllo del mercato. In termini formali, è possibile rappresentare le economie di scala con una relazione semplificata tra costo (C) e quantità (q) del tipo: dove k è una costante positiva e h è un parametro che rappresenta l'elasticità di costo ed è compreso tra 0 e 1, estremi esclusi. La relazione costi-quantità non è, pertanto, lineare: i costi aumentano meno che proporzionalmente rispetto alla quantità. 121

126 quindi, i costi connessi. Non solo, l accorpamento di più dipartimenti consentirebbe anche di far leva sulle sinergie possibili a livello di competenze presenti in alcuni profili professionali tipici degli organici amministrativi dei dipartimenti (ad esempio, i segretari e i vice-segretari) permettendo di generare delle economie di scopo 10. Inoltre, laddove le competenze sono migliorabili per effetto dell esperienza, sarà possibile accelerare le cosiddette economie di apprendimento che influiscono anch esse positivamente sul livello dei costi operativi contribuendo al loro contenimento 11. Infine, l accorpamento dei dipartimenti, potrebbe indurre a incrementare il grado di specializzazione dei compiti dei singoli operatori, o molto più semplicemente il volume di attività in carico a ciascuno di essi e, conseguentemente, il livello di produttività media generando interessanti economie di assorbimento dei costi fissi 12. In secondo luogo, l organizzazione della didattica in CdL, e le eventuali Scuole di raccordo che tagliano trasversalmente i Dipartimenti, mettono gli atenei nella condizione di poter utilizzare al meglio le competenze didattiche presenti al loro interno. I responsabili dei singoli corsi di studio, infatti, sono indotti a ricercare la miglior competenza disponibile in ateneo per garantire performance qualitative elevate alla didattica del proprio corso assicurando, nel contempo, la miglior efficienza allocativa delle risorse di docenza a livello complessivo. Oggi, essendo le competenze didattiche presidiate dalle facoltà, la loro mobilità interna e il loro utilizzo ottimale non sono fatti necessariamente scontati. 10 Per economie di scopo, traduzione libera dell'inglese scope economies, si intende il risparmio derivante dalla produzione congiunta di prodotti diversi o con il perseguimento di obiettivi diversi con i medesimi fattori produttivi (stesse risorse, stessi impianti, stesso know-how). Perché si realizzino le economie di scopo occorre che il costo della produzione congiunta dei due prodotti sia inferiore alla somma dei costi della produzione disgiunta di ognuno di essi, cioè C(x,0)+C(0,y)>C(x,y). In sintesi si tratta della capacità di generare nuovo valore appropriabile a basso costo, attraverso una migliore utilizzazione delle risorse disponibili, senza sostenere costi di definizione o rinegoziazione di contratti esterni, utilizzando essenzialmente le "competenze distintive" dell'impresa. E anche alla base di un processo di diversificazione che punta sulle sinergie possibili tra le conoscenze disponibili. 11 Le economie di apprendimento si sostanziano nella riduzioni dei costi medi unitari per effetto dell'esperienza cumulata, cioè dall'integrale della quantità prodotta rispetto al tempo partendo dall'inizio del ciclo di vita di un prodotto (l'esperienza viene infatti misurata dalla produzione cumulata). La relazione tra la produzione cumulata e i costi unitari è stata sintetizzata nella curva di esperienza. Il termine apprendimento (learning) viene in genere utilizzato per abbracciare tutti i tipi di miglioramento del know-how e delle procedure che avvengono per così dire passivamente, per il semplice accumulo di esperienza nel fare qualcosa. Sono state individuate diverse tipologie di economie di apprendimento: learning-by-doing (o imparar facendo), learning-by-using, learning-by-interacting, ecc. 12 Si hanno economie di assorbimento dei costi fissi quando la variazione dei costi medi unitari è legata al cambiamento nel grado di utilizzo della capacità produttiva. Quanto quest ultimo aumenta si abbatte il costo medio di produzione dell output. 122

