ATTO AZIENDALE. Allegato n. 1 alla Deliberazione del Direttore Generale n.

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1 ATTO AZIENDALE Allegato n. 1 alla Deliberazione del Direttore Generale n. del 1

2 INTRODUZIONE Un filo rosso unisce l assistenza a forte connotazione religiosa sviluppatasi nel Medioevo con la nascita delle confraternite dei Battuti e l assistenza a marcata impronta professionale e tecnologica che conosciamo oggi: il prendersi cura della persona in stato di bisogno e il farsi carico delle sue necessità per dare risposte adeguate. Tra i valori riconosciuti in ogni tempo, il principio di solidarietà ha ispirato molte scelte compiute sia dall assistenza privata che dalle autonomie locali e dallo Stato. Nel Novecento, dopo la seconda guerra mondiale si è affermato, in linea con la definizione dell Organizzazione Mondiale della Sanità, un nuovo concetto di salute intesa come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. La riforma sanitaria approvata sul finire degli anni Settanta, dopo un lungo dibattito culturale e politico, introduceva l assistenza sanitaria gratuita per tutti i cittadini, indipendentemente dallo stato e dalla condizione sociale, e poneva, accanto alla fase della cura, l accento sui momenti della prevenzione e della riabilitazione. Con la definizione dei livelli essenziali di assistenza, il Servizio Sanitario Nazionale si proponeva di dare una risposta omogenea, su tutto il territorio nazionale, ai bisogni di salute. In provincia di Treviso nascevano il primo gennaio 1980 quattro Unità Sanitarie Locali con sedi a Treviso (n. 10), Oderzo (n. 11), Pieve di Soligo (n. 12), Asolo (n. 13) che assunsero, oltre alle competenze sanitarie, numerose funzioni in ambito sociale per lo più delegate autonomamente dai Comuni. Questa premessa di carattere storico ha lo scopo di focalizzare il ruolo dell Unità Sanitaria Locale caratterizzata da una trasformazione esitata, a metà degli anni Novanta, nella aziendalizzazione delle strutture deputate al governo della sanità sul territorio, accompagnata dall accorpamento, nella realtà trevigiana, delle strutture dell opitergino-mottense nell Azienda U.l.s.s. n. 9. Ora gli sforzi sono orientati nel progetto di concentrazione dei servizi sanitari in una stessa area integrando strutture ospedaliere e territoriali. Questo progetto apre le porte ad un integrazione più ampia con il territorio da un lato ed il luogo deputato alla cura e la salvaguardia della salute dall altro, come unica trama dello stesso tessuto culturale e sociale Come non esiste un limite netto tra salute e malattia, così non esiste un limite netto tra prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e non esiste un limite netto tra vita normale e vita da ammalato. Entrambe necessitano degli stessi riferimenti familiari, sociali, affettivi e in alcuni casi anche lavorativi. Il contesto in cui si vive è sempre lo stesso: quello sociale e ambientale in cui la persona è identificata con il proprio nome, con la propria dignità, con le proprie relazioni e la propria storia. E su questa certezza che pone le basi il progetto Cittadella della Salute: luogo che prima ancora di essere l insieme aggregato di tutte le strutture che forniscono servizi sanitari, è la continuità dei riferimenti che si hanno nel contesto della vita quotidiana. L Atto aziendale, adottato nel 2005, ha rappresentato il traguardo di un percorso di identificazione dell Azienda verso l esterno nonché un momento per disegnare le linee di cambiamento che l organizzazione intendeva perseguire, nella prospettiva del bene per la comunità e della centralità della persona, mettendo a disposizione qualità professionali e senso di appartenenza. Il testo è stato successivamente rivisto a seguito di alcune modifiche normative intervenute in particolare sugli aspetti gestionali, le nuove esigenze organizzative emerse ad esempio con il processo di accreditamento di eccellenza, alcune novità nell ambito della programmazione socio-sanitaria a distanza di quattro anni. La revisione dell atto aziendale è stata approvata nel 2009 sul quale la Regione del Veneto ha espresso una valutazione di conformità alla programmazione e alle linee di indirizzo regionali. 2

3 Con l adozione del Piano Sanitario , approvato con legge regionale 29 giugno 2012 n.23 sono state ridefinite delle linee di programmazione. Successivamente, con Deliberazioni n.2122 del 19 novembre 2013 la Giunta Regionale ha adeguato le schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate di cui alla L.R. 39/1993, e definito le schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie e con Deliberazione n del 10 dicembre 2013 ha dettato nuove linee guida per la predisposizione da parte delle Aziende Ulss del nuovo Atto Aziendale. La filosofia del cambiamento consiste principalmente nel disegnare il futuro in modo coerente, integrare le professionalità e le strutture, stimolare la programmazione regionale. La direzione da seguire, per governare un sistema complesso, consiste nel definire gli obiettivi e nel condividere le strategie e consente di lavorare oggi per porre le basi dei risultati di domani. L individuazione delle aree di responsabilità e l impostazione della squadra concorrono a formare la catena di trasmissione per l operatività quotidiana e per il cambiamento. Far scorrere in modo fluido le informazioni ed esercitare al meglio le decisioni, ai vari livelli, sono condizioni essenziali per guidare l organizzazione verso i risultati. Alcuni dati salienti possono aiutare a presentare l Azienda: il territorio comprende 37 Comuni, una popolazione di oltre 420 mila abitanti che formano quasi la metà dei residenti nella Marca trevigiana, un bacino di utenza provinciale e sovra provinciale. L organizzazione aziendale contempla l esistenza delle tre strutture tecnico-funzionali sanitarie e sociali: l Ospedale, il Distretto Socio Sanitario, il Dipartimento di Prevenzione. L Ospedale si articola in due Presidi ospedalieri: Treviso, dotato di circa 1000 posti letto, classificato come Ospedale hub, a valenza provinciale per la provincia di Treviso e, per specialità non presenti, anche per la provincia di Belluno, punto di attrazione riconosciuto per numerose discipline e centro di riferimento regionale per altre; Oderzo con circa 180 posti letto, classificato come Ospedale nodo di rete, con funzioni per acuti, anche sede di verifica di modelli organizzativi da estendere all intero quadro aziendale. Completa l offerta ospedaliera pubblica l Ospedale di Motta di Livenza, riconosciuto come Ospedale di rete monospecialistico riabilitativo di riferimento regionale, con 150 posti letto. La Struttura tecnico-funzionale Distretto articolata in quattro Distretti socio-sanitari ora ridisegnata in 2 Distretti (Nord e Sud) che si articolano nelle seguenti aree territoriali: Treviso, Paese- Villorba, Mogliano Veneto e Oderzo. Completa il quadro delle strutture tecnico-funzionali sanitarie e sociali, il Dipartimento di Prevenzione, che si caratterizza per una funzione specifica (promozione della salute, prevenzione degli stati morbosi, miglioramento della qualità della vita) mentre non di rado condivide con l attività distrettuale spazi e risorse e si trova a fare i conti con nuove sensibilità espresse dalla comunità, specie in tema di salute collettiva, sicurezza sul lavoro e ambientale. Alle attuali strutture appena descritte si affianca l area amministrativa comprendente i Servizi Professionali Tecnico Amministrativi, in un contesto paritario di ripartizione delle responsabilità e di sostegno nell andamento complessivo dell Azienda, sulla base delle competenze professionali. L organizzazione dipartimentale si conferma come modello ordinario della gestione operativa di tutte le attività aziendali. Ai collaudati dipartimenti strutturali e funzionali, si aggiungono i dipartimenti transmurali, trasversali rispetto alle Strutture Operative, ed interaziendali, per il raggiungimento di specifici obiettivi comuni a più aziende sanitarie pubbliche o private. Un esigenza emersa, nel riconsiderare gli aspetti organizzativi, è la necessità di integrazione a livello del territorio tra servizi sanitari e servizi sociali, in coerenza con la dimensione unitaria della persona; servizi sociali che contribuiscono a pieno titolo alla formazione della rete dei servizi aziendali. In questa luce, sono allo studio accordi con i Comuni per supportare ulteriormente la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione sociale. Investimenti continui attendono 3

4 l Azienda in campi privilegiati come la formazione permanente del personale, in collaborazione con l Università, portatrice di linfa vitale sotto il profilo dell arricchimento culturale e delle conoscenze, e l innovazione tecnologica, proiettati ancora una volta in una dimensione più ampia dell ambito strettamente territoriale. 1. ELEMENTI IDENTIFICATIVI E CARATTERIZZANTI DELL AZIENDA ART. 1 PREMESSA L Atto aziendale, quale strumento di autogoverno dell Azienda, definisce l assetto organizzativo individuando e disciplinando gli organi, gli organismi, le strutture operative dell Azienda e la loro articolazione interna e i criteri per la successiva eventuale specificazione delle modalità di funzionamento delle strutture stesse. ART. 2 DENOMINAZIONE, SEDE E LOGO AZIENDALE L Azienda assume la ragione sociale di: AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO-SANITARIA N. 9 DI TREVISO E stata istituita con Legge regionale n. 56 del 19 settembre 1994 a decorrere dal 1 gennaio La sede legale dell Azienda U.l.s.s. n. 9 di Treviso è in: TREVISO, VIA SANT AMBROGIO DI FIERA, 37. L Azienda U.l.s.s. n. 9 di Treviso 1 ha personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale. L ambito territoriale di riferimento comprende i Comuni di: Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Casier Carbonera, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Istrana, Mansuè, Maserada, Meduna di Livenza, Mogliano Veneto, Monastier, Morgano, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Paese, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolè, Povegliano, Preganziol, Roncade, Salgareda, Silea, S. Biagio di Callalta, Spresiano, S. Polo di Piave, Quinto di Treviso, Treviso, Villorba, Zenson di Piave, Zero Branco. La rappresentazione grafica del logo aziendale è la seguente: 1 Nel testo del presente documento, con il termine Azienda ci si riferisce all Azienda U.l.s.s. n. 9 di Treviso; 4

5 Il simbolo scelto rimanda all antica Scuola dei Battuti e riporta il flagello affiancato dalle lettere SM. Fu adottato come stemma dell Ospedale di Treviso. Il flagello era lo strumento di penitenza con il quale, camminando in processione per le vie della città tra la fine del 1200 e gli inizi del secolo seguente, si battevano il corpo i penitenti che la voce popolare chiamò con il nome di Battuti. La Scuola di Santa Maria dei Battuti, sorta in un clima di acceso fervore religioso, partito dall Umbria verso il 1260, era titolare della più importante istituzione ospedaliera pubblica trevigiana. La devozione alla Vergine è costante. La ritroviamo a Treviso nella grande tela di Bartolomeo Orioli (1625), esposta nella chiesa della Santa Croce che oggi fa parte del complesso universitario, raffigurante la processione con la reliquia della Croce, ancora viva nella tradizione popolare cittadina. Anche nella Casa dei Battuti, in Contrada del Cristo, ad Oderzo, sono conservati resti di affreschi del secolo XVI, con processione di penitenti, e tracce di preesistenti opere con l immagine della Madonna. Lo stemma riportato nel logo, raffigurante un flagello a due code e le iniziali di Santa Maria, compare, con soluzioni grafiche varie, in molte iscrizioni ed in documenti originali. Il logo scelto vuol richiamare il rapporto tra ospitalità e religiosità, due elementi caratteristici della cultura trevigiana e dell intera Marca. ART. 3 PATRIMONIO Il patrimonio dell Azienda è costituito da tutti i beni mobili ed immobili ad essa appartenenti, nonché da tutti i beni comunque acquisiti nell esercizio delle proprie attività o a seguito di atti di liberalità. L Azienda dispone del proprio patrimonio secondo il regime della proprietà privata, salvo il vincolo di indisponibilità relativo ai beni essenziali al perseguimento dei fini istituzionali, che non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalla legge. Menzione particolare l Azienda intende fare del proprio patrimonio artistico e culturale che si è formato con continuità dai tempi della trecentesca Scuola dei Battuti fino ai giorni nostri: un patrimonio di inestimabile valore soprattutto morale, in quanto rappresenta la costante e forte attenzione della società trevigiana nei confronti dell assistenza socio-sanitaria. La situazione patrimoniale dell Azienda viene rappresentata nel suo insieme nello Stato Patrimoniale, documento ove vengono evidenziate le attività (impieghi), le passività e il patrimonio netto (fonti) esistenti in un determinato momento, di norma il 31 Dicembre dell anno, in base allo schema delle voci patrimoniali determinate dalla Regione ed iscritte nel bilancio di esercizio. ART. 4 MISSIONE, VISIONE E VALORI La missione dell Azienda consiste nel rispondere alla domanda di salute della comunità, erogando prestazioni di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale così come definito dalla programmazione regionale, secondo principi di buon andamento dell amministrazione e orientando la propria organizzazione e attività sui bisogni della persona, sull'integrazione tra servizi sanitari e la comunità locale e sullo sviluppo di percorsi diagnostici terapeutici volti a garantire appropriatezza, efficacia, efficienza ed equità nel trattamento e nell accesso ai servizi. 5