127 I VANTAGGI ECONOMICI Dalle considerazioni appena fatte emerge che alcuni dei vantaggi operativi sopraelencati possono essere tradotti in termini economici. A titolo puramente esemplificativo, il passaggio da 18 dipartimenti a 9 dipartimenti potrebbe comportare interessanti riduzioni nei costi di organico e di gestione degli spazi occupati per effetto dei fenomeni sopra descritti: economie di scala, di scopo, di apprendimento e di assorbimento dei costi fissi. Qui di seguito si propone una sintesi di alcune valutazioni di prima approssimazione, eventualmente affinabili laddove gli Organi di Governo condividessero la proposta. In concreto il NuV ritiene che l adozione di soluzioni organizzative che fanno leva sull accentramento di alcuni servizi, sul maggior grado di specializzazione dei compiti, sulle sinergie potenziali tra mansioni e sull effetto esperienza, abbiano un potenziale di miglioramento dell efficienza organizzativa estremamente interessante e quantificabile a priori. Al fine di calcolare questi potenziali miglioramenti di efficienza, abbiamo recuperato i valori medi di alcuni rapporti già illustrati nel paragrafo 4.1 per esprimere apprezzamenti circa le condizioni di efficienza del personale TA operativo nelle unità decentrate attualmente esistenti. In particolare: a. il rapporto tra il numero dei ricercatori del dipartimento (docenti strutturati e assegnisti) e il solo personale amministrativo full time equivalent (che esclude gli assunti con qualifica di tecnico), risultato pari a 11,55 (446/38,6); b. il rapporto tra il numero dei ricercatori del dipartimento (docenti strutturati e assegnisti) e il personale tecnico-amministrativo full time equivalent, risultato pari a 5,08 (446/87,8); Si è quindi proceduto a fissare un livello di efficienza obiettivo identificandolo, a titolo cautelativo, col valore intermedio tra il valore più alto in assoluto registrato tra i dipartimenti (benchmark), e il valore medio riscontrato nei diversi rapporti. Sulla base di questo indice, è stato possibile, come evidenziato nella Tabella 4.3.6, calcolare il fabbisogno teorico del personale tecnico-amministrativo delle nuove ipotetiche strutture dipartimentali. 123

128 Tabella Indici presi a riferimento N tot. Ric./PA FTE N tot. Ric./PTA FTE Il calcolo teorico del fabbisogno di personale TA nelle nuove strutture dipartimentali per far fronte al carico di lavoro amministrativo-contabile connesso alla gestione del personale docente (strutturato e non strutturato) Valore medio attuale 446/38,6 = 11,55 446/87,8 = 5,08 Valore obiettivo 13 [(24-11,55)/2]+11,55= 17,77 [(20-5,08)/2]+5,08= 12,54 Applicazione del valore obiettivo PA = N tot. Ric/indice di benchmark PTA = N tot. Ric/indice di benchmark Fabbisogno teorico di organico 446/17,77= 25,10 persone contro le 38,6 attuali (- 13,5 unità) 446/12,54= 35,57 persone contro le 87,8 attuali (- 52,23 unità) Per avere una conferma dei possibili risparmi conseguibili con la riorganizzazione si è ritenuto utile considerare anche il valore medio dei volumi finanziari gestiti attualmente dal personale TA in forza nei dipartimenti in essere, già calcolati nel paragrafo 4.1, da cui derivare il valore obiettivo, 14 e il fabbisogno teorico di personale necessario per il buon funzionamento degli ipotetici nuovi dipartimenti. Nella Tabella il risultato di questa ulteriore elaborazione. Tabella Indici presi a riferiment o gestiti/pa FTE gestiti./pt A FTE Il calcolo teorico del fabbisogno di personale TA per le nuove strutture dipartimentali per far fronte al carico di lavoro amministrativo-contabile connesso alla massa di finanziamenti gestiti dai dipartimenti Valore medio attuale ,79/38, 6 = , ,79/87, 8 = ,65 Valore obiettivo [( ,98)/2] ,98 = ,49 [( ,65)/2] ,65 = ,82 Applicazion e del valore obiettivo PA = gestiti /indice di benchmark PTA = gestiti /indice di benchmark Fabbisogno teorico di organico ,79/ ,49 = 16,26 persone contro le 38,6 attuali (- 22,34 unità) ,79/ ,82 = 38,79 persone contro le 87,8 attuali (- 49 unità) 13 Si è assunto a valore obiettivo il valore intermedio tra quello più elevato in assoluto (benchmark) e quello più prossimo al valore medio registrato tra i dipartimenti 14 Si è assunto a valore di benchmark il valore intermedio tra quello più elevato in assoluto e quello più prossimo al valore medio registrato tra i dipartimenti 124