6 La visione: l Azienda si riconosce nel principio universalistico quale parte del sistema sanitario e sociale della Regione del Veneto, orientato al miglioramento continuo della qualità dell'assistenza e alla risposta ai bisogni complessi ed articolati dei propri cittadini, mantenendo sempre alta l'attenzione sulla competenza professionale degli operatori e sull innovazione tecnologica, gestionale e sulle migliori pratiche cliniche e assistenziali. L Azienda riconosce il grande valore culturale rappresentato dai rapporti con l Università, nell ambito della formazione superiore, della ricerca, anche sperimentale, e dell innovazione tecnologica, rapporti che si vogliono accrescere ed approfondire come Azienda Sanitaria di insegnamento, le cui Strutture Operative aziendali si caratterizzano quali strutture didattiche e formative, in quanto aperte all accoglimento di studenti e specializzandi, prevalentemente nelle discipline mediche e delle professioni sanitarie, ma anche di altri corsi di laurea e facoltà (economia e commercio, statistica, informatica, ecc.) che prevedano un percorso formativo o di tirocinio/stage. Rispetto ai valori universali e in particolare di quelli relativi a chi eroga prestazioni sanitarie i valori che caratterizzano l operato dell Azienda e i servizi che rende sono rappresentati da: Tutela della salute L Azienda riconosce la salute quale bene collettivo ed individuale così come definita a livello internazione dall OMS: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente l assenza di malattia e di inabilità ; Equità L Azienda riconosce l equità come presupposto necessario per garantire la parità di accesso alle prestazioni ed ai servizi sanitari e socio sanitari nel rispetto del principio di appropriatezza. ART. 5 PRINCIPI DELL ASSISTENZA ED OBIETTIVI AZIENDALI I principi che presiedono all'azione gestionale dell Azienda sono i seguenti: Centralità della persona e umanizzazione dell assistenza Riconoscere l individuo come persona costituisce il presupposto per promuovere la sua titolarità rispetto a una serie articolata di diritti inalienabili ma anche per sostenere le sue peculiari prerogative culturali, sociali, fisiche e etiche e nel contempo, per favorirne il contesto di vita affinché le sue capacità e le sue potenzialità possano esprimersi. La centralità della persona è principio ordinatore di tutto il sistema dell accoglienza e dell'organizzazione dei servizi dell Azienda, la quale persegue la soddisfazione dei reali bisogni dei singoli. Unicità dell Azienda e integrazione socio sanitaria L Azienda si riconosce con un approccio unico e coerente nelle diverse articolazioni organizzative e nella molteplicità delle figure professionali che contiene. Presupposto di tale approccio univoco è la condivisione della mission e degli obiettivi aziendali nel quadro del sistema sanitario nazionale e regionale. Coinvolgimento e partecipazione dei cittadini 6

7 L Azienda riconosce la Comunità come partner nella fase di programmazione e valutazione dei servizi, per la condivisione degli obiettivi, per accrescere la consapevolezza nelle scelte relative alla propria salute, per valorizzare una visione imperniata sulla coesione sociale e sulla responsabilizzazione diffusa, guidando i percorsi e le risorse spesso informali e spontanee in una logica di sistema e di rete. Approccio multi-professionale per la presa in carico della persona nel singolo intervento e nei percorsi assistenziali anche attraverso: l integrazione operativa di più competenze professionali nel singolo intervento mediante il lavoro di équipe; la continuità nei percorsi ospedale-territorio, valorizzando i rapporti con i medici convenzionati (Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali Interni,), le strutture private accreditate e le altre strutture assistenziali presenti sul territorio in un ottica di globalità dell intervento; lo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici volti a garantire appropriatezza, efficacia, efficienza ed equità nel trattamento e nell accesso ai servizi. Innovazione e ricerca Intesa da un lato come promozione dello sviluppo costante di nuove conoscenze e competenze, dall altro come ricerca del continuo miglioramento. La pratica professionale e clinica deve essere guidata dalle più aggiornate tecniche e procedure per le quali si disponga di provata evidenza al fine di assicurare gli standard più elevati nel rispetto dei criteri di appropriatezza. A tal fine l Azienda promuove la formazione continua del personale quale strumento di miglioramento dell assistenza e di accrescimento del capitale umano. Trasparenza Intesa come stile aziendale volto ad assicurare visibilità e chiarezza nei rapporti sia interni che esterni, in una logica di responsabilità sostanziale dei risultati. Riservatezza Nel senso di assicurare la tutela del trattamento dei dati concernenti il cittadino e del suo stato di salute. Sicurezza Intesa come possibilità di ottenere le prestazioni in condizioni di tutela dal rischio legato a possibili fattori ambientali con riferimento agli aspetti strutturali, tecnologici ed organizzativi, sia per gli utenti che per gli operatori. Buona amministrazione L Azienda garantisce il soddisfacimento dei bisogni di salute nel rispetto delle risorse a disposizione e nel miglior rapporto costi-benefici. 7

8 Gli obiettivi dell Azienda, intesi quali risultati concreti e misurabili orientati a realizzare la propria missione in un dato arco temporale, sono definiti dalla programmazione regionale e dalla programmazione aziendale, sulla base dei riscontri epidemiologici e dei bisogni espressi dalla comunità locale. 2. GLI ORGANI DELL AZIENDA Sono organi dell Azienda il Direttore Generale e il Collegio Sindacale ART. 6 IL DIRETTORE GENERALE Il Direttore Generale è nominato dal Presidente della Giunta Regionale con proprio decreto. Al Direttore sono riservati tutti i poteri di gestione, nonché la rappresentanza legale dell Azienda di cui ha la responsabilità della gestione complessiva, coadiuvato dal Direttore Amministrativo, dal Direttore Sanitario e dal Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale. Egli ha il compito di combinare i fattori produttivi in vista del perseguimento degli obiettivi socio-sanitari posti dalla Regione in condizioni di massima efficienza ed efficacia. Il Direttore Generale, con proprio provvedimento, delega le proprie funzioni, in caso di assenza o impedimento, al Direttore Amministrativo o al Direttore Sanitario o al Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale. Al Direttore Generale spetta, in particolare: nominare e, con provvedimento motivato, sospendere e dichiarare decaduto il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario e il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale; stabilire i criteri di valutazione dell attività del Direttore Amministrativo, del Direttore Sanitario e del Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale con riferimento al raggiungimento degli obiettivi assegnati per ciascun anno di riferimento, ciò anche ai fini del riconoscimento della correlata integrazione del trattamento economico dei medesimi; conferire e revocare gli incarichi di responsabilità dirigenziale, secondo le modalità previste dalla legislazione vigente, del Dipartimento di Prevenzione, dell Ospedale, del Distretto Socio Sanitario, dei Dipartimenti Strutturali e Funzionali, delle strutture operative complesse, delle strutture operative a valenza dipartimentale e delle strutture operative semplici; conferire gli incarichi di natura professionale, di consulenza, studi e ricerca, di funzioni ispettive, di verifica e controllo, secondo le modalità previste dalla legislazione vigente; conferire gli incarichi di responsabilità di uffici o articolazione organizzativa analoga, secondo le modalità previste dalle norme contrattuali vigenti; esercitare le funzioni di programmazione e controllo dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi assegnati alle strutture aziendali; adottare i regolamenti interni per l organizzazione, la gestione e il funzionamento dell azienda e i documenti fondamentali della programmazione aziendale; nominare e revocare procuratori e avvocati in caso di contenzioso; convocare, almeno una volta l anno, la Conferenza dei Servizi; assicura i rapporti tra Azienda Ulss e Conferenza dei Sindaci: è tenuto a partecipare alle sedute della Conferenza e dell Esecutivo dei Sindaci su invito del Presidente della Conferenza. 8

9 Al Direttore Generale spetta, inoltre, l adozione di ogni altro atto che la normativa attribuisca alla sua diretta competenza. L azione di gestione complessiva del Direttore Generale si esplica mediante l adozione di atti nella forma di deliberazioni, previa acquisizione dei pareri previsti dalla legislazione vigente, del Direttore Sanitario, del Direttore Amministrativo e del Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale, e nelle forme diversamente previste. Il Direttore Generale, in relazione alle esigenze che in concreto egli si propone di soddisfare, può attribuire ai Direttori Sanitario, Amministrativo e dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale e/o ai dirigenti di Struttura Complessa una delega per l adozione di provvedimenti che impegnano l Azienda verso l esterno. Il Direttore Generale si avvale, tra l altro, di appositi servizi di staff così come specificato nell organigramma allegato. ART. 7 IL COLLEGIO SINDACALE Il Collegio Sindacale è un organo dell Azienda, dura in carica tre anni ed è composto da cinque membri, di cui due designati dalla Regione, uno dal Ministero dell'economia e delle Finanze, uno dal Ministero della Salute ed uno dalla Conferenza dei Sindaci. Il Collegio Sindacale esercita le funzioni di vigilanza e controllo previste dalla legge. Verifica l'amministrazione dell Azienda sotto il profilo economico, vigila sull'osservanza della legge e dei contenuti dell'atto aziendale, accerta la regolare tenuta della contabilità, garantendo la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, ed effettua periodicamente verifiche di cassa; riferisce trimestralmente alla Regione, anche su richiesta di quest ultima, sui risultati del riscontro eseguito, segnalando immediatamente i fatti se vi è fondato sospetto di gravi irregolarità. Riferisce inoltre, almeno trimestralmente, alla Conferenza dei Sindaci o all Esecutivo della Conferenza dei Sindaci sull andamento dell attività dell Azienda. Il Collegio Sindacale, in quanto organo istituzionale, ispira l esercizio delle proprie funzioni al principio della massima collaborazione e della sinergia operativa. L Azienda mette a disposizioni una sede per gli incontri del Collegio e un idoneo supporto di Segreteria operativa. 3. ORGANISMI COLLEGIALI ART. 8 IL COLLEGIO DI DIREZIONE Il Collegio di Direzione è un organismo collegiale, i cui componenti sono nominati dal Direttore Generale; ha il compito di: assicurare il supporto al Direttore Generale per il governo delle attività cliniche, la programmazione e valutazione delle attività tecnico-sanitarie e di quelle di alta integrazione sanitaria; assicurare il supporto per l elaborazione del programma di attività dell Azienda, nonché per l organizzazione e lo sviluppo dei servizi, anche in attuazione del modello dipartimentale e per l utilizzazione delle risorse umane; 9

10 esprimere pareri obbligatori e, se previsto, vincolanti, ai sensi della vigente normativa nazionale e regionale. Inoltre: esprime parere in materia di acquisizione di spazi ambulatoriali esterni, aziendali e pluridisciplinari, per l esercizio di attività sia istituzionali sia in regime di libera professione intramuraria, tramite l acquisto, la locazione, la stipula di convenzioni; esprime parere in ordine alla predisposizione del piano aziendale concernente, con riferimento alle singole Unità Operative, i volumi di attività istituzionale e di attività libero-professionale intramuraria. Sino all'individuazione da parte della legge regionale del Collegio di Direzione quale organo dell'azienda, si prevede che lo stesso sia composto da: - il direttore generale; - il direttore amministrativo; - il direttore sanitario; - il direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; - il direttore del distretto unico o i direttori dei distretti; - il direttore della funzione ospedaliera; - il direttore del dipartimento di prevenzione; - un direttore di dipartimento per ciascuna area (medica, chirurgica, materno-infantile e dei servizi di diagnosi e cura); - il direttore del dipartimento di emergenza ed urgenza, ove presente; - il direttore del dipartimento di salute mentale; - il direttore del dipartimento delle dipendenze; - il direttore del dipartimento di riabilitazione Ospedale-Territorio; - un direttore di dipartimento dell area dei servizi professionali, tecnici ed amministrativi; - il direttore/responsabile della direzione/servizio farmaceutico; - il direttore/responsabile della direzione delle professioni sanitarie. Al Collegio di Direzione possono essere invitati a partecipare altri professionisti dell Azienda in relazione alla specificità degli argomenti da trattare. E invitato a partecipare un rappresentante dei medici convenzionati con il S.S.N. membro dell ufficio di coordinamento delle attività distrettuali (UCAD), indicato congiuntamente dai componenti della parte medica convenzionati per la Medicina Generale, la Pediatria di Libera Scelta e la Specialistica Ambulatoriale Interna, dei Comitati aziendali e zonali previsti dai rispettivi AA.CC.NN. In particolare il Collegio svolge attività nell ambito della clinical governance, ivi compreso la gestione del rischio clinico. In particolare per quanto attiene il modello organizzativo per la gestione della sicurezza del paziente, il Collegio: - approva il piano annuale aziendale per la sicurezza del paziente; - approva il piano per la formazione specifica; - approva le linee guida per la sicurezza del paziente in Azienda. ART. 9 IL CONSIGLIO DEI SANITARI 10