129 Questa simulazione condotta su valori complessivi richiede una successiva elaborazione per definire l ottimale distribuzione del personale tecnico-amministrativo sui 9 nuovi dipartimenti, ma già lo stadio attuale di elaborazione ha consentito di portare alla luce potenziali economie che si esprimono in un ridimensionamento importante degli organici, e dei costi correlati, in carico ai dipartimenti. Queste economie diventano reali nel momento in cui si è in grado di orientare un processo di riallocazione del personale che si libera dalle strutture decentrate e di individuare soluzioni concrete di accentramento di alcune attività/servizi a vantaggio di più dipartimenti, in luogo delle attuali duplicazioni imposte dal decentramento. Per quantificare il numero degli operatori che realisticamente potrebbero essere trasferiti ad altre unità organizzative (le tabelle sopra elaborate mostrano, con riferimento esclusivo al personale amministrativo gestionale, un potenziale risparmio compreso da un minimo di 13,5 unità ad un massimo di 22,34 unità su 38,6 unità complessive in organico; con riferimento alla totalità del personale tecnico- amministrativo un potenziale risparmio compreso da un minimo di 49 unità ad un massimo di 52,23 unità su 87,8 unità complessive in organico) e i possibili risparmi connessi alla centralizzazione di alcuni servizi/attività a vantaggio di tutti i dipartimenti, occorrerà attivare un processo di analisi organizzativa volta a valutare in termini puntuali: il dimensionamento minimo/massimo dell organico di ogni dipartimento, e la conseguente presenza di figure professionali eccedenti, e quindi, riallocabili in altre unità dell ateneo; sinergie possibili tra competenze presenti in alcuni profili professionali del personale TA (ad esempio, i segretari e i vice segretari, i tecnici-informatici, etc.) che possono dar luogo a soluzioni di accentramento o utilizzo condiviso tra più dipartimenti della medesima risorsa; presenza di competenze migliorabili per effetto dell esperienza cumulata da parte dei singoli operatori (che possono suggerire particolari modalità organizzative nella distribuzione di compiti - grado di specializzazione - e responsabilità); identificazione del volume di attività sostenibile da ciascuno di essi a vantaggio dell aumento della produttività media; al risparmio dei costi dipartimentali connessi a un ridimensionamento del personale tecnicoamministrativo (la numerosità del personale a livello di ateneo, e i costi ad esso connesso, non si riduce, ma il personale viene ri-allocato in posizioni organizzative potenzialmente capaci di generare maggior valore), va aggiunto il risparmio dell indennità del direttore di dipartimento in funzione della tipologia e numero dei dipartimenti che si deciderà di 125

130 chiudere (attualmente l indennità per un direttori di dipartimento è compresa tra da un minimo i euro e un massimo di euro annuo). In estrema sintesi, la riduzione del numero dei dipartimenti abbasserebbe in modo drastico il fabbisogno teorico dell organico incardinato sugli stessi liberando potenzialmente, alla luce degli indici utilizzati, da un minimo di 49 ad un massimo i 52,23 persone sulle 87,8 unità di personale TA attualmente impiegato. Come già detto, si tratta di personale da riallocare in altre unità organizzative, o da destinare ad altre mansioni all interno dei dipartimenti che, per effetto della riorganizzazione voluta dal legislatore, avranno competenze amministrative e gestionali più ampie rispetto al passato. Già si è fatta qualche considerazione utile per definire l entità realistica e non solo teorica delle riduzioni sopra quantificate. In particolare, la riduzione teorica del fabbisogno di organico potrebbe essere ridimensionata dalla presenza di vincoli logistici (sedi geografiche diverse, ad esempio), professionali (presenza numericamente vincolata di alcune professionalità specifiche) o di altri fattori che impedirebbero, almeno nell immediato, il raggiungimento del livello di efficienza ideale calcolato. Si tratta pertanto di porsi degli obiettivi di recupero di efficienza realistici, più contenuti rispetto a quelli potenziali, ma comunque sempre molto interessanti per il miglioramento dell economicità della gestione dell ateneo nel suo complesso. Spazi occupati: uffici segreterie di dipartimento e laboratori Per completare la quantificazione dei vantaggi economici connessi alla riorganizzazione, potrebbe essere interessante compiere uno studio sull utilizzo futuro degli spazi alla luce delle nuove strutture dipartimentali (da 18 a 9 dipartimenti). Si tratta però di un aspetto che il NuV non ha ritenuto opportuno analizzare in questa fase del lavoro, che intende essere semplicemente esplorativa. In particolare il NuV non sì è addentrato nell analisi delle strutture dei laboratori, di ricerca e altri, ipotizzando una fruibilità che non si modifica per effetto del diverso accorpamento dei dipartimenti. Laddove si dovesse, invece, verificare la necessità di intervenire sul dimensionamento e composizione dei laboratori occorrerà condurre uno studio ad hoc. Oneri impliciti nella gestione dei dipartimenti Oltre ai costi di personale e di utilizzo degli spazi e tecnologie d ufficio che configurano la categoria dei cosiddetti costi espliciti, il funzionamento dei dipartimenti si caratterizza per la presenza anche di oneri impliciti: il tempo dei ricercatori per i consigli di dipartimento, il 126