11 Il Consiglio dei Sanitari è l organismo elettivo di rappresentanza, svolge, in forma collegiale, attività di consulenza tecnico-sanitaria al Direttore Generale. Esso è costituito da componenti, compreso il Direttore Sanitario che lo presiede, in rappresentanza di tutte le professionalità sanitarie presenti nell organizzazione, e precisamente da: - 4 dirigenti medici ospedalieri di posizione apicale, - 4 dirigenti medici ospedalieri di ex I livello, - 1 dirigente medico operante nel Dipartimento di Prevenzione, - 1 dirigente medico operante nei Distretti, - 2 Medici di Medicina Generale, - 1 Pediatra di Libera Scelta, - 1 Medico Specialista Ambulatoriale Interno, - 1 dirigente medico Veterinario, - 2 dirigenti del ruolo sanitario scelti tra Chimici, Fisici, Biologi, - 1 dirigente farmacista, - 1 dirigente psicologo, - 4 Operatori facenti parte della categoria del Personale Infermieristico, - 2 Operatori facenti parte della categoria dei Tecnici Sanitari. In particolare, il Consiglio dei Sanitari: - partecipa in forma propositiva alle attività di elaborazione dei programmi e progetti per il miglioramento della qualità dei servizi e delle prestazioni, per il contenimento dei costi nel rispetto dei livelli di assistenza stabiliti per la formazione permanente degli operatori; - come organismo di consulenza tecnica, formula pareri su argomenti specificamente richiesti dal Direttore Generale, quali: - attivazione o disattivazione di Unità Operative; - investimenti strutturali e programmi di acquisto di impianti e attrezzature di particolare rilevanza diagnostica e terapeutica; - modelli organizzativi che coinvolgono più Unità Operative; - criteri e standard relativi all organizzazione dei servizi e alla gestione del personale; - criteri e standard relativi alle modalità di erogazione delle prestazioni. L elezione ed il funzionamento del Consiglio dei Sanitari sono stabiliti da apposito regolamento adottato dal Direttore Generale. ART. 10 LA CONFERENZA DEI SINDACI, L ESECUTIVO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI E IL COMITATO DEI SINDACI DI DISTRETTO La Conferenza dei Sindaci è composta da tutti i Sindaci dei Comuni il cui territorio è compreso nell ambito territoriale dell Azienda. Le funzioni dei Sindaci nell ambito della Conferenza sono delegabili ad Assessori e Consiglieri Comunali. Alla Conferenza sono attribuite, in particolare, le competenze previste dalla vigente normativa. La Conferenza dei Sindaci formula le osservazioni sulla proposta di piano socio-sanitario regionale, provvede alla definizione nell ambito della programmazione socio-sanitaria regionale delle linee di indirizzo per l impostazione programmatica dell attività dell Azienda, provvede all elaborazione del Piano di Zona dei Servizi Sociali, approva il bilancio di previsione di esercizio di parte sociale, nomina un componente del Collegio sindacale, formula, tramite l Esecutivo, parere al Direttore 11

12 Generale in merito alla nomina del Direttore dei Servizi Sociali e della funzione territoriale e ogni altra funzione prevista dalla normativa. L Esecutivo della Conferenza dei Sindaci è l'organismo ristretto mediante il quale la stessa Conferenza esercita le proprie funzioni di indirizzo e di valutazione così come stabilite dalla legislazione vigente in materia. L Esecutivo è costituito da cinque membri compreso il Presidente della Conferenza ed il Vicepresidente. Il Presidente della Conferenza è membro di diritto dell Esecutivo e lo presiede, ciò per esigenze di collegamento e coordinamento tra la Conferenza e l Esecutivo e tra questi e il Direttore Generale dell Azienda. Il Comitato dei Sindaci di Distretto rappresenta il luogo del confronto con le istanze istituzionali del territorio. E composto dai Sindaci dei Comuni compresi nell ambito territoriale del Distretto di appartenenza. I Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto sono di diritto componenti dell Esecutivo della Conferenza dei Sindaci. Per quanto riguarda il funzionamento della Conferenza dei Sindaci, dell Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e del Comitato dei Sindaci di Distretto, si rinvia ai rispettivi Regolamenti di funzionamento. 4. LA DIREZIONE GENERALE Il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario e il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale compongono, assieme al Direttore Generale, la Direzione Generale dell Azienda. Il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario e il Direttore del Servizi Sociali e della Funzione Territoriale rispondono al Direttore Generale del raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente dallo stesso e sono responsabili della realizzazione dei programmi e dei progetti affidati. Il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario e il Direttore del Servizi Sociali e della Funzione Territoriale: - coadiuvano il Direttore Generale nella gestione dell Azienda esprimendo pareri obbligatori di competenza in sede di adozione degli atti deliberativi e laddove previsto per il conferimento degli incarichi di direzione o responsabilità o coordinamento; - partecipano attivamente alla programmazione aziendale mediante il sistema della negoziazione di budget, alla verifica e al controllo dei risultati conseguiti e dei costi sostenuti rispetto agli obiettivi assegnati; - esercitano nei confronti dei dirigenti delle rispettive aree il potere di impartire direttive sugli atti di loro competenza compresi quelli da attuare nell ambito dell esercizio delle deleghe ricevute; - valutano i dirigenti delle rispettive aree di competenza, secondo le vigenti disposizioni normative e regolamentari interne; - determinano, con i Direttori delle Strutture Operative, il fabbisogno di personale per l Azienda e la sua assegnazione alle singole Strutture Operative, sulla base delle proposte dei Direttori delle Strutture Operative medesime; - propongono al Direttore Generale l esercizio del potere di sostituzione in caso di assenza, impedimento o inerzia del dirigente nell esercizio della funzione delegata; - promuovono la valorizzazione delle risorse umane favorendo l integrazione professionale e la condivisione delle specifiche competenze; - promuovono la formazione e l aggiornamento del personale quale leva strategica per la crescita continua della dirigenza e del comparto al fine del miglioramento continuo della qualità dell assistenza; 12

13 In caso di assenza o impedimento le funzioni del Direttore Sanitario, Amministrativo e dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale, sono svolte temporaneamente da un altro dirigente nominato dal Direttore Generale su proposta del Direttore stesso o, in caso di sua impossibilità, sentiti i componenti della Direzione Generale. L esercizio di tali funzioni di supplenza riveste carattere aggiuntivo e non esclusivo. Qualora l assenza o l impedimento si protragga oltre sei mesi, il Direttore Generale procede alla sostituzione nei modi e nei termini previsti dalla vigente normativa. ART. 11 IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO Al Direttore Amministrativo, nominato dal Direttore Generale, afferiscono i Servizi Professionali Tecnico Amministrativi dell Azienda. Svolge le funzioni assegnate dalla normativa vigente, in particolare: svolge attività di direzione e coordinamento sui Direttori di Dipartimento dei Servizi Professionali Tecnico Amministrativi dell Azienda, ne verifica la coerenza dell attività rispetto agli indirizzi e direttive impartiti dalla Direzione Generale; propone al Direttore Generale la nomina dei Responsabili delle Strutture organizzative dei Servizi Professionali Tecnico Amministrativi; Il Direttore Amministrativo ha competenza inoltre sull emanazione di direttive in materia di organizzazione dei Servizi Professionali Tecnico Amministrativi e di applicazione di norme e regolamenti. Al Direttore Amministrativo competono la definizione delle strategie e l indirizzo operativo a livello aziendale delle seguenti aree: servizi generali e programmazione; risorse umane; risorse materiali e finanziarie; attività amministrative decentrate. Il Direttore Amministrativo per lo svolgimento delle funzioni di cui al presente articolo si avvale dei Servizi Professionali Tecnico Amministrativi e dei servizi in staff al Direttore Generale. ART. 12 IL DIRETTORE SANITARIO Il Direttore Sanitario è nominato dal Direttore Generale e svolge in particolare le seguenti funzioni: - coordina le attività delle Strutture Operative Ospedale e Dipartimento di Prevenzione. Inoltre, spetta al Direttore Sanitario il coordinamento delle attività di Cure Primarie e dell Attività Specialistica Ambulatoriale; tale coordinamento è svolto in stretto collegamento con il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale a cui spetta la responsabilità dell intera funzione territoriale. 13