131 funzionamento delle giunte di dipartimento e così via. Si potrebbe supporre che, in dipartimenti caratterizzati da un livello di omogeneità scientifica degli afferenti particolarmente elevato, i tempi di gestione dei consigli di dipartimento si riducano. Inoltre, la riduzione del numero dei dipartimenti, automaticamente porta alla riduzione del numero di giunte e, conseguentemente del numero complessivo di docenti che le compongono. Risparmi che, a prescindere dalla misurazione più o meno puntuale, sarebbero in ogni caso graditi dai ricercatori. I VANTAGGI COMPETITIVI Infine, la riorganizzazione potrebbe anche generare vantaggi di natura competitiva. Innanzitutto, i docenti che afferiscono al Dipartimento devono svolgere funzioni di ricerca per aumentare la visibilità del dipartimento stesso e dell Ateneo e assolvere impegni didattici richiesti dai responsabili di CdL (coordinati eventualmente in Scuole). In presenza di dipartimenti composti da docenti che appartengono ai medesimi SSD sarà relativamente più semplice definire politiche di ricerca più competitive, vale a dire che possono portare a risultati apprezzabili anche in relazione alle potenzialità di finanziamento pubblico per fondi competitivi (criteri di allocazione dell FFO) e soprattutto privato. In secondo luogo, la delega ai dipartimenti delle decisioni di reclutamento, sentito il parere dei responsabili della didattica, potrebbe favorire la composizione di una faculty che privilegia nella valutazione le capacità di ricerca in luogo di quelle della didattica. In altri termini, poiché i finanziamenti ministeriali terranno sempre più conto della qualità della ricerca, il contributo che il docente potrà dare alla ricerca del dipartimento sarà al tempo stesso elemento di valutazione del dipartimento/ateneo (in sede di valutazione della ricerca a livello nazionale) e del singolo (in sede di reclutamento e avanzamento carriera). In terzo luogo, l omogeneità scientifica degli afferenti potrebbe favorire dinamiche competitive interne al dipartimento tra ricercatori affini sotto il profilo professionale, che si traduce in un innalzamento del livello di qualità dei prodotti di ricerca del dipartimento stesso. Al tempo stesso, come si è già avuto modo di sottolineare in precedenza, l organizzazione della didattica in CdL, ed eventuali Scuole, consentirà ai responsabili dei corsi di studio di scegliere la miglior competenza disponibile all interno dei dipartimenti dell ateneo per assicurare performance qualitative elevate anche nella didattica dei corsi di cui sono responsabili. Infine il NuV è del parere che una chiara scelta di indirizzo strategico da dare all ateneo, in linea con quanto suggerito nel rapporto di consulenza della The European House-Ambrosetti relativamente ad una possibile focalizzazione e definizione di un mainstream, potrebbe meglio 127

132 orientare le politiche di ricerca dei tre poli scientifici-didattici dell Insubria e, a valle, dei 9 dipartimenti con intuibili vantaggi sul piano competitivo. Figura Alcuni mainstream proposti per l Università dell Insubria e la inevitabile ricaduta sulle politiche di ricerca/didattica dei tre poli e dei singoli dipartimenti. 4.3.e Conclusioni L attuale ripartizione di compiti tra facoltà, dipartimenti e corsi di laurea è causa di inefficienza e confusione. Eliminare la duplicazione di organi spesso pletorici e snellire i processi decisionali integrando maggiormente la gestione della didattica e della ricerca, implica l avvio di processi di riorganizzazione dell articolazione interna agli atenei che comportano cambiamenti organizzativi complessi. Nel comparto delle organizzazioni pubbliche il cambiamento è spesso indotto da una normativa che ha il grosso pregio di imporre l adozione di nuove prassi, regole o meccanismi che il tempo ha reso inadeguati, ma anche il grosso limite di proporre soluzioni indifferenziate, che presuppongono elementi di uniformità non sempre presenti. Nel sistema universitario, ad esempio, convivono atenei di antichissima e recentissima istituzione, grandi e piccoli, specialistici e generalisti, difficili da ricondurre a degli standard di funzionamento indifferenziati. All interno di un quadro normativo di riferimento comune, ogni ateneo dovrebbe riflettere liberamente su quale assetto sia più rispondente alla sua identità e ai suoi progetti, nella piena consapevolezza che il cambiamento organizzativo è un processo difficile da disegnare, faticoso da realizzare e 128

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