14 - coordina altresì, con la collaborazione delle Strutture aziendali a ciò preposte, l attività delle Strutture Sanitarie accreditate per gli ambiti di competenza. Al Direttore Sanitario compete la definizione delle strategie e l indirizzo operativo a livello aziendale di alcune aree di attività particolarmente legate al governo clinico, quali: - Il governo della domanda, ovvero la conoscenza dei bisogni autentici di salute della popolazione e la diffusione della cultura dell appropriatezza e dell equità nonché la messa in atto di tutte le azioni atte a perseguirle. Il governo della domanda è inteso come approccio sistemico attuato attraverso interventi integrati che, agendo sui diversi livelli, influenzano la domanda esplicita e quindi i consumi sanitari, nel rispetto dei criteri di equità, efficacia ed efficienza. - Il governo dell offerta, ovvero la risposta, in termini di prestazioni erogate, ai bisogni autentici di salute della popolazione; in tale area di attività rientra il monitoraggio costante delle attività e delle prestazioni sanitarie al fine di ricercare il soddisfacimento dei bisogni in modo clinicamente appropriato ed economicamente efficiente. - La politica aziendale del farmaco, intesa come l insieme delle valutazioni e delle scelte in ambito di prescrizione ed erogazione che coniughino criteri di appropriatezza prescrittiva, di efficacia terapeutica, e di sicurezza del paziente con gli obiettivi anche economici individuati dalla pianificazione sanitaria nazionale, regionale ed aziendale ed anche il governo complessivo degli obiettivi aziendali inerenti il farmaco e i dispositivi medici. - La promozione della gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente attraverso lo sviluppo della cultura della sicurezza a tutti i livelli del processo clinico-assistenziale e coinvolgendo i professionisti in una visione partecipata della sicurezza. - La promozione della qualità dei processi di cura e assistenziali nell ambito del percorso di miglioramento continuo della qualità che ha previsto anche lo sviluppo del percorso di Accreditamento istituzionale e, su base volontaria, del percorso dell Accreditamento di eccellenza secondo il modello canadese dell Accreditation Canada, raggiungendo il pieno accreditamento. - La protezione e promozione della salute e la prevenzione delle malattie dei lavoratori, favorendo l implementazione e l adozione di idonee procedure operative e l attività di sorveglianza e controllo delle fonti di rischio. Inoltre, coadiuva il Direttore Generale nei rapporti con l Università e i centri di alta formazione per garantire un aggiornamento costante delle conoscenze e competenze favorendo l integrazione dell attività clinica e di ricerca. Per la definizione delle strategie e dei piani di intervento negli ambiti di attività sopra indicati, il Direttore Sanitario si avvale delle specifiche strutture in staff (così come specificato nell organigramma allegato) nonché delle diverse strutture operative e servizi aziendali per quanto di specifica competenza. ART. 13 IL DIRETTORE DEI SERVIZI SOCIALI E DELLA FUNZIONE TERRITORIALE Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale è nominato dal Direttore Generale con provvedimento motivato, sentita la rappresentanza della Conferenza dei Sindaci. E unico 14

15 responsabile dell intera funzione territoriale, in coordinamento con il Direttore Sanitario e garantisce le seguenti funzioni: - il coordinamento dei distretti socio-sanitari per le funzioni territoriali, sanitarie, sociosanitarie e sociali delegate dai Comuni; - la programmazione strategica della rete dei servizi socio-sanitari; - i rapporti istituzionali con le Amministrazioni locali attinenti alle linee strategiche ed alla programmazione socio-sanitaria aziendale. Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale inoltre: - supporta la Conferenza dei Sindaci nell elaborazione del Piano di Zona dei Servizi alla Persona e ne segue l attuazione; - collabora, per quanto di competenza, con il Direttore Amministrativo ed il Direttore Sanitario alle attività di elaborazione del Piano Attuativo Locale, privilegiando il raccordo tra la programmazione socio-sanitaria dell Azienda e la programmazione socioassistenziale degli Enti locali territoriali; - cura sul piano tecnico-operativo il rapporto tra la programmazione del Piano di Zona e la programmazione del Piano Attuativo Locale, garantendo la saldatura tecnica sull intera materia sociale fra l Azienda, i Comuni, il Volontariato e le altre realtà ed istituzioni pubbliche e private presenti e operanti sul territorio; - assicura inoltre l attuazione delle procedure di Accreditamento istituzionale delle strutture socio-sanitarie e sociali; Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale si avvale delle specifiche strutture in staff (così come specificato nell organigramma allegato) nonché delle diverse strutture operative e servizi aziendali per quanto di specifica competenza. 5. ORGANIZZAZIONE DELL AZIENDA L Azienda garantisce l attuazione del principio della distinzione tra le attività di indirizzo, programmazione e controllo e quelle di gestione. L attuazione si realizza in parte con il presente atto aziendale e in parte con specifici atti e/o regolamenti successivi. L organizzazione del livello operativo dell Azienda si articola in: - Strutture Operative, - Dipartimenti strutturali e funzionali, - Unità Operative complesse, semplici a valenza dipartimentale e semplici. Integrano il livello operativo le unità in staff, i Servizi Tecnici professionali amministrativi e altre modalità di funzionamento quali: progetti, coordinamenti e aree funzionali. Le Strutture Operative (con funzione di produzione) sono Ospedale, Distretto Socio Sanitario, Dipartimento di Prevenzione per le quali si rinvia ai capitoli di riferimento. L organizzazione dipartimentale rappresenta il modello ordinario di gestione operativa delle attività dell Azienda ed è funzionale alla omogenea ed efficace gestione delle risorse, allo sviluppo di ruoli e competenze professionali, alla promozione ed applicazione di procedure, protocolli, percorsi e linee guida e all utilizzo di modelli assistenziali per intensità delle cure. L organizzazione dipartimentale persegue finalità di tutela del paziente e di efficienza organizzativa, secondo quanto definito negli obiettivi aziendali. 15

16 Per l organizzazione e il funzionamento dei dipartimenti, la nomina dei Direttori e Coordinatori e la durata degli incarichi si rinvia all apposito atto deliberativo del Direttore Generale di adozione del regolamento generale di organizzazione dipartimentale dell Azienda. Il Dipartimento strutturale è costituito da Unità Operative omogenee sotto il profilo dell attività o delle risorse umane e tecnologiche impiegate. In particolare, al fine di perseguire gli obiettivi, si individuano le seguenti modalità operative: - gestione del budget, continuità assistenziale e formazione permanente del personale. - gestione e utilizzo comune di spazi, attrezzature e tecnologie; - utilizzo dei posti letto complessivi organizzati secondo livelli di intensità di cure; - utilizzo complessivo del personale sanitario infermieristico, tecnico, di supporto e amministrativo; Il Dipartimento funzionale è costituito da Unità Operative che concorrono ad obiettivi comuni, adottando omogenei comportamenti sviluppando, anche, attività comuni di didattica e di ricerca finalizzata. Di norma è prevista l assegnazione di un progetto da sviluppare, con una durata temporanea finalizzata al raggiungimento degli obiettivi prefissati o al mantenimento degli stessi. Nell organizzazione aziendale possono essere previsti anche dipartimenti: - transmurali: per il perseguimento di obiettivi di rilevanza strategica comuni a più Strutture Operative dell Azienda; - interdistrettuali: strutturali e/o funzionali tra Unità Operative dei Distretti; - interaziendali: strutturali o funzionali per il raggiungimento di specifici obiettivi comuni a più Aziende Sanitarie pubbliche o private. Come previsto dalla normativa regionale il Direttore del Dipartimento ha un incarico di due anni, sottoposto a verifica, rinnovabile, fatte salve esplicite diverse previsioni normative. Si definiscono Unità Operative complesse e semplici le articolazioni organizzative dell Azienda orientate a perseguire gli obiettivi assegnati dalla Direzione Generale secondo i criteri dell efficienza e dell efficacia organizzativa. La definizione delle Unità Operative, tenuto conto di quanto previsto dalla normativa regionale, avviene sulla base dei seguenti criteri e parametri: complessità della struttura in relazione alla sua articolazione interna; grado di autonomia in relazione anche ad eventuali strutture sovraordinate; affidamento o meno della gestione di budget; consistenza delle risorse umane, finanziarie e strumentali ricomprese nel budget affidato; grado di autonomia negli interventi e nelle attività professionali, solo per la dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa. Le Unità Operative indicate come complesse sono articolazioni organizzative interne al dipartimento, Distretto Socio Sanitario o all Azienda, dotate di responsabilità di budget, alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche o finanziarie per l assolvimento delle funzioni assegnate. Le Unità Operative indicate come semplici a valenza dipartimentale, individuate dalla programmazione regionale o da scelte aziendali, sono articolazioni organizzative interne al dipartimento, al Distretto Socio Sanitario dotate di responsabilità di budget, alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche o finanziarie per l assolvimento delle funzioni assegnate. 16

17 Le Unità Operative indicate come semplici sono articolazioni organizzative interne ad una Struttura complessa, non dotate di responsabilità di budget, alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche o finanziarie per l assolvimento delle funzioni assegnate ed il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Le forme di coordinamento funzionale integrano il livello operativo e rappresentano opportunità per conferire all intera struttura aziendale la necessaria flessibilità gestionale, la visione unitaria nei processi di programmazione, l efficacia gestionale con particolare riguardo alla necessità di integrare e collegare le attività di strutture o settori di attività complementari. Le forme di coordinamento sono: - Le Aree funzionali/coordinamenti: aggregano funzionalmente più strutture complesse o semplici dipartimentali e/o semplici, per raggiungere più elevati livelli di integrazione fra ambiti di attività diverse, allo scopo di perseguire specifici obiettivi comuni, più elevati livelli di integrazione gestionale, migliorando i processi operativi e l efficienza nell impiego delle risorse. Il loro utilizzo è volto a garantire l unitarietà nella programmazione e la sintesi nella gestione dei processi trasversali o di percorsi assistenziali specifici e/o tecnico-amministrativi. - I Progetti: rappresentano la modalità funzionale per lo svolgimento coordinato di attività, per un periodo limitato legato al raggiungimento di obiettivi prefissati dalla Direzione Generale, allo scopo di garantire un efficace impostazione metodologica, un efficiente sviluppo operativo. ART. 14 IL DISTRETTO SOCIO-SANITARIO Il Distretto socio-sanitario è l articolazione dell Azienda quale organizzazione che opera nel campo della solidarietà sociale, dell assistenza e della riabilitazione, finalizzata a realizzare l integrazione tra i diversi servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni socio-sanitari della popolazione. L integrazione si intende riferita anche agli ambiti istituzionali (es. Comuni), agli ambiti professionali (es. team multiprofessionali) e tra le dimensioni sociale e sanitario con particolare riferimento alle aree ad elevata integrazione quali: anziani, disabili, salute mentale, dipendenze, area materno-infantile. Il territorio dell Azienda è suddiviso in due Distretti socio-sanitari e 4 aree territoriali: DISTRETTO SUD DISTRETTO AREE TERRITORIALI Treviso Mogliano Veneto Paese/Villorba COMUNI AFFERENTI Treviso, Silea, S. Biagio di Callalta Casale sul Sile, Casier di Treviso, Mogliano Veneto, Preganziol, Monastier, Roncade, Zenson di Piave, Zero Branco Istrana, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Quinto di Treviso, Spresiano, Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Maserada, Povegliano, Villorba 17

18 NORD Oderzo Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansue, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffole, Salgareda, S. Polo di Piave Afferiscono al livello distrettuale le seguenti attività: - assistenza medica primaria (medicina/pediatria di famiglia, continuità assistenziale); - assistenza infermieristica; - assistenza sociale; - assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata; - cure palliative; - assistenza consultoriale per la promozione e la tutela dell infanzia e della famiglia, compresi la mediazione, l affido e l adozione; - assistenza neuropsichiatrica e psicologica infantile ed adolescenziale; - assistenza scolastica e inserimento lavorativo per persone disabili, con dipendenza patologica e con sofferenza mentale; - assistenza residenziale e semiresidenziale nelle aree della disabilità, delle dipendenze, della salute mentale e dell età evolutiva; - assistenza residenziale, semiresidenziale ed intermedia per adulti-anziani non autosufficienti; - assistenza farmaceutica; - assistenza specialistica territoriale; - riabilitazione; - assistenza protesica; - assistenza penitenziaria; - azioni di supporto nell ambito della prevenzione delle malattie e della promozione della salute. Rappresentano obiettivi affidati al Distretto Socio Sanitario: - analizzare e misurare i bisogni, stratificando la popolazione assistita sulla base delle criticità effettive (case-mix); - consolidare l integrazione socio-sanitaria a garanzia della tutela della salute e del benessere della persona nella sua globalità, assicurando una presa in carico organizzata e coordinata; - garantire l assistenza h24, 7gg/7, prevedendo uno specifico modello di integrazione operativa tra le componenti della Medicina Convenzionata ed i servizi distrettuali, ivi compreso un modello di assistenza domiciliare h24; - implementare in modo diffuso le Medicine di Gruppo Integrate; - definire ed implementare i percorsi assistenziali per le principali patologie croniche e per l assistenza alle persone fragili, affrontando la comorbosità in maniera integrata non solo a livello distrettuale ma anche a livello ospedaliero e prevedendo un sistema di misurazione degli esiti; - attivare un offerta adeguata di strutture di ricovero intermedie in grado di accogliere i pazienti per i quali non sia prefigurabile un percorso di assistenza domiciliare o risulti improprio il ricorso all ospedalizzazione o all istituzionalizzazione, offrendo una risposta polifunzionale a carattere temporaneo di stabilizzazione, riabilitazione estensiva, palli azione; - attivare idonei strumenti organizzativo-gestionali per garantire le transizioni del paziente da un luogo di cura ad un altro o da un livello assistenziale ad un altro, per assicurare la presa in carico 18

19 dei pazienti complessi nell arco delle 24h, per provvedere al monitoraggio in tempo reale dei percorsi assistenziale e connettere i professionisti (Centrale Operativa Territoriale); - sviluppare l integrazione funzionale e gestionale delle strutture residenziali e semiresidenziali con i servizi distrettuali; - consolidare il rapporto con i Comuni non soltanto relativamente alle funzioni sociosanitarie, ma anche per lo sviluppo dell assistenza territoriale e la partecipazione al benessere della comunità; - utilizzare il budget come strumento gestionale sistematico. Al fine di garantire, pur nel rispetto della organizzazione strutturale dei singoli distretti, la omogeneità della erogazione della assistenza, dei processi di presa in carico, della verifica degli esiti di salute, sono individuate delle aree di coordinamento trasversali ai due distretti delle unità operative per i seguenti ambiti di intervento: - Cure primarie - Attività specialistiche - Infanzia, adolescenza e famiglia - Disabilità Spetta al Direttore Sanitario il coordinamento delle attività di Cure Primarie e Palliative e dell Attività Specialistica; tale coordinamento è svolto in stretto collegamento con il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale a cui spetta la responsabilità dell intera funzione territoriale. Spetta al Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale il coordinamento delle attività Infanzia, Adolescenza e famiglia e Disabilità, tale coordinamento è svolto in stretto collegamento con il Direttore Sanitario. In questa logica di coordinamento vanno inseriti il Dipartimento delle Dipendenze, quello della Salute Mentale e quello Riabilitativo ospedale - territorio. La responsabilità di questa funzione è in capo al Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale in collegamento con il Direttore Sanitario. L articolazione organizzativa dei distretti è descritta nell organigramma allegato al presente documento. Direttore del Distretto Il Direttore del Distretto garantisce la funzione direzionale di tutte le attività del Distretto mediante i Responsabili delle UU.OO., comprese quelle attività la cui attuazione per progetto obiettivo o per piani settoriali può ricadere sotto la responsabilità funzionale di altri soggetti. In tali casi il responsabile del Distretto tiene conto della necessità che l operatività nella realizzazione degli interventi sia in linea con le metodologie e gli obiettivi dei programmi e dei piani di cui trattasi. Al Direttore di Distretto competono le funzioni di: - supportare il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale nei debiti informativi nei confronti dello Stato, della Regione, della Provincia, dei Comuni e di eventuali altri enti aventi titolo; - definire e monitorare lo stato di avanzamento del Piano delle Attività Territoriali (PAT); - essere collettore dell analisi dei bisogni territoriali, necessaria alla eventuale riprogrammazione dei servizi; - conseguire gli obiettivi di risultato, di attività e di risorse concordati ed assegnati al Distretto, in sede di contrattazione di budget con la Direzione Generale; - organizzare i servizi sanitari, socio-sanitari e sociali propri del Distretto; 19

20 - coordinare le necessarie collaborazioni ed organizzazione delle risorse affinché il medico/pediatra di famiglia svolga il proprio ruolo di referente-unico per l assistito; - utilizzare lo strumento del budget per definire gli obiettivi e monitorare i relativi indicatori di risultato attribuiti alle UO distrettuali e alle Medicine di Gruppo Integrate (team multi professionali), organizzando, coerentemente con la programmazione strategica, i servizi e le risorse, nonché monitorandone l implementazione. Ciascun Direttore di Distretto assume le funzioni sopraelencate per l ambito di riferimento del proprio Distretto. L incarico di Direttore di Distretto è attribuito con provvedimento del Direttore Generale. L organizzazione delle Unità operative distrettuali è contenuta nell Allegato Organigramma. ART. 15 IL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE Il Dipartimento per le Dipendenze dell Azienda è istituito con deliberazione del Direttore Generale in attuazione di quanto previsto dalla normativa regionale. Il Dipartimento è collocato nella struttura Distretto socio-sanitario e dipende dal Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale. Il Direttore del Dipartimento, nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle UU.OO. che compongono il Dipartimento stesso, persegue i seguenti obiettivi: applicazione delle direttive nazionali e regionali in materia di dipendenze patologiche; coordinamento della rete complessiva dei servizi pubblici e privati convenzionati che operano in materia di dipendenze patologiche nel territorio di propria competenza; gestione della quota del budget aziendale destinato alle dipendenze patologiche e perseguimento degli obiettivi assegnati. Per la definizione e la disciplina delle attività si rinvia a specifico regolamento adottato con Deliberazione del Direttore Generale. ART. 16 I DIPARTIMENTI FUNZIONALMENTE COLLEGATI AL DISTRETTO SOCIO- SANITARIO Sono funzionalmente collegati al Distretto, per garantire al paziente continuità e coordinamento assistenziale, i servizi facenti capo al Dipartimento di Salute Mentale e al Dipartimento di Riabilitazione Ospedale-Territorio. Il Dipartimento di Salute Mentale Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità non c è salute senza salute mentale. La salute mentale è quindi una delle dimensioni fondamentali senza la quale non è possibile pensare ad una autentica condizione di benessere. Il Dipartimento di Salute Mentale, secondo le linee di Progetto obiettivo Tutela Mentale della Regione Veneto, rappresenta il livello aziendale di organizzazione dei Servizi per la salute mentale nella 20

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